TESTAMENTO BIOLOGICO
L’alternativa
ha un modello:
l’Ant Italia
e presidente della Fondazione. «Siamo
una realtà ormai consolidata, diverse
centinaia di volontari e 330 specialisti
che prestano la loro opera, dal
medico, all’infermiere, psicologo,
fisioterapista, farmacista e consulenti
professionisti a seconda delle
necessità» spiega il professore.
«Ci rivolgiamo al malato oncologico
in fase avanzata al quale offriamo una
presenza continuata presso il suo
domicilio con la nostra struttura. Il
Sono 2900 i malati seguiti ogni giorno,
56mila quelli seguiti dal 1978,
anno della sua fondazione. Con questi numeri
l’Ant è la maggiore esperienza di assistenza
domiciliare al malato oncologico.
E da questa esperienza viene una certezza,
spiega il presidente FrancoPannuti:
nessun malato, per quanto grave fosse
la malattia e grande il dolore
ha mai chiesto di aiutarlo a morire
servizio è composto da varie attività:
l’Odo, Ospedale domiciliare
oncologico, è l’ospedale che va a
casa del sofferente al quale si affianca
l’Hod, una sigla per indicare l’Hospice
oncologico domiciliare, in cui gli
operatori garantiscono il contributo
delle cure palliative. Qui è in azione il
gruppo di psicologi più articolato
d’Italia che supporta la famiglia, ad
esempio nella gestione della malattia e
del lutto, ma anche la stessa équipe».
Nell’offerta di assistenza, anche i
presidi sanitari come letti ortopedici,
carrozzine, materassi antidecubito,
erogatori di ossigeno e quanto serve
per alleviare la vita dei sofferenti di
tumore. Un’altra parte importante è il
Saris, Servizio attivazione risorse sociali,
che prevede, da parte di volontari, un
aiuto alla famiglia ad esempio per
sbrigare pratiche burocratiche, offrire
compagnia e attivarsi per i problemi
quotidiani.
Viene infatti valutata la qualità e la
consistenza della rete sociale che
circonda il paziente e la sua famiglia e
si interviene in modo opportuno. L’Ant
di ALESSANDRA TURCHETTI
a più grande
esperienza di
assistenza
continuativa e
globale al
malato
oncologico in
Italia ha un
nome:
Fondazione Ant
Italia Onlus. Con
2900 malati al
giorno, 56mila seguiti dal 1978,
l’anno della sua nascita, realizza
un servizio ingente di
ospedalizzazione domiciliare
oncologica gratuita, oltre a
un’assistenza su più fronti, sociale,
economico e morale, al sofferente e
alla sua famiglia.
Di questa esperienza parliamo con
il professor Franco Pannuti, oncologo
L
Sì alla vita
30 dicembre 2006
è in grado di offrire anche il servizio
porta a porta, cioè il trasporto gratuito
del malato agli ospedali, pasti caldi a
casa quando non è possibile
provvedere da soli, oltre a un
contributo economico mensile per le
spese farmaceutiche nei casi di
condizioni disagiate.
«Ma c’è dell’altro» prosegue
Pannuti. «La Fondazione ha dal 1980
un laboratorio di ricerca in
farmacocinetica e metabolismo presso
l’Università di Bologna, che svolge studi
farmacologici per migliorare e
personalizzare la terapia con
antitumorali. Inoltre, l’anno scorso, è
stato fondato il primo
Franco Pannuti
presidente di Ant Italia
Fondazione Ant Italia
Onlus
V. Jacopo di Paolo 36
40128 Bologna
Tel. 051-7190111
istituto per la
formazione di tutti gli
operatori in questo
settore, l’Istituto delle
Scienze oncologiche,
della solidarietà e del
La sede di Ant Italia
e, in alto, la cappella
che ne occupa
la parte centrale
i
n f o
www.antitalia.org
Sì alla vita
✍
31 dicembre 2006
volontariato, un’esperienza unica al
mondo”.
L’Ant è presente in 8 regioni, con 28
gruppi operativi di Hospice domiciliare
e 127 delegazioni, più altre 30
dell’Associazione amici dell’Ant
fondata nel 2002. L’età media degli
assistiti è 73 anni, quindi una
popolazione prevalentemente anziana.
Ma quale filosofia anima questa
grande opera? «La Fondazione ha
un’anima e un corpo: l’anima è
l’eubiosia, il corpo è il Progetto eubiosia
lanciato con l’intento di fornire
un’assistenza globale ai Sofferenti di
tumore in fase avanzata e
avanzatissima» spiega il Presidente.
«Che cos’è l’eubiosia? E’ un termine
che viene dal greco, letteralmente
“buona vita”, lo usiamo per indicare
l’insieme delle qualità che
conferiscono dignità alla vita. Noi
privilegiamo l’eubiosia all’eutanasia,
non siamo a favore dell’accanimento
terapeutico ma nemmeno
dell’abbandono, facciamo nostro il
concetto di “buona morte” come esito
naturale di una “buona vita”, non
morte anticipata. Vogliamo assicurare
a questi sofferenti tutto quello che
serve per vivere dignitosamente la fase
finale della loro malattia. Il nome
“eubiosia” è inciso nel marmo
all’ingresso del nostro Istituto».
La Fondazione Ant si prefigge di
aumentare il numero dei volontari per
far fronte alle richieste pervenute, circa
300 al mese. La raccolta fondi per
sostenere le attività prosegue ed è
possibile contribuire in vari modi, in
modo diretto, attraverso lasciti e
testamenti, l’adozione di un malato
terminale ed altro ancora.
“Aggiungi alla scienza l’amore e la
scienza non sarà utile per sé ma per
l’amore”. La frase di S. Agostino
riassume questa esperienza di
accoglienza e di servizio. Il malato si
sente seguito nel luogo più carico di
affetti, la propria casa, con l’intera
famiglia coinvolta e a sua volta
assistita. «Nessuno mi ha mai chiesto di
morire» racconta Franco Pannuti, forse
è questa la strada che va percorsa in
uno dei massimi momenti di fragilità
della vita, il suo termine.
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l`Ant Italia - Alessandra Turchetti