1 Facoltà di Ingegneria di Messina Corso di Scienza delle Costruzioni 1 Lezione 2 Teoria dei vettori Sistemi di forze Prof. Ing. Giuseppe Ricciardi A.A. 2010-2011 2 Teoria dei vettori 3 Teoria dei vettori Il problema dell’equilibrio e del moto dei corpi richiede di rappresentare in modo conveniente e sintetico le cause che producono lo stato di quiete o il movimento di un corpo (ed i fenomeni ad esso connessi) o la descrizione della configurazione di un sistema Un’adeguata rappresentazione di grandezze fisiche dotate di intensità, direzione e verso (spostamenti, forze) si ottiene mediante enti geometrici denominati “vettori” Il vettore è un ente geometrico caratterizzato da un’intensità (numero reale non negativo detto “modulo”), da una direzione e da un verso (e eventualmente da un punto di applicazione) P v AP v Vettore applicato (spostamenti, forze) A punto di applicazione A P v Vettore libero (rotazioni, momenti) A v v modulo 4 Vettore opposto Dato il vettore v , il vettore v , che ha lo stesso modulo, la stessa direzione, ma verso opposto, dicesi vettore “opposto” di V : Due vettori applicati opposti, che abbiano la stessa retta di applicazione, v v si dicono direttamente opposti: Vettori unitari (versori) Il versore è un vettore unitario, cioè con modulo uguale ad 1, introdotto con l’obiettivo di definire l’orientamento di una retta o di un vettore. I versori corrispondenti agli assi cartesiani spesso sono indicati come i , j, k Un versore può essere utilizzato anche per individuare la giacitura di un piano, per esempio in figura n è il versore caratterizzante la direzione ortogonale al piano π con verso uscente dal piano stesso. v v 5 Retta di applicazione o retta di azione Dato un vettore applicato v in P1, si chiama retta di azione, la retta r (orientata) alla quale il vettore appartiene. Ovviamente non ha senso parlare di retta di applicazione di un vettore libero r Componente di un vettore secondo una retta orientata In generale retta e vettore possono essere sghembi, cioè non avere alcun punto in comune (proprio o improprio) Il componente (vettore): v r AP ( v r )r (v cos )r r La componente (scalare con segno): vr v r AP v r v cos r versore della retta orientata 6 Componenti cartesiane di un vettore I vettori componenti del vettore v secondo x, y, z: v x ( v i )i (v cos x )i (v x )i v y ( v j) j (v cos y )i (v y )i v z ( v k )k (v cos z )k (v z )k k i Le componenti (scalari con segno): z x y j vx v x v i v cos x v x v y v y v j v cos y v y s cos s coseni direttori del vettore v vz v z v k v cos z v z Quadrando e sommando: vx2 v y2 vz2 v 2 x2 v 2 y2 v 2 z2 v 2 ( x2 y2 z2 ) v 2 s vs vs , 2 2 2 v vx v y vz s x, y , z 7 Rappresentazione di un vettore Il vettore v individuato dalle tre componenti cartesiane si indica: vx v v y vz nx cos x x n n y cos y y nz cos z z vettore Nel caso in cui si conoscano le coordinate dell’estremo P P z del vettore e dell’origine A, non coincidente con l’origine della terna cartesiana di riferimento, si ha: v xP xA A O x v ( xP x A ) 2 ( y P y A ) 2 ( z P z A ) 2 vx xP x A , v v y vy v yP y A , v v xP xA v x xP x A v y yP y A vz z P z A x versore z vz z P z A v v y 8 Algebra dei vettori. Operazioni tra vettori liberi L’elenco delle operazioni tra vettori può essere così sintetizzato: 9 Somma di due vettori z La somma di due vettori u e v è l’operazione che associa ai due vettori dati un terzo vettore w ottenuto nel modo seguente: scelto un punto qualsiasi A nello w A stessi e si fa coincidere l’origine di u con A e l’origine di vV con l’estremità P di u , il vettore w risulta definito dal di ciascuno con un punto A prefissato. La somma o risultante di due vettori viene individuata y w uv x v A B w u w v u u v dalla diagonale orientata, che ha per lati i due vettori che si sommano. La somma di due vettori gode della proprietà commutativa P O La somma di due vettori si può ottenere anche con la “regola del parallelogramma”, trasportando i due vettori parallelamente a sé stessi e facendo coincidere l’origine v u spazio si spostano i vettori mantenendoli paralleli a sé segmento orientato con origine in A ed estremità in B. B A B w v u w uv 10 Somma di due vettori Come conseguenza della proprietà commutativa, le componenti di w secondo gli assi cartesiani, nel riferimento spaziale Oxyz, sono la somma delle componenti di u e v : y wx vx u x B wy v y u y uy wz vz u z wy In forma matriciale: wx vx u x vx u x w v u wy v y u y v y u y wz vz u z vz u z vy O u P v w vx ux wx x 11 Differenza di due vettori La differenza di due vettori w v u si ottiene sommando al primo il secondo cambiato di verso, e ripetendo, quindi, quanto precedentemente fatto per la somma di due vettori: w v u v (u ) Si potrebbe arrivare allo stesso risultato applicando la regola del parallelogramma, si vede così che la differenza dei due vettori è data dalla seconda diagonale del u v parallelogramma determinato dai vettori U e V , mentre la prima come già visto w v rappresenta la somma: u v w v w u u v u 12 Somma di più vettori Proprietà commutativa 4 R vi Vettore risultante i1 Può succedere che la poligonale dei vettori sia chiusa, in tal caso il risultante è nullo. R0 13 Prodotto di un vettore per uno scalare w kv w w k v kv v v x v y v z vx i v y j v z k v vr 14 Prodotto scalare Si definisce prodotto scalare fra due vettori u e v , e lo si indica con il simbolo “ ”, l’operazione che associa ai due vettori un numero reale w ottenuto dal prodotto del modulo di u per il modulo di v per il coseno dell’angolo compreso fra le due direzioni: w u v u v cos 0 v Proprietà commutativa w u v v u u Inoltre: w u v u ( v cos ) v ( u cos ) v v u cos v cos u u 15 Prodotto vettoriale Si definisce prodotto vettoriale fra due vettori u e v , e lo si indica con il simbolo “ ”, l’operazione che associa ai due vettori un terzo vettore w così definito: v w u v u v sin r r u sin uv sin u area parallelogramma r è un versore normale al piano individuato dai vettori u e v , il verso di r è tale che una vite che ruota descrivendo l’angolo ( 0 ) avanza nel verso di r , con 0 , è l’angolo compreso tra i versi positivi di u e v w v u v r u 16 Prodotto vettoriale Il prodotto vettoriale non gode della proprietà commutativa. Infatti, cambiando l’ordine dei fattori cambia il verso del vettore prodotto: w u v v v u v vu u u z vu w u v w v u v v u u u v v u 17 Prodotto vettoriale Proprietà distributiva del prodotto vettoriale (vettori complanari) u (v w) u v u w us us u v uw s (v w) u v uw us u v uw 18 Prodotto vettoriale tra versori cartesiani Dalla definizione di prodotto vettoriale: ii 0 j j 0 k k 0 i j k j k i j i k k j i k i j i k j k i j j k i i j k 19 Prodotto vettoriale tramite il determinante simbolico Dati due vettori u e v definiti mediante le loro componenti e indicando con i , j, k i versori diretti come gli assi x, y, z di una terna cartesiana, essi si possono esprimere nella seguente forma: ux u u y u z vx v v y vz u ux i u y j u zk v v x i v y j vz k Il prodotto vettoriale di u e v è: w u v (u x i u y j u z k ) (vxi v y j vz k ) u x vx (i i ) u x v y (i j) u x vz (i k ) u y vx ( j i ) u y v y ( j j) u y vz ( j k ) u z vx (k i) u z v y (k j) u z vz (k k ) u x v y k u x vz j u y vx k u y vz i u z vx j u z v y i (u y vz u z v y )i (u z vx u x vz ) j (u x v y u y vx )k 20 Prodotto vettoriale tramite il determinante simbolico Il prodotto vettoriale di u e v come determinante della seguente matrice: i w u v ux j uy vx vy k uy uz vy vz uz u i x vz vx uz vz j ux vx uy k vy (u y vz u z v y )i (u z vx u x vz ) j (u x v y u y vx )k Le componenti del vettore w u v sono rappresentati dai cofattori degli elementi della prima riga della matrice: wx u y vz u z v y w wy u z vx u x vz wz u x v y u y vx wx uy uz vy vz , wy ux uz vx vz , wz ux uy vx vy 21 Espressione matriciale del prodotto vettoriale wx u y vz u z v y w wx i wy j wz k wy u z v x u x v z wz u x v y u y vx Si associa al primo vettore u la matrice U di seguito definita: u 0 U uz u y u z 0 ux uy u x 0 Il prodotto vettore si esprime come prodotto matriciale: 0 w u v Uv u z u y u z 0 ux u y vx u y vz u z v y wx u x vx u z vx u x vz wx 0 vx u x v y u y vx wx 22 Sistemi di forze 23 Momento polare MO Sia dato un vettore v applicato in un punto P di una retta r e si consideri un altro punto O non appartenente ad r. Il momento polare di v rispetto ad O è dato dal seguente prodotto vettoriale: v O d d sin d P M O OP v d v Il modulo del momento polare rispetto ad O sarà: MO M O v (d sin ) vd r O d d d sin v v O P d P r 24 Espressione matriciale del momento polare z vx v x v v y v y vz v z r M O ( v, d ) v P O d x xP 0 xP OP d d y yP 0 yP d z z P 0 zP 0 M O OP v zP yP 0 zP yP zP 0 xP zP 0 xP d z P xP y yP x P (xp , yp , z p ) y P vx xP v y 0 vz yP v x ( z yP y z P )v xP v y ( x zP z xP )v 0 v z ( y xP x yP )v M Ox ( z yP y z P )v M Oy ( x z P z xP )v M Oz ( y xP x yP )v 25 Proprietà del momento polare 1. Il momento polare non cambia se si sposta il punto di applicazione della forza (del vettore) lungo la propria retta d’azione r. Cioè se si fa scorrere v lungo la sua retta d’azione il momento polare rispetto ad un polo O non varia. Infatti, il braccio di v rispetto ad O, che rappresenta la distanza di O dalla retta r, non cambia. M O1 OP1 v d1 v v M O 2 OP2 v d 2 v P1 d d1 sin 1 d 2 sin 2 d v d2 M O1 d1 v sin 1 d v P2 M O 2 d 2 v sin 2 d v r M O dv 1 d1 O 2 26 Esempio 27 Esempio M O1 OP1 v M O 2 OP2 v Il modulo del momento può anche essere calcolato come prodotto del modulo di V per il suo braccio rispetto ad O: 28 Proprietà del momento polare 2. Il momento polare non cambia se si sposta il polo lungo una retta parallela a quella d’azione della forza. Anche in questo caso il braccio d rimane invariato (anche se i vettori posizione e l’angolo variano), pertanto il momento polare non cambia O1 v M O OP v d v O M O1 O1 P v d1 v d d1 M O2 O2 P v d 2 v O2 d d sin d1 sin 1 d 2 sin 2 M O d v sin d v M O1 d1 v sin 1 d v M O2 d 2 v sin 2 d v d2 P 1 d r r r M O dv 2 29 Proprietà del momento polare 3. Il momento polare di una forza (vettore) rispetto ad un punto della sua retta d’azione è nullo v sin 0 0 d M O vd sin 0 P O r 4. Cambio del polo: il momento polare di una forza v rispetto ad un punto O è anche uguale al momento di v rispetto al polo O aumentato del momento di v supposto applicato in O rispetto a O O M O O P v d v OO (O P O O ) v d v v O (O P v ) (O O v) d M O (O O v ) r O P O O O P 30 Trasporto di una forza Una forza può essere trasportata parallelamente a se stessa e fatta passare per un punto qualunque, purché si aggiunga il momento che nasce da questo trasporto. In tal modo non cambia il campo di momento generato dalla forza. MO M O OP v v v O O P P Data una forza v , applicata in P , è possibile spostare il punto di applicazione in O purché al momento polare rispetto ad un qualsiasi polo O si aggiunga il momento di trasporto M O OP v 31 Esempio Si consideri un pilastro soggetto ad una forza verticale applicata all’estremo P, è possibile applicare tale forza nel baricentro O purché venga aggiunto il momento di trasporto 32 Momento assiale di una forza Dati un asse “a” e una forza V (non parallela né incidente ad “a”) si definisce momento assiale di V rispetto ad “a” il momento polare della proiezione di V su un piano all’asse “a” rispetto al punto O dato dall’intersezione di “a” con il piano . M a OP v Quindi il momento di una forza rispetto ad un asse è il prodotto della proiezione della forza su un piano normale all’asse, per la sua minima distanza dall’asse. Il momento assiale è nullo se la forza incontra l’asse o se è parallela ad esso, quindi se la forza ha in comune con l’asse un punto, sia proprio sia improprio. normale 33 Momento risultante Dati due vettori v1 , applicato nel punto P1, e v 2 , applicato nel punto P2, si dice momento risultante M OR rispetto al polo O la somma vettoriale dei momenti dei singoli vettori rispetto ad O. M O1 OP1 v1 M O 2 OP2 v 2 I due vettori M O1 e M O 2 possono essere sommati vettorialmente dando luogo al momento risultante: M OR M O1 M O 2 Nel caso di n vettori il momento risultante rispetto al polo O sarà dato dalla somma (vettoriale) dei momenti dei singoli vettori rispetto al polo O: n n M OR M Oi OPi v i i 1 i 1 34 Coppie Due vettori applicati in due punti distinti formano una coppia se hanno la stessa intensità, linee d’azione parallele e versi opposti. Cioè v1 v , v 2 v . E’ chiaro che il Risultante di tale sistema è nullo. M O OP1 v OP2 ( v ) P2 P1 (OP1 OP2 ) v P2 P1 v In tale espressione non compare il polo O, pertanto il momento di una coppia non dipende dal polo scelto. O 35 Coppie Se il punto O appartiene al piano definito dai vettori v e v si ha una rappresentazione piana M O P2 P1 v Il momento risultante rispetto ad un altro punto O’ appartenente allo stesso piano vale M O OP1 v OP2 ( v ) P2 P1 v M O cioè il momento non cambia qualsiasi sia il punto rispetto al quale si ricerca il momento risultante. 36 Coppie Il modulo di M O vale M O P2 P1 v sin v b b P2 P1 sinèil braccio della coppia v mentre dove ϕ è l’angolo tra i vettori P2 P1 e Quindi il modulo del momento della coppia è sempre dato dal prodotto del modulo di uno dei due vettori per il braccio della coppia, per qualsiasi punto rispetto al quale si calcola il momento. La direzione del momento della coppia è perpendicolare al piano individuato dai due vettori della coppia. Il verso del momento della coppia è antiorario (positivo) se la coppia tende ad imprimere al corpo una rotazione antioraria, ed è orario (negativo) se la coppia tende ad imprimere al corpo una rotazione oraria. 37 Proprietà delle coppie 1. La coppia può essere rappresentata dal suo vettore momento. 2. I due vettori che compongono la coppia possono essere ruotati intorno al loro punto di applicazione purché si cambi il modulo dei vettori che la compongono in modo che il modulo del momento che rappresenta la coppia rimanga costante: v b v b 3. Una coppia può essere trasportata su un piano parallelo a quello su cui giace, senza modifica al campo di momento che essa induce. 4. Una coppia può essere trasportata comunque nel piano in cui giace, senza modificazioni al campo di momento che essa induce. 5. Le coppie possono essere sommate mediante la somma dei loro vettori momento. 38 Esercizio Dati i vettori v1 e v 2 , applicati nei punti P1 e P2, rispettivamente, definiti attraverso le loro componenti cartesiane, verificare che costituiscono coppia Affinché i due vettori formino coppia devono costituire un sistema con risultante nulla, cioè devono avere lo stesso modulo ed essere paralleli ma con verso opposto. Inoltre le componenti sono proporzionali a meno del segno, quindi i due vettori sono paralleli ma con verso opposto. 39 Esercizio Calcolo del momento risultante rispetto all’origine O del sistema di riferimento: 40 Esercizio Il momento di una coppia è anche dato dalla seguente espressione: M O P2 P1 v1 PP 1 2 v2 Dalla prima, applicando ad esempio, il metodo del determinante simbolico, si ottiene: P2 P1 Il modulo del momento della coppia vale: 41 Trasporto di una forza Una forza può essere traslata dal suo punto di applicazione P fino ad un qualunque punto O purché gli si aggiunga una coppia di momento di valore M O OP v Nel punto O è possibile applicare due forze, una uguale a v e l’altra uguale a v . Il sistema costituito da queste due forze ha risultante e momento risultante nulli, pertanto non modifica l’azione della forza originale sul corpo rigido. Si può notare che la forza originale v applicata in P e la forza v applicata in O costituiscono una coppia M O detta “coppia di trasporto”. 42 Riduzione di un sistema di forze al risultante più il momento risultante Scelto un polo O, un sistema di forze v i applicate nei punti Pi si riduce ad un insieme di forze concorrenti in O e di coppie M Oi . Questo perché ogni forza del sistema può essere trasportata nel punto O con la relativa coppia di trasporto. Le forze concorrenti in O possono essere sommate, originando il risultante R applicato in O. Anche le coppie M Oi posso essere sommate dando luogo al momento risultante M OR : 43 Riduzione di un sistema di forze al risultante più il momento risultante Pertanto, un sistema qualunque di forze applicate ad un corpo rigido si può sempre ridurre ad una forza risultante R , passante per un punto arbitrariamente scelto O, e ad una coppia risultante M OR . n R vi i 1 n n M OR M Oi OPi v i i 1 i 1 Il risultante R ha intensità, direzione e verso perfettamente determinati, indipendentemente dalla scelta del polo di riduzione adottato. Invece la coppia M OR dipende dalla posizione del polo, perché è la somma dei vettori M Oi OPi v i , che dipendono da O. 44 Equivalenza statica di sistemi di forze applicate Quando un sistema di forze applicate ad un corpo rigido può essere sostituito da un altro sistema di forze applicate allo stesso corpo senza provocare alcun cambiamento negli effetti meccanici (tendenza alla traslazione e alla rotazione) i due sistemi di forze si definiscono staticamente equivalenti. Ad esempio la forza R applicata in P è staticamente equivalente al sistema di forze concorrenti V ed H applicate nello stesso punto P. 45 Equivalenza statica di sistemi di forze applicate Deve cioè risultare: • il risultante del primo sistema deve essere uguale al risultante del secondo (uguale tendenza alla traslazione) • il momento risultante del primo sistema deve essere uguale al momento risultante del secondo (uguale tendenza alla rotazione) R VH I II M OR M OR Più in generale dati due sistemi S e S* di forze applicate ad un corpo rigido che hanno come risultanti R e R* , e come momenti risultanti rispetto ad un polo qualsiasi O, M OR e MOR* , tali sistemi si definiscono equivalenti se e solo se hanno il medesimo risultante (forza) e lo stesso momento risultante (coppia) rispetto ad un qualsiasi polo. Quindi si può affermare che due sistemi di forze applicate sono equivalenti se entrambi possono essere ridotti allo stesso sistema Forza-Coppia (Risultante e Momento Risultante) in un generico punto O. 46 Equivalenza statica di sistemi di forze applicate 47 Equivalenza statica di sistemi di forze applicate 48 Operazioni invariantive Sono quelle operazioni che non modificano il campo dei momenti stabilito dal sistema di forze applicate. Quindi queste operazioni non cambiano gli effetti meccanici delle forze applicate ad un corpo rigido. Le seguenti operazioni sono invariantive: 1. Spostare il punto di applicazione di una forza lungo la propria retta d’azione. 2. Aggiungere o togliere due forze uguali ed opposte agenti sulla stessa retta d’azione (tali forze costituiscono una coppia di momento nullo). 3. Rimpiazzare più forze agenti su rette d’azione concorrenti in un punto con il loro risultante applicato in tale punto. Viceversa si può decomporre una forza secondo più direzioni. 4. Spostare un forza in direzione perpendicolare alla sua retta d’azione aggiungendo la corrispondente coppia di trasporto. 5. Sostituire più coppie con una sola coppia che ha come momento il momento risultante dei vettori momento di ciascuna delle coppie date. 6. Trasportare una coppia su un piano parallelo a quello su cui giace. 49 Sistemi di forze applicate. Sistema equilibrante Dato un sistema SA di forze applicate avente risultante R A e momento risultante M OR , A rispetto ad un polo O qualsiasi, si da il nome di sistema equilibrante (del sistema dato) al sistema SR di risultante R R e momento risultante M OR , R rispetto allo stesso polo tale che si verifichi: R A RR 0 R A RR M OR , A M OR , R 0 M OR , A Forze opposte M OR , R Momenti opposti Si può dire che il sistema SR è equilibrante di SA se il sistema formato da tutte le forze appartenenti a SA e a SR costituisce un sistema nullo. Quindi il sistema equilibrante sommato al sistema dato produce un sistema equilibrato. In genere, dato un corpo rigido vincolato, sono note le forze attive applicate in diversi punti del corpo, mentre sono incognite le forze reattive ai vincoli. Se l’insieme è in equilibrio, le reazioni vincolari devono costituire un sistema equilibrante il sistema delle forze attive. Pertanto, la determinazione delle reazioni vincolari si riduce alla ricerca del sistema equilibrante delle forze attive. 50 Sistemi di forze applicate. Sistema equilibrante 51 Sistema di forze nullo o equilibrato Quando il risultante R e il momento risultante M OR di un dato sistema di forze applicate sono uguali a zero si dice che il sistema dato è nullo o equilibrato. Questa situazione rappresenta un caso particolare di notevole importanza riguardante la riduzione dei sistemi. Dal punto di vista meccanico, un sistema nullo non provoca nessun effetto sul corpo rigido su cui agisce. Infatti non è presente alcuna tendenza alla traslazione o alla rotazione, quindi il corpo rigido rimane in stato di quiete o di equilibrio.