PUGLIA E BASILICATA 7
Martedì 8 settembre 2015
SANITÀ
LO SCANDALO È UNA BUFALA
LA ASL: PUNIREMO I RESPONSABILI
Provvedimenti disciplinari per il primario
ortopedico, il chirurgo, un tecnico e per chi
ha ritardato l’acquisto della lampada scialitica
«Galatina, mai nessuno
ha operato col cellulare»
Trovato chi usò il telefonino in sala operatoria. Gorgoni: carte in Procura
MASSIMILIANO SCAGLIARINI
l BARI. Adesso è chiara sia
la data dell’intervento, il 23 luglio scorso, sia l’identità di chi
reggeva il telefonino con cui secondo una versione ormai
definitivamente smentita - sarebbe stata fatta luce nel corso
di un’operazione ortopedica.
Manca solo il nome di chi ha
scattato la foto, quella finita sui
giornali innescando lo scandalo: l’ospedale di Galatina, dove
si opera alla luce di un cellulare
perché la lampada scialitica è
rotta da quasi due anni. Dalla
relazione finale che gli ispettori della Asl di Lecce hanno
consegnato ieri al dg Giovanni
Gorgoni sono emerse diverse
irregolarità amministrative e
tante, troppe versioni contrastanti su un episodio che è apparso dubbio fin dal primo momento. Ed ecco perché, insieme
ai procedimenti disciplinari,
dalla Asl partirà anche un
esposto alla Procura della Repubblica con i risultati dell’indagine interna: nessun intervento chirurgico - questo è
emerso con chiarezza - è mai
stato effettuato alla luce di un
Il manager Giovanni Gorgoni
telefonino.
Il sospetto è, dunque, che
qualcuno abbia costruito la
scena della foto, in cui alle spalle del chirurgo Antonio Perrone appare un braccio che regge il cellulare con la torcia accesa. Quel braccio appartiene a
un tecnico di radiologia che
davanti agli ispettori della Asl
lo ha ammesso: «Ho sentito il
primo operatore che diceva “fatemi luce” e ho acceso il telefonino». Ma il chirurgo Perrone nega di essersene accorto,
altri suoi colleghi hanno risposto «non so» e «non ricordo». E
soprattutto, per sgombrare definitivamente il campo dagli
equivoci, gli ispettori hanno
fatto un secondo esperimento:
pure tenendo spenta la lampada scialitica portatile, la luce
prodotta dalla torcia di un telefonino tenuta alla stessa distanza della foto non raggiunge
nemmeno il campo operatorio:
la luce della torcia - dice la
relazione - è apprezzabile solo
entro i 10 centimetri, distanza
che però rende «impossibile
l’atto chirurgico». Insomma,
l’operazione alla luce del cellulare si conferma una bufala.
Resta però il fatto che la lampada scialitica fissa della terza
sala operatoria di Gallipoli è
rotta da febbraio 2013: l’ospedale ha impiegato un anno per
segnalarlo agli uffici centrali
della Asl, all’epoca diretti da
Valdo Mellone, che a loro volta
hanno chiuso tutto in un cassetto. Solo a maggio 2015 un
sollecito, giunto al dg Gorgoni,
ha finalmente attivato le procedure per l’acquisto del nuovo
dispositivo (peraltro non ancora consegnato). Tuttavia, fanno
notare dalla Asl, il blocco operatorio dell’ospedale di Galatina è considerato efficiente: il
Dipartimento di prevenzione,
Pentassuglia (Pd)
«La Asl spieghi
come ha usato
fondi Fesr e Pac»
«La direzione generale della Asl di Lecce aveva a disposizione ingenti
risorse per gli adeguamenti infrastrutturali, eppure è tra quelle che non
hanno risposto alle richieste di aggiornamenti
fatte a marzo da parte
dell’assessorato». Ecco
perché Donato Pentassuglia (Pd), ex assessore alla Sanità, definisce «gravissimo ed indegno presunto accadimento»
quello che riguarda Galatina. E, in una interrogazione al governatore Michele Emiliano, chiede di
capire come sono stati
usati i soldi. Ma anche il
motivo per cui i medici
«hanno continuato ad utilizzare il quartiere operatorio se non a norma e
regolarmente funzionante».
NELLA BUFERA L’ospedale S. Caterina Novella di Galatina
incaricato di una verifica
straordinaria, ha effettuato solo prescrizioni di poco conto.
Il sospetto della Asl di Lecce,
dunque, è che a Galatina qualcuno abbia voluto creare lo
scandalo per far emergere i ritardi nell’acquisto della lampada. Anche perché nonostante 10 giorni di indagini e l’audizione a tappeto di tutti gli
addetti alle sale operatorie,
l’identità di chi ha scattato la
foto poi finita sui giornali è
rimasta rigorosamente ignota,
in ossequio al principio che
impone di ammettere soltanto
tutto ciò che non si può negare.
E questo spiega perché la Asl,
oltre a rivolgersi alla magistratura (che attende l’infor mativa
dei Nas di Lecce: anche i carabinieri nei giorni scorsi hanno ascoltato, per più di due ore,
il tecnico di radiologia), ha deciso di utilizzare la mano pesante: il primario del reparto,
Antonio Aloisi, il chirurgo Perrone, il tecnico di radiologia e i
responsabili del procedimento
amministrativo per l’acquisto
della lampada scialitica verranno deferiti alla commissione di disciplina per una probabile sospensione. L’autore
della foto, se dovesse mai essere
individuato, rischia invece il
licenziamento.
L’ANNUNCIO L’OSPEDALE DI ACQUAVIVA
L’ASSESSORE AL BILANCIO ASCOLTATO IN COMMISSIONE DOPO LA SENTENZA SUL PIEMONTE
Miulli, il robot chirurgo
potrà operare anche
sui tumori femminili
«Preserva la fertilità»
«Da noi niente buchi». Caroppo (Fi): falso, rischiamo 500 milioni
l BARI. Il «Miulli» di Acquaviva
estenderà ai tumori ginecologici l’utilizzo del robot operatorio «Da Vinci». La
novità, che parte da settembre, mira a
potenziare le possibilità di cura per
alcune delle patologie più complesse
dell’universo femminile: non solo tumori, ma anche endometriosi e prolassi.
La novità si inserisce nell’ambito della collaborazione del Miulli con l'Università Cattolica e il Policlinico Gemelli di Roma, per un confronto continuo e attivo anche nel campo della
formazione dei medici. In parallelo infatti, il Miulli ha lanciato un percorso di
formazione per i ginecologi del Sud
sull’utilizzo delle tecniche endoscopiche. La scelta di potenziare la chirurgia
robotica (il «Da Vinci» è da anni utilizzato nel campo dell’urologia) si pone
in continuità con il potenziamento della
chirurgia mini-invasiva, che il Miulli
sta incentivando dal 2014 effettuando
operazioni «ad addome chiuso» nella
stragrande maggioranza delle patologie
ginecologiche. Il «Da Vinci» consente
l'uso di strumenti di alta precisione,
posti all’interno dell’addome attraverso
incisioni inferiori a 1 centimetro. Grazie al sistema robotico, l’operatore ha
una visione tridimensionale dell’interno dell’addome e può effettuare con
movimenti intraaddominali a 360 gradi
impossibili alla mano umana. In particolare, in campo ginecologico, questo
tipo di interventi consentono il «fertility sparing»: la donna giovane alla
quale viene asportato un tumore ginecologico mantiene la possibilità di
avere figli.
Il caos sulle anticipazioni per i debiti
Piemontese: ci penserà lo Stato
CRITICHE
AI CONTI
Andrea
Caroppo
capogruppo di
Forza Italia:
«La Regione
tagli le spese
per prepararsi
all’inevitabile
taglio di 528
milioni»
Da domani a sabato vanno in scena
le attività di «Gravina Murgia Danza»
l BARI. Entra nel vivo domani «Gravina_Murgia Danza»,
l’appuntamento di sensibilizzazione all’artescenica organizzato
dal Comune di Gravina e dalla fondazione «Ettore Pomarici
Santomasi» grazie all'associazione francese «Expresso Forma» e
«EZ3 Diffusione Coreografiche» diretta da Ezio Schiavulli. Stage,
lezioni di yoga in movimento, laboratori coreografici e di improvvisazione, teatro di danza e spettacoli serali, che si protrarranno fino a sabato. A ritmo di danza - è detto in un comuincato degli organizzatori - si muoveranno adulti e bambini.
Ad ospitare l’appuntamento la palestra Circolo tennis di via
Dante per le attività di formazione, il Castello svevo per la
programmazione serale delle compagnie ospiti, le «Officine Culturali» per le conferenze e proiezioni di video-danza, la pineta
comunale e il chiostro della chiesa di San Francesco per le
diverse performance urbane.
«È un onore per la città riappropriarsi, sebbene solo per qualche giorno, di un professionista gravinese noto a livello internazionale - commentano il presidente della Fondazione, Mario Burdi, e il sindaco di Gravina, Alesio Valente -. Sono queste
le professionalità e le iniziative che danno valore aggiunto a
Gravina, permettendole un affaccio privilegiato sul mondo».
l BARI. La Puglia non rischia un buco
di bilancio in conseguenza della sentenza della Corte costituzionale sulla
Regione Piemonte a proposito dell’utilizzo delle anticipazioni statali per i
debiti della Sanità, anche perché ha
utilizzato i soldi per la loro finalità originaria. Ma servirà un intervento legislativo per evitare che le Regioni siano
costrette ad ammortizzare i soldi in un
unico esercizio: per la Puglia significherebbe sottrarre alla spesa corrente
quasi 650 milioni di euro, in un colpo
solo. La questione è approdata ieri in
commissione Bilancio: alle preoccupazioni di Andrea Caroppo (Forza Italia,
che aveva chiesto la convocazione) e alle
critiche dei grillini (che hanno chiesto
l’elenco di tutti i creditori) hanno fatto
da contraltare le dichiarazioni dell’assessore, Raffaele Piemontese, secondo
cui la situazione è sotto controllo. «La
Puglia - ha spiegato Piemontese - ha già
cominciato a sterilizzare gli effetti della
anticipazione di liquidità ed è in costante contatto con il ministero
dell’Economia che sta lavorando sul
problema».
Minimizza anche Fabiano Amati
(Pd), presidente della commissione Bilancio, secondo cui in questa questione
esiste un problema alla radice. «L'interpretazione contabile data alle anticipazioni di liquidità sia dalla Puglia
che dalle altre Regioni - dice - fu suggerita dallo stesso Ministero dell'Economia». La Puglia, come rilevò lo scorso
anno la Corte dei Conti, aveva trattato i
650 milioni come se fossero un mutuo:
incasso (e spendo) subito, restituisco in
30 anni. Il che, secondo Amati, era l’uni-
ca possibilità sensata: «Nessuno avrebbe accettato un'anticipazione di liquidità sapendo che andava sterilizzata per
cassa in un un fondo dedicato, con una
operazione contabile di nessuna utilità.
Del resto la stessa Corte dei Conti della
Puglia ha proceduto a parificare il bilancio della Regione, senza sollevare alcuna questione di costituzionalità delle
norme che regolano le anticipazioni».
«Grazie a quelle anticipazioni - fa notare il capogruppo Pd, Michele Mazzarano - la Puglia ha dato risposte al
grave problema di una economia sofferente per i ritardi dei pagamenti ai
fornitori, tanto è vero che dai 239 giorni
di ritardo di due anni fa siamo passati a
68 giorni di ritardo al 31 dicembre scorso». Ragionamenti che però non convincono Caroppo: «Solo un espediente
del governo nazionale - dice il capogruppo di Forza Italia - può salvare la
Puglia che, diversamente, chiuderà il
bilancio 2015 con un disavanzo di circa
528 milioni di euro. Ho quindi rinnovato
l’invito ad avviare una profonda spending review, visto anche l’ennesimo aumento della spesa corrente che ha superato i 9 miliardi di euro nell’ultimo
rendiconto approvato. Al momento il
taglio agli sprechi è l’unica strada percorribile per evitare che il centrosinistra continui a mettere le mani nelle
tasche dei cittadini». I 5 Stelle, che con
Mario Conca hanno giudicato «insoddisfacenti» le risposte dell’assessore
Piemontese, hanno chiesto ulteriori
chiarimenti: oltre all’elenco dei creditori e dei pagamenti, anche le lettere
scambiate tra Ministero e Regione.
[red.reg.]
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