[ITALIANI DA SCOPRIRE]
A
DI GIUSEPPE ALTAMORE - FOTO DI PAOLO NEGRI
nche le formiche nel loro piccolo
possono rappresentare una ricchezza inaspettata. Emidio Ferretti, 58
anni, di professione bidello, ne è convinto: il
minuscolo imenottero è una risorsa che può
addirittura contribuire a risolvere la fame nel
mondo. Apicoltore da generazioni, il signor
Emidio, che vive sulle colline attorno ad Ascoli Piceno, è l’unico allevatore di formiche in
Italia. Una passione, la sua, nata sul campo.
«Tutti gli apicoltori combattono le formiche
che si istallano negli alveari, perché amano il
Emidio Ferretti alleva formiche. Per il cinema, per
calduccio delle api e poi razziano larve e miele», racconta il signor Ferretti. «Invece di distruggerle mi sono detto: perché non allevarle? Così mi sono messo a studiare questi insetti straordinari che appartengono alla stessa famiglia delle api». Dopo tre anni di tentativi, il
l’agricoltura e per salvare il Terzo mondo dalla fame
FORMICHE FATTE IN CASA
nostro è riuscito a carpire ai laboriosi insetti il
segreto della riproduzione. «Non ho fatto altro che scoprire una legge della natura, che ho
sfruttato per costruire delle apposite arnie che
poi ho brevettato».
Ingegnoso per natura (ha inventato e brevettato anche dei ramponi per automobili), ha
fatto tanti esperimenti con le sue piccole creature e ora produce alcuni chili di larve l’anno,
che rivende a 400 euro al chilo. In una valletta riparata dal vento alleva 130
famiglie in varie casette-arnie. Ci sono aziende che richiedono le sue larve per allevare altri insetti destinati alla lotta biologica in agricoltura. «Vendo anche
formiche vive», dice Ferretti, «soprattutto per
il cinema. Le formiche che assalgono Margherita Buy nel film I giorni dell’abbandono di Roberto Faenza sono proprio le mie», assicura.
All’inizio di tutta la storia c’è il brevetto numero 01308110 rilasciato dal ministero delle
Attività produttive nel novembre 2001. Si attesta che l'«arnia razionale per l’allevamento delle formiche», è stata inventata dal signor Emidio Ferretti. «Non posso raccontare tutto,
perché qualcuno potrebbe rubarmi l’idea.
Alla base c’è una semplice scoperta: se fornite
di casa e cibo, le formiche non lasciano più il rifugio. Dentro la casetta ci sono tanti piani di legno, e per stabilire la distanza dei diversi piani
ho studiato le gallerie che le formiche scavano
sotto le pietre».
È orgoglioso, il signor Ferretti, delle sue
creature. Ci mostra la formica Ercole, la Cam씮
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A sinistra: Ferretti con una delle
sue “casette”. Sopra: le
formiche adulte. Sotto: le larve
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In queste foto: Emidio Ferretti
al lavoro nel suo originale
allevamento di formiche
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La pappa di larve di
formiche è molto più
nutriente della pappa
reale delle api, ne
bastano 10 grammi
per un pasto completo
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ponutus herculeanus: insomma, i formiconi
neri. La cassetta è bianca e l’insolito allevatore
solleva il tettuccio con prudenza. «Questi, se
mordono, fanno uscire il sangue. Sono la
specie dominante, in Europa. Sono i leoni delle formiche. Sono bravissimi nella lotta contro
altri insetti, per questo sono utili in agricoltura». Le formiche possono essere scatenate contro le cavallette che distruggono i campi. At-
taccano seguendo una strategia che sembra elaborata da
un generale. «Dal formicaio
parte la scia, la fila a doppio
senso di marcia che vediamo
in natura. Le operaie, piccoline, vanno davanti, per prendere cavallette o
bruchi già morti. Le soldato e le guardiane si
spargono invece nel territorio delle cavallette, e qualcuna sale proprio in cima ai fili d’erba. La cavalletta sazia si aggrappa sempre a
un filo d’erba, per riposare. Dall’alto scende la formica che con un morso le fa un buco in testa e la paralizza. Poi la cavalletta è
fatta a pezzi e portata a casa. Per i bruchi servono tante formiche soldato, che attaccano
assieme e uccidono con tanti morsi».
La varietà Crema, più piccolina, è utile invece nell’impollinazione degli ulivi. «Da
quattro anni ho messo una casetta sotto un
ulivo, che ora dà più frutti. Sono comunque
d’aiuto a tutti gli alberi da frutta. Si infilano
nelle gallerie dei tarli e li annientano, cacciano i ragnetti. Un docente dell’Istituto di
Entomologia dell’Università di Bologna, che
è venuto a visitare il mio allevamento, mi ha
detto che anche loro stanno pensando all’uso delle Crema per eliminare le uova degli
afidi dentro la corteccia degli ippocastani».
Il “formicoltore” ci svela qualche segreto
che potrà cambiare le sorti dell’umanità:
«La pappa di larve di formiche è molto più
nutriente della pappa reale delle api, è quasi
un elisir di lunga vita. Posso dire che è afrodisiaca, ma non è così importante», dice. «Mi
preme invece sottolineare che ne bastano
10 grammi per un pasto completo. Le formiche si possono allevare ovunque. Pensi
che può rappresentare questo nei Paesi più
poveri. Pochi lo sanno, ma sulla Terra il peso delle formiche supera di gran lunga quello degli uomini: 20 chili per ogni uomo. In
Oriente da sempre le larve sono considerate
una prelibatezza alla stregua del caviale».
Ferretti va su e giù per le dolci colline marchigiane, per portare acqua
e zucchero ai suoi ospiti.
Nell’allevamento c’è una terza specie, che il signor Emidio chiama formica timida.
«Ha una particolarità: le mascelle tenere. Così non riesce a mordere. Ma anche
per queste formiche ho
un’idea: potrei venderle a
un regista di film del terrore. Migliaia di formiche timide su un corpo umano... E
senza nessun rischio». Ma non c’è tempo
per le fantasie. Le Crematogaster scutellaris
stanno agitandosi troppo. Che cosa succede? «C’è un nemico pericoloso: la scolopendra. Un insetto che si nasconde sotto
una pietra, mangia tutte le formiche che passano e poi, quando la famiglia è indebolita,
entra nel nido e lo devasta. Ho però la mia
difesa: accanto a ogni casetta metto una pietra. Se la scolopendra arriva, si nasconde proprio lì. Io sollevo la pietra e l’ammazzo».
Ma, forse, un giorno, il signor Ferretti troverà il modo di “ammaestrare” pure lei.
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Emidio Ferretti alleva formiche. Per il cinema, per l`agricoltura e per