Rigoletto Catia IRCCS E-Medea Introduzione: I disturbi dello sviluppo – Diagnosi Dimensionale DA??? dislessia Disfasia e Disturbi specifici di linguaggio DISTURBI PERVASIVI DELLO SVILUPPO Disturbo della lettura e scrittura ADHD Discalculia Disturbo delle abilità visuospaziali e prassico SOFFERENZA MENTALE Manifestazione, osservabile attraverso il comportamento, di una anomalia dimensionale presente nella sfera cognitiva, emotiva, e motivazionale che determina una riduzione della integrazione sociale, rispetto alle attese proprie dell’età e della cultura di riferimento. NATURA&CULTURA Disturbi del comportamento Caspi et al. Nature Reviews Neuroscience GENE X AMBIENTE DETERMINATI GENOTIPI POSSONO INFLUENZARE , AUMENTANDOLA O DIMINUENDOLA, LA POSSIBILITA’ CHE UN INDIVIDUO MANTENGA IL PROPRIO STATO DI BENESSERE PSICHICO NEL MOMENTO IN CUI VIENE A CONTATTO CON UN AMBIENTE PATOGENO L’ETEROGENEITA’ DI RISPOSTA AI FATTORI AMBIENTALI E’ ASSOCIATA A DIFFERENZE INDIVIDUALI SU BASE GENETICA ABILITA’ COGNITIVE FATTORI DI RISCHIO AMBIENTALI PROCESSORE CENTRALE FENOTIPO GENOTIPO TEMPERAMENTO E ABILITÀ PROSOCIALI FATTORI PROTETTIVI AMBIENTALI Domini delle competenze adattive TEMPERAMENTO E ABILITA’ PROSOCIALI ABILITA’ COGNITIVE PERSONALITÀ Domini delle competenze relazionali STILI DI ATTACCAMENTO RELAZIONI FAMILIARI RETI DI COMUNICAZIONE SOCIALE TEMPERAMENTO ABILITA’ COGNITIVE attacca mento PERSONALITA’ RELAZIONI FAMILIARI Domini delle realtà ambientali FAMIGLIA E RETE PARENTALE GRUPPI DI PARI, CONTESTO DI COMUNITA’, COMUNICAZIONE SOCIALE, CULTURA SCUOLA E AMBIENTE DI LAVORO ABILITA’ COGNITIVE FATTORI DI RISCHIO AMBIENTALI PROCESSORE CENTRALE FENOTIPO GENOTIPO TEMPERAMENTO E ABILITÀ PROSOCIALI FATTORI PROTETTIVI AMBIENTALI ELEVATA IMPULSIVITA’ INATTENZIONE ELEVATA REATTIVITA’ EMOZIONALE attaccamento PROCESSORE CENTRALE INEFFICIENTE STRESS AMBIENTALE PROCESSORE CENTRALE INEFFICIENTE Livello cognitivo Relazioni familiari DISTURBO OPPOSITIVO PROVOCATORIO DISTURBO DELLA CONDOTTA DISTURBO D’ANSIA FOBIA SOCIALE DISTURBO DEPRESSIVO Diagnosi clinica • Diagnosi categoriale – Interviste strutturate – Dimensionalità • Comportamento - Check-list • Funzioni cognitive – test cognitivi e neuropsicologici – Adattamento sociale – scale di funzionamento sociale – Valutazione familiare – Valutazione del contesto IL SISTEMA CATEGORIALE • Categorizzazione: raggruppamento con criteri algebrici dicotomici di insiemi di fenomeni. • Sufficientemente efficace per macro categorie • Meccanismo operazionale tanto più stabile quanto più i fenomeni da raggruppare sono chiaramente distinguibili: maggiore è il livello di dettaglio, minore la distinguibilità dei fenomeni, più bassa la stabilità dell’operazione • Basso potere esplicativo • Estese aree grigie di confine • Fondamentale per lo studio di agglomerati di composti simili CHI E’ BELLO??? George Clooney O ….. l’altro??? Le nosografie DSM e ICD: • Neo categorizzazioni di tipo kraepeliniano su base empirico-statistica • Costruite su costrutti osservazionali fenomenici • Derivate da descrizioni del nucleo psicopatologico centrale costituente la patologia • Il sistema dicotomico descrittivo diventa inefficace quando cerca di particolareggiare il fenomeno osservato. Osservazione dei sintomi Ipotesi psicopatologica verifica IL SISTEMA DIMENSIONALE • Gradazione quantitativa lungo un continuum di intensità • Cut off sulla base di osservazioni statisticamente definite • La accettabilità di un dato fenomeno è campo dipendente • Il superamento della discontinuità: il concetto di SPETTRO Chi è ”più” bello?? Approccio dimensionale • Ci sono patologie con sintomi on/off (es. Tubercolosi, epilessia, epatite …) • Per altre patologie (es. Ipertensione, il sovrappeso, diabete ..) i sintomi sono individuati attraverso una misurazione dimensionale dei fenomeni patognomonici. Un giudizio categoriale da una valutazione dimensionale di tipo qualitativo lungo un asse temporale, su dati osservazionali empirici e dinamici, legati al giudizio “esperto”di un operatore. • L’approccio osservazionale non definisce le cause del disturbo (il perché), ma si preoccupa di definire come vengono raggruppati i fenomeni osservabili, • Aiuta a comprendere la parabola evolutiva attesa, sulla base delle survey effettuate • Definisce i possibili comportamenti di aiuto e quali le tecniche più efficaci • Consente di valutare meglio i fattori che concorrono a sviluppare una coorte di fenomeni, migliorando lo sviluppo di possibili cure e di interventi preventivi Diagnosi funzionale • Valutazione funzionale dei singoli settori – Linguaggio – neuropsicomotricità • Analisi dei comportamenti – ABA – Vineland • Profilo di funzionamento – PEP • Analisi risorse sociali • Valutazione dinamiche familiari • Valutazione psicodiagnostica – Punti di forza e di debolezza intrapsichici INTELLIGENZA E RITARDO MENTALE -Rigoletto CatiaDispensa non riproducibile- ad uso interno L’intelligenza • Non è una caratteristica unitaria • Valutata in base ad un numero di differenti abilità più o meno specifiche • Queste abilità possono svilupparsi non allo stesso livello (soprattutto nei bambini ritardati) • Deve essere valutata in base a informazioni (evidenza clinica, l’adattamento sociale, e la risposta a test psicometrici) DEFINIZIONE • È la capacità aggregata o globale dell’individuo di agire per uno scopo, di pensare razionalmente e di trattare efficacemente con il proprio ambiente • E’ globale perché caratterizza il comportamento dell’individuo come un tutto; • E’ un aggregato perché è composta di elementi o abilità che, sebbene non completamente indipendenti, sono quantitativamente differenziabili (Wechsler‘39) L’intento di Wechsler: distinguere abilità cognitive / intelligenza • Mettere a punto un indice unico dell’intelligenza che fosse contemporaneamente saturo di abilità verbali , pratiche e sociali. • L’intelligenza non può essere separata dalla personalità stessa • Fattori non intellettivi: volitivi ed emotivoaffettivo L’abilità cognitiva è solo un aspetto dell’intelligenza L’intelligenza: • Non è un tipo di abilità (es memoria, ragionamento, fluidità verbale, abilità costruttive..) • Viene dedotta dal modo in cui queste abilità si manifestano nelle diverse condizioni e circostanze • Il test cognitivo (scala Wechsler) intesa come una serie di sub tests di contenuti diversi per dare più possibilità per manifestare la sua intelligenza Due grandi modalità di espressione • Verbale • Pratica E ciascuna di esse si concretizza in un contesto di rapporti sociali (integrazione variabili personalità e dell’ambiente sociale) WISC III • 13 subtest • 6 collocati nella scala verbale • 7 collocati nella scala di performance Scala verbale: informazioni • 30 domande (conoscenze di fatti oggetti persone e luoghi acquisite nella cultura corrente) • Variabili cognitive: capacità di prestare attenzione, recepire e comprendere domande con formulazione lunga e la capacità di richiamare informazioni dalla memoria a lungo termine • Misura l’attenzione e l’interesse verso l’ambiente circostante • Sensibile al grado di istruzione e al contesto sociale dove si è inseriti • Fattore emotivo: primo test, ansia da prestazione • Cadute lievi nel DSA; maggiori nel RM Scala verbale:somiglianze • Costitute da 19 domande che richiedono al soggetto in che cosa sono simili due cose o due concetti • Obiettivo:misurare la capacità di individuare relazioni significative fra concetti utilizzando appropriatamente competenze di tipo logico • Ottimo indice di intelligenza intesa come capacità di organizzare i dati in base a sistemi di tipo classificatorio (capacità di percepire gli elementi comuni e significativi dei dati di confrontarli tra loro e di riconoscerli in un’unica entità) • Fluidità e flessibilità e di fiducia nelle proprie capacità) • Caduta nel rm, disfasia, pensiero accanto a fattori emotivi (livello di lieve o variabile nel DSA Scala verbale: ragionamento aritmetico • 24 problemi di tipo aritmetico (solo gli ultimi sono scritti) • Obiettivo: valutare la capacità di usare i numeri e i concetti numerici fondamentali e di svolgere un ragionamento su base numerica) • Sollecita più il ragionamento che il puro calcolo (adeguata la richiesta all’età di scolarizzazione) • Poco influenzata da fattori culturali, più da abilità attentive (restrizione del campo da interferenze) • Molto influenzata da fattori emotivi • Caduta elevata nel rm soprattutto se presente anche statoansioso; molto lieve nei soggetti ansiosi normodotati. Caduta di 2 punti nel DSA V rispetto ai DSA non V Scala verbale: vocabolario • 30 parole presentate al soggetto a cui viene chiesto di spiegare il significato • Misura il grado di padronanza e accuratezza delle abilità espressive di linguaggio • Valida misura delle abilità cognitive generali • Implica buona conoscenza linguistica accanto ad una buona manipolazione cognitiva (= prova di ragionamento e di astrazione) • Poco sensibile alla stimolazione didattica, ma alle prime tappe del linguaggio e alla stimolazione in ambiente familiare • Sempre sotto il punteggio 7 nel rm e nei bambini autistici; nei disfasici caduta di 3-4 punti rispetto agli altri subtest • Poco influenzata da stato d’ansia Scala verbale: comprensione • 18 domande: richiedono al soggetto di descrive come comportarsi in determinate circostanze o di indicare il motivo di alcune prassi sociali • Capacità di ragionamento pratico, controllare le risposte impulsive, prospettarsi tutte le possibilià e scegliere quelle più opportune seguendo anche un giudizio morale, e buone doti di flessibilità • Non è sensibile alla “pratica quotidiana” • Nel rm punteggio di 7 o sotto (ma le altre prove ancora più inferiori), sotto di 2 punti o più nei bni autistici • Lieve deflessione nell’ADHD e risposte bizzarre nel disturbo antisociale Scala non verbale: completamento di figure • 39 figure colorate a ciascuna delle quali manca un dettaglio importante • Obiettivo: abilità visuopercettive preposte all’analisi visiva di figure familiari e all’identificazione dei loro elementi mancanti • Risente poco della pratica • Memoria visiva a lungo termine , prestare attenzione ai dettagli e di valutare le parti essenziali rispetto a quelle non essenziali della struttura • Non sensibile alle emozioni • Cadute più gravi nelle lesioni organiche , punteggi intermedi rispetto alle altre prove nei rm; nei DSA non verbali cade in concomitante caduta nella RO Scala verbale: memoria di cifre • Una serie di cifre che il soggetto deve ripetere nello stesso ordine (cifre in avanti) sia in ordine inverso • Mediocre come misura di intelligenza • Buon indice: attenzione uditiva; dicriminazione uditiva e memoria di lavoro (capacità di riorganizzare e sintetizzare i dati partendo da una situazione strutturata e la capacità di visualizzare mentalmente la posizione spaziale dei numeri. • Molto sensibile a fattori emotivi e danni organici (insieme a cifrario e disegno con cubi) • La caduta in questa prova è sensibile alla presenza di DSA Scala non verbale: cifrario • Associare ad una determinata figura o numero uno specifico segno grafico • Obiettivo: valuta la capacità di adattarsi a nuove situazioni di apprendimento e di apprendere rapidamente con materiale insolito • Mediocre come misura di intelligenza generale • Capacitò di analisi, associazione e richiamo visivi a breve termine di stimoli astratti, rapidità di esecuzione visuo-grafo motoria e accurata coordinazione occhiomano, attenzione sostenuta • Risente dei fattori di tipo emozionali • Caduta severa nei traumi cranici, e prova sensibile nei DSA soprattutto non V Scala non verbale: disegno con cubi • Riprodurre 12 disegni geometrici di difficoltà crescente accostando fra di loro superfici bianche e rosse • Misurare l’abilità di concettualizzazione, pianificazione, ridefinizione e soluzione di problemi attraverso la capacità di percepire, analizzare e sintetizzare in base alla modalità visiva di pensiero • Ottima misura dell’intelligenza visiva e generale • Riconoscimento rapido figura sfondo; scanning visivo di elementi geometrici orientamento spaziale • Necessaria coordinazione visuomotoria e la velocità • Ottimo indice di danno organico (es pianificazione-lobo frontale/ percezione visuopercettivo lobo occipitale- emisfero destro) • Sensibile alle emozioni (impulsività) • Punteggi molto bassi nel rm, adeguati nel disturbo d’ansia Scala non verbale: ricostruzione di oggetti • “puzzle”- presentati al bno pezzi che compongono alcune figure • Indici visuopercettivi, capacità di analisi e sintesi • Modesta come indice di intelligenza generale • Percezione visiva, coordinazione occhio mano • Sensibile a fattori emotivi (ansia impulsività) • Sensibile a danno organico, meno nel rm Scala non verbale: ricerca di simboli • Osservare una serie di due gruppi di simboli astratti e indicare un apposito spazio se fra di essi esistono o non esistono simboli comuni • Misura la velocità di analisi ed elaborazione visuopercettiva • Misura dell’intelligenza generale e funzionalità emisferi cerebrali e del loro livello di integrazione (memoria di lavoro e complesso istruzioni verbali tenute nel ES; simboli e la natura della ricerca= facoltà visuopercettive ED; analisi dettagliata dei simboli, loro confronto e decisione: integrazione di ES e ED) • Memoria visiva e la velocità con cui vengono svolti i passaggi • Sensibile nei DSA non V • Non supera i 7 nei Rm; cadute gravi nei danni organici • Sensibile ai problemi emozionali Scala non verbale: labirinti • 10 labirinti a difficoltà crescente • Esplorazione visiva e richiamare i passaggi utili per raggiungere la meta • Scarsa come predittore dell’intelligenza globale ma come capacità di apprendere regole semplici ed usarle proficuamente • Implicato abilità di coordinazione visuomotoria • Molto influenzato da fattori emotivi (implusivi) • Non sensibile nei DSA Scala non verbale: riordinamento di storie figurate • 14 serie di figure ognuna delle quali racconta una storia (compito: disporre nella giusta sequenza per ottenere una storia a senso compiuto) • Capacità di analizzare di dettagli visivi, e di organizzarli secondo una pianificazione sequenziale sia in base ai significati singoli che complessivi della storia • Buon indice di intelligenza generale (inferire una situazione complessiva attraverso l’analisi spaziale e temporale dei singoli elementi figurati) • Incide notevolemente: l’esperienza sociale e valutazione corretta dei fatti sociali • Cadute nei disfasici, e nei rm (se buona prestazione difficile pensare a rm) scoring • I punteggi grezzi vengono trasformati in punteggi ponderati (PP) aventi media 10 e deviazione standard 3 mediante apposite tabelle fornite dal manuale • i punti ponderati ricavati dai sub test verbali danno luogo al QI verbale • I punti ponderati ricavati dai sub test di performance danno luogo al QI di performance • E l’insieme dei due tipi di punteggi al QI totale • QI sono espressi con media 100 e deviazione standard 15 Distinzione tra QI Verbale e QI di Performance Ha lo scopo di CONFRONTARE l’abilita’ di un soggetto nell’usare le parole e simboli con quella di servirsi di oggetti e di percepire schemi visivi QIV = misura complessiva non pura fattorialmente, delle abilità di recepire , elaborare e immagazzinare informazioni di tipo uditivo verbale e riflette le acquisizioni cumulativamente ricavate dal soggetto dall’ambiente educativo e scolastico in cui è cresciuto QIP = misura la potenzialità intellettiva generale di un soggetto Ritardo mentale Condizione di interrotto o incompleto sviluppo psichico: compromissione delle abilità che si manifestano durante il periodo evolutivo e che contribuiscono al livello globale di intelligenza I CRITERI DIAGNOSTICI DEL DSM IV SONO 3 1. un funzionamento intellettivo significativamente al di sotto della norma 2. un’importante compromissione del comportamento adattivo (condizione essenziale per fare la diagnosi) 3. esordio prima dei 18 anni FASCE DI GRAVITÀ Nell’ICD 10 vengono individuate • • • • • Stato cognitivo limite: QI 85 - 70 RM lieve QI 50 - 69 RM medio QI 35 - 49 RM grave QI 20 - 34 RM profondo QI < 20 DATI EPIDEMIOLOGICI • Prevalenza oscilla tra l’1.5% al 5.5% • Differenze di incidenza in rapporto alla classe sociale significative per le forme lieve e media • Il rapporto tra i sessi è di 1.5 : 1 in favore dei maschi DEFINIZIONE DIAGNOSTICA 1. QI uguale o inferiore a 70 eseguito da persone esperte 2. valutazione delle competenze sociali ed adattive 3. attenta valutazione dell’anamnesi personale e familiare 4. importante una valutazione longitudinale CAUSE DEL RM • 30 – 40% dei casi resta senza una precisa definizione diagnostica • 5 % anomalie di natura genetica • 30% alterazioni prenatali • 10% alterazioni perinatali • 5 % cause postnatali • 15 – 20 % cause psicosociali RITARDO MENTALE PROFONDO • Livello mentale non oltrepassa i 2-3 anni di età mentale • Linguaggio è quasi inesistente, alcune parole o fonemi • Autonomia delle condotte della vita quotidiana è parziale • Sono dipendenti da un’altra persona o struttura RITARDO MENTALE MEDIO • Livello mentale non oltrepassa i 6 – 7 anni di età mentale • Ritardo dello sviluppo psicomotorio • E’ possibile una certa autonomia con aiuto • Linguaggio ipostrutturato • Apprendimenti formali limitati • Pensiero resta allo stadio preoperatorio RITARDO MENTALE LIEVE O STATO COGNITIVO LIMITE • La scolarizzazione diviene un criterio fondamentale – insuccesso scolastico • Linguaggio non presenta anomalie grossolane • Inserimento sociale extrascolastico spesso soddisfacente • Incapacità ad accedere ad una struttura di pensiero formale • E’ in questo gruppo che l’equilibrio affettivo, la qualità delle relazioni con l’ambiente, il peso dei fattori socioeconomici e culturali hanno un ruolo fondamentale. la natura del RM è tuttora oggetto di discussione…. Dal punto di vista della psicologia cognitiva nel Ritardo Mentale: (Zigler) lo sviluppo mentale ripercorre in maniera rallentata e con precoce raggiungimento della saturazione le stesse tappe di sviluppo del bambino normale (rallentamento omogeneo) (Ellis) lo sviluppo deficitario prevale in alcune funzioni rispetto ad altre (disomogeneità nell’anomalo sviluppo intellettivo) …secondo il modello neuropsicologico lo sviluppo mentale è parte integrante dello sviluppo neurologico e viceversa cioè … ambiente e sviluppo morfologico/neurofunzionale del SNC si influenzano reciprocamente Fattori ambientali Fattori genetici e neurali ABILITA’ COGNITIVE FATTORI DI RISCHIO AMBIENTALI PROCESSORE CENTRALE FENOTIPO GENOTIPO TEMPERAMENTO E ABILITÀ PROSOCIALI FATTORI PROTETTIVI AMBIENTALI lo sviluppo cerebrale e cognitivo sarebbe determinato…(Edelmann) • Dalla selezione ontogenetica (primo abbozzo di gruppi neuronali) • Dalla selezione esperienziale (amplificazione solo di alcune popolazioni sinaptiche) • Dalla mappatura rientrante (collegamenti tra diverse mappe neuroniche) questo processo di “mappatura”si estende gradualmente generalizzazione e consapevolezza sempre maggiori secondo questo modello… da particolari architetture neurali di base si passerebbe nel corso dello sviluppo a sistemi (predisposti) più evoluti grazie all’esperienza attraverso due processi: (Karmiloff-Smith) • la progressiva modularizzazione delle competenze (più specifiche, automatizzate ed indipendenti dal contesto) • la ridescrizione delle rappresentazioni mentali (da implicite ad esplicite/consapevoli) nel ritardo mentale … è questo secondo processo maggiormente compromesso cioè il soggetto con RM incontra molti più ostacoli nell’utilizzo delle conoscenze ad un livello astratto cioè nell’esplicitazione delle conoscenze procedurali (passaggio al piano metacognitivo) abilità fondamentali che caratterizzano la metacognizione (Brown) • la capacità di predire (rappresentarsi mentalmente la procedura per risolvere un compito) • la capacità di progettare (individuare ed organizzare la procedura più idonea per conseguire un risultato) • la capacità di monitorare l’andamento del processo cognitivo • la capacità di verificare e valutare il risultato (presuppone la capacità di correggere eventuali errori) Se l’aspetto qualificante dell’intelligenza è la capacità di pianificare o strutturare il proprio comportamento per perseguire un fine, quanto più efficiente e parsimonioso sarà il piano tanto più intelligente sarà il comportamento conseguente (Das, 1984) Quindi la mancanza di un comportamento strategico appare centrale nei soggetti con ritardo mentale valutazione dinamica cioè qual è il potenziale di apprendimento? Partendo dai quesiti metacognitivi verificare: • Quali procedimenti e strategie utilizza spontaneamente? • Quali procedimenti può adottare se gli viene suggerita e spiegata la strategia • Mostrare come eseguire il compito oppure guidarlo con rinforzo verbale per portarlo a rendersi capace di autoregolarsi usando il proprio linguaggio L’intervento ha dunque lo scopo di: promuovere strategie di risposta a fini adattivi ovvero mettere in atto strategie che rendano possibile lo svolgimento di una serie di attività rispetto alle proposte dell’ambiente, alle scelte dell’individuo e alla capacità dell’individuo di inibire alcune risposte. MODALITÀ 1. procedere dal reale livello del soggetto per raggiungere obiettivi adeguati ai fini adattivi cioè rispetto alle esigenze che l’ambiente propone e rispetto alle curiosità del bambino 2. mettere il bambino in grado di valutare i risultati che raggiunge, saper accettare e correggere gli errori 3. usare modalità di facilitazione e rinforzo 4. inibire o controllare la tendenza alla perseverazione 5. favorire il passaggio decontestualizzazione 6. giungere alla generalizzazione dal livello pragmatico alla ALTERAZIONI AFFETTIVE, DELLE CONDOTTE E DEL COMPORTAMENTO NEL RITARDO MENTALE NEL RITARDO MENTALE PROFONDO alterazioni relazionali massicce: isolamento, frequenti stereotipie, scariche aggressive, grande impulsività soprattutto in caso di disagio o frustrazione ecc (psicosi d’innesto) NEL RITARDO MENTALE LIEVE O NELLO STATO COGNITIVO LIMITE instabilità emozionali primarie: “immaturità emozionale” • risposte emozionale massive ed elementari • scarsa capacità a tollerare la frustrazione NEL RITARDO MENTALE LIEVE e NELLO STATO COGNITIVO LIMITE instabilità emozionali secondarie: (esperienza frustrativa cronica) • sentimento depressivo di sè • reazioni di esibizione • reazioni colleriche di fronte ad un insuccesso • alterazioni del comportamento in particolare nell’adolescente (trascinato da coetanei) • inibizione, passività • estrema sottomissione all’ambiente Le componenti adattive l’insieme degli attributi che rendono un soggetto capace di funzionare nella società. LE COMPETENZE ADATTIVE: 1. capacità comunicative 2. di cura personale 3. di vita domestica 4. capacità sociali 5. uso delle strutture della comunità 6. autoregolazione 7. tutela della propria salute ed incolumità 8. impiego funzionale delle acquisizioni scolastiche 9. tempo libero 10. lavoro soggetti con Ritardo Mentale giungono alla osservazione più per le compromissioni del funzionamento adattivo che per il QI basso • Il funzionamento adattivo fa riferimento all'efficacia con cui i soggetti fanno fronte alle esigenze comuni della vita e al grado di adeguamento agli standard di autonomia personale previsti per la loro particolare fascia di età, retroterra socioculturale, e contesto ambientale. • Il funzionamento adattivo può essere influenzato da vari fattori, che includono l'istruzione, la motivazione, le caratteristiche di personalità, le prospettive sociali e professionali, e i disturbi mentali e le condizioni mediche generali che possono coesistere col Ritardo Mentale. • I problemi di adattamento sono più suscettibili di miglioramento con tentativi di riabilitazione di quanto non sia il QI cognitivo, che tende a rimanere un attributo più stabile PROCEDURE VALUTATIVE STRUMENTI PSICOMETRICI • • • • • • GRIFFITHS SCALES BAYLEY UZIGIRIS – HUNT LEITER STANFORD-BINET WPPSI/WISC-R in ragione della necessità di valutare gli aspetti ADATTIVI con criteri “ecologici” risulta necessario l’uso di schede di osservazione appositamente costruite: • PEP-R(Psycho-Educational-Profile) • BAB (Behavior AssessmentBattery) • EFI (Evalutation Fonctionelle pour l’Intervention) • VINELAND Adaptive Behavior Scale PEP-R • Profilo psicoeducativo di soggetti con autismo (età preadolescenziale/adolescenti ed adulti) • Permette l’associazione della valutazione delle competenze funzionali con la programmazione educativa attraverso la definizione di una scala comportamentale (suddivisa in 4 aree) e di una scala di sviluppo (suddivisa in 7 aree) nella quale vengono specificate abilità presenti ed emergenti BAB • Repertorio comportamentale e cognitivo suddiviso in 13 aree all’interno di ognuna vengono individuate in progressione crescente di difficoltà le fondamentali abilità che la costituiscono EFI • Item più direttamente funzionali • Permette la stesura di un programma di attività ed apprendimento • Suddiviso in 6 aree funzionali VINELAND • La scala è composta da 5 sub-scale • I dati vengono ottenuti da un’ intervista ad un famigliare o ad un educatore (che conosca bene il soggetto) VALUTAZIONE FUNZIONE LINGUISTICA • Se esiste un linguaggio verbale: attenta analisi della funzione produttiva/espressiva • Se il linguaggio è fortemente ipostrutturato/assente verificare la presenza di prerequisiti per la CAA VALUTAZIONE COMPETENZE MOTORIE GLOBALI • Valutazione quantitativa: che cosa fa il bambino (Gross Motor Function Measure) • Valutazione qualitativa: come il bambino attua le funzioni (Gross Motor Performances Measure) • Valutazione del cammino VALUTAZIONE DELLE PRASSIE • Vengono valutati atti prassici su imitazione e/o richiesta verbale • Esistono diverse scale da utilizzare in maniera integrata per ricavare una valutazione completa. VALUTAZIONE FUNZIONE PERCETTIVO-VISIVA • Valutazione oculistica ed ortottica • Valutazione elettrofisiologica • Osservazione del comportamento visivo in situazione spontanea ed in risposta a proposte posturali, motorie, relazionali (abilità visuopercettive e visuo-motorie)