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Associazione
Piccole e Medie Industrie
del Friuli Venezia Giulia - Confapi FVG
FISCALITA’ DI VANTAGGIO: AUSTRIA E SLOVENIA
Le imprese del Friuli Venezia Giulia guardano con attenzione alle opportunità offerte dai paesi
oltre confine, in particolare Austria e Slovenia. L’interesse degli imprenditori a valutare questa
forte azione di marketing territoriale è dettato non solo dal tax rate gravante sulle imprese ma
anche dal sistema degli incentivi, dalla burocrazia snella, dal sistema giudiziario e dal costo delle
fonti energetiche.
Non solo, questi paesi negli ultimi anni, hanno attuato delle vere e proprie iniziative
promozionali, curate istituzionalmente e finalizzate ad attirare sui loro territori, i nostri
imprenditori.
Secondo l’ICE il numero delle aziende italiane che negli ultimi anni hanno deciso di delocalizzare o
trasferire integralmente le proprie attività in Slovenia superano quota 600 mentre quelle che
hanno scelto l’Austria superano le 900 unità.
Il dato che sorprende, e che preoccupa, è che negli ultimi tempi anche le piccole e le micro
imprese iniziano a valutare l’eventualità di trasferirsi. Si viene così a compromettere nei
presupposti ogni prospettiva di ripresa dell’economia regionale che è caratterizzata dalla
presenza di un tessuto di piccole e medie imprese che nei decenni passati ne hanno decretato le
fortune.
Al di là del livello di tassazione, in questi paesi, a differenza dell’Italia, è forte la consapevolezza
che l’impresa, nella sua più ampia accezione, rappresenta la cellula sulla quale si basa il
benessere e lo sviluppo di una nazione.
A completare il quadro degli aspetti che rendono attraenti questi paesi, ricordiamo, a solo titolo
esemplificativo, le convenzioni contro le doppie imposizioni, il veloce rimborso dell’Iva a credito,
la deducibilità quasi totale dei costi aziendali, una burocrazia ai minimi termini, normative
comunitarie recepite in modo da non far gravare sulle imprese altra burocrazia e costi aggiuntivi,
autorizzazioni amministrative quasi automatiche, contenzioso tributario limitato,
amministrazione finanziaria efficiente e a fianco delle imprese virtuose. In definitiva è il “sistema
paese” ad essere organizzato e strutturato in modo tale da favorire la nascita di nuove realtà
produttive e promuovere quelle esistenti.
SLOVENIA
In Slovenia il livello di tassazione sul reddito riservato alle imprese che investono e offrono lavoro
sul territorio è pari al 20%. Particolari riduzioni e agevolazioni sono riconosciute alle imprese
operanti in zone economiche depresse.
Da sottolineare il fatto che nella determinazione del reddito d’impresa, i coefficienti di
ammortamento delle immobilizzazioni sono in genere più elevati fra quelli presenti nell’Unione
Europea, quindi più favorevoli per le imprese che così possono recuperare, in un lasso temporale
più breve, i costi per gli investimenti realizzati. La Slovenia offre un’ulteriore agevolazione alle
imprese che realizzano esportazioni almeno pari al 51% del fatturato. Queste consistono nella
detassazione del reddito imponibile in relazione a investimenti per nuovi impianti o ampliamenti
ovvero per incrementi occupazionali. Si tratta di una sorta di agevolazione per certi versi simile
alla vecchia legge Tremonti vigente in passato in Italia.
SA 8000:2008
Certified Social
Accountability System
ISO 9001:2008
Certified Quality System
I dividendi sono tassati al 15% sia per i soggetti residenti sia per i non residenti, fatta salva
l’applicazione delle convenzioni contro le doppie imposizioni.
Considerando che alcuni imprenditori hanno pensato di trasferire oltre alla propria attività anche
la propria residenza in Slovenia, ricordiamo quali sono le aliquote gravanti sul reddito personale.
Le tipologie di reddito attribuibili alla persona fisica sono pressoché identiche a quelle vigenti nel
nostro sistema fiscale. Il reddito può quindi derivare da redditi di fabbricati, di lavoro
dipendente, d’impresa, di pensione, professionale, di capitali ecc. Il reddito è dato dalla somma di
tutte le categorie, al netto degli oneri deducibili. La tassazione è su base progressiva e le aliquote
sono pari al 16% per redditi sotto i 7.528 euro, al 27% per redditi fino a 15.058 euro e al 41% per
scaglioni di reddito superiori.
AUSTRIA
Per quanto riguarda l’Austria, le società che hanno una propria sede legale o amministrativa sul
territorio subiscono una tassazione pari al 25% sui redditi ovunque prodotti. Le società estere
sono invece tassate soltanto sui redditi d’impresa imputabili a una stabile organizzazione situata
sul territorio.
Dal quadro sommario emerge che il livello di tassazione appare particolarmente lusinghiero se
confrontato con quello italiano dove a fronte di un tax rate teorico del 31,4% (27,5% Ires e 3,9%
Irap) si contrappone uno complessivo che, per le piccole e medie imprese, può arrivare a
superare il 68,5% (dati Banca Mondiale). Se questo dato lo confrontiamo con quello della media
europea, pari al 42%, è facile comprendere perché il nostro paese sia confinato agli ultimi posti
della classifica del “Fare business” stilata sempre dalla Banca Mondiale.
La discrasia tra tassazione teorica ed effettiva è rappresentata dall’Irap, la quale gravando sul
costo del personale, sugli oneri finanziari e sul risultato economico (anche se in perdita) penalizza
pesantemente le imprese manifatturiere di piccole e medie dimensioni.
La delocalizzazione alimentata anche dalla convenienza fiscale può essere fermata
contrapponendo un “sistema Italia” capace di rendere nuovamente attraente il nostro Paese per
nuovi insediamenti e per potenziamento di quelli già esistenti. Se non si agisce con tempestività e
coraggio, corriamo seriamente il rischio di imboccare la strada della deindustrializzazione e di
essere travolti dagli stessi paesi confinanti.
Udine, 10 giugno 2014
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