Innovazione nella scuola e Tecnologie Didattiche Le basi teoriche presentazione a cura di Anna Colaiacovo La società europea, a partire dal XVIII secolo, ha elaborato un paradigma conoscitivo fondato sulla fiducia nella possibilità di conoscenza e controllo di tutti i fenomeni. Nel corso del ‘900 questo paradigma (totalità) è entrato in crisi in tutti gli ambiti (filosofico, scientifico, economico, politico ecc.) ed è profondamente cambiata la nostra prospettiva culturale intesa come percezione e rappresentazione della realtà. Caratteristiche della società e della cultura post-moderne Complessità dinamicità apertura disordine duttilità problematicità vs totalità vs staticità vs chiusura vs ordine vs rigidità vs determinismo Nella società post-moderna, l’individuo può realizzare la sua identità sociale (ogni identità è il risultato di un rapporto dialettico tra individuo e società): o attraverso il consumo di stili prefabbricati dall’industria culturale e acquisiti in maniera acritica; o attraverso una ricerca lenta, continua e consapevole della propria autenticità antropologica, all’interno di una società complessa. Compito della scuola è, oggi, favorire questa ricerca! Cambiamenti in campo scolastico: Il sapere non può più essere definito una volta per tutte; l’insegnamento non può più coincidere con la semplice esposizione di contenuti disciplinari; l’apprendimento non può consistere nella capacità del singolo di adeguarsi agli standard culturali esistenti. Dal programma alla programmazione! Il problema centrale della scuola, oggi, è la didattica: la capacità di trovare la soluzione migliore al bisogno di socializzazione e di valorizzazione del singolo in una realtà socio-culturale complessa, aperta e problematica. DUE SVOLTE CRUCIALI: ANNI ‘50 ANNI ‘80 Esigenza di definire un approccio scientificorazionale all’organizzazione didattica; strutturazione sequenziale; valutazione oggettiva degli apprendimenti; definizione operativa degli obiettivi; Si sottolinea che la conoscenza è il prodotto di una costruzione attiva del soggetto; La conoscenza ha un carattere situato, ancorato al contesto concreto; Si pone in primo piano il carattere polisemico, attivo, non predeterminabile della costruzione del significato; Modello “per unità didattiche” - modello per “progetti didattici” I riferimento teorici sono il comportamentismo e il cognitivismo; ha un taglio oggettivista e razionalista; il percorso didattico è derivato in primo luogo dagli obiettivi; l’apprendimento si svolge in forma astratta, decontestualizzata; la valutazione si avvale di un uso frequente di test in ingresso, in itinere, alla fine; si possono utilizzare tecnologie specifiche come l’istruzione programmata Ha un taglio costruttivista ed ermeneutico; il percorso non è predefinito o lineare; ha natura partecipata e flessibile; gli obiettivi si sviluppano sulla base dei bisogni emergenti nel contesto didattico; si valorizzano: l’autonomia progettuale, le strategie metacognitive,la costruzione del significato, l’alternanza dei ruoli; si possono utilizzare tecnologie quali l’ipertestualità e gli ambienti di comunicazione in rete. Esaminiamo l’ultimo aspetto:l’utilizzo delle tecnologie Se la conoscenza può essere formalizzata e articolata in sottoconoscenze, può essere implementata in una macchina: gli studi sull’intelligenza artificiale suscitano negli anni ‘70 enormi speranze. I problemi iniziano quando si confrontano i computer con la comprensione del linguaggio naturale: si scopre che mettere il pc di fronte ad un testo pone enormi problemi (per es. la dimensione metaforica) e i risultati sono deludenti. Se, invece, la conoscenza non è predeterminata e lineare, la potenza delle nuove tecnologie viene vista essenzialmente in ciò che esse fanno scoprire nelle relazioni tra gli esseri umani, nella creazione di un dominio consensuale e cooperativo, nel favorire la collaborazione e il dialogo. La lunga tradizione che privilegia la conoscenza logica, formale e ben definita viene, oggi, messa in discussione. Ci si rende conto che la ricerca si è chiusa, per un certo periodo, in un recinto pericoloso dando vita ad una “mente disincarnata” , staccata dal corpo. Si riconosce, invece, che la maggior parte delle conoscenze sono espresse nella struttura stessa del corpo, sono contestualizzate e immerse in un ambiente che, con le sue continue perturbazioni, dà loro significato. Il calcolatore sarà sempre più indispensabile ma dovrà smettere di essere pensato come modello della mente umana. Il modello “per unità didattiche” tende principalmente a salvaguardare il principio dell’uguaglianza: portare tutti alla stessa meta. Il modello “per progetti didattici” tende principalmente a salvaguardare il principio della diversità: valorizzare stili ed esigenze individuali. Il modello “per progetti didattici” ha, come quadro teorico di riferimento, il costruttivismo Il costruttivismo è, attualmente, un “vessillo” sotto la cui egida si vanno consapevolmente raccogliendo epistemologi, studiosi dell’area cognitiva, progettisti educativi, tecnologi. Caratteristiche del costruttivismo Riprende e miscela elementi che provengono dall’attivismo di Dewey e dal cognitivismo di Piaget e Vygotskij; insiste sul carattere poliprospettico della conoscenza; pone l’accento sulla costruzione della conoscenza e non sulla sua riproduzione; invita alla presentazione di compiti autentici; alimenta pratiche riflessive; favorisce la costruzione cooperativa della conoscenza. Nell’ottica costruttivista, un ambiente di apprendimento è un luogo in cui coloro che apprendono possono lavorare aiutandosi reciprocamente, avvalendosi di una varietà di strumenti e risorse informative, in attività di apprendimento guidato o di problem solving (Wilson). I modelli didattici attualmente più noti nell’ambito del costruttivismo sono: Community of learners: una comunità di apprendimento è un particolare ambiente di ricerca cooperativa che prende a modello le comunità scientifiche; apprendistato cognitivo: è un modello che realizza una integrazione tra i caratteri della scuola formale e quelli dell’apprendistato dominante prima dell’industrializzazione; ambienti per l’apprendimento generativo: tendono a valorizzare un tipo di istruzione”situata” e gli studenti propongono vari modi di soluzione personale; ambienti di apprendimento intenzionale: il termine intenzionale sottolinea l’importanza della dimensione metacognitiva (gli alunni sono indotti non solo ad apportare elementi nuovi ma anche a darne giustificazione). La riflessione sul carattere mutidimensionale, non lineare dei saperi (paradigma della complessità) si coniuga con l’utilizzo della multimedialità e delle nuove tecnologie In senso tecnico il termine multimedialità indica la possibilità di utilizzare in un unico mezzo più sistemi simbolici andando oltre la “bimedialità” della stampa (testo e immagine statica). Il termine ha, oggi, però soprattutto un significato simbolico e metaforico poichè allude alla tendenza al pluri-centrismo dei saperi e si avvicina, quindi, all’altra grande metafora del nostro tempo: la rete La multimedialità tende a mettere in crisi la tradizionale funzione del docente come mediatore di cultura e diventa il fulcro di un cambiamento globale Non basta, però, introdurre i computer nella scuola per ottenere un miglioramento della qualità educativa; E’ necessario che l’introduzione delle tecnologie si accompagni ad un potenziamento della ricerca progettuale e a una crescita di consapevolezza dei docenti; molto spesso si vedono tecnologie sofisticate utilizzate per scopi banali; la formazione degli insegnanti non può essere identificata con la semplice alfabetizzazione informatica; senza un “forte orizzonte di senso” la formazione tecnologica non arriverà mai a scalfire la didattica quotidiana. Differenza tra Tecnologie Didattiche e uso delle TIC (Tecnologie dell’ Informazione e della Comunicazione) nella didattica: Il settore delle TD non riguarda soltanto le applicazioni delle tecnologie digitali ma si riferisce soprattutto ad aspetti di metodo, di organizzazione e di progetto; è un settore interdisciplinare centrato sui processi didattici e la sua finalità è quella di ottimizzare i processi formativi; non implica necessariamente un supporto tecnico. La definizione di Tic identifica le tecnologie utilizzabili nella didattica la cui connotazione è prevalentemente tecnologico-digitale; le Tic-computer e tecnologie informatiche- hanno inglobato i mezzi audiovisivi tradizionali. E’ evidente che è, comunque, fondamentale porre in primo piano il problema del senso, della funzionalità didattica e della curvatura formativa delle Tic. Implicazioni teoriche del concetto di multimedialità Crisi del pensiero “forte” (logico-deduttivo-lineare) che ha trovato la sua massima esaltazione nella stampa; crisi delle gerarchie dei saperi: contaminazione, trasversalità; complessità e multidimensionalità della conoscenza; recupero del corpo come macchina conoscitiva; integrazione tra linguaggi analogici e digitali; crisi della centralità dell’insegnante e riorganizzazione delle funzioni della scuola e degli spazi didattici; passaggio da una progettazione di tipo deduttivo a una progettazione fondata sui significati. Requisiti di un buon multimedia didattico Amichevolezza, essenzialità e coerenza dell’interfaccia; collocazione appropriata dei diversi sistemi simbolici; molteplicità di piste di lettura; capacità dell’ambiente di “crescere” con gli apporti integrativi degli utenti stessi; visione critica della conoscenza (non solo la presentazione del risultato ma anche del processo); visione poliprospettica: più angolature; capacità di rendere trasparente il comportamento di un esperto nel settore in questione. Problemi posti dalla lettura ipertestuale Il salto (link) può essere compiuto dal lettore in modo casuale; si diventa consapevoli della lettura del link solo dopo averlo attivato; il salto, specialmente se comporta cambio di videata, può far dimenticare l’idea che lo aveva motivato; spesso l’associazione ha senso per l’autore ma non per il lettore; le esigenze di “effetto” possono prendere troppo spazio rispetto ai bisogni di comprensione; si ostacola la progressione graduale verso la complessità. La migliore utilizzazione delle tecnologie multimediali sembra essere quella suggerita dal costruttivismo Le tecnologie vengono utilizzate per creare “ambienti di apprendimento educativo”, ambienti nei quali gli alunni, collaborando tra loro e con i docenti, possono procedere alla costruzione delle loro conoscenze , alla formazione delle loro capacità e alla maturazione dei loro atteggiamenti. AMBIENTE DI APPRENDIMENTO Secondo i costruttivisti l’ambiente di apprendimento ideale dovrebbe avere due caratteristiche: •una qualità e quantità di informazioni praticamente senza limiti; •un accesso totalmente libero all’informazione. La scuola non è più vista come il luogo dll’insegnamento ma come contesto di apprendimento educativo. Una scuola: Centrata sugli allievi, sui loro bisogni, sulle loro risorse (gli allievi sono co-protagonisti del processo); pensata come strumento di garanzia del diritto alla diversità, adatta ad affrontare tematiche multi-inter-disciplinari; che utilizza il metodo delle ricerca e dell’esplorazione; che ha tra i suoi elementi caratterizzanti la cooperazione; che ha come obiettivi primari lo sviluppo delle abilità metacognitive e la formazione dell’autonomia degli allievi. In questo modello di scuola cambia radicalmente la figura dell’insegnante Non è più il depositario delle conoscenze ma diventa colui che insegna “come fare a sapere”; non possiede solo informazioni ma vede collegamenti e connessioni tra le informazioni che lo studente non riesce a cogliere; rinuncia al controllo totale di ciò che accade in classe (cosa non sempre gradita agli insegnanti), lascia spazio a interazioni e collaborazioni nuove; prevede la ricerca di nuovi metodi di valutazione. Come afferma Bruner: Noi sappiamo quello che abbiamo scoperto e anche quello che ci è stato insegnato, perchè diventi nostro, deve essere da noi riscoperto. Vigotskij teorizza un intervallo di conoscenza tra ciò che siamo in grado di fare indipendentemente dagli altri e ciò che siamo in grado di fare con l’aiuto di qualcuno. E’ in questa zona (zona di intervallo prossimale) che avviene la maggior parte dell’apprendimento. Il range è tanto maggiore quanto migliore è il sistema di tutoraggio utilizzato.