INVEST
O LAW
by Gio
rgio To
Fondi di investimento esteri,
la porta è (quasi) aperta
Foreign investment funds,
the door is (almost) open.
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Roma: Altare della Patria
MILANO
Galleria Vittorio Emanuele
For Info: +39.02.89098043
[email protected]
l tema di questo numero di InvestoLaw è stato a lungo dibattuto. I recenti scandali bancari
o altri simili argomenti di attualità hanno senz’altro interessanti risvolti giuridici.
Analizzarli però avrebbe significato aggiungere qualche goccia di inchiostro
ai fiumi già versati dai giornali degli ultimi
mesi. Meglio pensare positivamente ad
opportunità del futuro piuttosto che a
nefandezze del passato.
Ecco perché ci occupiamo in questo numero di investimenti in forma collettiva,
o meglio dello strumento principale attraverso i quali effettuarli: i fondi comuni. L’argomento è molto attuale: entro il
22 luglio 2013, infatti, anche l’Italia dovrebbe dare attuazione alla cosiddetta
“AIFMD” (Alternative Investment Fund
Managers Directive), la direttiva del Parlamento Europeo e del Consiglio n. 61 del
2011.
Senza voler scendere in tediosi tecnicismi, questo significa che le porte del
mercato italiano dell’asset management
dovranno essere (ed era ora) molto più
aperte di prima.
Come i più informati lettori di InvesTO Ma-
T
he topic for this issue of InvestoLaw has been debated for a
long time. The recent bank scandals or other similar arguments about the
current events have interesting legal implications. Analyzing them could have meant
to add a few ink drops at the newspapers
already spilled rivers during the last months.
It is better to think positively to future opportunities instead of the vileness of the past.
So, in this issue, we deal with investments
in a collective form, or to say it better, we
deal of the main instrument through which
realize them: the common funds. The topic
is very present: by July the 22nd 2013, Italy
should start the so-called “AIFMD” (Alternative Investment Fund Managers Directive)
too, the directive of the European Parliament and Council n. 61 of 2011.
Without falling into tedious technicalities,
this means that the doors of Italian asset
management market should be (at it was
about time) much more open than before.
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gazine sanno, infatti, ad oggi la possibilità
per un investitore italiano di sottoscrivere
quote di fondi comuni esteri è molto limitata, dato che soltanto i cosidetti fondi
“armonizzati” (cioè quelli conformi alle
cosiddette direttive europee “UCITS”)
possono essere facilmente commercializzati nel nostro bel paese.
Per i fondi armonizzati la strada verso l’Italia non è particolarmente contorta: è
sufficiente seguire una procedura di cosiddetto “passaporting”, sostanzialmente una comunicazione tra le autorità
di vigilanza italiane e quelle dello stato
dell’Unione Europea in cui il fondo estero
è costituito, oltre alla traduzione di alcuni
documenti in italiano.
Ad oggi, invece, per i fondi stranieri cosiddetti “alternativi” (fondi di private
equity, hedge funds, fondi di real estate,
fondi di fondi, ecc.) il mercato italiano ha
le porte quasi sprangate. Non è praticamente possibile fare alcuna forma di promozione di questi fondi in Italia, in quanto si tratta di organismi collettivi che non
rispettano i rigorosi limiti di investimento
imposti dalle direttive UCITS ed i pochi
investitori italiani (per lo più istituzionali)
che hanno accesso al mondo dei fondi
alternativi esteri devono prendere direttamente loro l’iniziativa di parteciparvi.
Tra le finalità principali della direttiva
AIFMD vi è proprio l’abbattimento di
queste barriere di ingresso, aprendo tutti i mercati europei ai fondi alternativi.
Si tratta pur sempre di investimenti per
addetti ai lavori e quindi, per evidenti finalità di tutela del risparmiatore medio,
per poter partecipare ai fondi alternativi
sarà comunque richiesta una notevole
esperienza in materia di investimenti, alta
propensione al rischio ed adeguata capacità finanziaria, ma l’Italia non potrà
più essere una zona quasi “off limits” per i
fondi esteri non armonizzati.
L’AIFMD introduce infatti un “passaporto europeo” per i gestori europei di fondi alternativi, che potranno promuovere
As the most informed readers of InvesTO
Magazine know, in fact, today the possibility for an Italian investor to sign for shares
of foreign mutual funds is very limited, since just the so-called “harmonized” funds
(that is to say those in accordance with the
“UCITS” European Directives) can be easily
marketed in our Country.
For the harmonized funds the way to Italy is
not particularly twisted: it is enough to follow a procedure of “passaporting”, in short
a communication between the Italian authorities and those of the EU State in which
the foreign fund is created, other than the
translation of some documents in Italian.
Until today, instead for the so-called “alternatives” foreign funds (funds of private equity, hedge funds, real estate funds, funds of
funds and so on) the Italian market has its
doors almost barred. It is not almost possible
to do any form of promotion of these funds
in Italy, since it is about collective organisms that do not respect the rigorous limits
of investments imposed by the UCITS directives and the few Italian investors (most of
all institutional) that have the access to the
world of alternative foreign funds have to
take directly the initiative to participate.
Among the main goals of the AIFMD directive there is the downing of these entry barriers, opening all the European markets to
the alternative funds. It is still an investment
for professionals and so, for obvious purposes of protecting the average saver, to
participate to the alternative funds it is requested an incredible experience in the investment field, a high risk inclination and an
adequate financial capacity, but in Italy it
will not be any more an “off limits” area for
the non-harmonized foreign funds.
The AIFMD introduces in fact the “European passport” for the European managers of
alternative funds, which will promote and
commercialize the shares of their funds in
other EU countries (other than Iceland, Liechtenstein and Norway, as members of the
European Economic Area) and even create and manage alternative funds in EU
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le porte del mercato italiano dell’asset management
dovranno essere molto più aperte di prima
e commercializzare le quote dei propri
fondi in altri stati UE (oltre a Islanda, Liechtenstein e Norvegia, in quanto membri
dello Spazio Economico Europeo) ed addirittura creare e gestire fondi alternativi
in stati UE diversi da quello dove il gestore
ha sede.
Ma vi è di più. Anche i gestori di fondi alternativi non europei potranno ottenere
un passaporto per la UE (e quindi per l’Italia), anche se questo avverrà soltanto
a partire dal 2015, con una serie di fasi
intermedie prima dell’apertura completa
del mercato europeo dei fondi alternativi
nel 2018.
Diversi stati UE stanno completando il
recepimento della direttiva AIFMD nei
loro ordinamenti interni, mentre l’Italia è
(come al solito) parecchio in ritardo. Il 22
luglio 2013 però si avvicina (e le nuove
opportunità di investimento anche) e nei
prossimi mesi il mondo dei fondi alternativi sarà il protagonista di molte novità interessanti. Quindi non perdetevi la prossima puntata di InvesTO Law!
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countries different from where the manager is located.
But there is more. Also the managers of
non-European alternative funds will obtain
a passport for the EU (and therefore Italy),
even if this is going to happen just from
2015, with a series of intermediate phases
before the complete opening of the European market of alternative funds in 2018.
Several EU countries are completing the
transposition of AIFMD directives into their
national legal systems, while Italy is (as
always) quite late. But July the 22nd, 2013
is getting closer (and with it new opportunities to invest) and in the next months the
world of alternative funds will be the protagonist of many interesting news. So don’t
miss the next issue of InvesTO Law!
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Foreign investment funds, the door is (almost