APOFRUIT NOTIZIE 1 Anno XXIII n° 1 - gennaio-febbraio 2015 NOTIZIE Periodico bimestrale - Poste Italiane sped. in a.p. D.L. 353/2003 (conv. in L.27/02/04 nr. 46) art. 1 comma 1 DCB Forlì - Ed. Prima Comunicazione - E0,50 LIQUIDAZIONE AUTUNNALE TRA CRISI E NUOVE STRATEGIE PRODOTTI FITOSANITARI: CON IL PAN OBBLIGO DEL PATENTINO NUOVI SCENARI E NUOVI MERCATI A FRUIT LOGISTICA E BIOFACH SOMMARIO Apofruit ha liquidato le produzioni autunnali Uso sostenibile dei prodotti fitosanitari: con il PAN obbligo del patentino 3-5 6 3 Nuovi Scenari e nuovi mercati a Fruit Logistica e Biofach 7 PAGINE TECNICHE Drosophila suzukii: quando i moscerini diventano pericolosi 8 DALL’EMILIA Frutticoltura Ferrarese pronto un piano anticrisi 12 DAL METAPONTO Clementine: necessario il rinnovamento varietale 13 DALLA SICILIA Ortaggi bio: Romagna e Sicilia due giorni a confronto 14 DAL LAZIO I Kiwi a polpa gialla G3: difesa da PSA e potatura di produzione 15 BIMESTRALE DELLA ORGANIZZAZIONE DEI PRODUTTORI APOFRUIT ITALIA Aut. Trib. FO n. 178 del 5/4/88 - Reg. Stampa n. 10/88 Stampa: Arti Grafiche Ramberti, Rimini Tel. 0541 738111 Direttore Responsabile: Maurizio Magni Editore: Prima Comunicazione - Cesena (in corso di variazione) 7 13 13 APOFRUIT NOTIZIE 3 APOFRUIT HA LIQUIDATO LE PRODUZIONI AUTUNNALI Il mercato è stato influenzato negativamente dall’embargo russo. Di fronte alla crisi l’importanza della segmentazione dell’offerta e della valorizzazione del biologico L a cooperativa ha liquidato ai soci 198.000 quintali di prodotto con una variazione percentuale sull’anno 2013 di + 8,6% ed un importo pagato ai soci di euro 6.457.000, in diminuzione dell’11,4%. Questi i macro-numeri della campagna autunnale presentati nel corso delle assemblee di Apofruit Italia. Due macro dati dai quali si evince che la situazione di crisi della frutta estiva si è protratta andando a interessare, anche se in modo meno pesante, alcune specie conferite nella stagione autunnale, in particolare susine e kaki. “Sono stati due i fattori principali che hanno influenzato pesantemente il mercato e i prezzi di vendita – spiega il presidente di Apofruit Mirco Zanotti - l’embargo russo e la produzione spagnola in forte aumento. “Proprio per far fronte a queste complesse dinamiche di mercato - commenta il direttore generale della cooperativa Ilenio Bastoni – occorre insistere sulle strategie di segmentazione dell’offerta che porti ad una maggior valorizzazione delle produzioni come il biologico e le linee di alta qualità”. Vediamo ora in dettaglio l’andamento della liquidazione autunnale. PERE In termini di volumi la produzione si è attestata su quantitativi simili allo scorso anno, mentre in termini qualitativi la campagna è stata caratterizzata da frutti di calibro maggiore rispetto al 2013, con conseguente minor produzione da destinare al canale dell’industria di trasformazione che ha registrato quotazioni leggermente inferiori rispetto alla passata campagna. Di contro, l’elevata offerta di calibro grosso sul mercato del fresco è alla base dei realizzi. Per la Pera Williams, che anche quest’anno ha confermato il trend di crescita dei consumi registrato negli ultimi anni, il prezzo medio di liquidazione Cat.I° 60+ è stato di 34 centesimi incluso il prodotto da sciroppo; interessante la media del prodotto da mercato attestata su 40 centesimi. Il prodotto per l’industria residuo zero programmato è stato liquidato a 28 centesimi e l’industria a parte 15 centesimi. Per le pere Williams i produttori riceveranno per l’ultimo anno il contributo comunitario previsto. Per la varietà Max Red Bartlett il prezzo medio Cat. I° calibro 60+ è stato di 44 centesimi. CLEMENTINE Questo prodotto in generale ha scontato un problema legato alle condizioni meteorologiche, responsabili di una PIANO DI RIORGANIZZAZIONE In occasione dell’assemblea dei soci che si è tenuta a metà febbraio per la liquidazione dei prodotti autunnali è stato presentato il secondo acconto dei prodotti invernali, che è stato erogato ai soci insieme alla liquidazione autunnale. Le assemblee di liquidazione sono state occasione anche per la presentazione della fase finale del Piano di riorganizzazione con le modifiche del Regolamento interno finalizzate a una semplificazione, razionalizzazione e integrazione delle procedure di campionatura mantenendone inalterate le finalità, e cioè quelle di dare “ad ognuno il suo” in base alla qualità dei prodotti conferiti. Le principali modifiche sono: riduzione dei volumi campionati mantenendo un prelievo diffuso sulla partita per garantirne la rappresentatività; eliminazione degli attributi qualitativi (I^A, I^B, grandinato); campionatura a vista delle seconde e dei “calibri piccoli” di I Cat. consegnati a parte. Altre modifiche riguardano gli asparagi con la lunghezza massima dei turioni portata a 25 cm.; sul melone la divisione in due fasce dell’attributo “Vitrescenza”, l’aggiunta di calibri 28/30 e 30+ nelle ciliegie per poter valorizzare le nuove varietà che esprimono calibri elevati. Sono stati anche presentati nuovi strumenti che saranno messi a disposizione dei soci a partire dalla raccolta dei prodotti estivi, per consultare le proprie campionature tramite collegamento internet, senza così doversi recare in Cooperativa. 4 APOFRUIT NOTIZIE maturazione interna del frutto non coincidente con quella esterna con conseguente posticipo della raccolta che ha avuto come risultato un effetto negativo sulla campagna di commercializzazione risultata più breve rispetto ad una campagna normale. Complessivamente la cooperativa ha ritirato 43.000 quintali di prodotto, volume in aumento rispetto al 2013. Veniamo ora alle cultivar precoci: Caffin Oronules categoria I° calibro 5+ è stato liquidato a una media di 55 centesimi, un risultato superiore al 2013 in conseguenza del ritardo nell’immissione sul mercato del Clementino Comune. L’arrivo in massa di quest’ultimo sul mercato ha determinato una forte pressione nell’offerta con conseguenti risultati insufficienti per i produttori. Passando al Clementino Comune, la varietà più importante, liquidato a una media di 26 centesimi Cat. I° Calibro 5+, va detto che la campagna 2014 è stata piuttosto simile a quella 2013. “Su questa varietà da qualche anno i risultati non sono soddisfacenti per i produttori - commenta Bastoni - per questo suggeriamo di rinnovare gli impianti puntando su varietà tardive che consentano la raccolta in gennaio e febbraio e di adottare tecniche colturali che permettano di anticipare nelle zone precoci e posticipare la raccolta nelle zone tardive”. Ancora una considerazione per le clementine: in generale ogni anno il calibro 5 manifesta maggiori difficoltà a essere posizionato sul mercato, con la conseguenza che spesso i prezzi riescono a fatica a coprire i costi di raccolta. SUSINE ANGELENO Per questo prodotto è stata un’annata di produzione elevata, complessivamente la cooperativa ha ritirato 46.000 quintali (+35% rispetto al 2013). Il mercato delle susine autunnali ha riproposto l’andamento non positivo di quello estivo per la chiusura da un lato di alcuni mercati di destinazione come quello russo e dall’altro dalla produzione elevata della Spagna. La liquidazione media per la Cat. I° calibro 40+ è stata di 23 centesimi per la Romagna e 20 centesimi per l’area di Latina. “Inoltre, a causa delle avverse condizioni meteorologiche, caratterizzate da forti piogge e grandinate – dichiara Bastoni – si è registrata una produzione di scarsa qualità. Il mercato di riferimento della Susina Angeleno – continua Bastoni – rimane quello estero, esigente dal punto di vista qualitativo. Al fine di realizzare risultati adeguati alle esigenze è importante puntare su un prodotto con elevati standard qualitativi sia da un punto di vista estetico che organolettico”. KAKI La produzione del Kako Tipo, prodotto destinato per quasi il 70% al mercato italiano, ha registrato quantitativi superiori all’annata precedente, raggiungendo un volume di 14.000 quintali (+25%). Dal punto di vista della qualità la produzione è stata caratterizzata da problemi legati alla cosiddetta “ragnatura” causata dalle abbondanti piogge estive. La liquidazione media della Cat. I° calibro 22+ si è LA PAROLA AI SOCI AZIENDA AGRICOLA LUPPI EUGENIO Eugenio Luppi conduce un’azienda agricola a Crevalcore in provincia di Bologna, dove vengono coltivati 7 ettari a frutteto. Da dieci anni in azienda domina la coltivazione delle pere, avendo progressivamente abbandonato altri prodotti e la coltivazione estensiva. Pere Williams, Kaiser e Abate sono le tre varietà prodotte. La pera Williams, tra i prodotti della liquidazione autunnale, è coltivata nell’azienda di Luppi su poco più di un ettaro. In questa campagna Luppi ha conferito 268 quintali di Pere Williams, liquidate a un prezzo medio di poco più di 34 cent/ kg. per il calibro 60+ . “Non è sempre facile - commenta Luppi - per la pera Williams, sono sincero, speravo in qualcosa di più. Si cerca di investire sempre per ottenere un ottimo prodotto, frutti di pezzatura e qualità migliore. Ma i margini sono sempre di meno. Io produco tre varietà di pere che raccolgo in periodi diversi, per ciascuna delle tre specie coltivate ho introdotto nuovi impianti per cercare di ottenere sempre un buon risultato ”. AZIENDA AGRICOLA MELANDRI MAURIZIO Andrea Melandri lavora presso l’Azienda agricola Melandri Maurizio. Nell’azienda che si trova a Reda di Faenza si coltivano susine, nettarine, kaki, vigneti (in prevalenza di trebbiano), su un totale di 18 ettari. Socio di Apofruit dal 2008, Melandri commenta la campagna delle Susine Angeleno, alla cui produzione è destinato un ettaro e mezzo nella sua azienda. “Poiché ha più mesi di commercializzazione, per la campagna dell’Angeleno speravo in un risultato migliore. Ho avuto una produzione abbondante, tra impianti vecchi e giovani, che si sono comportati molto bene. Ho conferito 517 quintali con un prezzo medio di liquidazione di 24 centesimi al kg.”. Melandri conclude con uno sguardo di prospettiva e sviluppo: “Stiamo concludendo un nuovo impianto di 3 ettari di Kiwi G3, penso sia importante continuare a investire in campagna”. APOFRUIT NOTIZIE attestata sui 43 centesimi. Sono stati invece 7000 i quintali di Kako Rosso Brillante conferiti dai soci di Apofruit, con una liquidazione media per la Cat. I° calibro 22+ di 35 centesimi. La produzione italiana di kako rosso brillante ha dovuto confrontarsi con una produzione spagnola in aumento e con gli stessi problemi causati dall’embargo russo che hanno penalizzato altre varietà di frutta. Per il Kako Rosso Brillante, occorre adottare tutte le tecniche colturali capaci di garantire una pezzatura elevata, preferibile anche per il tipo di confezionamento con cui finisce sui banchi della grande distribuzione. MELE Quest’anno Apofruit ha ritirato 10.000 q.li di mele autunnali contro i 6.000 dello scorso anno per l’entrata a regime dei nuovi impianti e per un’annata di piena produzione. Da notare i differenziali di prezzo di liquidazione tra le vecchie varietà e i nuovi cloni introdotti. Le mele del gruppo Gala hanno trovato un mercato più ricettivo, sicuramente migliore di quello incontrato nella seconda parte della stagione quando si è aggiunta sul mercato l’offerta massiccia di altri paesi produttori. Il valore medio di liquidazione per Royal Gala calibro 70+ è stato di 21 centesimi, la Galaxi Obrogala (sempre 70+) di 25 centesimi, mentre per le nuove varietà la liquidazione è stata di 30 centesimi per Galaval, 26 per Ruby Gala , 30 centesimi per Buckeye e 33 centesimi per Brookfield/Shniga. AZIENDA AGRICOLA GIOVANNINI SESTO E GIAMPIERO Giampiero Giovannini produce diverse varietà di frutta nell’azienda agricola Giovannini Sesto e Giampiero di Case Gentili di Pievesestina. Otto ettari circa, coltivati principalmente ad albicocco (5 ettari), mentre gli altri sono suddivisi tra mele, susine, pesche e kaki. Proprio sull’andamento di quest’ ultima produzione Giampiero Giovannini commenta: “La liquidazione del kako è stata leggermente inferiore agli anni passati, ma 45 centesimi di media raffrontati all’andamento negativo di altre varietà, non sono poi così male, anche considerando che il kako non richiede costi di produzione troppo alti”. Giovannini ha conferito circa 150 quintali alla cooperativa della varietà Kako Tipo che viene prevalentemente commercializzata sul mercato interno. “La produzione è stata caratterizzata da pezzatura più grossa del solito ed è stata di buona qualità” precisa Giovannini”. 5 PRINCIPALI PRODOTTI BIO CONFERITI E MEDIE DI LIQUIDAZIONE Kako Tipo 53 cent./kg 2.300 q.li Kako Rosso Brillante 47 cent./kg 712 q.li Pere Williams cal. 60+ 71 cent./kg 8.600 q.li Pere Max Red Bartlett cal. 60+ 71 cent./kg 85 q.li Susine Angeleno cal. 40+ 65 cent./kg 287 q.li Mele Galaxi/Obrogala cal. 70+ 53 cent./kg 102 q.li Mele Buckeye cal. 70+ 59 cent./kg 3.500 q.li Kiwi Greenlight cal. 70 gr. oltre 96 cent./kg 2.800 q.li Clementine Comune cal. 5 oltre 46 cent./kg 15.565 q.li Clementine Spinoso cal. 5 oltre 44 cent./kg 1.200 q.li Clementine S.R.A. 89 cal. 5 oltre 55 cent./kg 1.400 q.li BIOLOGICO Il comparto del Biologico si sta muovendo in decisa controtendenza rispetto al generale contesto poco favorevole delle produzioni agricole convenzionali, infatti i consumi del biologico aumentano e le previsioni indicano che nei prossimi anni il trend positivo verrà mantenuto per cui la produzione bio per i soci Apofruit può rappresentare un’opportunità in più. “Sta continuando lo sviluppo del marchio Almaverde Bio sul mercato italiano, dove può già contare su una posizione leader - dichiara il direttore Bastoni - e un’altra nota positiva è la crescita del biologico sui mercati Europei e l’apertura di nuovi scenari di mercato nell’est europeo”. Andiamo a considerare le diverse produzioni partendo dal Clementino Comune liquidato a una media di 46 centesimi per la Categoria I° calibro 5+. Anche per il prodotto biologico vale quanto già detto per il convenzionale; nel comparto delle Clementine è fondamentale aumentare le produzioni di varietà tardive per riuscire a coprire tutto il mese di febbraio, che si sta rivelando particolarmente interessante per questo prodotto. Per le Pere autunnali bio la cooperativa ha ritirato un volume complessivo analogo a quello dello scorso anno, tuttavia è stato decisamente superiore il prodotto di prima qualità venduto sul mercato del fresco. La pera William calibro 60+ è stata liquidata a un prezzo medio di 71 centesimi. Con 4000 quintali ritirati anche la mela del gruppo Gala a produzione bio è risultata una produzione in aumento e ha ottenuto risultati interessanti, poiché si registrano valori che vanno, a seconda delle varietà, dai 53 ai 63 centesimi per il prodotto di Categoria I° calibro 65+. 6 APOFRUIT NOTIZIE USO SOSTENIBILE DEI PRODOTTI FITOSANITARI: CON IL PAN OBBLIGO DEL PATENTINO Il Piano d’Azione Nazionale sull’uso sostenibile dei prodotti fitosanitari definisce obiettivi, misure, modalità e tempi per ridurre i rischi e gli impatti su salute umana, ambiente e biodiversità. I l Piano d’Azione Nazionale sull’uso sostenibile dei prodotti fitosanitari definisce obiettivi, misure, modalità e tempi per ridurre i rischi e gli impatti su salute umana, ambiente e biodiversità. Il Piano adottato con Decreto del 22 gennaio 2014 in attuazione della direttiva 2009/128/CE che istituisce un quadro per l’azione comunitaria ai fini dell’utilizzo sostenibile dei pesticidi, prevede l’obbligo della formazione per i distributori, i consulenti e gli utilizzatori professionali per i quali è previsto l’obbligo del patentino. E’ importante sottolineare che nelle aziende agricole non solo gli acquirenti dei prodotti fitosanitari hanno l’obbligo del patentino, ma anche gli utilizzatori di queste sostanze. La scadenza è il 26 novembre 2015. Dal canto suo il distributo- LA NUOVA ETICHETTA DEI FORMULATI COMMERCIALI Dall’Europa arriva un nuovo sistema di Classificazione dei formulari commerciali, che ha nel 1° giugno 2015 l’applicazione obbligatoria. Il CPL (Classification, Labelling e Packaging) è il nuovo Regolamento europeo (n.1272/2008) su Classificazione, etichettatura e imballaggio delle sostanze attive e delle miscele. Entrato in vigore in Unione Europea il 20 gennaio 2009, regola un sistema di classificazione che sostituirà l’attuale normativa a partire dal 1 giugno 2015, anche se per i prodotti già immessi sul mercato sarà consentita l’etichetta DPD fino al 31 maggio 2017. Il Regolamento CPL applica all’interno della Comunità Europea il Sistema mondiale di etichettatura delle sostanze chimiche dell’Onu. Vengono introdotti nuovi pittogrammi che vanno a sostituire quelli in uso fino ad oggi per pericoli fisici, pericoli per la salute e per l’ambiente. Qui a destra alcuni esempi. re ha l’obbligo di vendita solo a chi è in possesso del patentino e l’obbligo di informare gli utilizzatori sulle modalità d’impiego, sui rischi per la salute, i pericoli per l’ambiente, il corretto smaltimento dei contenitori ecc. Le aziende agricole sono tenute al controllo delle irroratrici e a conformarsi a precise norme per il corretto deposito, stoccaggio dei fitofarmaci, dei loro contenitori e delle rimanenze. Il PAN (Piano d’Azione Nazionale) fornisce specifiche disposizioni per l’applicazione della difesa integrata, dell’agricoltura biologica e di altri approcci alternativi; stabilisce le modalità con cui intende realizzare tale integrazione disegnando un’agricoltura con tre volti distinti: quella con la difesa integrata obbligatoria, l’altra con la difesa integrata volontaria COME CAMBIANO I PITTOGRAMMI VECCHIO NUOVO VECCHIO NUOVO ESPLOSIVO IRRITANTE INFIAMMABILE NOCIVO COMBURENTE PERICOLOSO PER L’AMBIENTE TOSSICO CORROSIVO APOFRUIT NOTIZIE 7 NUOVI SCENARI E NUOVI MERCATI A FRUIT LOGISTICA E BIOFACH Apofruit e Almaverde Bio protagoniste nella trasferta in terra tedesca P er il comparto ortofrutticolo febbraio porta con sé due imperdibili appuntamenti fieristici, entrambi in Germania. Fruit Logistica a Berlino, che quest’anno si è svolta dal 4 al 6 febbraio e ha visto il coinvolgimento di oltre 180 paesi, e Biofach a Norimberga dall’11 al 14 febbraio, fiera leader mondiale per il biologico. Entrambe caratterizzate da target elevati e numeri di presenze davvero importanti, sono vetrine su cui converge la produzione ortofrutticola internazionale che si incontra per sondare nuovi mercati, nonché confermare e consolidare scelte e partner commerciali. Anche quest’anno Apofruit è stata tra i protagonisti italiani in trasferta in terra tedesca, sfruttando le due rassegne come occasione per presentare le ultime novità di gamma e incontrare operatori e buyer da tutto il mondo. “Alla fiera berlinese la cooperativa è stata presente all’interno dello stand collettivo Italy (nella foto) come accade da alcuni anni” spiega Nives Raccagni dell’ufficio commerciale estero, sottolineando l’importanza di partecipare a Fruit Logistica. “E’ la manifestazione più importante in Europa e raccoglie tutto l’universo dell’ortofrutta che conta, quindi bisogna esserci. E’ soprattutto - commercialmente parlando - l’occasione per poter individuare le strategie e le nuove prospettive marketing”. Dunque un osservatorio pri- vilegiato dove conta specialmente lo scambio di contatti e di rapporti, oltre a provare in anteprima nuove tendenze e nuovi scenari. “L’Europa sta diventando piccola da un punto di vista del mercato – continua Nives Raccagni – per cui è necessario trovare nuove destinazioni commerciali per prodotti come kiwi, pere, mele o clementine. Fruit Logistica è una fiera che consente di guardare davvero in prospettiva, di cogliere nuove opportunità e soprattutto di comprendere come attrezzarsi per sondare nuovi mercati”. Il secondo appuntamento importante di febbraio ruota tutto attorno all’universo bio con la fiera Biofach di Norimberga. Con questa rassegna le tendenze e le novità per il biologico e i mercati di riferimento possono contare su una vetrina mondiale che acquista ogni anno maggior rilievo. “La fiera anche quest’anno si è confermata come un appuntamento essenziale per avere una visione d’insieme dello scenario globale del bio - spiega Paolo Pari, direttore marketing di Canova - Fra gli stand si è potuto osservare la grandissima varietà del prodotto e la completezza dell’offerta, a conferma che quella del biologico può essere una scelta praticabile ovunque”. “A Biofach partecipiamo come Almaverde Bio con tutta la gamma di prodotti - continua Pari - in evidenza ovviamente sono le produzioni di ortofrutta, particolarmente importanti per i mercati esteri. Quest’anno hanno destato particolare interesse i prodotti di I Gamma Evoluta (valeriana, misticanza, rucola sfalciata), prodotti ai quali il mercato bio riconosce contenuti di servizio importanti e che hanno ottenuto particolare attenzione in Germania dove il biologico ha una lunga e consolidata tradizione”. In generale il biologico sta ottenendo sempre più consensi e si sta rivelando un sistema di alimentazione sempre più completo, inoltre grande protagonista quest’anno si è rivelato il vegano come si è potuto verificare tra gli stand di Biofach 2015. PAGINE TECNICHE 8 APOFRUIT NOTIZIE DROSOPHILA SUZUKII: QUANDO I MOSCERINI DIVENTANO PERICOLOSI Originario dell’est asiatico, è in continua espansione e di difficile eradicazione La ricerca per comprendere i comportamenti dell’insetto e le strategie di difesa di GIANNI CEREDI N el linguaggio comune il termine moscerino indica quanto di più inerme e inoffensivo ci sia, ma come spesso accade in natura non è necessario essere grandi per essere pericolosi. Drosophila suzukii (DS) interpreta molto bene tale ruolo; questo moscerino originario dell’est asiatico è stato recentemente descritto dall’organizzazione Europea della protezione delle piante (EPPO) nei periodici rapporti sulla valutazione dei rischi dalle avversità parassitarie, come una minaccia in continua espansione, di difficile gestione e la cui eradicazione appare sostanzialmente impraticabile. Il primo rapporto in cui la presenza della specie viene descritta in Europa risale al 2008 in Spagna, da allora la sua diffusione trova limiti solo in conseguenza di andamenti climatici ad essa avversi D. suzukii è un drosofilide simile ad altri moscerini, con adulti delle dimensioni di 2-3 mm. Si distingue per gli occhi di colore rosso e il torace bruno chiaro giallastro con striature nere sull’addome. I maschi si differenziano dalle femmine per la presenza di una macchia scura sul bordo superiore delle ali mentre le femmine posseggono un largo e seghettato ovopositore che consente loro di deporre uova su frutti integri. Il danno che DS procura è imputabile all’attività di nutrimento delle larve nella polpa dei frutti e alle lesioni provocate nell’atto dell’ovoposizione che rappresentano soluzioni di pervietà per comuni infezioni fungine. In ogni caso lo sviluppo delle larve di DS all’interno dei frutti determina, diversamente da quanto accade per le larve della mosca (Rhagoletis cerasi) un cedimento dei tessuti: i frutti appaiono in un primo momento turgidi, come pieni di acqua ma poco consistenti al tatto, per poi collassare, esalando un tipico odore di “fermentato”. Femmina di D. suzukii nell’atto di ovodeposizione La pericolosità di DS e le preoccupazioni che conseguentemente essa desta si completa attraverso una serie di fattori biologici ed epidemiologici. Innanzitutto l’ampio assortimento di piante ospiti, coltivate e selvatiche accomunate dalla produzione di frutti dalla buccia morbida. Sono specialmente la tipologia di frutti a “bacca” le più suscettibili ai danni da DS (fragola, lampone, more, ribes). Anche le drupe sono appetite con le ciliegie in primis, i fichi, l’actinidia arguta, il kaki e tutta una serie di bacche selvatiche come il sambuco, il caprifoglio ecc. Per quanto riguarda la vite, la sensibilità degli attacchi di DS sulle uve coltivate è ancora da verificare, c’è ottimismo in tale direzione anche se non mancano segnalazioni di danno. L’ampio spettro di ospiti costituisce un limite nelle possibilità di contrastare questo insetto, che in virtù di ciò, può sopravvivere in ambienti diversi, alternando ospiti con tempi di maturazione diversi. Le elevate densità di monocolture specializzate consentono una rapida pullulazione della specie mentre gli ospiti selvatici e ornamentali fungo- no da rifugi nei confronti della difesa chimica attuata e costituiscono focolai di reinfestazione e potenziali siti di svernamento. Un ulteriore elemento di preoccupazione nella gestione di questo insetto, è l’estrema fecondità con cui sviluppa. L’adulto raggiunge la maturità dopo 1-2 giorni dall’emergenza, l’accoppiamento delle femmine è immediato, a ciò segue di 24 ore l’inizio dell’ovodeposizione che può perdurare per 10-60 giorni. Il tempo di sviluppo di una generazione è fortemente condizionata dalla temperatura ambientale è può avvenire anche in 8-10 giorni, ciò implica che DS possa compiere da 7 a 15 generazioni all’anno con potenzialità distruttive enormi. DS può sopravvivere e riprodursi in un ampio intervallo di condizioni climatiche. Le temperature limite entro le quali può riprodursi secondo la letteratura si collocano tra 10 e 32 °C per l’ovodeposizione e oltre i 30 °C per la fertilità delle femmine con un picco di attività e sviluppo attorno ai 20-25 °C. Gli adulti in particolare hanno un elevato grado di adattamento alle basse temperature se confrontati con altri drosofilidi. Le femmine accoppiate in fase di diapausa riproduttiva rappresentano lo stadio prevalente di svernamento che avviene in rifugi di diversa natura ed i cui esiti sono, secondo recenti studi, fortemente condizionati dallo stato nutrizionale degli individui. Sembra infatti che la maturazione degli ovarioli delle femmine sia più completa e pronta ad iniziare l’attività di ovodeposizione a fine inverno se queste hanno potuto nutrirsi in maniera più compiuta anche durante tale periodo, favorite da temperature miti. Le minime invernali, di fatto, rappresentano un elemento discriminante in grado di abbattere consistentemente la popolazione in caso di valori al di sotto dello zero e per periodi prolungati ma possono, in condizioni di eccessiva mitezza, preparare lo sviluppo della prima generazione annuale in maniera più aggressiva anticipandone la comparsa come accaduto nel corso del 2014. Il susseguirsi delle generazioni primaverili estive trova nuovamente nel clima il maggior fattore di condizionamento. Sono le temperature oltre i 30 °C ad inibire ovodeposizione e fertilità delle femmine ma è l’umidità relativa il fattore più selettivo nei confronti della specie che, notoriamente, predilige elevati livelli igrometrici. L’insidiosità di DS si completa grazie 9 PAGINE TECNICHE APOFRUIT NOTIZIE Frutto di ciliegia danneggiato da D. suzukii all’elevato potenziale di dispersione confermato dalla rapida diffusione nei paesi di recente introduzione. Le diverse forme di trasporti globalizzati e lo stato di integrità dei frutti colpiti nelle fasi iniziali di ovodeposizione e sviluppo larvale sono elementi complici e alleati di questa situazione. GESTIONE DELLA DIFESA DA DROSOPHILA SUZUKII Stimare i costi imputabili al danno riconducibile direttamente o indirettamente a DS non è cosa semplice. Da una parte la difesa deve offrire risposte rapide ed efficaci nel breve periodo per consentire agli agricoltori di salvare le proprie produzioni, dall’altra deve esservi la consapevolezza che un approccio puramente chimico non può soddisfare tutte le risposte. E’ necessario pertanto lavorare in una prospettiva di medio lungo termine con soluzioni sostenibili che, partendo dal monitoraggio della popolazione e proseguendo con il tentativo di modellizzarne il comportamento, giunga all’individuazione di mezzi di lotta e alla gestione di questi. MONITORAGGIO DELLA POPOLAZIONE DI D. SUZUKII E SVILUPPO DI MODELLI PREVISIONALI Un monitoraggio affidabile sulla presenza dell’insetto costituisce il primo passo per una corretta gestione del problema. Per Ds questo è impostato su metodi di cattura con esche a base fermentata o aceti di di- PAGINE TECNICHE 10 APOFRUIT NOTIZIE versa natura. Le valutazioni più recenti hanno mostrato un buon livello di attrattività di miscele di vino e aceto probabilmente per effetto sinergico delle componenti volatili in essi presenti (acido acetico, etanolo ecc..). Tuttavia, mentre alcuni drosofilidi possono completare il loro ciclo su matrici vegetali in fermentazione da cui sono attratte dal punto di vista olfattivo, le femmine di Ds necessitano di frutti maturi e sani e la loro ovodeposizione viene orientata da stimoli odorosi relativi a componenti volatili propri e specifici di questi. Sfortunatamente le conoscenze del profilo sensoriale che orienta Ds nelle nutrizione, accoppiamento e ovodeposizione sono molto scarse. L’attrattività delle trappole è oltremodo condizionata dalla forma, colore e struttura di queste. Il colore rosso desta maggiore attrattività sull’insetto, così come il materiale plastico di composizione e la presenza di fori di entrata di 5-10 mm. L’ottimizzazione di questi fattori si ottiene con una adeguata collocazione delle trappole in termini di spazio e tempistica. Le prime esperienze indicano risultati migliori per trappole posizionate nella parti più fresche ombreggiate delle piante e collocate ad inizio stagione e ciò assume particolare rilievo quando si intende effettuare della cattura massale. Un importante indirizzo di ricerca sul quale ci si sta muovendo è quello relativo alla possibilità di modellizzare il comportamento, la distribuzione e la dinamica di sviluppo di Ds sia in senso spaziale (per zone geografiche) che temporale (per periodi). Comprendere i fattori ecologici che influenzano la nutrizione, la sopravvivenza e la riproduzione dell’insetto in questo senso è fondamentale per disporre di strumenti in grado di prevederne distribuzione e pressione. Ciò porterebbe ad una ottimizzazione della difesa e della prevenzione. Un approccio territoriale al problema aiuterebbe anche a comprendere meglio le dinamiche di spostamento di Ds, ad individuare i siti di svernamento e quindi le sorgenti di re infestazione e a definire lo sviluppo della popolazione in relazione alle prime catture registrate e alle condizioni climatiche che rappresentano con tutta evidenza il fattore “chiave” in grado influenzare in un senso o nell’altro l’evoluzione e quindi l’aggressività di Ds. Trappola con attrattivo alimentare per D. suzukii DIFESA Il monitoraggio con trappole ad innesco alimentare rappresenta il punto di partenza per una corretta strategia di difesa. Le informazioni fornite, tuttavia, non sembrano avere una stringente attinenza nell’orientare i trattamenti, non possiamo infatti parlare di soglie di intervento e, come ricordato in precedenza, l’attrattività delle sostanze volatili presenti negli inneschi alimentari impiegati non interpreta completamente i “gusti di Ds”. La capacità dei frutti in maturazione di attrarre Ds compete spesso con quella delle trappole che possono pertanto sottostimare la presenza dell’insetto. Il monitoraggio mantiene tuttavia una rilevante importanza nel segnalare tempestivamente i siti di svernamento (fossi, aree incolte limitrofe ai frutteti ecc..) da cui i primi adulti di Ds fuoriescono per dare inizio alla sequenza di generazioni e come supporto conoscitivo per interpretare le fluttuazioni della popolazione nelle diverse zone e in diverse condizioni climatiche. La possibilità di attuare una cattura massale come forma di contenimento, al momento ha dato esiti abbastanza deludenti, e in ogni caso, la gestione di decine di trappole ed il costante ricambio dell’attrattivo alimentare non sono agevoli. Probabilmente questa forma di contenimento della popolazione potrebbe avere maggior senso nelle fasi iniziali di infestazione quando le prime femmine svernanti uscite dalla quiescenza invernale danno inizio alle ovodeposizioni. La prevenzione a Ds aldilà della mera difesa chimica di cui parleremo, trova un indispensabile completamento nell’individuazione di tutte le possibili fonti di inoculo e nella gestione di quelle pratiche agronomiche capaci di contrastare la pullulazione dell’insetto. Fossi incolti o macchie verdi nelle vicinanze dei ceraseti, laghetti aziendali, inerbimenti trascurati, forme di allevamento voluminose e potature povere, sesti di impianto troppo serrati, miscellanee di varietà con maturazione scalare, prodotto non raccolto sulle piante, rappresentano tutti fattori di rischio in grado di condizionare favorevolmente Ds. Alla profilassi chimica, come spesso accade nei casi di emergenza, viene affidato il compito di affrontare l’urgenza. L’attività sperimentale in questo senso si è mossa prontamente in tutti gli areali a rischio producendo risultati anche di un certo interesse. Tuttavia, a fronte della presenza di una nuova specie di insetto, la fitoiatria ed i ruoli dettati dalle linee di lotta integrata debbono fare salvo il rispetto delle leggi, delle etichette, delle regole che ci si è dati. Allo stato attuale, Ds non è annoverata in alcuna etichetta di insetticidi come insetto target, pertanto l’uso dei prodotti viene consentito attraverso decreti per impieghi temporanei eccezionali o giustificato con la presenza di altri insetti come R. cerasi. Sostanzialmente vi sono tre gruppi di insetticidi attualmente in uso: fosforganici (dimetoato e fosmet), spinosoidi (spinosad e spinetoram) e piretroidi (deltametrina, lambdacialotrina). Da questo elenco escludiamo volutamente il gruppo dei neonicotinoidi (acetamiprid) i cui risultati, soddisfacenti nel controllo della mosca, si sono rivelati deludenti su Ds. L’attività adulticida, ovicida o larvicida, dei prodotti elencati è stata valutata in prove di semicampo o laboratorio i cui dati, da perfezionare, rivelano una tendenziale e preponderante attività adulticida. Le osservazioni sui frutti in cui Ds ha ovideposto rivelano una certa mortalità delle uova che, in parte è di origine naturale, ma in parte potrebbe essere causata da insetticidi irrorati, tale aspetto deve tuttavia essere approfondito. La valutazione dell’efficacia dei diversi prodotti non può prescindere dal momento in cui essi vengono impiegati e questo è giocoforza vincolato dal periodo di carenza indicato 11 in etichetta. Questo concetto è centrale nella difesa da Ds, in quanto l’attività di ovo deposizione del moscerino coincide con la maturazione dei frutti o la precede di un periodo tendenzialmente inferiore alla carenza di certi fosforganici, pertanto l’idea di iniziare la profilassi chimica contro Ds, con molto anticipo rispetto alla maturazione dei frutti è concettualmente errata. A ciò potrebbe essere obbiettato che una difesa molto anticipata potrebbe produrre un effetto abbattente sulla popolazione di Ds, ma su questo aspetto molto deve essere ancora chiarito. Se circoscriviamo la difesa alle due settimane che precedono la raccolta, possiamo giocare inizialmente la carta dei sopracitati fosforganici (dimetoato e fosmet) nel fermo rispetto dei tempi di carenza e della dose prevista, che nel caso del dimetoato è stata ridotta del 50% in seguito all’ammissione per uso eccezionale. La profilassi può proseguire con spinosad (laser) o spinetoram (delegate) e chiudersi con formulati piretroidi di sintesi, connotati dall’elevato potenziale abbattente e dalla carenza che per alcuni formulati scende fino a tre giorni. In generale, la persistenza di azione dei prodotti elencati non è elevata, anche in considerazione del fatto che l’attività di Ds sui frutti bersaglio è limitata all’ovodeposizione e non al nutrimento. Per tale ragione, il completamento di una profilassi in grado di limitare il rischio di attacchi di Ds si basa su una solida organizzazione della raccolta che, se possibile, deve anticipare la maturazione di 1-2 giorni, procedere speditamente ed essere completata in un arco temporale corrispondente alla persistenza di azione dell’ultimo interveto effettuato. Per concludere un accenno alla difesa attiva attraverso l’impiego di reti anti insetto. Si tratta di un sistema che sta guadagnando ampi margini di fattibilità anche grazie a diffuse esperienze pratiche in atto. Alla base di questo sistema vi è un intenso lavoro di messa a punto relativo alle strutture fisse da applicare in campo, alla tipologia di reti da impiegare e alla gestione di queste. Questo metodo può adattarsi a ceraseti in essere, purché strutturati in un certo modo, ed ancor più rappresentare la base per una cerasicoltura di prospettiva. PAGINE TECNICHE APOFRUIT NOTIZIE 12 APOFRUIT NOTIZIE DALL’EMILIA FRUTTICOLTURA FERRARESE PRONTO UN PIANO ANTICRISI di FRANCO GIROTTI N on solo un’attenta osservazione ed analisi dei problemi, ma anche proposte tangibili per un piano anticrisi allo scopo di rilanciare la frutticoltura ferrarese. E’ stato questo il contesto in cui, lo scorso 28 gennaio a Copparo, si è tenuta un’importante iniziativa promossa da Apofruit e C.I.A. di Ferrara. Dopo il saluto del vicesindaco Martina Berneschi che ha sottolineato alcune iniziative intraprese dal Comune rivolte ad un settore, quello agricolo, che è preponderante nell’attività economica del territorio, il presidente Apofruit Mirco Zanotti ha illustrato la “fotografia” della cooperativa, soffermandosi soprattutto su cosa significhi associarsi ad essa. Ilenio Bastoni, direttore generale Apofruit, con un intervento ampio e dettagliato, ha analizzato la situazione attuale e indicato alcune proposte per cercare di uscire dallo stato di difficoltà. In primo luogo – è stato detto - si può puntare sulle coltivazioni biologiche che conti- nuano ad incrementare le vendite sia a livello italiano che europeo grazie al fatto che i consumatori sono sempre più attenti e sensibili ai concetti di salubrità e di sostenibilità ambientale”. Altra proposta avanzata è quella di orientarsi sul Kiwi, sia a polpa gialla, sia a polpa verde, trattandosi di una coltura che sta offrendo da alcuni anni risultati economici di tutto rispetto per le aziende agricole, e non solo per motivi congiunturali. Altra coltivazione interessante è la pera Falstaff (nella foto) appartenente al Consorzio CO.PE. RO., denominata anche l’abate rossa, una nuova varietà creata dal miglioramento genetico italiano. La Falstaff dal punto di vista commerciale ha già ottenuto importanti apprezzamenti da parte del consumatore, che dimostra di gradire le eccellenti qualità gustative, l’ottimo calibro e la peculiarità del frutto (la buccia rossa). Inoltre è stato precisato che la cooperativa ha come obiettivo quello di portare la pera nei mercati asiatici, in primis in Cina, puntando sulla qualità e sulla promozione del marchio. Stefano Calderoni, neo presidente C.I.A. ha fatto il punto della situazione del settore, sottolineando le enormi difficoltà dei produttori a coprire i costi di produzione e lamentando come uno dei problemi maggiori sia la scarsa aggregazione dei produttori. Calderoni ha auspicato maggiore collaborazione del mondo agricolo e indicato come proposta concreta la necessità di trasformare il prodotto pera in un vero e proprio marchio per favorire il consumo del frutto. L’incontro, che ha visto tra gli organizzatori anche Riff 98, si è concluso con l’intervento della dottoressa Impallari di Novamont che ha descritto i concreti vantaggi dell’utilizzo delle bioplastiche in agricoltura. APOFRUIT NOTIZIE DAL METAPONTO 13 CLEMENTINE: NECESSARIO IL RINNOVAMENTO VARIETALE Clementine varietà Tango P er le Clementine continua il trend negativo che ha caratterizzato gli ultimi anni, con l’aggravante meteo che ha ulteriormente peggiorato la qualità del prodotto. “Il clima caldo avuto in autunno ha tardato la colorazione esteriore del frutto che in quel periodo ha bisogno di freddo – spiega Tonino Rubolino responsabile d’area di Apofruit Italia del Metaponto – anche se il prodotto a metà ottobre aveva raggiunto un’ottima maturazione interna, siamo stati costretti a posticipare la raccolta alla prima settimana di novembre, accorciando purtroppo il periodo di commercializzazione che in annate normali è di 45/50 giorni”. Per la campagna 2014 sono stati ritirati 25.000 quintali di prodotto convenzionale e 21.000 di prodotto biologico. I prezzi liquidati per il prodotto convenzionale hanno raggiunto una media di 26 centesimi, un risultato non del tutto soddisfacente, meglio ovviamente è andato il bio con una media di 46 centesimi. “Introdurre una nuova varietà tardiva (Tango) può rappresentare una buona opportunità – precisa Rubolino – perché ci permetterà di allungare il periodo di raccolta fino a tutto febbraio. Inoltre, per i propri soci, Apofruit incentiva questa scelta con il Piano Operativo, ritenendola una strategia valida per contrastare i risultati molto deludenti e ormai annosi del Clementino Comune che va avanti da più anni”. La varietà “Tango” andrebbe ad aggiungersi a due prodotti a maturazione tardiva già coltivati con piccole superfici, nell’a- reale metapontino e calabrese: il Tardivo e l’Hernandina, pronti da fine dicembre a metà gennaio. La varietà Tango che matura a fine Gennaio e può restare sulla pianta fino ai primi di Marzo, può incidere significativamente sul cambiamento, non restando così legati ad un’unica varietà. Apirene, dal colore arancio intenso, ottimo da mangiare, il Tango arriva da oltreoceano sperimentato tra Florida e California tra il 2006 e il 2009 . “Nel 2015 verranno messi a dimora i primi impianti e nel giro di qualche anno l’obiettivo è di raggiungere una produzione di circa il 20/25% del totale delle clementine”, prosegue Rubolino, al quale chiediamo: Basta? “Secondo me per far sì che l’agrumicoltura possa tornare ad alti livelli occorrerebbe: - ridurre la superficie coltivata a clementino comune; - investire su nuove varietà (Tango in particolare); - impegnarsi a produrre un prodotto di qualità; - allungare il periodo commerciale da 45/50 giorni a 90; - fare informazione sui nostri clienti e consumatori in genere che il clementino per essere maturo e quindi buono da mangiare non deve necessariamente presentare tutta la buccia di un bel colore arancio brillante ma può avere anche un po’ di buccia verde. Se facciamo questo, sicuramente possiamo aspettarci risultati migliori dal mercato”, conclude Rubolino. LA PAROLA AI SOCI AZ. AGRICOLA OLEARIA GRECO VINCENZO Per Vincenzo Greco che conduce un’azienda agricola a Rossano in provincia di Cosenza, l’ultima campagna di clementine non rimarrà nella storia. “Già da alcuni anni i risultati non sono buoni - commenta - è chiaro che per il clementino comune servono soluzioni per allungare il periodo di raccolta”. L’azienda agricola Olearia Greco Vincenzo si estende su 70 ettari, di cui cinque sono destinati ad agrumi. Quest’anno ho conferito ad Apofruit 400 quintali di Clementine, che mi sono stati liquidati con una media di 27 centesimi. “Diversificare gli impianti tra prodotto precoce e varietà tardive - sostiene Greco - è l’unica soluzione per questo frutto che altrimenti rimane confinato tra fine ottobre e metà dicembre. Probabilmente con la nuova varietà Tango si riuscirà a impostare una strategia sui mercati che possa dare risposte più positive a chi produce”. 14 APOFRUIT NOTIZIE DALLA SICILIA ORTAGGI BIO: ROMAGNA E SICILIA DUE GIORNI A CONFRONTO D ue territori a confronto sugli ortaggi bio: Romagna e Sicilia si sono incontrate presso lo stabilimento Apofruit di Donnalucata. Al centro della due giorni il pomodoro nelle varie tipologie, ciliegino, a grappolo, ramato, datterino, da insalata, oltre ad altre produzioni bio come la melanzana e le zucchine in costante crescita. L’iniziativa si è svolta il 20 e 21 gennaio a Donnalucata ed è stata l’occasione per un confronto tra produttori che operano in territori molto differenti, con caratteristiche pedoclimatiche assai diverse, ma interessati ad approfondire andamento, mercato e prospettive della produzione bio, in particolare appunto il pomodoro. La prima giornata ha avuto in programma un momento assembleare presso lo stabilimento Apofruit di Donnalucata con interventi del presidente di Apofruit Italia Mirco Zanotti e del direttore Generale Ilenio Bastoni, che partendo da una fotografia generale sull’andamento dell’ortofrutta, hanno poi approfondito gli scenari commerciali delle singole produzioni e le prospettive. Sono seguiti gli interventi di Ernesto Fornari, direttore di Canova S.r.l., società del Gruppo Apofruit per la commercializzazione dei prodotti biologici, che ha fornito un quadro completo della produzione biologica, mentre il direttore marketing di Canova e Direttore di Almaverde Bio, Paolo Pari ha tratteggiato il peso quantitativo del comparto attraverso una griglia di numeri e di indicatori. Il secondo giorno invece è stato dedicato alle visite in campagna, un vero e proprio confronto sul campo. Sono state visitate l’azienda agricola Rizza Giuseppe e l’azienda Carnemolla Angela, entrambe bio, presenti nell’area di Marina di Ragusa e una terza azienda, convenzionale, la Società agricola San Giovanni a Scicli. Anche in questo caso per i produttori romagnoli la trasferta siciliana ha offerto un’occasione di confronto interessante e per i produttori siciliani la possibilità di uno scambio di informazioni altrettanto utile. Va sottolineato che con le produzioni di ortaggi bio e non di Romagna e Sicilia Apofruit riesce a garantire ai propri clienti la fornitura di ortaggi 12 mesi l’anno, poiché le due aree di produzione sono complementari dal punto di vista del calendario produttivo. “E’ stata nel complesso una iniziativa molto valida e non solo da un punto di vista tecnico - commenta Alfonso D’Aquila, responsabile d’area di Apofruit Italia - Socializzare esperienze produttive e confrontarsi su coltivazioni che avvengono a così grande distanza ha sicuramente contribuito ad arricchire professionalmente e umanamente tutti i partecipanti. Si è trattato di un momento importante per i produttori poiché siamo riusciti a fare formazione e informazione contemporaneamente”. APOFRUIT NOTIZIE DAL LAZIO 15 I KIWI A POLPA GIALLA G3: DIFESA DA PSA E POTATURA DI PRODUZIONE Frutti con peduncoli secchi di FABIO MAROCCHI A l momento della stesura di quest’articolo le piante in provincia di Latina sono nella fase del pianto. È proprio in questa fase che si manifestano gli essudati dei rami infetti da PSA sia sul Gold che su Hayward. Ad oggi possiamo confermare quanto già scritto nei precedenti articoli e, per la precisione, che la varietà G3 ha la stessa tolleranza dell’Hayward a parità di condizioni e di gestione. Proprio sulla gestione, scusandoci con i lettori della ripetitività, si notano le differenze sostanziali tra i campi infetti e quelli senza alcun segnale. Per una buona difesa dalla PSA, ribadiamo l’importanza in questa fase di un buon programma di nutrizione redatto sulla base delle analisi del terreno fatte in modo tradizionale e con metodo sull’estratto acquoso 1:2. Si raccomanda la redazione del piano nutrizionale in collaborazione con i tecnici degli uffici di appartenenza del proprio territorio. In merito alla difesa aerea ricordiamo l’importanza della tempistica degli interventi in funzione delle piogge e/o di rugiade persistenti al mattino, e limitare l’uso di prodotti rameici su foglia per evitare fitotossicità. I prodotti da utilizzare consigliati dal germogliamento in poi sono i prodotti a base di chitine oppure i fertilizzanti ad azione battericida collaterale. Focalizziamo ora l’attenzione su un altro aspetto, strategico, per garantire una Potatura con corretta distanza dei rami buona produzione in termini di qualità e quantità. Viste le ore di freddo accumulate quest’anno, e l’uso degli interruttori di dormienza, ci aspettiamo un alto germogliamento ed una fertilità altrettanto alta. Pertanto ci raccomandiamo con i produttori di limitare il carico di gemme per pianta per evitare sovrapproduzione con una serie di effetti negativi sulla qualità. L’eccesso di carica ha effetti negativi sulla sostanza secca e sulla pezzatura. L’eccessivo ombreggiamento crea disformità di maturazione con peduncoli dei frutti in ombra che disseccano e di conseguenza frutti morbidi in raccolta. In alcuni casi i frutti non si presentano morbidi al tatto nelle fasi di raccolta, ma hanno delle durezze basse per garantire una buona conservabilità od un trasporto in mercati ad alto valore aggiunto. Alcune semplici regole sono: - Distanziare i rami ad almeno 40 cm uno dall’altro; - Selezionare i rami eliminando quelli eccessivamente vigorosi o sottili; - Eliminare i rami che si sovrappongono per evitare di creare “due piani” di rami, con problemi poi di luce ed efficacia degli interventi contro PSA e PSV; - Spuntare i rami al calibro di 1 cm. Queste semplici regole sono strategiche per eliminare le problematiche sopraesposte, garantirsi una produzione ottima in termini di qualità e quantità. Seguici su