IRFMN PREFAZIONE RAPPORTI ATTIVITA’ ISTITUTO MARIO NEGRI, MILANO www.marionegri.it DIPARTIMENTI 7 Dipartimento di Oncologia ………………….………………………….……………………… Dipartimento Ambiente e Salute ……….………….………………………….……………… 51 Dipartimento di Neuroscienze ………………….………………………….………………… 71 Dipartimento di Ricerca Cardiovascolare ………………….…………………….………… 115 Dipartimento di Biochimica e Farmacologia Molecolare ……….…………….………… 147 LABORATORI e CENTRI Laboratorio Politiche Regolatorie del Farmaco ……….…………….………….……… ……….…………….……………………… Laboratorio per la Salute Materno Infantile Laboratorio Epidemiologia Generale ……….…………….………………………….……… Laboratorio di Informatica Medica ……….……………………………………..….………… Centro Cochrane Italiano ……….……………………………………………………………… Centro Catullo e Daniela Borgomainerio………………………………………………. Biblioteca ……….…………………………………………………………….………….………… 173 179 193 219 227 235 237 LABORATORI NEGRI BERGAMO DIPARTIMENTI Dipartimento di Medicina Molecolare ……….…………………………………….………… 243 Dipartimento di Bioingegneria ……….…………………………….………………………… 263 Laboratorio di Biologia e Terapia delle Metastasi Tumorali.…….…………………………277 CENTRO ALDO e CELE DACCO’ DIPARTIMENTI Dipartimento di Medicina Renale ……….…………………………………………………… 281 LABORATORI e CENTRI Laboratorio di Epidemiologia Clinica ……….……………………………………………… Coordinamento, Informazione e Diagnosi della Malattie Rare ……….…….………… Centro di Economia Sanitaria A. e A. Valenti, CESAV ……….………………………… Centro Ricerche Trapianti C. Cucchi De Alessandri e G. Crespi ……………….….. 307 315 329 337 L’ ATTIVITA’ DIDATTICA 339 ORGANIGRAMMA 341 L’elenco completo del personale è consultabile sul sito Internet dell’Istituto www.marionegri.it RAPPORTO ATTIVITA’ 1 2006 IRFMN a cura di Isabella Bordogna e Eugenio Santoro in collaborazione con il Laboratorio di Informatica Medica finito di stampare nel giugno 2007 RAPPORTO ATTIVITA’ 2 2006 IRFMN PREFAZIONE Questo volume rappresenta un tentativo di riassumere le attività di ricerca e di formazione svolte dall’Istituto Mario Negri di Milano e Bergamo. L’attività viene presentata su base dipartimentale e in qualche caso anche da singoli laboratori. Mentre si rimanda al testo per i dettagli dei risultati scientifici ottenuti è pertinente fare alcune osservazioni di carattere generale. Rispetto agli anni passati si accentuano programmi di ricerca che implicano una collaborazione tra vari laboratori all’interno dei singoli dipartimenti e in qualche caso fra dipartimenti. I temi di ricerca si sono ridotti di numero e si osserva una tendenza a focalizzare la sperimentazione per ottenere “masse critiche” di uomini e risorse su uno stesso tema. Predomina, in armonia con le tendenze odierne, un orientamento dettato dalle metodologie della biologia molecolare soprattutto per quanto riguarda lo studio del meccanismo d’azione dei farmaci. L’impiego degli studi con colture in vitro è fondamentale per approfondire l’indagine, tuttavia è ancora presente un numero significativo di ricerche in vivo, l’unico modo - ancora oggi - per poter validare le ricerche in vitro e per poter realizzare modelli sempre più vicini alle malattie umane. In questo senso è aumentato considerevolmente l’impiego di animali transgenici. I temi fondamentali di ricerca sono quelli tradizionali dell’Istituto: oncologia, neuroscienze, cardiovascolare, malattie renali, trapianti d’organo, biologia cellulare, biochimica molecolare. Di significato anche gli studi che riguardano ambiente e salute. Si è accentuato lo studio delle malattie rare e dei farmaci orfani sia a livello sperimentale che clinico ed epidemiologico. In tutta la ricerca del “Mario Negri” l’ipotesi è quella di sviluppare intorno a ognuno dei grandi temi citati una complessità di approcci che vada dalla ricerca di base, alla farmacocinetica, alla farmacologia, agli studi clinici controllati, all’analisi epidemiologica e, quando possibile, alla epidemiologia dei servizi. Il numero delle pubblicazioni scientifiche su riviste internazionali “peer reviewed” è arrivato a oltre 10.000. L’attività di ricerca necessita, come componente fondamentale, della formazione di giovani ricercatori che trovano nel lavoro di laboratorio, non solo la possibilità di esprimere le loro idee, ma anche l’opportunità di ottenere un diploma attraverso la scuola di qualificazione professionale riconosciuta dalla Regione Lombardia o il titolo di Ph.D. in collaborazione con la Open University, UK. Di particolare interesse sono altri tipi di formazione indirizzati alla statistica biomedica, ai medici di medicina generale, ai pediatri di famiglia e agli infermieri per la ricerca clinica. Infine fa parte integrante delle attività del “Mario Negri” un interesse per l’informazione a tutti i livelli, formalizzato nel Centro di Informazione per le Malattie Rare, nel Centro di Informazione sui Farmaci e sul sito web www.marionegri.it . In tempi così difficili per la ricerca italiana la gratitudine dell’Istituto va a tutti gli enti pubblici e privati, nonché a Fondazioni e a privati cittadini che hanno reso possibile, con i loro contributi, piccoli e grandi, la realizzazione delle attività riportate in questo volume. Grazie a tutti. Silvio Garattini RAPPORTO ATTIVITA’ 3 2006 IRFMN RAPPORTO ATTIVITA’ 4 2006 IRFMN Istituto di Ricerche Farmacologiche “Mario Negri” Milano RAPPORTI ATTIVITA’ 2006 dipartimenti e laboratori RAPPORTO ATTIVITA’ 5 2006 IRFMN RAPPORTO ATTIVITA’ 6 2006 IRFMN DIPARTIMENTO DI ONCOLOGIA PERSONALE Capo Dipartimento Maurizio D’INCALCI, Dr.Med.Chir. Ufficio Studi Oncologici e Documentazione Documentalista Scientifico Consulente Stefania FILIPPESCHI, Per.Chim. Maria Grazia DONELLI, Dr.Sci.Biol. Laboratorio di Farmacologia Antitumorale Capo Laboratorio Maurizio D’INCALCI, Dr.Med.Chir. Unità di Biofisica Capo Unità Paolo UBEZIO, Dr.Fis. Unità di Citometria Capo Unità Eugenio ERBA, Per.Chim. Unità di Farmacologia Clinica Antitumorale Capo Unità Massimo ZUCCHETTI, Dr.CTF Laboratorio di Farmacologia Molecolare Capo Laboratorio Massimo BROGGINI, Ph.D. Unità di Riparazione del DNA Capo Unità Giovanna DAMIA, Dr. Med. Chir. Laboratorio di Biologia e Terapia delle Metastasi Tumorali Capo Laboratorio Raffaella GIAVAZZI, Dr.Sci.Biol., Ph.D. Unità di Angiogenesi Tumorale Capo Unità Giulia TARABOLETTI, Dr.Sci.Biol. Unità di Terapia Antitumorale Molecolare Capo Unità Maria Rosa BANI, Dr.Sci.Biol., Ph.D. RAPPORTO ATTIVITA’ 7 2006 IRFMN Laboratorio per lo Sviluppo di Nuove Strategie Farmacologiche Capo Laboratorio Valter TORRI, Dr.Med.Chir. Laboratorio di Sperimentazioni Cliniche Capo Laboratorio Irene FLORIANI, Dr.Sci.Biol., Dr.Stat., Ph.D. Laboratorio per la Ricerca Traslazionale e di Outcome in Oncologia Capo Laboratorio Giovanni APOLONE, Dr.Med.Chir. Unità di Informatica per la Ricerca Clinica Capo Unità Luca CLIVIO, Dr.Ing. Unità di Ginecologia e Oncologia Capo Unità Roldano FOSSATI, Dr.Med.Chir. Laboratorio di Ricerca sul Coinvolgimento dei Cittadini in Sanità Capo Laboratorio Paola MOSCONI, Dr.Sci.Biol. RAPPORTO ATTIVITA’ 8 2006 IRFMN CURRICULA Maurizio D'Incalci si è laureato in Medicina e Chirurgia con lode all'Università di Milano. Si è specializzato in Farmacologia presso l'Istituto Mario Negri, e in Oncologia all'Università di Genova. Ha lavorato nel laboratorio di Farmacologia Molecolare del National Cancer Institute di Bethesda, Md, nel 1983 e 1984. Dal 1986 è capo del Laboratorio di Farmacologia Antitumorale dell'Istituto Mario Negri e dal 1996 del Dipartimento di Oncologia dello stesso Istituto. E' stato presidente del gruppo "Pharmacology and Molecular Mechanisms Group" dell’Organizzazione Europea di Ricerca per il Trattamento del Cancro (EORTC). Dal 1994 al 1997 è stato presidente del comitato che supervisiona lo sviluppo di nuovi farmaci dell'EORTC e dal 1997 al 2000 è stato presidente della Divisione di Ricerca della stessa organizzazione. Dal 2000 al 2003 è stato membro del Board dell’EORTC. Dal 1997 è Preclinical Coordinator della Southern Europe New Drug Organization (SENDO). E’ nel comitato editoriale di numerose riviste scientifiche internazionali e, dal settembre 2000, è Editor for Experimental Oncology dell’European Journal of Cancer. E' autore di più di 400 articoli che riguardano la farmacologia antitumorale e di numerosi capitoli di libri. Principali pubblicazioni • Biroccio A., Rizzo A., Elli R., Koering C., Belleville A., Benassi B., Leonetti C., Stevens M.F.G., D’Incalci M., Zupi G., Gilson E. TRF2 inhibition triggers apoptosis and reduces tumorigenicity of human melanoma cells. Eur. J. Cancer, 42:1881-1888 (2006). • Zongaro S., de Stanchina E., Colombo T., D’Incalci M., Giulotto E., Mondello C. Stepwise neoplastic transformation of a telomerase immortalized fibroblast cell line. Cancer Research, 65:(24): 11411-11418 (2005). • Allavena P., Signorelli M., Chieppa M., Erba E., Bianchi G., Marchesi F., Garbi A., Lissoni A., de Braud F., Jimeno J. and D’Incalci M. Anti-inflammatory properties of the novel antitumor agent Yondelis (Trabectedin): inhibition of macrophage differentiation and cytokine production. Cancer Research., 65(7):2964-2971 (2005). • Lupi M., Matera G., Branduardi D., D’Incalci M., Ubezio P., Cytostatic and cytotoxic effects of topotecan decoded by a novel mathematical simulation approach, Cancer Research, 64: 2825-2832 (2004). • Gambacorti-Passerini C., Zucchetti M., Russo D., Frapolli R., Verga M., Bungaro S., Tornaghi L., Rossi F., Pioltelli P., Pogliani E., Corneo G., Alberti D., D’Incalci M. Alpha 1 acid glycoprotein (AGP) binds to STI571 and substantially alters its pharmacokinetics in chronic myeloid leukemia patients. Clin. Cancer Res., 9: 625-632 (2003). • Donald S., Veschoyle R.D., Greaves P., Gant T.W., Colombo T., Zaffaroni M., Frapolli R., Zucchetti M., D’Incalci M., Meco D., Riccardi R., Lopez-Lazaro L., Jimeno J., Gescher A.J. Complete protection by high-dose dexamethasone against the hepatotoxicity of the novel antitumor drug Yondelis (ET-743) in the rat. Cancer Research 63: 5902-5908 (2003). Giovanni Apolone, laureato in Medicina e Chirurgia (1982, Pavia) e specializzato in Medicina Interna (1987, Pavia) e Ricerca Farmacologica (1992, Milano) è responsabile del Laboratorio di Ricerca Traslazionale e di Outcome. Principali aree di interesse: a) aspetti metodologici, etici e regolamentativi della ricerca clinica, con particolare attenzione all’oncologia; b) metodi per la valutazione e il monitoraggio della qualità degli interventi sanitari; c) sviluppo e validazione di misure di case-mix e outcome; d) programmi di formazione, informazione ed educazione nell’area medico-sanitaria. E' Vice-Presidente del Comitato Etico dell’Istituto Europeo di Oncologia (Milano), Esperto presso l' Agenzia Europea per i farmaci (EMEA- Londra). Ha pubblicato più di 200 articoli scientifici e divulgativi. Principali pubblicazioni • Apolone G, La Vecchia C, Garattini S. Targeted kinase inhibitors in lung cancer: from EGFR to patients Eur J of Cancer, 42: 124-125, 2006 • Apolone G & Grossi E. Effectiveness and Outcome Research studies: Current trends. Foreword. Drug Develop Res, 67(3):181-182, 2006 • Apolone G, Joppi R, Bertelè V & Garattini S. Ten years of marketing approvals of anti-cancer drugs in Europe. Regulatory policy and guidance documents need to find a balance between different pressures BJC 93: 504-509, 2005 • Gallus S, Colombo P, Apolone G, Zuccaro P, La Vecchia C. A tax to prevent the epidemic of lung cancer. Lancet 366: 288, 2005 • Mosconi P, Poli P, Giolo A, Apolone G. How Italian health consumers feel about clinical research. A questionnaire survey. Eur J Public Health, 15: 372-379, 2005 • Mosconi P, Colombo C, La Bianca R, Apolone G. Oncologists' opinion about research Ethics Committees in Italy. An up-date, 2004 RAPPORTO ATTIVITA’ 9 2006 IRFMN Massimo Broggini ha frequentato la facoltà di scienze biologiche dell’Università di Milano, si è specializzato in Biochimica presso l'Istituto Mario Negri, e ha ottenuto il titolo di PhD presso la Open University, UK. Ha lavorato per un breve periodo nel laboratorio di Molecular Pharmacology del National Cancer Institute di Bethesda, Md, nel 1986. Dal 1991 è capo dell’unità di Farmacologia Molecolare dell'Istituto Mario Negri e dal 1999 del Laboratorio di Farmacologia Molecolare dello stesso Istituto. I suoi interessi scientifici riguardano lo studio del meccanismo di azione di nuovi farmaci antitumorali, la ricerca di proteine e geni alterati in neoplasie umane e lo studio di oncosoppressori. E' membro del gruppo "Pharmacology and Molecular Mechanisms Group" dell’Organizzazione Europea di Ricerca per il Trattamento del Cancro (EORTC) e dell’American Association for Cancer Research. E’ membro del gruppo editoriale della rivista European Journal of Cancer. E' autore di più di 100 articoli pubblicati su riviste internazionali. Principali pubblicazioni • Polato F, Codegoni A, Fruscio R, Perego P, Mangioni C, Saha S, Bardelli A, Broggini M. PRL-3 phosphatase is implicated in ovarian cancer growth. Clin Cancer Res. 2005 11:6835-9. • Maffucci T, Piccolo E, Cumashi A, Iezzi M, Riley AM, Saiardi A, Godage HY,Rossi C, Broggini M, Iacobelli S, Potter BV, Innocenti P, Falasca M. Inhibition of the phosphatidylinositol 3-kinase/Akt pathway by inositol pentakisphosphate results in antiangiogenic and antitumor effects. Cancer Res. 2005;65:8339-49. • Marabese M, Marchini S, Sabatino MA, Polato F, Vikhanskaya F, Marrazzo E, Riccardi E, Scanziani E, Broggini M. Effects of inducible overexpression of DNp73alpha on cancer cell growth and response to treatment in vitro and in vivo. Cell Death Differ. 2005;12:805-14. • Damia G, Broggini M. Cell cycle checkpoint proteins and cellular response to treatment by anticancer agents. Cell Cycle. 2004;3:46-50. • Sabatino MA, Colombo T, Geroni C, Marchini S, Broggini M. Enhancement of in vivo antitumor activity of classical anticancer agents by combination with the new, glutathione-interacting DNA minor groove-binder, brostallicin. Clin Cancer Res. 2003;9:5402-8. • Marabese M, Vikhanskaya F, Rainelli C, Sakai T, Broggini M. DNA damage induces transcriptional activation of p73 by removing C-EBPalpha repression on E2F1. Nucleic Acids Res. 2003;31:6624-32. Irene Floriani si è laureata in Scienze Biologiche nel 1988 e in Biostatistica e Statistica Sperimentale nel 2003 presso l’Università di Milano. In seguito ha ottenuto il titolo di phD in Life Sciences alla Open University di Londra nel 2005. Dopo un’esperienza di circa 10 anni presso alcune industrie farmaceutiche, nel 2002 è divenuta capo dell’Unità di Biometria e Data Management del Laboratorio per la Ricerca Clinica Oncologica e dal 2006 è Capo del Laboratorio di Studi Clinici all’interno del Dipartimento di Oncologia. E’ attualmente membro come esperto in biostatistica di tre comitati etici lombardi. Le principali aree di interesse comprendono gli aspetti statistici della metodologia della ricerca clinica, con particolare riferimento agli studi clinici in oncologia; le revisioni sistematiche della letteratura medica e gli aspetti metodologici dei test diagnostici. Principali pubblicazioni • Graziano F., Kawakami K., Ruzzo A., Watanabe G., Santini D., Pizzagalli F., Bisonni R., Mari D., Floriani I., Catalano V., Silva R., Tonini G., Torri V., Giustizi L., Magnani M. Methylenetetrahydrofolate reductase 677C/T gene polymorphism, gastric cancer susceptibility and genomic DNA hypomethylation in an at-risk Italian population. International Journal of Cancer (2006); 118: 628-32 • Buda A, Fossati R, Colombo N, Fei F, Floriani I, Gueli Alletti D, Katsaros D, Landoni F, Lissoni A, Malzoni C, Sartori E, Scollo P, Torri V, Zola P, Mangioni C. Randomized trial of neoadjuvant chemotherapy comparing paclitaxel, ifosfamide, and cisplatin with ifosfamide and cisplatin followed by radical surgery in patients with locally advanced squamous cell cervical carcinoma: the SNAP01 (Studio Neo-Adjuvante Portio) Italian Collaborative Study. J Clin Oncol. 2005 Jun 20;23(18):4137-45. • Panici P.B., Maggioni A., Hacker N., Landoni F., Ackermann S., Campagnutta E., Tamussino K., Winter R., Pellegrino A., Greggi S., Angioli R., Manci N., Scambia G., Dell’Anna T., Fossati R., Floriani I., Rossi R., Grassi R., Favalli G., Raspagliesi F., Giannarelli D., Martella L., Mangioni C. Systematic aortic and pelvic lymphadenectomy versus resection of bulky nodes only in optimally debulked advanced ovarian cancer: a randomized clinical trial. Journal of the National Cancer Institute 2005; 97: 560-566 • ICON4 collaboration, Floriani I: Paclitaxel plus platinum-based chemotherapy versus conventional platinum-based chemotherapy in women with relapsed ovarian cancer: The ICON4/AGO-OVAR-2. 2 Trial - Lancet 2003; 361: 20992106 • ICON1 collaboration, Floriani I: International Collaborative Ovarian Neoplasm Trial 1: A randomised trial of adjuvant chemotherapy in women with early-stage ovarian cancer - J Natl Cancer Inst 2003; 95: 125-132 • Cantù M.G., Buda A., Parma G., Rossi R., Floriani I., Bonazzi C., Dell’Anna T., Torri V., Colombo N. Randomised controlled trial of single agent paclitaxel against hree drugs combination of CAP (Cyclophosphamide, Doxorubicin and Cisplatin) in recurrent ovarian cancer patients responding to first-line platinum-based regimens. Journal of Clinical Oncology, 2002; 20: 1232-1237 RAPPORTO ATTIVITA’ 10 2006 IRFMN Raffaella Giavazzi si è laureata in Scienze Biologiche nel 1979 presso l’Università di Milano dove in seguito si è specializzata in Farmacologia. Ricercatrice presso il Cancer Metastasis and Treatment Laboratory, NCI-FCRDC, di Frederick, Maryland (1981-1983); Professore Assistente presso il Department of Cell Biology dell’M.D. Anderson Hospital and Tumor Institute, Università del Texas (1983 al 1985). Il suo interesse scientifico si sviluppa nell’area della biologia e della farmacologia dei tumori rivolto allo studio del processo metastatico e dell’angiogenesi e alla valutazione pre-clinica di nuovi farmaci antitumorali, antimetastatici e antiangiogenici, con particolare interesse allo sviluppo di terapie di combinazione. Capo del Laboratorio di Biologia e Terapia delle Metastasi dal 1986 presso l’Istituto di Ricerche Farmacologiche “Mario Negri” sede di Bergamo, è anche Professore a contratto presso la Facoltà di Medicina e Chirurgia dell’Università di Pisa, Consulente scientifico per il National Cancer Institute (NCI) - Developmental Therapeutics Program di Bethesda (USA), Membro del comitato esecutivo del SENDO (South Europe New Drug Development Office, Milano), Membro dell’American Association for Cancer Research (AACR), dell’European Association for Cancer Research (EACR), dell’International Metastases Research Society e dell’EORTC. E’ Presidente (2006-2007) della Società Italiana di Cancerologia (SIC). E’ membro del comitato editoriale di “European Journal of Cancer”, “Clinical Experimental Metastasis”, “Journal Exp. Therapeutic & Oncology” e “The International Journal of Biological Markers”. E’ autore di circa 150 articoli scientifici su giornali “peer reviewer”. Principali pubblicazioni • Naumova E., Ubezio P., Garofalo A., Borsotti P., Cassis L., Riccardi E., Scanziani E., Eccles S.A., Bani M.R., Giavazzi R.: The vascular targeting property of paclitaxel is enhanced by SU6668, a receptor tyrosine kinase inhibitor, causing apoptosis of endothelial cells and inhibition of angiogenesis. Clin. Cancer Research 12(6):1839-49, 2006. • Bani M.R., Nicoletti M.I., Alkharouf N.W., Ghilardi C., Petersen D., Erba E., Sausville E.A., Liu E.T., Giavazzi R.: Gene expression correlating with response to paclitaxel in ovarian carcinoma xenografts. Molecular Cancer Therapeutics 3(2):111-121, 2004. • Belotti D., Paganoni P., Manenti L., Garofalo A., Marchini S., Taraboletti G., Giavazzi R.: Matrix Metalloproteinases (MMP9 and MMP2) Induce the Release of Vascular Endothelial Growth Factor (VEGF) by Ovarian Carcinoma Cells: Implications for Acites Formation. Cancer Res. 63:5224-5229, 2003. • • • Micheletti G., Poli M., Borsotti P., Martinelli M., Imberti B., Taraboletti G., Giavazzi R.: Vascular-targeting Activity of ZD6126, a Novel Tubulin-binding Agent. Cancer Res. 63:1534-37, 2003. Giavazzi R., Giuliani R., Coltrini D., Bani M.R., Ferri C., Sennino B., Molinari Tosatti M.P., Stoppacciaro A., Presta M.: Modulation of tumor angiogenesis by conditional expression of fibroblast growth factor-2 affects early but not established tumours. Cancer Res. 61:309-317, 2001. Nicoletti M.I., Colombo T., Rossi C., Monardo C., Stura S., Zucchetti M., Riva A., Morazzoni P., Donati M.B., Bombardelli E., D’Incalci M., Giavazzi R.: IDN5190, a taxane with oral biovailability and potent antitumour activity. Cancer Res. 60:842-846, 2000. Paola Mosconi, laureata in Scienze Biologiche (Milano 1982) e specializzata in Ricerca Farmacologica (Milano 1984). Principali aree di interesse: a) progetti che riguardano la valutazione della qualità della vita e della salute b) progetti di partnership tra associazioni di cittadini e pazienti e società scientifiche c) progetti per la valutazione del tipo di informazione fornita su malattia e trattamenti, messa a punto di portali internet sui temi della informazione (www.partecipasalute.it; www.paincare.it) d) progetti di coinvolgimento di gruppi di pazienti per la pubblicazione di opuscoli sui temi dell’informazione e assistenza sanitaria Paola Mosconi ha partecipato come docente, o coordinatore, alla realizzazione di Corsi di Formazione professionale e aggiornamento per personale sanitario e rappresentanti di associazioni di volontariato. Principali pubblicazioni • O’Connel D, Mosconi P. An active role for patients in clinical research? Drug Development Research 67 (3): 188-192, 2006. • Mosconi P, Colombo Cinzia, La Bianca R, Apolone G. Oncologists' opinions about research ethics committees in Italy: an update, 2004. Eur J Cancer Prev 2006; 15: 91-94 • Leone M A, Beghi E, Righini C, Apolone G, Mosconi P. Epilepsy and quality of life in adults: a review of instruments. Epilepsy Research 66: 23-44, 2005. • Mosconi P, Poli P, Giolo A, Apolone G. How health consumers feel about clinical research: a questionnaire survey. European Journal of Public Health 15: 372-379, 2005. • Mosconi P, Buchanan M, Kyriakides S, Fernandez-Marcos A, Horvatin J, O'Connell D, Zernik N, on behalf of EUROPA DONNA. EUROPA DONNA: has strength in its heterogeneity. European J Cancer 40: 1145-1149, 2004. RAPPORTO ATTIVITA’ 11 2006 IRFMN • • Mosconi P, Apolone G. Fixed and dynamic health related quality of life measurements. J Headache Pain S31-S34, 2003. Domenighetti G, D’Avanzo B, Egger M, Berrino F, Perneger T, Saracci R, Mosconi P. and M. Zwahlen.Women’s perception of the benefits of mammography screening: population-based survey in four countries. Int J Epidem 32: 816821, 2003. Valter Torri si è laureato in Medicina nel 1985 presso l’Università di Milano e si è specializzato in Oncologia Medica nel 1989 all’università di Milano . Attività formative 1985: Laurea in Medicina e Chirurgia, con Lode, Università di Milano; 1988 Specializzazione in Ricerche Farmacologiche, Istituto ‘Mario Negri’ Milano; 1989 Specializzazione in Oncologia Medica, Università di Milano; 1989-1991 Ricercatore presso la Biometric Research Branch of Cancer Treatment Evaluation Program, NCI, Bethesda , MD (USA) Aree di interesse: Aspetti statistici della metodologia della ricerca clinica, in particolare sulle sperimentazioni cliniche controllate in oncologia; Metodologia delle revisioni sistematiche; aspetti metodologici sulla valutazione dei test diagnostici Ruolo attuale: Capo del Laboratorio per lo sviluppo di nuove strategie farmacologiche, Dipartimento di Oncologia, Istituto ‘Mario Negri’, Milano. Cronologia professionale: 1983-1985: Ricercatore presso il reparto di Medicina Interna dell’Ospedale Policlinco, Università di Milano; 1985-1989: Assistente di ricerca presso l’unità di clinical trials del laboratorio di Epidemiologia Clinica, Istituto ‘Mario Negri’ Milano; 1989-199: Ricercatore presso la Biometric Research Branch of Cancer Treatment Evaluation Program, NCI, Bethesda , MD (USA); 1994: Capo dell’unità di biometria del laboratorio di Epidemiologia clinica in Oncologia, Istituto ‘Mario Negri, Milano; 1995: Vice Direttore del Centro ‘Cochrane’ Italiano; 2001: Capo del Laboratorio di Ricerca Clinica Oncologica, Dipartimento di Oncologia, Istituto ‘Mario Negri’, Milano; 2006: Capo del Laboratorio per lo sviluppo di nuove strategie farmacologiche, Dipartimento di Oncologia, Istituto ‘Mario Negri’, Milano. Principali pubblicazioni • Buda A, Fossati R, Colombo N, Fei F, Floriani I, Gueli Alletti D, Katsaros D, Landoni F, Lissoni A, Malzoni C, Sartori E, Scollo P, Torri V, Zola P, Mangioni C. Randomized trial of neoadjuvant chemotherapy comparing paclitaxel, ifosfamide, and cisplatin with ifosfamide and cisplatin followed by radical surgery in patients with locally advanced squamous cell cervical carcinoma: the SNAP01 (Studio Neo-Adjuvante Portio) Italian Collaborative Study. J Clin Oncol. 2005 Jun 20;23(18):4137-45. • Labianca R, Fossati R, Zaniboni A, Torri V, Marsoni S, Nitti D, Boffi L, Scatizzi M, Tardio B, Mastrodonato N, Banducci S, Consani G, Pancera G, ACOI/GIVIO/GISCAD Investigators. Randomized trial of intraportal and/or systemic adjuvant chemotherapy in patients with colon carcinoma J Natl Cancer Inst 2004; 96: 750-758 • ICON4 collaboration, Torri V: Paclitaxel plus platinum-based chemotherapy versus conventional platinum-based chemotherapy in women with relapsed ovarian cancer: The ICON4/AGO-OVAR-2. 2 Trial - Lancet 2003; 361: 20992106 • ICON1 collaboration, Torri V: International Collaborative Ovarian Neoplasm Trial 1: A randomised trial of adjuvant chemotherapy in women with early-stage ovarian cancer - J Natl Cancer Inst 2003; 95: 125-132 • Scagliotti G V, Fossati R, Torri V, Crinò L, Giaccone G, Silvano G, Martelli M, Clerici M, Cognetti F, Tonato M: Randomized study of adjuvant chemotherapy for completely resected stage I, II, or IIIA non-small-cell lung cancer - J Natl Cancer Inst 2003; 95: 1453-1461 • Torri V: Clinical trials and data management In: Oxford textbook of oncology, 2nd. ed. Vol. 1. Oxford Univ. Press, Oxford; 2002: 1123-1134 Maria Rosa Bani si è laureata in Scienze Biologiche nel 1988 presso l’Università degli Studi di Milano e ha ottenuto l’abilitazione all’esercizio della professione di Biologo nel 1990. Si è specializzata in Ricerca Farmacologia nel 1991 (Istituto di Ricerche Farmacologiche MarioNegri e regione Lombardia) e in Ricerca Biomedica nel 1993 (Consorzio MarioNegri Sud e regione Abruzzo). Nel 2005 ha conseguito il titolo di Doctor of Philosophy (PhD) della Open University (Regno Unito). Dal 1991 al 1995 è stata ricercatrice presso il Sunnybrook Health Science Center, Università di Toronto (Canada) e tra il 2000 e il 2001 ricercatore scientifico presso l’Advance Technology Centre del National Cancer Institute, di Gaithensburg, MD (USA). E’ ricercatore presso l’Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri dal 1996 e Capo dell’Unità di Terapia Antitumorale e Molecolare dall’aprile 2004. Dal 2004 è Scientific Manager di STROMA, un progetto integrato nell’ambito del 6°Programma Quadro della Commissione Europea. E’ membro dell’American Association for Cancer Reserach (AACR), della Società Italiana di Cancerologia (SIC) e dell’European Association for Cancer Research (EACR). RAPPORTO ATTIVITA’ 12 2006 IRFMN Il suoi interessi scientifici si sviluppano nell’area della biologia dei tumori e degli studi molecolari di metodiche terapeutiche e loro efficacia in ambito preclinico. Principali pubblicazioni • Bani M.R., Nicoletti M.I., Alkharouf N.W., Ghilardi C., Petersen D., Erba E., Sausville E.A., Liu E.T. and Giavazzi R. Gene expression correlating with response to paclitaxel in ovarian carcinoma xenografts. Molecular Cancer Therapeutics 3: 111-121, 2004. • Vikhanskaya F.*, Bani M.R.*., Borsotti P., Ghilardi C., Ceruti R., Ghisleni G., Marabese M., Giavazzi R., Broggini M. & Taraboletti G. p73 overexpression increases VEGF and reduces thrombospondin-1 production:implication for tumor angiogenesis. Oncogene 20 : 7293-7300, 2001. • Taraboletti G., Sonzogni L., Vergani V., Hosseini G., Ceruti R., Ghilardi C., Bastone A., Toschi E., Borsotti P., Scanziani E., Giavazzi R., Pepper M.S., Stetler-Stevenson W.G. & Bani M.R. Post-transcriptional stimulation of endothelial cell matrix metalloproteinases 2 and 1 by endothelioma cells. Experimental Cell Research 258 : 384-394, 2000. • Alessandri G., Chirivi R.G.S., Fiorentini S., Dossi R., Bonardelli S., Giulini S.M., Zanetta G., Landoni F., Graziotti P.P., Turano A., Caruso A., Zardi L. Giavazzi R. & Bani M.R., Phenotypic and functional characteristics of tumor-derived microvascular endothelial cells. Clinical & Experimental Metastasis 17 : 655-662, 1999. • Bani M.R., Rak J., Adachi D., Wiltshire R., Trent J.M., Kerbel R.S. & Ben-David Y. Multiple features of advanced melanoma recapitulated in tumorigenic variants of early stage (radial growth phase) human melanoma cell lines: evidence for a dominant phenotype. Cancer Research 5 : 3075-3086, 1996. • Bani M.R., Garofalo A., Scanziani E. & Giavazzi R. Interleukin-1 affects metastasis formation in different tumor systems. Journal of the National Cancer Institute, 83 : 119-123, 1991. Luca Clivio si è laureato in Ingegneria Elettronica con indirizzo Informatico presso il Politecnico di Milano. Collabora con l’Istituto Mario Negri dal 1996, ed è attualmente responsabile dell’Unità di Informatica per la Ricerca Clinica. Le principali aree di interesse sono: a) Progettazione e realizzazione di software per la ricerca clinica (per studi di fase II e III); b) Ricerca e sviluppo di metodologie per l’accessibilità all’elaboratore per disabili motori gravi (con particolare enfasi al problema della comunicazione). Relativamente al punto a, Luca Clivio è attualmente coinvolto nei seguenti progetti di ricerca: il sistema web-based di data entry remoto per gli studi multicentrici SNAP-02, EIT, GILDA, ILIADE, IELSG, ICON-5 e Bupropione*MMG; e la gestione di una tissuteca di tumori ovarici integrata con dati di tipo genetico. Relativamente al punto b, l’attività è concentrata sul progetto MAIA (Multiple Access Input Assistant). Principali pubblicazioni • Clivio L, Tinazzi A, Mangano S, Santoro E. The contribution of information technology: Towards a better clinical data management. Drug Dev Res 2006; 67: 245-250. • Clivio L, Mangano S, Tosato A, Rosas R, Taiana M. Il progetto MAIA, Ricerca & Pratica 2005; n. 121: 39-41. • Clivio L, Mangano S. Progetto MAIA: l'impatto sugli utenti. Ricerca & Pratica 2005; n. 124: 151-156. • Clivio L. Progetto MAIA: Affective Computing. Esprimere emozioni per comunicare con un computer. Ricerca & Pratica 2005; n. 126: 241-243. Giovanna Damia si è laureata in medicina e chirurgia con lode all’Università di Milano. Si è specializzata in Farmacologia presso l’Istituto Mario Negri, e in oncologia all’Università di Milano. Ha lavorato nel Laboratorio di Immunologia Sperimentale del National Cancer Institute, Frederick, USA. Ha lavorato come borsista nel Laboratorio di Chemioterapia Antitumorale dell’Istituto Mario Negri e dall’aprile 2003 è capo dell’Unità di Riparazione del DNA del Dipartimento di Oncologia dell’Istituto Mario Negri. Dal 1992 al1995 è stata consulente della Segreteria Generale del Progetto Finalizzato CNR "Applicazioni Cliniche della Ricerca Oncologica". Dal settembre 2005 è Deputy Editor for Experimental Oncology di European Journal of Cancer. Principali aree di interesse: meccanismo d’azione dei farmaci antitumorali, checkpoints del ciclo cellulare e composti naturali. Principali pubblicazioni • Simone M, Erba E, Damia G, Vikhanskaya F, Di Francesco A M, Riccardi R, Baldeyrou B, Bailly C, Cuevas C, SousaFaro J M F, D'Incalci M. Variolin B and its derivate deoxy-variolin B: New marine natural compounds with cyclindependent kinase inhibitor activity. Eur J Cancer 2005; 41: 2366-2377 RAPPORTO ATTIVITA’ 13 2006 IRFMN • • • • • Carrassa L, Broggini M, Erba E, Damia G. Chk1, but not Chk2, is involved in the cellular response to DNA damaging agents. Differential activity in cells expressing or not p53. Cell Cycle 2004; 3: 1177-1181 Damia G, Broggini M. Improving the selectivity of cancer treatment by interfering with cell response pathways. Eur J Cancer 2004; 40: 2550-2559 Damia G, Broggini M. Cell cycle checkpoint proteins and cellular response to treatment by anticancer agents. Cell Cycle 2004; 3: 46-50 Carrassa L, Broggini M, Vikhanskaya F, Damia G. Characterization of the 5' flanking region of the human chk1 gene. Identification of E2F1 functional sites. Cell Cycle 2003; 2: 604-609 Damia G, Sanchez Y, Erba E, Broggini M. DNA damage induces p53-dependent down-regulation of hCHK1. J Biol Chem 2001; 276: 10641-10645 Eugenio Erba ha ottenuto il diploma di Perito Tecnico Industriale nel 1796. Dal 1971 fa parte dello staff del Laboratorio di Chemioterapia Antitumorale dell'Istituto Mario Negri e dal 1984 è capo dell'Unità di Citometria a Flusso del Dipartimento di Oncologia dell'Istituto Mario Negri di Milano. Nel 1983 ha frequentato per un breve periodo il Dipartimento di Istochimica e Citochimica dell'Università di Leiden, Olanda. Dal 1997 è docente nel Corso di Perfezionamento in Citometria a Flusso dell'Università degli studi di Milano e dal 1989 è coordinatore e docente in numerosi Corsi Teorico-Pratici organizzati da Società, Enti e Università italiane. E' socio fondatore e Presidente del GIC (Società Italiana di Citometria) negli anni 1999/2001 e ad oggi componente del Consiglio Direttivo della stessa Società. La sua esperienza professionale specifica è lo studio del meccanismo d'azione di composti con attività antitumorale e in particolare della valutazione delle perturbazioni del ciclo cellulare mediante tecniche momoparametriche e biparametriche di citometria a flusso. Componente di gruppi di lavoro per la standardizzazione delle misure citometriche con particolare riferimento alla misura del DNA ed alla valutazione dell'attività proliferativa nel GIC. Principali pubblicazioni • Tognon G., Bernasconi S., Celli N., Faircloth G.T. Cuevas C., Jimeno J., Erba E., D’Incalci M. Induction of resistance to Aplidin® in a human ovarian cancer cell line related to MDR expression. Cancer Biology and Therapy, 4(12): 1325-1330 (2005). • Minuzzo M., Ceribelli M., Pitarque-Martì M., Borrelli S., Erba E., di Silvio A., D’Incalci M., Mantovani R. Selective effects of the anti-cancer drug Yondelis (ET-743) on cell-cycle promoters. Mol. Pharmacol., 68: 14961503 (2005). • Simone M., Erba E., Damia G., Vikhanskaya F., Di Francesco A.M., Riccardi R., Bailly C., Cuevas C., Fernandez Sousa-Faro J.M., D’Incalci M. Variolin B and its derivate deoxy-Variolin B: new marine natural compounds with a cyclin-dependent-kinase inhibitor activity. Eur. J. Cancer, 41: 2366-2377 (2005). • Allavena P., Signorelli M., Chieppa M., Erba E., Bianchi G., Marchesi F., Garbi A., Lissoni A., de Braud F., Jimeno J. and D’Incalci M. Anti-inflammatory properties of the novel antitumor agent Yondelis (Trabectedin): inhibition of macrophage differentiation and cytokine production. Cancer REs., 65(7):2964-2971 (2005). • Tognon G., Frapolli G., Zaffaroni M., Erba E., Zucchetti M., Faircloth G.T., M. D’Incalci, Fetal bovine serum, but not human serum inhibits the in vitro cytotoxicity of ET-743 (Yondelis TM; trabectedin). An example of potential problems for extrapolation of active drug concentrations from in vitro studies. Cancer Chemother Pharmacol., 53(1): 89-90 (2004). • Erba E., Cavallaro E., Damia G., Mantovani R., Di Silvio A, Di Francesco A.M., Riccardi R., Cuevas C., Faircloth G.T., D’Incalci M. The unique biological features of the marine product YondelisTM (ET-743, Trabectedin) are shared by its analog ET-637, which lacks the C ring. Oncology Research, 14: 579-587 (2004). Roldano Fossati si laurea con lode in Medicina e Chirurgia, Università di Milano nel 1980, nel 1983 si specializza con lode in Endocrinologia, Università di Verona e nel 1992 si specializza in Statistica Sanitaria, Università di Milano. Consulente presso l’Istituto Mario Negri dal 1983 è, attualmente, responsabile dell’Unità di Oncologia e Ginecologia nel Laboratorio di Ricerca Translazionale e Outcome in Oncologia. Aree di interesse: aspetti statistici e metodologici della ricerca clinica e in particolare degli studi clinici controllati in oncologia; revisione sistematica della letteratura medica. Principali pubblicazioni • Maggioni A, Benedetti Panici P, Dell'anna T, Landoni F, Lissoni A, Pellegrino A, Rossi RS, Chiari S, Campagnutta E, Greggi S, Angioli R, Manci N, Calcagno M, Scambia G, Fossati R, Floriani I, Torri V, Grassi R, Mangioni C.Randomised study of systematic lymphadenectomy in patients with epithelial ovarian cancer macroscopically confined to the pelvis. Br J Cancer. 2006 Sep 18;95(6):699-704. • Maggi R, Lissoni A, Spina F, Melpignano M, Zola P, Favalli G, Colombo A, Fossati R. Adjuvant chemotherapy vs radiotherapy in high-risk endometrial carcinoma: results of a randomised trial. Br J Cancer. 2006 Aug 7;95(3):266-71 RAPPORTO ATTIVITA’ 14 2006 IRFMN • • • • P. Benedetti Panici, A. Maggioni, N. Hacker, F. Landoni, S. Ackermann, E. Campagnutta, K. Tamussino, R. Winter, A. Pellegrino, S. Greggi, R. Angioli, N. Manci, G. Scambia, T. Dell'Anna, R. Fossati, I. Floriani, R.S. Rossi, R. Grassi, G. Favalli, F. Raspagliesi, D. Giannarelli, L. Martella, C. Mangioni. Systematic Aortic and Pelvic Lymphadenectomy versus Resection of Bulky Nodes Only in Optimally Debulked Advanced Ovarian Cancer: A Randomized Clinical Trial J Natl Cancer Inst 97:1-6;2005 Buda A, Fossati R, Colombo N, Fei F, Floriani I, Gueli Alletti D, Katsaros D, Landoni F, Lissoni A, Calzoni C, Sartori E, Scollo P, Torri V, Zola P, Mangioni C. Randomized trial of neoadjuvant chemotherapy comparing paclitaxel, ifosfamide, and cisplatin with ifosfamide and cisplatin followed by radical surgery in patients with locally advanced squamous cell cervical carcinoma: The SNAP01 (Studio Neo-Adjuvante Por. J Clin Oncol 2005; 23: 4137-4145. F.E. Johnson, K.S. Virgo, R. Fossati. Follow-up for patients with colorectal cancer after curative-intent primary treatment. J Clin Oncol 22:1363-65;2004 Roberto Labianca, Roldano Fossati , Alberto Zaniboni, Valter Torri , Silvia Marsoni, Donato Nitti, Lamberto Boffi, Marco Scatizzi, Berardino Tardio, Nicola Mastrodonato, Stefano Banducci, Giampiero Consani, Gianfranco Pancera on behalf of ACOI/GIVIO/GISCAD investigators. Randomized Trial of Intraportal and/or Systemic Adjuvant Chemotherapy in Patients with Colon Carcinoma. J Natl Cancer Inst 96:750-8;2004 Giulia Taraboletti si è laureata con lode in Scienze Biologiche all’Università di Pavia nel 1983 e nel 1986 ha ottenuto la specializzazione in Farmacologia presso l’Istituto Mario Negri di Milano. Ricercatrice dal 1986 al 1988 presso il Laboratory of Pathology, NCI, NIH, Bethesda, Maryland; dal 1988 al 1995 è ricercatrice all’Istituto Mario Negri sede di Bergamo. Dal 1995 è Capo dell’Unità Angiogenesi Tumorale presso i Laboratori di Bergamo. I suoi interessi scientifici includono l’angiogenesi tumorale, gli inibitori endogeni dell’angiogenesi (trombospondina-1) e studi preclinici di composti antiangiogenici e antivascolari, tra cui agenti che legano la tubulina. E’ membro della Metastasis Research Society (MRS, Membro del Direttivo), dell’American Association for Cancer Research (AACR), dell’European Association for Cancer Research (EACR) e della Società Italiana di Cancerologia (SIC). E’ nel comitato editoriale di European Journal of Cancer. Principali pubblicazioni • Taraboletti G, Micheletti G, Dossi R, Borsotti P, Martinelli M, Fiordaliso F, Ryan AJ and Giavazzi R. Potential antagonism of tubulin-binding anticancer agents in combination therapies. Clin Cancer Res, 11: 2720-2726, 2005. • Margosio B., Marchetti D., Vergani V., Giavazzi R., Rusnati M., Presta M., and Taraboletti G. Thrombospondin-1 as a scavenger for matrix-associated fibroblast growth factor-2. Blood 102: 4399-4406, 2003. • Taraboletti G, D’Ascenzo S, Borsotti P, Giavazzi R, Pavan R, and Dolo V Shedding of MMP-2, MMP-9 and MT1MMP as membrane vesicle-associated components by endothelial cells. Am J Pathol,160: 673-680, 2002 • Taraboletti G. Micheletti G, Rieppi M, Poli M, Turatto M, Rossi C, Borsotti P, Roccabianca P, Scanziani E, Nicoletti MI, Bombardelli E, Morazzoni P, Riva A, and Giavazzi R. Antiangiogenic and antitumor activity of IDN 5390, a new taxane derivative. Clin Cancer Res. 8: 1182-1188, 2002 • Taraboletti G., Morbidelli L., Donnini S., Parenti A., Granger H.J., Giavazzi R., and Ziche M.The heparin binding 25 kDa fragment of thrombospondin-1 promotes angiogenesis and modulates gelatinase and TIMP-2 production in endothelial cells. FASEB J., 14: 1674-1676, 2000. • Taraboletti G., Garofalo A., Belotti D., Drudis T., Borsotti P., Scanziani E., Brown P.D., and Giavazzi R. Inhibition of angiogenesis and murine hemangioma growth by batimastat, a synthetic inhibitor of matrix metalloproteinases. J. Natl. Cancer Inst. 87: 293-298, 1995. Paolo Ubezio si è laureato con lode in Fisica nel 1982 presso l'Università degli Studi di Milano e si è specializzato nel 1986 in Ricerca Farmacologica presso l'Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri. Attività formative: Docente delle scuole regionali di Specialista di Ricerca Farmacologica e Tecnici di Ricerca Principali linee di ricerca: i) Sviluppo e studio di modelli di ciclo cellulare; ii) Metodologia e analisi dei dati in citometria a flusso; iii) Valutazione di effetti citostatici e citotossici di farmaci antitumorali, singoli o in combinazione, indirizzata all'ottimizzazione dei trattamenti chemioterapici. Dal 1991 ricopre l'incarico di Capo dell’Unità di Biofisica presso Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri. Principali pubblicazioni • Spinelli, L., Torricelli, A., Ubezio, P., Basse, B. (2006) Modelling the balance between quiescence and cell death in normal and tumour cell popularions Math Biosciences 202: 349-370. • Lupi, M., Matera, G., Branduardi, D., D'Incalci M. and Ubezio, P. (2004) Cytostatic and cytotoxic effects of topotecan decoded by a novel mathematical simulation approach. Cancer Res. 64: 2825-2832. RAPPORTO ATTIVITA’ 15 2006 IRFMN • • • • Matera, G., Lupi, M.,and Ubezio, P. (2004) Heterogeneous cell response to topotecan in a CFSE-based proliferation test. Cytometry 62A:118-128. Ubezio, P. (2004) Unravelling the complexity of cell cycle effects of anticancer drugs in cell populations.Discrete and Continuous Dynamical Systems-Series B 4:323-335. Tomasoni, D., Lupi, M., Bekkal Brikci, F. and Ubezio, P. (2003) Timing the changes of cyclin E cell content in G1 in exponentially growing cells. Exp Cell Res.; 288: 158-167. Montalenti, F., Sena, G., Cappella, P., and Ubezio, P. (1998) Simulating cancer-cell kinetics after drug treatment: Application to cisplatin on ovarian carcinoma. Phys. Rev. E, 57:5877-5887. Massimo Zucchetti si è laureato nel 1982 in Chimica e Tecnologie Farmaceutiche. Dopo la specializzazione in Ricerche Farmacologiche presso l’Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri di Milano, ha lavorato dal 1988 al 1990 nel Laboratorio di Farmacologia Clinica e Farmacocinetica del Dipartimento of Oncologia presso l’Ospedale San Giovanni di Bellinzona, Svizzera. Dal 1996 è capo dell’Unità di Farmacologia Clinica Antitumorale dell’Istituto Ricerche Farmacologiche Mario Negri di Milano. E’ membro del Pharmacology and Molecular Mechanisms Group dell’EORTC (European Organization for Research and Treatment of Cancer) dal 1988 ad oggi. I campi di maggior interesse dove svolge l’attività di ricerca sono: a) Farmacologia Clinica, studi di Fase I e II di nuovi farmaci b) Analisi di farmaci, studi di farmacocinetica e di farmacodinamica c) Studi clinici in GCP e GLP d) Farmacocinetica e studi metabolici di nuovi farmaci in modelli animali e) Studi di interazione farmacocinetica tra farmaci Il Dr Zucchetti è autore o coautore di oltre 70 pubblicazioni scientifiche su argomenti di chemioterapia antitumorale clinica e preclinica. Principali pubblicazioni • Frapolli R., Marangon E., Zaffaroni M., Colombo T., Falcioni C., Bagnati R., Simone M., D’Incalci M., Manzotti C., Fontana G., Morazzoni P., Zucchetti M. Pharmacokinetics and metabolism in mice of IDN 5390 (13-(N-Boc-3-ibutylisoserinoyl)-C-7,8-seco-10-deacetylbaccatin III), a new oral C-seco-taxane derivative with antiangiogenic property effective on paclitaxel-resistant tumors. Drug Metabolism and Disposition, 34(12):2028-2035 (2006). • Rizzari C., Citterio M., Zucchetti M., Conter V., Chiesa R., Colombini A., Malguzzi S., D’Incalci M. Pharmacological study on pegylated asparaginase used in front-line treatment of children with acute lymphoblastic leukemia. Haematologica, 91: 24-31 (2006). • Fruscio R., Lissoni A.A., Frapolli R., Corso S., Mangioni C., D’Incalci M., Zucchetti M. Clindamycin-Paclitaxel pharmacokinetic interaction in ovarian cancer patients. Cancer Chemother. Pharmacol., 58(3): 319-325 (2006). • Gambacorti Passerini C, Zucchetti M, Russo D, Frapolli R, Verga M, Bungaro S, Tornaghi L, Rossi F, Pioltelli P, Pogliani E, Alberti D, Corneo G, D'Incalci M Alpha 1 acid glycoprotein binds to imatinib (STI571) and substantially alters its pharmacokinetics in chronic myeloid leukemia patients Clin Cancer Res 2003; 9: 625-632 • Pratesi G, Laccabue D, Lanzi C, Cassinelli G, Supino R, Zucchetti M, Frapolli R, D'Incalci M, Bombardelli E, Morazzoni P, Riva A, Zunino F IDN 5390: An oral taxane candidate for protracted treatment schedules Br J Cancer 2003; 88: 965-972 • Zaffaroni M, Frapolli R, Colombo T, Fruscio R, Bombardelli E, Morazzoni P, Riva A, D'Incalci M, Zucchetti M High-performance liquid chromatographic assay for the determination of the novel C-Seco-taxane derivative (IDN 5390) in mouse plasma. J Chromatogr B Analyt Technol Biomed Life Sci 2002; 780: 93-98 RAPPORTO ATTIVITA’ 16 2006 IRFMN INTRODUZIONE ALLE ATTIVITA' DEL DIPARTIMENTO Il Dipartimento di Oncologia è formato da tre laboratori sperimentali preclinici (Laboratorio di Farmacologia Antitumorale, Laboratorio di Farmacologia Molecolare e Laboratorio di Biologia e Terapia delle Metastasi) e da quattro laboratori indirizzati a studi di tipo clinico (Laboratorio per lo Sviluppo di Nuove Strategie Farmacologiche, Laboratorio di Sperimentazioni Cliniche, Laboratorio di Ricerca Translazionale e di Outcome in Oncologia e Laboratorio di Ricerca sul Coinvolgimento dei Cittadini in Sanità). In alcuni casi i progetti di ricerca sono stati attuati unicamente da singoli laboratori o unità di ricerca, in altri casi sono attuati attraverso la collaborazione tra diversi laboratori dello stesso dipartimento, di altri dipartimenti o di gruppi esterni all’Istituto (vedi collaborazioni nazionali e internazionali). Le aree di ricerca dei laboratori preclinici riguardano la scoperta, lo studio e lo sviluppo di nuovi farmaci antitumorali e antimetastatici e nuove combinazioni, lo studio della biologia dei tumori indirizzati non soltanto ad acquisire nuove conoscenze scientifiche, ma soprattutto come base per approcci terapeutici più selettivi e per identificare e validare modelli sperimentali adatti per scoprire e studiare farmaci o modalità terapeutiche innovative. Lo sviluppo clinico dei nuovi farmaci, conta sia sulla forte collaborazione alle attività del SENDO (South Europe New Drugs Organization) sia sugli studi condotti dal Laboratorio di Farmacologia Antitumorale, dal Laboratorio di Farmacologia Molecolare e dal Laboratorio di Biologia e Terapia delle Metastasi. Il Laboratorio per lo Sviluppo di Nuove Strategie Farmacologiche, il Laboratorio di Sperimentazioni Cliniche, il Laboratorio di Ricerca Translazionale e di Outcome in Oncologia e il Laboratorio di Ricerca sul Coinvolgimento dei Cittadini in Sanità sono coinvolti nella valutazione degli effetti delle nuove terapie attraverso studi di fase I/II e di fase III comparativa e in studi di efficacia. A livello della Ricerca degli Outcome (Outcome Research), poiché questa implica l’attivazione di studi per conoscere i risultati finali di particolari pratiche sanitarie e di interventi nella pratica clinica, parecchi studi osservazionali e di esito sono stati condotti in collaborazione con Istituzioni sanitarie regionali e nazionali nonché con Società Scientifiche. A livello preclinico e clinico sono stati condotti studi su differenti neoplasie umane, tuttavia la maggior parte delle attività è stata riservata agli studi sui tumori ovarici e più recentemente sui sarcomi delle parti molli. SCOPERTE/RISULTATI PRINCIPALI ET-743 a concentrazioni nanomolari altera i meccanismi di regolazione della trascrizione. Inoltre cellule deficienti nel “Nucleotide Excision Repair” sono meno suscettibili a ET-743 mentre sono ipersuscettibili ai raggi UV e ad altri farmaci antitumorali che danneggiano il DNA. Elaborazione e uso di modelli matematici della crescita tumorale e del trattamento antitumorale per l'interpretazione dei dati sperimentali e la gestione della complessità dei fenomeni biologici coinvolti. Derivazione della relazione teorica tra i fenomeni di proliferazione, quiescenza e "cell loss" che regolano la crescita dei tumori. La Variolina e alcuni suoi derivati hanno mostrato una rapida induzione di apoptosi in diverse RAPPORTO ATTIVITA’ 17 2006 IRFMN linee cellulari tumorali poco suscettibili ad altri farmaci antitumorali agendo come inibitori di chinasi cicline-dipendenti. Mediante analisi di espressione genica, è possibile classificare le pazienti con tumore ovarico in stadio precoce in modo preciso rispetto all’istotipo, al grado di differenziazione e al rischio di recidiva della malattia. L’espressione di una forma troncata della proteina p63 (DNp63) aumenta con l’aumentare della malignità del carcinoma ovarico e pazienti con elevata espressione di DNp63 hanno una prognosi peggiore. DNp63 rappresenta quindi un nuovo target per nuove terapie selettive in questo tumore. E’ stato messo a punto un sistema efficiente per la downregolazione selettiva di CHK1 in vivo mediante siRNA. Il sistema si presta ad analisi di combinazioni di farmaci in vivo e allo studio di nuovi inibitori dei checkpoints. Un derivato delle antracicline, la nemorubicina ha un meccanismo di azione peculiare che la rende particolarmente sensibile in tumori resistenti a farmaci come cisplatino. La combinazione tra i due farmaci risulta in un effetto altamente sinergico. Fibroblasti embrionali e timociti isolati da topi KO per DRAGO mostrano una ridotta risposta al trattamento con diversi agenti antitumorali. Il gene DRAGO è un gene particolarmente responsivo a p73. Analoghi dell’inositolo pentafosfato interferiscono con la fosforilazione dell’akt indotta dalla PI3-kinase e mostrano attività antitumorale in vitro e in vivo. Cellule staminali umane derivate da cordone ombelicale esprimono geni coinvolti nei checkpoint cellulari solo in determinate fasi del differenziamento. E’ possibile che questo sia in relazione con la diversa vulnerabilità delle cellule. L’inibizione della PLC gamma, ottenuta utilizzando siRNA, riduce la crescita tumorale in vivo e la formazione di metastasi. Sono stati identificati geni differentemente espressi dalle cellule endoteliali isolate dai tumori rispetto alle cellule endoteliali dei tessuti sani. E’ stato messo a punto un metodo per l’analisi proteomica, in vivo, di antigeni associati alla vascolatura del tumore. Vescicole derivate dalla membrana plasmatica di cellule tumorali contengono fattori in grado di stimolare l’angiogenesi, tra cui MMP e VEGF. VEGF rilasciato dalle cellule di tumore ovarico stimola l’espressione di MMP9 da parte dell’ospite. Sono state identificate nuove molecole con potenziale attività antineoplastica dirette contro i vasi sanguigni tumorali (“Vascular Disrupting Agents”). La sequenza di somministrazione dei farmaci determina l’efficacia di terapie di combinazione tra agenti con attività antivascolare e chemioterapici che legano la tubulina. E’ stato identificato e caratterizzato un nuovo dominio antiangiogenico della trombospondina RAPPORTO ATTIVITA’ 18 2006 IRFMN (un inibitore fisiologico dell'angiogenesi) che lega il fattore angiogenico FGF-2. L'angiogenesi tumorale, regolata dall'espressione di VEGF e FGF-2, può influenzare la risposta dei tumori alla chemioterapia. Inibitori dei recettori tirosin cinasici (VEGFR, PDGFR, e FGFR) in combinazione con paclitaxel hanno attività sinergica sull’endotelio vascolare. L’inibitore delle istone deacetilasi SAHA aumenta l’effetto citotossico del paclitaxel in cellule di carcinoma ovarico resistenti al paclitaxel. L’effetto è mediato da induzione nell’acetilazione della tubulina. L’espressione di PAR-1 (Protease-activated receptor-1) correla con il fenotipo maligno delle cellule di melanoma. Studio ICON4: lo studio dimostra un miglioramento della sopravvivenza nel carcinoma dell'ovaio in stadio avanzato con l'utilizzo di terapia di seconda linea a base di platino derivati e taxolo. La risposta al trattamento chemioterapico è un buon indicatore surrogato della sopravvivenza in pazienti con carcinoma della cervice localmente avanzato. La chemioterapia adiuvante con lo schema di Vindesina, Mitomicina C e Cisplatino (MVP) nel carcinoma polmonare non a piccole cellule (NSCLC) non ha prodotto un miglioramento della sopravvivenza rispetto alla sola chirurgia. Il sito del progetto PartecipaSalute (www.partecipasalute.it) ha un carattere molto innovativo nel panorama dei siti di italiani di salute poiché introduce, e sviluppa con strumenti ad hoc, il trasferimento di informazioni in modo attivo. Lo studio LYMPHADENECTOMY “ha risolto due decadi di incertezze sul ruolo della linfoadenectomia sistematica nel carcinoma ovarico in stadio avanzato” (editoriale) dimostrando che questo approccio chirurgico non ha un impatto significativo sulla sopravvivenza delle pazienti. Le complicazioni associate alla linfoadenectomia potranno così essere risparmiate a molte pazienti con questa neoplasia. Simili conclusioni sono state ricavate da uno studio pubblicato successivamente e condotto su pazienti con malattia macroscopicamente confinata alla pelvi. Il farmaco Bupropione è in grado di aumentare significativamente la proporzione di pazienti che sono rimasti astinenti al fumo,anche a un anno di follow-up dopo il trattamento farmacologico. I risultati sono da considerarsi importanti in quanto ottenuti con un disegno rigoroso (RCT, in doppio cieco, con placebo) nel setting della medicina generale, e quindi sono immediatamente riferibili a condizioni reali di trattamento. Uno studio randomizzato condotto su pazienti affette da carcinoma dell’endometrio ha dimostrato la sostanziale equivalenza, in termini di sopravvivenza, di un trattamento postoperatorio radioterapico o chemioterapico.Gli specifici punti di forza e le limitazioni dei due approcci terapeutici fa suggerire che l’integrazione di diversi regimi adiuvanti possa comportare un ulteriore progresso nel trattamento di questo tumore. La valutazione epidemiologica del dolore cronico associato a cancro, associata alla descrizione dei profili di trattamento analgesico, derivata da uno studio condotto su tutto l'ambito nazionale, dimostra che a tutt'oggi il trattamento del dolore ha ampi margini di miglioramento, in quanto RAPPORTO ATTIVITA’ 19 2006 IRFMN una quota non trascurabile di pazienti (25%) arriva all’osservazione dei centri specializzati di oncologia, palliazione e terapia del dolore in sostanziale under-treatment, sopratutto per un non ottimale utilizzo di morfina o farmaci oppiacei. La dimostrazione che la maggior parte dei nuovi farmaci anti-tumorali, valutati positivamente dalla Agenzia Europea dei Farmaci (EMEA) e successivamente messi in commercio e prescritti a migliaia di pazienti, in realtà sono stati approvati con un notevole "debito informativo" sul loro effettivo rapporto rischio-beneficio. Infatti, una revisione di tutte le valutazioni condotte da EMEA nell'ultimo decennio ha documentato che nel 40% dei casi le approvazioni erano basate soltanto su studi non randomizzati di Fase II, e che comunque gli endpoints utilizzati negli studi registrativi erano diversi dalla mortalità nel 48% dei casi. L’attività di formazione e informazione svolta con le associazioni di cittadini & pazienti attraverso il progetto PartecipaSalute ha portato alla organizzazione di uno spazio di lavoro – lo spazio Parita (Partecipare alla ricerca insieme alle associazioni) – nel quale vengono discusse le aree grigie della conoscenza identificate dai pazienti come punto di partenza per la messa a punto di veri e propri progetti di ricerca da discutere con la comunità scientifica. Sviluppo e validazione di un nuovo questionario breve, il PGWBI-short adatto ad un utilizzo in ampie popolazioni di cittadini o pazienti. COLLABORAZIONI NAZIONALI ASR, Agenzia Sanitaria Regionale, Bologna AIFA, Agenzia Italiana del Farmaco (Roma) Assessorato Sanità, Regione Emilia Romagna Casa Sollievo della Sofferenza, San Giovanni Rotondo (IRCCS) CNPDS, Centro Nazionale per la prevenzione e Difesa Sociale, Milano CNR IGBE, Pavia CNR, Istituto di Chimica del Riconoscimento Molecolare, Milano Cochrane Collaboration EUROPA DONNA Federazione Italiana Società Scientifiche Fondazione LUVI, Milano Fondazione Nerina e Mario Mattioli Onlus, Milano Fondazione Salvatore Maugeri, Pavia Fondazione SmithKline (FSK), Milano Fondo Edo Tempia, Laboratorio di Farmacogenomica, Biella I.A.S.I., Roma Istituto Clinico Humanitas, Rozzano MI Istituto Dermopatico dell'Immacolata, Roma Istituti Ortopedici Rizzoli, Bologna Istituto dei Tumori di Milano Istituto Europeo di Oncologia (IEO), Milano Istituto di Fisica, Politecnico di Milano Istituto di Genetica Molecolare CNR, Sezione di Istochimica e Citometria, Pavia Istituto Nazionale per la Ricerca sul Cancro (IST), Genova Istituto Regina Elena, Roma Laboratorio Cell factory, Policlinico di Milano Ospedale San Gerardo, Monza, Milano RAPPORTO ATTIVITA’ 20 2006 IRFMN Ospedale San Matteo, Pavia Unità di Tossicologia e Scienze Biomediche, ENEA Centro Ricerche, Roma Università Cattolica del Sacro Cuore, Roma Università di Bari Università di Brescia Università di Chieti Università di L’Aquila Università di Milano Università di Modena e Reggio Emilia Università di Monza Università di Catania Università di Padova Università di Pisa Università di Siena Università “La Sapienza”, Roma Zadig, Agenzia di Giornalismo Scientifico COLLABORAZIONI INTERNAZIONALI ARCAGY (Association de Recherche sur les Cancers Gynécologiques), Francia Breakthrough Breast Cancer Center, Instutite of Cancer Reasearch, Londra, Gran Bretagna Cancer Biomarkers and Prevention Group, University of Leicester, Gran Bretagna Cancer Research UK, Londra, Gran Bretagna Cancerdegradome Consortium, IP 6th FP, EC EORTC, Bruxelles, Belgio EUROPA DONNA European Agency for the Evaluation of Medicinal Products (EMEA), Londra, Gran Bretagna European Regulatory Issues on Quality of life Assessment (ERIQA), Parigi, Francia Genome Institute of Singapore (GIS), Singapore German Cancer Research Center, Division of Toxicology and Cancer Risk Factors, Heidelberg, Germania Goteborg University, Lundberg Laboratory for Cancer Research, Goteborg, Svezia Helios Klinikum Erfurt GmbH, Institute of Pathology, Germania Istituto Oncologico della Svizzera Italiana Johns Hopkins University, USA Ludwig Institute for Cancer Research, Londra, Gran Bretagna National Cancer Center, Singapore Stony Brook University, NY USA Massachusetts General Hospital and Harvard Medical School, USA MD Anderson Cancer Center, Houston, Texas, USA Metastasis Research Lab, University of Liegi, Belgio MRC, Londra, Gran Bretagna National Cancer Institute (NCI), Bethesda and Frederick, MD, USA Ospedale San Giovanni, Bellinzona, Svizzera Paterson Institute for Cancer Research, Manchester, Gran Bretagna Southern Europe New Drug Organization (SENDO), Milano, Italia Stroma Consortium, IP 6th FP, EC Swiss Federal Institute of Technology, Zurigo, Svizzera The Sackler Institute, University College Londra, Gran Bretagna Tumor Biology and Metastasis Institute of Cancer Research, Sutton, Gran Bretagna RAPPORTO ATTIVITA’ 21 2006 IRFMN University College, London Medical School, Londra, Gran Bretagna University of Birmingham, Gran Bretagna University of Cincinnati, USA University of Crete Medical School, Greece University of Newcastle, Gran Bretagna University of Pau, Francia University of Wisconsin, Madison, WI, USA Kyoto University, Giappone Weizmann Institute of Science, Israele PRESENZA IN COMITATI EDITORIALI Attualità in Senologia (Paola Mosconi) British Journal of Cancer (Maurizio D’Incalci) Chemotherapy (Maurizio D’Incalci) Clinical Experimental Metastasis (Raffaella Giavazzi) Current Opinion in Oncologic, Endocrine and Metabolic Drugs (Maurizio D’Incalci) European Journal of Cancer (Maurizio D’Incalci, Raffaella Giavazzi, Massimo Broggini e Giulia Taraboletti) Health and Quality of Life Outcomes (Giovanni Apolone, Paola Mosconi) International Journal of Biological Markers (Raffaella Giavazzi) International Journal for Quality in Health Care (Giovanni Apolone) Journal of Ambulatory Care and Management (Giovanni Apolone) Journal of B.U.ON. (Maurizio D’Incalci) Journal of Experimental Therapeutics and Oncology (Raffaella Giavazzi) Journal of Medicine and the Person (Giovanni Apolone) Journal of Preventive Medicine anf Hygiene (Giovanni Apolone) Molecular Cancer Therapeutics (Maurizio D’Incalci) Oncology Research (Maurizio D’Incalci) Tumori (Maurizio D’Incalci, Raffaella Giavazzi) www.senology.it (Paola Mosconi) www.PartecipaSalute.it (Paola Mosconi) ATTIVITA' DI REVISIONE American Journal of Pathology, Annals of Oncology, Anticancer Drug Design, Anti-cancer Drugs, Biochemical Pharmacology, British Journal of Cancer, British Journal of Pharmacology, British Medical Journal, Cancer Chemotherapy and Pharmacology, Cancer Detection and Prevention, Cancer Letters, Cancer Research, Carcinogenesis, Chemico-Biological Interactions, Clinical & Experimental Metastasis, Clinical Cancer Research, Cytometry, European Journal of Cancer, European Journal of Immunology, Gynecologic Oncology, Health and Quality of Life Outcomes, Intensive Care Medicine, International Journal of Biological Markers, International Journal of Cancer, International Journal for Quality in Health Care, Journal of Ambulatory Care and Management, Journal of Biological Chemistry, Journal of Biological Markers, Journal of Cell Biochemistry, Journal of Clinical Oncology, Journal of Experimental Therapeutics and Oncology, Journal of Medicine and the Person, Journal of the National Cancer Institute, Journal of Neurology, Journal of Preventive Medicine and Hygiene, Journal of the National Cancer Institute, Leukemia, Molecular Cancer Therapeutics, Nature Reviews, PharmacoEconomics, RAPPORTO ATTIVITA’ 22 2006 IRFMN Quality of Life Research, Science, Tumori PRESENZA IN COMMISSIONI NAZIONALI E INTERNAZIONALI Comitato Etico Centro di Riferimento Oncologico, Aviano, PN Comitato Etico Ente Ospedaliero San Paolo, Milano Comitato Etico Istituto Europeo di Oncologia, Milano Comitato Etico Istituto Neurologico Carlo Besta, Milano Comitato Etico Istituto Scientifico Eugenio Medea, Bosisio Parini, LC Comitato Etico Ospedale San Gerardo, Monza, MI Comitato Etico Ospedale Sant’Anna, Como Comitato Etico Ospedale della Valtellina e Valchiavenna, Sondrio Comitato Etico IRCCS MultiMedica, Sesto San Giovanni, Milano Comitato Scientifico, Associazione Italiana Ematologia e Oncologia Pediatrica, Monza, MI Comiato Tecnico-Scientifico, Associazione Italiana per la Ricerca sul Cancro, Milano Comitato di selezione del AACR-Pezcoller International Award for Cancer Research Consiglio Direttivo, Metastasis Research Society (MRS) Consiglio Direttivo, Società Italiana di Cancerologia (SIC) Consiglio Direttivo, Società Italiana di Citometria (GIC) Consiglio Direttivo Areas-CCI National Advisory Board 8th World Congress of Psycho-Oncology Developmental Therapeutics Program, National Cancer Institute (NCI) Decision Network and Executive Committee, South Europe New Drug Organization (SENDO) Executive Board, Europa Donna NHS R&D National Coordinating Centre for Health Technology Assessment, Gran Bretagna Quinquennial Review Committee, Cancer Research UK, Gran Bretagna Scientific Committee, Swiss Cancer League, Svizzera University Medical School of Siena ORGANIZZAZIONE DI EVENTI Meeting: Percorso di formazione alle scelte su ricerca clinica e salute pubblica per membri di associazioni di cittadini e pazienti, 1° Edizione, 2005-2006. Meeting: III Annual Scientific Meeting FP6-STROMA 503233. Parigi (Francia), 25-27 gennaio 2006. Workshop: Progetto " Sostenibilità economico-finanziaria dei servizi sanitari, equità e qualità della cura", CNPDS-Regione Lombardia - Villa Cagnola, Gazzada VA, 10-11 Febbraio 2006 Meeting: “Costruire un ruolo per i pazienti nella ricerca e nel percorso di cura”. Milano, 30 Marzo 2006. Meeting: “International Clinical Trials’ Day”- 1° giornata della ricerca clinica. Centro Congressi Fondazione Cariplo, Milano, 20 maggio 2006. Seminario: “La Diagnosi in medicina dai bisogni all’uso eccessivo” – IEO, Milano, 9 ottobre 2006. RAPPORTO ATTIVITA’ 23 2006 IRFMN PARTECIPAZIONE AD EVENTI CON CONTRIBUTI DEL DIPARTIMENTO Meeting: Biomedical Optics Topical Meeting “Fluorescent imaging of vascular shutdown in vivo”. Fort Lauderdale (USA), 19-23 marzo 2006. Conferenza: 4th Conference on experimental and translational oncology “Tumor VEGF modulates host proteolytic activity during ovarian cancer progression”. Kranjska Gora (Slovenia), 22-26 marzo 2006. Meeting: 97th Annual Meeting AACR “Location of the FGF-2 binding site of thrombospondin1 in the C-terminal cassette”. Washington DC (USA), 1-5 aprile 2006. Meeting: 97th Annual Meeting AACR “Involvement of tubulin acetylation in the antimotility activity of the taxanes paclitaxel and IDN5390”. Washington DC (USA), 1-5 aprile 2006. Meeting: 97th Annual Meeting AACR “Down-regulation of angiogenic growth factor expression affects vascularization without impairing tumor response to chemotherapy”. Washington DC (USA), 1-5 aprile 2006. Meeting: 97th Annual Meeting AACR “Expression of Gonadotropin-Releasing Hormone receptors in human malignant melanomas and regulation of gene expression associated with their antitumor activity”. Washington DC (USA), 1-5 aprile 2006. Meeting: 97th Annual Meeting AACR “Nemorubicin: a doxorubicin-like structure with a novel mechanism of action different from anthracyclines”. Washington DC (USA), 1-5 aprile 2006. Meeting: 97th Annual Meeting AACR “Antitumor activity of a new synthetic camptothecin with the open lacton ring”. Washington DC (USA), 1-5 aprile 2006. Congresso: XIII Congresso Nazionale Società di Cure Palliative “Internet come strumento di ricerca e informazione sul dolore cronico nel paziente con cancro”. Bologna, 26-29 aprile 2006. Conferenza: Sixth ESH Euroconference on Angiogenesis “Protease-activated receptor-1 (PAR1) expression correlates with a malignant phenotype in human melanoma”. Mandelieu (Francia), 13-16 maggio 2006. Workshop: 5th European Workshop on Cell Death “Role of Dnp73alpha on cancer cell growth and response to anticancer treatment in vitro and in vivo” Rolduc (Olanda), 28 maggio-2 giugno 2006. Meeting: 42nd Annual Meeting of the American Society of Clinical Oncology “Randomized trial of Systematic Lymphadenectomy (LY) vs Nodal Sampling (SA) at Second Look Surgery (SLS) in Ovarian Cancer Patients: Final Results”. Atlanta, GA (USA), 2-6 giugno 2006. Meeting: 42nd Annual Meeting American Society of Clinical Oncology “Factors influencing the switch from Tamoxifen (TAM) to Aromatase Inhibitors (AIs) as adjuvant therapy in early breast cancer (EBC) patients (pts). Results from the NORA study” Atlanta, GA (USA), 2-6 giugno 2006. RAPPORTO ATTIVITA’ 24 2006 IRFMN Simposio: 18th Pezcoller Symposium “Identification of new markers expressed by tumor endothelial cells”. Trento, 27-29 giugno 2006. Congresso: 8th World Congress on Gastrointestinal Cancer “How do I follow my patients with colon and rectal cancer after curative resection?” Barcellona (Spagna), 28 giugno –1 luglio, 2006. Meeting: 19th Meeting of the European Association for Cancer Research “Histone deacetylase inhibitor SAHA enhances paclitaxel cytotoxic effect in paclitaxel resistant human ovarian cancer cells”. Budapest (Ungheria), 1-4 luglio 2006. Meeting: 19th Meeting of the European Association for Cancer Research “VEGF released by ovarian cancer cells stimulates host proteolytic activity within the tumor and in distant organs”. Budapest (Ungheria), 1-4 luglio 2006. Congresso: Wonca Europe 2006 Congress “The PartecipaSalute Project”. Firenze, 27-30 agosto 2006. Congresso: 11th International Congress of Metastasis Research Society “Increased host MMP9 expression in tumors and ovaries of mice bearing ovarian carcinoma cells overexpressing VEGF”. Tokushima (Giappone), 3-6 settembre 2006. Congresso: 11th International Congress of Metastasis Research Society “Thrombospondin-1/ FGF-2 interaction in angiogenesis and tumor progression. Tokushima (Giappone), 3-6 settembre 2006. Workshop: EMBO – Stemness: the bright and the dark side “Investigation of the DNA damage response and checkpoints activation in stem cells derived from umbilical cord blood.” Catanzaro, 19-22 settembre 2006. Congresso: 31st ESMO Congress “ERCC1 and RRM1 mRNA expression in resected patients with non- small- cell lung cancer (NSCLC). (a study of the Perugia multidisciplinary team for thoracic tumors) “Research projet AIRC“”. Istanbul (Turchia), 29 settembre -3 ottobre 2006. Congresso: 31st ESMO Congress “Analysis of treatment and prognosis in PT4 early breast cancer patients in the Italian NORA study: outcome research”. Istanbul (Turchia), 29 settembre -3 ottobre 2006. Congresso: 48° Congresso of the Italian Cancer Society (SIC) “VEGF and Matrix Metalloproteinases in ovarian cancer xenografts: cross-talk between tumor and stroma cells”. Bari, 1-4 ottobre 2006. Congresso: 48° Congresso of the Italian Cancer Society (SIC) “Vascular targeting activity of new tubulin-binding imidazole derivatives”. Bari, 1-4 ottobre 2006. Congresso: 48° Congresso of the Italian Cancer Society (SIC) “Identification of novel markers of tumor endothelium”. Bari, 1-4 ottobre 2006. Congresso: 48° Congresso of the Italian Cancer Society (SIC) “EDB/Fibronectin expression in human tumor xenografts: modulation by microenvironment”. Bari, 1-4 ottobre 2006. RAPPORTO ATTIVITA’ 25 2006 IRFMN Congresso: 48° Congresso of the Italian Cancer Society (SIC) “Gonadotropin releasing hormone receptors in human malignant melanomas: gene expression profile associated with their inhibitory activity on cell migration/invasion”. Bari, 1-4 ottobre 2006. Congresso: 48° Congresso of the Italian Cancer Society (SIC) “Quantitative real time PCR analysis of p63 and p73 isoforms expression in human ovarian cancer biopsies.” Bari, 1-4 ottobre 2006. Congresso: 48° Congresso of the Italian Cancer Society (SIC) “Questioning the oncogenic role of Δnp73α in different cell lines expressing p53 or not”. Bari, 1-4 ottobre 2006. Congresso: 48° Congresso of the Italian Cancer Society (SIC) “Molecular mechanisms regulating the G2 checkpoint focussing on CHK1”. Bari, 1-4 ottobre 2006. Congresso: 48° Congresso of the Italian Cancer Society (SIC). “Relationship between antitumor activity of nemorubicin and DNA repair systems”. Bari, 1-4 ottobre 2006. Congresso: 48° Congresso of the Italian Cancer Society (SIC). “Nemorubicin is a nonconventional anthracycline suitable for loco-regional treatment of hepatocellular carcinoma (HCC)”. Bari, 1-4 ottobre 2006. Workshop: Workshop on Molecular Targets for Cancer (EU) “Angiogenesis Inhibitors & Vascular Disrupting Agents: Combination Therapies”. Lussemburgo, 6-7 ottobre 2006. Congresso: The 11th World Congress on Advances in Oncology and 9th International Symposium on Molecular Medicine “Telomerase immortalized fibroblasts as a model system for neoplastic transformation of human cells”. Hersonissos, Creta (Grecia), 12-14 ottobre 2006. Meeting: 14th Cochrane Colloquium “How Cochrane reviews can be used in a dissemination project: preliminary findings from the “PartecipaSalute” project in Italy”. Dublino (Irlanda), 23-26 ottobre 2006. Meeting: 14th Cochrane Colloquium “Lay people empowerment: the “PartecipaSalute” experience”. Dublino (Irlanda), 23-26 ottobre 2006. Simposio: 18th EORTC-NCI-AACR Symposium on Molecular Targets and Cancer Therapeutics “Imidazole derivatives with vascular disrupting activity”. Praga (Repubblica Ceca), 7-10 novembre 2006. Simposio: 18th EORTC-NCI-AACR Symposium on Molecular Targets and Cancer Therapeutics “Antitumor activity of the new aureolic acid derivatives mithramycin SDK and SK in human ovarian cancer xenografts”. Praga (Repubblica Ceca), 7-10 novembre 2006. Simposio: 18th EORTC-NCI-AACR Symposium on Molecular Targets and Cancer Therapeutics “Investigating the role of Nucleotide Excision Repair (NER) in the antitumor activity of Nemorubicin”. Praga (Repubblica Ceca), 7-10 novembre 2006. Simposio: 18th EORTC-NCI-AACR Symposium on Molecular Targets and Cancer Therapeutics “Telomere damage promotes antitumoral activity of the G-quadruplex ligan RHPS4”. Praga (Repubblica Ceca), 7-10 novembre 2006. RAPPORTO ATTIVITA’ 26 2006 IRFMN Simposio: 18th EORTC-NCI-AACR Symposium on Molecular Targets and Cancer Therapeutics “Pharmacokinetic of the novel oral camptothecin gimatecan in women with pretreated advanced breast cancer”. Praga (Repubblica Ceca), 7-10 novembre 2006. Simposio: 18th EORTC-NCI-AACR Symposium on Molecular Targets and Cancer Therapeutics “The atypical retinoid ST1926 is synergistic with cisplatin in human neuroblastoma xenografts”. Praga (Repubblica Ceca), 7-10 novembre 2006. Meeting: Milano New Drugs (IEO) – Angiogenesis, Environment and Stroma: Models, Research and Care “Vascular Targeting”. Milano, 10-11 novembre 2006. Congresso: 8th National Congress of Medical Oncology “Tumor characteristics, treatment modalities and clinical outcome in breast cancer (BC) patients (pts) with 10 or more positive nodes. Results from the NORA study”. Milano, 18-21 novembre 2006. Congresso: 8th National Congress of Medical Oncology “Evaluation of HER2 in serum and tissue: correlation with clinicopathological parameters and outcome in early stage breast cancer patients”. Milano, 18-21 novembre 2006. Congresso: 8th National Congress of Medical Oncology “Impact of recent legislative bills regarding clinical research on ethics committees functioning in Italy”. Milano, 18-21 novembre 2006. Congresso: 8th National Congress of Medical Oncology “The clinical presentation of malignant peritoneal mesothelioma: a multicentric study of 58 cases”. Milano, 18-21 novembre 2006. Congresso: 13th Congress of the European Society of Surgical Oncology “Young (≤45) and old (≥65) early breast cancer (EBCc) patients (pts): two different populations for surgeons? Results from the NORA study”. Venezia, 30 novembre-2 dicembre 2006. Simposio: Annual San Antonio Breast Cancer Symposium “Prognostic value of serum HER-2 in early stage breast cancer (BC) patients”. San Antonio, TX (USA), 14–17 dicembre, 2006. RAPPORTO ATTIVITA’ 27 2006 IRFMN CONTRIBUTI E CONTRATTI Agenzia Italiana del Farmaco AIL Associazione Italiana contro le Leucemie, Padova Amgem SpA, Milano AIRC Associazione Italiana per la Ricerca sul Cancro ASL Padova ASL Provincia di Lodi Astra Zeneca SpA Astra Zeneca UK Bracco Imaging SpA, Milan Centro Cochrane Italiano Chiesi Farmaceutici SpA CNPDS, Centro Nazionale per la prevenzione e Difesa Sociale, Milano CNR Consiglio Nazionale delle Ricerche CNR-MIUR Ministero Istruzione Università e Ricerca Compagnia di San Paolo, Torino CTI Cell Therapeutics, Inc. Cyclacel Ltd. Dompé Eli Lilly Italia SpA Elsevier Science Ltd. EORTC-European Organization for Research and Treatment of Cancer EOS SpA European Commission - 6th Framework Programme (Cancerdegradome, STROMA) FIRB-MIUR Fondo per gli Investimenti della Ricerca di Base-Ministero Istruzione Università e Ricerca FIRC Fondazione Italiana per la Ricerca sul Cancro Fondazione Cassa di Risparmio delle Province Lombarde Fondazione Lu.V.I. Fondazione Nerina e Mario Mattioli Onlus Fondo Edo Tempia Grunenthal, Milano GlaxoSmithKline, Verona Indena SpA Institut de Recherche Pierre Fabre Istituto Superiore di Sanità Italfarmaco Komen Italia Onlus Lottomatica Madaus Srl Medac Merck Sharp & Dome Ministero della Salute NCI –SAIC Frederick Nerviano Medical Science S.r.l. Novartis Farma SpA Optigenex Inc. Pfizer Global Research and Development Pharma Mar, SA RAPPORTO ATTIVITA’ 28 2006 IRFMN Pharminox Ltd, UK Policlinico di Padova / C.O.R. PTC Pharma AG Regione Emilia Romagna Regione Veneto Sara Bet, Roma SENDO-Tech Srl Sigma-Tau SpA Università degli Studi di Padova SELEZIONE PUBBLICAZIONI SCIENTIFICHE APPARSE NELL'ANNO 2006 Gallus S, Fernandez E, Pacifici R, Colombo P, Zuccaro P, Bosetti C, Apolone G, La Vecchia C. Channels of cigarette distribution, price and tobacco consumption in Italy. Prev Med 2006; 42: 132-134. Lupi M, Cappella P, Matera G, Natoli C, Ubezio P. Interpreting cell cycle effects of drugs: the case of melphalan. Cancer Chemother Pharmacol 2006; 57: 443-457. Gallus S, Pacifici R, Colombo P, Scarpino V, Zuccaro P, Bosetti C, Fernandez E, Apolone G, La Vecchia C. Prevalence of smoking and attitude towards smoking regulation in Italy, 2004. Eur J Cancer Prev 2006; 15: 77-81. Mosconi P, Colombo Cinzia, La Bianca R, Apolone G. Oncologists' opinions about research ethics committees in Italy: an update, 2004. Eur J Cancer Prev 2006; 15: 91-94. 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RAPPORTO ATTIVITA’ 29 2006 IRFMN Grosso F, Dileo P, Sanfilippo R, Stacchiotti S, Bertulli R, Piovesan C, Jimeno J, D'Incalci M, Gescher A, Casali P G. Steroid premedication markedly reduces liver and bone marrow toxicity of trabectedin in advanced sarcoma. Eur J Cancer 2006; 42: 1484-1490. Naumova E, Ubezio P, Garofalo A, Borsotti P, Cassis L, Riccardi E, Scanziani E, Eccles S A, Bani M R, Giavazzi R. The vascular targeting property of paclitaxel is enhanced by SU6668, a receptor tyrosine kinase inhibitor, causing apoptosis of endothelial cells and inhibition of angiogenesis. Clin Cancer Res 2006; 12: 1839-1849. Spinelli L, Torricelli A, Ubezio P, Basse B. Modelling the balance between quiescence and cell death in normal and tumour cell populations. Math Biosci 2006; 202: 349-370. Fruscio R, Lissoni A A, Frapolli R, Corso S, Mangioni C, D'Incalci M, Zucchetti M. Clindamycin-paclitaxel pharmacokinetic interaction in ovarian cancer patients. Cancer Chemother Pharmacol 2006; 58: 319-325. 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Elsevier, Amsterdam; 2006 : 101-113 Mosconi P, Patrucco V, Colombo C Il coinvolgimento dei cittadini in sanità Salute e Territorio 2006; 27: 120-125 ATTIVITA' DI RICERCA Laboratorio di Farmacologia Antitumorale Meccanismo d'azione delle Ecteinascidine Un progetto che sta andando avanti da diversi anni riguarda la caratterizzazione dei prodotti naturali di origine marina che posseggono attività antitumorale. In particolare sono continuati studi sugli effetti dell'ET-743 in cellule difettive in alcuni meccanismi di riparo del DNA. In particolare: linee deficienti nella Ricombinazione Omologa (HR) sono molto sensibili al farmaco, linee deficienti per Non Homologous End-Joining (NHEJ) sono solo poco più sensibili, mentre, sorprendentemente, linee deficienti per Nucleotide Excision Repair (NER) sono meno sensibili a ET-743. Mediante citometria a flusso associata a un programma di computer simulation sviluppato nel nostro laboratorio abbiamo dimostrato come cellule NER deficienti subiscano, dopo il trattamento con ET-743, perturbazioni del ciclo cellulare diverse rispetto a cellule NER proficienti, durante le quali vengono presumibilmente attivati diversi e più efficienti meccanismi di riparazione. Altro approccio è lo studio dei meccanismi di riparo del danno al DNA da un punto di vista funzionale, valutando la capacità delle cellule di riconoscere e riparare le rotture della doppia elica con un test di recente introduzione e molto sensibile quale la valutazione della fosforilazione dell’istone H2AX. E’ in corso uno studio in vitro dove, mediante tecniche di citometria a flusso e di immunofluorescenza, viene valutato, in diverse linee cellulari tumorali, il livello di fosforilazione dell’istone H2AX in relazione alla distribuzione delle cellule nelle fasi del ciclo cellulare e all’effetto citotossico indotti dopo trattamento con ET-743. Un nuovo progetto si rivolge allo studio della selettiva azione di ET-743 nei confronti dei liposarcomi mixoidi, una patologia che rappresenta circa il 10% di tutti i sarcomi dei tessuti molli, nel tentativo di chiarire se il significativo effetto antitumorale sia dovuto a una selettiva azione del composto su alterazioni patogenetiche che caratterizzano questa patologia. In particolare si sta cercando di chiarire se e come ET-743 interferisca con le alterazioni trascrizionali di specifici geni dovute alla traslocazione FUS-CHOP, traslocazione che caratterizza i liposarcomi mixoidi, sia con quelle causate dall’interazione ospite e tumore modulando processi infiammatori e angiogenetici. Sono in corso studi per ottenere linee cellulari e xenografts di liposarcomi mixoidi che mostrino le stesse alterazioni molecolari che si osservano in clinica. Meccanismo d'azione delle Varioline Questi composti inducono rapidamente apoptosi in diversi tipi cellulari con un meccanismo ancora da chiarire, inoltre causano perturbazioni del ciclo cellulare con un blocco delle cellule nelle fasi G1 e G2 probabilmente dovuti all’inibizione di cdk. E’ di interesse la scoperta che questi farmaci sono attivi anche su cellule resistenti ad altri prodotti naturali, ad esempio per la iperespressione della proteina Pgp responsabile della “multidrug resistance”. Studi che utilizzano tecniche di analisi d’immagine mediante microscopia confocale hanno dimostrato che RAPPORTO ATTIVITA’ 33 2006 IRFMN la Variolina si localizza soprattutto nel nucleo della cellula. Sono state ottenute due linee cellulari resistenti alla Variolina e sono in corso studi per la caratterizzazione di queste linee resistenti. Combinazione tra farmaci naturali di origine marina e altri farmaci antitumorali Si sono ottenute evidenze di effetto sinergico o additivo di ET-743 somministrato in combinazione con diversi altri farmaci antitumorali quali cisplatino, doxorubicina, camptotechine, e inibitori della Telomerasi. Il contenuto di DNA nei tumori umani dell’ovaio: correlazioni con la clinica Sono stati pubblicati risultati controversi sul significato prognostico della aneuploidia del DNA nel carcinoma ovarico avanzato (stadio III o IV). L’unità di Citometria ha riportato uno degli studi più numerosi della letteratura scientifica indicando che l’aneuploidia nel carcinoma ovarico avanzato non è un fattore prognostico indipendente. In un’ampia casistica di tumori dell’ovaio al I e II stadio è stato misurato, mediante citometria a flusso, il contenuto di DNA e la percentuale di cellule nella fase S del ciclo cellulare. Al contrario di quanto osservato negli stadi avanzati, negli stadi precoci di carcinoma ovarico il contenuto di DNA è risultato essere un fattore prognostico: i casi diploidi hanno una minore probabilità di recidivare. Elaborazione di dati del ciclo cellulare e di combinazione di farmaci L’unità di Biofisica è impegnata in studi teorici e metodologici mirati alla valutazione critica delle attuali tecniche di analisi degli effetti farmacologici su popolazioni cellulari eterogenee. Sono stati costruiti diversi algoritmi di calcolo atti a simulare la proliferazione cellulare a differenti livelli di indagine (dalle interazioni molecolari alla crescita dei tumori solidi in vivo) insieme ai processi di misura. Sono in corso collaborazioni con altri gruppi di ricerca, in cui l’unità si occupa del disegno sperimentale e dell’analisi dei dati in studi in vitro di combinazione di farmaci. In questo settore, sono stati sviluppati diversi programmi di calcolo che consentono un’analisi comparativa dei risultati con i più comuni modelli di interazione farmacologica. Analisi della complessità della risposta di popolazioni cellulari al trattamento con farmaci antitumorali Il progetto si propone di stabilire una connessione tra i meccanismi intracellulari di risposta al trattamento farmacologico e le risultanti alterazioni del ciclo cellulare. A partire dagli effetti dei farmaci sulle singole cellule, si perviene a ricostruire la risposta di una popolazione di cellule, così come misurata dalla citometria a flusso o dai test di inibizione della proliferazione e di sopravvivenza. Il modello adottato per l’analisi e l’interpretazione dei risultati sperimentali è ottenuto dalla combinazione di due modelli matematici. Il primo descrive il ciclo cellulare, utilizzando la teoria matematica della dinamica delle popolazioni strutturate per età. Il secondo modello descrive la risposta al trattamento usando parametri distinti (“descrittori di effetto”), direttamente associati all’arresto, riparo del danno e mortalità in ogni fase del ciclo (G1, S and G2M). Tale approccio consente di ottenere un’interpretazione quantitativa dei risultati sperimentali, superando i limiti degli attuali approcci al problema, inadatti a risolvere la sovrapposizione tra effetti citostatici e citotossici e a stabilire una connessione con i sottostanti eventi collegati alle diverse fasi del ciclo. Applicando la procedura abbiamo dimostrato l’esistenza di una complessa ma biologicamente coerente dipendenza dal tempo e dalla dose di farmaco per ogni descrittore di effetto, in una linea di carcinoma ovarico dopo trattamento con melphalan e doxorubicina. Questi risultati si aggiungono a quelli precedentemente pubblicati su topotecan, cisplatino e taxolo. Alla conclusione del progetto sarà quindi prodotto un database contenente informazioni sulla risposta RAPPORTO ATTIVITA’ 34 2006 IRFMN al trattamento con un numero ristretto di farmaci, ma ricco di informazioni sulle dipendenze dal tempo e dalla dose degli effetti, che consentirà un’intercomparazione diretta tra i più comuni farmaci utilizzati nel trattamento del carcinoma ovarico. Misura delle variazioni del contenuto cellulare di specifiche proteine, durante la progressione nella fase G1, in cellule in crescita esponenziale E’ stato sviluppato un metodo per misurare il contenuto di particolari proteine in singole cellule durante l’attraversamento della fase G1. Nello studio sono stati misurati i livelli di Ciclina E, ma la procedura è applicabile a qualsiasi proteina rilevabile in modo specifico con procedure di immunoistochimica. La sequenza degli eventi in G1 è misurata in cellule in crescita esponenziale, evitando le problematiche e gli artefatti indotti dalle procedure di sincronizzazione. Il metodo si basa su: i) esposizione delle cellule per pochi minuti a bassissime concentrazioni di bromodeoxyuridina (BrdUrd), seguita da raccolta e fissazione delle cellule a diversi tempi; ii) misura contemporanea del contenuto di DNA, BrdUrd e Ciclina E mediante citometria a flusso multiparametrica; iii) analisi dei dati basata sulla teoria della proliferazione di popolazioni asincrone, con durata della fasi variabile. Studi degli effetti antiproliferativi dei farmaci antitumorali mediante Carboxyfluorescein diacetate succinimidyl ester (CFSE) La CFSE è attualmente in uso come tracciante per lo studio della migrazione e proliferazione delle cellule ematopoietiche. Diversi problemi tecnici ne avevano precluso finora l'utilizzo per lo studio dell'attività antiproliferativa dei chemioterapici. Abbiamo analizzato i diversi step critici della procedura, elaborando il modo di superare i potenziali errori. Il progetto è stato portato a termine con successo, consentendo di superare i precedenti limiti della procedura. Il risultato è stato la definizione di una procedura standardizzata di citometria e analisi dei dati per la valutazione della dinamica dei blocchi del ciclo cellulare successivi al trattamento. Il nuovo metodo è stato applicato allo studio del farmaco topotecan, misurando la variabilità di risposta in termini di percentuali di cellule immediatamente bloccate, bloccate dopo una o più divisioni o non colpite dal trattamento. Farmacocinetica di nuovi derivati taxanici Si sono condotti diversi studi a livello preclinico che riguardano dei nuovi derivati taxanici che si differenziano da quelli convenzionali sia dal punto di vista chimico che per la loro attività biologica. Per tre di questi composti si sono valutate le proprietà di biodisponibilità dopo somministrazione orale ed è stato interamente caratterizzato il profilo cinetico e metabolico con metodi analitici originali sviluppati dall’unità di Farmacologia Clinica Antitumorale che prevedono l’utilizzo di tecniche di spettrometria di massa. Essi hanno mostrato attività biologica anche in tumori poco suscettibili ad altri taxani che suggeriscono un potenziale interesse clinico. La possibilità che questi farmaci agiscano attraverso un meccanismo d’azione antiangiogenetico, messo in luce dal Laboratorio di Biologia e Terapia delle Metastasi, richiede necessariamente la valutazione farmacocinetica e farmacodinamica di schemi di trattamento cronici dopo prolungata somministrazione. Farmacocinetica clinica di gimatecan Uno studio condotto in collaborazione con il SENDO ci ha portato a definire le proprietà di farmacocinetica clinica di un nuovo derivato della camptotechina (Gimatecan) in pazienti che partecipano a fasi II di sperimentazione clinica. Uno studio in donne con tumore alla mammella si è appena concluso, mentre l’altro, in pazienti con sarcoma è ancora in corso. I dati fino ad ora ottenuti mostrano che questo composto è rapidamente assorbito dopo somministrazione orale con una lunga emivita che può garantire un’esposizione molto lunga al farmaco. I dati di RAPPORTO ATTIVITA’ 35 2006 IRFMN farmacocinetica saranno correlati con i dati di tipo clinico (tossicità e attività antitumorale) per comprendere la farmacodinamica di questo nuovo farmaco. Studi clinici Imatinib mesylate. La farmacocinetica clinica dell’imatinib è in corso di studio negli adulti e nei bambini con Leucemia Linfoblastica Acuta (LLA) con cromosoma Philadelfia positivo (Ph+). In particolare, abbiamo studiato la biodisponibilità del farmaco e del suo principale metabolita (N-Desmethyl-imatinib) ottenendo per la prima volta dati sulla sua formazione ed esposizione plasmatica nei piccoli pazienti che è risultata essere simile a quella dei pazienti adulti. Abbiamo inoltre osservato che bambini con alti livelli di alfa1-glicoproteina acida (AGP) raggiungevano anche i più alti valori di Cmax e AUC plasmatici del farmaco. I nostri dati, anche se preliminari, suggeriscono che AGP può influenzare la clearance plasmatica del farmaco e che, come per gli adulti, il legame alla proteina deve essere preso in considerazione anche nei bambini. Gemcitabina (dFdC). Questa molecola è un pro-farmaco che per esercitare la sua attività farmacologica deve essere convertito a livello intra-cellullare nel derivato trifosfato attivo dFdCTP. In studi precedenti si era dimostrato che il raggiungimento di concentrazioni plasmatiche di 15 µM era essenziale per ottenere il maggior accumulo di dFdCTP. Scopo del nostro studio era quello di verificare se la somministrazione in infusione costante di gemcitabina, alla velocità di 10 mg/m2/min (a dosi di 600 e 1200 mg/m2) consentiva di raggiungere e mantenere nel tempo la concentrazione plasmatica “target” di 15 µM. A partire dal Gennaio 2006, lo studio è stato condotto in 8 pazienti con tumore polmonare non a piccole cellule in corso di trattamento al Dipartimento di Oncologia dell’Ospedale Santa Chiara di Trento. I risultati da noi appena ottenuti, mostrano che la concentrazione plasmatica di 15 µM è stata raggiunta e mantenuta in tutti i pazienti trattati per 60 minuti alla dose di 600 mg/m2 (range D1: 20.2-25.8 µM; D8: 16.9-28.2 µM ) e in 14 dei 16 cicli somministrati ai pazienti trattati per 120 minuti con 1200 mg/m2 (range D1: 17.1-64.2 µM; D8: 15-39.8 µM). In soli due cicli si sono raggiunte concentrazioni inferiori pari a 12.5 e 12.6 µM. In conclusione i nostri risultati evidenziano come la concentrazione target di 15µM è stata raggiunta con tutte e due le dosi somministrate e mantenuta per un tempo più lungo in seguito all’infusione di gemcitabina di 120 minuti. Attività antitumorale di nuovi farmaci e proprietà farmacocinetiche di combinazioni di farmaci Valutazione dell’attività antitumorale, proprietà farmacocinetiche e tossicità di nuovi farmaci antitumorali “target specifici” (es. diversi inibitori delle kinasi), farmaci antitumorali convenzionali e combinazioni di farmaci in tumori del topo e del ratto e in tumori umani trapiantati in topi immuno-deficenti. Attività antitumorale di composti con nota attività di chemioprevenzione Valutazione del meccanismo d’azione e dell’attività antitumorale di Indolo-3 carbinolo, suoi composti analoghi e diversi isotiocianati di origine naturale. Laboratorio di Farmacologia Molecolare G2 checkpoint del ciclo cellulare E’stato messo a punto un nuovo sistema plasmidico in grado di inibire selettivamente l’espressione di CHK1 in vivo in tumori umani che crescono in topi nudi. Il sistema si è dimostrato efficace nel ridurre l’espressione solo nelle cellule tumorali. Questo sistema permette di far esprimere siRNA solo dopo induzione con tetraciclina ed è perciò uno strumento unico per determinare l’effetto dell’inibizione di CHK1 nei tumori umani che crescono in topi nudi dopo trattamento combinato con farmaci antitumorali. RAPPORTO ATTIVITA’ 36 2006 IRFMN Caratterizzazione di nuovi potenziali geni oncosoppressori Il gene DRAGO identificato e clonato nel nostro laboratorio rimane uno dei progetti più interessanti del gruppo. La caratterizzazione della risposta dei topi KO per il gene ha mostrato che senza il gene drago i topi hanno la stessa sensibilità alle radiazioni ionizzanti. La caratterizzazione della regolazione dell’espressione del gene ha mostrato che non solo DRAGO è un nuovo gene responsivo a p53 ma, all’interno della famiglia di p53, p73 ha una potenza maggiore nell’indurre induzione trascrizionale. DRAGO rappresenta quindi un nuovo target di p73. Caratterizzazione molecolare del carcinoma dell’ovaio E’ stato approfondito lo studio di caratterizzazione molecolare dei tumori ovarici allo stadio I. L’analisi dell’espressione ha portato a una serie interessanti di risultati: è possibile identificare alcuni geni che differenziano i diversi istotitpi del carcinoma ovarico, indicando che precise caratteristiche biologiche e molecolari sono responsabili della diversa morfologia e del comportamento clinico. Questi studi possono portare a identificare target molecolari specifici per le diverse sottoclassi del carcinoma ovarico che hanno una prognosi diversa. E’ possibile identificare pazienti con probabilità di ricaduta rispetto a quelli che non recidivano poiché vi sono alcuni geni in grado di differenziare queste due popolazioni. E’ stato dimostrato che i pazienti con tumore allo stadio I borderline hanno un profilo di espressione del tutto simile a quelli con grado di differenziamento 1 mentre sono ben distinti da un punto di vista trascrizionale da pazienti con tumore di grado 2 e 3. Questo può avere importanti implicazioni per il trattamento eventuale di questa particolare sotto classe di pazienti. Studio dell’espressione di p63 in tumori ovarici p63 appartiene alla famiglia di p53 e il suo ruolo è importante soprattutto nello sviluppo embrionale. Non è ancora chiaro il suo eventuale ruolo come oncosoppressore. Il gene codificante per p63 presenta una complessa organizzazione che porta, tra l’altro, alla formazione di una forma troncata (DNp63) che manca del dominio di transattivazione e che quindi teoricamente può fungere da dominante negativo nei confronti sia di p63 che di p73. E’ stata studiata l’espressione sia della forma intera (TAp63) che della forma DNp63 in circa 90 pazienti con carcinoma ovarico allo stadio iniziale (stadio I) e 90 in stadio avanzato (stadio III). Mentre i livelli di TAp63 non cambiano significativamente tra stadio I e stadio III, i livelli di DNp63 aumentano notevolmente all’aumentare della progressione tumorale. I rapporti tra DNp63 e TAp73 aumentano quindi notevolmente nei pazienti in stadio III rispetto a quelli in stadio I. Ne risulta che i pazienti con elevato rapporto DNp63/TAp63 hanno una peggior probabilità di sopravvivenza. Questo non solo è vero analizzando tutti i pazienti, ma la tendenza è osservabile anche analizzando separatamente i due diversi stadi. I risultati indicano che DNp63 può essere considerato un nuovo target da inibire per questo tipo di tumore. Inibizione del segnale mediato da PI3K/Akt/mTOR In cellule di carcinoma ovarico il gene PI3K è spesso overespresso o mutato, e come risultato questa chinasi risulta costitutivamente attivata. La conseguenza è la presenza di proteine che determinano sopravvivenza cellulare, come Akt, costitutivamente fosforilate e quindi attive. In questo progetto è stata valutata la capacità di inositoli tetra e pentafosfati e di loro analoghi di inibire il reclutamento di Akt in membrana e la sua successiva fosforilazione. IP5 e alcune nuove molecole di sintesi si sono dimostrate in grado di indurre riduzione della fosforilazione di akt e, come conseguenza, di indurre riduzione della crescita cellulare. L’attività di queste molecole non è ristretta al carcinoma ovarico ma è stata estesa ad altri tipi di tumore che presentano attività costitutiva di akt come tumori della mammella e della prostata. Sono state valutate anche le possibilità di combinazione tra inibitori di PI3K e inibitori di mTOR, chinasi a RAPPORTO ATTIVITA’ 37 2006 IRFMN valle di PI3K e akt. E’ stato infatti visto che alcuni inibitori di mTOR inducono una fosforilazione aberrante di akt e l’utilizzo combinato dei due inibitori potrebbe bloccare questi effetti non desiderati. Gli studi in vitro hanno dimostrato che inibitori di PI3K e di mTOR mostrano una attività almeno additiva e aprono la strada quindi a cercare nuovi schemi di trattamento per verificare se la sequenza di combinazione può essere importante per gli effetti antiproliferativi. Oncosoppressori p53 e p73 L’analogo di p53, p73, è noto essere presente in diverse isoforme, derivanti da splicing alternativi a carico della parte c-terminale. Oltre a queste isoforme, ne esiste una, chiamata DNp73, che manca invece del dominio di transattivazione situato nella parte N-terminale della proteina. Questa forma DN di p73 ha funzioni antagonizzanti quelle di p53 e p73. Le forme DNp73 possono poi essere processate per splicing alternativo dando una serie di isoforme con attività biologica non del tutto chiara. Avevamo dimostrato che la forma alfa di DNp73 non modifica né la crescita in vitro e in vivo delle cellule, né la risposta al trattamento con farmaci antitumorali. Sono stati quindi generati cloni cellulari derivati dalla linea di carcinoma del polmone umano H1299 esprimenti dopo induzione la forma beta di DNp73. Questi cloni, che esprimono la beta DNp73 dopo induzione, mostrano interessanti effetti di inibizione della crescita indicando che la presenza di alti livelli di questa particolare isoforma potrebbero avere degli effetti del tutto inattesi sulla proliferazione cellulare. Considerato che i nostri dati ottenuti su analisi di espressione di p73 in carcinoma ovarico indicano che la forma beta di DNp73 è effettivamente presente, i risultati ottenuti assumono un particolare significato e saranno approfonditi per valutare quali sono gli effetti biologici legati alla espressione di questa isoforma e alla sua capacità di indurre arresto della proliferazione cellulare. Meccanismo di azione di nuovi farmaci antitumorali E’ stato caratterizzato il meccanismo di azione di un derivato antraciclinico, la nemorubicina o metossimorfolinodoxorubicina, che presentava uno spettro di attività antitumorale in vitro e in vivo differente da quello della doxorubicina. E’ stato osservato che linee difettive per meccanismi di riparazione del DNA, e in particolare del nucleotide excision repair (NER) sono resistenti al trattamento con questo farmaco. E’ da notare che per la maggior parte dei farmaci che interagiscono con il DNA (tra i quali il cisplatino è l’esempio più rilevante) un difetto di NER si associa ad una elevata sensibilità delle cellule e un possibile meccanismo di resistenza per queste molecole è proprio legato ad un aumento di attività del NER. Nemorubicina si comporta in maniera opposta e linee rese resistenti a questa molecola presentano un attività di NER ridotta risultando molto più sensibili al trattamento con cisplatino. Questi risultati rappresentano il razionale molecolare per una combinazione tra nemorubicina e cisplatino o per un trattamento di questi tumori resistenti al cisplatino con nemorubicina. Caratterizzazione della risposta delle cellule staminali al danno L’uso terapeutico delle cellule staminali è in continuo aumento. Questo progetto studia l’abilità delle cellule staminali isolate dal cordone ombelicale a rispondere all’induzione di stress con particolare enfasi sulla capacità di attivare le proteine checkpoint. Le cellule isolate e mantenute in vitro con cocktail in grado di indurre parziale differenziazione, hanno mostrato un peculiare andamento dei livelli di proteine che controllano il ciclo cellulare. In particolare esiste un momento nello stadio maturativo in cui queste proteine sono presenti e che potrebbe quindi rappresentare la fase in cui queste cellule sono più vulnerabili e devono essere “protette” da danni esterni. La caratterizzazione di questi importanti fenomeni molecolari sarà approfondita. Identificazione di cellule staminali tumorali da tumori ovarici Il progetto si propone di isolare e caratterizzare possibili cellule staminali tumorali di tumori RAPPORTO ATTIVITA’ 38 2006 IRFMN ovarici. Ci sono sempre più numerose evidenze che poche importanti cellule tumorali multipotenti, chiamate cellule staminali tumorali, sono tra le cellule più rilevanti da uccidere nei tumori. Sono presenti normalmente nei tumori come cellule quiescenti, ma sono capaci di generare cellule che crescono rapidamente. L’ipotesi corrente è che le cellule tumorali che si dividono normalmente sono uccise preferenzialmente dalla chemioterapia, mentre quelle staminali sarebbero più difficili da uccidere e sarebbero responsabili delle ricadute dopo trattamento. La possibilità di identificare e caratterizzare le cellule staminali tumorali aprirebbe la via alla selezione di una nuova generazione di molecole capaci di uccidere preferenzialmente queste cellule. Le cellule staminali tumorali sono state già identificate in diversi tumori come quello alla mammella e i tumori ematologigi. Focalizzeremo la nostra attenzione sui tumori ovarici umani mediante l’uso di anticorpi diretti contro proteine marker di superficie per identificare sottopopolazioni rilevanti per i tumori. Laboratorio di Biologia e Terapia delle Metastasi Tumorali Regolazione fisiologica dell'angiogenesi L’angiogenesi, la formazione di vasi sanguigni da vasi preesistenti, gioca un ruolo rilevante nella progressione tumorale. Questo processo è regolato da un delicato bilancio tra fattori proed anti-angiogenici. Ci occupiamo da tempo dello studio dei fattori endogeni che regolano l'angiogenesi. Nel 2006 abbiamo proseguito nello studio della trombospondina-1 (TSP-1), un inibitore endogeno dell'angiogenesi, il cui legame diretto ai fattori angiogenici, in particolare FGF-2 (Fibroblast Growth Factor-2), ne altera la biodisponibilità e inibisce l'attività. Ci occupiamo dello studio del rapporto struttura-funzione dei diversi siti attivi della TSP-1, con lo scopo principale di identificare il sito di legame per FGF-2. Abbiamo inoltre continuato lo studio sul ruolo delle metalloproteinasi della matrice (MMP) nell'angiogenesi e nella progressione tumorale. Nel 2006 si è studiato il cross-talk tra MMP e Vascular Endothelial Growth Factor (VEGF), un fattore che stimola l’angiogenesi e la permeabilità dei vasi, nella progressione del carcinoma ovarico. In particolare è stato valutato se il VEGF prodotto dalle cellule di carcinoma ovarico potesse influenzare l’invasione e l’attività proteolitica sia delle cellule tumorali stesse sia delle cellule dell’ospite. L’analisi dei geni delle cellule dello stroma legati ai processi invasivi e metastatici e modulati dal VEGF tumorale è attualmente in corso. Espressione genica nell’endotelio associato ai tumori: ruolo svolto dal microambiente Capire le differenze qualitative e funzionali tra le cellule endoteliali (EC) dei vasi tumorali e dei vasi normali potrebbe consentire l’identificazione di marcatori selettivi dell’endotelio vascolare associato a stati patologici e/o di nuove molecole bersaglio per lo sviluppo di interventi farmacologici. Abbiamo analizzato il profilo di espressione genica di cellule endoteliali isolate da carcinomi ovarici e da ghiandole surrenali, esposte o no a un ambiente "angiogenico/tumorale" ricostituito in vitro. Utilizzando la tecnologia dei microarray abbiamo valutato l'espressione di circa 12000 geni. L’analisi dei risultati e la loro validazione tramite RealTime PCR ha permesso di confermare che i) l’ambiente è in grado di modulare l’espressione genica dell’endotelio ii) che questo effetto è indipendente dall’origine delle EC; iii) che le EC isolate da tumore presentano differenze di espressione genica rispetto alle EC isolate da tessuto normale. Risultati preliminari suggeriscono che alcuni dei trascritti genici potrebbero essere interessanti come marcatori di endotelio/stroma tumorale, in quanto il loro trascritto è più abbondante in EC isolate da tumore che da tessuto normale. Analisi di ibridazione in situ di tessuti umani -sia neoplastici che non- sembrano indicare che RAPPORTO ATTIVITA’ 39 2006 IRFMN quei trascritti potrebbero essere dei marcatori dell’endotelio tumorale e dei potenziali bersagli selettivi per terapie antivascolari/anti-tumorali. Stiamo preparando i costrutti che ci permetteranno di produrre la proteine specifiche da essi codificate. Il passo successivo sarà selezionare anticorpi diretti contro tali proteine. Modelli preclinici: ruolo di FGF-2 e VEGF nella crescita e vascolarizzazione del tumore L’angiogenesi tumorale è controllata da molteplici fattori prodotti dal tumore stesso e dall’ospite. Sono state generate (in collaborazione con ricercatori dell’Università di Brescia) cellule di carcinoma di una linea di endometrio umano che differiscono per espressione di FGF2 e/oVEGF. Abbiamo mostrato che la crescita e la vascolarizzazione di questi tumori sono influenzate dall’espressione o meno di questi fattori. Ora stiamo studiando come la modulazione dell’espressione dei fattori angiogenici influenza la risposta alla chemioterapia. Abbiamo trovato che anche in tumori in cui i fattori angiogenici sono inibiti i chemioterapici (es. paclitaxel, doxorubicina) si distribuiscono a livello del tessuto tumorale (parametri analizzati con HPC, in collaborazione con l’Unità di Farmacologia Molecolare) e sono in grado di esercitare la loro attività antineoplastica. Stiamo ora studiando quanto questi stessi siano influenzati dal letto vascolare (i.e numero, organizzazione dei vasi) e la composizione dello stroma tumorale in generale. Il ruolo di VEGF nel carcinoma ovarico è stato studiato sul modello A2780/1A9 transfettata con un plasmide trascrivente VEGF121 (cellule VS-1) o con il plasmide in cui la sequenza VEGF121 è inserita in direzione opposta (cellule VAS-3). Nei tumori prodotti da VS-1 nel topo nudo, il carico tumorale correla con i livelli di VEGF nel plasma e nell’ascite e i vasi presentano alterazioni morfologiche e funzionali associate ad un fenotipo angiogenico. Si sta utilizzando questo modello per uno studio il cui scopo sarà determinare se e come la presenza di VEGF nei tumori 1A9VS1 influenza l’espressione genica della componente stromale. In collaborazione con l’Istituto di Patologia della Helios Klinikum (Germany) utilizzando un sistema di microscopia ottica che permette la dissezione dei tessuti (LCM –Laser Capture Microdissection) dalle fettine di tessuto/tumore 1A9VAS3 e 1A9VS1 è stata eliminata la componente propriamente tumorale (parenchima). RNA dello stroma è stato sottoposto a un analisi di espressione genica valendosi dell’ibridazione di micromatrici di DNA (Affymetrix’s GeneChip® Arrays technology). I risultati dell’ibridazione sono in corso di valutazione. Risultati preliminari indicano che 183 trascritti sono “preferenzialmente” espressi dallo stroma di tumori che producono VEGF. Composti Antivascolari Terapie antineoplastiche dirette contro il sistema vascolare dei tumori possono seguire due diverse strategie. La terapia antiangiogenica è volta a prevenire la formazione dei nuovi vasi, mentre la terapia antivascolare ha lo scopo di distruggere selettivamente i vasi già formati nei tumori. Nel 2006 abbiamo proseguito nello studio di composti anti-angiogenici, con particolare interesse per l'analisi dell’azione antiangiogenica dei taxani. Per quanto riguarda i composti anti-vascolari sono state studiate le proprietà di molecole che legano la tubulina (analoghi della colchicina e delle combretastatine) che, causando la depolimerizzazione dei microtubuli, danneggiano selettivamente i vasi sanguigni del tumore, portando alla necrosi della massa tumorale in modelli di neoplasie sperimentali. In collaborazione con il Dipartimento di Chimica dell’Università di Pisa sono state selezionate classi di molecole con tali proprietà. Nel prosieguo ci proponiamo di identificare composti più selettivi e di caratterizzare le proprietà farmacologiche e antineoplastiche. Terapie antineoplastiche combinate L’ottimizzazione delle cosiddette terapie biologiche selettive verso bersagli molecolari in combinazione tra di loro e con i chemioterapici è uno dei principali interessi di questo RAPPORTO ATTIVITA’ 40 2006 IRFMN laboratorio. La principale classe di composti con cui stiamo esplorando questo aspetto, sono gli inibitori dell’angiogenesi. In particolare nel 2006 è stato studiato SU6668, un inibitore dei recettori tirosin chinasici VEGFR2, FGFR1 e PDGFR in combinazione con paclitaxel, su modelli di carcinoma ovarico umano, dove è stata dimostrata una inibizione significativa della disseminazione del tumore nella cavità peritoneale del topo nudo, con miglioramento della sopravvivenza dell’animale. Nel prosieguo dello studio abbiamo dimostrato che SU6668 e paclitaxel inibiscono in modo sinergico la proliferazione delle cellule endoteliali e muscolari lisce, entrambi elementi importanti nella neo-vascolarizzazione. In vivo la combinazione inibisce in modo sinergico la formazione di vasi in modelli preclinici e causa apoptosi delle cellule endoteliali. Abbiamo dimostrato che in terapie di combinazione, l’attività antivascolare di ZD6126, un agente che lega la tubulina, viene bloccata dal pretrattamento con paclitaxel, un altro agente che agisce sulla tubulina, ma con meccanismo opposto a ZD6126. Tuttavia, abbiamo osservato che è possibile ottimizzare lo schema di somministrazione dei due composti in vivo, per prevenire l’interferenza tra i due composti e migliorare notevolmente l’attività antineoplastica della combinazione in modelli sperimentali. Sono in corso studi per razionalizzare la scelta dello schema di trattamento sulla base del meccanismo di azione dei farmaci da combinare. Gli inibitori delle istone deacetilasi rappresentano una classe promettente di agenti antitumorali il cui effetto antitumorale si esplica soprattutto se utilizzati in combinazione con radioterapia e chemioterapia. Per valutare se l’inibizione dell’attività delle istone deacetilasi aumenta la sensibilità al paclitaxel abbiamo studiato l’effetto dell’acido idrossamico suberoylanilide (SAHA) sulle cellule sensibili (1A9) e resistenti (1A9PTX22) al paclitaxel. SAHA induce inibizione della crescita paragonabile tra cellule 1A9 e cellule 1A9PTX22 a concentrazioni micromolari e in maniera dose-dipendente. Il trattamento combinato, con dosi di SAHA e paclitaxel comprese tra l’IC30 e l’IC0, produce un effetto inibitorio della proliferazione cellulare di tipo sinergistico. Questi risultati mostrano che il SAHA ha un’attività antitumorale su cellule di carcinoma ovarico e suggeriscono che SAHA è in grado di ripristinare la sensibilità al paclitaxel di cellule resistenti. Tale effetto non sembra dovuto a blocchi in una qualche fase specifica del ciclo cellulare o all’aumentata apoptosi, bensì è mediato dall’aumento di acetilazione della tubulina. L’espressione di PAR-1 in cellule di melanoma correla con la loro capacità di migrare, invadere e metastatizzare PAR-1 è un recettore della trombina che sembra avere un ruolo centrale nella progressione maligna (metastatizzazione) del melanoma. In uno studio in collaborazione con l’Università di Siena abbiamo visto che cellule isolate da melanoma diagnosticati in stadio avanzato della malattia esprimevano un livello di PAR-1 maggiore rispetto a quelle isolate da stadi precoci. Le cellule di melanoma che esprimono livelli alti di PAR-1 hanno una maggior capacità di migrare (chemiotassi) e di invadere il matrigel (chemoinvasione) e sono in grado di colonizzare i polmoni quando inoculate nel circolo venoso del topo. RAPPORTO ATTIVITA’ 41 2006 IRFMN Laboratorio per lo Sviluppo di Nuove Strategie Farmacologiche Il laboratorio, di recente istituzione, nasce dalla considerazione che l’affacciarsi nello scenario della terapie oncologiche di farmaci con meccanismi d’azione differenti dai chemioterapici tradizionali apre nuove possibilità di cura ma pone nel contempo seri problemi metodologici per quanto riguarda la scelta del disegno più appropriato ed efficiente per la valutazione della loro attività clinica. Il paradigma tradizionale della selezione della dose, basato sulla massima tossicità tollerata e lo screening dell’attività dei farmaci, concentrato sulla valutazione della riduzione della massa tumorale, non sono necessariamente applicabili alla valutazione di nuovi agenti, aventi come bersaglio l’ambiente extracellulare o specifici target molecolari. Lo sviluppo clinico delle terapie antitumorali ‘non citotossiche’ richiede dunque un esame critico dei modelli esistenti e la considerazione di tutti gli aspetti relativi alla conduzione di studi clinici, dai criteri per la selezione della dose, ai metodi per la determinazione e conferma di attività farmacologia, alla validazione di nuove tecnologie e metodi di laboratorio. Da qui l’esigenza di una profonda integrazione della ricerca ‘di screening clinico’ con la ricerca preclinica, per costruire il razionale farmacologico per l’individuazione delle molecole più interessanti, la scelta del dosaggio, le ipotesi di associazioni con altri farmaci e gli indicatori più adatti alla valutazione dell’attività clinica. Accanto a ciò, va di pari passo lo sviluppo di conoscenze e di applicazione di nuovi disegni per gli studi di attività, dall’utilizzo della randomizzazione, alle possibilità di introduzione di gruppi di pazienti trattati con placebo, ai disegni di discontinuazione. Un altro fondamentale momento di ricerca del laboratorio si basa sul riconoscimento che la caratterizzazione genomica dei singoli tumori può ora giocare un ruolo potenzialmente molto rilevante nello sviluppo dei farmaci e nell’individualizzazione dei trattamenti. Tuttavia c’è molta incertezza intorno al ruolo dei biomarcatori nello sviluppo dei farmaci e l’implementazione delle tecnologie genomiche nei clinical trias ed è necessario riuscire a migliorare la metodologia e ad anticipare la valutazione dei biomarkers nelle fasi precoci così da permettere che la ricerca translazionale passi da una semplice ricerca di correlazioni alla produzione di conoscenze sul ruolo predittivo dell’attività clinica dei trattamenti in studio. Interesse primario del laboratorio è dunque l’ottimizzazione della metodologia per la valutazione dell’attività di farmaci citotossici e soprattutto dei farmaci mirati a target molecolari specifici, nonché all’individuazione di fattori predittivi della risposta al trattamento. Laboratorio di Sperimentazioni Cliniche Il Laboratorio di Sperimentazioni Cliniche è coinvolto nella pianificazione, organizzazione e analisi di studi clinici randomizzati in area oncologica, attuati grazie alla collaborazione con un network di oncologi medici. Le aree di maggior interesse comprendono le seguenti patologie neoplastiche: stomaco, colon, mammella e polmone. Carcinoma gastrico Lo studio ITACAS ”Intergruppo Nazionale Adiuvante Gastrico” è uno studio randomizzato, in aperto, multicentrico, sul ruolo della chemioterapia adiuvante nel trattamento del carcinoma gastrico. Obiettivo è quello di confrontare efficacia e sicurezza di un regime fluorouracile/leucovorin (5-FU/LV) verso un trattamento sequenziale di campto (CPT- 11) con 5-FU/LV seguito da taxotere e cisplatino (TXT+CDDP) come terapia adiuvante per l’adenocarcinoma dello stomaco o della giunzione gastroesofagea operato radicalmente. Lo studio, sponsorizzato dall’Istituto Mario Negri, vede il coinvolgimento di 11 gruppi collaborativi oncologici ed è condotto in più di 110 centri sperimentali italiani. Iniziato nel febbraio 2005, l’arruolamento ha incluso già più di 500 pazienti dei circa 1100 previsti. RAPPORTO ATTIVITA’ 42 2006 IRFMN Carcinoma polmonare Il fattore di crescita epidermico (EGFR) è sovraespresso in molti tumori solidi tra cui il tumore del polmone a cellule non piccole (NSCLC) ed è associato alla progressione della malattia e a una cattiva prognosi. Poiché l’EGFR è un promettente target per la terapia tumorale, farmaci che ne impediscano l’attivazione potrebbero essere efficaci in questa neoplasia. Quanto premesso costituisce il razionale per uno studio randomizzato, multicentrico, in doppio cieco, sponsorizzato in Europa dall’EORTC e in Italia dall’Istituto Mario Negri. L’obiettivo è la dimostrazione di un beneficio in termini di sopravvivenza globale e libera da progressione nell’utilizzo del Gefinitib versus placebo, in pazienti con tumore polmonare avanzato non a piccole cellule, che non abbiano manifestato una progressione della malattia dopo una prima linea chemioterapica palliativa. Il reclutamento dello studio, iniziato nell’aprile 2005, è tuttora in corso. Carcinoma del colon E’ in corso di attivazione uno studio clinico randomizzato, di fase III volto a individuare la miglior strategia terapeutica per la terapia adiuvante in pazienti radicalmente operati per carcinoma del colon in stadio II/III. Tale studio, sponsorizzato dalla Fondazione Giscad per la Cura dei Tumori e che vede il supporto dell’Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA), si propone di rispondere ai seguenti due quesiti: 1) Ottimizzazione della durata dello schema FOLFOX-4 (3 mesi o 6 mesi) 2) beneficio dell’aggiunta di Bevacizumab al FOLFOX-4 (proposto solo ai pazienti in stadio III “ad alto rischio” di recidiva) Per entrambi i quesiti, il confronto di efficacia verrà valutato in termini di durata della sopravvivenza senza recidive. Carcinoma della mammella Lo Studio TOP è un progetto che si pone come obiettivo d’incrementare le conoscenze sull’efficacia di Herceptin nel trattamento del carcinoma mammario localmente avanzato o metastatico. Esso comprende due studi multicentrici, randomizzati, in aperto, di fase III, volti a valutare il primo l’impatto sul tempo alla progressione di una terapia di mantenimento con Herceptin verso interruzione della stessa in pazienti già trattate con una trattamento chemioterapico in associazione ad Herceptin, il secondo l’impatto sulla sopravvivenza di una chemioterapia con Herceptin verso sola chemioterapia in pazienti progredite dopo una chemioterapia in associazione ad Herceptin. I risultati di questo studio permetteranno di valutare il rapporto costo/beneficio del trattamento con Herceptin e di ottimizzare le possibilità terapeutiche di tale farmaco, già registrato in Italia, ma utilizzato in assenza di chiari dati clinici di supporto. Lo studio, sponsorizzato dalla Regione Lombardia, vede il supporto dell’Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA). Laboratorio di Ricerca Translazionale e di Outcome in Oncologia Il Laboratorio si occupa prevalentemente di documentare, attraverso la conduzione di studi clinici di fase III randomizzati e di Outcome, l’efficacia e l'impatto di vecchie e nuove strategie diagnostiche e terapeutiche in oncologia, curando in particolare i due momenti traslazionali critici: dalle fasi precoci di ricerca a quelle tardive (RCT) e dagli studi di efficacia alla pratica clinica (Ricerca di Outcome). Al fine di ottimizzare queste attività, ospita nel suo contesto il Centro di Coordinamento di due gruppi multidisciplinari (MANGO e Gruppo di Studio sul Dolore in Oncologia) che coordinano progetti multi-centrici in ginecologia oncologica e nella area della palliazione e una Unità di Informatica per la Ricerca Clinica che sviluppa e applica strumenti per la conduzione di studi clinici innovativi, essenzialmente via web. RAPPORTO ATTIVITA’ 43 2006 IRFMN Carcinoma del colon-retto La valutazione dell’efficacia dei test di screening per le recidive da neoplasia del carcinoma colorettale è stata oggetto di numerose ricerche e di risultati controversi. GILDA è uno studio randomizzato, in aperto, di confronto tra follow-up intensivo e follow-up minimalista nel carcinoma colorettale (stadio B2-C di Dukes mod. sec. aster e coller) dopo trattamento con intenti curativi, che ha l’obiettivo di contribuire a fare chiarezza in questa problematica. La sperimentazione ha come misure di esito la sopravvivenza libera da malattia (in questo caso intesa come anticipazione diagnostica), la sopravvivenza globale, la qualità della vita e la valutazione dei costi diretti e indiretti. E’ attualmente il più grande studio randomizzato mai eseguito che valuti l’efficacia della sorveglianza postoperatoria nel carcinoma colorettale. Lo studio ha chiuso il reclutamento previsto di 1200 pazienti. E' in corso il follow-up dei pazienti e i primi risultati in termini di anticipazione diagnostica e pattern delle recidive sono attesi nel 2008. Astensione dal fumo Il Bupropione, un farmaco antidepressivo, si è dimostrato efficace nella disassuefazione dal fumo quando utilizzato all’interno di un programma intensivo di supporto motivazionale proposto da centri specializzati. Scopo di questo studio è di confermarne l’efficacia in un “setting” di medicina di base, utilizzando una strategia semplificata di colloqui di supporto, senza l’intervento diretto di specialisti psicologi, con un disegno randomizzato in doppio cieco. La popolazione dello studio è composta da fumatori cronici di almeno 10 sigarette al giorno. La fase di trattamento dura 7 settimane con tre visite compresa quella iniziale di arruolamento in studio. La fase di follow-up dura un anno, con due visite. Le misure di esito utilizzate sono l’astinenza continuativa dal fumo e l’astinenza puntuale (almeno sette giorni di astinenza al momento dell’incontro); saranno inoltre valutate variazioni di peso, pressione arteriosa, frequenza cardiaca, l’incidenza degli effetti collaterali. In totale sono stati randomizzati, tra l’aprile 2004 e il maggio 2005, 593 soggetti fumatori da parte di 71 Medici di Medicina Generale (MMG). Le percentuali di soggetti in astinenza continuativa tra la quarta e la settima settimana e tra la quarta settimana e un anno sono risultate significativamente superiori nel gruppo randomizzato a bupropione. L’adesione al protocollo da parte dei MMG e dei soggetti in sperimentazione è risultata eccellente rendendo questi risultati particolarmente “robusti ” e generalizzabili. Si confermano, inoltre, le grandi potenzialità della Medicina Generale nella ricerca clinica, potenzialità che, finora, erano rimaste inespresse per un vuoto legislativo italiano. Progetto linfoangiogenesi Nei paesi occidentali il carcinoma dell’ovaio è la principale causa di morte per neoplasie ginecologiche. La diffusione del tumore primitivo alle stazioni linfonodali risulta essere un fattore prognostico importante sia nelle forme in stadio precoce di questa malattia che nelle forme più avanzate. Questo progetto vuole approfondire i meccanismi patogenetici della diffusione per via linfatica del carcinoma ovarico. Saranno utilizzati due approcci: clinico e sperimentale. Nel primo caso l’attività linfoangiogenetica del tumore primitivo verrà quantificata (stimando il numero di vasi linfatici attraverso la colorazione specifica per LYVE-1 e misurando il contenuto di fattori angiogenetici (VEGFC, VEGFD,VEGFA e i loro recettori VEGFR3, VEGFR2)) e correlata con lo stato dei linfonodi retroperitoneali delle pazienti sottoposte a linfoadenectomia sistematica. Nell’approccio sperimentale saranno utilizzati xenograft di carcinoma ovario umano con espressione elevata di VEGFC al fine di studiare la diffusione linfatica delle cellule tumorali. RAPPORTO ATTIVITA’ 44 2006 IRFMN Il gruppo collaborativo di onco-ginecologia MaNGO MaNGO è l’acronimo per Mario Negri Gynecologic Oncology group. Dall’inizio degli anni ’90 l’Istituto Mario Negri ha collaborato attivamente nella realizzazione di studi clinici nazionali e internazionali in ambito onco-ginecologico. Il gruppo MaNGO si costituisce formalmente nel maggio del 2006 con lo scopo di mantenere questa tradizione scientifica ma di migliorare la visibilità del contributo italiano. MaNGO nasce anche dall’esigenza di poter interagire attivamente con il Gynecologic Cancer Intergroup (GCIG), un network internazionale che attualmente coordina la collaborazione di quindici gruppi provenienti da dieci diverse nazioni. La partecipazione a questo forum internazionale permette di accedere alle più qualificate proposte di ricerca clinica e a sottogruppi di lavoro con specifiche aree di interesse. Attualmente sono stati avviati due studi randomizzati nel carcinoma dell’ovaio in collaborazione con promotori francesi (studio CALYPSO) e belgi (studio TARCEVA). Si stanno avviando le collaborazioni per due studi clinici randomizzati nel carcinoma dell’endometrio con collaboratori olandesi (studio PORTEC3) e tedeschi (studio AGO). Il dolore nei tumori: ricerca di outcome I pazienti con tumori avanzati che nel corso della loro vita avranno bisogno di un trattamento del dolore sono circa il 60-80%. Anche se un effettivo trattamento del dolore è disponibile, diversi studi mostrano che il dolore è sotto-trattato, specialmente in Italia, dove diverse barriere limitano l’uso di farmaci oppiacei. Per aumentare la qualità e l’efficacia del trattamento del dolore nei pazienti con tumore, nel 2004 è stato progettato e lanciato un progetto di ricerca di outcome multi-step. Due aree sono state identificate come rilevanti e importanti: attività di informazione ed educazione e una raccolta di dati prospettica per documentare l’andamento del trattamento e dell’esito. Operazionalmente, sotto la supervisione di un board di esperti alcuni gruppi di lavoro si sono incontrati diverse volte nel 2004 e hanno identificato e selezionato un campione di 100 centri di trattamento di pazienti con tumori avanzati o metastatici e un dolore che poteva essere potenzialmente scelto per uno studio prospettico, inoltre hanno pianificato 3 linee d’intervento da svilupparsi nei seguenti 3 anni (2005-2007): a) informazione e educazione: un prototipo di corso educazionale per professionisti (medici e infermieri) è stato assemblato e testato nel 2005 su un campione di partecipanti (attraverso un corso residenziale approvato dalla Commissione Italiana per la Educazione Continua in Medicina con 26 e 33 crediti per i medici e infermieri), il corso sarà replicato nel 2006 con un maggior numero di partecipanti; b) è stata anche fatta una valutazione critica dell’informazione disponibile sul web (Internet) con la preparazione e la pubblicazione di un meta-sito che faciliti l’uso di risorse selezionate per persone interessate e/o coinvolte in questioni relative al dolore nei tumori (http://www.paincare.it), b) appropriatezza dell’uso dei farmaci: nel 2005 è stata condotta con successo una valutazione del volume e della qualità (appropriatezza) della prescrizione di farmaci analgesici con un grosso data base amministrativo in collaborazione con un’Autorità Sanitaria Italiana locale (ASL Cremona) per testare la fattibilità dell’approccio e nel 2006 l’applicazione sarà sviluppata in un contesto più ampio (Le Marche), c) uno studio di efficacia prospettico, multicentrico, nazionale per testare l’effetto di diverse e alternative strategie analgesiche (quali la morfina orale, il fentanyl, i cerotti di buprenorfina ecc) sugli esiti riportati dai pazienti. Nel contesto di uno studio di efficacia, sarà eventualmente implementato un clinical trial randomizzato che coinvolgerà un gran numero di oncologi, palliativisti e medici generici per testare l’efficacia di diverse strategie analgesiche. Nel 2005 è stato portato a termine con successo uno studio pilota per testare i metodi di studio e la fattibilità in 130 centri reclutando più di 250 casi. Nel corso del 2006 lo studio è stato attivato in circa 120 centri italiani che hanno complessivamente reclutato più di 1700 casi. Un’analisi ad interim dei primi casi reclutati ha permesso di: a) dimostrare la fattibilità del metodo applicato su larga scala (lo studio è stato completamente condotto attraverso una e-CRF di tipo remoto, via web), b) documentare un’ottima performance degli strumenti di misura utilizzati per la prima volta su RAPPORTO ATTIVITA’ 45 2006 IRFMN larga scala (misure del dolore, qualità della vita, soddisfazione ed effetti collaterali); c) confermare la natura ed entità del problema dell’under-treatment in realtà presente in un quarto della casistica reclutata. Dettagli sono presenti nel sito dedicato al progetto http://crc.marionegri.it/cancerpain. Il reclutamento terminerà nel marzo 2007. Una valutazione di popolazione in un intervento per migliorare il trattamento del dolore nei tumori Il proposito del progetto, stabilito nel 2005 sulla base di risultati preliminari delle attività condotte nel contesto del progetto Ricerca di Outcome sopra riassunto, è di valutare l’effetto di un intervento multimodale orientato alla comunità per cambiare la qualità e la quantità dei farmaci analgesici per il trattamento del dolore nei tumori. Il progetto, dopo la fase pilota condotta in una piccola area geografica (Cremona: 350,000 abitanti) sarà condotto in una Regione Italiana (Le Marche: 1,500,000 abitanti). Il progetto, finanziato dall’Agenzia Italiana per la Valutazione dei Farmaci (AIFA), è stato reso operativo a livello locale nel corso del 2006 con la costituzione di diversi gruppi operativi (informatici, clinici, ecc) e sarà implementato nel corso del 2007 attraverso la attivazione dei vari interventi informativi ed informativi sui target di interesse (cittadini, medici ed altri operatori sanitari, pazienti e famigliari). I risultati sono attesi nel 2008. GCPBASE GCPBase è un motore per l’introduzione di dati per i clinical trial sviluppato dall’Unità di Ricerca Computazionale del laboratorio per centralizzare i processi remoti di acquisizione e manipolazione dei dati. Nello sviluppo di questo motore sono stati considerati due aspetti principali: la completa compatibilità con le richieste delle leggi correnti concernenti i requisiti etici e regolatori e l’uso del motore con e senza una connessione Internet (i.e on-line e off-line). Inoltre il progetto di un nuovo studio, come anche ogni stadio della conduzione e del monitoraggio, dovrebbe essere accessibile da personale non tecnico. Ogni transazione viene riportata nel database per tener conto della data di ogni modifica e i dettagli di chi, come e perché ha fatto quelle modifiche. Questi dettagli possono essere accessibili solo dall’amministratore del database per ragioni di debugging e dagli auditors esterni per ragioni di monitoraggio. Un insieme di metadati che includono note per i Ricercatori o i commenti del Data-Manager e campi di stato (p.e. “dato valido”, “da verificare”, “mai disponibile”) sono assegnati automaticamente a ogni oggetto inserito nel database. Questi possono essere riempiti solo da personale autorizzato per ragioni di monitoraggio. Il GCPBase fornisce agli utenti comandi generali per far ricerche nel database, aggiungere nuovi casi, confermare o eliminare i cambiamenti, cancellare i casi. Per ridurre la quantità di memoria richiesta per i dati un’estensione del modello Entità-Attributo-Valore (EAV) è stato usato per designare il database. L’utente deve designare le pagine CRF utilizzando un editor html e specificare gli oggetti da collezionare. Questi oggetti sono usati per designare appropriatamente il database e l’interfaccia utente. A questo scopo abbiamo deciso di lasciare libero l’utente di utilizzare un software commerciale come MS Front Page o Dreamweaver come anche software libero come NVU (http://www.nvu.com). Il sistema GCPBase è stato sviluppato come software libero (con licenza GNU-GPL, vedi http://www.fsf.org/licensing/gpl.html per dettagli) in Java e JavaScript. Altre attività di ricerca Nel 2006 sono state condotte altre attività di ricerca traslazionale orientata al paziente nell’oncologia. Gran parte di questo lavoro riguarda l’inserimento di dati, la conservazione ed altre applicazioni computerizzate per il management di grossi e complessi database di dati biologici e clinici. Oltre alle questioni metodologiche e bio-informatiche, particolare attenzione RAPPORTO ATTIVITA’ 46 2006 IRFMN è stata data alle questioni etiche e legali che riguardano la raccolta, la conservazione e l’utilizzazione di campioni biologici di pazienti e cittadini. Laboratorio di Ricerca sul Coinvolgimento dei Cittadini in Sanità Questo Laboratorio promuove attività di ricerca che portino alla partecipazione di cittadini&pazienti e loro rappresentanze alle scelte e alle decisioni in tema di salute, affiancandoli in un percorso di formazione e informazione che permetta loro di confrontarsi in modo efficace con il mondo medico e scientifico, creando un tavolo di confronto con le organizzazioni scientifiche. Rientrano inoltre nelle linee di ricerca del laboratorio progetti per la valutazione del tipo di informazione fornita su malattia e trattamenti, messa a punto di portali internet sui temi della salute e dell’informazione (www.partecipasalute.it; www.paincare.it); progetti di coinvolgimento di gruppi di pazienti per la pubblicazione di materiale informativo; progetti che riguardano la valutazione della qualità della vita e della salute sia attraverso studi ad hoc su gruppi selezionati di pazienti sia attraverso la messa a punto di questionari. Costruire un’alleanza strategica tra associazioni di pazienti, cittadini e comunità medico scientifica – PartecipaSalute Questo progetto triennale, sostenuto dalla compagnia di San Paolo di Torino, avviato nel settembre 2003, si prefigge di sperimentare iniziative con lo scopo di orientare: - le associazioni dei pazienti e dei cittadini a una maggiore partecipazione e confronto sui temi dell’assistenza sanitaria e delle scelte in medicina; - le organizzazioni professionali e scientifiche a un rapporto costruttivo con pazienti e cittadini e loro associazioni per accogliere e soddisfare le loro istanze e le loro aspettative riguardo alla produzione (ricerca clinica) e alla diffusione delle informazioni scientifiche. Il progetto è interdisciplinare e intende coinvolgere diversi attori: associazioni di pazienti e cittadini, società medico-scientifiche e ricercatori, esperti di comunicazione e divulgazione medico scientifica. Ad una prima fase conoscitiva (indagini con associazioni di pazienti, con la Federazione delle Società Medico Scientifiche, con Comitati Etici), ha fatto seguito un’intensa attività formativa/informativa (incontri, corsi, un percorso di formazione, numerosi interventi pubblici) e alcuni progetti ad hoc. Nel corso del 2006 si sono svolte attività che hanno permesso di: - diplomare 23 rappresentanti di associazioni e membri laici di Comitati etici che hanno seguito un percorso formativo di sei moduli articolato in gruppi di lavoro, lezioni frontali, dibattiti. Il gruppo è tutt’oggi coinvolto nelle attività del progetto attraverso il gruppo GRAL (Gruppo Rappresentanti Associazioni e Laici) - sviluppare uno degli strumenti del progetto, il sito Internet www.partecipasalute.it. Oltre alla consueta attività di aggiornamento di sezioni e rubriche, si è dato avvio alla rubrica “Cure utili, inutili, non si sa” che rappresenta lo sforzo per tradurre in italiano e divulgare i risultati delle revisioni Cochrane - mettere a punto e scrivere, prendendo spunto dalla richiesta di molti rappresentanti di associazioni, una dispensa rivolta ad un pubblico laico sui temi della metodologia della ricerca clinica e dell’ informazione medico-scientifica organizzare lo spazio PARITA “Partecipare alla ricerca insieme alle associazioni” che vuole essere la palestra della ricerca del progetto. Un’indagine condotta con circa 50 associazioni di pazienti ha messo in evidenza la difficoltà di parlare di questo tema ma anche di trovare lo spazio per approfondire aree grigie della ricerca. RAPPORTO ATTIVITA’ 47 2006 IRFMN Internet come strumento di ricerca e formazione sul dolore cronico nel paziente con cancro Nato nell’ambito del progetto «Dolore nel paziente con cancro» - ideato per mettere a disposizione di medici, pazienti e famiglie informazioni corrette sulle terapie del dolore per malati di cancro e produrre prove maggiori sull’efficacia di alcune terapie basate sull’uso di farmaci analgesici - il progetto sviluppa l’area “informazione-educazione” e si articola in due attività principali: - creazione e messa on line di un meta sito che seleziona e cataloga siti che trattano di dolore e relativo periodico aggiornamento http://www.paincare.it; - adattamento dei metodi e degli strumenti della EBM alle risorse disponibili in internet sul tema del dolore cronico nel paziente con cancro. Nel 2006 un questionario definito ad hoc da un gruppo di lavoro multidisciplinare è stato applicato a 133 siti inclusi nel meta sito Paincare. Il questionario è stato distinto in due schede informatiche, applicate rispettivamente a 78 siti di associazioni e 55 siti informativi, in particolare: 30 siti di società scientifiche e mediche, 15 siti di associazioni di pazienti, 8 cataloghi, 24 siti informativi, 10 siti informativi divulgativi, rivolti a pazienti, 33 siti di istituti di ricerca, 6 siti sui farmaci, 7 siti di linee guida. Le due schede hanno aree comuni che riguardano la descrizione generale del sito (autori, sponsor, pubblicità, indirizzo e mail, bollino Hon Code, data di aggiornamento), la descrizione dei contenuti (argomenti pertinenti al resto del sito, obiettivi espliciti, presenza di link esterni, presenza di informazioni per esperti o pazienti, presenza di firma, citazione delle fonti, contenuti aggiornati, descrizione del funzionamento del farmaco), la navigabilità. La scheda per siti informativi ha inoltre domande specifiche sul livello di scientificità dell’informazione. Entrambe sono composte da domande chiuse a tre opzioni - sì, no, non applicabile - e da domande su completezza, scientificità, utilità, comprensibilità, trasparenza, navigabilità dei siti con scala analogo lineare precedute da una serie di indicatori per ciascun aspetto considerato. Quattordici revisori, tra cui 4 pazienti/laici, 4 ricercatori, 3 documentaliste, 1 informatico, 1 psicologo, 1 medico oncologo, hanno rivisto in doppio i 133 siti e hanno compilato la relativa scheda informatica. Un terzo revisore ha rivisto tutto il materiale arrivato e fatta la pulizia dei dati. E’ in corso la revisione delle discordanze di alcune aree e la analisi dei dati. Studio sull’appropriatezza e valutazione di efficacia in oncologia, followup Una tempestiva diagnosi e la successiva terapia chirurgica rimangono il caposaldo della terapia primaria di molte malattie tumorali. L'aggiunta di efficaci terapie adiuvanti ha inoltre permesso di migliorare la sopravvivenza dei pazienti resi liberi da malattia grazie alla chirurgia e ha fornito le basi per impostare programmi di follow-up. In tali programmi, pur in assenza di buone prove sull’efficacia di tali procedure, il follow-up è praticato con l'assunzione che la scoperta anticipata di una recidiva permetta l’attivazione di efficaci terapie e quindi migliori la prognosi, con benefici superiori agli effetti negativi, in termini di salute, consumo di risorse e costi. In alcuni casi, ad esempio nel tumore della mammella e del colon-retto, tale pratica è comunque perseguita nella quotidianità clinica, anche in presenza di studi clinici randomizzati, metaanalisi, conferenze di consenso, autorevoli editoriali e statements di associazioni e società scientifiche che, come minimo, suggeriscono che non esistono evidenti e grandi benefici nel condurre molti esami diagnostici dopo le terapie primarie. Il progetto di ricerca, sostenuto dalla Regione Emilia-Romagna, si è proposto di costruire un network di ricercatori, centri oncologici regionali e associazioni di pazienti che, dopo la revisione della letteratura, condividano un percorso di analisi sulle pratiche di follow-up e sugli esiti ottenuti, impostino linee di ricerca condivise per ottimizzare le attività e la pratica corrente, anche attraverso la produzione di documenti di indirizzo sulle modalità di follow-up più appropriate. Le attività riguardano pazienti con carcinoma della mammella, colon-retto, ovaio e RAPPORTO ATTIVITA’ 48 2006 IRFMN utero (corpo e collo). Nel corso del 2006 è stato organizzato un convegno nazionale sul tema del follow-up e uno workshop sul territorio per confrontare esperienze condotte all’estero sul coinvolgimento del medico di medicina generale. E’ stato inoltre messo a punto il protocollo di un articolato progetto di ricerca che vede la stratificazione delle donne in alto e basso rischio e il conseguente allocamento a una diversa tipologia di follow-up. Il presente progetto è attualmente in fase di valutazione da parte del Ministero della Salute. Conferenza di Consenso sulla Terapia Ormonale Sostitutiva Alla fine del 2006 è stato approvato dalla Compagnia di San Paolo di Torino un progetto per l’organizzazione di una Conferenza di Consenso sulla terapia ormonale sostitutiva. Il progetto si articolerà con gruppi di lavoro multidiscliplinari e porterà alla discussione di un documento di consenso su un tema di salute pubblica ancora estremamente controverso, soprattutto per quanto riguarda le informazioni che vengono fornite a cittadini e pazienti. Progetti di valutazione della qualità della vita Sul tema della valutazione della qualità della vita non sono in corso progetti specifici ma è proseguita l’attività di supporto e coordinamento di altri gruppi che utilizzano strumenti di qualità da noi tradotti e validati, SF-36, SF-12, PGWBI. Nel corso dell’anno è stato periodicamente aggiornato il sito specifico http://crc.marionegri.it/qol. Nel corso del 2006 due nuovi strumenti sono stati validati e resi oggetto di ricerca: il primo è la versione breve del questionario PGWBI, il secondo è la versione rivista e aggiornata del questionario generico SF36 Versione 2. Entrambi i questionari si renderanno disponibili al pubblico entro il primo semestre del 2007. Altri progetti in collaborazione con Laboratori del Mario Negri Il laboratorio è coinvolto in alcuni progetti di ricerca collaborativi: - Progetto di popolazione per migliorare il trattamento del dolore nei tumori (Laboratorio Giovanni Apolone). In accordo al progetto verrà coordinato l’intervento formativo-informativo del progetto sui diversi gruppi di interesse (cittadini, pazienti e loro rappresentanze, medici, infermieri, ecc.); - GILDA (Laboratorio Giovanni Apolone) studio clinico randomizzato sul follow-up dei pazienti con tumore del colon-retto; - Dolore nel tumore (Laboratorio Giovanni Apolone) progetto di studio che analizza il tema dell’informazione e trattamento del dolore nei pazienti con tumore. RAPPORTO ATTIVITA’ 49 2006 IRFMN RAPPORTO ATTIVITA’ 50 2006 IRFMN DIPARTIMENTO AMBIENTE E SALUTE PERSONALE Capo Dipartimento Roberto FANELLI, Dr.Sci.Biol. Laboratorio di Biochimica Analitica Capo Laboratorio Chiara CHIABRANDO, Dr.Sci.Biol. Laboratorio di Chimica e Tossicologia dell’Ambiente Capo Laboratorio Emilio BENFENATI, Dr.Chim. Unità di Igiene Industriale e Ambientale Capo Unità Marco LODI, Per.Chim. Laboratorio di Spettrometria di Massa Capo Laboratorio Enrico DAVOLI, Dr.Sci.Prod.Anim. Laboratorio di Tossicologia della Nutrizione Capo Laboratorio Ettore ZUCCATO, Dr.Med.Chir. Laboratorio di Tossicologia Molecolare Capo Laboratorio Luisa AIROLDI, Dr.Farm. Unità di Bioindicatori Proteici e Genetici Capo Unità Roberta PASTORELLI, Dr.Sci.Biol. Unità del Dipartimento Unità di Strumentazione Analitica Capo Unità Renzo BAGNATI, Dr.Chim. Unità di Valutazione di Rischio degli Inquinanti Ambientali Capo Unità Elena FATTORE, Dr.Sci.Biol. RAPPORTO ATTIVITA’ 51 2006 IRFMN CURRICULA Roberto Fanelli, Capo del Dipartimento Ambiente e Salute dal 1997, Capo Laboratorio 1978-97, Ricercatore 1975-78, Borsista 1965-74 presso l’Istituto Mario Negri. Laurea in Scienze Biologiche (Università Statale di Milano, 1973), Assistant Professor in Biochemistry presso il Baylor College of Medicine (Houston, Texas, 1974-75). Membro della Commissione Consultiva Prodotti Fitosanitari (Ministero Salute), Membro del Panel Scientifico sui Contaminanti della Catena Alimentare (European Food Safety Authority, 2003-2006), iscritto al Registro Nazionale dei Tossicologi Italiani Certificati. Membro Comitato Scientifico Ente Risi. Aree di interesse: sorgenti, diffusione, tossicologia, esposizione umana e valutazione del rischio di contaminanti ambientali persistenti. Rischio ambientale dei prodotti fitosanitari. Sviluppo di metodologie analitiche per l'identificazione di marcatori di esposizione/effetto di sostanze tossiche. Studio del meccanismo dell'azione tossica mediante tecniche di proteomica. Principali pubblicazioni: • Pastorelli R, Carpi D, Campagna R, Airoldi L, Pohjanvirta R, Viluksela M, Hakansson H, Boutros P C, Moffat I D, Okey A B, Fanelli R. Differential expression profiling of the hepatic proteome in a rat model of dioxin resistance: correlation with genomic and transcriptomic analyses. Mol Cell Proteomics 2006; 5: 882-894 • Zuccato E, Chiabrando C, Castiglioni S, Calamari D, Bagnati R, Schiarea S, Fanelli R. Cocaine in surface waters: a new evidence-based tool to monitor community drug abuse. Environ Health 2005; 4: 14 (http://www.ehjournal.net/content/4/1/14 2005) • Pastorelli R, Carpi D, Airoldi L, Chiabrando C, Bagnati R, Fanelli R, Moverare S, Ohlsson C. Proteome analysis for the identification of in vivo estrogen-regulated proteins in bone. Proteomics 2005; 5: 4936-4945 • Zuccato E, Castiglioni S, Fanelli R. Identification of the pharmaceuticals for human use contaminating the Italian aquatic environment. J Hazard Mater 2005; 122: 205-209 • Airoldi L, Magagnotti C, Pastorelli R, Fanelli R. Enzyme polymorphisms influencing the metabolism of heterocyclic aromatic amines. J Chromatogr B Analyt Technol Biomed. Life Sci 2004; 802: 175-181 • Fattore E, Di Guardo A, Mariani G, Guzzi A, Benfenati E, Fanelli R. Polychlorinated dibenzo-p-dioxin and dibenzofurans in the air of Seveso, Italy, 26 years after the explosion. Environmental Science Technology 2003; 37: 1503-1508 Luisa Airoldi, Capo del Laboratorio di Tossicologia Molecolare dal 1994, Capo Unità 1987-93, Ricercatore 1975-86, Tecnico 1965-75 presso l’Istituto Mario Negri. Laurea in Farmacia (Università Statale di Milano, 1975), Postdoctoral fellow presso il Massachusetts Institute of Technology (Cambridge, MA, 1976) e presso la Northwestern University Medical School (Chicago, Il, 1977), Ricercatore presso la Yale University Medical School (New Haven, CT, 1980-81). Aree di interesse: proteomica in tossicologia, con particolare riferimento allo studio delle modificazioni del profilo proteico in tessuti e fluidi biologici animali e umani in risposta all’esposizione a composti tossici. Epidemiologia Molecolare focalizzata sull’identificazione e la misura di indicatori di esposizione e suscettibilità. Cancerogenesi, con particolare attenzione al meccanismo d’azione dei cancerogeni chimici. Principali pubblicazioni: • Pastorelli R, Carpi D, Campagna R, Airoldi L, Pohjanvirta R, Viluksela M, Hakansson H, Boutros P C, Moffat I D, Okey A B, Fanelli R. Differential expression profiling of the hepatic proteome in a rat model of dioxin resistance: correlation with genomic and transcriptomic analyses. Mol Cell Proteomics 2006; 5: 882-894 • Airoldi L, Vineis P, Colombi A, Olgiati L, Dell'Osta C, Fanelli R, et al. 4-Aminobiphenyl-hemoglobin adducts and risk of smoking-related disease in never smokers and former smokers in the European Prospective Investigation into Cancer and Nutrition Prospective study. Cancer Epidemiol Biomarkers Prev 2005; 14: 2118-2124 • Pastorelli R, Carpi D, Airoldi L, Chiabrando C, Bagnati R, Fanelli R, Moverare S, Ohlsson C. Proteome analysis for the identification of in vivo estrogen-regulated proteins in bone. Proteomics 2005; 5: 4936-4945 • Airoldi L, Magagnotti C, Pastorelli R, Fanelli R. Enzyme polymorphisms influencing the metabolism of heterocyclic aromatic amines. J Chromatogr B Analyt Technol Biomed Life Sci 2004; 802: 175-181 • Magagnotti C, Pastorelli R, Pozzi S, Andreoni B, Fanelli R, Airoldi L. Genetic polymorphisms and modulation of 2amino-1-methyl-6-phenylimidazo[4,5-b]pyridine (PhIP)-DNA adducts in human lymphocytes. Int J Cancer 2003; 107: 878-884 • Airoldi L, Orsi F, Magagnotti C, Coda R, Randone D, Casetta G, Peluso M, Hautefeuille A, Malaveille C, Vineis P. Determinants of 4-aminobyphenyl-DNA adducts in bladder cancer biopsies. Carcinogenesis 2002; 23: 861-866 RAPPORTO ATTIVITA’ 52 2006 IRFMN Emilio Benfenati, Capo del Laboratorio di Chimica e Tossicologia dell’Ambiente dal 1997, Capo Unità 1987-97, Ricercatore 1986-87, Borsista 1981-86 presso l’Istituto Mario Negri. Ricercatore presso l’Istituto Biochimico Italiano 1979-81. Laurea in Chimica (Università Statale di Milano, 1979). Membro della Commissione Consultiva Prodotti Fitosanitari (Ministero Salute 1997-99), iscritto all’Ordine Nazionale dei Chimici. Aree d’interesse: Metodi computerizzati per la chimica e la tossicologia: descrittori molecolari; QSAR; predizione della tossicità; studi di metabolismo; caratterizzazione e valutazione di rifiuti, effluenti industriali, emissioni da discariche e inceneritori; integrazione di analisi chimica e dati tossicologici; analisi chimica di composti organici in spettrometria di massa. Principali pubblicazioni: • Lo Piparo E, Koehler K, Chana A, Benfenati E, Virtual screening for aryl hydrocarbon receptor binding prediction, J Med Chem 2006; 49: 5702-5709 • Casalegno M, Sello G, Benfenati E, Top-priority fragment QSAR approach in predicting pesticide aquatic toxicity, Chem Res Toxicol 2006; 19: 1533-1539 • Lo Piparo E, Fratev F, Lemke F, Mazzatorta P, Smiesko M, Fritz J I, Benfenati E, QSAR models for Daphnia magna toxicity prediction of benzoxazinone allelochemicals and their transformationproducts, J Agric Food Chem 2006; 54: 1111-1115 • Mazzatorta P, Cronin M T D, Benfenati E, A QSAR study of avian oral toxicity using supprto vector machines and genetic algorithms, QSAR Combinatorial Science 2006; 25: 616-628 • Viganò L, Mandich A, Benfenati E, Bertolotti R, Bottero S, Porazzi E, Agradi E, Investigating the estrogenic risk along the River Po and its intermediate section, Arch Environ Contam Toxicol 2006; 51: 641-651 • Piclin N, Pintore M, Wechman C, Roncaglioni A, Benfenati E, Chretien J R, Ecotoxicity Prediction by Adaptive Fuzzy Partioning. Comparing Descriptors Computed on 2D and 3D Structures. SAR QSAR Environ Res 2006; 17: 225-251 Chiara Chiabrando, Capo del Laboratorio di Biochimica Analitica dal 1997, Capo Unità 1987-97, Ricercatore 1978-87, Borsista 1975-78 presso l’Istituto Mario Negri. Laurea in Scienze Biologiche (Università Statale di Milano, 1974), Postdoctoral fellow presso il Baylor College of Medicine (Houston, Texas, 1974-75). Diploma post-laurea di Specialista Ricerca Farmacologia (Istituto Mario Negri, 1977). Sviluppo di metodi bioanalitici basati sulla spettrometria di massa e loro applicazione in biochimica, metabolismo, chimica clinica e farmacologia. Identificazione di proteine e peptidi funzionalmente rilevanti in biomedicina. Proteomica in tossicologia. Principali pubblicazioni: • Castiglioni S, Zuccato E, Crisci E, Chiabrando C, Fanelli R, Bagnati R. Identification and measurement of illicit drugs and their metabolites in urban wastewaters by liquid chromatography tandem mass spectrometry (HPLC-MS-MS). Anal Chem 2006, 78: 8421-8429. • Pastorelli R, Carpi D, Airoldi L, Chiabrando C, Bagnati R, Fanelli R, Moverare S, Ohlsson C. Proteome analysis for the identification of in vivo estrogen-regulated proteins in bone. Proteomics. 2005;5:4936. • Zuccato E, Chiabrando C, Castiglioni S, Calamari D, Bagnati R, Schiarea S, Fanelli R. Cocaine in surface waters: a new evidence-based tool to monitor community drug abuse. Environ Health. 2005;4:14. • Chiabrando C, Avanzini F, Rivalta C, Colombo F, Fanelli R, Palumbo G, Roncaglioni MC; PPP Collaborative Group on the antioxidant effect of vitamin E. Long-term vitamin E supplementation fails to reduce lipid peroxidation in people at cardiovascular risk: analysis of underlying factors. Curr Control Trials Cardiovasc Med. 2002;3:5. • Chiabrando C, Rivalta C, Bagnati R, Valagussa A, Durand T, Guy A, Villa P, Rossi JC, Fanelli R. Identification of metabolites from type III F2-isoprostane diastereoisomers by mass spectrometry. J Lipid Res. 2002;43:495. • Chiabrando C, Valagussa A, Rivalta C, Durand T, Guy A, Zuccato E, Villa P, Rossi JC, Fanelli R. Identification and measurement of endogenous beta-oxidation metabolites of 8-epi-Prostaglandin F2alpha.J Biol Chem. 1999 Jan 15;274:1313. RAPPORTO ATTIVITA’ 53 2006 IRFMN Enrico Davoli, Capo del Laboratorio di Spettrometria di Massa dal 1997, Capo Unità 1994-97, Ricercatore 1989-94, Borsista 1985-87 presso l’Istituto Mario Negri. Fellow presso USDA, Beltsville, MD 1977-78. Laurea in Scienze della Produzione Animale (Università Statale di Milano, 1983), Diploma post-laurea di Specialista Ricerca Farmacologia, Istituto Mario Negri (1988), Postdoctoral fellow presso l’Università del Nebraska (Lincoln, Nebraska, 1987-88) e presso la Università del Colorado (Denver, Colorado, 1988). Membro dell'Associazione Americana di Spettrometria di Massa e della Commissione Ambiente e Sicurezza di IGQ e della Commissione ETS (Emission Trading System) per i gas a effetto serra. Membro del Comitato Scientifico del Centra Ricerca Nazionale sulle Biomasse. Aree di interesse: aspetti analitici e tecnologici della ricerca in campo ambientale, biochimico e tossicologico. Studi ambientali sulla qualità dell'aria per aspetti legati all'inquinamento e per problemi di molestie olfattive. Principali pubblicazioni: • Riservato M, Rolla A, Davoli E . An isotopic dilution approach for 1,3-butadiene tailpipe emissions and ambient air monitoring. Rapid Commun Mass Spectrom 2004; 18: 399-404 • Davoli, L. Cappellini, M. Moggi and R. Fanelli. Automated, high speed analysis of selected organic compounds in urban air by on line isotopic dilution cryofocussing GC/MS. J. Am. Soc. Mass Spectrometry. 5: 1001-1007.1994 • E. Davoli, L. Cappellini, M. Moggi S. Ferrari and R. Fanelli. On-Line Monitoring of Benzene Air Concentrations While Driving in Traffic by Isotopic Dilution GC/MS. Int. Arch. Occup. Environ. Health 1996; 68: 262-267 • E. Davoli, L. Cappellini, R. Fanelli, M. Bonsignore, M. Gavinelli. On-Site Analysis of World War II Cylinders and Barrels with Unknown Contents. Field Anal. Chem. Technol. 2001; 5: 313-319 • E. Davoli, L. Gangai, P. Morselli, D. Tonelli, Characterisation of Odorant emissions from Landfills by SPME and GC/MS. Chemosphere 2003; 51: 357-368 • E. Davoli, M. Giavini, S. Somaschini, L. Gangai, D. Tonelli, P. Morselli. A Mass Spectrometric Approach in Odour Impact Assessment. (CD-ROM VERSION) in: Integrated Resources Management, 6TH World Congress EMPA, Geneva, Switzerland, February 12-15. 2004 Ettore Zuccato, Capo del Laboratorio di Tossicologia della Nutrizione dal 2005, Capo Unità 1997-2005, Ricercatore 1986-97, Tecnico 1980-86, Borsista 1975-80 presso l’Istituto Mario Negri. Laurea in Medicina e Chirurgia (Università Statale di Milano, 1986), Diploma di Specializzazione in Scienza dell’Alimentazione (Università Statale di Milano, 1999). Postdoctoral fellow presso il King’s College School of Medicine (London, UK, 1988-89). Membro dell'Associazione Specialisti in Scienza dell’Alimentazione, esperto EMEA, membro supplente della Commissione Consultiva per i Prodotti Fitosanitari. Aree di interesse: contaminanti chimici negli alimenti e rischi per la salute umana. OGM, allergie alimentari, tossinfezioni e nuove tematiche alimentari. Organizzazione di sistemi on line di comunicazione del rischio per i consumatori. Attività regolatorie dei prodotti fitosanitari nell’UE. Inquinamento ambientale da farmaci e rischi per la salute umana e per l’ambiente. Analisi delle droghe d’abuso nell’ambiente e stima dei consumi nella popolazione. Principali pubblicazioni: • Castiglioni S, Zuccato E, Crisci E, Chiabrando C, Fanelli R, Bagnati R. Identification and measurement of illicit drugs and their metabolites in urban wastewaters by liquid chromatography tandem mass spectrometry (HPLC-MS-MS). Anal Chem 2006, 78: 8421-8429. • Pomati F, Castiglioni S, Zuccato E, Fanelli R, Rossetti C and Calamari D. Effects of Environmental Contamination by Therapeutic Drugs on Human Embryonic Cells. Environ. Sci. Technol. 2006, 40, 2442-2447. • Zuccato E, Calamari D, Castiglioni S, Chiabrando C, Bagnati R, Fanelli R. Cocaine in surface water: a new evidencebased tool to monitor community drug abuse. Environmental Health: A Global Access Science Source 2005, 4:14 • Calamari D, Zuccato E, Castiglioni S, Bagnati R, Fanelli R. Strategic survey of therapeutic drugs in the rivers Po and Lambro in northern Italy. Environ Sci Technol 2003; 37: 1241-1248 • Zuccato E, Calamari D, Natangelo M, Fanelli R. Presence of therapeutic drugs in the environment. Lancet 2000; 355: 1789-1790 • Zuccato E, Calvarese S, Mariani G, Mangiapan S, Grasso P, Guzzi A, Fanelli R. Level, sources and toxicity of polychlorinated biphenyls in the Italian diet. Chemosphere 1999; 38 (12): 2753-2765. RAPPORTO ATTIVITA’ 54 2006 IRFMN Renzo Bagnati, Capo dell’Unità di Strumentazione Analitica dal 2005, Ricercatore 1992-2005, Borsista 1986-92 presso l’Istituto Mario Negri. Laurea in Chimica (Università di Torino, 1985), Diploma post-laurea di Specialista in Ricerca Farmacologia, Istituto Mario Negri (1989). Aree di interesse: spettrometria di massa applicata all'analisi di sostanze biologiche e di interesse ambientale (proteine, peptidi, ormoni, farmaci, droghe, pesticidi). Principali pubblicazioni: • Castiglioni S, Zuccato E, Crisci E, Chiabrando C, Fanelli R, Bagnati R. Identification and measurement of illicit drugs and their metabolites in urban wastewater by liquid chromatography-tandem mass spectrometry. Anal Chem 2006; 78: 8421-8429. • Castiglioni S, Bagnati R, Fanelli R, Pomati F, Calamari D, Zuccato E. Removal of pharmaceuticals in sewage treatment plants in Italy. Environmental Science Technology 2006; 40: 357-363. • Zuccato E, Chiabrando C, Castiglioni S, Calamari D, Bagnati R, Schiarea S, Fanelli R. Cocaine in surface waters: a new evidence-based tool to monitor community drug abuse. http://www.ehjournal.net/content/4/1/14 2005. • Pastorelli R, Carpi D, Airoldi L, Chiabrando C, Bagnati R, Fanelli R, Moverare S, Ohlsson C. Proteome analysis for the identification of in vivo estrogen-regulated proteins in bone. Proteomics 2005; 5: 4936-4945. • Bagnati R, Ramazza V, Zucchi M, Simonella A, Leone F, Bellini A, Fanelli R. Analysis of dexamethasone and betamethasone in bovine urine by purification with an 'on-line' immunoaffinity chromatography-HPLC system and determination by GC-MS. Anal Biochem 1996; 235: 119-126. • Davoli E, Fanelli R, Bagnati R. Purification and analysis of drug residues in urine samples by on-line immunoaffinity chromatography/high-performance liquid chromatography/continuous-flow fast atom bombardment mass spectrometry. Anal Chem 1993; 65: 2679-2685. Elena Fattore, Capo dell’Unità di Valutazione di Rischio degli Inquinanti Ambientali dal 2005, Ricercatore 2001-04, Borsista 1991-1997 presso l’Istituto Mario Negri. Laurea in Scienze Biologiche (Università Statale di Milano, 1991), Diploma post-laurea di Specialista Ricerca Farmacologica (Istituto Mario Negri, Milano, 1994), Postdoctoral fellow presso il National Institute of Environmental Medicine, Karolinska Institutet (Stoccolma, Svezia, 1998-2000). Membro del Gruppo di Lavoro per la Sorveglianza dell’Esposizione a Interferenti Endocrini, Comitato Nazionale per la Biosicurezza e le Biotecnologie, Presidenza del Consiglio dei Ministri. Aree di interesse: valutazione della contaminazione ambientale, dell’esposizione e del rischio tossicologico per l’uomo e l’ambiente dovuto alla presenza di inquinanti organici persistenti con particolare interesse a diossine e composti diossino-simili. Principali ubblicazioni: • Fattore E, Fanelli R, Turrini A, Di Domenico A. Current dietary exposure to polychlorodibenzo-p-dioxins, polychlorodibenzofurans, and dioxin-like polychlorobiphenyls in Italy. Mol Nutr Food Res 2006; 50: 915-921 • Fattore E, and Fanelli R. Exposure Assessment to Dioxins of People Living in the Seveso (Italy) Area. In: Trends in Agriculture and Soil Pollution Research. J.V. Livingston Ed., 2005, pp. 79-94. • Fattore E, Guardo A, Mariani G, Guzzi A, Benfenati E, Fanelli R. Polychlorinated Dibenzo-p-Dioxins and Dibenzofurans in Air of Seveso, Italy, 26 years after the accident. Environ Sci Technol 2003; 37: 1503-1058 • Fattore E, Fanelli R, La Vecchia C. Persistent organic pollutants in food: Public health and implications. J Epidemiol Community Health 2002; 56: 831-832. • Fattore E, Trossvik C, Håkansson H. Relative potency values derived from hepatic vitamin A reduction in male and female Sprague-Dawley rats following subchronic dietary exposure to individual polychlorinated dibenzo-p-dioxin and dibenzofuran congeners, and a mixture thereof. Toxicol Appl Pharmacl 2000; 165: 184-194 • Fattore E, Benfenati E, Mariani G, Fanelli R, Evers E H. Pattern and Sources of Polychlorinated dibenzo-p-dioxins and Dibenzofurans in Sediment from Venice Lagoon. Environ Sci Technol 1997; 31: 1777-1784 RAPPORTO ATTIVITA’ 55 2006 IRFMN Marco Lodi, Capo dell’Unità d’Igiene Industriale ed Ambientale dal 2002, Consulente 1997-2002 presso l’Istituto Mario Negri. Diploma di Perito Chimico Industriale (ITIS “Ettore Molinari”, Milano, 1974). Iscritto all’AIDII (Associazione Italiana degli Igienisti Industriali e per l’igiene industriale e per l’ambiente) riconosciuta dall’ACGIH (American Conference of Governmental Industrial Hygienist). Membro di diverse commissioni tecnico-scientifiche per la messa a punto di metodologie analitiche (tra cui UNI ed UNICHIM). Aree di interesse: sorgenti emissive, diffusione ambientale, tossicologia, esposizione umana e valutazione del rischio di contaminanti ambientali persistenti. Rischio ambientale dei prodotti chimici inquinanti. Sviluppo di metodologie di campionamento d’inquinanti tossici per l’ambiente e per l’uomo. Principali pubblicazioni: • Grosso M, Cernuschi S, Palini E, Lodi M, Mariani G. PCDD/Fs release during normal and transient operation of a full scale MSWI plant. Organohalogen Compounds 2004; 66: 1243-1249 • Benfenati E, Mariani G, Lodi M, Reitano G, Fanelli R. Is bioexsiccation releasing dioxins? Organohalogen Compounds 2004; 66: 955-961 • Benfenati E, Mariani G, Lodi M, Reitano G, Fanelli R. Is bioexsiccation releasing dioxins? Organohalogen Compounds 2004; 66: 955-961 • Fattore E, Mariani G, Guzzi A, Di Guardo A, Benfenati E, Lodi M, Fanelli R. Air dioxin concentrations in Seveso area. In: Halogenated Environmental Organic Pollutants, 18th. Symp., Stockholm, Sweden, august 17-21, 1998. 1998 : 237240 • Benfenati E, Mariani G, Schiavon G, Lodi M, Fanelli R. Diurnal, weekly and seasonal air concentrations of PCDD and PCDF in an industrial area. Fresenius Journal Analytical Chemistry 1994; 348: 141-143 • Benfenati E, Pastorelli R, Castelli M G, Fanelli R, Carminati A, Farneti A, Lodi M. Studies on the tetrachlorodibenzo-pdioxins (TCDD) and tetrachlorodibenzofurans (TCDF) emitted from an urban incinerator. Chemosphere 1986; 15: 557561 Roberta Pastorelli, Capo dell’Unità di Bioindicatori Proteici e Genetici dal 2004, Ricercatore 19922003, Borsista 1983-92 presso l’Istituto Mario Negri. Laurea in Scienze Biologiche (Università Statale di Milano, 1982). Diploma post-laurea di Specialista Ricerca Farmacologia (Istituto Mario Negri, 1986). Postdoctoral fellow presso il Massachusetts Institute of Technology, Cambridge, MA (1987-89 e 1991). Aree di interesse: proteomica in tossicologia: studio di profili d’espressione proteica e loro variazioni indotte da composti tossici ambientali in vari comparti biologici allo scopo di definire aspetti meccanicistici di rilevanza tossicologica e di caratterizzare i rischi biologici/tossicologici. Particolare attenzione è rivolta a molecole quali diossine, estrogeni e cancerogeni ambientali. Farmacogenetica: influenza di polimorfismi genetici nelle diverse risposte individuali a composti tossici e cancerogeni. Principali pubblicazioni • Pastorelli R, Carpi D, Campagna R, Airoldi L, Pohjanvirta R, Viluksela M, Hakansson H, Boutros P C, Moffat I D, Okey A B, Fanelli R. Differential expression profiling of the hepatic proteome in a rat model of dioxin resistance: correlation with genomic and transcriptomic analyses. Mol Cell Proteomics 2006; 5: 882-894 • Pastorelli R, Carpi D, Airoldi L, Chiabrando C, Bagnati R, Fanelli R, Moverare S, Ohlsson C.Proteome analysis for the identification of in vivo estrogen-regulated proteins in bone. Proteomics 2005; 5: 4936-4945 • Airoldi L, Magagnotti C, Pastorelli R, Fanelli R. Enzyme polymorphisms influencing the metabolism of heterocyclic aromatic amines. J Chromatogr B Analyt Technol Biomed Life Sci 2004; 802: 175-181 • Vineis P,V eglia F, Anttila S, Benhamou S, Clapper M L, Dolzan V, Ryberg D, Hirvonen A, Kremers P, Le Marchand L, Pastorelli R, Rannug A, Romkes M, Schoket B, Strange R C, Garte S, Taioli E. CYP1A1, GSTM1 and GSTT1 polymorphisms and lung cancer: a pooled analysis of gene-gene interactions. Biomarkers 2004; 9: 298-305 • Citerio G, Nobili A, Airoldi L, Pastorelli R, Patruno A. Severe intoxication after phenytoin infusion: A preventable pharmacogenetic adverse reaction. Neurology 2003; 60: 1395-1396 • Pastorelli R, Cerri A, Mezzetti M, Consonni E, Airoldi L. Effect of DNA repair gene polymorphisms on BPDE-DNA adducts in human lymphocytes. Int J Cancer 2002; 100: 9-13 RAPPORTO ATTIVITA’ 56 2006 IRFMN INTRODUZIONE ALLE ATTIVITA' DEL DIPARTIMENTO L’attività del Dipartimento Ambiente e Salute è dedicata allo studio dei fattori ambientali rilevanti per la salute umana. Le principali linee di ricerca riguardano la rilevazione di fattori tossici nell’ambiente, la valutazione dell’esposizione umana e dei rischi per la salute, infine lo studio dei meccanismi di tossicità degli inquinanti. La valutazione della presenza di inquinanti nell’ambiente riguarda sia sostanze ben conosciute, come diossine e PCB, che nuove classi di contaminanti “non convenzionali” (interferenti endocrini, composti “naturali” potenzialmente tossici, e farmaci diffusi nell'ambiente a seguito dell’utilizzo umano o veterinario). Da questi studi è nato di recente un originale campo d’indagine, che permette di studiare i consumi di droghe d’abuso, attraverso la loro identificazione e misura nelle acque di scarico urbane e nei fiumi. Per la rilevazione di queste sostanze vengono sviluppate e utilizzate tecniche analitiche sofisticate basate sulla spettrometria di massa. Il Dipartimento è attivo nella valutazione dell’esposizione umana ai composti tossici presenti nell'ambiente e negli alimenti. La dieta, infatti, è la principale fonte di inquinanti di interesse prioritario (PCB, diossine e altri interferenti endocrini). La valutazione del rischio associato a reali situazioni di contaminazione ambientale, ha assunto di recente grande importanza. Per rispondere alla crescente richiesta d’informazione, il Dipartimento svolge un'attività di Analisi di Rischio tossicologico ed ecotossicologico, basata su studi in campo e modelli previsionali di tossicità. Studi di epidemiologia molecolare vengono utilizzati per identificare fattori genetici e/o ambientali capaci di influenzare il rischio per la salute. Si cercano inoltre nuovi “indicatori biologici” utili all’identificazione di soggetti a rischio, per poi individuare appropriate strategie di prevenzione. Nel Dipartimento è stata sviluppata una piattaforma tecnologica avanzata di proteomica, per identificare proteine differenzialmente espresse in vari comparti biologici, in diverse condizioni sperimentali e cliniche. Questo approccio in ambito tossicologico è particolarmente interessante, perché può portare alla scoperta di nuovi bioindicatori di effetto tossico o patologia, e identificare bersagli molecolari e meccanismi alla base della tossicità di inquinanti e farmaci. SCOPERTE/RISULTATI PRINCIPALI La mancanza di acido retinoico (topi knock-out per il gene della retinal deidrogenasi 1 (RALDH1) altera profondamente il profilo proteomico dell’osso, indicando cambiamenti delle proteine coinvolte nella condrogenesi ed osteoclastogenesi. La resistenza al cancerogeno ambientale 4-aminobifenile da parte di cellule uroteliali umane si esplica attraversa la deregolazione dei pathways proteici coinvolti nell’apoptosi e nel traffico di proteine di membrana. Caratterizzazione del profilo di proteine dell'osso in un modello murino di osteoporosi. Caratterizzazione del profilo di proteine epatiche in ratti esposti a TCDD. Identificazione di un sottogruppo di proteine epatiche di ratto indicative della diversa suscettibilità alla diossina. La presenza di addotti del 4-aminobifenile all’emoglobina permette di individuare soggetti non fumatori, ad elevato rischio di tumori riconducibili all’esposizione a fumo passivo. Valori di riferimento delle frequenze alleliche e genotipiche di diversi geni metabolici in una popolazione di 15000 soggetti controllo. Il polimorfismo del CYP1A1 modifica il rischio di tumore del polmone. Identificazione del polimorfismo del gene CYP2C9 come causa di grave risposta avversa alla fenitoina. RAPPORTO ATTIVITA’ 57 2006 IRFMN Modelli virtuali disponibili on-line e simulazioni al computer per la predizione del valore di ecotossicità dei pesticidi a scopi regolatori. Un nuovo modello per l’individuazione di disruptors endocrini attraverso il docking molecolare. Cancerogenicità, mutagenicità e tossicità acuta nel mammifero, e tossicità negli organismi acquatici possono essere predetti da modelli con utilizzo di reti neurali, algoritmi genetici, data mining, fuzzy logic. Una nuova metodologia per la caratterizzazione degli odori ambientali, permette di identificare, in situazioni complesse, la fonte delle emissioni odorigene o il processo responsabile. Il consumo alimentare di quantitativi medio-elevati di pesce può causare il superamento dei limiti di sicurezza per l’assunzione giornaliera di PCB e sostanze diossino-simili. Uno stesso alimento può contenere concentrazioni di PCB e sostanze diossino-simili diverse in differenti paesi dell’UE. Identificazione di residui di droghe d'abuso e loro metaboliti nelle acque di scarico urbane e di superficie, e utilizzo dei livelli per lo studio dei consumi di droghe nella popolazione. Dimostrazione dei rischi associati all’inquinamento ambientale da farmaci. Identificazione di specifiche leggi fisiche che regolano l’inquinamento ambientale da farmaci (carico ambientale, bilancio di massa). Caratterizzazione della distribuzione dei valori di assunzione attraverso la dieta di diossine, PCB diossino-simili e PCB non diossino-simili nella popolazione generale italiana. L'assunzione di PCB è maggiore attraverso il consumo di pesce allevato rispetto al pesce libero, a causa del maggior contenuto di grasso nel pesce allevato. Sviluppo di nuovi metodi in spettrometria di massa per la misura selettiva di farmaci e droghe d’abuso in campioni ambientali. COLLABORAZIONI NAZIONALI ARPA Veneto ASL di Brescia CESTEC , Regione Lombardia, Milano CNR – IRSA CSPO-Firenze CSRA-Asti Fondazione 'S. Maugeri' Fondazione ISI, Torino INRAN-Istituto Nazionale di Ricerca sugli Alimenti e la Nutrizione Istituto Superiore di Sanità Ministero dell'Ambiente Politecnico di Milano Politecnico di Torino Provincia di Vercelli Provincia Pordenone Università degli Studi di Cagliari Università degli Studi di Genova Università degli Studi di Napoli "Federico II" Università degli Studi di Palermo Università degli Studi di Pavia Università degli Studi di Perugia Università degli Studi di Roma "La Sapienza" Università degli Studi di Torino Università dell’Insubria, Varese RAPPORTO ATTIVITA’ 58 2006 IRFMN COLLABORAZIONI INTERNAZIONALI BASF Agricultural Centre, Limburgerhorf, Germania Central Science Laboratory, York, UK Danish Institute of Agricultural Sciences, Research Centre Foulum, Tjele, Danimarca Department of Analytical and Pharmaceutical Chemistry, The Royal Danish School of Pharmacy, Danimarca Department of Anatomy and Cell Biology, University of Oulu, Oulu, Finlandia Department of Analytical and Pharmaceutical Chemistry, The Royal Danish School of Pharmacy, Danimarca Department of Computer Science and Enginnering, University of Galati, Romania Department of Electrical and Computer Engineering, University of Patras, Grecia Department of Environmental Health, National Public Health Institute, Kuopio, Finlandia Department of Epidemiology & Public Health, Imperial College, London, UK Department of Inland Fisheries, Institute of Freshwater Ecology and Inland Fisheries, Berlin, Germania Department of Molecular Biology, University of Bergen, Bergen, Norvegia Department of Organic Chemistry, Universidad de Cadiz, Spagna Division of Endocrinology, Department of Internal Medicine, Sahlgrenska University Hospital, Goteborg, Svezia Environmental Chemistry, IIQAB-CSIC, Barcelona, Spagna Environmental Hygiene and Chemistry Department, Institute of Environmental Medicine and Hospital Epidemiology, University of Freiburg, Germania Environmental Hygiene and Chemistry Department, Institute of Environmental Medicine and Hospital Epidemiology, University of Freiburg, Germania Faculté de Médicine et de Pharmacie, Université de Mons-Hainaut, Mons, Belgio Faculty of Veterinary Medicine, Utrecht University, Utrecht, Olanda Forschungzentrum Jülich Gmbh, Jülich, Germania Gruppo Collaborativo sulla Suscettibilità Genetica ai Cancerogeni Ambientali (GSEC), Milano, Italia Institute of Environmental Medicine. Karolinska Institute, Stockholm, Svezia Institute of Pharmaceutical Chemistry, University of Pécs, Pecs, Ungheria Institute of Phytomedicine, Biological Control, Horticulture and Nematology, Wien, Austria Institute of Soil Science and Plant Cultivation, Pulawy, Polonia Interuniversitaeres Forchunginstitut fuer Agrarbiotechnologie, Tulln, Austria Istituto di Chimica di São Carlos, Università di São Paulo, Brasile KnowledgeMiner Software, Berlin, Germania In Vitro Testing Industrial Platform, Tres Cantos (Madrid), Spagna Laboratory of Chemometrics & Bioinformatics, University of Orléans, Orléans, Francia Lithuanian Institute of Agricultrure, Vilnius, Lituania Liverpool John Moores University, Liverpool, UK National Institute of Chemistry, Kemijski Institut Ljubljana, Ljubljana, Slovenia Natural Resources Research Institute, University of Minnesota, Duluth, USA National Institute for Public Health and the Environment (RIVM), Bilthoven, Olanda Pesticide Safety Directorate, York, UK Plant Protection Institute, Hungarian Academy of Sciences, Budapest, Ungheria School of Biomedical Sciences, University of Ulster, Coleraine, Irlanda del Nord Syngenta Crop Protection AG, Basel, Svizzera UFZ Leipzig, Germania University of Tartu, Tartu, Estonia RAPPORTO ATTIVITA’ 59 2006 IRFMN PRESENZA IN COMITATI EDITORIALI Journal of Environmental Science and Health, Part B (Emilio Benfenati), Journal of Environmental Science and Health, Part C (Emilio Benfenati), International Journal of Computational Intelligence (Emilio Benfenati), International Journal of Information Technology (Emilio Benfenati), International Journal of Signal Processing (Emilio Benfenati), Chemistry Central Journal (Emilio Benfenati). ATTIVITA' DI REVISIONE Analytical and Bioanalytical Chemistry, Atmospheric Environment, Chemosphere, Environmental Science & Technology, Environmental Toxicology, Environmental Toxicology and Chemistry, European Journal of Cancer, Expert Opinion on Drug Metabolism & Toxicology, International Journal of Environmental Analytical Chemistry, Journal of Chemical Information and Modeling, Journal of Agricultural Food Chemistry, Journal Chromatography A, Journal of Hazardous Materials, Journal of the National Cancer Institute, Proteomics, QSAR & Combinatorial Science, Rapid Communications in Mass Spectrometry, SAR and QSAR in Environmental Research, Science of the Total Environment, Water Research, Waste Management. PRESENZA IN COMMISSIONI NAZIONALI E INTERNAZIONALI CCPF – Commissione Consultiva Prodotti Fitosanitari (Ministero della Salute, Ministero dell'Ambiente) ECCO – European Commission Coordination EFSA – European Food Safety Authority IGQ - Commissione Ambiente e Sicurezza IGQ Commissione ETS ORGANIZZAZIONE DI EVENTI Workshop: “La sicurezza degli alimenti: nuove applicazioni per il controllo”, Istituto Mario Negri, Milano 5 Aprile 2006. 54th American Society for Mass Spectrometry Conference. Afternoon Orals: New and Emerging Contaminats. 28 Maggio- 1 Giugno, 2006, Seattle, WA. USA Workshop of the DEMETRA project on QSAR for regulatory purposes, Como, 6-7 giugno 2006. 6o Meeting europeo del Progetto BONETOX EU FP6, Milano, 7-8 novembre, 2006. Workshop of the RAINBOW project on integration between in vivo and in vitro data with computer-based modeling, Milano, 11-13 dicembre 2006. RAPPORTO ATTIVITA’ 60 2006 IRFMN PARTECIPAZIONE AD EVENTI CON CONTRIBUTI DEL DIPARTIMENTO XIV Congresso Nazionale della Società Italiana di Tossicologia (SITOX), 6-9 febbraio 2006, Istituto Superiore di Sanità, Roma. SETAC Europe 16th Annual Meeting, 7-11 Maggio 2006, The Hague, The Netherlands. QSAR2006, The 12th International Workshop on Quantitative Structure-Activity Relationships in Environmental Toxicology, Lione, Francia, 8-12 maggio 2006. Proteomix IX Incontro, Rimini, 11-12 maggio 2006. Workshop: First European Inter-Laboratory on NSAIDs, 18-20 Maggio 2006, Barcelona, Spain. 54th American Society for Mass Spectrometry Conference, 28 Maggio- 1 Giugno, 2006, Seattle, WA, USA Workshop of the DEMETRA project on QSAR for regulatory purposes, Como, 6-7 giugno 2006. Workshop: Ecopharmacology, 9-10 Giugno 2006, Verona, Italy. Giornata di studio: Farmaco Veterinario e Tutela della Salute Pubblica, 16 Giugno 2006, Cuneo. Convegno: Endocrine Disruptors, Farmaci e Prodotti ad Uso Personale nelle Acque Destinate al Consumo Umano. 20 Giugno 2006, Genova. EuroQSAR2006, The 16th European Symposium on Quantitative Structure-Activity Relationships & Molecular Modelling, Italia, 10-17 Settembre 2006. AGCHEM Forum, Amsterdam, Paesi Bassi, 26-27 Settembre 2006. Conference: Risk Assessment of Pharmaceuticals & Veterinary Medicines in The Environment, 26-27 Settembre 2006, Amsterdam, The Netherlands. EU Expert meeting on the EMCDDA key indicator Problem Drug Use 12-13 Ottobre 2006, Lisbon, Portugal. HUPO, Human Proteome Organization, 5th Annual World Congress, 28 ottobre-2 novembre 2006, Long Beach, CA, USA. Proteomix, X Incontro, Romano Canavese (TO), 30 novembre-1 dicembre, 2006 Workshop of the RAINBOW project on integration between in vivo and in vitro data with computer-based modeling, Milano, 11-13 dicembre 2006. Workshop: Alcune considerazioni a 30 anni dall'incidente di Seveso, 18 dicembre 2006, Istituto Superiore di Sanità, Roma RAPPORTO ATTIVITA’ 61 2006 IRFMN CONTRIBUTI E CONTRATTI ACEGAS S.p.A, Trieste ASL Mantova CSRA Associazione Italiana Ricerca sul Cancro Comune di Lomello Consorzio Quadrifoglio S.p.A. ECODECO, Pavia European Commission (MEBFOOD; SAFEFOODNET; DEMETRA; EUFRAM; HERBICBIOREM; BONETOX, ATHON, CASCADE, HAIR, CAESAR, RAINBOW, CHEMOMENTUM) Ferrero, Alba (Cuneo) FIAT Auto S.p.A. Fondazione CARIPLO, Milano Fondazione Italo Monzino, Milano Ministero dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca, Italia Ministero della Salute, Italia Ministero dell'Ambiente, Italia Provincia di Pordenone Provincia di Vercelli SOGEIVA S.p.A, Varese SO.GE.NU.S. S.p.A TM.E. S.p.A RAPPORTO ATTIVITA’ 62 2006 IRFMN SELEZIONE PUBBLICAZIONI SCIENTIFICHE APPARSE NELL'ANNO 2006 Pastorelli R, Carpi D, Campagna R, Airoldi L, Pohjanvirta R, Viluksela M, Hakansson H, Boutros P C, Moffat I D, Okey A B, Fanelli R. Differential expression profiling of the hepatic proteome in a rat model of dioxin resistance: correlation with genomic and transcriptomic analyses. Mol Cell Proteomics 2006; 5: 882-894. Gormally E, Vineis P, Matullo G, Veglia F, Caboux E, Leroux E, Peluso M, Garte S, Guarrera S, Munnia A, Airoldi L, Autrup H, Malaveille C, Dunning A, Overvad K, Tjonneland A, Lund E, Clavel-Chapelon F, Boeing H, Trichopoulou A, Palli D, Krogh V, Tumino R, Panico S, Bueno-De-Mesquita H B, Peeters P H, Pera G, Martinez C, Dorronsoro M, Barricarte A, Navarro C, Quiros J R, Hallmans G, Day N E, Key T J, Saracci R, Kaaks R, Riboli E, Hainaut P. TP53 and KRAS2 mutations in plasma DNA of healthy subjects and subsequent cancer occurrence: A prospective study. Cancer Res 2006; 66: 6871-6876 Matullo G, Dunning A M, Guarrera S, Baynes C, Polidoro S, Garte S, Autrup H, Malaveille C, Peluso M, Airoldi L, Veglia F, Gormally E, Hoek G, Krzyzanowski M, Overvad K, Raaschou-Nielsen O, Clavel-Chapelon F, Linseisen J, Boeing H, Trichopoulou A, Palli D, Krogh V, Tumino R, Panico S, Bueno-De-Mesquita H B, Peeters P H, Lund E, Pera G, Martinez C, Dorronsoro M, Barricarte A, Tormo M J, Quiros J R, Day N E, Key T J, Saracci R, Kaaks R, Riboli E, Vineis P. DNA repair polymorphisms and cancer risk in non-smokers in a cohort study. Carcinogenesis 2006; 27: 997-1007. Vineis P, Hoek G, Krzyzanowski M, Vigna-Taglianti F, Veglia F, Airoldi L, Autrup H, Dunning A, Garte S, Hainaut P, Malaveille C, Matullo G, Overvad K, Raaschou-Nielsen O, Clavel-Chapelon F, Linseisen J, Boeing H, Trichopoulou A, Palli D, Peluso M, Krogh V, Tumino R, Panico S, Bueno-De-Mesquita H B, Peeters P H, Lund E E, Gonzalez C A, Martinez C, Dorronsoro M, Barricarte A, Cirera L, Quiros J R, Berglund G, Forsberg B, Day N E, Key T J, Saracci R, Kaaks R, Riboli E. Air pollution and risk of lung cancer in a prospective study in Europe. Int J Cancer 2006; 119: 169-174. Toropov A A, Benfenati E Correlation weighting of valence shells in QSAR analysis of toxicity Bioorg Med Chem 2006; 14: 3923-3928 Vigano L, Mandich A, Benfenati E, Bertolotti R, Bottero S, Porazzi E, Agradi E Investigating the estrogenic risk along the River Po and its intermediate section Arch Environ Contam Toxicol 2006; 51: 641-651 Toropov A A, Benfenati E QSAR models of quail dietary toxicity based on the graph of atomic orbitals Bioorg Med Chem 2006; 16: 1941-1943 Toropov A A, Benfenati E QSAR models for Daphnia toxicity of pesticides based on combinations of topological parameters of molecular structures Bioorg Med Chem 2006; 14: 2779-2788 Lo Piparo E, Smiesko M, Mazzatorta P, Benfenati E, Idinger J, Bluemel S Preliminary analysis of toxicity of benzoxazinones and their metabolites for Folsomia candida J Agric Food Chem 2006; 54: 1099-1104 Lo Piparo E, Fratev F, Lemke F, Mazzatorta P, Smiesko M, Fritz J I, Benfenati E QSAR models for Daphnia magna toxicity prediction of benzoxazinone allelochemicals and their transformation products J Agric Food Chem 2006; 54: 1111-1115 Lemke F, Benfenati E, Muller J A Data-driven modeling and prediction of acute toxicity of pesticide residues SIGKDD Explorations 2006; 8: 71-79 Duchowicz P R, Castro E A, Toropov A A, Benfenati E RAPPORTO ATTIVITA’ 63 2006 IRFMN Application of flexible molecular descriptors in the QSPR-QSAR study of heterocyclic drugs Topics Heterocyclic Chemistry 2006; 3: 1-38 Casalegno M, Sello G, Benfenati E Top-priority fragment QSAR approach in predicting pesticide aquatic toxicity Chem Res Toxicol 2006; 19: 1533-1539 Casalegno M, Benfenati E, Sello G Application of a Fragment-based Model to the Prediction of the Genotoxicity of Aromatic Amines Internet Electron J Model Des 2006, 5: 431-446 Mazzatorta P, Cronin M T D, Benfenati E A QSAR study of avian oral toxicity using supprto vector machines and genetic algorithms QSAR Combinatorial Science 2006; 25: 616-628 Lo Piparo E, Koehler K, Chana A, Benfenati E Virtual screening for aryl hydrocarbon receptor binding prediction J Med Chem 2006; 49: 5702-5709 Piclin N, Pintore M, Wechman C, Roncaglioni A, Benfenati E, Chretien J R Ecotoxicity Prediction by Adaptive Fuzzy Partioning. Comparing Descriptors Computed on 2D and 3D Structures. SAR QSAR Environ Res 2006; 17: 225-251 LoPiparo E, Fratev F, Mazzatorta P, Smiesko M, Benfenati E Toxicity in allelopathy: in silico approach In: Allelopathy: A physiological process with ecological implications, Reigosa M J, Pedrol N, Gonzalez L (eds.) Springer-Verlag, Berlin; 2006 : 105-126 Castiglioni S, Zuccato E, Crisci E, Chiabrando C, Fanelli R, Bagnati R. Identification and measurement of illicit drugs and their metabolites in urban wastewaters by liquid chromatography tandem mass spectrometry (HPLC-MSMS). Anal Chem 2006, 78: 8421-8429. Pomati F, Castiglioni S, Zuccato E, Fanelli R, Rossetti C and Calamari D. Effects of Environmental Contamination by Therapeutic Drugs on Human Embryonic Cells. Environ. Sci. Technol. 2006, 40, 2442-2447. Castiglioni S, Bagnati R , Fanelli R, Pomati F, Calamari D, Zuccato E. Removal of pharmaceuticals in sewage treatment plants in Italy. Environ Sci Technol. 2006, 40 : 357-363. Zuccato E, Castiglioni S, Fanelli R, Reitano G, Bagnati R, Chiabrando C, Pomati F, Rossetti C, Calamari D. Pharmaceuticals in the environment in Italy: Causes, occurrence, effects and control. Environ Sci Pollut Res Int 2006; 13: 15-21 Frapolli R, Marangon E, Zaffaroni M, Colombo T, Falcioni C, Bagnati R, Simone M, D'Incalci M, Manzotti C, Fontana Gabriele, Morazzoni P, Zucchetti M. Pharmacokinetics and metabolism in mice of IDN 5390 (13-(N-Boc-3i-butylisoserinoyl)-C-7,8-seco-10-deacetylbaccatin III) a new oral C-seco-taxane derivative with antiangiogenic property effective on paclitaxel-resistant tumors. Drug Metab Dispos 2006; 34: 2028-2035 Fattore E, Fanelli R, Turrini A, Di Domenico A. Current dietary exposure to polychlorodibenzo-p-dioxins, polychlorodibenzofurans, and dioxin-like polychlorobiphenyls in Italy. Mol Nutr Food Res 2006; 50: 915-921. RAPPORTO ATTIVITA’ 64 2006 IRFMN SELEZIONE PUBBLICAZIONI DIVULGATIVE APPARSE NELL'ANNO 2006 Zuccato E. La sicurezza alimentare. http://www.treccani.it/site/Scuola/Zoom/ogm2/zuccato.htm 2006 Zuccato E, Chiabrando C, Castiglioni S, Calamari D, Bagnati R, Schiarea S, Fanelli R. Cocaina nelle acque di superficie: un nuovo strumento evidence-based per monitorare l'abuso comunitario di sostanze. In: Cocaina. Manuale di aggiornamento tecnico scientifico. Progetto Start, Verona; 2006 : 103-112 Bianchi G, Davoli E. I processi biologici nella gestione dei rifiuti urbani: il problema degli odori e delle emissioni odorose. Nuova Gea- Quaderni Ambiente 2006; 3/2: 70-88 Fischietti M, Davoli E, Favoino E, Capelli L. Monitoraggio degli odori e comparazione di emissioni ed immissioni mediante indagini senso-strumentali con nasi elettronici e indagini con analisi GC-MS. In: Ecomondo. Atti seminari, Rimini, 8-11 novembre, 2006. Maggioli Editore, Rimini; 2006 : 40-45 ALTRE PRODUZIONI EDITORIALI PUBBLICATE NEL CORSO DEL 2006 Sild S, Maran U, Romberg M, Schuller B, Benfenati E. OpenMolGRID: Using Automated Workflows in GRID Computing Environment. Lecture Notes in Computer Science, Springer-Verlag GmbH, ISSN: 0302-9743, Volume 3470 / 2005 (Eds. P. M. A. Sloot, A. G. Hoekstra, T. Priol, et al., Advances in Grid Computing - EGC 2005: European Grid Conference, Amsterdam, The Netherlands, February 14-16, 2005, Revised Selected Papers, ISBN: 3-540-26918-5), 464 RAPPORTO ATTIVITA’ 65 2006 IRFMN ATTIVITA' DI RICERCA Laboratorio di Tossicologia Molecolare Proteomica in Tossicologia Sono in corso studi sulle modificazioni del profilo proteico indotto da composti tossici ambientali, allo scopo di identificare indicatori proteici che abbiano la capacità di distinguere due o più stati biologici diversi. In particolare, le modificazioni del profilo proteico indotte da interferenti endocrini, estrogeni o cancerogeni ambientali in tessuti e organi bersaglio di animali e in cellule sono messe in relazione con eventuali cambiamenti funzionali che determinano l'effetto tossico. Modificazioni qualitative e quantitative del proteoma in risposta a esposizione a composti tossici ambientali o in particolari condizioni patologiche, sono analizzate anche nell’uomo e focalizzate su plasma e urine. L’analisi del proteoma prevede la separazione delle proteine mediante elettroforesi bidimensionale (2-DE), e la loro identificazione mediante spettrometria di massa (MALDI-TOF-MS, LC-ESI-MS/MS) accoppiata all’uso di banche dati. In alternativa alla 2-DE, le miscele di peptidi ottenuti dopo digestione con proteasi specifiche vengono separati mediante cromatografia liquida bidimensionale. Epidemiologia Molecolare L'attività del laboratorio è focalizzata sulla misura degli indicatori biologici usati per determinare l’esposizione umana a composti tossici ambientali. In particolare viene studiata la formazione di addotti al DNA o alle proteine del sangue di diversi cancerogeni ambientali. I livelli di addotti sono messi in relazione alla presenza di polimorfismi di geni che codificano per enzimi coinvolti nel metabolismo dei composti in esame. Lo studio dei genotipi è basato sull'analisi dei polimorfismi dei frammenti di restrizione, dopo amplificazione –mediante la reazione a catena della polimerasi– di specifiche sequenze nucleotidiche dei geni in esame. L'importanza dei fattori genetici nel determinare la suscettibilità umana agli agenti cancerogeni ambientali, ha promosso una cooperazione a livello internazionale avente lo scopo di reperire dati di riferimento sulla frequenza dei polimorfismi genetici più comuni per gli enzimi metabolici in popolazioni di controllo. Farmacogenetica Lo studio del genoma umano ha stabilito che buona parte della variabilità individuale nella risposta alle terapie farmacologiche è determinata geneticamente. L’attività del laboratorio in questo campo è focalizzata sull’analisi dei polimorfismi di geni coinvolti nel metabolismo di alcuni farmaci, allo scopo di ottenere informazioni utili per determinare la corretta dose terapeutica o per prevenire reazioni avverse gravi. Laboratorio di Biochimica Analitica Identificazione e caratterizzazione di proteine mediante spettrometria di massa Il laboratorio è impegnato nella messa a punto di diverse tecniche analitiche e strumentali per l’identificazione e la caratterizzazione strutturale di proteine e peptidi in campioni biologici. Questa attività è mirata principalmente a 1) caratterizzare le diverse isoforme di proteine che risultano significativamente modificate in studi di proteomica differenziale dopo elettroforesi bidimensionale, 2) ottenere profili proteici in fluidi biologici per l’individuazione di nuovi biomarker di interesse fisiopatologico o tossicologico, 3) identificare e caratterizzare prodotti endogeni di degradazione proteica, 4) identificare proteine prodotte da cellule in vitro in risposta RAPPORTO ATTIVITA’ 66 2006 IRFMN a determinati stimoli, 5) isolare in modo altamente selettivo (mediante microtecniche di immunoaffinità) proteine di particolare interesse biomedico e identificare le loro eventuali modificazioni post-traduzionali mediante spettrometria di massa (LC-MS/MS). Tra i progetti in corso vi è lo studio della degradazione di proteine esogene in cellule tubulari renali in relazione ai meccanismi di presentazione antigenica, e lo studio del secretoma di cellule tumorali in vitro per identificare fattori che agiscono sulle cellule immunitarie. Sviluppo metodologico in proteomica Il laboratorio è attivo nell’ottimizzazione delle tecniche per la proteomica, sia quelle in spettrometria di massa (MALDI-TOF-MS e LC-ESI-MS/MS), che quelle che riguardano la preparazione del campione (es. purificazione e arricchimento di proteine poco abbondanti) e la caratterizzazione di modificazioni post-traduzionali. Laboratorio di Chimica e Tossicologia dell'Ambiente Sviluppo e utilizzo di metodologie analitiche per indagini di contaminazione di acque, suolo, biota, campioni umani di popolazione esposta Le ricerche sono rivolte allo sviluppo e applicazione di metodi analitici per lo studio di inquinanti ambientali in ecosistemi acquatici, suoli, discariche, siti contaminati. Le analisi di inquinanti organici vengono svolte in spettrometria di massa, utilizzando la tecnica GC-MS, LC-MS, LC-MS/MS. Si effettuano sia ricerche identificative, che analisi quantitative. Gli analiti includono: diossine, PCB, PAH, analoghi polibromobifenileteri, pesticidi, composti ad attività endocrina, inquinanti industriali, etc. Studio delle proprietà ambientali, tossiche ed ecotossiche degli inquinanti Le ricerche sono rivolte allo studio delle proprietà degli inquinanti, reperendo le informazioni da letteratura, confrontando e valutando le diverse fonti, e, soprattutto, sviluppando modelli predittivi per sopperire alla mancanza di dati sperimentali. I modelli che vengono sviluppati, quindi, partono dalla sola formula chimica. La ricerca calcola e valuta i diversi tipi di descrittori e frammenti chimici relativi ai composti, ottenuti con diversi software specifici. Quindi si sviluppano modelli utilizzando algoritmi quali reti neurali, fuzzy logic, algoritmi genetici, classificatori, analisi multivariata, etc. I vari metodi sono comparati e integrati in una struttura organica. Sono stati sviluppati modelli standardizzati e validati per pesticidi secondo linee guida OECD. Analisi del rischio associato agli inquinanti Le ricerche sono rivolte allo studio dell'analisi del rischio per la popolazione e l'ambiente, associato all'esposizione a contaminanti ambientali. A tal fine si eseguono studi di modellazione del trasporto e diffusione degli inquinanti, per giungere a una concentrazione prevista nel contesto spazio-temporale. Tale attività si combina con quelle sopra esposte –relative alle analisi chimiche di inquinanti e caratterizzazione della tossicità ed ecotossicità– per giungere a un costrutto organico e articolato. Studio di emissioni di inquinanti in atmosfera (Unità di Igiene Industriale e Ambientale) Le ricerche sono rivolte allo studio delle emissioni di inquinanti in atmosfera. Lo studio riguarda sia il campionamento in aree circostanti la fonte di emissione, sia le analisi chimiche, sia la modellazione del trasporto in considerazione delle condizioni meteorologiche e dell'orografia, sia l'analisi del rischio sulla popolazione e l'ambiente. Le analisi qualitative e quantitative di inquinanti organici vengono svolte in gas cromatografia-spettrometria di massa, RAPPORTO ATTIVITA’ 67 2006 IRFMN in modalità alta risoluzione (diossine) o ionizzazione chimica negativa (PCB). Laboratorio di Spettrometria di Massa Inquinamento da particolato Le evidenze epidemiologiche mostrano come un numero sempre crescente di patologie, sia acute che croniche, siano associate all'inquinamento da particolato urbano. Questo riguarda non solo malattie legate al sistema respiratorio, ma anche al sistema cardiovascolare. Vengono sviluppate metodologie per il campionamento e l'analisi di particolato, al fine di caratterizzare sia le sostanze adsorbite e veicolate, sia l'esposizione cui si è soggetti in differenti situazioni ambientali. Sviluppo di metodologie e strumentazione in campo ambientale Vengono sviluppate metodologie analitiche e strumentazioni dedicate a specifiche problematiche ambientali. Generalmente la strumentazione sviluppata, sempre basata sulla spettrometria di massa, mira ad avere sensibilità elevate per la misura di inquinanti in tracce ed ultratracce, o ad essere trasportabile per effettuare analisi in campo, o ad essere automatizzata per effettuare monitoraggi. Caratterizzazione dell'inquinamento olfattivo Le problematiche legate all'inquinamento olfattivo, problema sempre più sentito dalla popolazione generale, sono legate alla complessità sia della percezione degli odori, che alla formazione degli odori ambientali. Questi sono spesso il risultato dell’interazione di diverse sostanze odorigene che, tutte insieme, e a bassissime concentrazioni, partecipano alla formazione dell'odore. La base per lo studio dell'inquinamento olfattivo è la conoscenza delle diverse sostanze presenti in ambienti "inquinati". Sono quindi necessarie sia metodologie analitiche che permettano di identificare e misurare gli "odoranti" presenti, che metodologie chemiometriche necessarie per ricostruire informazioni utili per l'identificazione della causa principale della molestia olfattiva. Laboratorio di Tossicologia della Nutrizione Contaminanti chimici negli alimenti Sono in corso studi per valutare l’esposizione alimentare del consumatore a PCB e diossine. In particolare, è stato misurato il contenuto di PCB in alcune classi di alimenti in differenti nazioni, per stimare le differenze nell’esposizione del consumatore europeo. Altri studi hanno misurato la contaminazione di PCB e diossine in alimenti provenienti da aree geografiche italiane a rischio particolare. Sono inoltre in corso studi su altri contaminanti alimentari emergenti. Farmaci e droghe d'abuso nell’ambiente I farmaci rappresentano uno dei più recenti inquinanti ambientali identificati. Sono attualmente in corso campagne di misurazione di farmaci e di metaboliti nelle acque di alcuni fiumi e di depuratori di acque di scarico urbane sul territorio nazionale, allo scopo di meglio definire il problema e studiare i rischi correlati. I rischi per l'uomo e per l'ambiente vengono valutati studiando l'attività tossica dei farmaci, alle concentrazioni ambientali, su sistemi sperimentali di colture di cellule umane e di zebra fish. Altri studi in corso indagano la relazione tra presenza di antibiotici nell'ambiente e sviluppo di antibiotico-resistenza nei batteri ambientali. Uno studio sulle droghe d'abuso condotto misurando cocaina e suoi metaboliti umani nelle acque di alcuni depuratori e fiumi italiani, ha consentito di stimare i consumi nella popolazione afferente, dimostrando che l'utilizzo di questa droga è probabilmente molto superiore a quello stimato mediante metodi ufficiali. RAPPORTO ATTIVITA’ 68 2006 IRFMN Metodi agronomici e inquinanti emergenti Sono state poste le basi di un progetto sullo sviluppo di nuove tecnologie per la valutazione della sicurezza d’uso delle piante da OGM in alimentazione. Il progetto prevede l’impiego di tecniche alternative per rilevare potenziali modificazioni indotte in sistemi viventi dagli alimenti OGM. Attività regolatorie E' in corso la valutazione di monografie di prodotti fitosanitari per incarico del Ministero della Sanità, ai fini della registrazione nell’Unione Europea. Unità di Valutazione di Rischio degli Inquinanti Ambientali Esposizione a inquinanti ambientali Le attività di ricerca riguardano la misura quantitativa dei livelli di contaminazione in matrici ambientali, la valutazione dell’esposizione umana agli inquinanti, e la stima del rischio tossicologico per l’uomo e l’ambiente. Progetti specifici sull’esposizione della popolazione generale italiana attraverso la dieta includono: 1) valutazione dell’assunzione di PCB attraverso il consumo di pesce, selvatico e allevato, provenienti dal Mediterraneo, 2) uno studio che stima l’assunzione di diossine e furani policlorurati, e PCB diossino- e non diossino-simili, combinando i dati nazionali sul consumo di cibo e i livelli di contaminazione nei prodotti alimentari venduti sul mercato europeo, e 3) l’analisi di campioni alimentari provenienti da aree a sospetta contaminazione, per la determinazione di PCB e diossine e furani policlorurati. Uno studio sull’esposizione occupazionale riguarda l’analisi di PCB e DDE in campioni di sangue umano allo scopo di valutare se esiste un’associazione tra i livelli di questi inquinanti organoclorurati e la densità minerale ossea della popolazione sotto studio. Sviluppo di metodologie per la valutazione dell’esposizione E’ in corso lo sviluppo di nuove metodologie per la valutazione dell’esposizione umana, applicando approcci probabilistici all’analisi di casi reali di contaminazione. Attualmente si sta studiando il caso dell’esposizione a diossina della popolazione di Seveso attraverso la contaminazione del suolo. Valutazione di dati tossicologici Dati tossicologici ottenuti da studi sub-cronici in vivo su ratti esposti a singoli congeneri di PCB, vengono utilizzati per studiare in dettaglio la relazione dose-risposta, e l’applicabilità del concetto di “benchmark dose” in relazione ai diversi “endpoints” tossicologici. Unità di Strumentazione Analitica Sviluppo e applicazione di metodi analitici per la misura di sostanze di interesse biologico e ambientale. I metodi vengono sviluppati principalmente usando l’estrazione in fase solida (SPE) e la cromatografia liquida o la gas cromatografia accoppiate alla spettrometria di massa (LC-ESIMS/MS, GC-MS). Le sostanze di interesse includono proteine, peptidi, ormoni, farmaci, droghe, pesticidi e altri contaminanti ambientali (PCB, idrossi-PCB, composti perfluorurati). RAPPORTO ATTIVITA’ 69 2006 IRFMN RAPPORTO ATTIVITA’ 70 2006 IRFMN DIPARTIMENTO DI NEUROSCIENZE PERSONALE Capo Dipartimento Gianluigi FORLONI, Dr.Sci.Biol. Laboratorio di Biologia delle Malattie Neurodegenerative Capo Laboratorio Gianluigi FORLONI, Dr.Sci.Biol. Laboratorio di Infiammazione e Malattie del Sistema Nervoso Capo Laboratorio Maria Grazia DE SIMONI, Dr.Sci.Biol. Laboratorio di Malattie Neurologiche Capo Laboratorio Ettore BEGHI, Dr.Med.Chir. Laboratorio del Metabolismo dei Farmaci Capo Laboratorio Silvio CACCIA, Dr.Farm. Laboratorio di Neurobiologia Molecolare Capo Laboratorio Caterina BENDOTTI, Dr.Farm. Laboratorio di Neurochimica e Comportamento Capo Laboratorio Roberto W. INVERNIZZI, Dr. Sci Biol Unita' di Farmacologia del Comportamento Cognitivo: Capo Unità Mirjana CARLI, PhD Laboratorio di Neurologia Sperimentale Capo Laboratorio Annamaria VEZZANI, Dr.Sci.Biol. Laboratorio di Neuropsichiatria Geriatrica Capo Laboratorio Ugo LUCCA, MSc Unità di Epidemiologia e Psichiatria Sociale Capo Unità Barbara D’AVANZO, Dr.Filo. Unità di Epidemiologia Geriatrica Capo Unità Mauro TETTAMANTI, Dr.Sci.Biol. RAPPORTO ATTIVITA’ 71 2006 IRFMN Unità di Farmacologia Geriatrica Capo Unità Emma RIVA, Dr.Med.Chir. Unità di Valutazione della Qualità dei Servizi per l’Anziano Capo Unità Alessandro NOBILI, Dr.Med.Chir. Laboratorio di Psicofarmacologia Sperimentale Capo Laboratorio Luigi CERVO, PhD RAPPORTO ATTIVITA’ 72 2006 IRFMN CURRICULA Gianluigi Forloni si è laureato in Scienze Biologiche all'Università di Milano.nel 1985. Dal 1986 al 1988 è stato ricercatore presso il Dipartimento di Neuroscienze dell'Università Johns Hopkins di Baltimora (USA). All’Istituto Mario Negri dal 1992 al 1995 è stato capo dell’Unità di Neurobiologia dell’Alzheimer, dal 1996 è responsabile del Laboratorio di Biologia delle Malattie Neurodegenerative e dal 2002 è Capo del Dipartimento di Neuroscienze. Gli interessi di ricerca riguardano le basi genetiche e biologiche delle malattie neurodegenerative associate all’invecchiamento, e in particolare alla malattia di Alzheimer, alle encefalopatie spongiformi e al morbo di Parkinson. E’ stato membro diverse commissioni europee per la valutazioni di progetti nell’ambito delle malattie neurodegenerative e attualmente è membro del gruppo di coordinamento del Network d’Eccellenza Europeo “Neuroprion”. E’ Presidente dell'Associazione Italiana per la Ricerca sull'Invecchiamento Cerebrale (AIRIC) e membro dell’European Accademy of Science. E' autore di oltre 140 pubblicazioni su riviste internazionali, e di circa 30 tra review e capitoli di libri. Principali pubblicazioni • Forloni G., Angeretti N., Chiesa R., Monzani E., Salmona M., Bugiani O.,Tagliavini F. Neurotoxicity of a prion protein fragment. Nature 362: 543-546 (1993) • Forloni, G., Tagliavini, F.,Bugiani, O. and Salmona, M. Amyloid in Alzheimer’s disease and prion-related encephalopathies: Studies with synthetic peptides. Progr. Neurobiol. 49: 287- 315 (1996) • Forloni, G., Bertani, I. Calella, AM., Thaler, F.Invernizzi. R. Alpha-synuclein and Parkinson's disease selective neurodegeneration effect of alpha synuclein fragment on dopaminergic neurons in vitro. Ann. Neurol. 47: 632-640 (2000) • Forloni G. Iussich, S. Awan T. Colombo L. Angeretti, N. Girola, L. Bertani, I. Poli, G. Caramelli, M. Bruzzone, MG.Farina, L. Limido, L. Rossi, G. Giaccone G. Ironside, JW. Bugiani, O.Salmona M. and Tagliavini, F. Tetracyclines affect prion infectivity Proc. Natl. Acad. Sci . New York 99: 10849-10854 (2002) • Albani D., Peverelli, E., Zametta, R., Veschini, L. Negro, A. Forloni G. Protective effect of TAT-delivered alpha synuclein: relevance of the C-terminal domain and involvement of HSP70. FASEB J. 18:1713-5 (2004) • Pesaresi M, Lovati C, Bertora P, Mailland E, Galimberti D, Scarpini E, Quadri P, Forloni G, Mariani C. Plasma levels of beta-amyloid (1-42) in Alzheimer's disease and mild cognitive impairment.Neurobiol Aging. 2006, 27:904-5. Ettore Beghi si è laureato in Medicina e Chirurgia nel 1972 e si è specializzato in Neurologia nel 1976 presso l’Università degli Studi di Milano. Ha svolto un periodo formativo nel Dipartimento di Epidemiologia e Statistica della Mayo Clinic di Rochester, MN (USA). E’ capo del Laboratorio di Malattie Neurologiche dell’Istituto Mario Negri, Direttore dell’Unità di Neurofisiopatologia/Centro per l’Epilessia e Professore a Contratto di Neuroepidemiologia dell’Università di Milano-Bicocca a Monza. E’ membro del comitato editoriale delle riviste Epilepsia, Neuroepidemiology, Inpharma, Drugs in R & D, Clinical Drug Investigation, Neurological Sciences ed è revisore di numerose riviste nazionali e internazionali. Le sue principali aree di interesse e di ricerca riguardano studi di epidemiologia descrittiva, analitica e sperimentale nel settore dell’epilessia, delle neuropatie periferiche, delle cefalee e della sclerosi laterale amiotrofica. Principali pubblicazioni: • Leone, MA. Solari, A.,Beghi, E. for the FIRST Group. Treatment of the first tonic-clonic seizure does not affect longterm remission of epilepsy. Neurology 2006; 67: 2227-2229 • Millul, A., E. Beghi, G. Logroscino, A. Micheli, E. Vitelli, A. Zardi, for the “Registro Lombardo SLA”(SLALOM). Survival of patients with amyotrophic lateral sclerosis in a population-based registry. Neuroepidemiology 2005; 25: 114119. • Tonini, C., E. Beghi, A.T. Berg, G. Bogliun, L. Giordano, R.W. Newton, A. Tetto, E. Vitelli, D. Vitezic, S. Wiebe. Predictors of epilepsy surgery outcome: a meta-anaysis. Epilepsy Res 2004; 62: 75-87. • Van den Broek, M., and Beghi E., for the RESt-1 Group. Morbidity in patients with epilepsy: type and complications. A European Cohort Study. Epilepsia 2004; 45: 71-76. • Van den Broek, M. and Beghi E. for the RESt-1 Group. Accidents in patients with epilepsy: type and complications. A European Cohort Study. Epilepsia 2004; 45: 667-672. • Musico, M., E. Beghi, A. Solari, F. Viani for the First Seizure Trial Group. Treatment of the first tonic-clonic seizure does not improve the prognosis of epilepsy. Neurology 1997; 49: 991-998 RAPPORTO ATTIVITA’ 73 2006 IRFMN Caterina Bendotti, laureata in Farmacia all’Università di Milano nel 1984; negli anni 1986-1988 è stata ricercatrice presso il Dipartimento di Fisiologia della Johns Hopkins University di Baltimora, USA. Tra il 1984 e il 1992 è stata ricercatrice nel laboratorio di Neurofarmacologia e nel 1992 è diventata responsabile dell’Unità di Neurobiologia Molecolare Dal 1998 è capo laboratorio e l’area di ricerca principale è lo studio dei meccanismi patogenetici della Sclerosi Laterale Amiotrofica familiare. Dal 2002 è membro dell’Editorial Board del Journal of Neurochemistry. Nel 2003 è stata membro del Comitato di organizzazione e responsabile scientifico del 14mo “International Symposium on ALS/MND” Milano, 17-19 Novembre. Nel 2003-2004 è stata membro delle commissioni ministeriali per lo studio delle problematiche concernenti la diagnosi, la cura e l’assistenza dei pazienti affetti da sclerosi laterale amiotrofica (DM 10.4.2003, DM 10.09.2004). E’ revisore scientifico di 11 riviste scientifiche internazionali. Autrice e coautrice di oltre 100 pubblicazioni di cui 92 con peer-review e relatrice di numerose comunicazioni a congressi nazionali e internazionali. Principali pubblicazioni • Casoni F, Basso M, Massignan T, Gianazza E, Cheroni C, Salmona M, Bendotti C, Bonetto V. Protein nitration in a mouse model of familial amyotrophic lateral sclerosis: Possible multifunctional role in the pathogenesis. J Biol Chem. 280(16):16295-304, 2005 • Cheroni C., Peviani M., Cascio P., Debiasi S., Monti C. and Bendotti C. Accumulation of human SOD1 and ubiquitinated deposits in the spinal cord of SOD1G93A mice during motor neuron disease progression correlates with a decrease of proteasome. Neurobiol. Disease. 18(3): 509-522, 2005 • Bendotti C and MT Carri. Lessons from models of SOD1-linked familial ALS. Trends Mol Med. 10(8):393-400, 2004 • Bendotti, C. Atzori, R. Piva, M. Tortarolo, M.J. Strong, S. DeBiasi and A. Migheli. Activated p38MAPK is a novel component of the intracellular inclusions found in human amyotrophic lateral sclerosis and mutant SOD1 transgenic mice. J. Neuropathod Exp Neurology: 63 , 113–119, 2004. • Bendotti C., Tortarolo M., Suchak S.K., Calvaresi N., Carvelli L., Bastone A., Rizzi M., Rattray M. and Mennini T. Transgenic SOD1 G93A mice develop reduced GLT-1 in spinal cord without alterations in cerebrospinal fluid glutamate levels. J. Neurochem.,79, 737-746, 2001 • Migheli A., Atzori C., Piva R., Tortarolo M., Girelli M., Schiffer D. and Bendotti C. Lack of apoptosis in mice with ALS. Nature Medicine: 5, 966-967, 1999. Silvio Caccia; diplomato in Chimica Industriale (L. Cobianchi, Verbania. NO) e laureato in Farmacia (Università Statale di Milano, 1976). Dal 1970 al 1973 è stato borsista presso il Laboratorio di Farmacologia Generale dell’Istitituto Mario Negri (MI) e nello stesso periodo ha frequentato il "Corso per Tecnici di Ricerca Biochimica". Nel 1976 è entrato a far parte dello staff permanente dell'Istituto, diventando poi responsabile dell’Unità di Farmacocinetica. Dal 1988 è responsabile del Laboratorio del Metabolismo dei Farmaci, svolgendo attività di ricerca in campo farmacologico con particolare riferimento alla farmacocinetica e al metabolismo dei farmaci psicotropi, sia a livello sperimentale che clinico. Fa parte, in qualità di esperto, dei team scientifici per la valutazione dei dossier registrativi per l’autorizzazione al commercio dei farmaci sottoposti alle autorità regolatorie nazionale (AIFA) e centrale (EMEA). E' autore di oltre 200 pubblicazioni scientifiche, includendo rassegne e capitoli di libri. Principali pubblicazioni • Caccia S. Main active components of St. John's Wort (Hypericum Perforatum) extracts: current analytical procedures for pharmacokinetics and concentration-response studies. Curr Pharm Anal 2006; 2: 59-68 • Caccia S. Antidepressant-like components of Hypericum perforatum extracts: An overview of their pharmacokinetics and metabolism. Curr Drug Metab 2005; 6: 531-543 • Caccia S. Metabolism of the newest antidepressants: Comparisons with related predecessors. IDrugs 2004; 7: 143-150 • Caccia S. New antipsychotic agents for schizophrenia: Pharmacokinetics and metabolism update. Curr Opin Invest Drugs 2002; 3: 1073-1080 • Caccia S. Biotransformation of post-clozapine antipsychotics. Pharmacological implications. Clin Pharmacokinet 2000; 38: 39 • Caccia S. Metabolism of the newer antidepressants. An overview of the pharmacological and pharmacokinetic implications. Clin Pharmacokinet 1998; 34: 281-302 RAPPORTO ATTIVITA’ 74 2006 IRFMN Luigi Cervo ha conseguito il titolo di Doctor of Phylosophy (Ph.D.) nel 2005 presso la Open University, MIlton Keynes, U.K.. Dal 2006 è responsabile del Laboratorio di Psicofarmacologia Sperimentale. Tra il 1978 ed 2001 è stato prima ricercatore poi Capo dell’Unità di Farmacologia Comportamentale presso il Laboratorio di Neurofarmacologia dell’Istituto “Mario Negri” dove ha conseguito il Diploma in Ricerca Biochimica nel 1981. Tra il 1981 ed 1983 ha trascorso due anni come ricercatore presso il Dipartimento di Psichiatria dell'Università di Chicago. Le sue aree di interesse scientifico riguardano la Neuropsicofarmacologia ed il meccanismo d’azione delle sostanze psicotrope. In particolare, è impegnato nello studio del ruolo dei diversi recettori della serotonina, dopamina, noradrenalina e glutammato nei fenomeni di dipendenza e di “craving”. E’ inoltre interessato allo studio sperimentale di patologie quali l’ansia e la depressione. Autore e coautore di molte pubblicazioni scientifiche peer-reviewed, relatore di numerose comunicazioni a congressi internazionali, è revisore scientifico di diverse riviste scientifiche internazionali. Principali pubblicazioni • Cervo L, Carnovali, F, Stark JA, Mennini T. Cocaine-seeking behavior in response to drug-associated stimuli in rats: involvement of D3 and D2 dopamine receptors. Neuropsychopharmacology 2003; 28: 1150-1159 • Cervo L, Cocco A, Carnovali F. Effects on cocaine and food self-administration of (+)-HA-966, a partial agonist at the glycine/NMDA modulatory. Psychopharmacology (Berl) 2004; 173: 124-131 • Grignaschi G, Burbassi S, Zennaro E, Bendotti C, Cervo L. A single high dose of cocaine induces behavioural sensitization and modifies mRNA encoding GluR1 and GAP-43 in rats. Eur J Neurosci 2004; 20:2833-2837 • Cervo L, Canetta A, Calcagno E, Burbassi S, Sacchetti G, Caccia S, Fracasso C, Albani D, Forloni G, Invernizzi R. Deficits of serotonin synthesis cause resistance to antidepressants, J Neuroscience 2005; 25: 8165-8172 • Cervo L, Burbassi S, Colovic M, Caccia S. Selective antagonist at D3 receptors, but not non-selective partial agonists, influences the expression of cocaine-induced conditioned place preference in free-feeding rats. Pharmacol Biochem Behav. 2005; 82(4):727-34.. • Cervo L, Cocco A, Putrella C, Heidbreder CA. Selective antagonism at dopamine D3 receptors attenuates cocaineseeking behaviour in the rat. Int J Neuropsychopharmacol. 2006 Jan 23:1-15 [Epub ahead of print]. Maria Grazia De Simoni si è laureata nel 1977 in Scienze Biologiche presso l’Università degli Studi di Milano; nel 1981 si è specializzata in Ricerche Farmacologiche presso l’Istituto Mario Negri. Negli anni 19811982 ha trascorso un periodo di post-dottorato presso l'INSERM, U 171-CNRS UA 1195, di Lione in Francia e nel 1984 presso il Dipartimento di Istologia dell’Istituto Karolinska di Stoccolma. Dal 1987 al 1997 è stata responsabile dell’Unità di Neurochimica dell’Istituto Mario Negri; dal 1998 è Capo del Laboratorio di Infiammazione e Malattie del Sistema Nervoso. Le aree di ricerca riguardano la patogenesi del danno cerebrale da ischemia e riperfusione e del danno da trauma cranico; la risposta infiammatoria e i meccanismi apoptotici come target terapeutici nelle patologie neurodegenerative acute a croniche; modelli animali e studi clinici. E’ membro del Comitato Ordinatore del Master in Tecnologie Avanzate Applicate alle Patologie Neurodegenerative", Università di Milano e membro del Comitato Direttivo dell’Associazione Italiana per la Ricerca sull’Invecchiamento Cerebrale (AIRIC). Principali pubblicazioni • • • • • • Vezzani A, Moneta D, Conti M, Richichi C, Ravizza T, De Luigi A, De Simoni MG, Sperk G, Andell-Jonsson S, Lundkvist J, Iverfeldt K and Bartfai T. Powerful anticonvulsant action of IL-1 receptor antagonist on intracerebral injection and astrocytic overexpression in mice. Proc Natl Acad Sci U S A, 97: 11534-11539, 2000. De Simoni MG, Storini C, Barba M, Catapano L, Arabia AM, Rossi E, Bergamaschini L. Neuroprotection by complement (C1)-inhibitor in mouse transient brain ischemia. J Cereb Blood Flow Metab, 23: 232-239, 2003. De Simoni M G, Rossi E, Storini C, Pizzimenti S, Echart C, Bergamaschini L. The powerful neuroprotective action of C1-inhibitor on brain ischemia-reperfusion injury does not require C1q. Am J Pathol., 164: 1857-1863, 2004. Bergamaschini L, Rossi E, Storini C, Pizzimenti S, Distaso M, Perego C, De Luigi A, Vergani C and De Simoni MG. Peripheral treatment with enoxaparin, a low-molecular weight heparin, reduces plaques and β-amyloid accumulation in a mouse model of Alzheimer’s disease. J. Neurosci. 24: 4181-4186, 2004 Troglio F, Echart C, Gobbi A, Pawson T, Pelicci PG, De Simoni MG & Pelicci G. The neuron-specific Rai (Shc C) adaptor regulates the PI3K-Akt pathway in vivo and protects against cerebral ischemia. Proc Natl Acad Sci U S A 101(43): 15476-15481, 2004. Capone C, Fabrizi C, Piovesan P, Principato MC, Marzorati C, Ghirardi O, Fumagalli L, Carminati P and De Simoni MG. 2-Aminotetraline derivative protects from ischemia/reperfusion brain injury with a broad therapeutic window, Neuropsychopharmacology Nov 22;2006 (Epub ahead of print). RAPPORTO ATTIVITA’ 75 2006 IRFMN Roberto W. Invernizzi ha iniziato la sua carriera scientifica nel 1976 nel laboratorio di Neurofarmacologia dell’Istituto di Ricerche Farmacologiche “Mario Negri” di Milano dove è attualmente responsabile del Laboratorio di Neurochimica e Comportamento. Nel 1986 si è laureato in Scienze Biologiche, presso l’Università Statale di Milano e nel 1996 è stato nominato capo dell’Unità di Microdialisi Intracerebrale. Lo studio dei meccanismi neurochimici e dei circuiti nervosi coinvolti nella patogenesi delle principali malattie psichiatriche quali schizofrenia e depressione e del meccanismo d’azione dei farmaci psicotropi costituiscono i principali interessi del laboratorio. Dal 1987, si è dedicato allo sviluppo della tecnica della microdialisi intracerebrale per lo studio in vivo del rilascio di monoammine. Utilizzando questa tecnica, il gruppo di Invernizzi ha contribuito tra i primi a chiarire il ruolo degli autorecettori presinaptici della serotonina e della noradrenalina negli effetti dei farmaci antidepressivi, suggerendo una nuova ipotesi sul loro meccanismo d’azione. Attualmente, gli interessi del laboratorio sono rivolti all studio dei meccanismi neurochimici coinvolti nella “resistenza” ai farmaci antidepressivi e al ruolo della trasmissione glutammatergica e serotoninergica corticale nei processi attenzionali. Revisore per varie riviste internazionali, nel campo della farmacologia e della neurochimica. Autore e co-autore di più di 60 articoli con peer-review. Membro della Società Italiana di Neuroscienze e della Società Italiana di Farmacologia. Principali pubblicazioni • Carli M, Baviera M, Invernizzi R, Balducci C Dissociable contribution of 5-HT1A and 5-HT2A receptors in the medial prefrontal cortex to different aspects of executive control such as impulsivity and compulsive perseveration in rats Neuropsychopharmacology 2006; 31: 757-767 • Calcagno E, Carli M, Invernizzi R The 5-HT1A receptor agonist 8-OH-DPAT prevents prefrontocortical glutamate and serotonin release in response to blockade of cortical NMDA receptors J Neurochem 2006; 96: 853-860 • Renoldi G, Invernizzi R Blockade of tachykinin NK1 receptors attenuates stress-induced rise of extracellular noradrenaline and dopamine in the rat and gerbil medial prefrontal cortex J Neurosci Res 2006; 84: 961-968 • Cervo L, Canetta A, Calcagno E, Burbassi S, Sacchetti G, Caccia S, Fracasso C, Albani D, Forloni G, Invernizzi R • Genotype-dependent activity of tryptophan hydroxylase-2 determines the response to citalopram in a mouse model of depression J Neurosci 2005; 25: 8165-8172 • Greco B, Invernizzi R, Carli M Phencyclidine-induced impairment in attention and response control depends on the background genotype of mice: reversal by the mGLU2/3 receptor agonist, LY379268 Psychopharmacology (Berl) 2005; 179: 68-76 • Parini S, Renoldi G, Battaglia A, Invernizzi R Chronic reboxetine desensitizes terminal but not somatodendritic alfa2adrenoceptors controlling noradrenaline release in the rat dorsal hippocampus Neuropsychopharmacology 2005; 30: 10481055 Ugo Lucca ha conseguito il Master of Science presso l'Università di Aberdeen (UK) nel 1999. Presso l'Istituto di Ricerche Farmacologiche “Mario Negri” è stato ricercatore (1986-1994), poi responsabile dell'"Unità di valutazione Clinica dei Farmaci Antidemenza" (1995-1996) e, dal 1996, è responsabile del "Laboratorio di Neuropsichiatria Geriatrica". Le sue maggiori aree di interesse riguardano l’epidemiologia e gli aspetti clinici della demenza, la storia naturale delle demenze, le malattie neuropsichiatriche dell’anziano, l’elaborazione di strumenti metodologici per lo screening diagnostico e la valutazione dello sviluppo clinico della demenza, la valutazione clinica dei trattamenti antidemenza e di farmaci attivi a livello del sistema nervoso centrale (fase I, II, III e IV e studi osservazionali). Principali pubblicazioni • Spagnoli A, Lucca U, Menasce G, Bandera L, Cizza G, Forloni G, Tettamanti M, et al. Long-term acetyl-L-carnitine treatment in Alzheimer's disease. Neurology 1991; 41:1726-1732 • Lucca U, Comelli M, Tettamanti M, Tiraboschi P, Spagnoli A. Rate of progression and prognostic factors in Alzheimer’s disease: a prospective study. J Am Geriats Society 1993; 41: 45-49. • Lucca U, Tettamanti M, Forloni G, Spagnoli A. Nonsteroidal antiinflammatory drug use in Alzheimer’s disease. Biological Psychiatry 1994; 36: 854-856. • Imbimbo BP, Martelli P, Troetel WM, Lucchelli F, Lucca U, Thal LJ, and the Eptastigmine Study Group. Efficacy and safety of eptastigmine for the treatment of patients with Alzheimer’s disease. Neurology 1999; 52: 700-708. • Quadri P, Fragiacomo C, Pezzati R, Zanda E, Forloni G, Tettamanti M, Lucca U. Homocysteine, folate, and vitamin B12 in mild cognitive impairment, Alzheimer’s disease and Vascular Dementia. Am J Clinical Nutr 2004; 80: 114-122. • Lucca U, Tettamanti M, Quadri P. Homocysteine lowering and cognitive performance. New England Journal of Medicine 2006; 355: 1390. RAPPORTO ATTIVITA’ 76 2006 IRFMN Annamaria Vezzani si è laureata in Scienze Biologiche nel 1978 all’Università di Milano e specializzata in Neurofarmacologia all’Istituto Mario Negri nel 1982, ha quindi trascorso un periodo di post-dottorato all’Università del Maryland a Baltimora nel 1983-1984 studiando i meccanismi di epilettogenesi in modelli sperimentali di epilessia. Ha trascorso ulteriori periodi di post-dottorato all’Universita di Stoccolma e all’Istituto Karolinska tra il 1985 e il 1999. Si occupa dello studio dei meccanismi biochimico-molecolari coinvolti nella eziopatogenesi delle convulsioni e del danno neuronale a esse associato utilizzando modelli sperimentali di epilessia. La ricerca corrente è focalizzata sul ruolo dei neuropeptidi e delle molecole infiammatorie nella modulazione dell’eccitabiltà neuronale e della neurodegenerazione. Focus della ricerca è inoltre lo studio dei meccanismi di farmacoresistenza. Dal 1997 è a capo del Laboratorio di Neurologia Sperimentale nel Dipartimento di Neuroscienze dell’Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri a Milano. E’ membro del Board Editoriale di Epilepsy Currents e Neuroscience e Editore Associato per i modelli sperimentali di Epilepsia. E’ a capo della Commission on Neurobiology della International League Against Epilepsy che si occupa dello sviluppo della ricerca translazionale nell’epilessia. Principali pubblicazioni • Balosso S, Ravizza T, Perego C, Peschon J, Campbell I, De Simoni MG, Vezzani A. TNF-alpha inhibits kainic acid-induced • seizures in mice via p75 receptors (2005) Ann Neurol, 57, 804 • Dube’ C., Vezzani A., Behrens M., Bartfai T., Baram TZ. (2005) Interleukin-1beta contributes to the generation of experimental febrile seizures. Ann Neurol, 57,152. • Richichi C, E-J. D. Lin, D. Stefanin, D. Colella, T. Ravizza,G. Grignaschi, G. Sperk, M. J. During and A. Vezzani “ Anticonvulsant and antiepileptogenic effects mediated by adeno-associated virus vector neuropeptide Y expression in the rat hippocampus” (2004) J Neurosci, 24,3051 • Rizzi M, Caccia S, Guiso G, Richichi C, Gorter JA, Aronica E, Aliprandi M, Bagnati R, Fanelli R, D'Incalci M, Samanin R, Vezzani A.“Limbic seizures induce P-glycoprotein in rodent brain: functional implications for pharmacoresistance” (2002) J Neurosci, 22, 5833 • Vezzani A., Moneta D., Conti M., Richichi C., Ravizza T., De Luigi A., De Simoni M.G., Sperk, Andell-Jonsson S., Lundkvist J., Iverfeldt K. and Bartfai T. (2000) "Powerful anticonvulsant action of IL-1 receptor antagonist upon intracerebral injection and astrocytic overexpression in mice" Proc. Natl. Acad. Sci. USA, 97, 11534. • Vezzani A, Conti M, De Luigi A, Ravizza T, Moneta D, Marchesi F, De Simoni MG. Interleukin-1beta immunoreactivity and microglia are enhanced in the rat hippocampus by focal kainate application: functional evidence for enhancement of electrographic seizures. J Neurosci. 1999; 19:5054-65. Mirjana Carli ha iniziato la sua carriera scientifica nel 1977 nel laboratorio di Neurofarmacologia dell’Istituto di Ricerche Farmacologiche “Mario Negri” di Milano. Ha passato il periodo dal 1981 al 1986 nel laboratorio di Neuroscienze Cognitive del Dipartimento di Psicologia Sperimentale dell’Università di Cambridge (UK) diretto dal Prof. Trevor W Robbins. Qui si è occupata dello studio del ruolo delle monoamine cerebrali nei processi cognitivi, mettendo a punto diversi test comportamentali nel ratto. Dal 1986 è nell’Istituto di Ricerche Farmacologiche “Mario Negri”, prima nel laboratorio di Neurofarmacologia e dal 2006 nel laboratorio di Neurochimica e Comportamento come responsabile dell’Unità di Farmacologia del Comportamento Cognitivo. La sua attività scientifica è orientata allo studio dei mechanismi neuronali che controllano i processi cognitivi quali memoria, attenzione e le funzioni esecutive, contribuendo a delineare il ruolo di alcuni recettori della serotonina in questi processi. L’interesse recente della sua unità si è anche focalizzato sui meccanismi genetici coinvolti nei processi cognitivi. Principali pubblicazioni • Carli M, Baviera M, Invernizzi R, Balducci C Dissociable contribution of 5-HT1A and 5-HT2A receptors in the medial prefrontal cortex to different aspects of executive control such as impulsivity and compulsive perseveration in rats • Neuropsychopharmacology 2006; 31: 757-767 • Greco B, Carli M Reduced attention and increased impulsivity in mice lacking NPY Y2 receptors: Relation to anxiolyticlike phenotype Behav Brain Res 2006; 169: 325-334 • Carli M, Baviera M, Invernizzi R, Balducci C The serotonin 5-HT2A receptors antagonist MI00907 prevents impairment in attentional performance by NMDA receptor blockade in the rat prefrontal cortex Neuropsychopharmacology 2004; 29: 1637-1647 • Balducci C, Nurra M, Pietropoli A, Samanin R, Carli M Reversal of visual attention dysfunction after AMPA lesions of the nucleus basalis magnocellularis (NBM) by the cholinesterase inhibitor donepezil and by a 5-HT(1A) receptor antagonist WAY 100635 Psychopharmacology (Berl) 2003; 167: 28-36 • Carli M, Balducci C, Samanin R. Stimulation of 5-HT1A receptors in the dorsal raphe ameliorates the impairment of spatial learning caused by intrahippocampal 7-chloro-kynurenic acid in naive and pretrained rats Psychopharmacology (Berl) 2000; 158: 39-47 • Carli M, Samanin R The 5-HT1A receptor agonist 8-OH-DPAT reduces rats' accuracy of attentional performance and enhances impulsive responding in a five-choice serial reaction time task: Role of presynaptic 5-HT1A receptors Psychopharmacology (Berl) 2000; 149: 259-268 RAPPORTO ATTIVITA’ 77 2006 IRFMN Barbara D’Avanzo si è laureata in filosofia nel 1989 presso l’Università degli Studi di Milano. Ha seguito il corso della Regione Lombardia “Tecniche di ricerca in campo biomedico” presso il Laboratorio di Epidemiologia Generale nel 1988. Dal 1991 al 1996 ha lavorato come ricercatrice nel Laboratorio di Epidemiologia Generale e dal 2002 è capo dell’Unità di Epidemiologia e Psichiatria Sociale. Le aree di interesse principali sono rappresentate dall’applicazione dei metodi di ricerca epidemiologica alla salute mentale. Ha lavorato all’analisi e quantificazione delle modalità di attuazione e degli effetti della riforma psichiatrica in Italia, alla valutazione della qualità dei servizi e della loro trasformazione con particolare attenzione all’utilizzo dei servizi residenziali per pazienti gravi, alla valutazione del profilo rischio-beneficio degli antipsicotici, dell’efficacia degli interventi psicosociali, al monitoraggio dei suicidi e allo studio dei programmi di prevenzione del suicidio. E’ ora attiva sul tema della partecipazione e della produzione di conoscenze utili al miglioramento della gestione dei servizi di salute mentale da parte degli utenti e alla valorizzazione del loro punto di vista. Membro del direttivo nazionale della World Association for Psychosocial Rehabilitation Italia e dell’Ufficio di Presidenza della World Association for Psychosocial Rehabilitation Mondiale. Svolge attività di referee per Epidemiologia e Psichiatria Sociale e per l’European Journal of Public Health. Principali pubblicazioni • Barbato A, D'Avanzo B. Marital therapy for depression. Cochrane Database Systematic Reviews 2006; Issue 2. • Parabiaghi A, Barbato A, D'Avanzo B, Erlicher A, Lora A. Assessing reliable and clinically significant change on Health of the Nation Outcome Scales: method for displaying longitudinal data. Aust N Z J Psychiatry 2005; 39: 719-725. • Barbato A, D'Avanzo B. Involuntary placement in Italy. Br J Psychiatry 2005; 186: 542-543. • Guaiana G, Andretta M, Corbari L, Mirandola M, Sorio A, D'Avanzo B, Barbui C. Antidepressant drug consumption and public health indicators in Italy, 1955-2000. J Clinical Psychiatry 2005; 66: 750-755. • D'Avanzo B, Battino R N, Gallus S, Barbato A. Factors predicting discharge of patients from community residential facilities: A longitudinal study from Italy. Aust N Z J Psychiatry 2004; 38: 619-628. • D'Avanzo B, Barbato A, Barbui C, Battino N, Civenti G, Frattura L. Discharges of patients from public psychiatric hospitals in Italy between 1994 and 2000. Int J Social Psychiatry 2003; 49: 27-3 Alessandro Nobili si è laureato in Medicina e Chirurgia nel 1990 presso l’Università Statale di Milano. Attività formative: Corso di specializzazione nella Ricerca Biotecnologica RegioneLombardia, Milano 1988; Scuola Internazionale di Farmacologia; 31° Corso su: Drug Epidemiology and Post-marketing Surveillance, Erice, settembre 1990; Corso: Metodi di Studio nella Ricerca Epidemiologica, Milano, ottobre 1990. Corso: Long Term Clinical Trials, Cogne gennaio1991. Aree di interesse: Metodologia della sperimentazione clinica controllata, farmacoepidemiologia e post-marketing surveillance. Metodologia della valutazione e verifica della qualità degli interventi sanitario-assistenziali e dei servizi per gli anziani. Strategie di valutazione dell'impatto della demenza sulla famiglia e sugli operatori delle istituzioni geriatriche. Epidemiologia e programmazione dei servizi sul territorio. Metodologia dell'informazione sul farmaco.Dal 1996 Responsabile “Servizio Informazione sui Farmaci per l’anziano”, Esperto Nazionale, accreditato dall’AIFA, per l’EMEA, Editor per la Micromedex® Thompson Health Care, Colorado, USA. Consulente Scientifico "Federazione Alzheimer Italia". Dal 2007 Capo del Laboratorio di Valutazione della Qualità delle Cure e dei Servizi per l’Anziano. Principali pubblicazioni • Nobili A, Tettamanti M, Frattura L, et al. Drug use in the elderly in Italy. Ann Pharmacother 1997; 31:416-422. • Nobili A, Gebru F, Rossetti A, et al. Doctorline a private toll-free telephone medical information service. Ann Pharmacother 1998; 32:120-5. • Nobili A, Riva E, Tettamanti M, et al. The effect of a structured intervention on cergivers of patients with dementia and problem behaviour: a randomized controlled pilot study. Alzheimer Dis Assoc Disord 2004; 18: 75-82. • Lucca U, Nobili A, Riva E, Tettamanti M. Low level of B vitamins and the risk of cognitive and functional decline in the very-old: results from the Monzino 80-Plus Study. Neurobiol Aging 2004; 25: 31. • Lucca U, Nobili A, Riva E, Tettamanti M Cholinesterase inhibitor use and age in the general population Arch Neurol 2006; 63: 154-155. • Tettamanti M, Garri' M T, Nobili A, Riva E, Lucca U Low folate and the risk of cognitive and functional deficits in the very old: The Monzino 80-plus study J Am Coll Nutr 2006; 25: 502-508 RAPPORTO ATTIVITA’ 78 2006 IRFMN Emma Riva si è laureata in Medicina e Chirurgia nel 1984 presso l’Università di Milano e ha ottenuto il dottorato di ricerca in Fisiopatologia Cardiovascolare (PhD) nel 1990 presso l’Università di Londra (UK) Attività formative: Research Assistant presso il Dipartimento di Farmacologia, Facoltà di Medicina, Università di Ottawa, Canada; Internato in Medicina Interna; Cardiac Fellow, St Thomas' Hospital, London, UK Aree di interesse: Aspetti cognitivi delle anemie negli anziani; disturbi comportamentali nei pazienti con demenza; Valutazione dello stress nel care-giver di soggetti con demenza; cure palliative, il malato oncologico terminale. Ruoli attuali e passati in istituto: Capo dell’Unità di Farmacologia Geriatrica Istituto "Mario Negri", Milano; Direttore Scientifico dell’Hospice “via di Natale”, Aviano (PN); Consulente presso l’Istituto Geriatrico “Pio Albergo Trivulzio”, Milano: Membro del progetto PREDICT (Policy Review and Evaluation of Dementia and Institutional Care Trends): a Transnational Comparison. Principali pubblicazioni • Tettamanti M, Garrì MT, Nobili A, Riva E, Lucca U. Low folate and risk of cognitive and functional deficits in the very old: The Monzino 80-plus study. J Am Coll Nutr 2006;25:502-508 • Lucca U, Nobili A, Riva E, Tettamanti M. Cholinesterase inhibitor use and age in the general population. Arch Neurol 2006;63:154-155 • Nobili A, Riva E, Tettamanti M, Lucca U, Liscio MR, Petrucci B, Salvini Porro G. The effect of a structured intervention on caregivers of patients with dementia. Results of a Randomized Controlled Study. Alzheimer Dis and Associated Disorders 2004;18:75-82 • Il malato terminale oncologico. Esperienze dall’hospice. Ed. Emma Riva. Il pensiero Scientifico, 2001 • Riva E, Tettamanti M, Gallini C. Il ruolo del medico di medicina generale nella gestione dei malati terminali oncologici. Indagine svolta tra i medici di medicina generale in Friuli Venezia Giulia. Ricerca & Pratica 2001 • Riva E, Nobili A, Trecate F. Per un impiego "ragionato" dei neurolettici, per la gestione dei disturbi del comportamento in corso di Malattia di Alzheimer. Rec Prog Med 1998;89:598-603 Mauro Tettamanti si è laureato in Biologia nel 1986 presso l’Università degli Studi di Milano e si è specializzato nel 1993 in Epidemiologia e Statistica Medica presso l’Università degli Studi di Pavia. Dal 1989 borsista presso l’Istituto Mario Negri; dal 1999 Ricercatore e dal 2001 Capo dell’Unità di Epidemiologia Geriatrica. Attività formative: Corso di valutazione critica della letteratura di settore Scuola Superiore di Fisioterapia di Mendrisio; Corso di Introduzione alla Statistica per il Master in Ergonomia del Politecnico di Milano (2001-2004); Corso di Statistica Medica e Metodologia Clinica per la Drug Evaluation School presso l’Istituto Mario Negri.Aree di interesse: Ideazione, stesura del protocollo, messa in atto e analisi di studi epidemiologici e di clinical trial in campo geriatrico, in particolare nel campo delle demenze, compresa la gestione dei dati; studi di fase I, II, III e osservazionali a lungo termine di farmaci per la demenza e la sindrome ansioso depressiva; epidemiologia, fattori di rischio e correlati della demenza; morbilità, disabilità e stato cognitivo degli anziani e dei grandi anziani; trattamento di pazienti terminali. Principali pubblicazioni • Spagnoli A, Lucca U, Menasce G, Bandera L, Cizza G, Forloni G, Tettamanti M, et al. Long-term acetyl-L-carnitine treatment in Alzheimer's disease. Neurology 1991; 41:1726-1732. • Lucca U, Comelli M, Tettamanti M, Tiraboschi P, Spagnoli A. Rate of progression and prognostic factors in Alzheimer's disease: A prospective study. J Am Geriatr Soc 1993; 41:45-49 • Quadri P, Fragiacomo C, Pezzati R, Zanda E, Forloni G, Tettamanti M, Lucca U. Homocysteine, folate, and vitamin B12 in mild cognitive impairment, Alzheimer disease, and vascular dementia. Am J Clin Nutr 2004; 80: 114-122 • Lucca U, Nobili A, Riva E, Tettamanti M. Cholinesterase inhibitor use and age in the general population. Arch Neurol 2006; 63:154-155 • Lucca U, Tettamanti M, Quadri P. Homocysteine lowering and cognitive performance. N Engl J Med 2006; 355:1390 • Tettamanti M, Garri' M T, Nobili A, Riva E, Lucca U. Low folate and the risk of cognitive and functional deficits in the very old: The Monzino 80-plus study. J Am Coll Nutr 2006; 25: 502-508 RAPPORTO ATTIVITA’ 79 2006 IRFMN INTRODUZIONE ALLE ATTIVITA' DEL DIPARTIMENTO Il Dipartimento di Neuroscienze è strutturato in nove Laboratori, le attività di ricerca riguardano lo studio delle malattie neurologiche e psichiatriche affrontato dal punto di vista delle basi biologiche, di alcuni aspetti clinici e della valutazione dei servizi sanitari. Accanto a queste attività, nel Dipartimento sono presenti competenze più generali, non riconducibili esclusivamente all'ambito neurologico, che riguardano la farmacocinetica, l'informazione sull'uso dei farmaci e l'elaborazione di trial clinici e di studi epidemiologici. Tradizionalmente una parte del Dipartimento si è dedicata alla creazione di modelli sperimentali per lo studio dei meccanismi patogenetici e dei possibili interventi terapeutici che riguardino le malattie neurodegenerative, come Alzheimer e malattie da prioni, neurologiche come l'epilessia o psichiatriche come la depressione. Più recentemente si sono sviluppati e consolidati progetti di ricerca per lo studio della sclerosi laterale amiotrofica (SLA), l'ictus cerebrale e le sostanze d'abuso. Per quanto riguarda gli aspetti clinici diverse di queste patologie sono oggetto di studi epidemiologici come epilessia, SLA e Alzheimer e di clinical trial per la valutazione dell'efficacia di trattamenti farmacologici. Le attività del Dipartimento mirano a un'integrazione delle diverse competenze per lo sviluppo di progetti multidisciplinari. L'obiettivo è di dare risposte integrate sul piano della conoscenza, della terapia e della pratica clinica alle complesse tematiche, in gran parte irrisolte, proposte dalle malattie del sistema nervoso. SCOPERTE/RISULTATI PRINCIPALI Una nuova mutazione del gene che codifica per la proteina PEN-2 è stata identificata in un soggetto con lieve deficit cognitivo (MCI) appartenente ad una famiglia con diversi casi di Alzheimer. In un’ampia popolazione di soggetti Alzheimer è stato possibile dimostrare che i livelli plasmatici di beta amiloide 1-42 non sono influenzati da polimorfismi sul gene che codifica per la proteina PLAU_1 come precedentemente indicato. In modelli animali geneticamente modificati che sovraesprimono la proteina precursore dell’amiloide (APP) in forma mutata c’è un deficit cognitivo associato a un’alterazione della funzione glutamatergica e indipendente dalla presenza di depositi cerebrali di beta amiloide Utilizzando peptidi sintetici omologhi ad ampie porzioni di proteina prion (PrP 82-146) è stato possibile dimostrare un effetto neurotossico e gliotrofico dipendente in parte dalla proteina prioniva endogena In modelli cellulari in vitro è stato identifcato il pathway biochimico attraverso cui il peptide DJNK-TAT esercita un effetto neuroprotettivo nei confronti degli stimoli eccitotossici. D-JNKTAT si è dimostrato neuroprotettivo in modelli sperimentali di ischemia La proteina DJ-1, le cui mutazioni sono associate al Morbo di Parkinson è coinvolta nell'effetto neuroprotettivo indotto da alfa-sinucleina in linee cellulari umane Circa il 60% di una popolazione iniziale di pazienti affetti da malattia di Alzheimer era ancora in terapia con donepezil dopo un periodo di tre anni di follow-up. Dopo un’iniziale miglioramento, i pazienti sono deteriorati linearmente in tutte le misure d’outcome. Il donepezil RAPPORTO ATTIVITA’ 80 2006 IRFMN ha mostrato un buon profilo di sicurezza. In uno studio trasversale di popolazione (Monzino 80-plus Study), l’anemia o la concentrazione di emoglobina nel sangue non sono risultate associate con la presenza di demenza nei grandi anziani. Nello stesso studio di popolazione nel grande anziano (Monzino 80-plus Study), alte concentrazioni di colesterolo totale non sono risultate associate con un maggior rischio di demenza, mentre alte concentrazioni di colesterolo HDL hanno mostrato un effetto protettivo. Un peggioramento progressivo della memoria esplicita sembra caratterizzare i primissimi cambiamenti accertabili in corso di demenza e precedere il più esteso deterioramento cognitivo. Le prove di rievocazione si sono mostrate misure sensibili, sebbene poco specifiche, in grado di discriminare pazienti con deterioramenti cognitivi minimi dagli anziani normali. Fra gli anziani ricoverati in ospedale per un problema acuto, una ridotta mobilità è predittiva di una più alta probabilità di caduta o di morte. L’anemia è presente in un anziano (età: 65-84 anni) su 10 residenti a Biella. Nell'89% dei soggetti si tratta di un’anemia di grado lieve. Questa condizione è relativamente stabile nel tempo ed è associata a una più alta mortalita. Nei Nuclei Alzheimer il 60% dei pazienti con demenza è in trattamento con antispicotici (49% tradizionale e 51% atipici). Il 45% assume un solo antipsicotico, il 14% ne assume due contemporaneamente e l’1% tre. Ne corso del 2003 nella ASL di Lecco, il 15.5% degli anziani (età ≥ 65 anni) era esposto ad associazioni di farmaci potenzialmente a rischio di interazioni farmacologiche (60.8% erano donne). Marcata disomogneità dell’offerta di trattamento per acuti nei servizi pubblici e privati. Si sono rilevate carenze strutturali e indicatori di qualità ambientale e di processo sfavorevoli nelle strutture per acuti private. Modesta la soddisfazione dei pazienti rispetto alla qualità della cura e del servizio, discreti i valori degli indicatori relativi all’impatto clinico sulla crisi. I pazienti del Progetto Reti Sociali Naturali seguiti e valutati con un disegno naturalistico hanno mostrato un significativo miglioramento della qualità della vita e della soddisfazione dei bisogni, oltre che il miglioramento del funzionamento sociale. Nei motoneuroni spinali di pazienti affetti da SLA sporadica vi è un’attivazione della cascata di segnali che comprendono il TNF alfa e le MAP chinasi, analogamente a quanto osservato nel topo modello di SLA familiare. Questa scoperta avvalora l’uso dei topi transgenici per la SOD1mutata come modelli animali su cui sviluppare nuove strategie terapeutiche. I motoneuroni dei topi con SOD1 mutata non sono in grado di attivare i segnali di sopravvivenza della cellula mediati da PI3K/Akt. Nei motoneuroni dei topi con SOD1 mutata si evidenzia una chiara disfunzione del proteasoma che potrebbe contribuire alla formazione di aggregati proteici intracellulari. Nei topi con SOD1 mutata, la SOD1 forma degli aggregati insolubili che vengono in seguito oligoubiquitinati ma non poliubiquitinati. Questo potrebbe essere la causa del loro accumulo. RAPPORTO ATTIVITA’ 81 2006 IRFMN L’eritropoietina carbamoilata, analogamente alla EPO ricombinante umana, non rallenta la progressione della malattia nei topi con SOD1 mutata. Specifici recettori di peptidi neuroattivi come il neuropeptide Y e la somatostatina mediano una significativa attività anticonvulsivante. Questa evidenza suggerisce nuovi targets per lo sviluppo di farmaci anticonvulsivanti completamente diversi da quelli attualmente disponibili E’ stato dimostrato il ruolo di alcune citochine proinfiammatorie nella modulazione dell'attività epilettica evidenziando e descrivendo quindi un meccanismo coinvolto nell'eziopatogenesi delle convulsioni fino ad ora sconosciuto Le proteine di trasporto dei farmaci anticonvulsivanti sono funzionalmente attivitate nel tessuto epilettico e hanno un ruolo significativo nel diminuire le concentrazioni cerebrali dei farmaci antiepilettici nei modelli sperimentali. Un intervento farmacologico sull'attività di queste proteine potrebbe rappresentare una strategia per revertire la resistanza ai farmaci antiepilettici. Il C1-INH, inibitore del complemento e del sistema delle chinine, ha un potente effetto neuroprotettivo nel danno cerebrale da ischemia/riperfusione La somministrazione per via sistemica di enossieparina, un’eparina a basso peso molecolare, riduce le placche e l’accumulo di beta-amiloide in modelli murini di malattia di Alzheimer Le cellule staminali neurali originate da neurosfere riducono il danno ischemico promuovendo un ambiente neuroprotettivo La microglia attivata contribuisce all’effetto protettivo delle cellule staminali nell’ambinete ischemico Molecole con attività agonista parziale o antagonista sui recettori dopaminergici D3 modulano selettivamente, negli animali da esperimento, il comportamento di ricerca della sostanza d'abuso scatenato da stimoli ambientali associati all'assunzione di cocaina I ceppi di topo DBA/2J e BALB/c rappresentano un modello di farmaco-resistenza ai bloccanti della ricaptazione della serotonina in un modello animale predittivo dell'attività antidepressiva Differenze genetiche nella sintesi di serotonina contribuiscono all’efficacia degli SSRI nel topo L’ipofunzione dei recettori NMDA è deleteria per le funzioni cognitive dipendenti dalla corteccia prefrontale ed è associato a un aumento del rilascio di glutammato corticale. Il rilascio di glutammato corticale è controllato dalla serotonina attraverso i recettori 5-HT1A e 5-HT2A Gli antagonisti dei recettori 5-HT2A e la stimolazione dei recettori 5-HT1A revertono I deficit di attenzione causati dagli antagonisti del recettore NMDA Gli antipsicotici tipici possono essere differenziati da quelli atipici sulla base del pattern di effetti nel modello di deficit cognitivo indotto da blocco dei recettori NMDA nella corteccia prefrontale. RAPPORTO ATTIVITA’ 82 2006 IRFMN COLLABORAZIONI NAZIONALI Associazione Familiari Insonnia Familiare Fatale malattie da prioni, Treviso Associazione per la Ricerca Neurogenetica, Lamezia Terme (CS) e ASL 6, Regione Calabria Agenzia di Sanità Pubblica del Lazio, Regione Lazio Azienda Ospedaliera Ospedali Riuniti di Bergamo Azienda Sanitaria Locale di Bergamo CEND, Centro Eccellenza per le Malattie Neurodegenerative, Università di Milano Centro Fatebenefratelli San Giovanni di Dio, Cernusco sul Naviglio Centro Studi in Psichiatra, ASL 2, Torino Centro Parkinson-Istituti Clinici di Perfezionamento Clinica IRCSS S. Maria Nascente, Milano Clinica Neurologica III Università di Milano, Azienda Ospedaliera S. Paolo, Milano Clinica Psichiatrica, Università Milano Bicocca Consorzio Ricerche Luigi Amaducci, CRIC, Arcugnano (Vc) Consorzio MIA, Milano DIBIT, San Raffaele Scientific Insitute, Milano. Dipartimento di Chimica Biologica, Università di Padova Dipartimento di Chimica, Università egli Studi di Firenze Dipartimento Endicronologia, Università di Milano Dipartimento Farmaco Chimico Tecnologico, Università di Siena Dipartimento di Farmacologia Medica, Università di Milano Dipartimento di Fisiologia Umana, Facoltà di Medicina, Università di Milano Dipartimento di Medicina e Sanità Pubblica, Sezione di Psichiatria e Psicologia Clinica, Università di Verona Dip. di Morfofisiologia, Scuola di medicina Veterinaria, Università di Torino, Grugliasco (TO). Dipartimento Neurologia, Ospedale Molinette, Torino Dipartimento di Neurologia Università di Milano, Ospedale Luigi Sacco. Dipartimento di Neuroscienze e Riabilitazione, Azienda Ospedaliera “Santa Maria della Misericordia”, Udine Dipartimento di Neuroscienze, Università di Parma, Parma Dipartimento di Salute Mentale di Niguarda, Milano Dipartimento di Salute Mentale ASL 3 ”Genovese”, Genova Dipartimento di Salute Mentale ASL 4, Torino Dipartimento di Salute Mentale, Azienda Ospedaliera Carlo Poma di Mantova, Mantova Dipartimento di Salute Mentale San Carlo, Milano Dip. di Scienze Biomolecolari e Biotecnologie, Università di Milano Dipartimento Scienze Neurologiche, Università di Genova, Genova Dipartimento Scienze Neurologiche, Ospedale Maggiore Policlinico di Milano Direzione Generale Famiglia e Solidarietà Sociale, Regione Lombardia, Milano Direzione Generale Sanità, Regione Lombardia, Milano Direzione Regionale Sanità e Servizi Sociali, Regione Umbria Divisione Neurologica, Università di Bologna Federazione Alzheimer Italia, Milano Franco Calori Cell Factory, Centro Trasfusionale e di Immunologia dei Trapianti, IRCCS Ospedale Maggiore, Milano Fondazione Clelio Angelino Fondazione Floriani, Milano Fondo Edo Tempia Hospice “Via di Natale Franco Gallini”, Aviano (PN) RAPPORTO ATTIVITA’ 83 2006 IRFMN IRCSS "Casa Sollievo della Sofferenza", San Giovanni Rotondo IRCCS Istituto Auxologico Italiano, Milano IRCSS Neuromed, Pozzilli, Isernia IRCSS "San Raffaele", Milano Istituto Europeo di Oncologia, IRCCS, Milano Istituto di Farmacologia e Farmacognosia, Università di Urbino Istituto di Farmacologia, Università di Milano Istituto “G. Ronzoni”, Milano Istituto Nazionale Neurologico “Carlo Besta”, Milano Istituto Neurologico "Casimiro Mondino", Pavia Istituto Scientifico Humanitas Istituto "Stella Maris", IRCCS, Calambrone (PI) Istituto Superiore di Sanità, Roma Istituto Zooprofilattico Piemonte Liguria Val D'Aosta,Torino Laboratorio di Immunopatologia Renale, Ospedale San Carlo, Milano Laboratorio di Neuroscienze, Centro Dino Ferrari, Università di Milano Lega Italiana per la Lotta contro i Tumori Ospedale Regionale Ca Fondello, Treviso Ospedale "Molinette", Torino Polo Oncologico, ASL 12, Biella Provincia Lombardo-Veneta Ordine Ospedaliero San Giovanni di Dio, Fatebenefratelli di Cernusco sul Naviglio Unione Nazionale delle Associazioni per la Salute Mentale (UNASAM), Milano Unità di Geriatria, Ospedale Maggiore IRCCS, Università di Milano Unità Operativa di Psichiatria, Azienda Ospedaliera Luigi Sacco di Milano, Milano Unità Operativa di Psichiatria, Azienda Ospedaliera San Gerardo di Monza, Monza Unità Operativa di Psichiatria di Garbagnate, Azienda Ospedaliere Salvini di Garbagnate, Garbagnate Milanese Unità Operativa di Psichiatria, Fondazione IRCCS Ospedale Maggiore Policlinico, Mangiagalli e Regina Elena di Milano, Milano Università degli Studi di Foggia Università Cattolica del Sacro Cuore di Roma Università del Piemonte Orientale, Novara Università di Milano, IRCCS Ospedale Maggiore, Milano Università Milano-Bicocca, Monza Università La Sapienza, Roma U.O. Neurologia, Clinica S. Maria, IRCCS, Castellanza (VA). COLLABORAZIONI INTERNAZIONALI Albert Eistein College of Medicine, Bronx, NY, USA Atomic Energy Commission, Service de Neurovirologie, Fontenay-aux-Roses, France Beaumont Hospital, Dublin, Ireland Cambridge Centre for Brain Repair, University of Cambridge, UK Centre for Neuroscience Research and Division of Biomolecular Sciences, GKT School, King’s College, London, UK Chorley & South Ribble General Hospital, Chorley, UK Cochrane Collaboration Depression, Anxiety and Neurosis Group (CCDAN), UK Columbia Univ, Haverstraw, NY, USA Department of Anatomy and Physiology, Laval University, Quebec RAPPORTO ATTIVITA’ 84 2006 IRFMN Department of Cell Biology, Washington University, St Louis, USA Department of Chemistry,The Australian National University, Canberra City, Australia Department of Experimental Psychology, University of Cambridge, UK Department of Pathology and Infectious Diseases Royal Veterinary College, Herts, UK Department of Psychiatry, Medical Center University of Mississippi, Jackson, USA Directorate General for the Health and Consumer Protection, European Commission, Luxembourg Division of Medical Genetics, CHUV Lausanne, Switzerland European Union of Family Associations of People with Mental Illness (EUFAMI) Geriatric Division and Department of Metabolic Diseases, Ospedali Regionali of Lugano and Mendrisio, Switzerland HSPH Harvard University, Boston, USA IBCM, University of Lausanne, Lausanne, Switzerland Institut de Génétique Humaine du CNRS, Montpellier, France Jefferson Med Coll, Philadelphia, USA Karolinska Institutet, Stockholm, Sweden King’s College Hospital, London, UK Max-Delbrück-Center for Molecular Medicine, Berlin, Germany National Insitute on Aging, NIH, Baltimore, USA National Research and Development Centre for Welfare and Health (STAKES), Finland Neuroprion, Network of Excellence, WP VI, EC Neurological Department of the University of Tirana, Albania Ninewells Hospital and Medical School, Dundee, Scotland UK Northern Illinois University, DeKalb, IL, USA Novartis Pharma, Basel, Switzerland Robarts Research Institute, London, Ontario, Canada Royal Manchester Children's Hospital, Manchester, UK Royal Preston Hospital, Preston, UK Sergievsky Center, Columbia University, New York, NY, USA Servizio di Geriatria, Ospedale della Beata Vergine, Mendrisio, Switzerland The Scripps Research Institute, La Jolla, California, USA University of Alberta, Canada Univ of California at Irvine, Irvine, CA, USA University of Cardiff, United Kingdom Univ of Colorado, Denver, USA University Hospital, London, ON, Canada Univ of Innsbruck, Innsbruck, Austria Univ of Maryland, Baltimore, USA University of Maastricht, the Netherlands University of Rijeka Medical School, Rijeka, Croatia Université Victor Segalen, Bordeaux, France Virtanen Institute for Molecular Sciences, University of Kuopio, Finland Vrije Universiteit Medical Center, Amsterdam, The Netherlands Walton Hospital, Liverpool, UK WAPR (World Association for Psychosocial Rehabilitation) Weill Cornell Medical College, New York, USA World Mental Health, Department of Mental Health and Substance Abuse, Geneva, Switzerland RAPPORTO ATTIVITA’ 85 2006 IRFMN PRESENZA IN COMITATI EDITORIALI Biochemical Journal (Chiesa, Forloni) Brain Aging (Forloni) Clinical Drug Investigation (Beghi) Clinical Neurology and Neurosurgery (Beghi) Cochrane Collaboration, Epilessia (Beghi) Drugs in the R&D (Beghi) Epidemiologia e Prevenzione (Lucca) Epilepsia (Beghi, Vezzani Assistant editor) Epilepsy Current (Vezzani) Epilepsy Research (Vezzani) Inpharma (Beghi) International Journal of Mental Health (Barbato) Journal of Neurochemistry (Bendotti) Neurological Sciences (Beghi) Neuroepidemiology (Beghi) Neuroscience (Vezzani) Psichiatria di Comunità (Barbato) Ricerca & Pratica (Nobili) ATTIVITA' DI REVISIONE Acta Neurologica Scandinavica Acta Psychiatrica Scandinava Alzheimer Disease and Associated Disorders American Journal of Human Genetics American Journal of Pathology American Journal of Physiology Annals of Neurology Annals of Pharmacotherapy Behavioural Brain Research Biochemical Journal Biochemistry Biological Psychiatry Brain Research Brain Research Review Clinical Drug Investigation Clinical Neurology and Neurosurgery Clinical Pharmacokinetics Clin Pharm Therapy CNS Drugs Dialogo sui farmaci Drugs Epidemiologia e Psichiatria Sociale Epilepsia Epilepsy & Behavior European Journal of Immunology European Journal of Neuroscience RAPPORTO ATTIVITA’ 86 2006 IRFMN European Journal of Pharmacology European Journal of Public Health Experimental Neurology European Neuropsychopharmacology Expert Opinion on Pharmacotherapy FASEB Journal FEBS letters Fundamental Clinical Psychopharmacology Giornale di Neuropsichiatria dell’Età Evolutiva Glia International Journal of Neuropsychopharmacology Journal of the American Board of Family Practice Journal of Biological Chemistry Journal of Cell. Biology Journal of Chemical Neuroanatomy Journal of Chromatography B: Analytical Technologies in the Biomedical and Life Science Journal of Headache and Pain Journal of Histochemistry and Cytochemistry Journal of Immunology Journal of Neurochemistry Journal of Neuroimmunology Journal of Neurology, Neurosurgery and Psychiatry Journal of Neuroscience Journal of Pharmacy and Pharmacology Journal of Psychopharmacology Journal of Psychosomatic Research Journal of Structural Biology Life Sciences Lancet Lancet Neurology Molecular Brain Research Molecular and Cellular Neuroscience Neuroepidemiology Neurology Neurological Sciences Nerobiology of Aging Neurobiology of Diseases Neuropharmacology Neuropsychopharmacology Neuroscience Neuroscience Letters N.S. Archives Pharmacology Parkinsonism & Related Disorders Pharmacological Research Pharmacoepidemiology and Drug Safety Pharmacology Biochemistry & Behavior Proc Natl Acad Sci, USA Psychopharmacology Synapse Trends Molecular Medicine RAPPORTO ATTIVITA’ 87 2006 IRFMN PRESENZA IN COMMISSIONI NAZIONALI E INTERNAZIONALI Agenzia Europea di Valutazione dei Medicinali (EMEA) Associazione Italiana di Neuroepidemiologia Associazione Italiana per la Ricerca sull’Invecchiamento Cerebrale (AIRIC, Presidenza) Board of "Master in Advanced Technologies for the Study of Neurodegenerative Diseases", Milan University Commissione sulla Health Care Policy della Lega Internazionale contro l’Epilessia (ILAE) Comitato Ordinatore del Master in "Tecnologie Avanzate Appicate alle Patologie Neurodegenerative", Università di Milano Committee for Proprietary Medicinal Products (CPMP) presso L’EMEA Consiglio Direttivo AIRIC Consiglio Direttivo della Società Italiana di Neuroscienze (SINS) Direttivo della Lega Italiana contro l’Epilessia (LICE) Esperto Nazionale, accreditato dall’AIFA (Agenzia Italiana del Farmaco), per l’EMEA (The European Agency for the Evaluation of Medical Products) Esperto per il Medical Research Council (MRC), UK Gruppo di lavoro sull'epilessia dell'Organizzazione Mondiale della Sanità Gruppo di Studio sull’Epilessia della Società Italiana di Neurologia (SIN) Gruppo di Studio sulla Qualità della Vita della Società Italiana di Neurologia (SIN) Gruppo di Studio sulla Sclerosi Laterale Amiotrofica della Società Italiana di Neurologia (SIN) Mental Health Working Party, gruppo di lavoro nominato dal Direttorato Generale per la Protezione del Consumatore della Commissione Europea (DG-SANCO), Bruxelles. Gruppo di coordinamento Neuroprion NoE, EU International Committee su “Epilepsy and the Law” International Subcommittee della American Academy of Neurology Research Advisory Panel, MND Association, UK Scientific Advisory Board of Sheffield Institute Foundation for MND Standing committee of global forum for mental health”. Dipartimento di Salute Mentale e Abuso di Sostanze dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, Ginevra. Task Force "Evidence-based psychosocial interventions in mental disorders" - Organizzazione Mondiale della Sanità, Ginevra Task Force “Atlas project on consumers’ role in mental health” Dipartimento di Salute Mentale e Abuso di Sostanze dell’OrganizzazioneMondiale della Sanità, Ginevra. RAPPORTO ATTIVITA’ 88 2006 IRFMN ORGANIZZAZIONE DI EVENTI Corso sull’epidemiolgia e metodologia della ricerca. Gennaio-dicembre 2006, Calabrone (PI). 4a Giornata di studio sulla malattia di Alzheimer Le cadute nel paziente demente. Fattori nutrizionali e deficit cognitivi nel paziente demente.1 aprile 2006, Ateneo Veneto, Venezia 58th Annual Meeting of American Academy of Neurology – Breakfast Seminar – How to manage a patient with a first epileptic seizure: An evidence-based approach - April 8, 2006 San Diego, California Corso sulla Metodologia della Ricerca Biomedica. Fondazione Don Gnocchi, Milano 15 e 22 maggio, 12 e 26 giugno, 3 luglio 2006. Movimenti in Movimento. Salute mentale: la parola agli utenti 16-17 maggio 2006, Ospedale Niguarda, Milano Riunione congiunta AIM-AINP-AIRIC, Workshop Tissue and Brain Banking, Roma 25 maggio 2006 NEP Associazione Italiana di Neuroepidemiologia - Corso di Introduzione alla Evidence Based Neurology. Novara 19-21 giugno 2006. 2° Corso di formazione e aggiornamento per operatori socio-sanitari: La malattia di Alzheimer e le altre demenze (10 giornate) 17 ottobre - 30 novembre 2006, IRE Venezia, Venezia Prion 2006, Third International Neuroprion Meeting. Torino 3-6 Ottobre, 2006 I disturbi del comportamento nel malato di demenza: dall’individuazione alla cura. Educazione Medica Continua per medici e infermieri 21 e 28 ottobre 2006, Lecco RAPPORTO ATTIVITA’ 89 2006 IRFMN CONTRIBUTI E CONTRATTI Abbott GmbH & Co. KG Amgen, Milano Bristol-Myers Squibb Boehringer Ingelheim CURE Epilepsy Dipartimento di Salute Mentale, Azienda Ospedaliera Niguarda Ca’ Granda, Milano Dana Foundation Dyax Federazione Alzheimer, Milano Fondazione Cariplo Fondazione Mariani, Milano Fondazione Monzino, Milano FP6, European Union Glaxo-SmithKline, Italy Hospice "via di Natale Franco gallini", Aviano (PN) Human Frontiers Scientific Programme IMPHA II, DG-SANCO, Public Health and Consumers' Protection (Directorate General Istituto Comprensivo Statale "G.D. Romagnosi", Carate Brianza (MI) I.R.I.S Istituto Superiore di Sanità Janssen-Cilag H. Lundbeck A/S, Danimark Ministero della Ricerca Scientifica Ministero della Salute Newron Nikem Research Ospedale “Casa Sollievo” di San Giovanni Rotondo Ordine Ospedaliero Fatebefratelli San Giovanni di Dio Pfizer Italia Pharming Regione Lombardia, Assessorato alla Famiglia e Solidarietà Sociale e Assessorato alla Sanità, Milano Rimoldi e Bergamini Rottapharm Sanofi-Aventis SELECTA MEDICA, Pavia Sigma-Tau Telethon Vertex RAPPORTO ATTIVITA’ 90 2006 IRFMN SELEZIONE PUBBLICAZIONI SCIENTIFICHE APPARSE NELL'ANNO 2006 Acutis, PL, A. Bossers, J. Priem, M.V. Riina, S. Peletto, M. Mazza, C. Casalone, G. Forloni,G. Ru, M. Caramelli. Identification of prion protein gene polymorphisms in goats from Italia scrapie outbreaks J. Gen Virol., 2006, 87:1029-1038 Barbato A, D'Avanzo B. Marital therapy for depression. Cochrane Database Systematic Reviews 2006; Issue 2. Barbato A. Psychosocial rehabilitation and severe mental disorders: A public health approach. World Psychiatry 2006; 5: 162-163. 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RAPPORTO ATTIVITA’ 94 2006 IRFMN SELEZIONE PUBBLICAZIONI DIVULGATIVE APPARSE NELL'ANNO 2006 Bonati M, Clavenna A, Maschi S, Biasini G C, Campi R, Labate L, Longoni P, Miselli M, Narducci M, Nobili A, Zanfi D.Le inserzioni pubblicitarie pubblicate sulle riviste del medico di famiglia. Ricerca & Pratica 2006; 22: 6578. Caccia S, Garattini S. Benzodiazepine. In: Enciclopedia Medica Italiana, Tomo I, Aggiormamento III. USES, Firenze; 2006. Cerzani M, Pasina L, Clavenna A, Nobili A, Garattini L. Uso dei nuovi farmaci antinfiammatori non steroidei in medicina generale. Revisione critica degli studi italiani di farmacoeconomia. Ricerca & Pratica 2006; n.130: 152167. Chieroni C. L’ultima base di Lou Gehrig. Darwin marzo-aprile 2006 52-57 Forloni, G. Il Vaccino per l’Alzheimer: le speranze e la realtà. Rivista AGE 2006 Nobili A, Garattini S. La glicoproteina-P. Aggiornamento Medico 2006; 30: 69-74. Nobili A, Garattini S. Latte e prodotti caseari Aggiornamento Medico 2006; 30: 24-29. Nobili A, Garattini S. Gli antipsicotici. Aggiornamento Medico 2006; 30: 188-193. Nobili A, Garattini S. Il paziente asmatico. Aggiornamento Medico 2006; 30: 266-273. Nobili A, Garattini S. I lassativi. Aggiornamento Medico 2006; 30: 344-350. Nobili A, Piana I, Balossi L, Tettamanti M, Trevisan S, Lucca U, Matucci M, Tarantola M. Pazienti con demenza. Studio di confronto tra pazienti con demenza degenti in reparti di Residenze Sanitario-Assistenziali e in "Nuclei Alzheimer" della Regione Lombardia: differenze ed evoluzione dei principali outcome clinici. Ricerca & Pratica 2006; n. 131: 196-215. Spagnoli A, Nobili A. Avviato il progetto "Call Center Regionale per le situazioni psichiatriche di confine". Ricerca & Pratica 2006; 22: 98-99. RAPPORTO ATTIVITA’ 95 2006 IRFMN ATTIVITA' DI RICERCA Laboratorio di Biologia delle Malattie Neurodegenerative Malattia di Alzheimer: studi genetici In collaborazione con diversi centri neurologici ed il laboratorio di Neuropsichiatria Geriatrica è stata creata una banca di campioni di sangue, da cui si estrae il DNA, di pazienti Alzheimer (AD) in forma sporadica (SAD) o familiare (FAD) o con demenza di tipo vascolare, diagnosticati secondo criteri riconosciuti a livello internazionale. Dal 2005 è iniziata anche la raccolta di campioni di sangue di soggetti con demenza fronto-temporale Gli studi genetici sono finalizzati all'identificazione di fattori causali nelle forma familiari o fattori di rischio nelle forma sporadiche. In entrambe le popolazioni sono stati effettuati studi su geni che codificano per proteine, coinvolte nella fisiopatologia di AD. Nei fibroblasti provenienti dai pazienti e coltivati in vitro vengono analizzati fattori potenzialmente coinvolti nella patogenesi della malattia. E’ inoltre proseguito lo screening dei campioni FAD per i geni che codificano per presenilina 1 e 2 (PS-1 e PS-2) e APP, i tre geni identificati fino ad ora con mutazioni missenso associate ad AD. Malattia di Alzheimer: studi preclinici L'accumulo di beta proteina (Ab ) nel parenchima cerebrale e sulle pareti vascolari è il fenomeno patologico più precoce in AD, ad esso numerosi studi hanno attribuito un ruolo causale nello sviluppo della malattia. L'eliminazione di Ab è diventata quindi un obiettivo terapeutico fortemente perseguito attraverso molteplici approcci: gli interventi a livello degli enzimi di sintesi e di degradazione del peptide, quelli in grado di regolare l'espressione del precursore o il suo metabolismo ecc. Nel laboratorio da diversi anni si persegue l'idea di poter aggredire i depositi di Ab attraverso un intervento diretto di tipo anti-amiloidogenic sugli aggregati, capace di impedirne la formazione o di eliminarli una volta formati. Gli studi sperimentali hanno messo in luce il potenziale ruolo curativo di queste molecole che dovrà ora essere testato in ambito clinico. In collaborazione con il Dipartimento di Biochimica e Farmacologia Molecolare, nel 2006 sono state testate nuove molecole capaci di legare gli aggregati di amiloide, con la doppia finalità di individuare molecole anti-demenza e possibili markers diagnostici. Utilizzando modelli in vitro e in vivo si stanno inoltre studiando approcci di vario tipo, capaci di ridurre la produzione di beta amiloide sia agendo direttamente sull’enzima di sintesi, beta secretasi, sia attraverso la modulazione delle chinasi di tipo JNK. Genetica dell’invecchiamento In collaborazione con il Laboratorio di Neuropsichiatria Geriatrica per lo studio Monzino e con il dr. Maurizo Gallucci dell’associazione ARGel di Treviso per lo studio Trelong, abbiamo raccolto un numero importante di campioni ematici di soggetti anziani ultrasettantenni. In questi campioni si sta effettuando un’analisi genetica molto accurata per identificare possibili alterazioni geniche associabili alla longevità e/o a patologie legate all’invecchiamento con particolare riferimento alle demenze. L’obiettivo è di incrociare il genotipo/fenotipo con aspetti ambientali, lo stile di vita, la dieta, le condizioni socio economiche e le patologie più diffuse nell’età avanzata, alla ricerca di fattori di rischio e protettivi. Ad oggi i soggetti sono stati genotipizzati per ApoE, il cui allele E4 è un fattore di rischio per le demenze ma anche per altre patologie e per sirt-1, un gene che codifica per un componente della famiglia delle sirtuine associato alla longevità in diversi modelli sperimentali. Sono emerse indicazioni interessanti ma è necessario incrociare i dati ottenuti con i diversi parametri a disposizione per elaborare delle ipotesi utili per futuri approfondimenti. RAPPORTO ATTIVITA’ 96 2006 IRFMN Malattie da prioni: studi in vitro Le encefalopatie spongiformi (ES) sono malattie neurodegenerative di origine sporadica o genetica ma anche trasmissibili, hanno manifestazioni cliniche e neuropatologiche differenti ma invariabilmente caratterizzate dall’accumulo cerebrale di una forma alterata della proteina prion (PrPsc). ES sono malattie rare ma la possibile trasmissione di una forma bovina della malattia (BSE) all'uomo ha creato grande allarme sanitario prima in Inghilterra e poi in tutta Europa. Come è noto PrPsc oltre ad essere coinvolta nella patogenesi della malattia è anche componente essenziale dell’agente infettivo. Nel laboratorio si sono sviluppati diversi progetti per comprendere il meccanismo molecolare che associa la presenza della PrPsc allo sviluppo del processo neurodegenerativo. Sono stati studiati gli effetti biologici di peptidi omologhi a larghe porzioni della proteina prion e in particolare del peptide PrP 82-146 sintetizzato originariamente nel Laboratorio di Biochimica e Chimica delle Proteine. Questo peptide, omologo ad un frammento di PrP ritrovato nei depositi cerebrali in pazienti con ES, si struttura in foglietti beta e ha attività neurotossica. Oltre agli effetti indotti dall’applicazione di peptidi alle cellule si sono indagati i meccanismi intracellulari potenzialmente coinvolti nei fenomeni neurodegenerativi associati alle ES di produrre PrP nelle forme native o con mutazioni associate alle forme familiari di ES Malattie da prioni: studi in vivo Da qualche anno il laboratorio è dotato delle strutture necessarie per lo scrapie sperimentale, gli animali da esperimento, topi e criceti, sono inoculati con omogenato di tessuto cerebrale infetto. I criceti, dopo l’inoculo cerebrale, sviluppano la malattia entro 60-70 giorni e muoiono entro 90100 giorni. L’analisi istopatologica dell’encefalo di questi animali mette in evidenza i depositi di PrPsc, il danno neuronale, la gliosi e la caratteristica spongiosi a livello corticale e talamico. L’attività anti-amiloidogenica delle tetracicline è stata testata anche in questo contesto sperimentale. Dopo gli esperimenti ex.vivo in cui l’inoculo veniva trattato con tetracicline prima di essere inoculato, in collaborazione con il Laboratorio di Biochimica e Chimica delle Proteine sono stati trattati criceti inoculati con doxiciclina intramuscolo ottenendo degli effetti sulla sopravvivenza degli animali. Nello stesso modello sperimentale altre molecole sono attualmente allo studio per verificarne la capacità curativa. Oltre allo scrapie sperimentale nel laboratorio sono presenti diverse linee transgeniche sviluppate dal dr. Chiesa che esprimono sequenze mutate di proteina prion associate a forme familiari di TSE. Questi animali, nella forma omozigote, sviluppano con diversi gradi di gravità aspetti clinici riconducibili alle patologie a cui le mutazioni sono associate. Da un punto di vista neuropatologico alcune linee presentano un danno cerebellare molto evidente a carico delle cellule granulari, mentre nelle altre aree cerebrali non ci sono evidenti alterazioni. Nel tessuto cerebrale è presente una forma di proteina scrapie parzialmente resistente alla digestione con proteasi K e insolubile, con caratteristiche simili a PrPsc. Le caratteristiche di queste forme proteiche sono intermedie tra la forma patologica e quella fisiologica noralmente presente nel tessuto cerebrale. Morbo di Parkinson: studi genetici Il Morbo di Parkinson è la seconda più diffusa malattia neurodegenerativa, anche in questo caso la patogenesi è ancora ignota, tuttavia le terapie a disposizione, pur rimanendo in un contesto sintomatologico, sono diversamente articolate e con un buon livello di efficacia. La valutazione dell'influenza genetica è sempre stata tenuta ai margini degli studi sull'eziologia di PD che hanno tradizionalmente privilegiato la componente ambientale per la presenza di tossine la cui esposizione era in grado di indurre un quadro clinico simile a PD. Gli studi di genetica molecolare, svolti negli ultimi anni, hanno invece aperto una nuova prospettiva identificando mutazioni di due geni che codificano per alfa-sinucleina e parkina associate in entrambi i casi a forme giovanili di PD. Sempre in collaborazione con diversi centri neurologici, è stata attivata la raccolta di campioni di sangue provenienti da soggetti PD di origine sporadica o famigliare. RAPPORTO ATTIVITA’ 97 2006 IRFMN Mentre le mutazioni associate a PD del gene che codifica per alfa-sinucleina sono un evento raro, solo tre (A30P e A53T E46K) fino ad ora identificate, le mutazioni di parkina sono molto numerose sia in forma puntiforme che di delezione. Anche nella nostra popolazione abbiamo identificato mutazioni di parkina associata a PD in omozigosi, confermando l’associazione con PD in forma recessiva. Il nostro screening genetico coinvolge alfa-sinucleina, parkina, DJ-1 e altri fattori potenzialmente coinvolti in PD. Morbo di Parkinson: studi in vitro L’identificazione di mutazioni specifiche associate al morbo di Parkinson (PD) hanno fornito informazioni fondamentali per la comprensione della malattia e hanno permesso lo sviluppo di modelli cellulari per lo studio della sua patogenesi. In passato, nel laboratorio, è stato dimostrato il potenziale effetto tossico di alfa-sinucleina utilizzando un peptide sintetico omologo al frammento fibrillogenico 61-95 di alfa-sinucleina (NAC). Successivamente, grazie alla collaborazione con il Dipartimento di Biochimica dell’Università di Padova (dr. Negro) sono stati realizzati dei vettori contenenti cDNA codificanti le sequenze mutate e native di alfasinucleina. La transfezione di queste sequenze in cellule PC12 si è dimostrata, in particolari condizioni, dannosa per le cellule ospiti. Più recentemente è stata messa a punto una nuova tecnica che prevede il legame alfa-sinucleina con un sequenza aminoacidica TAT capace di veicolare all’interno della cellula la proteina. In questo modo è possibile controllare meglio la concentrazione intracellulare della proteina. A dosi alte, in un range micromolare alfa-sinucleina si conferma tossica, ma a basse dosi, in un range nanomolare, risulta neuroprotettiva nei confronti di stress ossidativo provocato alle cellule con acqua ossigenata. Il doppio effetto, protettivo – tossico, a secondo della concentrazione, è stato confermato anche in un modello cellulare “inducibile”. Questo fenomeno appare indipendente dalla presenza di mutazioni nella sequenza di alfa-sinucleina. Più recentemente sempre grazie alla collaborazione con il dr. Negro è stato possibile ottenere la proteina DJ-1 in forma ricombinante legata a TAT (DJ-TAT). Questa proteina ha caratteristiche simili alla alfa-sinucleina, anche le sue mutazioni sono associate a PD. DJ-1-TAT e la tecnica di silenziamento siRNAi (small interferenec RNA) sono state utilizzate per lo studio dell’interazione fra DJ-1 e alfa-sinucleina Laboratorio di Malattie Neurologiche Studi epidemiologici sulla sclerosi laterale amiotrofica (SLA) Vi sono inclusi studi su incidenza, fattori di rischio e mortalità della SLA. Le informazioni sono derivate da un registro regionale di malattia istituito nel 1998 e comprendente tutti i pazienti con nuova diagnosi di SLA identificati in 8 province lombarde. Utilizzando simili protocolli di indagine, informazioni analoghe sono raccolte in due altri registri regionali (piemontese e pugliese) ai quali il registro lombardo è associato. I dati provenienti dal registro lombardo e da pazienti esaminati nel contesto di collaborazioni con il Gruppo Italiano della SLA sono stati anche utilizzati per una verifica della validità e della riproducibilità dei criteri diagnostici della SLA e di alcune scale funzionali. Sulla base dei dati acquisiti, l’incidenza annua della SLA è risultata sovrapponibile a quanto documentato in altri paesi occidentali in cui sono stati attivati registri di malattia, attestandosi intorno ai valori più elevati della letteratura (1,9 casi per 100.000). Anche la mortalità è risultata comparabile ai risultati degli studi di popolazioni analoghe condotti con metodi più rigorosi. La validazione dei criteri diagnostici per la SLA attualmente in uso (classificazione di El Escorial) ha permesso di affermare che tali criteri sono validi e riproducibili solo dopo opportuno addestramento degli esaminatori. Il Laboratorio di Malattie Neurologiche ha istituito nell’ottobre 2004 un gruppo collaborativo europeo sui registri della SLA (EURALS) al quale partecipano i titolari di registri regionali e nazionali della malattia ed altri ricercatori impegnati nello studio della SLA, per la creazione di un database comune, completato nel corso dell’anno 2005. Con la collaborazione di gruppi RAPPORTO ATTIVITA’ 98 2006 IRFMN Inglesi ed Irlandesi (titolari di registri di popolazione), sono stati elaborati protocolli comuni per l’esecuzione di: 1. Uno studio comparativo delle caratteristiche cliniche dei pazienti con SLA afferenti ai registri di popolazione e pazienti esaminati in strutture sanitarie di 2° e 3° livello; 2. Una meta-analisi dell’incidenza della SLA nel biennio 1998-99 utilizzando i dati di pazienti inseriti nei registri di popolazione; 3. Uno studio sulla validità e la riproducibilità della diagnosi di SLA secondo i criteri di El Escorial, effettuato con i referenti del gruppo EURALS; 4. Uno studio caso-controllo per la valutazione del ruolo dell’attività fisica, dei traumi e degli sport professionistici nella genesi della SLA. In aggiunta, sono stati completati uno studio sulla incidenza della SLA in Lombardia nel periodo 1998-2002 ed uno studio sulla progressione dei sintomi nella SLA (marcata dalla perdita della capacità di deambulare e dal ricorso alla gastrostomia per cutanea e alla ventilazione assistita non invasiva) e dei predittori di progressione. Complicazioni dell’epilessia e del suo trattamento Nel contesto di uno studio prospettico di coorte europeo sui rischi quotidiani dell’epilessia, è stata completata un’nalisi di sottogruppo volta a verificare il rischio di complicanze psichiatriche nell’epilessia. Erano risultati arruolati nello studio 951 pazienti con epilessia in età pediatrica e adulta e 909 controlli appaiati per sesso ed età. Nel corso di un periodo di osservazione di 1-2 anni, 58 eventi psichiatrici sono stati riportati da 25 casi (88 da 19 controlli). Casalinghe (9,3%) e disoccupati (4,1%) erano le categorie professionali più rappresentate. I sintomi psichici sono risultati in genere di lieve entità, con predominanza di disturbi di ansia e depressivo. Strategie terapeutiche innovative in pazienti con epilessia Nel contesto di uno studio multicentrico nazionale, una coorte di pazienti con una prima crisi epilettica non provocata, randomizzati a decorrere dal 1988 a trattamento immediato o ad attesa della ricorrenza di crisi per l’inizio del trattamento, è stata riesaminata dopo prolungamento del follow-up per verificare l’impatto delle due strategie terapeutiche sulla prognosi a lungo termine dell’epilessia (definita dalla probabilità di remissione delle crisi per almeno 5 anni). Per stabilire se la mancata risposta a due farmaci antiepilettici sia sufficiente per indicare una condizione di farmacoresistenza nel bambino, soggetti in età pediatrica giudicati refrattari a due farmaci antiepilettici sono stati randomizzati a introdurre un terzo farmaco oppure ad ottimizzare il trattamento assegnato e seguiti per un massimo di 3 anni. Il beneficio terapeutico è definito dal raggiungimento di almeno sei mesi consecutivi di completo controllo delle crisi. Lo studio è stato condotto in collaborazione con l’IRCCS “Stella Maris” di Calabrone (PI). Strategie terapeutiche in bambini con cefalea cronica primaria In collaborazione con la Neuropsichiatria Infantile dell’Università di Pavia è stato condotto uno studio randomizzato pragmatico sulla utilità di un breve ricovero ospedaliero rispetto alla gestione ambulatoriale di bambini con cefalea cronica primaria. Il successo delle due modalità di gestione è stato misurando verificandone l’impatto sulle crisi cefalalgiche nel follow-up e su altri misuratori indiretti di beneficio assistenziale (consumo di farmaci, soddisfazione della famiglia e del curante). Un altro studio randomizzato, promosso dalla Neuropsichiatria Infantile dell’Università di Pavia e condotto in collaborazione con altri gruppi nazionali, in corso allo scopo di verificare l’impatto della presa in carico psicologica rispetto ad un trattamento convenzionale di bambini con cefalea cronica primaria. Epidemiologia delle malattie neurologiche in Albania Con la collaborazione della Fondazione Mariani e della Clinica Neurologica dell’Università di Tirana, è in corso uno studio sulla prevalenza e sull’incidenza di alcune malattie neurologiche (ictus cerebrale, epilessia, cefalea, demenza, neuropatie periferiche, sclerosi multipla) in una RAPPORTO ATTIVITA’ 99 2006 IRFMN comunità urbana (Tirana) ed una comunità rurale (Saranda) dove sarà effettuata un’indagine porta a porta. Nel 2005 è stato iniziato uno studio di validazione dei criteri diagnostici delle malattie in oggetto, tuttora in corso. Qualità di vita in bambini con malattie neuromuscolari Con un contributo di Telethon è stato iniziato uno studio di validazione di un questionario per la valutazione della qualità di vita in soggetti in età evolutiva affetti da diverse malattie neuromuscolari. Lo studio è un’indagine multicentrica nazionale coordinata dalla Clinica di Neuropsichiatria Infantile dell’Università di Pavia. Fattori di rischio neoplastico e comorbidità nella miastenia grave Uno studio caso-controllo è stato eseguito in collaborazione con la clinica neurologica dell’università di Pavia per la ricerca di fattori di rischio neoplastico in pazienti con miastenia grave. La popolazione in esame è rappresentata da 2479 soggetti assistiti da centri di terzo livello disseminati sul territorio nazionale e seguiti per un periodo medio di 9 anni. Una o più neoplasie erano presenti in 221 casi (9%). Se confrontati con i pazienti senza neoplasie (controlli), i casi di neoplasia presentavano più frequentemente un timoma o un trattamento pregresso o attuale con immunoglobuline, e meno frequentemente un’esposizione alla ciclofosfamide. Il materiale raccolto per l'esecuzione dello studio è stato utilizzato per la elaborazione di progetti volti al confronto con altre banche-dati per verificare se la mortalità nei pazienti con miastenia grave associata a neoplasie sia superiore a quella della popolazione generale e se l'incidenza delle neoplasie nella coorte in esame sia superiore a quella della popolazione generale, con ricerca dei predittori principali di mortalità all'interno della coorte. Diagnosi e prevalenza della distonia Nel contesto di una collaborazione con l’istituto “San Raffaele” di Milano è stato completato uno studio sulla prevalenza della distonia focale nell’adulto nella provincia di Foggia. I casi sono reperiti da fonti molteplici (ricoveri ospedalieri, visite presso gli ambulatori di neurologia, ORL, oculistica, ortopedia) presso i due principali ospedali della provincia. Per la verifica della qualità della diagnosi di distonia, è stato effettuato nel 2002 uno studio di validazione che ha coinvolto 4 neurologi e 14 specializzandi in neurologia i quali hanno esaminato 29 videoregistrazioni di casi con distonia o con malattie considerate nella diagnosi differenziale. L’accordo tra esaminatori è stato giudicato insoddisfacente nel 26% delle coppie, era migliore tra i neurologi che tra gli specializzandi, e predominava per il blefarospasmo, la distonia cervicale e dell’arto superiore, e la disfonia spasmodica. Laboratorio di Metabolismo dei Farmaci Meccanismi di resistenza ai farmaci antiepilettici Precedenti studi hanno dimostrato che la P-glicoproteina, una proteina di transmembrana codificata nell’uomo dal gene MDR1, è funzionalmente attivata dalle convulsioni ed ha un ruolo rilevante nel diminuire le concentrazioni cerebrali di alcuni farmaci antiepilettici nei modelli sperimentali. Negli studi più recenti abbiamo valutato l’espressione della Pglicoproteina, lo stato di permeabilità della barriera ematoencefalica e il grado di uptake cerebrale di substrati della proteina di trasporto in un modello animale di malformazioni dello sviluppo corticale. Questo perché nell’uomo questa patologia è spesso associata ad epilessia farmacoresistente, ma rimane da delucidare come i sopradescritti parametri siano influenzati dalla presenza della displasia corticale, dalle convulsioni e dalla loro combinazione. Gli studi sono stati svolti in collaborazione con il Laboratorio di RAPPORTO ATTIVITA’ 100 2006 IRFMN Neurologia Sperimentale (A. Vezzani), al quale si rimanda per una breve descrizione dei risultati ottenuti. Componenti attivi degli estratti di Hypericum perforatum: ruolo negli effetti di tipo antidepressivo La composizione chimica degli estratti di Hypericum perforatum (erba di S. Giovanni) è ben conosciuta ma rimangono incertezze sui componenti “antidepressivi” e sui meccanismi attraverso i quali questi esplicano la loro azione farmacologica. Anche se l’iperforina, il principale derivato acilfloroglucinolico, è particolarmente attivo nei test predittivi di attività antidepressiva e nell’interagire con sistemi neurochimici implicati nella fisiopatologia della depressione, molti altri componenti sono dotati di attività farmacologica in vitro e in vivo nei modelli animali. Tra questi sono i biflavoni biapigenina e in particolare amentoflavone che, sebbene presente in minore quantità negli estratti, è caratterizzato da una spiccata attività nei confronti di diversi sistemi neurochimici. Tuttavia, poco è conosciuto sul profilo farmacocinetico dei due biflavoni nell’uomo e nei modelli animali. Gli studi in corso si propongono pertanto di verificare se questi derivati si rendono biodisponibili e penetrano la barriera emotoencefalica dopo somministrazione degli estratti di Hypericum perforatum negli animali. Lo sviluppo di una specifica e sensibile metodica di cromatografia liquida abbinata alla spettrometria di massa permetterà di determinare le concentrazioni raggiunte dai due composti nel supposto sito d’azione alle dosi farmacologiche e di confrontarle con le concentrazioni dei composti necessarie per interagire in vitro con determinati meccanismi monoaminergici o specifici sistemi recettoriali. Questo consentirà da un lato di identificare gli effetti biochimici farmacologicamente rilevanti dei due composti, escludendone contemporaneamente altri, e dall'altro di capire il ruolo dei due componenti nell'attività antidepressivo-simile degli estratti. 1-Aril-piperazine come metaboliti attivi di farmaci psicotropi L’interesse per questa problematica nasce dal fatto che il metabolismo dei farmaci a struttura aril-piperazinica include la formazione di derivati 1-aril-piperazinici. Questi metaboliti tendono a concentrarsi nel sistema nervoso centrale e possono pertanto contribuire o anche essere responsabili di particolari effetti farmacologici dei farmaci somministrati. La loro formazione assume particolare rilevanza anche in considerazione del fatto che alcune 1-aril-piperazine sono considerate composti “psicoattivi” e come tali sono oggetto di abuso. I farmaci studiati recentemente hanno incluso l’aripiprazolo, un nuovo antipsicotico contenente nella struttura la 1-(2,3-dichlorophenyl)-piperazine (2,3-ClPP). Questo potenziale metabolita è strutturalmente simile alla 1-(3-clorophenyl)-piperazine, ben nota per le sue numerose attività farmacologiche, attribuibili a meccanismi serotoninergici includendo un’azione agonista nei confronti dei recettori post-sinaptici 5-HT2C. Dopo aver sviluppato una metodica di cromatografia liquida abbinata alla spettrometria di massa, abbiamo pertanto studiato la cinetica del metabolita e del suo precursore evidenziando che il composto 2,3-ClPP si concentra più dell’aripiprazolo nel tessuto cerebrale del ratto. Conseguentemente il rapporto metabolita/farmaco allo steady state era più elevato nel cervello che nel plasma. In ogni modo, alle dosi terapeutiche la 2,3-ClPP era presente come metabolita minore nel sangue dei pazienti. Anche considerando il differente grado di uptake cerebrale dei due composti questo portava alla conclusione che le concentrazioni del metabolita nel sito d’azione erano una frazione di quelle del farmaco precursore. Conseguentemente è ragionevole supporre che il metabolita 2,3-ClPP contribuisce agli effetti farmacologici dell’ariprazolo nel ratto ma è probabilmente di minor importanza per gli effetti clinici nel paziente, pur considerando che questo RAPPORTO ATTIVITA’ 101 2006 IRFMN richiederà altri studi farmacocinetici e farmacodinamici anche in considerazione del fatto che numerosi fattori fisiologici e patologici potrebbero alterare il rapporto metabolita/farmaco nel sito d’azione. Resistenza ai farmaci antidepressivi: studi in modelli animali Il problema della resistenza ai farmaci antidepressivi coinvolge il 10-30% dei pazienti depressi, nonostante la moltitudine di farmaci oggi disponibili. Studi di farmacogenetica hanno evidenziato la possibile relazione tra la risposta al trattamento con i farmaci antidepressivi più comunemente utilizzati, gli inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina, e il polimorfismo dei diversi geni che regolano la ricaptazione, la sintesi e il metabolismo della serotonina. In questo quadro, gli studi sperimentali condotti fino ad oggi nei nostri laboratori hanno avuto fondamentalmente lo scopo di sviluppare un modello animale di “depressione resistente”, potenzialmente in grado di studiare i fattori neurobiologici che determinano la risposta ai farmaci antidepressivi. Questo al fine di sviluppare strategie farmacologiche utili al potenziamento della risposta agli attuali farmaci antidepressivi. Gli studi sperimentali sono condotti in collaborazione con il Laboratorio di Neurochimica e Comportamento (R.W. Invernizzi), e il laboratorio di Psicofarmacologia sperimentale (L. Cervo), ai quali si rimanda per la descrizione dei risultati preliminari. Laboratorio di Neurochimica e Comportamento La “resistenza” ai farmaci antidepressivi Nonostante l’ampia gamma di farmaci disponibili per la terapia della depressione, restano ancora insoluti il problema del ritardo con cui si instaura l’effetto antidepressivo e la scarsa o nulla risposta che si riscontra in un numero non trascurabile di pazienti. I meccanismi biologici della “resistenza” ai farmaci antidepressivi sono stati studiati nel topo in collaborazione con i Laboratori di Psicofarmacologia Sperimentale (L. Cervo), Metabolismo dei Farmaci e Biologia delle Malattie Neurodegenerative. I topi del ceppo DBA/2J e BALB/c non rispondono agli SSRI nel “forced swimming test”, un test sensibile all’azione dei farmaci antidepressivi. Le differenze di risposta tra ceppi di topo sono probabilmente riconducibili alla mutazione dell’enzima di sintesi della serotonina, la triptofano idrossilasi-2, che comporta una ridotta capacità di sintetizzare il neurotrasmettitore. Indagini biochimiche hanno messo in luce che gli SSRI hanno un effetto modesto o addirittura nullo sulla sintesi di serotonina e sulla disponibilità sinaptica del neurotrasmettitore nei topi portatori della mutazione. Questi risultati suggeriscono che differenze genetiche nella sintesi di serotonina contribuiscono all’efficacia degli SSRI. Sono in corso studi nel modello animale e in pazienti (in collaborazione con l’Unità di Psichiatria) tendenti a chiarire il ruolo del “brain derived neurotrophic factor” nella risposta antidepressiva. Nuovi bersagli nell’azione antidepressiva La microdialisi intracerebrale è una tecnica che consente di valutare il rilascio dei neurotrasmettitori dalle sinapsi centrali dei roditori. La tecnica è stata recentemente messa a punto per il gerbillo e utilizzata per studiare gli effetti degli antagonisti dei recettori NK1 della Sostanza P, un neurotrasmettitore peptidico, bersaglio per lo sviluppo di nuovi farmaci antidepressivi. Antagonisti selettivi dei recettori NK1, prevengono gli effetti dello stress sul rilascio di noradrenalina e dopamina corticale senza alterare la neurotrasmissione basale. Un progetto avviato di recente riguarda la relazione tra la capacità dei farmaci antidepressivi di attivare fattori trascrizionali e kinasi specifiche e la risposta al trattamento antidepressivo nel topo. RAPPORTO ATTIVITA’ 102 2006 IRFMN Modello animale di deficit cognitivo della schizofrenia: antipsicotici tipici e atipici Il deficit cognitivo è uno dei sintomi principali della schizofrenia. Questo deficit sembra essere indipendente dai sintomi positivi, quali il delirio, le allucinazioni e la paranoia e condiziona l’outcome funzionale dei pazienti. Gli antipsicotici tipici ed atipici sono in grado di controllare i sintomi positivi, ma gli antipsicotici atipici risultano più efficaci di quelli convenzionali sui deficit cognitivi dei pazienti schizofrenici. Noi abbiamo messo a punto un modello sperimentale di deficit cognitivo della schizofrenia nel ratto. A questo scopo abbiamo usato tecniche comportamentali con un alto grado di omologia a quelle utilizzate nei pazienti schizofrenici per determinare i deficit cognitivi. Inoltre, gli interventi farmacologici erano mirati a indurre disfunzioni glutammatergiche localizzate ad aree cerebrali presumibilmente coinvolte nei deficit cognitivi dei pazienti schizofrenici. Precisamente abbiamo iniettato intracerebralmente (nella parte mediale della corteccia prefrontale) un antagonista competitivo dei recettori NMDA del glutammato. Il deficit cognitivo indotto da questo trattamento era valutato usando un test di attenzione e delle funzioni esecutive quale il 5-choice serial reaction time task (5-CSRTT, test di scelte multiple continuative) ed era costituito da deficit di attenzione, impulsività e dalla compulsione alla ripetizione delle risposte. Questo profilo comportamentale nel 5-CSRTT è analogo a quello che si osserva nei pazienti schizofrenici. Questo modello è stato utilizzato per testare una serie di farmaci antipsicotici con differenti profili di affinità ai recettori dopaminergici D2 e serotoninergici 5-HT2A, 5-HT2C e 5-HT1A. I risultati dimostrano che questo modello di deficit cognitivo, è in grado di differenziare gli antipsicotici tipici da quelli atipici sulla base dei loro effetti su aspetti diversi di deficit comportamentale nel 5-CSRTT. Gli antipsicotici tipici (rapporto d’affinità 5-HT2A/D2 < 1) diminuiscono in modo selettivo le risposte compulsive, mentre gli atipici (5-HT2A/D2 > 1) diminuiscono l’impulsività senza alterare le risposte compulsive. Laboratorio di Neurologia Sperimentale Meccanismi biochimico-molecolari coinvolti nelle genesi e propagazione delle convulsioni e del danno neuronale ad esse associato: Ruolo delle molecole dell’infiammazione Stiamo studiando il ruolo di alcune citochine proinfiammatorie quali IL-1beta e TNF-alfa nella genesi e propagazione delle convulsioni e nei fenomeni neurodegenerativi ad esse associati. I nostri risultati sperimentali hanno fino ad ora dimostrato che l’attività epilettica induce la sintesi di varie molecole coinvolte nei processi infiammatori. IL-1beta ha proprietà proconvulsivanti mentre l’antagonista recettoriale di IL-1 e il TNF-alfa hanno proprietà anticonvulsivanti. Stiamo studiando quali di queste molecole oltre a modulare l’attività epilettica contribuiscono all’insorgenza del danno neuronale indotto dall’attività convulsiva. Stiamo inoltre studiando con approcci genetici e farmacologici quali siano i segnali intracellulari attivati da IL-1beta che mediano i suoi effetti proconvulsivanti e proneurotossici. Epilessia e sviluppo postnatale. E’ noto che la suscettibilità alle convulsioni è maggiore nel bambino rispetto all’adulto e lo stesso fenomeno si manifesta nel roditore durante lo sviluppo postnatale. Ci prefiggiamo quindi di studiare quali siano i meccanismi coinvolti in maniera significativa nei cambiamenti di suscettibilità alle convulsioni ed in particolare alla insorgenza del danno neuronale che si manifesta significativamente nel ratto solo dopo i primi 15 giorni di vita postnatale. I nostri studi si stanno focalizzando principalmente sul coinvolgimento delle molecole di infiammazione, sui processi di angiogenesi e sui cambiamenti di permeabilità della barriera emato-encefalica. RAPPORTO ATTIVITA’ 103 2006 IRFMN Meccanismi di resistenza ai farmaci antiepilettici. Lo studio è svolto in collaborazione con il laboratorio di Metabolismo dei Farmaci (Dr Caccia) e con il Laboratorio di Neurologia Clinica (Dr Beghi) e si prefigge di indagare se il fenomeno della resistenza ai vari farmaci antiepilettici dipende dall’attività di una famiglia di glicoproteine di membrana che estrudono i farmaci dal cervello verso il sangue. Queste proteine (ad es la proteina prodotta dal gene MDR chiamata P-glicoproteina, P-gp) sembrano avere un ruolo significativo nel determinare la resistenza ad alcuni farmaci antitumorali e hanno la capacità di estrudere dalle cellule un’ampia gamma di farmaci amfifilici/idrofobici. Abbiamo dimostrato che la proteina prodotta dal gene MDR viene sintetizzata in maggiori quantità in specifiche aree cerebrali durante l’attività epilettica ed influenza significativamente la concentrazione cerebrale di alcuni farmaci anticonvulsiventi. Una aumentata espressione della Pp-gp e’ stata dimostrata anche nel tessuto cerebrale di pazienti affetti da epilessia farmacoresistente e potrebbe quindi contribuire alla refrattarietà alla terapia farmacologica impedendo il raggiungimento di concentrazioni di farmaco clinicamente rilevanti nel tessuto epilettico. Abbiamo recentemente dimostrato che la inibizione della attività della P-gp in modelli sperimentali di epilessia, utilizzando bloccanti della funzione della pompa, migliora significativamente l’efficacia anticonvulsivante della fenitoina in un modello di convulsioni spontanee. Abbiamo inoltre valutato l’espressione dell P-gp un modello di malformazioni dello sviluppo corticale dimostrando che la P-gp è intrinsecamente elevata . Nelle aree di displasia e la sua espressione viene ulteriormente aumentata dall’attività epilettica.. Ruolo della barriera ematoencefalica nell’epilettogenesi Stiamo studiando come modificazioni della permeabilita’ della barriera emato-encefalica e fenomeni di angiogenesi possano determinare un substrato di ipereccitabiltà neuronale che risulti in una aumentata suscettibilità alle convulsioni. Questo studio si rivolge particolarmente ai casi di epilessie sintomatiche che sono spesso associati a un danno di barriera che precede l’evento convulsivo. Nuovi approcci terapeutici di gene transfer. Questo studio riguarda l’utilizzo di vettori virali adeno-associati che introducano nel cervello geni con potenziale terapeutico e quindi risultino in una aumentata produzione di alcune proteine antiepilettiche in aree cerebrali specifiche. Stiamo utilizzando vettori adenovirali che veicolano il gene del neuropeptide Y nell’ippocampo del ratto. Abbiamo dimostrato che la sovraespressione del transgene determina una ridotta attività epilettica nel ratto. Lo sviluppo di questa linea di ricerca riguarda la possibilita’ di utilizzare vettori virali che possano inibire la comparsa e la ricorrenza delle convulsioni spontanee che insorgono dopo l’induzione di un danno acuto cerebrale (ad es. di tipo traumatico, eccitotossico, ischemico). Laboratorio di Neuropsichiatria Geriatrica Impatto clinico del donepezil su pazienti Alzheimeriani nella popolazione generale E’ giunto al termine della raccolta dei dati lo studio osservazionale sull’impatto clinico del donepezil (5 o 10 mg/die per os), un farmaco anticolinesterasico approvato per il trattamento della malattia di Alzheimer di grado lieve e moderato. Nello studio, 800 pazienti sono stati seguiti per una durata di tre anni (anche in caso di sospensione, per qualsiasi motivo, dell’assunzione del farmaco) e sono stati valutati in maniera prospettica i parametri concernenti i diversi aspetti della malattia, compresi gli eventuali disturbi del caregiver e i costi legati alla malattia, oltre agli aspetti legati alla sicurezza del farmaco. RAPPORTO ATTIVITA’ 104 2006 IRFMN Valutazione dello stato di salute degli anziani residenti in Moltrasio Dei 206 soggetti potenzialmente reclutabili per lo studio, il 95% ha avuto una valutazione diretta o indiretta: questo tasso di risposta permette di effettuare senza distorsioni le valutazioni dello stato di salute. Questo importante risultato è stato possibile grazie soprattutto all’ottimo lavoro dei medici di base. Dal punto di vista sociodemografico la maggioranza della popolazione è nata nel raggio di 10 km dalla residenza attuale, formando quindi un gruppo relativamente omogeneo. Le prime analisi mostrano che le patologie maggiormente prevalenti sono quelle tipiche dell’età (ipertensione -70%-, artrosi e simili -60%-), ma che la disabilità è relativamente contenuta: solo 1 soggetto su 20 ha una disabilità maggiore ed 1 su 3 una minore. Studio di popolazione sulla prevalenza delle demenze nei grandi anziani In parallelo al progressivo aumento degli individui di 80 e più anni all’interno della popolazione anziana (65+), il numero dei malati di demenza nella fascia di età 80+ rappresenta una frazione in continua crescita sul totale degli affetti. L’esclusione dagli studi, come quasi sempre avviene, dei soggetti nelle classi di età più avanzate tende inevitabilmente a sottostimare il numero complessivo di affetti da demenza presenti nella popolazione. Per ovviare a questa lacuna è stato dunque avviato uno studio di popolazione (door-to-door) sulla prevalenza, l’incidenza, i fattori di rischio e la storia naturale delle demenze e dei deficit cognitivi associati all’invecchiamento in una popolazione di anziani con età maggiore di 80 anni residente in otto comuni in provincia di Varese. Lo studio beneficia di un grant della Fondazione Monzino. Prevalenza dell’anemia in una popolazione anziana Si è concluso il follow up dello studio di popolazione Salute e Anemia. Finalità dello studio erano quelle di valutare la stabilità di questa condizione nell’anziano a distanza di due anni. Si volevano altresì valutare gli effetti nel tempo dell’anemia di grado lieve su variabili cognitive, funzionali e di qualità della vita e su outcome clinici di rilievo quali la mortalità e morbidità. Valutazione di profili di rischio nei soggetti ospedalizzati in reparto geriatrico In collaborazione con il Servizio di Geriatria dell’Ospedale Beata Vergine di Mendrisio i soggetti ospedalizzati o ambulatoriali vengono valutati sotto il profilo neuropsicologico, funzionale e del movimento al fine di valutare l'impatto di questi fattori sulla salute e la progressione della malattia. Studio longitudinale in pazienti affetti da MCI In collaborazione con il Servizio di Geriatria dell'Ospedale della Beata Vergine, Mendrisio, Svizzera, si è concluso il follow-up dei pazienti giunti consecutivamente all'osservazione in questi ultimi anni presso la Memory Clinic dell'Ospedale al fine di determinare il tasso di conversione a demenza di tutti i soggetti con diagnosi di Mild Cognitive Impairment o Questionable Dementia (CDR 0.5) alla visita basale. Valutazione della qualità dei servizi per il malato di demenza E’ stato effettuato uno studio per valutare comparativamente in un campione di 70 RSA e IDR con e senza Nucleo Alzheimer (NA) la qualità e l’impatto delle caratteristiche strutturali, organizzative ed assistenziali sullo stato cognitivo, funzionale e comportamentale del paziente con demenza. Sono stati reclutati 600 pazienti con demenza degenti in dette strutture. I pazienti degenti nei NA erano più giovani, meno compromessi sul piano cognitivo e funzionale, ma con una maggior frequenza di disturbi del comportamento di quelli delle case di riposo senza NA. Al follow-up a 18 mesi i pazienti degenti nei NA avevano un minor rischio di essere ospedalizzati, di essere sottoposti a contenzione fisica e di andare incontro ad una sospensione RAPPORTO ATTIVITA’ 105 2006 IRFMN della terapia con antipsicotici. Non è emersa nessuna differenza per quanto concerne la mortalità e le cadute. Uso degli antipsicotici nei Nuclei Alzheimer E’ stato condotto uno studio per valutare l’uso degli antipsicotici nei pazienti con demenza. Dei 349 pazienti reclutati, il 60% erano in trattamento con un antipsicotico (49% con un antipsicotico tradizionale e 51% con un antipsicotico atipico o di nuova generazione). Il 45% dei pazienti prendeva un solo antipsicotico, il 14% due e l’1% tre antipsicotici contemporaneamente. Il risperidone era il farmaco più prescritto, seguito da promazina, olanzapina e aloperidolo. Nel 40% dei casi il paziente assumeva un altro psicofarmaco (antidepressivo o benzodiazepina). L’uso di antipsicotici era correlato al sesso (maggiore nelle donne), all’età (maggiore nei soggetti più anziani) e alla presenza di disturbi del comportamento. Non è emersa nessuna influenza dell’uso di questi farmaci su mortalità, rischio di ospedalizzazione, cadute e uso di contenzione fisica. Progetto interazioni Da una analisi relativa ai dati di prescrizione della ASL di Lecco per l’anno 2003, è emerso che il 15.5% dei pazienti erano esposti ad associazione di farmaci potenzialemnte a rischio di interazioni (60.8% donne). Sono emerse un totale di 13.520 potenziali interazioni relative principalmente a farmaci cardiovascolari (56.8% del totale). I principi attivi più frequentemente coinvolti sono risultati: la digossina, l’enalapril, l’associazione idroclorotiazide+amiloride, la furosemide e l’acido acetilsalicilico. Progetto epidemiologia del farmaco nell’anziano In uno studio in collaborazione con la Direzione Generale Sanità della Regione Lombardia, da analisi relative all’anno 2003 e alla ASL di Lecco, 50324 anziani (età ≥ 65 anni) avevano avuto almeno una prescrizione, per un totale di 974.002 prescrizioni. In media ogni paziente aveva ricevuto 19.2 prescrizioni. I farmaci cardiovascolari erano quelli maggiormente prescritti (68.5%), seguti dagli antimicrobici (44.6%), muscoloscheletrici (42.8%), gastrointestinali (42.3%) ed ematologici (37.6%). Per questi farmaci si è registrata una leggera prevalenze di prescrizioni nelle donne. Intervento integrato per razionalizzare l’uso dei farmaci da parte del medico di medicina generale (MMG) nella ASL di Bergamo Obiettivo dello studio razionalizzare l’uso dei farmaci da parte del MMG nella ASL di Bergamo. L’intervento era articolato in azioni di formazione e aggiornamento su 4 aree critiche: la terapia dell’ipertensione, l’uso dei FANS e dei COXIB, l’uso degli inibitori della pompa protonica e degli antimicrobici. Per valutare le prescrizioni nelle 4 aree critiche e elaborare linee guida di comportamento pratico sono stati creati gruppi di lavoro multidisciplinari che hanno coinvolto oltre ai MMG, i medici ospedalieri, gli specialisti, i farmacisti e i farmacologi. Servizio di informazione sui farmaci nell’anziano Ogni giorno è disponibile gratuitamente, per gli anziani e per i medici, un servizio telefonico o via e-mail di informazione sui farmaci. Questo servizio risponde ogni anno a oltre 600 quesiti. Qualità dell’assistenza ai soggetti oncologici terminali Nel 1999 è stato avviato, in collaborazione con l’hospice “via di Natale Franco Gallini” di Aviano (PN), un progetto di ricerca che ha come obiettivo quello di valutare la qualità dell’assistenza durante l’ultimo periodo di vita dei malati accolti in hospice. Sono stati avviati uno studio retrospettivo e uno prospettico. Il progetto prevede attualmente la valutazione dell’attività della struttura e l’addestramento del personale all’utilizzo della banca dati. RAPPORTO ATTIVITA’ 106 2006 IRFMN Il revolving door nelle strutture residenziali: monitoraggio e prefigurazione di strategie per il controllo E’ stata avviata la terza parte del progetto, consistente in uno studio sugli esiti dei pazienti inseriti nelle strutture residenziali di quattro Unità Operative di Pisichiatria lombardi, a cui afferiscono circa 500.000 abitanti, e del Centro Fatebenefratelli di Cernusco sul Naviglio. I pazienti finora reclutati sono stati oltre 50. Lo studio indaga gli esiti clinici e la soddisfazione del paziente del ricovero in struttura residenziale, monitora il progetto terapeutico definito sia dalla struttura residenziale che dal servizio territorale e i possibili ostacoli alla dimissione del paziente. Studio clinico controllato del Gruppo Italiano per lo Studio degli Antipsicotici di Seconda Generazione - GISAS E’ stato ridefinito il protocollo di ricerca di uno studio clinico controllato, che ha messo al centro le conseguenze mediche – efficacia e profilo metabolico - dell’utilizzo degli antipsicotici di prima e di seconda generazione più utilizzati nella pratica clinica italiana (aloperidolo e olanzapina) e un antipsicotico di recente introduzione in Italia (aripiprazolo), in un’ottica di salute pubblica. E’ stato identificato il centro coordinatore, sono state avviate le procedure per l’approvazione del protocollo da parte del comitato etico ed è stato costituito il comitato scientifico. Si prevede di reclutare 800 pazienti in circa 80 servizi di salute mentale del Nord e del Centro Italia che verranno seguiti per un anno Suicidi in Italia E’ stato formulato e sottoposto per un finanziamento al Ministero della Salute uno studio sulla appropriatezza e la fattibiltà delle strategie di prevenzione in alcune aree italiane, uno studio per l’implementazione di procedure per un più completo riconoscimento e invio ai servizi psichiatrici dei casi di tentato suicidio che giungono in Pronto Soccorso, per il monitoraggio della loro presa in carico da parte dei servizi psichiatrici, e per l’osservazione sperimentale degli esiti, in termini di riduzione della ripetizione dei tentati suicidi, dell’attuazione di strategie specifiche per la prevenzione della ripetizione dell’atto suicidario. Depressione resistente Studio clinico sul valore predittivo dei marker genetici per l’identificazione dei soggetti con diagnosi di depressione resistenti al trattamento con SSRI e sulla relazione tra livelli serici di BDNF in un campione di pazienti che non rispondono al trattamento con SSRI. Lo studio ha proseguito il reclutamento secondo il protocollo originale con l’obiettivo di valutare la relazione tra differenze genetiche del trasportatore della serotonina e i livelli sierici di BDNF e la risposta ai farmaci antidepressivi SSRI. Lo studio è stato allargato a un nuovo centro (ASL 2 di Torino). Nei sei centri attualmente attivi, i soggetti reclutati sono 43, tra cui uno è stato valutato come non-responder. E’ stato inoltre avviato uno studio retrospettivo allo scopo di individuare pazienti non-responder già in carico ai servizi che ha portato al reclutamento di 27 pazienti e alla conservazione dei rispettivi campioni ematici. Progetto Empowerment Il Dipartimento di Salute Mentale di Milano Niguarda ha avviato un progetto volto a realizzare attività di sensibilizzazione alle tematiche della partecipazione degli utenti alla valutazione del servizio di salute mentale e l’istituzione di momenti formali di confronto tra operatori e utenti su aspetti di organizzazione del servizio stesso. Inoltre, prosegue il progetto Reti Sociali Naturali, che prevede una sorta di affido di persone con disturbi psichiatrici gravi a persone che intrattengono con gli utenti stessi un rapporto di amicizia o conoscenza, basato sul vicinato e su rapporti di lavoro. E’ stato avviato un progetto di valutazione di entrambe le iniziative, che RAPPORTO ATTIVITA’ 107 2006 IRFMN richiede, soprattutto nel primo caso, la messa a fuoco di metodi specifici per obiettivi che non sono traducibili esclusivamente in termini di esiti clinici. Gruppi di lavoro e organismi tecnici internazionali Partecipazione ai lavori dell’International Steering Committee dell’European Network on Mental Health Promotion and Mental Disorder Prevention, che raccoglie e censisce la documentazione su progetti di prevenzione e di politiche relative alla prevenzione e alla promozione della salute metale, e preparazione di una conferenza di consenso. Partecipazione come membro dell’International Organizing Committee al Global Forum for Community Mental Health, istituito dal Department of Mental Health della World Health Organization per la disseminazione dell’informazione sugli interventi basati sulle evidenze. Attività di disseminazione e promozione delle tematiche relative al coinvolgimento degli utenti e del consolidamento del confronto da operatori, amministratori e utenti come come caratterizzan l’impegno della presidenza della World Association for Psychosocial Rehabilitation. Partecipazione ai lavori del Mental Health Working Party, del Directorate General Health and Consumer Protection, European Union, Luxembourg. Organismo tecnico del Direttorato Generale per la Salute e la Protezione del Consumatore sui programmi di prevenzione e le attività di salute pubblica in ambito di salute mentale. Laboratorio di Infiammazione e Malattie del Sistema Nervoso Effetto neuroprotettivo del C1-inibitore nel danno da ischemia/riperfusione Nostri studi precedenti hanno mostrato che il complemento ed i sistemi infiammatori ad esso relati, quali il sistema di contatto/chinine e quello fibrinolitico possono costituire nuovi target terapeutici nel trattamento del danno ischemico. Abbiamo dimostrato che il C1-INH, un inibitore serin-proteasico che agisce da inibitore primario del sistema del complemento e di quello delle chinine, migliora significativamente i deficit neurologici e il volume d'infarto in modelli di ischemia cerebrale transiente e permanente. Abbiamo approfondito ulteriormente questo dato verificando la sua efficacia in diversi ceppi di topi (che hanno un diverso livello di espressione del complemento) e definendo la dose-risposta e la finestra temporale della sua efficacia. Dato che C1-INH puo' agire su diversi substrati, abbiamo valutato il coinvolgimento delle diverse vie di attivazione del complemento e quello di altri sistemi quali il sistema delle chinine e quello della coagulazione. Per esplorare i meccansimi di neuroprotezione attivati dal C1-INH abbiamo inoltre studiato l'espressione (mRNA e proteine) di molecole infiammatorie tra cui citochine, molecole di adesione, isoforme di NO sintasi e markers di apoptosi. I risultati ottenuti mostrano che: i) il C1-INH esercita un effetto neuroprotettivo molto marcato, inducendo una diminuzione fino al 90% della lesione ischemica con un’ampia finestra terapeutica; ii) il C1-INH induce un’inibizione del reclutamento cellulare, dell’infiammazione e dell’apoptosi; iii) la neuroprotezione indotta dal C1-INH è almeno in parte indipendente dall’inibizione della via classica del complemento e altre vie di attivazione del complemento, altri sistemi infiammatori come quello del contatto/chinine, o il controllo dieventi trombotici associati al danno da ischemia/riperfusione possono essere coinvolti nella sua potente azione protettiva. Il C1-INH, che e’ attualmente utilizzato in clinica come terapia sostitutiva in pazienti geneticamente carenti di C1-INH, possiede marcati effetti neuroprotettivi modulando diversi aspetti della rispost infiammatoria da ischemia/riperfusione (De Simoni et al. 2003; De Simoni et al. 2004; Storini et al. 2005; Storini et al. 2006). RAPPORTO ATTIVITA’ 108 2006 IRFMN Le cellule staminali nell’approccio terapeutico dell'ischemia cerebrale Scopo di questo progetto è di valutare l’efficacia dell’infusione di cellule staminali neurali ottenute da neurosfere (MSC) nel ridurre il danno ischemico istologico e comportamentale e di indagare i meccanismi alla base di questa protezione. MSC, ottenute da topi neonati (Lab Dr. Parati, Ist Neurologico C. Besta), vengono infuse in topi singenici in cui l’ischemia cerebrale focale viene ottenuta mediante occlusione dell’arteria cerebrale media. A diversi tempi e fino a 14 giorni dall’infusione abbiamo studiato la distribuzione e il fenotipo delle cellule infuse, la neurodegenerazione, i deficit comportamentali, l’espressione di citochine e di fattori trofici, l’attivazione della microglia. I risultati ottenuti hanno mostrato che: i) le MSC riducono significativamente il danno da ischemia/riperfusione diminuendo la perdita neuronale e prevenendo i deficit funzionali relativi al comportamento esploratorio e all’attivtà sensorimotoria; ii) inducono una risposta rapida: 24h dopo l’infusione sono in grado di attivare la trascrizione di citochine, fattori trofici e fattori angiogenetici; questi fattori non sono attivati a tempi più lunghi o se le cellule vengono infuse a 7 giorni dall’ischemia; iii) l’effetto protettivo delle MSC in questo modello sembra essere dovuto principalmente all’induzione di questi fattori; iv) l’attivazione delle cellule microgliali contribuisce alla protezione osservata; v) la persistenza delle MSC nel tessuto cerebrale è favorita dall’ambiente ischemico. I dati ottenuti dimostrano quindi che l’interazione reciproca tra MSC e ambiente ischemico è determinante per l’effetto protettivo delle cellule stesse. Identificazione di mediatori e meccanismi della tolleranza ischemica nell’ischemia cerebrale Studi recenti hanno dimostrato che la morte cellulare indotta da danno ischemico può essere ridotta se un episodio ischemico di lieve entità precede di alcune ore o alcuni giorni l’insulto ischemico severo. Questo fenomeno è noto come precondizionamento ischemico (IPC) e la protezione che si ottiene, tolleranza ischemica (IT). Sono stati descritti diversi modelli di induzione di IPC ma le basi molecolari di questa neuroprotezione non sono ancora state identificate e manca tutt’ora un quadro chiaro dei meccanismi necessari all’instaurarsi del IPC. Il progetto si propone di: i) studiare le caratteristiche di IT indotta da una breve ischemia transitoria (TIA) in modelli sperimentali di ischemia cerebrale; ii) di chiarire i pathways e i mediatori conivolti e che possono quindi rappresentare possibili target terapeutici. I dati ottenuti fino ad ora indicano che un’occulsione di 7 min dell’arteria cerebrale media induce una diminuzione del 40 % della lesione ischemica effettuata 4 giorni dopo. Lo studio di IPC rappresenta un’opportunità importante per identificare possibili meccanismi protettivi con l’obiettivo di indurrne il potenziamento nell’ottica di nuove strategie terapeutiche per l’ictus. Eparina e malattia di Alzheimer Abbiamo dimostrato precedentemente che l’eparina in vitro possiede effetti antiinfiammatori e neuroprotettivi. Abbiamo ora studiato l’effetto di un trattamento periferico a lungo termine con enossieparina, un’eparina a basso peso molecolare, in topi transgenici che overesprimono APP751 humana. La somministrazione per via intraperitoneale con enossieparina per sei mesi ha indotto una diminuzione significativa del numero dei depositi, dell’area occupata dagli stessi e della concentrazione totale di beta-amiloide. L’analisi immuocitochimica di cellule GFAPpositive ha mostrato che enossieparina aveva ridotto significativamente la presenza di astrociti attivati attorno ai depositi di amiloide. In vitro enossieparina è in grado di ridurre l’attivazione dei sistemi del complemento e di quello di contatto/chinine provocata da beta-amiloide, sistemi infiammatori che sono attivati nella malattia di Alzheimer. La riduzione del carico di amiloide, della citotossicita’ e dell’azione proinfiammatoria della beta-amiloide indicano che enossieparina, un farmaco anticoagulante di comune uso clinico, puo’ essere proposta nel trattamento della progressione della malattia di Alzheimer. Assieme ad alcuni ricercatori del RAPPORTO ATTIVITA’ 109 2006 IRFMN nostro Dipartimento ed in collaborazione con il Policlinico di Milano (Dr. Bergamaschini e Dr. Scarpini), abbiamo recentemente attivato uno “studio di efficacia” in un gruppo di pazienti con malattia di Alzheimer al fine di testare l’ipotesi che il trattamento con enossieparina sia in grado di modificare le concentrazioni plasmatiche e liquorali di beta-amiloide. Laboratorio di Neurobiologia Molecolare Studio dei meccanismi patogenetici della Sclerosi Laterale Amiotrofica: Ruolo dell’aggregazione proteica Una delle caratteristiche patologiche della SLA e’ l’accumulo di aggregati proteici nei corpi cellulari e negli assoni dei motoneuroni. La nostra ipotesi e’ che l’alterazione del sistema ubiquitina/proteasoma sia responsabile di tale fenomeno, per questo stiamo cercando di capire se a livello cellulare sono rilevabili alterazioni dell’attività’ del proteasoma. Per questo utilizziamo dei topi transgenici UbG76V-GFP che esprimono una proteina di fusione che funziona come reporter per l’attività’ del proteasoma (gentilmente avuti dal Dr. Nico Dantuma of the Karolinska institute), incrociati con i topi SOD1G93A, un modello di SLA familiare. I risultati ottenuti sinora dimostrano che nei topi doppi transgenici allo stadio sintomatico, alcuni motoneuroni con caratteristiche neuropatologiche quali la vacuolizzazione, mostrano un aumento dell’immunoreatività GFP che indica una disfunzione del proteasoma. Lo studio sta proseguendo per una caratterizzazione di questo fenomeno a vari stadi della patologia. Inoltre il nostro intento e’ quello di individuare le proteine che compongono gli aggregati per caratterizzarne il loro ruolo nella patogenesi della malattia. In collaborazione con l’Unità di Proteomica del dipartimento di Molecular Biochemistry and Pharmacology abbiamo completato l’analisi proteomica delle forme insolubili della SOD1 mutata nel midollo spinale dei topi con SOD1 mutata. Abbiamo osservato che la SOD1 mutata insolubile è parzialmente oligo-ma non poli-ubiquitinata. Questa potrebbe essere la ragione di un accumulo intracellulare della SOD1 transgenica. Questi dati sono pubblicati su Journal Biological Chemistry. Con la stessa unità stiamo inoltre completando l’analisi proteomica delle altre proteine solubili e insolubili, ubiquitinate e non, isolate dal midollo spinale dei topi SOD1G93A a diversi stadi della malattia. Ruolo dei recettori AMPA del glutammato. Nell’ambito dello studio di suscettibilità dei motoneuroni all’attivazione dei recettori AMPA del glutammato, abbiamo indagato il ruolo delle proteine che regolano il traffico di questi recettori tra la membrana e il citosol. In particolare abbiamo studiato l’espressione e la distribuzione delle proteine NSF, ABP e PICK 1 nel midollo spinale dei topi fALS a diversi stadi della patologia. I risultati indicano che la proteina NSF deputata al trasporto della subunità GluR2 dei recettori AMPA dal citosol alla membrana, è marcatamente aumentata nei motoneuroni dei topi allo stadio presintomatico. Questo potrebbe essere un tentativo dei motoneuroni di proteggersi dall’eccitotossicità aumentando la funzione in membrana della subunità GluR2. Infatti, come dimostrato dai nostri studi precedenti la subunità GluR2 viene marcatamente degradata nei motoneuroni dei topi fALS ad uno stadio molto precoce di malattia, favorendo un marcato influsso di calcio. Studio dei meccanismi infiammatori E’ ormai chiaro che la degenerazione dei motoneuroni nei topi SOD1G93A dipende non solo da fattori specifici intrinseci ad essi ma anche dalla presenza ed attivazione degli astrociti e della microglia. Queste popolazioni cellulari sono una delle fonti principali di molecole infiammatorie nel SNC. Noi abbiamo osservato che nei motoneuroni dei topi SOD1G93A gia’ allo stadio presintomatico, aumentano i recettori per il TNF alfa , una citochina proinfiammatoria, e viene fortemente attivata la cascata delle MAP chinasi (ASK1, MKK3,4,6 , RAPPORTO ATTIVITA’ 110 2006 IRFMN p38). I risultati sono pubblicati su Molecular Cellular Neuroscience. Una simile risposta l’abbiamo osservata anche nei motoneuroni di tessuti post-mortem provenienti da pazienti con SLA sporadica. ( manoscritto in preparazione). Nei topi SOD1G93A abbiamo inoltre esaminato l’espressione e la distribuzione della proteina HMGB1 (high mobility group box protein 1), scoperta recentemente come mediatore proinfiammatorio in grado di indurre l’espressione di citochine e di attivare cellule infiammatorie. Abbiamo osservato che nei motoneuroni in fase di degenerazione l’immunoreattività per HMGB1 era fortemente diminuita, un fenomeno che potrebbe derivare da un possibile rilascio della proteina. Al contrario nelle cellule gliali reattive HMGB1 era aumentata nel nucleo, ma non nel citosol, contribuendo probabilmente alla proliferazione e/o all’ipertrofia di queste cellule. Questi dati sono in stampa nella rivista Neurosci. Letter Nell’ambito di questo progetto abbiamo inoltre voluto indagare se segnali di sopravvivenza cellulare quali PI3K/Akt e Rai, anch’essi suscettibili a stimoli infiammatori e/o ossidativi, fossero modificati nei motoneuroni dei topi SOD1G93A. La fosforilazione di queste molecole, in particolare Akt, che normalmente viene attivata per favorire la sopravvivenza cellulare non risultava modificata. Questo indica che i motoneuroni dei topi fALS non sono in grado di attivare questo segnale di sopravvivenza per controbilanciare i segnali di morte cellulare, come ad esempio la cascata della p38. Questi risultati sono pubblicati nella rivista Molecular Cellular Neuroscience. In generale questi studi suggeriscono che l’attivazione di meccanismi infiammatori che coinvolgono in modo specifico il TNFalfa in associazione con l’attivazione dei segnali di morte cellulare mediata da p38MAPK, partecipano al processo degenerativo che avviene nella SLA. Studi con topi che mancano dei recettori per TNFalfa e con l’utilizzo di strategie per l’inibizione selettiva della via p38 MAPK (siRNA) sono in corso per verificare questa ipotesi. Studi in vitro dell’ interazione neuroni-glia Per approfondire lo studio dei meccanismi infiammatori, abbiamo messo a punto un paradigma in vitro costituito da co-colture di neuroni e astrociti prelevati da midollo spinale dei topi transgenici SOD1G93A o non transgenici. Stiamo ora caratterizzando il modello in relazione alle osservazioni fatte in vivo quali ad esempio l’attivazione del pathway TNFalfa-p38MAPK. Questo modello permetterà di analizzare in modo più rapido l’effetto protettivo di strategie mirate ad interferire con questo pathway ed inoltre ci consentirà di indagare nuovi meccanismi patogenici. Interventi terapeutici nel modello murino di SLA Dopo aver dimostrato che l’eritropoietina umana ricombinante (rhuEPO) somministrata ai topi SOD1G93A determinava un progressivo aumento dell’ematocrito ma con risultati negativi sia per quanto riguarda la progressione della malattia che per l’effetto neuroprotettivo (articolo in uscita su ALS), abbiamo voluto indagare l’effetto della eritropietina carbamoilata umana (CEPO), una molecola che non aumenta l’ematocrito e che ha mostrato effetti neuroprotettivi in modelli di stroke e traumi spinali. Anche con la CEPO, non abbiamo osservato alcun miglioramento della progressione della patologia, ne un aumento della sopravvivenza dei topi SOD1G93A. Studi mirati all’identificazione di biomarkers per la diagnosi e la progressione della malattia nell’uomo Attualmente, il tempo di diagnosi della SLA dall’inizio dei sintomi è di circa un anno, un tempo molto lungo se si considera che la prognosi, invariabilmente infausta, è di circa 2-5 anni. Ciò si riflette negativamente sulla possibilità di un tempestivo intervento terapeutico. L’identificazione di marcatori precoci della malattia rappresenta dunque un importante avanzamento nella diagnosi e nella cura di questa malattia. RAPPORTO ATTIVITA’ 111 2006 IRFMN In collaborazione con il dipartimento di neurologia della Fondazione Salvatore Maugeri, IRCCS, di Pavia abbiamo avviato una serie di studi mirati ad indagare lo stato immunitario e ossidativo nel sangue periferico dei soggetti affetti da SLA in confronto ad individui sani. Le premesse a quest’indagine derivano da una serie di studi recenti che fanno ipotizzare che nelle malattie neurodegenerative, compresa la SLA, l’attivazione dei monociti e macrofagi riscontrata nelle regioni del sistema nervoso affette dalla patologia potrebbe giocare un ruolo significativo nella loro patogenesi e progressione. Lo scopo è quello di verificare se tali meccanismi possano riflettersi in alterazioni a livello sistemico dove è possibile eseguire l’indagine nel corso della malattia. Abbiamo esaminato sinora oltre 40 pazienti affetti da SLA sporadica e 30 individui sani dello stesso range di età. I risultati sin qui ottenuti indicano che nei pazienti affetti da SLA il profilo d’espressione delle cellule immunitarie è leggermente variato rispetto ai controlli sani. Stiamo ora indagando sul significato fisiopatologico di queste alterazioni e se esse siano correlabili con lo stato di progressione della malattia. In parallelo, stiamo inoltre conducendo uno studio mirato all’analisi delle proteine nitrate nelle cellule del sangue periferico di pazienti affetti da SLA rispetto a quelle di individui sani. La nitrazione delle proteine a carico della tirosina è considerata un meccanismo di danno ossidativo che altera la funzione delle proteine determinando la loro inattivazione o l’acquisizione di nuove funzioni tossiche (gain of function). Attualmente, stiamo esaminando i livelli delle proteine nitrate e la loro identificazione mediante analisi proteomica nel sangue periferico. Inoltre, essendo la SLA una malattia che ha come target anche il muscolo scheletrico sul quale è possibile effettuare biopsie anche nei pazienti, in collaborazione con il dipartimento di Neurologia dell’ Istituto Auxologico, IRCCS di Milano abbiamo sviluppato un progetto mirato ad identificare degli indicatori specifici di malattia nel tessuto scheletrico di modelli animali, mediante analisi genomica e proteomica. Abbiamo eseguito l’analisi a due stadi di progressione della malattia, presintomatico e sintomatico e stiamo attualmente analizzando i risultati. Il passo successivo sarà quello di verificare la rilevanza di questi marcatori in biopsie muscolari di pazienti affetti da SLA. Laboratorio di Psicofarmacologia Sperimentale Basi neuronali del consumo, del “drug craving” e del “relapse” nell’assunzione di sostanze d’abuso Il “drug craving”, definito come il desiderio irresistibile di riprovare gli effetti di sostanze psicoattive precedentemente sperimentate, rimane un problema chiave nella ricerca di agenti terapeutici in grado di prevenire la ricaduta nel consumo di sostanze d’abuso. Nel tentativo di individuare i meccanismi neurochimici che possono portare alla ricaduta dopo un periodo di astinenza, si sono messi a punto alcuni modelli sperimentali di assunzione e di “relapse” (ricaduta) indotto dalla presentazione di stimoli ambientali associati all’autosomministrazione della sostanza d’abuso. Studiando la cocaina, Si è dimostrato che agonisti parziali e antagonisti al recettore dopaminergico del tipo D3 sono in grado di modulare, in ratti disintossicati, i comportamenti di ricerca della sostanza d’abuso lasciando inalterato il comportamento di ricerca di rinforzatori nutritivi piacevoli quali lo zucchero. Questa evidenza sperimentale è stata trasferita in un altro modello sperimentale, la “conditioned place preference”, dove si è dimostrato che antagonisti ai recettori dopaminergici del tipo 3 riducono la preferenza condizionata alla cocaina. Diversi nuovi studi sono stati intrapresi nel tentativo di individuare altri meccanismi neurochimici in grado di controllare la ricaduta nel consumo di cocaina. Antagonisti ai recettori degli oppiacei e agonisti ad un particolare sottotipo di recettore per la serotonina sono quelli sui quali si è sta concentrando la nostra ricerca. RAPPORTO ATTIVITA’ 112 2006 IRFMN Resistenza ai farmaci antidepressivi: studi sperimentali e clinici Il progetto svolto in collaborazione con i Laboratori di Neurochimica e Comportamento (R.W. Invernizzi), Metabolismo dei Farmaci (Silvio Caccia) e Biologia delle Malattie Neurodegenerative (GianLuigi Forloni) ha come obiettivo lo studio dei meccanismi biologici alla base della risposta ai farmaci antidepressivi allo scopo di produrre nuove strategie terapeutiche per i soggetti che non rispondono alla terapia. Utilizzando il “forced swimming test”, un test predittivo dell’attività antidepressiva, si è dimostrato che i topi DBA/2J e BALB/c non rispondono ai bloccanti della ricaptazione di serotonina quali citalopram e paroxetina. La mancata risposta è probabilmente dovuta ad una mutazione dell’enzima di sintesi della serotonina, la triptofano idrossilasi-2, che comporta una ridotta capacità di sintetizzare il neurotrasmettitore. Studi sperimentali sono in corso per determinare se la mancata risposta all’effetto di tipo-antidepressivo sia peculiare per i bloccanti dell’uptake della serotonina o comune ad altre classi di farmaci antidepressivi. Inoltre si sta valutando se la mancanza di attività dei bloccanti l’uptake della serotonina sia rilevabile studiando effetti farmacologici degli SSRI diversi da quelli di tipo antidepressivo RAPPORTO ATTIVITA’ 113 2006 IRFMN RAPPORTO ATTIVITA’ 114 2006 IRFMN DIPARTIMENTO DI RICERCA CARDIOVASCOLARE PERSONALE Capo Dipartimento Maria Grazia FRANZOSI, Dr.Sci.Biol. Laboratorio di Farmacologia Clinica Cardiovascolare Capo Laboratorio Roberto LATINI, Dr.Med.Chir. Unità di Endocrinologia Cardiovascolare Capo Unità Serge MASSON, Ph.D. Unità di Coltura di Tessuti Capo Unità Giovanna BALCONI, Dipl.Univ. Laboratorio di Valutazione Clinica dei Farmaci Capo Laboratorio Maria Grazia FRANZOSI, Dr.Sci.Biol. Unità di Bioinformatica Capo Unità Enrico NICOLIS, Stud.Sci.Informaz. Laboratorio di Ricerca in Medicina Generale Capo Laboratorio M.Carla RONCAGLIONI, Dr.Sci.Biol. Laboratorio di Statistica Medica Capo Laboratorio Simona BARLERA, Dr.Sci.Pol., MSc. Laboratorio di Farmacologia Clinica Capo Laboratorio Gianni TOGNONI, Dr.Med.Chir. Unità di Ricerca Infermieristica Capo Unità Paola DI GIULIO, Dipl.Inf.Prof. RAPPORTO ATTIVITA’ 115 2006 IRFMN CURRICULA Maria Grazia Franzosi si è laureata Scienze Biologiche nel 1972 presso l’Università degli Studi di Milano. Attività formative 1972 Laurea in Scienze Biologiche, Università di Milano 1978 Specializzazione in Ricerca Farmacologica, Istituto di Ricerche Farmacologiche "Mario Negri” di Milano Aree di interesse Metodologia della sperimentazione clinica dei farmaci, coordinamento di sperimentazioni cliniche multicentriche. Epidemiologia dei fattori di rischio genetici ed ambientali delle coronaropatie. Farmacogenetica. Epidemiologia del farmaco Ruoli attuali e passati in istituto e in organizzazioni esterne dal 2002 Direttore del Dipartimento di Ricerca Cardiovascolare dell'Istituto di Ricerche Farmacologiche "Mario Negri", Milano dal 2004 Membro del Comitato Direttivo, Studio GISSI-AF, Milano dal 2001 Membro del Comitato Direttivo, Studio GISSI-HF, Milano dal 1998 Membro dello Steering Committee of the PROCARDIS Research Programme - A genome-wide strategy to identify susceptibility loci in precocious coronary artery disease - University of Oxford, UK dal 1997 Membro del “Antithrombotic Trialists’ Collaboration”, Oxford, UK dal 1996 Membro dello Steering Committee e National Coordinator per l’Italia della Organization to Assess Strategies for Ischemic Syndromes (OASIS-2, OASIS-4 CURE, Michelangelo OASIS-5 e OASIS 6, , CURRENT OASIS-7), dello studio INTER-HEART e degli studi ACTIVE e RELY, Population Health Research Institue, McMaster University, Hamilton, Canada 1994-1996 Direttore European Coordinating Centre e Membro dello Steering Committee, Collaborative Organization for RheothRx Evaluation (CORE), McMaster University, Hamilton, Canada dal 1993 Membro del Comitato Direttivo, Studio GISSI-Prevenzione, Milano dal 1992 Membro del “Fibrinolytic Therapy Trialists’s Collaboration”, Oxford, UK e del “Collaborative Group on Angiotensin Converting Enzyme Inhibitors Trials”, National Institutes of Health, Bethesda, Washington, USA 1989-2001 Capo del Laboratorio di Valutazione Clinica dei Farmaci dell'Istituto di Ricerche Farmacologiche "Mario Negri" di Milano 1985-1988 Capo dell'Unità di Valutazione dei Farmaci del Laboratorio di Farmacologia Clinica dell'Istituto di Ricerche Farmacologiche "Mario Negri" di Milano dal 1984 Membro della Segreteria Scientifica ed Organizzativa, Gruppo Italiano per lo Studio della Sopravvivenza nell'Infarto Miocardico (Studi GISSI-1, GISSI-2, GISSI-3) Milano 1975-1984 Ricercatore presso il Laboratorio di Farmacologia Clinica dell'Istituto di Ricerche Farmacologiche "Mario Negri", e presso il Centro Regionale di Informazione e Documentazione sul Farmaco della Regione Lombardia Principali pubblicazioni • Tognoni G, Franzosi M G, Nicolis E, Barlera S, Specchia C, Chiodini B, Crociati L, Ferrario L, PROCARDIS Consortium. A trio family study showing association of the lymphotoxin-alfa N26 (804A) allele with coronary artery disease. Eur J Hum Genet 2004; 12: 770-774 • Anand SS, Xie CC, Mehta S, Franzosi MG, Joyner C, Chrolavicius S, Fox KA, Yusuf S, CURE Investigators. Differences in the management and prognosis of women and men who suffer from acute coronary syndromes. J Am Coll Cardiol 2005, 46: 1845-1851 • Yusuf S, Howken S, Ounpuu S, Bautista L, Franzosi MG, Commerford P, Lang CC, Rumboldt Z, Onen CL, Lisheng L, Tanomsup S, Wangai Jr P, Razak F, Shama AM, Anand SS, on behalf of the INTERHEART Study Investigators. Obesity and the risk of myocardial infarction in 27000 participants from 52 countries: a case-control study. Lancet 2005, 336: 1640-1649 • Levantesi G, Macchia A, Marfisi R M, Franzosi M G, Maggioni A P, Nicolosi G L, Schweiger C, Tavazzi L, Tognoni G, Valagussa F, Marchioli R, on behalf of the GISSI-Prevenzione Investigators. Metabolic syndrome and risk of cardiovascular events after myocardial infarction. J Am Coll Cardiol 2005; 46: 277-283 • Franzosi MG. Should we continue to use BMI as a cardiovascular risk factor? Lancet 2006; 368: 624-625 • Farrall M, Green FR, Peden JF, Olsson PG, Clarke R, Hellenius ML, Rust S, Lagercrantz J, Franzosi MG, Schulte H, Carey A, Olsson G, Assman G, Tognoni G, Collins R, Hamsten A, Watkins H, on behalf of the PROCARDIS Consortium. Genome-wide mapping of susceptibility to coronary artery disease identifies a novel replicated locus on chromosome 17. PLoS Genet 2006 - http://genetics.plosjournals.org/archive/15537404/2/5/pdf/10.1371_journal.pgen.0020072-L.pdf RAPPORTO ATTIVITA’ 116 2006 IRFMN Roberto Latini si è laureato in Medicina e Chirurgia nel 1978 presso l’Università di Milano. Attività formative 1970-1978 Laurea in Medicina e Chirurgia, Università di Milano 1981-1983 Merck Sharp & Dohme International Fellow in Clinical Pharmacology Aree di interesse Meccanismi di danno cardiaco conseguenti all’infarto miocardio acuto, in particolare quelli legati all’attivazione neurormonale. Utilizzo di cellule staminali per riparare il danno strutturale e funzionale derivante da infarto miocardio nel piccolo roditore. Studi bioumorali nell’ambito di grandi trial nell’insufficienza cardiaca e nella fibrillazione atriale Ruoli attuali e passati in istituto e in organizzazioni esterne dal 1990 Capo del Laboratorio di Farmacologia Clinica Cardiovascolare, Istituto di Ricerche Farmacologiche “Mario Negri” di Milano dal 2004 Membro del Comitato Direttivo, Studio GISSI-AF dal 2001 Membro del Comitato Direttivo, Studio GISSI-HF dal 1999 Visiting Professor, Department of Medicine, New York Medical College, Valhalla, NY, USA 1981-1983 Cardiology Fellow (Robert E. Kates Laboratory), Stanford University Medical Center, CA, USA 1973-1990 Ricercatore presso il Laboratorio di Farmacologia Clinica, Istituto di Ricerche Farmacologiche “Mario Negri” di Milano Principali pubblicazioni • Calvillo L, Latini R, Kajstura J, Leri A, Anversa P, Ghezzi P, Salio M, Cerami A, Brines M. Recombinant human erythropoietin protects the myocardium from ischemia-reperfusion injury and promotes beneficial remodeling. Proc Natl Acad Sci USA 2003; 100: 4802-4806 • Latini R, Maggioni A P, Peri G, Gonzini L, Lucci D, Mocarelli P, Vago L, Pasqualini F, Signorini S, Soldateschi D, Tarli L, Schweiger C, Fresco C, Cecere R, Tognoni G, Mantovani A, LATIN Investigators. Prognostic significance of the long pentraxin PTX3 in acute myocardial infarction. Circulation 2004; 110: 2349-2354 • Corada M, Chimenti S, Cera M R, Vinci M, Salio M, Fiordaliso F, De Angelis N, Villa A, Bossi M, Staszewsky L, Vecchi A, Parazzoli D, Motoike T, Latini R, Dejana E. Junctional adhesion molecule-A-deficient polymorphonuclear cells show reduced diapedesis in peritonitis and heart ischemia-reperfusion injury. Proc Natl Acad Sci USA 2005; 102: 10634-10639 • Fiordaliso F, Chimenti S, Staszewsky L, Bai A, Carlo E, Cuccovillo I, Doni M, Mengozzi M, Tonelli R, Ghezzi P, Coleman T, Brines M, Cerami A, Latini R. A nonerythropoietic derivative of erythropoietin protects the myocardium from ischemia-reperfusion injury. Proc Natl Acad Sci USA 2005; 102: 2046-2051 • Galli D, Innocenzi A, Staszewsky L, Zanetta L, Sampaolesi M, Bai A, Martinoli E, Carlo E, Balconi G, Fiordaliso F, Chimenti S, Cusella G, Dejana E, Cossu G, Latini R. Mesoangioblasts, vessel-associated multipotent stem cells, repair the infarcted heart by multiple cellular mechanisms. A comparison with bone marrow progenitors, fibroblasts, and endothelial cells. Arterioscler Thromb Vasc Biol 2005; 25: 692-697 • Latini R, Masson S, Wong M, Barlera S, Carretta E, Staszewsky L, Vago T, Maggioni AP, Anand IS, Tan LB, Tognoni G, Cohn JN, Val-HeFT Investigators. Incremental prognostic value of changes in B-type natriuretic peptide in heart failure. Am J Med 2006; 119: 70.e23-70.e30 RAPPORTO ATTIVITA’ 117 2006 IRFMN Maria Carla Roncaglioni si è laureata in Scienze Biologiche nel 1987 presso l’Università degli Studi di Milano. Attività formative 1987 Laurea in Scienze Biologiche, Università di Milano 1982-1983 Research Fellow presso il Dipartimento di Biochimica della Facoltà di Medicina, Rijksuniversiteit of Limburg, Maastricht , Olanda (Prof. C. Hemker) 1998-1999 Visiting Scientist presso la Cardiovascular Research Unit, dell’Hammersmith Hospital, London, UK (Prof. A. Maseri) Aree di interesse Coordinamento di trial clinici multicentrici e studi osservazionali in diverse aree (neurologica, angiologica, cardiologica). Coordinamento di una rete di oltre 1000 Medici di Medicina Generale attivamente coinvolti in progetti di ricerca epidemiologica e/o sperimentale nell’ambito della prevenzione delle malattie cardiovascolari. Ruoli attuali e passati in istituto dal 2001 Capo del Laboratorio di Ricerca in Medicina Generale, Istituto di Ricerche Farmacologiche “Mario Negri” di Milano dal 1989 Ricercatore Senior presso il Laboratorio di Farmacologia Clinica, Istituto di Ricerche Farmacologiche “Mario Negri” di Milano dal 1974 Ricercatore presso il Laboratorio per lo Studio dell’Emostatsi e della Trombosi, Istituto di Ricerche Farmacologiche “Mario Negri” di Milano Principali pubblicazioni • Avanzini F, Palumbo G, Alli C, Roncaglioni MC, Ronchi E, Cristofari M, Capra A, Rossi S, Nosotti L, Costantini C, Pietrofeso R, PPP - Primary Prevention Project. Effects of low-dose aspirin on clinic and ambulatory blood pressure in treated hypertensive patients. Am J Hypertens 2000; 13: 611-616 • Tognoni G, Avanzini F, Pangrazzi J, Roncaglioni M C, Bertele V, de Gaetano G, Caimi V, Tombesi M, Colombo Fabio, Barlera S, PPP - Primary Prevention Project. Low-dose aspirin and vitamin E in people at cardiovascular risk: A randomized trial in general practice. Lancet 2001; 357: 89-95 • Sacco M, Pellegrini F, Roncaglioni MC, Avanzini F, Tognoni G, Nicolucci A, PPP - Primary Prevention Project. Primary prevention of cardiovascular events with low-dose aspirin and vitamin E in type 2 diabetic patients. Results of the Primary Prevention Project (PPP) trial. Diabetes Care 2003; 26: 3264-3272 • Roncaglioni MC, Avanzini F, Roccatagliata D, Monesi L, Tamayo-Benitez D, Tombesi M, Caimi V, Longoni P, Lauri D, Barlera S, Tognoni G, Collaborative Group Risk Prevention Study. How general practitioners perceive and grade the cardiovascular risk of their patients Eur J Cardiovasc Prev Rehabil 2004; 11: 233-238 • Monesi L, Avanzini F, Barlera S, Caimi V, Lauri D, Longoni P, Roccatagliata D, Tombesi M, Tognoni G, Roncaglioni MC. Appropriate use of antiplatelets: is prescription in daily practice influenced by the global cardiovascular risk? Eur J Clin Pharmacol 2005; 61: 595-601 • Berger JS, Roncaglioni MC, Avanzini F, Pangrazzi J, Tognoni G, Brown DL. Aspirin for the primary prevention of cardiovascular events in women and men: A sex-specific meta-analysis of randomized controlled trials. JAMA 2006; 295: 306-313 RAPPORTO ATTIVITA’ 118 2006 IRFMN Simona Barlera si è laureata in Scienze Politiche, indirizzo Statistico presso l’Università degli Studi di Milano nel 1992 e ha conseguito un master post-lauream in Statistica Medica nel 1998. Attività formative 1987-1992 Laurea in Scienze Politiche, indirizzo Statistico conseguita presso la Facoltà di Scienze Politiche dell’Università degli Studi di Milano 1997-1998 Master post-lauream in Statistica Medica conseguito presso la London School of Hygiene and Tropical Medicine, University of London, Londra Ott 98-Apr 99 Visiting Scientist nel Dipartimento di Statistical Genetics, Wellcome Trust Centre for Human Genetics, University of Oxford (UK) Aree di interesse Metodologia delle sperimentazioni cliniche in campo cardiovascolare: preparazione del protocollo di ricerca, pianificazione ed esecuzione di analisi statistiche e trasferimento dei risultati su riviste scientifiche. Studi in epidemiologia genetica: applicazione di metodi statistici, attraverso studi di linkage per l’identificazione di geni di suscettibilità alla malattia coronaria; studi caso-controllo identificazione geni candidati coinvolti nella patologia cardiovascolare. Ruoli attuali e passati in istituto e in organizzazioni esterne dall’Ott 06 Capo del Laboratorio di Statistica Medica, presso il Dipartimento di Ricerca Cardiovascolare, Istituto di Ricerche Farmacologiche “Mario Negri” di Milano Mag 99-Set 06 Capo dell’Unità di Statistica Medica, presso il Dipartimento di Ricerca Cardiovascolare, Istituto di Ricerche Farmacologiche “Mario Negri” di Milano Ott 98-Apr 99 Visiting Scientist nel Dipartimento di Statistical Genetics, Wellcome Trust Centre for Human Genetics, University of Oxford (UK) 1992-1997 Ricercatore dell’Unità di Informatica e Statistica Applicata, Istituto di Ricerche Farmacologiche “Mario Negri” di Milano Principali pubblicazioni • Chiodini B, Barlera S, Franzosi M G, Labarta V, Introna M, Tognoni G.APO B gene polymorphisms with coronary artery disease: A meta-analysis. Atherosclerosis 2003; 167: 355-366. • Wong M, Staszewsky L, Latini R, Barlera S, Glazer R, Aknay N, Hester A, Anand I, Cohn JN. Severity of left ventricular remodeling defines outcomes and response to therapy in heart failure: Valsartan heart failure trial (Val-HeFT) echocardiographic data. J Am Coll Cardiol 2004; 43: 2022-2027. • Latini R, Masson S, Anand I, Salio M, Hester A, Judd D, Barlera S, Maggioni AP, Tognoni G, Cohn J N, Val-HeFT Investigatore. The comparative prognostic value of plasma neurohormones at baseline in patients with heart failure enrolled in Val-HeFT. Eur Heart J 2004; 25: 292-299. • Roncaglioni M C, Avanzini F, Roccatagliata D, Monesi L, Tamayo-Benitez D, Tombesi M, Caimi V, Longoni P, Lauri D, Barlera S, Tognoni G, Collaborative Group Risk Prevention Study. How general practitioners perceive and grade the cardiovascular risk of their patients. Eur J Cardiovasc Prev Rehabil 2004; 11: 233-238. • Maggioni AP, Latini R, Carson PE, Singh SN, Barlera S, Glazer R, Masson S, Cere` E, Rognoni G, Cohn JN. Valsartan reduces the incidence of atrial fibrillation in patients with heart failure: Results from the Valsartan Heart Failure Trial (Val-HeFT). Am Heart J 2005; 149: 1-10. • Masson S, Latini R, Anand IS, Vago T, Angelici L, Barlera S, Missov ED, Clerico A, Tognoni G, Cohn JN, Val-HeFT Investigators. Direct comparison of B-type natriuretic peptide (BNP) and amino-terminal proBNP in a large population of patients with chronic and symptomatic heart failure. The Valsartan Heart Failure (Val-HeFT) data. Clin Chem 2006; 52: 1528-1538. RAPPORTO ATTIVITA’ 119 2006 IRFMN Gianni Tognoni si è laureato in Medicina e Chirurgia nel 1970 presso l’Università di Milano. Attività formative 1964 Dottore in Filosofia e Teologia, presso la Facoltà Teologica di Roma 1970 Laurea in Medicina e Chirurgia, presso l’Università di Milano Aree di interesse Valutazione dell'efficacia clinica e della epidemiologia della prescrizione dei farmaci (RCT di popolazione ed in medicina generale). Epidemiologia clinica e comunitaria. Rapporto tra appropriatezza tecnologica ed uso di risorse nei diversi sistemi socio-sanitari. Comunicazione di dati scientifici a livello di opinione pubblica. Trasferimento di tecnologie appropriate e valutazione dell'impatto dei programmi di aggiustamento strutturale sugli indicatori socio-sanitari nei Paesi in Via di Sviluppo (PVS). Ruoli attuali e passati in istituto e in organizzazioni esterne dal 1992 Coordinatore del Dipartimento di Farmacologia ed Epidemiologia Clinica del Consorzio Mario Negri Sud, S. Maria Imbaro, Chieti dal 2004 Membro della Commissione Sperimentazione Umana della Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA) 2001-2003 Membro della Commissione Unica del Farmaco (CUF) del Ministero della Sanità dal 2001 Direttore, del Consorzio Mario Negri Sud, S. Maria Imbaro, Chieti 1996-2002 Coordinatore, del Dipartimento di Ricerca Cardiovascolare, Istituto di Ricerche Farmacologiche "Mario Negri" Milano dal 1990 Co-Direttore della Scuola Superiore di Ricerca in Medicina Generale (CSeRMEG) dal 1988 Coordinatore di programmi di educazione e ricerca in medicina comunitaria, epidemiologia clinica, farmaco-epidemiologia in Bolivia, Argentina, Cile, Brazile, Ecuador, Perù dal 1986 Co-fondatore e membro del Comitato Direttivo della International Society of Drug Bullettins (ISDB). Coordinatore della Commissione per la Sperimentazione Umana della Regione Lombardia dal 1983 Membro del Consiglio Editoriale della Rivista dell'Infermiere/Assistenza Infermieristica e Ricerca dal 1977 Consulente W.H.O. per la selezione dei farmaci essenziali, con missioni in diversi Paesi d'America Latina (Costa Rica, Nicaragua, Bolivia, Perù), e Africa (Angola, Etiopia, Burkina Faso). dal 1976 Capo del Laboratorio di Farmacologia Clinica dell'Istituto di Ricerche Farmacologiche "Mario Negri”, Milano dal 1975 Responsabile del Centro Regionale di Informazione e Documentazione sul Farmaco (CRIF) Regione Lombardia, Istituto di Ricerche Farmacologiche "Mario Negri", Milano 1969-1974 Ricercatore presso il Laboratorio di Farmacologia Clinica Istituto di Ricerche Farmacologiche "Mario Negri", Milano Principali pubblicazioni • Marchioli R, Barzi F, Bomba E, Chieffo C, Di Gregorio D, Di Mascio R, Franzosi M G, Geraci E, Levantesi G, Maggioni A P, Mantini L, Marfisi R M, Mastrogiuseppe G, Mininni N, Nicolosi G L, Santini M, Schweiger C, Tavazzi L, Tognoni G, Tucci C, Valagussa F, GISSI-Prevenzione. Early protection against sudden death by n-3 polynsaturated fatty acids after myocardial infarction. Time-course analysis of the results of the Gruppo Italiano per lo Studio della Sopravvivenza nell'Infarto Miocardico (GISSI)-Prevenzione. Circulation 2002; 105: 1897-1903 • Anand I S, Fisher L D, Chiang Y T, Latini R, Masson S, Maggioni A P, Glazer R D, Tognoni G, Cohn J N, Val-HeFT Investigators. Changes in brain natriuretic peptide and norepinephrine over time and mortality and morbidity in the Valsartan Heart Failure (Val-HeFT). Circulation 2003; 107: 1278-1283 • Franzosi M G, Tognoni G, Gardinale E, INTERHEART Investigators. Association of psychosocial risk factors with risk of acute myocardial infarction in 11119 cases and 13648 controls from 52 countries (the INTERHEART study): casecontrol study. Lancet 2004; 364: 953-962 • Franciosi M, Pellegrini F, De Berardis G, Belfiglio M, Di Nardo B, Greenfield S, Kaplan S H, Rossi M C E, Sacco M, Tognoni G, Valentini M, Nicolucci A, QuED Study Group. Impact of physicians' beliefs and practices on cholesterol levels in patients with type 2 diabetes: A longitudinal assessment. Am Heart J 2005; 149: 104-111 • Maggioni A P, Latini R, Carson P, Singh S N, Barlera S, Glazer R, Masson S, Cere' E, Tognoni G, Cohn J N.Valsartan reduces the incidence of atrial fibrillation in patients with heart failure: Results form the Valsartan Heart Failure Trial (Val-HeFT). Am Heart J 2005; 149: 548-557 • Monesi L, Avanzini F, Barlera S, Caimi V, Lauri D, Longoni P, Roccatagliata D, Tombesi M, Tognoni G, Roncaglioni M C. Appropriate use of antiplatelets: is prescription in daily practice influenced by the global cardiovascular risk? Eur J Clin Pharmacol 2005; 61: 595-601 RAPPORTO ATTIVITA’ 120 2006 IRFMN Giovanna Balconi ha conseguito il diploma universitario di Tecnico di Istituti Medico-Biologici nel 1968 presso l’Università degli Studi Milano e si è specializzata presso il laboratorio di Anatomia e Istologia Patologica della stessa Università. Aree di interesse Isolamento, coltura e caratterizzazione di precursori endoteliali circolanti nel sangue periferico di pazienti affetti da insufficienza cardiaca. Coltura di cellule staminali per riparare il danno strutturale e funzionale derivante da infarto miocardico nell’animale da esperimento. Ruoli attuali e passati in istituto dal luglio 2005 Responsabile dell’Unità di Coltura di Tessuto del Laboratorio di Farmacologia Clinica Cardiovascolare Ott 95-Giu 2005 Responsabile dell’Unità di Coltura di Tessuto del Laboratorio di Biologia Vascolare Dic 83-Ott 95 Responsabile dell’Unità di Coltura di Tessuto del Laboratorio di Chemioterapia Antitumorale Ott 68-Nov 83 Ricercatrice presso il Laboratorio di Chemioterapia Antitumorale Principali pubblicazioni • Galli D, Innocenzi A, Staszewsky L, Zanetta L, Sampaolesi M, Bai A, Martinoli E, Carlo E, Balconi G, Fiordaliso F, Chimenti S, Cusella G, Dejana E, Cossu G, Latini R Mesoangioblasts, vessel-associated multipotent stem cells, repair the infarcted heart by multiple cellular mechanisms. A comparison with bone marrow progenitors, fibroblasts, and endothelial cells Arterioscler Thromb Vasc Biol 2005; 25: 692-697 • Cattelino A, Liebner S, Gallini R, Zanetti A, Balconi G, Corsi A, Bianco P, Wolburg H, Moore R, Oreda B, Kemler R, Dejana E The conditional inactivation of the beta-catenin gene in endothelial cells causes a defective vascular pattern and increased vascular fragility J Cell Biol 2003; 162: 1111-1122 • Cusella De Angelis M G, Balconi G, Bernasconi S, Zanetta L, Boratto R, Galli D, Dejana E, Cossu G Skeletal myogenic progenitors in the endothelium of lung and yolk sac Exp Cell Res 2003; 290: 207-216 • Condorelli G, Borello U, De Angelis L, Latronico M, Sirabella D, Coletta M, Galli R, Balconi G, Follenzi A, Frati G, Cusella De Angelis M G, Gioglio L, Amuchastegui C S, Adorini L, Naldini L, Vescovi A, Dejana E, Cossu G Cardiomyocytes induce endothelial cells to trans-differentiate into cardiac muscle: Implications for myocardium regeneration Proc Natl Acad Sci USA 2001; 98: 10733-10738 • Balconi G, Spagnuolo R, Dejana E Development of endothelial cell lines from embryonic stem cells. A tool for studying genetically manipulated endothelial cells in vitro Arterioscler Thromb Vasc Biol 2000; 20: 1443-1451 Paola Di Giulio si è diplomata in Infermieristica nel 1976 presso la Scuola Infermieri dell’Istituto Nazionale per lo Studio e la Cura dei Tumori di Milano, ha conseguito un Master in Cancer Nursing presso l’Università di Guildford (UK). Aree di interesse Coordinamento di studi multicentrici ed osservazionali in area cardiologica e cure palliative. Coordinamento di reti infermieristiche. Ruoli attuali e passati in istituto e in organizzazioni esterne dal 2001 Professore associato presso l’Università degli Studi di Torino. Coordinatore del Comitato di redazione di: Assistenza infermieristica e Ricerca dal 1997 Responsabile dell’Unità di Ricerca Infermieristica, Istituto di Ricerche Farmacologiche "Mario Negri” di Milano dal 1995 Ricercatore senior presso il Dipartimento Cardiovascolare, Istituto di Ricerche Farmacologiche "Mario Negri” di Milano dal 1989 Consulente presso il Laboratorio di Farmacologia Clinica, Istituto di Ricerche Farmacologiche "Mario Negri” di Milano Principali pubblicazioni • Gattinoni L, Tognoni G, Pesenti A, Taccone P, Mascheroni D, Labarta V, Malacrida R, Di Giulio P, Fumagalli R, Pelosi P, Brazzi L, Latini R, Prone-Supine Study Group. Effect of prone positioning on the survival of patients with acute respiratory failure. New Engl J Med 2001; 345: 568-73 • Balestra E, Celani MG, Del Santo R, Di Giulio P et al. Variabilità delle pratiche assistenziali nelle stroke unit: analisi dei protocolli. Assistenza Infermieristica e Ricerca 2002; 21: 6-13 • Laquintana D, Di Giulio P: Per un ruolo infermieristico nella farmacovigilanza. Assistenza Infermieristica e ricerca 2002; 21: 198-210 • Di Giulio P, Saiani L, Laquintana D, Palese A, Gruppo PARI-ETLD. Studio clinico randomizzato controllato in doppio cieco sull’efficacia dei trattamenti delle lesioni da decubito. Assistenza Infermieristica e Ricerca 2004; 23: 201-218 • Toscani F, Brunelli C, Miccinesi G, Costantini M, Gallucci M, Tamburini M, Paci E, Di Giulio P, Peruselli C and the Italian Co-operative Research Group on Palliative Medicine Predicting survival in terminal cancer patients: clinical observation or quality of life evaluations? Palliative Medicine 2005; 19: 220-227 • Toscani F, Di Giulio P, Brunelli C, Miccinesi G. Laquintana D. How How people die in hospital general wards: a descriptive study. J Pain Symptom Manage 2005; 30: 33-40 RAPPORTO ATTIVITA’ 121 2006 IRFMN Serge Masson si è laureato in Biochimica e Biofisica nel 1986 presso l’Università di Marsiglia (Francia) e si è specializzato nel 1990 in Biochimica e Biologia Cellulare (Docteur es Sciences, PhD) presso l’Università di Marsiglia (Francia), seguito da una formazione post-dottorale presso il Panum Institute di Copenaghen (Danimarca). Aree di interesse Ruolo fisiopatologico, diagnostico e prognostico dell’attivazione dei sistemi neuroendocrini nelle patologie cardiovascolari. Ruoli attuali e passati in istituto e in organizzazioni esterne dal 2002 Capo dell’Unità di Endocrinologia Cardiovascolare dell’Istituto di Ricerche Farmacologiche "Mario Negri" di Milano dal 2002 Responsabile del Sistema Qualità del Dipartimento di Ricerca Cardiovascolare, dell’Istituto di Ricerche Farmacologiche "Mario Negri" di Milano Membro della American Heart Association (Basic Council) e del Working Group on Myocardial Function della Società Europea di Cardiologia dal 1994 Ricercatore presso il Dipartimento di Ricerca Cardiovascolare dell’Istituto "Mario Negri", Milano 1993 Ricercatore presso il Laboratorio di Risonanza Magnetica, Ospedale “San Raffaele”, Milano 1990-1993 Ricercatore post-dottorale presso l’Istituto Panum e Assitant Lecturer presso l’Università di Copenaghen, Danimarca 1988-1990 Ricercatore presso la Facoltà di Medicina dell’Università di Marsiglia, Francia Principali pubblicazioni • Cohn JN, Anand IS, Latini R, Masson S, Chiang YT, Glazer R, for the Val-HeFT Investigators. Sustained reduction of aldosterone in response to the angiotensin receptor blocker valsartan in patients with chronic heart failure: results from Val-HeFT. Circulation 2003;108: 1306-1309. • Latini R, Masson S, Anand IS, Salio M, Hester A, Judd D, Barlera S, Maggioni AP, Tognoni G, Cohn NJ, for the ValHeFT Investigators. The comparative prognostic value of plasma neurohormones at baseline in patients with heart failure enrolled in Val-HeFT. Eur Heart J 2004; 25: 292-299. • Masson S, Staszewsky L, Annoni G, Carlo E, Arosio B, Bai A, Calabresi C, Martinoli E, Salio M, Fiordaliso F, Scanziani E, Rudolph AE, Latini R. Eplerenone, a selective aldosterone blocker, improves diastolic function in aged rats with myocardial infarction. J Cardiac Failure 2004; 10: 433-441. • Anand IS, Latini R, Florea VG, Kuskowski MA, Masson S, Signorini S, Mocarelli P, Hester A, Glazer R, Cohn JN, for the Val-HeFT Investigators. C-reactive protein in heart failure: prognostic value and the effect of valsartan. Circulation 2005; 112: 1428-1434. • Masson S, Latini R, Anand I S, Barlera S, Judd D, Salio M, Perticone F, Perini G, Tognoni G, Cohn JN, on behalf of the Val-HeFT Investigators. The prognostic value of Big endothelin-1 in more than 2,300 patients with heart failure enrolled the Valsartan in Heart Failure Trial (Val-HeFT). J Card Fail 2006; 12: 375-380. • Masson S, Latini R, Anand IS, Vago T, Angelici L, Barlera S, Missov ED, Clerico A, Tognoni G, Cohn JN, on behalf of the Val-HeFT Investigators. Direct comparison of B-type natriuretic peptide (BNP) and amino-terminal proBNP in a large population of patients with chronic and symptomatic heart failure. The Valsartan Heart Failure (Val-HeFT) data. Clin Chem 2006; 52: 1528-1538. Enrico Bjørn Nicolis ha frequentato il corso di laurea in Scienze dell’Informazione presso l’Università degli Studi di Milano. Attività formative 1991-1999 Borsista presso l’Istituto di Ricerche Farmacologiche "Mario Negri” di Milano Aree di interesse Gestione e analisi dati degli studi clinici controllati. Sviluppo di database e “tools” per gli studi di genetica di popolazione, in particolare per l’analisi di linkage. Ruoli attuali e passati in istituto dal 2001 Capo Unità di Bioinformatica del Dipartimento di Ricerca Cardiovascolare, Istituto di Ricerche Farmacologiche "Mario Negri” di Milano dal 1999 Ricercatore nel Laboratorio di Valutazione Clinica dei Farmaci, Istituto di Ricerche Farmacologiche "Mario Negri” di Milano dal 1997 Sistemista del Centro di Calcolo dell’Istituto di Ricerche Farmacologiche "Mario Negri” di Milano dal 1991 Borsista nell’Unità di Informatica Medica e Statistica Applicata, Istituto di Ricerche Farmacologiche "Mario Negri” di Milano RAPPORTO ATTIVITA’ 122 2006 IRFMN Principali pubblicazioni • Tognoni G, Franzosi MG, Nicolis E, Barlera S, Specchia C, Chiodini B, Crociati L, Ferrario L, PROCARDIS Consortium A trio family study showing association of the lymphotoxin-alfa N26 (804A) allele with coronary artery disease. Eur J Hum Genet 2004; 12: 770-774 • Santoro E, Nicolis E, Franzosi MG.Telecommunication technology for the management of large scale clinical trials: The GISSI experience. Comput Methods Programs Biomed 1999; 60: 215-223 • Santoro E, Nicolis E, Franzosi M G, Tognoni G. Internet for clinical trials: Past, present, and future. Control Clin Trials 1999; 20: 194-201 • Nobili A, Gebru F, Rossetti A, Schettino F, Zahn R W, Nicolis E, Macario G, Celani L, Acik V O, Farina M L, Naldi L. Doctorline: A private toll-free telephone medical information service. Five years of activity: Old problems and new perspectives. Ann Pharmacother 1998; 32: 120-125 • GISSI-Avoidable Delay Study Group. Epidemiology of avoidable delay in the care of patients with acute myocardial infarction in Italy. A GISSI-generated study. Arch Intern Med 1995; 155: 1481-1488 RAPPORTO ATTIVITA’ 123 2006 IRFMN INTRODUZIONE ALLE ATTIVITA' DEL DIPARTIMENTO I laboratori afferenti al Dipartimento di Ricerca Cardiovascolare (nato della lunga esperienza degli studi GISSI) sviluppano attività di ricerca che coprono sia l'area sperimentale e di ricerca di base, sia quella della valutazione clinica ed epidemiologica di farmaci, di strategie diagnostico-terapeutiche, di fattori di rischio delle malattie cardiovascolari. Il Dipartimento privilegia progetti di ricerca a forte impronta collaborativa e multicentrica, anche per quanto riguarda la componente della parte sperimentale che si interfaccia con la clinica. L’attività di ricerca sperimentale è dedicata alla fisiopatologia, alla modulazione farmacologica e al ruolo prognostico dell’attivazione del sistema renina-angiotesina-aldosterone, dell’attivazione dei sistemi neuro-ormonali, e dell’attivazione dei processi infiammatori nell’infarto miocardico e nell’insufficienza cardiaca; un ampio e più recente capitolo riguarda l’utilizzo delle cellule staminali nella terapia dell’infarto miocardico. L’attività di ricerca clinica riguarda la valutazione clinica di farmaci e di strategie terapeutiche in ambito ospedaliero con la conduzione di sperimentazioni cliniche di grandi dimensioni in patologie di forte impatto epidemiologico quali lo scompenso cardiaco, le sindromi coronariche acute e la fibrillazione atriale; uno spazio è inoltre dedicato all’epidemiologia clinica e alla valutazione dei fattori di rischio dell'infarto miocardico, a cui si sono affiancati più recentemente studi di epidemiologia genetica focalizzati all’identificazione di nuovi geni e alla definizione del ruolo di geni candidati come responsabili della cardiopatia ischemica attraverso analisi di linkage familiare e studi di associazione su polimorfismi genetici. La collaborazione con una vasta rete di Medici di Medicina Generale ha consentito da anni la realizzazione di attività di ricerca clinica ed epidemiologica, specificamente originali nel panorama italiano, nell'ambito della prevenzione cardiovascolare attraverso sperimentazioni cliniche di grandi dimensioni. Una parte dell'attività è orientata alla valutazione della reale trasferibilità degli interventi preventivi di provata efficacia nella pratica clinica quotidiana attraverso studi epidemiologici e di outcome research, e alla farmacoepidemiologia a partire dalle analisi delle prescrizioni di grandi data-base amministrativi. La rete di ricerca infermieristica è orientata alla valutazione della qualità di salute e di vita dei pazienti e all'epidemiologia degli interventi infermieristici e alle loro implicazioni per il benessere e l'outcome dei pazienti. RAPPORTO ATTIVITA’ 124 2006 IRFMN SCOPERTE/RISULTATI PRINCIPALI Sono state completate le analisi della concentrazione plasmatica di troponina T (TnT, una proteina contrattile) in 4053 pazienti con insufficienza cardiaca cronica stabile arruolati nello studio Val-HeFT. E’ stato utilizzato un metodo non ancora commerciale con una sensibilità almeno 10 volte superiore a quello in uso: in questo modo, più dell’80% dei pazienti in cui non si misurava TnT nel plasma, hanno ora una concentrazione misurabile. Il dato originale è che TnT predice il rischio in questi pazienti come o meglio del miglior marcatore circolante finora conosciuto nella insufficienza cardiaca, il peptide natriuretico cerebrale (BNP). Si può pensare che i due marcatori rispecchino differenti processi fisiopatologici alla base della insufficienza cardiaca: lo stiramento eccessivo delle cellule cardiache (cardiomiociti) aumenterebbe il rilascio di BNP, mentre la morte dei cardiomiociti aumenterebbe quello di TnT. Nel corso 2006 sono stati pubblicati i risultati dello studio di linkage genome-wide PROCARDIS, il cui obiettivo era l'identificazione e la localizzazione dei geni di suscettibilità alla patologia coronarica, capaci di determinare un rischio specifico ed aggiuntivo rispetto ai fattori di rischio classici già noti per la malattia. Lo studio ha coinvolto 2036 famiglie di 4 diversi paesi europei nelle quali erano presenti almeno due individui affetti da patologia coronarica insorta in giovane età. L'analisi di linkage su tutto il genoma ha identificato tre regioni cromosomiche di grande interesse. In particolare una regione individuata sul cromosoma 17 costituisce un promettente punto di partenza per lo studio di nuovi geni associati alla patologia coronarica. La solidità dei risultati ottenuti, grazie alla numerosità e alle caratteristiche della popolazione studiata, consente l'impiego sempre più mirato dei dati raccolti per approfondire e comprendere i meccanismi molecolari che determinano la malattia coronarica, soprattutto nei giovani adulti, in vista di applicazioni terapeutiche innovative. I dati del PROCARDIS sono stati inoltre analizzati allo scopo di identificare regioni cromosomiche associate alla variabilità di fenotipi quantitativi. La concentrazione della lipoproteina A nel siero, nota per essere ereditaria e associata al rischio cardiovascolare, è stata studiata utilizzando un’analisi di linkage genome-wide. E’ stato confermato un linkage significativo con il locus del gene LPA su cromosoma 6q27, così come è stata evidenziata una seconda regione di linkage sul cromosoma 13q22-31. Questi risultati (pubblicati su European Journal Human Genetics 2007: 15, 221-227) costituiscono la premessa per studi futuri di geni candidati in tali regioni. I risultati dello studio Michelangelo OASIS-6 condotto su più di 12000 pazienti, hanno indicato che Fondaparinux, un pentasaccaride sintetico che inibisce il fattore Xa nella cascata della coagulazione, è più efficace rispetto alla terapia anticoagulante praticata di routine nel ridurre l'incidenza di mortalità e di reinfarto nei primi 30 giorni nei pazienti colpiti da infarto miocardico acuto. Nei pazienti trattati con Fondaparinux, somministrato entro 48 ore dall'inizio dei sintomi dell'infarto e proseguito per 8 giorni, il numero di eventi di morte e di reinfarto a 30 giorni (end-point primario dello studio) è risultato significativamente inferiore rispetto al gruppo trattato con Eparina non frazionata o con la terapia usuale (9.7% rispetto a 11.2%, con una riduzione significativa del 14%). La riduzione è risultata significativa anche per la sola mortalità e anche a distanza di 3-6 mesi. I risultati migliori sono stati ottenuti nei pazienti trattati con la terapia medica per l'infarto, ovvero la trombolisi, ancora praticata in una grande percentuale di pazienti, mentre non sono risultate differenze nei pazienti sottoposti ad angioplastica. Fondaparinux ha ridotto la mortalità e i reinfarti senza un aumento delle emorragie e degli ictus. Questo dato è congruente con il precedente risultato dello studio OASIS-5 condotto nelle sindromi coronariche acute, nel quale le emorragie maggiori erano ridotte del 50% nei pazienti che avevano ricevuto Fondaparinux rispetto a Enoxaparina. RAPPORTO ATTIVITA’ 125 2006 IRFMN COLLABORAZIONI NAZIONALI ANMCO (Associazione Nazionale Medici Cardiologi Ospedalieri) CINECA (Consorzio Interuniversitario per il Calcolo Automatico dell'Italia Nord-Orientale) CSeRMEG (Centro Studi e Ricerche in Medicina Generale) Gruppi organizzati di MMG (FIMMG, CoS, Ass.Cu.M.I., AMISI) IEO (Istituto Europeo di Oncologia), Milano IFOM-FIRC, Milano Istituto di Ricerca in Cure palliative Lino Maestroni Laboratorio di Endocrinologia, Ospedale Luigi Sacco, Milano Regione Lombardia SIBioC (Società Italiana di Biochimica Clinica e Biologia Molecolare) SIFO (Società Italiana di Farmacia Ospedaliera) Stem Cell Research Institute, Ospedale San Raffaele, Milano Università degli Studi di Torino, Dipartimento di Sanità Pubblica e Microbiologia Università di Verona, Istituto di Anatomia Umana Università di Torino, Dipartimento di Anatomia, Farmacologia e Medicina Forense RAPPORTO ATTIVITA’ 126 2006 IRFMN COLLABORAZIONI INTERNAZIONALI Cecomet (Centro de Epidemiologia comunitaria y Medicina tropical, Esmeraldas) Ecuador Cochrane Collaboration, Oxford, UK Clinical Trial Research Unit, Auckland University, New Zealand CTSU (Clinical Trial Service Unit) /ISIS (International Studies on Infarct Survival), Oxford, UK Division of Genetics and Development, Guy's, King's and St Thomas' School of Medicine, King's College, London, UK ECLA (Estudios Cardiologicos de Latino-America) EVGN (European Vascular Genomics Network) VI Framework Program, Unione Europea Hebrew-Hadassah Medical School, Jerusalem, Israel JW Goethe University, Department of Cardiology, Frankfurt, Germany Karolinska Institutet, Stockholm, Sweden PHRI (Population Health Research Institute), McMaster University, Hamilton, Ontario, Canada University of Minnesota, Minneapolis, USA Wellcome Trust Centre for Human Genetics, University of Oxford, UK WONCA (World Organization of Family Doctors), Europe PRESENZA IN COMITATI EDITORIALI Circulation, International Journal of Health Services, Journal of Clinical Epidemiology (Gianni Tognoni) Journal of Cardiac Failure, Journal of Cardiovascular Medicine (Roberto Latini) Assistenza Infermieristica e Ricerca, European Journal of Cancer Care, European Journal of Oncology Nursing, International Nursing Perspectives (Paola Di Giulio) ATTIVITA' DI REVISIONE American Heart Journal, Atherosclerosis Thrombosis and Vascular Biology, Cardiovascular Research, Circulation, Circulation Research, Clinical Pharmacology and Therapeutics, European Heart Journal, European Journal of Cardiovascular Nursing, International Journal of Cardiology, Italian Journal of Cardiology, Journal of Cardiac Failure, PharmacoEconomics, Journal of Cardiovascular Medicine, Life Sciences, The Lancet. PRESENZA IN COMMISSIONI NAZIONALI E INTERNAZIONALI Comitato Etico della Regione Lombardia Comitato Etico della Provincia di Verona Agenzia Italiana del Farmaco, Direzione Generale Farmaci e Dispositivi Medici RAPPORTO ATTIVITA’ 127 2006 IRFMN ORGANIZZAZIONE DI EVENTI Corso di avvio dello studio Rischio & Prevenzione per i medici delle Aziende ASL di Alessandria e ASL Verbano Cusio Ossola 14/01/06, Teatro Parvum, Alessandria Corso sulla sperimentazione dei farmaci in medicina generale e sullo studio Rischio & Prevenzione per i medici dell’Azienda USL di Reggio Emilia 25/03/06, Ospedale Nuovo, Reggio Emilia Corso di avvio dello studio Rischio & Prevenzione per i medici delle Aziende USL di Versilia, Massa e Carrara, Empoli, Grosseto 1/04/06, Auditorium, Ospedale Versilia, Lido di Camaiore (Lucca) Corso di avvio dello studio Rischio & Prevenzione per i medici della Azienda Sanitaria Locale 12 di Biella 5/05/06, Aula riunioni del Poliambulatorio di Cossato (Biella) Investigator's Meeting - Stato di avanzamento dello studio Prono/Supino II 10/05/06, Sala Bianca, Fiera Campionaria, Milano Corso di avvio dello studio Rischio & Prevenzione per i medici AUSL Firenze e Arezzo 27/05/06, Aula Magna, Dermatologia Ospedale “Santa Maria Nuova”, Firenze 37° Congresso Nazionale di Cardiologia ANMCO, Riunione degli Infermieri partecipanti al sottoprogetto QDF–Qualità della Vita Depressione Funzioni Cognitive dello studio GISSI-HF 1/06/06, Congresso Nazionale ANMCO, Fortezza da Basso (Aula Vasari), Firenze 37° Congresso Nazionale di Cardiologia ANMCO, Riunione degli Sperimentatori dello studio GISSI-HF 3/06/06, Congresso Nazionale ANMCO, Fortezza da Basso, Firenze 37° Congresso Nazionale di Cardiologia ANMCO, Riunione degli Sperimentatori dello studio GISSI-AF 3/06/06, Congresso Nazionale ANMCO, Fortezza da Basso, Firenze Riunione dei Monitors per l’avvio del piano di monitoraggio nei centri partecipanti allo studio clinico sull’assocazione n-3 PUFA e Statina 11/07/06, Istituto Mario Negri, Milano Investigators’ Meeting - Riunione dei Ricercatori dello Studio GISSI-AF 18/09/06, Sala Aquarius, Livello 1, Nuovo Polo della Fiera di Milano, Rho-Pero (Milano) Investigators’ Meeting – Studio MICHELANGELO: OASIS-5 e 6 19/09/05, Sala Aquarius, Livello 1, Nuovo Polo della Fiera di Milano, Rho-Pero (Milano) Investigators’ Meeting - Riunione dei Ricercatori dello Studio GISSI-AF 21/09/06, Sala “Biblioteca Grande”, Starhotel Termius, Napoli 02/10/06, Royal Hotel Carlton, Bologna RAPPORTO ATTIVITA’ 128 2006 IRFMN Investigator's Meeting - Riunione dei Ricercatori dello Studio GISSI-HF: un modello di ricerca collaborativa 03/10/06, Royal Hotel Carlton, Bologna I° Incontro dei medici ricercatori partecipanti allo studio Rischio & Prevenzione per l’area NordCentro Italia: Rischio & Prevenzione come modello della gestione del rischio cardiovascolare in Medicina Generale. 28/10/06, Palazzo della Gran Guardia, Verona I° Incontro dei medici ricercatori partecipanti allo studio Rischio & Prevenzione per l’area CentroSud Italia: Rischio & Prevenzione come modello della gestione del rischio cardiovascolare in Medicina Generale. 18/11/06, Hotel Hilton Nova Yardinia, Marina di Castellaneta (Taranto) Investigator's Meeting - Stato di avanzamento dello studio Prono/Supino II 14/12/06, Sala Platone, Royal Garden Hotel, Assago (Milano) PARTECIPAZIONE AD EVENTI CON CONTRIBUTI DEL DIPARTIMENTO Gruppo GISSI Prevenzione - Mario Negri Sud. International forum on n-3PUFA, 19-20/01/06, Grand Hotel Parco dei Principi, Roma, Italy - Basso - vs alto – dosaggio di n-3 PUFA: tempi e livello di incorporazione nei tessuti corporei - Prevenzione Primaria Heart Failure Association of the European Society of Cardiology. From cardiac adaptation to failure and back, 26-28/01/06, Garmisch-Partenkirchen, Germany - Effect of aerobic training on endothelial progenitor cells in patients with heart failure. Preliminar results MNIAA – Mario Negri Insitute Alumni Association. Cellule staminali oggi nella ricerca e nella terapia, 2/02/06, Sala Meili, Milano, Italy - Terapia dell’infarto miocardico con cellule staminali: le evidenze sperimentali American College of Cardiology. 55th Annual Scientific Session, 12-14/03/06, Atlanta, USA - Direct comparison of the prognostic value of brain natriuretic peptide (BNP) and N-terminal ProBNP in a large population of patients with choronic and symptomatic heart failure. The valsartan in heart failure (Val-HeFT) data - Cardiac troponin T in heart failure: results from Val-HeFT - Do biomarkers add prognostic information to routine measures of the severity of heart failure? Associazione Nazionale Medici Cardiologi Ospedalieri (ANMCO) e Unità Operativa di Cardiologia dell’Ospedale di San Bonifacio, Corso di Aggiornamento – L’infermiere, la ricerca e le sperimentazioni cliniche. Nuovi ruoli nella realtà sanitaria italiana, 8/04/06, Centro Congressi, Polo Unico, San Bonifacio (VR), Italy - Che cosa la cardiologia italiana ha imparato e sperimentato nel campo della ricerca clinica ed epidemiologia: il ruolo dell’ANMCO e dell’Istituto Mario Negri RAPPORTO ATTIVITA’ 129 2006 IRFMN Associazione Nazionale Medici Cardiologi Ospedalieri. XXXVII° Congresso Nazionale di Cardiologia, 31/05-3/06/06, Firenze, Italy - Clopidogrel, aspirina, indobufene: quali spazi - AREA-IN-CHF: dati basali della popolazione arruolata - Effetto dell’età sulla geometria e sulla funzione ventricolare sinistra nello scompenso cardiaco lieve-moderato. Analisi dello studio AREA-IN-CHF - Disfuzione ventricolare sinistra all’ecocardiografia e livelli plasmatici di peptide natriuretico di tipo B in pazienti con scompenso cardiaco cronico - La variabilità della frequenza cardiaca nella componente LF è strettamente correlata ai livelli di BNP nei pazienti con insufficienza cardiaca. Dati dallo studio Valsartan in Heart Failure (Val-HeFT) - Funzione diastolica nello scompenso cardiaco lieve-moderato: caratteristiche basali della popolazione dello studio Antiremodelling Effect of Canrenore in patients with mild Chronic Heart Failure (AREA-IN-CHF) - Confronto diretto fra BNP e NT-proBNP in pazienti con insufficienza cardiaca. Dati dallo studio Valsartan in Heart Failure trial (Val-HeFT) - Brain natriuretic peptide predicts postoperative survival and long-term clinical improvement - La troponina T ad alta sensisibilità (hsTnT) è un forte predittore di esito clinico in pazienti con insufficienza cardiaca cronica. Dati dallo studio clinico Val-HeFT - Nei pazienti con insufficienza cardiaca la variabilità della frequenza cardiaca nella componente LF si conferma un importante predittore di eventi. Dati dallo studio Valsartan in Heart Failure (Val-HeFT) Heart Failure Association of European Society of Cardiology. Heart Failure 2006, 17-20/06/06, Helsinki, Finland - Prognostic value of anemia and additional role of NT-proBNP in patients with heart failure - Antiremodeling effect of canrenone in patients with mild chronic heart failure: AREA-INCHF study. Baseline data of patients - Age effect in mild to moderate heart failure: baseline echocardiographic data from the AntiRemodeling Effect of cAnrenone IN patients with mild Chronic Heart Failure (AREA-INCHF) study - Left ventricular filling characteristics in mild to moderate heart failure: baseline data from the AntiRemodeling Effect of CAnrenone IN patients with mild Chronic Heart Failure (AREA-INCHF) study. Medizinische Klinik und Poliklinik I, Julius Maximilians Universitat Würzburg and Deutsche Akademie der Naturforscher Leopoldina. III Symposium on Cardiovascular Healing. Focus on Inflammation, 23-23/06/06, Würzburg, Germay - Cytokines and heart failure Consortium for Biomolecular Medicine (CBM), AREA Science Park and the Central European Initiative (CEI), Summer School. Advanced Topics in Molecular Medicine, 15-18/07/06, Congress Centre of Area Science Park, Trieste, Italy - Stem cell-based therapy in animal model of cardiac injury WONCA Europe 2006. 12th Conference of the European Society of General Practice/Family Medicine, 27-30/08/06, Firenze, Italy - The attainment of target levels of cardiovascular risk factors in every daty practice: preliminary results of the Risk and Prevention Study - Socieconomics variables and cardiovascular risk: preliminary results of the Risk and Prevention Study RAPPORTO ATTIVITA’ 130 2006 IRFMN Framework Program, Unione Europea. Second European Vascular Genomics Network, Summer School in Vascular Biology, 10-14/09/06, Fondazione E. Majorana, Erice, Italy - The short pentraxin PTX3 is cardioprotective in experimental myocardial infarction. Possible involvemente of coronary vascular bed and complement activation SMART Promotion Srl, 3rd SMART Summer 2006. Feasibility, limits and problems of clinical studies in ICU, 15-17/09/06, Hotel Meliá, Poltu Quatu (SS), Italy - Two tails and p < 0.05: are they dogmas? Società di Farmacia Ospedaliera e dei Servizi Farmaceutici delle Aziende Sanitarie. XXVII Congresso Nazionale SIFO, La prevenzione e la cura del paziente nelle politiche sanitarie regionali, 27-30/09/06, Magazzini del cotone, Genova, Italy - Il punto di vista di un’organizzazione che promuove ricerche indipendenti in un ambito epidemiologicamente diffuso e clinicamente rilevante sia per l’ospedale che per il territorio - Sindromi coronariche acute: i risultati degli studi OASIS-5 ed OASIS-6 CNR – Istituto di Fisiologia Clinica. 2° Simposio, Il Laboratorio per la cardiologia, 6-8/10/06, Area di Ricerca CNR, Pisa, Italy - L’utilità dei peptidi natriuretici nel monitoraggio dello scompenso cronico CONTRIBUTI E CONTRATTI AstraZeneca, Chiesi Farmaceutici, Boehring Ingelheim Italia SpA, BioXell SpA, Fondazione Cariplo, CONGENIA Srl, Heart Care Foundation, Istituto Nazionale Neurologico C. Besta, ISS Programma Cellule Staminali, Kinetic Concepts Inc., Medtronics Italia S.p.A., Novartis Pharma, Oxford University, Population Health Research Institute-Mc Master University, Pharmacia Upjohn, Roche Diagnostics, Sigma Tau, SPA Società Prodotti Antibiotici S.p.A., Takeda Italia S.p.A. RAPPORTO ATTIVITA’ 131 2006 IRFMN SELEZIONE PUBBLICAZIONI SCIENTIFICHE APPARSE NELL'ANNO 2006 The ACTIVE Steering Committee, on behalf of the ACTIVE Investigators Rationale and design of ACTIVE: the atrial fibrillation clopidogrel trial with irbesartan for prevention of vascular events Am Heart J 2006; 151: 1187-1193 The ACTIVE Writing Group, on behalf of the ACTIVE Investigators Clopidogrel plus aspirin versus oral anticoagulation for atrial fibrillation in the Atrial fibrillation Clopidogrel Trial with Irbesartan for prevention of Vascular Events (ACTIVE W): a randomised controlled trial Lancet 2006; 367:1903-1912 Avanzini F, Alli C, Boccanelli A, Chieffo C, Franzosi MG, Geraci E, Maggioni A P, Marfisi RM, Nicolosi L, Schweiger C, Tavazzi L, Tognoni G, Valagussa F, Marchioli R, on behalf of the GISSI-Prevenzione Investigators High pulse pressure and low mean arterial pressure: two predictors of death after a myocardial infarction J Hypertens 2006; 24: 2377-2385 Barzi F, Woodward M, Marfisi RM, Tognoni G, Marchioli R, on behalf of the GISSI-Prevenzione Investigators Analysis of the benefits of a Mediterranean diet in the GISSI-Prevenzione study: A case study in imputation of missing values from repeated measurements Eur J Epidemiol 2006; 21: 15-24 Berger JS, Roncaglioni MC, Avanzini F, Pangrazzi J, Tognoni G, Brown DL Aspirin for the primary prevention of cardiovascular events in women and men: A sex-specific meta-analysis of randomized controlled trials JAMA 2006; 295: 306-313 Disertori M, Latini R, Maggioni AP, Delise P, Di Pasquale G, Franzosi MG, Staszewsky L, Tognoni G, on behalf of the GISSI-AF Investigators Rationale and design of the GISSI-Atrial Fibrillation trial: a randomized, prospective, multicentre study on the use of valsartan, an angiotensin II AT1-receptor blocker, in the prevention of atrial fibrillation recurrence J Cardiovasc Med 2006; 7: 29-38 Farrall M, Green FR, Peden JF, Olsson PG, Clarke R, Hellenius ML, Rust S, Lagercrantz J, Franzosi MG, Schulte H, Carey A, Olsson G, Assman G, Tognoni G, Collins R, Hamsten A, Watkins H, on behalf of the PROCARDIS Consortium Genome-wide mapping of susceptibility to coronary artery disease identifies a novel replicated locus on chromosome 17 PLoS Genet 2006 - http://genetics.plosjournals.org/archive/1553-7404/2/5/pdf/10.1371_journal.pgen.0020072-L.pdf Fiordaliso F, Cuccovillo I, Bianchi R, Bai A, Doni M, Salio M, De Angelis N, Ghezzi P, Latini R, Masson S Cardiovascular oxidative stress is reduced by an ACE inhibitor in a rat model of streptozotocin-induced diabetes Life Sci 2006; 79: 121-129 Franzosi MG Should we continue to use BMI as a cardiovascular risk factor? Lancet 2006; 368: 624-625 Grunewald M, Avraham I, Dor Y, Bachar-Lustig E, Itin A, Yung S, Chimenti S, Landsman L, Abramovitch R, Keshet E VEGF-induced adult neovascularization: recruitment, retention, and role of accessory cells Cell 2006; 124: 175-189 Latini R, Masson S, Wong M, Barlera S, Carretta E, Staszewsky L, Vago T, Maggioni AP, Anand IS, Tan LB, Tognoni G, Cohn JN, on behalf of the Val-HeFT Investigators Incremental prognostic value of changes in B-type natriuretic peptide in heart failure Am J Med 2006; 119: 70.e23-70.e30 Macchia A, Levantesi G, Borrelli G, Franzosi MG, Maggioni AP, Marfisi RM, Scarano M, Tavazzi L, Tognoni G, Valagussa F, Marchioli R, on behalf of the GISSI-Prevenzione Investigators RAPPORTO ATTIVITA’ 132 2006 IRFMN A clinically practicable diagnostic score for metabolic syndrome improves its predictivity of diabetes mellitus: The Gruppo Italiano per lo Studio della Sopravvivenza nell'Infarto miocardico. (GISSI)-Prevenzione scoring Am Heart J 2006; 151: 754.e7-754.e17 Madeddu P, Emanueli C, Spillmann F, Meloni M, Bouby N, Richer C, Alhenc-Gelas F, van Weel V, Eefting D, Quax PHA, Hu Y, Xu Q, Hemdahl AL, van Golde J, Huijberts M, de Lussanet Q, Struijker Boudier H, Couffinhal T, Duplaa C, Chimenti S, Staszewsky L, Latini R, Baumans V, Levy BI Murine models of myocardial and limb ischemia: Diagnostic end-points and relevance to clinical problems Vascul Pharmacol 2006; 45: 281-301 Mantovani A, Garlanda C, Bottazzi B, Peri G, Doni A, Martinez de la Torre Y, Latini R The long pentraxin PTX3 in vascular pathology Vascul Pharmacol 2006; 45: 326-330 Marchioli R, Levantesi G, Macchia A, Marfisi RM, Nicolosi GL, Tavazzi L, Tognoni G, Valagussa F, on behalf of the GISSI-Prevenzione Investigators Vitamin E increases the risk of developing heart failure after myocardial infarction: results from the GISSIPrevenzione trial J Cardiovasc Med 2006; 7: 347-350 Masson S, Latini R, Anand I S, Barlera S, Judd D, Salio M, Perticone F, Perini G, Tognoni G, Cohn JN, on behalf of the Val-HeFT Investigators The prognostic value of Big endothelin-1 in more than 2,300 patients with heart failure enrolled the Valsartan in Heart Failure Trial (Val-HeFT) J Card Fail 2006; 12: 375-380 Masson S, Latini R, Anand IS, Vago T, Angelici L, Barlera S, Missov ED, Clerico A, Tognoni G, Cohn JN, on behalf of the Val-HeFT Investigators Direct comparison of B-type natriuretic peptide (BNP) and amino-terminal proBNP in a large population of patients with chronic and symptomatic heart failure. The Valsartan Heart Failure (Val-HeFT) data Clin Chem 2006; 52: 1528-1538 Mengozzi M, Latini R, Salio M, Sfacteria A, Piedimonte G, Gerwien J, Leist M, Siren AL, Ghezzi P, Chimenti S Increased erythropoietin production after myocardial infarction in mice Heart 2006; 92: 838-839 Monesi L, Avanzini F, Roncaglioni MC Response to Naunton and Duyvendak re "Appropriate use of antiplatelets: is prescription in daily practice influenced by the global cardiovascular risk?" Eur J Clin Pharmacol 2006; 62: 79-80 The OASIS-5 (The Fifth Organization to Assess Strategies in Acute Ischemic Syndromes Investigators) Comparison of fondaparinux and enoxaparin in acute coronary syndromes N Engl J Med 2006; 354: 1465-1476 The OASIS-6 Trial Group Effects of fondaparinux on mortality and reinfarction in patients with acute ST-segment elevation myocardial infarction: The OASIS-6 randomized trial JAMA 2006; 295: 1519-1530. Wong M, Staszewsky L, Carretta E, Barlera S, Latini R, Chiang YT, Glazer RD, Cohn JN Signs and symptoms in chronic heart failure: Relevance of clinical trial results to point of care-data from Val-HeFT Eur J Heart Fail 2006; 8: 502-508 RAPPORTO ATTIVITA’ 133 2006 IRFMN SELEZIONE PUBBLICAZIONI DIVULGATIVE APPARSE NELL'ANNO 2006 Franzosi M G Le principali ricadute dello studio OASIS-6 Medici Oggi 2006; 10: 128 Latini R, Masson S, Staszewsky L, Barlera S Neurohormonal modulation in heart failure of ischemic etiology: correlates with left ventricular remodeling Curr Heart Fail Rep 2006; 3: 157-163 Masson S, Latini R, Vago T The prognostic value of NT-proBNP in chronic heart failure Clinical Laboratory 2006; 30: 35-37 Piccoli M, Di Giulio P, Ruffino E, Zollesi G, Dello Russo C Nursing care priorities and problems: the nurses point of view Assist Inferm Ric 2006; 25:123-130 Tognoni G Opportunità imperdibili Giornale Italiano Farmacia Clinica 2006; 20: 1-2 Tognoni G Infermieri prescrittori Assistenza Infermieristica e Ricerca 2006; 25: 146-148 Tognoni G Mongering: esercizi estivi Informazioni sui Farmaci 2006; 30: 85-86 RAPPORTO ATTIVITA’ 134 2006 IRFMN ATTIVITA' DI RICERCA Laboratorio di Farmacologia Clinica Cardiovascolare Effetti di mesoangioblasti di diversa origine sulla struttura e funzione del ventricolo sinistro di topo dopo infarto miocardico sperimentale Numerosi studi hanno dimostrato che cellule autologhe e omologhe di differente origine possono riparare il miocardio danneggiato in seguito a un insulto ischemico acuto. La resa in termini di colonizzazione dell'area danneggiata e di sostituzione delle cellule irreversibilmente danneggiate varia molto da studio a studio, oscillando dal 63% a meno dell'1%. Il lavoro pubblicato su mesoangioblasti di topo trapiantati in topi dopo legatura della coronaria sinistra ha dimostrato che i mesoangioblasti sono in grado di ridurre significativamente il danno da infarto sperimentale, in modo simile ai precursori emopoietici midollari (più noti). A differenza dei precursori midollari i mesoangioblasti sono potenzialmente interessanti perché (a) più facilmente espandibili e (b) ottenibili da biopsia del muscolo scheletrico nell’uomo. Il potenziale effetto riparatore dei mesoangioblasti è stato oggetto di studio mediante il confronto di cellule di origine embrionale con linee derivate da topo adulto. All’interno di questo contesto, sono stati testati due diversi modelli di infarto e tre vie di somministrazione: risultati potenzialmente rilevanti per le future applicazioni cliniche sono attesi nel 2006. Questa ricerca è in parte condotta all’interno del 6° Programma Europeo (European Vascular Genomics Network, www.evgn.org) Caratterizzazione del fenotipo cardiaco di PTX3 in topi ko PTX3 è stata dimostrata avere un ruolo non ridondante nella riproduzione e nella resistenza a infezioni fungine (Aspergillus fumigatus). Tuttavia il suo ruolo in ambito cardiovascolare non è stato ancora ben definito, anche se risulta essere un marcatore prognostico indipendente dopo infarto miocardico acuto nell’uomo. Si sta valutando il ruolo di PTX3 nel cuore mediante l’uso di topi deficienti della proteina (knock-out), sottoposti a ischemia cardiaca e riperfusione. Dati preliminari suggeriscono che la mancanza di PTX3 peggiora la prognosi acuta dopo infarto. Danno polmonare da acido cloridrico nel topo: un modello di polmonite da aspirazione per studiare interventi protettivi L’aspirazione di contenuto gastrico è una complicazione relativamente frequente nei pazienti sottoposti ad anestesia generale (0,47-1,41% delle procedure in anestesia generale). Questo fenomeno può interessare i pazienti con alterazione del livello di coscienza e, di conseguenza, dei riflessi di protezione delle vie aeree (disordini neurologici, overdose di farmaci ecc.). Il quadro clinico conseguente all’inalazione di materiale gastrico prende il nome polmonite da aspirazione o Sindrome di Mendelson. Il principale meccanismo di danno è l’insulto chimico dovuto al pH molto basso delle secrezioni gastriche che danneggia l’epitelio delle vie aeree e le strutture alveolari. Ad una prima fase di importante alterazione della permeabilità capillare, dovuta all’effetto caustico del basso pH, segue una fase di intensa reazione infiammatoria nel parenchima polmonare. L’evoluzione della polmonite da aspirazione può essere estremamente variabile: da una transitoria desaturazione, “aspirazione silente”, ai drammatici quadri dell’Acute Lung Injury (ALI) e dell’Acute Respiratory Distress Sindrome (ARDS) che richiedono cure intensive (ventilazione meccanica) e che sono associate ad un’alta mortalità (30-60%). Lo scopo di questo studio è lo sviluppo di un modello murino di polmonite da aspirazione monolaterale che consenta la definizione a breve e a lungo termine di questa patologia dal punto di vista funzionale, biochimico e morfologico (di imaging ed istologico) e successivamente la valutazione di interventi/agenti protettivi(es: surfattante polmonare). RAPPORTO ATTIVITA’ 135 2006 IRFMN Espressione condizionale cardioselettiva in un topo transgenico di fattore di crescita epatico (HGF) per stimolare la neoformazione di vasi e per reclutare cellule staminali in corso di infarto miocardico acuto Fattori di crescita come il fattore di crescita epatico (hepatocyte growth factor, HGF) possono stimolare, attraverso azioni anti-apoptotiche e pro-angiogeniche, il riparo del danno acuto e cronico da infarto miocardico. E’ stato usato un transattivatore cardio-specifico, la miosina a catena pesante (myosin heavy chain MHC-a), per ottenere una espressione di HGF diretta esclusivamente nei cardiomiociti: in questo modo gli effetti di HGF durante ischemia/riperfusione potranno essere valutati senza il bisogno di somministrare HGF esogeno. Questo modello murino verrà usato per valutare la capacità di HGF nel promuovere neovascolarizzazione, proteggere i cardiomiociti dalla apoptosi, reclutare e attivare cellule staminali endogene o esogene per sostenere il riparo del danno da infarto miocardico. Ruoli della proteina p66shc nel controllo della risposta al danno cardiaco da ischemia e riperfusione La molecola p66shc è un trasduttore di segnale intracellulare che partecipa alla risposta allo stress in termini di apoptosi (morte cellulare programmata) e alla determinazione della durata di vita nei mammiferi. La molecola è stata caratterizzata dal gruppo diretto da PG Pelicci (IEO, Milano). Topi nulli per sono più resistenti allo stress ossidativo in vivo e le cellule da essi derivate mostrano la stessa aumentata resistenza in vitro quando sottoposti a vari tipi di stress (es: acqua ossigenata, paraquat). Inoltre, i topi nulli, hanno una vita del 30% più lunga dei controlli wild type. La risposta del cuore alla ischemia seguita da riperfusione (modello di infarto miocardico acuto) non è stata ancora studiata e per questo la ricerca ha lo scopo di verificare (1) il numero di cardiomiociti apoptotici nell’area dell’infarto, (2) le dimensioni dell’infarto e (3) la funzione cardiaca con ecocardiografia a lungo termine. Verranno anche isolati cardiomiociti da topi p66shc nulli e wild type per studiarne la risposta a ipossia e riossigenazione in vitro. Ruolo dei macrofagi nella risposta al danno cardiaco da ischemia e riperfusione I macrofagi, residenti o provenienti dal sangue come monociti che migrano nella sede della lesione, giocano diversi ruoli importanti nella risposta del cuore alla ischemia/riperfusione. I macrofagi sono utili durante la fase di riparazione del danno, quando si forma la cicatrice con deposizione di collagene e nuovi vasi vengono prodotti, sotto lo stimolo di vari fattori di crescita, molti dei quali prodotti dai macrofagi. Scopo del progetto è valutare il ruolo dei macrofagi nella risposta al danno cardiaco da ischemia e riperfusione, allo scopo di separare il ruolo di queste cellule infiammatorie nel danno acuto e nei processi di riparazione susseguenti. Verranno studiati gli effetti della legatura della coronaria (seguita o meno da riperfusione) in topi nei quali i monociti possono essere selettivamente ridotti somministrando piccole dosi di tossina difterica. Questi topi sono transgenici in quanto esprimono il recettore umano per la tossina difterica (CD11b-DTR). La riduzione dei monociti avrà una durata di circa 7 giorni dopo infarto, visto che questo è il tempo in cui si osserva la presenza più elevata di macrofagi nell’area dell’infarto. Sono in programma altri esperimenti per valutare il ruolo dei macrofagi nel modulare la migrazione, proliferazione e differenziamento di cellule staminali somministrate per ridurre il danno da infarto sperimentale. GISSI-HF: sottoprogetto Bioumorale (G105-S2) e microalbuminuria Lo studio clinico GISSI-HF (arruolamento dei pazienti completato a febbraio 2005) si propone di valutare se due trattamenti (una statina e gli n-3 PUFA) sono in grado di migliorare la prognosi dei pazienti con insufficienza cardiaca di ogni eziologia, con o senza riduzione della RAPPORTO ATTIVITA’ 136 2006 IRFMN frazione di eiezione del ventricolo sinistro. Il sottoprogetto bioumorale ha lo scopo di meglio comprendere la fisiopatologia dello scompenso cardiaco e i meccanismi d'azione dei farmaci in studio. Circa 1200 sono i pazienti arruolati nel sottoprogetto. All’ingresso dello studio e dopo tre mesi sono stati raccolti i campioni ematici per misurare gli acidi grassi plasmatici, i marker di stress ventricolare (in particolare la concentrazione plasmatica dei peptidi natriuretici BNP e NT-proBNP), gli indicatori circolanti dell’infiammazione (proteina C reattiva e pentraxina-3, PTX3) e di danno miocardico (Troponina T cardiaca, misurata con un metodo classico e con un metodo in sviluppo ad alta sensibilità). La frazione media di n-3 PUFA plasmatici è risultata aumentata del 30% dopo 3 mesi, rispetto al basale. La concentrazione di BNP all'ingresso dello studio in 1223 pazienti è di 141 pg/mL (mediana) e correla con la gravità dello scompenso cardiaco. Il numero di cellule progenitrici endoteliali circolanti e la loro relazione con l'eziologia dello scompenso e i trattamenti sono stati studiati in 68 pazienti arruolati nel GISSIHF, in collaborazione con il laboratorio di E. Dejana (IFOM). Il numero di cellule progenitrici endoteliali nei pazienti con scompenso cardiaco è del 30-50% più basso rispetto ai volontari sani di età comparabile. La microalbuminuria (definita come rapporto tra la concentrazione urinaria della albumina e creatina) è stata misurata in più di 2000 pazienti arruolati nello studio GISSI-HF come un indicatore di disfunzione renale endoteliale. La microalbuminuria (albumina/creatinina = 30-299 mg/g) è presente nel 19% dei pazienti. Gli effetti anti-rimodellamento del blocco dei recettori dell'aldosterone con canrenone nell'insufficienza cardiaca lieve-moderata: lo studio AREA INCHF Lo studio RALES ha dimostrato che lo spironolattone, un antagonista recettoriale dell'aldosterone, riduce il rischio di morbosità e mortalità in pazienti con scompenso cardiaco grave. Gli antagonisti dell'aldosterone potrebbero essere efficaci in quanto contrastano gli effetti dell'aldosterone sulla ritenzione di sodio, sulla perdita di potassio e magnesio, sull'attivazione simpatica, sulla compliance vascolare e sulla fibrosi cardiaca. Nell'AREA IN-CHF, uno studio multicentrico, randomizzato e controllato con placebo, è stato valutato l'effetto del canrenone, un metabolita dello spironolattone, in pazienti con scompenso cardiaco moderato (n=500) in termini di rimodellamento del ventricolo sinistro e di un end-point combinato di mortalità e morbosità. Il disegno dello studio prevede un prelievo di sangue a tutti i pazienti alla randomizzazione e dopo 6 mesi per determinare la concentrazione plasmatica di aldosterone, del peptide natriuretico cerebrale (BNP) e di un marker circolante del turnover del collagene (peptide N-terminale del collagene III). Questi fattori bioumorali vengono dosati centralmente dal Dipartimento di Ricerca Cardiovascolare e produrranno informazioni sull'effetto del canrenone su questi indicatori e sulle loro relazioni con l'outcome dello studio. L'arruolamento si è concluso nel giugno 2005. I risultati finali dello studio sono attesi per il 2007. PTX3, una nuova pentraxina lunga, è un indicatore di prognosi dopo infarto cardiaco, indipendente dalla proteina C reattiva PTX3 è una nuova proteina la cui espressione è indotta da citochine nell'endotelio e cellule mononucleate, la maggior parte muscolari e cardiache, mentre la proteina C reattiva (PCR) è principalmente sintetizzata dal fegato. PTX3 ha mostrato un picco plasmatico intorno alle 7 ore dopo l'insorgenza dei sintomi dell'infarto e sembra essere un predittore indipendente di mortalità a 3 mesi. PTX3 sarà dosata in 1200 pazienti con insufficienza cardiaca sintomatica (GISSI-HF), in 400 pazienti con fibrillazione atriale (GISSI-AF), e in circa 1400 pazienti con scompenso cardiaco (CandHeart) per esplorare il suo possibile ruolo in altre patologie cardiovascolari. RAPPORTO ATTIVITA’ 137 2006 IRFMN Sottoprogetto ecocardiografico e bioumorale dello studio GISSI-AF Il trial GISSI sulla fibrillazione atriale (GISSI-AF), valuta l'efficacia del valsartan, un antagonista recettoriale di tipo 1 dell'Angiotensina II, nel prevenire la ricorrenza di fibrillazione atriale in 1400 pazienti. Un sottoprogetto dello studio GISSI-AF è recentemente in corso per valutare il potenziale ruolo meccanismi neurormonali e di rimodellamento strutturale del cuore responsabili della ricorrenza e gravità della fibrillazione atriale (FA). In circa 400 pazienti arruolati nello studio verranno eseguiti 3 esami ecocardiografici seriati (randomizzazione, 6 mesi e 1 anno) e altrettanti prelievi ematici. Mediante ecocardiografia verranno misurate le dimensioni dell’atrio sinistro e del ventricolo, mentre nel plasma verranno misurati BNP, troponina T cardiaca (metodo ad alta sensibilità), endotelina-1 e marcatori dell’infiammazione, PCR, PTX3. Oltre a fare luce sulla fisiopatologia della FA, l’aritmia più diffusa nel paziente anziano, questo sottoprogetto si propone di spiegare eventuali effetti benefici del farmaco in studio. La fase di arruolamento si è conclusa nel Gennaio 2007. Studio CandHeart, effetti del candesartan su BNP e funzione ventricolare sinistra in pazienti con insufficienza cardiaca sintomatica Il candesartan, un bloccante dei recettori di tipo 1 della angiotensina II, riduce significativamente la morbi-mortalità nella insufficienza cardiaca, come dimostrato dagli studi CHARM. Il principale obiettivo dello studio è quello di verificare gli effetti del candesartan sui livelli circolanti di BNP in pazienti con scompenso cardiaco con funzione sistolica ventricolare depressa o preservata. I pazienti (circa 1400) saranno seguiti per 1 anno. Verranno effettuate delle determinazioni bioumorali ed ecocardiografiche seriali alla randomizzazione e dopo 3 e 12 mesi (fine dello studio). Oltre al BNP verranno misurati altri marker di prognosi come l’aldosterone, PCR, PTX3 e la microalbuminuria. Il primo paziente è stato randomizzato nel dicembre 2005. Studio Prono/Supino II, effetti della pronazione prolungata sulla sopravvivenza nella insufficienza respiratoria acuta grave (ARDS) Questo studio è la continuazione del precedente studio Prono/Supino che aveva dimostrato in 304 pazienti con ARDS che la pronazione per 6 ore nei primi 10 giorni migliorava i valori emogasanalitici, ma non riduceva la mortalità, che per questa patologia si aggira sul 50% nei primi 6 mesi. Era questo uno dei pochi studi multicentrici in Terapia Intensiva condotti interamente in Italia. Lo stesso gruppo facente capo all’Istituto di Anestesia e Rianimazione del Policlinico di Milano (L. Gattinoni) ha avviato un nuovo studio che si prefigge di valutare l’effetto di un protocollo di pronazione prolungata (20 ore giornaliere) in pazienti con ARDS più grave (sottogruppo in cui era stata dimostrata una tendenza della pronazione a migliorare la sopravvivenza nello studio precedente). Sono stati arruolati 150 pazienti in circa 18 centri e si prevede di arruolarne altrettanti nel prossimo anno. DyDa: Prevalenza e incidenza della disfunzione ventricolare sinistra in pazienti diabetici con diabete mellito tipo 2 senza storia di cardiopatia nota. Studio prospettico, multicentrico, nazionale, di tipo epidemiologico per valutare la prevalenza all’arruolamento di disfunzione ventricolare sinistra diastolica e/o sistolica in 1000 pazienti con diabete mellito tipo 2 senza storia di cardiopatia nota e documentata, ed identificarne i parametri predittivi clinici, bioumorali e strumentali non invasivi. L’incidenza della disfunzione ventricolare sinistra verrà seguita su un periodo di 2 anni usando tecniche di ECG e ecocardiografia. Il profilo bioumorale di questi pazienti all’arruolamento (BNP, proteina Creattiva, microalbuminuria, emoglobina glicata) verrà valutato centralmente. L’arruolamento è inziato a Luglio 2006. RAPPORTO ATTIVITA’ 138 2006 IRFMN PUFAxStatina. Studio clinico sull’associazione n-3 PUFA e statina: effetti su infiammazione e quadro lipidico. Esistono le basi farmacologiche per un’interazione potenzialmente benefica tra statine e n-3 PUFA almeno a 2 livelli, profilo lipidico e infiammazione. Il presente studio si propone di valutare gli effetti dei due farmaci dati da soli e in associazione su indicatori bioumorali di infiammazione e sul quadro lipidico in pazienti diabetici ad alto rischio cardiovascolare. Lo studio è randomizzato, multicentrico, controllato, aperto e a gruppi paralleli. L’arruolamento dei 120 pazienti previsti si concluderà a Febbraio 2007. In collaborazione con il Laboratorio di Neuroimmunologia, si misurerà la produzione ex vivo di citochine pro-infiammatorie da parte di sangue intero stimolato. Si valuterà anche le concentrazioni di proteina C-reattiva, molecole di adesione, fattore tissutale e microalbuminuria. I risultati finali sono attesi per il 2007. Lo studio è condotto in collaborazione con il Laboratorio di Valutazione Clinica dei Farmaci. Laboratorio di Valutazione Clinica dei Farmaci PROCARDIS: Studio del genoma per identificare geni di suscettibilità alla malattia coronarica Iniziato nel 2001, il PROCARDIS aveva come obiettivo l'identificazione e la localizzazione dei geni di suscettibilità alla patologia coronarica, capaci di determinare un rischio specifico ed aggiuntivo rispetto ai fattori di rischio classici già noti per la malattia. Lo studio è stato condotto con la tecnica del “genome-wide linkage analysis” su coppie di fratelli affetti da un evento coronarico (affected sibling-pairs, ASPs), che consente di valutare se qualcuno dell'ampio numero di marker misurati su tutti i cromosomi viene trasmesso tra congiunti affetti all'interno delle famiglie con una frequenza maggiore di quella attesa in base al calcolo delle probabilità. Questi marker potrebbero essere "linked" ai geni di suscettibilità alla malattia in determinate regioni cromosomiali, che possono quindi essere isolate. Il PROCARDIS è condotto da un Consorzio di ricerca, il cui programma è stato supportato dal 5th Framework Programme della Comunità Europea e da un grant di AstraZeneca. Il Consorzio di ricerca è così costituito: Gruppo Italiano per lo Studio della Sopravvivenza nell'Infarto (gruppo GISSI, sostenuto dalla collaborazione tra l'Istituto Mario Negri e ANMCO); Clinical Trial Service Unit, Università di Oxford (gruppo ISIS); Institute of Clinical Chemistry and Laboratory Medicine and Institute for Arteriosclerosis Research, Università di Münster; Institute for Atherosclerosis Research, Karolinska Hospital, Stoccolma; Wellcome Trust of Human Genetics, Cardiovascolar Medicine Department, Università di Oxford. Lo studio ha coinvolto 2036 famiglie dei 4 diversi paesi europei presenti nel Consorzio nelle quali erano presenti almeno due individui affetti da patologia coronarica insorta in giovane età. L'analisi di tutto il genoma ha identificato tre regioni cromosomiche di grande interesse. In particolare una regione individuata sul cromosoma 17 costituisce un promettente punto di partenza per lo studio di nuovi geni associati alla patologia coronarica (PLoS Geneticshttp://genetics.plosjournals.org/archive/1553-7404/2/5/pdf/10.1371_journal.pgen.0020072L.pdf). La solidità dei risultati ottenuti, grazie alla numerosità e alle caratteristiche della popolazione studiata, consente l'impiego sempre più mirato dei dati raccolti per approfondire e comprendere i meccanismi molecolari che determinano, soprattutto nei giovani adulti, la malattia coronarica, in vista di applicazioni terapeutiche innovative. Il database del PROCARDIS costituisce una importante risorsa per condurre analisi di linkage genome-wide per localizzare regioni cromosomiche associate alla variabilità di fenotipi quantitativi. La concentrazione della lipoproteina A nel siero, nota per essere ereditaria e associata al rischio cardiovascolare, è stata studiata utilizzando un’analisi di questo tipo. E’ stato confermato un linkage significativo con il locus del gene LPA su cromosoma 6q27, così come è stata evidenziata una seconda regione di linkage sul cromosoma 13q22-31. Tali risultati sono stati pubblicati sull’European Journal Human Genetics 2007: 15, 221-227 e costituiscono la RAPPORTO ATTIVITA’ 139 2006 IRFMN premessa per studi futuri di geni candidati in tali regioni. L’indice di massa corporea (BMI) è un fenotipo comunemente utilizzato per misurare l’obesità ed è noto per essere influenzato sia da numerosi fattori ambientali che da componenti genetiche. Allo scopo di localizzare loci cromosomici associati al BMI, è stata condotta un’analisi di linkage genome-wide applicando diversi approcci statistici. Non è stato possibile identificare in modo univoco i loci di suscettibilità associati al BMI utilizzando i dati del PROCARDIS, a causa, probabilmente, di una sostanziale eterogeneità genetica di tale tratto (paper in preparazione). Verranno analizzati inoltre ulteriori fenotipi quantitativi, come l’omocisteina e i vari tratti coinvolti nella sindrome metabolica. Il database PROCARDIS permette infine la realizzazione di studi di associazione con differenti tecniche (Transmission Disequilibrium Test, studi caso-controllo). GISSI-HF. Studio clinico di grandi dimensioni che valuta gli effetti di n-3 PUFA e di Rosuvastatina sulla mortalità e morbidità dei pazienti con scompenso cardiaco sintomatico Il GISSI (Gruppo Italiano per lo Studio della Sopravvivenza nell'Insufficienza cardiaca) è una collaborazione tra l'Istituto Mario Negri e l'ANMCO (Associazione Nazionale Medici Cardiologi Ospedalieri) che opera da oltre 15 anni nel campo della ricerca cardiovascolare. Lo studio GISSI-HF è una sperimentazione clinica (la quinta condotta dal GISSI) che si propone di verificare gli effetti di due trattamenti, il primo con n-3 PUFA (acidi grassi polinsaturi) e il secondo con rosuvastatina in pazienti affetti da scompenso cardiaco che già ricevono i trattamenti raccomandati per questa malattia. Il GISSI-HF è uno studio prospettico, multicentrico, in doppio cieco, controllato con placebo, in cui pazienti con evidenza clinica di scompenso cardiaco di qualsiasi eziologia e senza limiti di età vengono randomizzati a - R1 n-3 PUFA o placebo (Randomizzazione 1); - R2 rosuvastatina o placebo (Randomizzazione 2). L'obiettivo principale dello studio è di dimostrare che una terapia a lungo termine con (a) n-3 PUFA, (b) rosuvastatina riduce la mortalità totale, e la mortalità totale o il ricovero in ospedale per problemi cardiovascolari, rispetto ai corrispondenti gruppi placebo. Secondo la caratteristica degli studi GISSI, anche il GISSI-HF è uno studio pragmatico, su pazienti quanto più possibile rappresentativi della realtà clinica quotidiana. La randomizzazione nello studio è stata completata e risultano arruolati più di 7000 pazienti da 364 Centri di Cardiologia. E’ previsto un follow-up di almeno di 3 anni. Contestualmente al trial, vengono condotti vari sottoprogetti per cercare di comprendere il meccanismo d’azione dei trattamenti sperimentali: - rimodellamento ventricolare (ecocardiografia); - bioumorale (neurormoni, marker dell’infiammazione, progenitori endoteliali circolanti, acidi grassi liberi circolanti); - aritmie e attività simpatica (monitoraggio Holter); - funzione cognitiva; - tolleranza allo sforzo; - carico assistenziale; - marker genetici. Il follow-up si concluderà entro la fine del 2007. La presentazione dei risultati è prevista per i primi mesi del 2008. Il progetto è condotto in collaborazione con il Laboratorio di Farmacologia Clinica Cardiovascolare. RAPPORTO ATTIVITA’ 140 2006 IRFMN Studio GISSI-HF: Sottoprogetto genetico Si conosce ancora poco circa il ruolo dei fattori genetici nell'eziologia, evoluzione, prognosi e risposta al trattamento dello scompenso cardiaco, con l'eccezione di alcune forme originate da specifiche cardiomiopatie. Lo scompenso cardiaco presenta differenti eziologie, tra le quali l'ischemica rappresenta più del 50%. Tra i geni candidati nella cardiopatia ischemica, i più coinvolti sembrano quelli implicati nel metabolismo dei lipidi. Recente interesse suscitano anche i geni coinvolti nei processi infiammatori. Il sottoprogetto genetico dello studio GISSI-HF (vedi sezione ad esso relativa) offre l'opportunità di migliorare le nostre conoscenze circa il ruolo di varianti genetiche nello scompenso cardiaco, grazie alla raccolta di campioni ematici di un ampio numero di soggetti affetti da scompenso di differente eziologia (es. non-ischemica e ischemica). Gli obiettivi del sottoprogetto genetico sono 1) valutare le relazioni tra i polimorfismi di geni candidati implicati nel metabolismo dei lipidi e nella risposta infiammatoria e la prognosi di pazienti arruolati nello studio GISSI-HF, 2) valutare se e come tali relazioni vengono modificate dai trattamenti farmacologici in studio. Data la rapidità con la quale continuamente nascono e si accumulano nuove informazioni e ipotesi in campo genetico, potranno venire valutati anche altri polimorfismi correlati allo scompenso che risultassero interessanti nel corso dello studio. Circa 100 centri dello studio GISSI-HF partecipano a questo sottoprogetto. I pazienti inclusi sono 2200. Studio GISSI-Prevenzione-Genetica La cardiopatia ischemica (CHD) è determinata dall’interazione tra fattori ambientali noti e fattori genetici molto meno conosciuti. Lo studio GISSI-Prevenzione ha dimostrato in una popolazione di 11324 pazienti sopravvissuti ad infarto del miocardio, l'efficacia di una terapia con n-3 PUFA e con pravastatina, nel ridurre la mortalità nel corso di 3,5 anni di follow-up. Durante questo periodo sono stati raccolti circa 8000 campioni di sangue di pazienti arruolati nello studio, che sono oggetto di studi collaborativi con la SIBioC (Società Italiana di Biochimica Clinica e Biologia Molecolare). Lo studio GISSI-Prevenzione-genetica si prefigge l'obiettivo di valutare il ruolo di alcuni polimorfismi genetici implicati nel metabolismo lipidico e nella risposta infiammatoria nella prognosi di pazienti con cardiopatia ischemica e nella loro risposta alla terapia farmacologica con n-3 PUFA e/o statine su circa 2500 pazienti inclusi nello studio GISSI-Prevenzione. Le implicazioni pratiche comprendono 1) la possibilità di stimare il rischio di ciascun paziente considerando oltre ai fattori di rischio classici cardiovascolari, anche caratteri genetici, e 2) la possibilità di individuare i pazienti che realmente rispondono alla terapia con n-3 PUFA e/o con statine. Studio ACTIVE (Atrial Fibrillation Clopidogrel Trial with Irbesartan for prevention of Vascular Events) Lo studio ACTIVE è un trial multinazionale, multicentrico, randomizzato, a gruppi paralleli, condotto in più di 600 centri di 33 paesi afferenti alla rete coordinata dal Population Health Research Institute (PHRI) che fa capo alla Università McMaster di Hamilton, Ontario. Per l’Italia il coordinamento scientifico di questi studi è svolto dal Laboratorio di Valutazione Clinica dei Farmaci del Dipartimento di Ricerca Cardiovascolare. Gli obiettivi dello studio sono: a) valutare se clopidogrel più aspirina (ASA) è superiore ad ASA e non inferiore alla terapia anticoagulante orale standard nel prevenire gli eventi vascolari nei pazienti con fibrillazione atriale (bracci A e W), b) valutare se la riduzione della pressione sanguigna con irbesartan è superiore al placebo nel prevenire gli eventi vascolari nei pazienti con fibrillazione atriale (braccio I). L’outcome principale di efficacia è costituito dall’incidenza di ictus, infarto miocardio e morte vascolare nel corso del follow-up, della durata di 2-4 anni. Lo studio, iniziato nel giugno 2003, prevedeva la randomizzazione di 14000 pazienti, 6500 nel RAPPORTO ATTIVITA’ 141 2006 IRFMN braccio W (confronto tra warfarina e ASA + clopidogrel) e 7500 nel braccio A (confronto tra ASA e ASA + clopidogrel). Nel settembre del 2005 il follow-up dei pazienti inclusi nel braccio W è stato interrotto dallo Steering Committee in seguito alla raccomandazione del Data and Safety Monitoring Board (DSMB): l’analisi ad interim dei risultati aveva infatti evidenziato una netta maggiore efficacia di warfarina rispetto all’associazione di ASA + clopidogrel. I risultati sono stati pubblicati in dettaglio (Lancet 2006; 367:1903-1912). Il DSMB ha d’altra parte sottolineato l’importanza di proseguire il reclutamento e il follow-up negli altri bracci dello stesso studio (A e I) che, pertanto, proseguono. Studi MICHELANGELO: OASIS-5 & OASIS-6 Gli studi internazionali Michelangelo OASIS-5 e OASIS-6 avevano l’obiettivo di valutare l’efficacia di fodaparinux, un pentasaccaride di sintesi che agisce come anticoagulante attraverso l’inibizione selettiva del fattore Xa, nelle Sindromi Coronariche Acute. Sono stati condotti in più di 600 centri di 41 paesi afferenti alla rete OASIS (Organization to Assess Strategies in Ischaemic Syndromes), coordinata dal Population Health Research Institute che fa capo alla Università McMaster di Hamilton, Ontario. Per l’Italia il coordinamento scientifico di questi studi è svolto dal Laboratorio di Valutazione Clinica dei Farmaci del Dipartimento di Ricerca Cardiovascolare. Lo studio OASIS-5, randomizzato, in doppio cieco, controllato, a gruppi paralleli, aveva l’obiettivo principale di valutare l’efficacia di fondaparinux, rispetto ad enoxaparina nel prevenire la morte, l'infarto miocardico acuto o l'ischemia refrattaria in pazienti con angina instabile e infarto miocardico senza sopralivellamento del tratto ST (UA/NSTE), in terapia di routine. Il confronto tra i due farmaci su 20000 pazienti randomizzati ha indicato che l'insieme degli eventi di morte, infarto e ischemia refrattaria avvenuti nei primi nove giorni è risultato simile nel gruppo di pazienti trattato con fondaparinux (5.9%) e nel gruppo trattato con enoxaparina, il farmaco utilizzato oggi di routine in questi pazienti (5.8%). L'incidenza di emorragie gravi nel gruppo trattato con fondaparinux è risultata ridotta quasi della metà (2.1% rispetto a 4.0% del gruppo enoxaparina, ovvero una riduzione del 47%). Il profilo di sicurezza di fondaparinux è risultato quindi molto più rassicurante, soprattutto se si considera che questi pazienti assumono contemporaneamente altri trattamenti potenzialmente emorragici, quali aspirina, clopidogrel, inibitori GPIIb/IIIa e sono sottoposti a procedure di rivascolarizzazione. La riduzione sul breve periodo delle emorragie gravi si è tradotta in una riduzione significativa della mortalità (-17%) a distanza di un mese nel gruppo di pazienti trattato con fondaparinux. I risultati sono stati pubblicati in dettaglio (N Engl J Med 2006; 354: 1465-1476). Lo studio OASIS-6 aveva l’obiettivo principale di valutare l’efficacia di fondaparinux rispetto al controllo (eparina non frazionata o placebo) nel prevenire la morte e il reinfarto a 30 giorni (end-point primario dello studio) in pazienti con sindrome coronarica acuta con sopraslivellamento del tratto ST (STE-ACS), candidati al trattamento con trombolisi o PCI primaria e in terapia standard. L’incidenza dell’endpoint primario è risultato significativamente inferiore nel gruppo di pazienti trattato con Fondaparinux rispetto al gruppo trattato con la terapia oggi di routine in questi pazienti (9.7% rispetto a 11.2%, con una riduzione significativa del 14%). La riduzione è risultata significativa anche per la sola mortalità e anche a distanza di 3-6 mesi. I risultati migliori sono stati ottenuti nei pazienti trattati con la terapia medica per l'infarto, ovvero la trombolisi, ancora praticata in una grande percentuale di pazienti, mentre non sono risultate differenze nei pazienti sottoposti ad angioplastica. Fondaparinux ha ridotto la mortalità e i reinfarti senza un aumento delle emorragie e degli ictus JAMA 2006; 295: 1519-1530. RAPPORTO ATTIVITA’ 142 2006 IRFMN Studio INTER-HEART Lo studio INTER-HEART, sponsorizzato dall’Organizzazione Mondiale della Sanità e dalla World Heart Federation, è uno studio di tipo caso-controllo che ha raccolto dati epidemiologici sui fattori di rischio ambientali, clinici e genetici per l'infarto miocardico in 52 diversi Paesi in Asia, Europa, Medio Oriente, Africa, Australia, Nord e Sud America, con la logica di valutare se i diversi fattori di rischio avevano un impatto differente nelle diverse regioni del mondo. La rete internazionale è coordinata dal Population Health Research Institute dell'Università McMaster di Hamilton, Canada. Il Laboratorio di Valutazione Clinica dei Farmaci ha svolto il ruolo di coordinatore nazionale per l'Italia. Dall’aprile 2000 al dicembre 2002 lo studio ha raccolto dati su circa 28000 soggetti tra casi e controlli in relazione a fattori demografici (paese di origine, lingua madre), aspetti socioeconomici (istruzione, occupazione, reddito), abitudini di vita (fumo, attività fisica, dieta) e sulla storia personale e familiare di malattie e fattori di rischio cardiovascolari. I risultati principali sono stati pubblicati su Lancet 2004, 364: 937-52. Nel 2005 è stata pubblicata l’analisi relativa all’obesità e al modo migliore per misurarla (Lancet 2005, 366: 1640-49). Studi precedenti avevano dimostrato che l’obesità aumenta il rischio di malattie cardiovascolari. Tuttavia questi studi erano stati condotti soprattutto in popolazioni di origine europea e nordamericana. I risultati dell’INTER-HEART hanno qualificato meglio il rischio di infarto associato al sovrappeso, suggerendo che è necessario rivalutare l’importanza dell’obesità come fattore di rischio cardiovascolare in quasi tutte delle regioni del mondo. Lo studio ha calcolato nella stessa popolazione diverse misure di obesità, quali il BMI (Body Mass Index, che è il rapporto tra il peso e l’altezza al quadrato, fino ad oggi la misura più utilizzata), il rapporto tra le circonferenze della vita e dei fianchi (WHR), e la sola circonferenza dei fianchi. La migliore predittività è stata evidenziata dal WHR che si è dimostrato tre volte più potente del BMI, nel predire il rischio di infarto. Questo è stato osservato sia negli uomini che nelle donne, di qualsiasi età, e in tutti i diversi gruppi etnici. Successivamente sono stati pubblicati su Lancet i risultati relativi agli effetti del fumo. Sono in corso ulteriori analisi sui singoli fattori di rischio e su gruppi di pazienti specifici. GISSI-AF. Studio clinico che valuta l’efficacia di un antagonista dei recettori dell’angiotensina II nella fibrillazione atriale Il GISSI-AF è uno studio multicentrico, randomizzato, in doppio cieco, controllato con placebo, sull’efficacia del Valsartan, un antagonista dei recettori dell’angiotensina II, nella prevenzione delle recidive di fibrillazione atriale (FA). La FA è l’aritmia più frequentemente riscontrata nella pratica clinica; la sua eziopatogenesi è piuttosto complessa. Le alterazioni metaboliche, meccaniche ed elettrofisiologiche riscontrabili negli atri in presenza dell’aritmia producono progressivamente alterazioni strutturali che possono rendere la FA irreversibile. Nella genesi di questo fenomeno che viene detto “remodeling atriale” svolge un ruolo importante il sistema renina-angiotensina-aldosterone (RAAS) ed esistono dati clinici ed evidenze sperimentali che confermano questo ruolo. Il gruppo GISSI ha considerato importante condurre uno studio disegnato per verificare se l’aggiunta di un antagonista del RAAS (valsartan) possa prevenire la ricorrenza di FA in pazienti con cardiopatie o comorbidità di diverso tipo, trattati al meglio delle terapie raccomandate. Lo studio ha completato la fase di reclutamento. I 1400 pazienti inclusi nello studio verranno sottoposti a un anno di trattamento e di follow-up. In un sottogruppo di 400 pazienti viene condotto un sottoprogetto ecocardiografico e bioumorale, con l’obiettivo di approfondire il meccanismo d’azione del trattamento sperimentale. Secondo la caratteristica degli studi GISSI, anche il GISSI-AF (il sesto trial condotto dal gruppo GISSI) è uno studio pragmatico, su pazienti poco selezionati in modo da riprodurre la pratica clinica. Il progetto è condotto in collaborazione con il Laboratorio di Farmacologia Clinica Cardiovascolare. RAPPORTO ATTIVITA’ 143 2006 IRFMN Laboratorio di Ricerca in Medicina Generale Studio Rischio e Prevenzione (R&P) Lo studio R&P è uno studio sull’ottimizzazione della prevenzione cardiovascolare nei pazienti ad alto rischio, condotto a livello nazionale dai medici di medicina generale. Obiettivo e disegno dello studio - Valutazione clinica controllata, in doppio cieco, randomizzata, dell’efficacia di un trattamento con n-3 PUFA nel ridurre l’incidenza di eventi cardiovascolari, fatali e non, in una popolazione definita dai MMG partecipanti ad alto rischio. - La storia epidemiologica ed assistenziale di questa popolazione (studio di outcomes). Popolazione in studio Criteri di inclusione Tra i soggetti che vengono considerati dal MMG ad elevato rischio cardiovascolare vengono selezionati/e i/le pazienti con: - fattori di rischio multipli (e.g. ipertensione, ipercolesterolemia, diabete, fumo, storia familiare di infarto miocardico, obesità, sesso e età) - pregressi eventi cardio-cerebrovascolari o manifestazioni cliniche di patologia aterosclerotica (ictus cerebrale, TIA, arteriopatie periferiche, precedenti interventi di rivascolarizzazione arteriosa, angina pectoris). Criteri di esclusione - condizioni di co-morbidità tali da far considerare infausta la prognosi in un tempo breve (es. neoplasie maligne); - attesa non-compliance in un follow-up di lungo periodo; - controindicazioni (allergie note agli n-3 PUFA) o indicazioni (IMA pregresso) al trattamento con n-3 PUFA. Misure di efficacia L’obiettivo primario è quello di valutare se una somministrazione a lungo termine con n-3 PUFA è più efficace del corrispondente placebo nel ridurre l’insieme della mortalità totale e dei maggiori eventi cardiovascolari (infarti e ictus non fatali); gli eventi cardiovascolari maggiori (mortalità cardiovascolare, ictus e infarti non fatali) la mortalità per cause coronariche; la morte improvvisa. La randomizzazione è centrale, stratificata per medico. Il trattamento sperimentale è rappresentato da una capsula contenente 1 g di n-3 PUFA, o il placebo corrispondente, da assumere giornalmente. La durata del follow-up è di 5 anni. Per documentare con sufficiente affidabilità statistica che il trattamento con n-3 PUFA è in grado di ridurre l’incidenza di eventi sarà necessario reclutare almeno 12000 pazienti. Stato di avanzamento La randomizzazione è iniziata nel Febbraio del 2004 e alla fine del 2006 sono stati randomizzati 11.892 pazienti da una rete di 831 MMG. Le ASL attive alla fine del 2006 sono 57 e in ogni ASL si sono tenuti i corsi di formazione per gli sperimentatori. I dati relativi alla popolazione reclutata sono i seguenti: età media 65 anni, maschi 62%, ipertensione 79%, ipercolesterolemia 62%, diabete 56%, fumo 16%, obesità 35%, storia familiare di infarto miocardio precoce 20%. Il 25% dei pazienti presenta una patologia aterosclerotica, il 50% presenta diabete associato ad un altro fattore di rischio e il 23% dei non diabetici presenta fattori di rischio multipli. Maggiori informazioni sono disponibili sul sito www.rischioeprevenzione.it. RAPPORTO ATTIVITA’ 144 2006 IRFMN Studi di farmacoepidemiologia a partire da banche dati di prescrizioni amministrative-istituzionali: Progetto interazioni Il progetto della durata di 3 anni ha come obiettivo principale lo sviluppo e l'implementazione di un database sulle interazioni all'interno del SISS della Regione Lombardia come strumento di supporto per il medico di medicina generale (MMG) al momento della prescrizione farmacologia. All'interno del progetto è previsto uno studio di valutazione della prevalenza delle interazioni su un campione di medici. Nel 2006 è stato sviluppato un modello di analisi epidemiologico basato sui dati prescrittivi della sola ASL di Lecco ( anno 2003) con relativa anagrafica di medici e pazienti. Le analisi sono state condotte su soggetti con età uguale o superiore a 65 anni. Il totale della popolazione degli assistibili è risultata essere di 58.800 e l’età media dei soggetti trattati è di 75.2 anni . Le prescrizioni analizzabili sono risultate essere 964.858 . L’86% dei soggetti ha ricevuto almeno una prescrizione durante l’anno; sul totale della popolazione gli uomini risultano leggermente più trattati delle donne e la classe di farmaci più frequentemente prescritta è quella dei farmaci cardiovascolari (68% dei soggetti). Le analisi sull’interazione tra farmaci sono attualmente in corso. Studio sull’ipertensione arteriosa nel distretto di Borbon – Ecuador Fa parte delle attività del Laboratorio un progetto di collaborazione con il Cecomet (Centro de Epidemiologia comunitaria y Medicina tropical) di Esmeralda, Ecuador sulla prevalenza e il trattamento dell’ipertensione arteriosa. In questa zona rurale dell’Ecuador, il distretto sanitario di Borbon, localizzato al nord della provincia di Esmeralda, il 36% della popolazione adulta risulta ipertesa e più della metà degli ipertesi presenta valori pressori superiori a 160/110 mmHg. Nell’area è in atto dal 2001 il follow-up di tutta la popolazione degli ipertesi allo scopo di valutare il rischio cardiovascolare complessivo, ridurre i livelli pressori mediante l’utilizzo di una terapia antiipertensiva, in particolare nei pazienti a rischio elevato, e di monitorare nel tempo le complicanze. Dati preliminari mostrano che: • i pazienti in trattamento sottoposti a terapia antiipertensiva sono aumentati dal 39% al 59% • le prescrizioni si sono concentrate nei pazienti con livelli pressori più elevati (l’80% dei pazienti con pressione sistolica >180mmHg è attualmente in trattamento) o con rischio cardiovascolare complessivo più alto (82% dei pazienti con rischio alto o molto alto è attualmente trattata) • il controllo pressorio è migliorato (il 24% dei pazienti presenta livelli di pressione sistolica >180 mmHg rispetto al 33% dell’inizio e il 34% presenta livelli <160-179 mmHg rispetto al 26% dell’inizio) • la frazione di pazienti a rischio alto o molto alto si è ridotta (dal 40% al 33%) Resta tuttavia ancora insoddisfacente la compliance ai trattamenti: solo la metà dei pazienti assume i farmaci antiipertensivi prescritti. RAPPORTO ATTIVITA’ 145 2006 IRFMN Laboratorio di Farmacologia Clinica Qualità di vita, Depressione e Funzioni cognitive nei pazienti con scompenso: QDF-GISSI-HF E’ un sottoprogetto dello studio GISSI-HF. Gli obiettivi sono: a) descrivere l’andamento della depressione, dei problemi cognitivi e della qualità di vita in un campione di 1500 pazienti con diagnosi di scompenso cardiaco; b) valutare l'uso in pratica di strumenti comunemente usati per misurare queste variabili e confrontare la valutazione del paziente eseguita con gli strumenti (la Geriatric Depression Scale, il Kansas City cardiomiopathy Questionnaire e il Mini Mental State Examination) con la percezione clinica degli infermieri; documentare se, quanto, come la valutazione delle variabili QDF porta a decisioni assistenziali e terapeutiche specifiche (es. interventi farmacologici e/o di supporto specialistico). Le caratteristiche dei 1564 pazienti inclusi nello studio e reclutati da 83 centri sono comparabili a quelle della popolazione di pazienti del GISSI-HF. I questionari sono stati somministrati alla maggioranza dei pazienti (KCQQ 97.2%, GDS 94.9%, MMSE 80.6% dei pazienti >70 anni). Le infermiere che hanno partecipato a questo studio collaborativo hanno prodotto dati su una delle più grosse coorti di pazienti con scompenso, che vengono valutati prospetticamente per avere una valutazione integrata della rilevanza e delle implicazioni delle misure QDF anche sugli esiti clinici. Lo studio è ancora in corso e si sta completando il follow-up. Epidemiologia dei problemi infermieristici e farmacosorveglianza nelle Residenze Sanitarie Assistenziali (RSA) e nei distretti L'obiettivo dello studio è di descrivere i problemi che gli infermieri incontrano nell'assistenza ai pazienti anziani assistiti nei distretti o ricoverati nelle RSA, e che richiedono decisioni assistenziali, con particolare riferimento ai problemi legati ai farmaci. Una reazione avversa da farmaci è infatti da prendere sempre in considerazione quando si verifica un problema inatteso in queste popolazioni. Il progetto è stato ultimato ed ha coinvolto circa 350 infermieri di 95 RSA e Distretti. Nelle 6 giornate di osservazione sono stati osservati circa 8000 pazienti per giornata. I dati sono in fase di analisi. RAPPORTO ATTIVITA’ 146 2006 IRFMN DIPARTIMENTO DI BIOCHIMICA E FARMACOLOGIA MOLECOLARE PERSONALE Capo Dipartimento Mario SALMONA, Dr.Sci.Prep.Alim. Laboratorio di Biochimica e Chimica delle Proteine Capo Laboratorio Mario SALMONA, Dr.Sci.Prep.Alim. Unità di Trasmissione Sinaptica Capo Unità Marco GOBBI, Dr.Farm. Laboratorio di Biologia Molecolare Capo Laboratorio Enrico GARATTINI, Dr.Med.Chir. Unità di Farmacogenomica Capo Unità Maddalena FRATELLI, Dr.Sci.Biol. Unità di Struttura e Regolazione del Gene Capo Unità Mineko TERAO, Ph.D.Bioch. Laboratorio di Farmacologia Recettoriale Capo Laboratorio Tiziana MENNINI, Dr.Farm. Laboratorio di Neuroimmunologia Capo Laboratorio Pietro GHEZZI, Ph.D. Unità di Farmacologia dello Shock Settico Capo Unità Pia VILLA, Dr.Farm. Unità delle Neuropatie Metaboliche Capo Unità Roberto BIANCHI, Dr.Sci.Biol. Laboratorio di Patologia Molecolare Capo Laboratorio Lavinia CANTONI, Dr.Sci.Biol. Laboratorio per lo Studio dei Sistemi Biologici Capo Laboratorio Gianfranco BAZZONI, Dr.Med.Chir. RAPPORTO ATTIVITA’ 147 2006 IRFMN CURRICULA Mario Salmona si è laureato in Scienze delle Preparazioni Alimentari nel 1971 presso l'Università di Milano. Nel 1974 ha conseguito il diploma in Specialista in Ricerca Farmacologica presso l'Istituto Mario Negri di Milano. Si occupa da oltre quindici anni dei meccanismi molecolari che sono alla base dell’insorgenza e progressione delle malattie da prioni. E’ autore di più di 200 articoli pubblicati su riviste internazionali. 1971-1975 Post-doctoral fellow nel Laboratorio di Farmacologia Biochimica, Istituto Mario Negri 1975 Visiting Fellow presso il Weizmann Institute of Science, Rehovot, Israele 1976-1997 Capo del Laboratorio di Enzimologia, Istituto Mario Negri 1995 Direttore della Scuola di Farmacologia, Istituto Mario Negri 1997 Capo del Dipartimento di Biochimica e Farmacologia Molecolare, Istituto Mario Negri Dal 2003 Membro the American Society of Biochemistry and Molecular Biology. Principali pubblicazioni • Gerstmann-Straussler-Scheinker disease amyloid protein polymerizes according to the “dock-and-lock” model Gobbi M., Colombo L., Morbin M., Mazzoleni G., Accardo E., Vanoni M., Del Favero E., Cantù L., Kirschner D.A., Manzoni C., Beeg M., Ceci P., Ubezio P., Forloni G., Tagliavini F., Salmona M. J. Biol. Chem. http://www.jbc.org/cgi/doi/10.1074/jbc.M506164200 • Tetracycline and its analogues as inhibitors of amyloid fibrils: searching for a geometrical pharmacophore by theoretical investigation of their conformational behaviour in aqueous solution U. Cosentino, M.R.Varì, A.A. G. Saracino, D. Pitea, G. Moro, M. Salmona Journal of Molecular Modelling, 2005, 11: 17-25 • Role of Plasminogen in Propagation of Scrapie Salmona M., Capobianco R., Colombo L., De Luigi A., Rossi C., Mangieri M., Giaccone G., Quaglio E., Chiesa R., Donati M.B., Tagliavini F. and Forloni G. Journal of Virology 2005, 79: 11225-11230 • The role of platelet activating factor in prion and amyloid-beta neurotoxicity Bate C, Salmona M, Williams A Neuroreport 2004; 15: 509-513 • Ginkgolide B inhibits the neurotoxicity of prions or amyloid-beta1-42 Bate C, Salmona M, Williams A Journal Neuroinflammation 2004; 1: 1-8 • Channels formed with a synthetic mutant prion protein PrP(82-146) homologous to a 7 kDa fragment in diseased brain of GSS patients Bahadi R., Farrelly P.V., Kenna B.L., Kourie J.I., Tagliavini F., Forloni G., Salmona M. Am.J.Physiol. (Cell Physiology) 2003; 285: C862-C872 Gianfranco Bazzoni si è laureato con lode in Medicina e Chirurgia nel 1988 presso l’Università degli Studi di Milano. Nel 1992, ha conseguito il certificato di Specializzazione in Ricerca Farmacologica presso l’Istituto Mario Negri di Milano. Le aree di interesse comprendono la Biologia Cellulare e in particolare lo studio dell’adesione e della migrazione delle cellule. 1988-2000 Borsista dell’Istituto Mario Negri 1993-1997 Post-doctoral Fellow presso il Dana Farber Cancer Institute e Harvard Medical School, Boston, MA 2000-2002 Ricercatore, Istituto Mario Negri 2002-2003 Capo dell’Unità di Adesione Cellulare, Istituto Mario Negri Dal 2004 a oggi Capo del Laboratorio per lo studio dei Sistemi Biologici, Istituto Mario Negri Dal 2004 Membro The American Physiological Society, Bethesda, MD. Principali pubblicazioni • Huang H, Cruz F, Bazzoni G. Junctional adhesion molecule-A regulates cell migration and resistance to shear stress. J. Cell Physiol 2006; 209; 122-130. • Bazzoni G. Endothelial tight junctions: permeable barriers of the vessel wall. Thromb Haemost 2006; 95(1): 36-42. • Martinez-Estrada OM, Manzi L, Tonetti P, Dejana E, Bazzoni G. Opposite effects of Tumor Necrosis Factor and soluble fibronectin on Junctional Adhesion Molecule-A in endothelial cells. Am J Physiol (Lung Cell Mol Physiol) 2005; 288: L1081-L1088. • Bazzoni G, Tonetti P, Manzi L, Cera MR, Balconi G, Dejana E. Expression of Junction Adhesion Molecule-A prevents spontaneous and random motility. J Cell Sci 2005; 118: 623-632. • Bazzoni G, Dejana E. Endothelial cell-to-cell junctions: molecular organization and role in vascular homeostasis. Physiol Rev 2004; 84(3): 869-901. • Bazzoni G. The family of junctional adhesion molecules. Curr Op Cell Biol 2003; 15: 525-530. RAPPORTO ATTIVITA’ 148 2006 IRFMN Lavinia Cantoni si è laureata con lode nel 1973 presso l'Università degli Studi di Milano in Scienze Biologiche e specializzata in Ricerca Farmacologica presso l'Istituto Mario Negri di Milano (1974-1977). Nell'ambito della farmacologia e della tossicologia, l'area principale di interesse sono i meccanismi biochimico-molecolari attivati dallo stress ossidativo in organi bersaglio (il fegato e, attualmente, soprattutto il midollo spinale). 1977-1978 Ricercatore presso il Medical Research Council, Toxicology Unit, Carshalton, UK 1980-1990 Ricercatore per brevi periodi presso la stessa Toxicology Unit e presso il Cornell Medical Center di New York, USA 1983-1998 Capo dell'Unità di Metabolismo dell'Eme e delle Emoproteine, Istituto Mario Negri Dal 1998 a oggi Capo del Laboratorio di Patologia Molecolare, Istituto Mario Negri Membro dell'Ordine Nazionale dei Biologi e della Società Italiana di Tossicologia e autrice di circa 70 articoli pubblicati in riviste internazionali o libri e di circa 50 comunicazioni a congressi scientifici. Referee per riviste scientifiche internazionali, svolge formazione in ricerca farmacologica per laureati in un corso di specializzazione che si svolge presso l'Istituto Mario Negri ed è correlatrice di tesi di laurea. Principali pubblicazioni • Rizzardini M., Chiesa R., Angeretti N., Lucca E., Salmona M., Forloni G., Cantoni L. Prion protein fragment 106-126 differentially induces heme oxygenase-1 mRNA in cultured neurons and astroglial cells. J.Neurochem. 68: 715-720, 1997 • Rizzardini M., Zappone M., Villa P, Gnocchi P., Sironi M., Diomede L., Meazza C., Monshouwer M., Cantoni L. Kupffer cell depletion partially prevents hepatic heme oxygenase 1 messenger RNA accumulation in systemic inflammation in mice: role of interleukin 1 beta. Hepatology 27: 703-710, 1998 • Cantoni L.,Valaperta R.,.Ponsoda X., Castell, J.V., Barelli D., Rizzardini M., Mangolini A., Hauri L., Villa P. Induction of hepatic heme oxygenase-1 by diclofenac in rodents: role of oxidative stress and cytochrome P-450 activity. J. Hepatology, 38: 776-783, 2003 • Babetto E., Mangolini A., Rizzardini M., Lupi M., Conforti L., Poletti A., Rusmini P., Cantoni L. Tetracycline-regulated gene expression in the NSC-34-tTA cell line for investigation of motor neuron diseases. Mol. Brain Res. 140: 63-72, 2005 • Rizzardini M., Lupi M., Mangolini A., Babetto E., Ubezio P., Cantoni L. Neurodegeneration induced by complex I inhibition in a cellular model of familial amyothrophic lateral sclerosis. Brain Res. Bull., 69: 465-474, 2006 • Raimondi A., Mangolini A., Rizzardini M., Tartari S., Massari S., Bendotti C., Francolini M., Borghese N., Cantoni L., Pietrini G. Cell culture models to investigate the selective vulnerability of motoneuronal mitochondria to familial ALSlinked G93ASOD1. Eur. J. Neurosci. 24: 387-399, 2006 Enrico Garattini si è laureato in Medicina e Chirurgia nel 1982 presso l'Università di Milano. Le aree di interesse comprendono la Biologia Cellulare e la Biologia Molecolare. 1982-1990 Borsista dell’Istituto Mario Negri 1983-1987 Borsista presso il Roche Institute of Molecular Biology, Dept. of Neurosciences, Nutley, New Jersey, USA 1991-1997 Dirigente Ricercatore della Regione Lombardia e Capo dell’Unità di Biologia Molecolare, Istituto Mario Negri Dal 1997 Capo del Laboratorio di Biologia Molecolare, Istituto Mario Negri. Dal 2005 Direttore del Corso Ph.D., Istituto Mario Negri. Principali pubblicazioni • Gianni M, Parrella E, Raska I Jr, Gaillard E, Nigro EA, Gaudon C, Garattini E, Rochette-Egly C. P38MAPK-dependent phosphorylation and degradation of SRC-3/AIB1 and RARalpha-mediated transcription. EMBO J. 2006 Feb 22;25(4):739-51 • Parrella E, Gianni M, Fratelli M, Barzago MM, Raska I Jr, Diomede L, Kurosaki M, Pisano C, Carminati P, Merlini L, Dallavalle S, Tavecchio M, Rochette-Egly C, Terao M, Garattini E. • Antitumor activity of the retinoid-related molecules (E)-3-(4'-hydroxy-3'-adamantylbiphenyl-4-yl)acrylic acid (ST1926) and 6-[3-(1-adamantyl)-4-hydroxyphenyl]-2-naphthalene carboxylic acid (CD437) in F9 teratocarcinoma: Role of retinoic acid receptor gamma and retinoid-independent pathways. Mol Pharmacol. 2006 Sep;70(3):909-24 • Garattini E, Parrella E, Diomede L, Gianni M, Kalac Y, Merlini L, Simoni D, Zanier R, Ferrara F F, Chiarucci I, Carminati P, Terao M, Pisano C. ST1926, a novel and orally active retinoid-related molecule inducing apoptosis in myeloid leukemia cells: Modulation of intracellular calcium homeostasis. Blood 2004; 103: 194-207 • Vila R, Kurosaki M, Barzago M M, Kolek M, Bastone A, Colombo L, Salmona M, Terao M, Garattini E. Regulation and biochemistry of mouse molybdo-flavoenzymes. The DBA/2 mouse is selectively deficient in the expression of aldehyde oxidase homologues 1 and 2 and represents a unique source for the purification and characterization of aldehyde oxidase. J Biol Chem 2004; 279: 8668-8683 RAPPORTO ATTIVITA’ 149 2006 IRFMN • Kurosaki M, Terao M, Barzago M M, Bastone A, Bernardinello D, Salmona M, Garattini E. The aldehyde oxidase gene cluster in mice and rats: Aldehyde oxidase homologue 3, a novel member of the molybdo-flavoenzyme family with selective expression in the olfactory mucosa. J Biol Chem 2004; 279: 50482-50498 • Pisano C, Kollar P, Gianni M, Kalac Y, Giordano V, Ferrara F F, Tancredi R, Devoto A, Rinaldi A, Rambaldi A, Penco S, Marzi M, Moretti G, Vesci L, Tinti O, Carminati P, Terao M, Garattini E. Bis-indols a novel class of molecules enhancing the cytodifferentianting properties of retinoids in myeloid leukemia cells. Blood 2002; 100: 3719-3730 Pietro Ghezzi Aree di interesse: Citochine e infiammazione; regolazione redox 1979-1990 Ricercatore dell’Istituto Mario Negri Dal 1991 a oggi Capo del Laboratorio di Neuroimmunologia, Istituto Mario Negri 1998-2000 Research Associate presso la Stanford University School of Medicine, Department of Genetics Dal 2000 ad oggi Membro Kenneth Warren Laboratory, Ossining, NY (USA) Principali pubblicazioni • Leist M, Ghezzi P, et al.. Derivatives of erythropoietin that are tissue protective but not erythropoietic. Science. 2004 Jul 9;305(5681):239-42. • Fratelli M, Goodwin LO, Orom UA, Lombardi S, Tonelli R, Mengozzi M, Ghezzi Gene expression profiling reveals a signaling role of glutathione in redox regulation.Proc Natl Acad Sci U S A. 2005 Sep 27;102(39):13998-4003. • Villa P, Bigini P, Mennini T, Agnello D, Laragione T, Cagnotto A, Viviani B, Marinovich M, Cerami A, Coleman TR, Brines M, Ghezzi P. Erythropoietin selectively attenuates cytokine production and inflammation in cerebral ischemia by targeting neuronal apoptosis. J Exp Med. 2003 Sep 15;198(6):971-5. • Siren AL, Fratelli M, Brines M, Goemans C, Casagrande S, Lewczuk P, Keenan S, Gleiter C, Pasquali C, Capobianco A, Mennini T, Heumann R, Cerami A, Ehrenreich H, Ghezzi P. Erythropoietin prevents neuronal apoptosis after cerebral ischemia and metabolic stress. Proc Natl Acad Sci U S A. 2001 Mar 27;98(7):4044-9. • Laragione T, Bonetto V, Casoni F, Massignan T, Bianchi G, Gianazza E, Ghezzi P. Redox regulation of surface protein thiols: identification of integrin alpha-4 as a molecular target by using redox proteomics. Proc Natl Acad Sci U S A. 2003 Dec 9;100(25):14737-41. Tiziana Mennini si è laureata nel 1975 in Farmacia presso l’Università di Milano e ha ottenuto una borsa di studio dalla European Molecular Biology Organization, per apprendere le tecniche di frazionamento subcellulare e dell’utilizzo dei sinaptosomi in neurochimica, presso i laboratori del Prof. VP Whittaker ( Stoccolma, Svezia). Nel 1882 ha trascorso un ulteriore periodo nei laboratori del Prof. Whittaker ( MaxPlank-Institut di Gottingen, Germania). Frequenta l’Istituto Mario Negri da quando era studentessa, con i seguenti ruoli: 1967- 1975 Ricercatore presso il Laboratorio di Metabolismo dei Farmaci 1975-1987 Capo dell’Unità di Trasmissione Neurochimica Dal 1988 ad oggi Capo del Laboratorio di Farmacologia Recettoriale E’ stata relatore, chairman e organizzatore di molti corsi e congressi, autore di più di 200 articoli pubblicati su riviste internazionali nel campo della farmacologia recettoriale e neurofarmacologia. Principali pubblicazioni • Beghi E, Bendotti C, Mennini T. 2005. Merits of a new drug trial for ALS? Science 308:632-633 • Gobbi M, Mennini T. 2001. Is St John's wort a 'Prozac-like' herbal antidepressant? Trends Pharmacol Sci 22:557-559. • The Italian ALSSG. 1996. Ceftriaxone in amyotrophic lateral sclerosis. Eur J Neurol 3:295-298. • Mennini T, Mocaer E, Garattini S. 1987. Tianeptine, a selective enhancer of serotonin uptake in rat brain. NaunynSchmiedebergs Arch Pharmacol 336:478-482. • Mennini T, Garattini S. 1983. Benzodiazepines receptor binding in vivo: pharmacokinetic and pharmacological significance. Advances Biochemical Psychopharmacol 38:189-199. • Mennini T, Bernasconi S, Manara L, Samanin R, Serra G. 1977. The effect of intracerebral 6-hydroxy dopamine on 3H-reserpine binding to different brain regions of the rat. Pharmacol Res Commun 9:857-862. RAPPORTO ATTIVITA’ 150 2006 IRFMN Roberto Bianchi si è laureato in Scienze Biologiche nel 1992 presso l’Università degli Studi di Milano. Dal 1975 ha svolto funzioni di insegnante e supervisore presso l’Istituto Mario Negri e dal 1989 al 1997 presso l’Università di Houston. Le aree di maggior interesse riguardano le complicanze diabetiche (neuropatie periferiche e autonomiche) e le malattie neurodegenerative (Sclerosi multipla e neuropatie da farmaci). 1971 Tecnico presso il Laboratorio di Farmacologia Biochimica, Istituto Mario Negri 1980-1981 Visiting Scientist presso il Center for Neurosciences Behavioural Research, Weizmann Institute of Science, Rehovot, Israel 1981-1995 Ricercatore presso il Laboratorio Farmacologia Biochimica, Istituto Mario Negri 1988-1997 Research Fellow presso il Dip. Biochemical Biophysical Sciences, University of Houston, Houston, TX 1993-1995 Research Fellow presso il Dip. Medicine, Case Western Reserve University, Cleveland, OH Dal 1996 Capo del Unità Neuropatie Metaboliche, Istituto Mario Negri. Principali pubblicazioni • Bianchi R., Berti-Mattera L.N., Fiori M.G., Eichberg J.:Correction of altered metabolic activities in sciatic nerves of streptozotocin-induced diabetic rats. Effects of ganglioside treatment. Diabetes 39: 782-788 (1990). • Scarpini E., Bianchi R., Moggio M., Sciacco M., Fiori M.G., Scarlato G.: Decrease of nerve Na+,K+-ATPase activity in the pathogenesis of diabetic neuropathy. J. Neurol. Sci. 120: 159-167 (1993). • Conti G., Scarpini E., Baron P.L., Livraghi S., Tiriticco M., Bianchi R, Vedeler C., Scarlato G.: Macrophage infiltration and death in the nerve during the early phases of experimental diabetic neuropathy: a process concomitant with endoneurial induction of IL-1 and p75NTR. J. Nuerol. Sci. 195: 35-40 (2002) • Bianchi R., Buyukakilli B., Brines M., Savino C., Cavaletti G., Oggioni N., Lauria G., Borgna M., Lombardi R., Cimen B., Comelekoglu U., Kanik A., Tataroglu C., Cerami A., Ghezzi P. Erythropoietin both protects from and reverses experimental diabetic neuropathy. Proc Natl Acad Sci USA 101: 823-828 (2004) • Leist M., Ghezzi P., Grasso G, Bianchi R., Villa P., Fratelli M., Savino C., Bianchi M., Nielsen J., Gerwien J., Kallunki P., Larsen A.K., Helboe L., Christensen S., Pedersen L.O., Nielsen M., Troup L., Sager T., Sfacteria A., Erbayktar S, Erbayktar Z., Gokmen N., Yilmaz O., Cerami-Hand C., Xie, Q-W., Coleman T., Cerami A., Brines M. Erythropoietinderived tissue-protective cytokines that do not bind to the classical erythropoietin receptor. Science, 305(5681) 239-242, 2004. • Savino C., Pedotti R., Baggi F., Furlan R., Ubiali F., Gallo B, Nava S., Bigini P., Barbera S., Fumagalli E., Mennini T., Vezzani A., Rizzi M., Coleman T., Cerami A.,Brines M., Ghezzi P., Bianchi R.Delayed administration of erythropoietin and its non-erythropoietic derivatives ameliorates chronic murine autoimmune encephalomyelitis. Journal of Neuroimmunology, 2005, E-pub December 6, 2005 Maddalena Fratelli si è laureata in Scienze Biologiche nel 1983 presso l’Università di Pisa e diplomata nello stesso anno in Biologia presso la Scuola Normale Superiore di Pisa. Si è specializzata in Ricerca Farmacologica presso l’Istituto Mario Negri nel 1986. Aree di interesse: 1. Sistemi genomici “high-throughput” per lo studio dei meccanismi d’azione dei farmaci e delle farmacoresistenze. 2. Regolazione redox della funzione proteica e dell’espressione genica: profili di espressione genica delle risposte dipendenti dal glutatione allo stimolo ossidativo 1988-1989 Postdoc presso il Medical Research Council, Neurobiology Unit, Cambridge, UK Dal 1995 Capo dell’Unità di Mediatori biochimici dell’infiammazione, Lab. di Neuroimmunologia, Istituto Mario Negri Dal 2005 Capo dell’Unità di Farmacogenomica, Lab. di Biologia Molecolare, Istituto Mario Negri. Principali pubblicazioni • Fratelli M, Goodwin LO, Orom UA, Lombardi S, Tonelli R, Mengozzi M, Ghezzi P. Gene expression profiling reveals a signaling role of glutathione in redox regulation. Proc Natl Acad Sci U S A. 2005;102:13998-4003. • Brines M, Grasso G, Fiordaliso F, Sfacteria A, Ghezzi P, Fratelli M, Latini R, Xie QW, Smart J, Su-Rick CJ, Pobre E, Diaz D, Gomez D, Hand C, Coleman T, Cerami A. Erythropoietin mediates tissue protection through an erythropoietin and common beta-subunit heteroreceptor. Proc Natl Acad Sci U S A. 2004; 101:14907-12. • Leist M, Ghezzi P, Grasso G, Bianchi R, Villa P, Fratelli M, Savino C, Bianchi M, Nielsen J, Gerwien J, Kallunki P, Larsen AK, Helboe L, Christensen S, Pedersen LO, Nielsen M, Torup L, Sager T, Sfacteria A, Erbayraktar S, Erbayraktar Z, Gokmen N, Yilmaz O, Cerami-Hand C, Xie QW, Coleman T, Cerami A, Brines M. Derivatives of erythropoietin that are tissue protective but not erythropoietic. Science. 2004; 305:239-42 • Fratelli M, Minto M, Crespi A, Erba E, Vandenabeele P, Del Soldato P, Ghezzi P. Inhibition of nuclear factor-kappaB by a nitro-derivative of flurbiprofen: a possible mechanism for antiinflammatory and antiproliferative effect. Antioxid Redox Signal. 2003; 5:229-35 • Fratelli M, Demol H, Puype M, Casagrande S, Eberini I, Salmona M, Bonetto V, Mengozzi M, Duffieux F, Miclet E, Bachi A, Vandekerckhove J, Gianazza E, Ghezzi P. Identification by redox proteomics of glutathionylated proteins in oxidatively stressed human T lymphocytes. Proc Natl Acad Sci U S A. 2002; 99:3505-10 RAPPORTO ATTIVITA’ 151 2006 IRFMN • Siren AL, Fratelli M, Brines M, Goemans C, Casagrande S, Lewczuk P, Keenan S, Gleiter C, Pasquali C, Capobianco A, Mennini T, Heumann R, Cerami A, Ehrenreich H, Ghezzi P. Erythropoietin prevents neuronal apoptosis after cerebral ischemia and metabolic stress. Proc Natl Acad Sci U S A. 2001; 98:4044-9. Marco Gobbi si è laureato in Farmacia presso l’Università degli Studi di Milano nel 1989. Le sue principali linee di ricerca sono: 1) studio dei meccanismi presinaptici, come il rilascio e la ricaptazione di neurotrasmettitore nelle terminazioni nervose, con particolare attenzione ai trasportatori localizzati sulla membrana plasmatica; 2) studio dell’aggregazione proteica associata ad alterazioni conformazionali con particolare attenzione alla formazione di amiloide da parte della proteina prionica. Questi aspetti sono indagati con diversi metodiche sperimentali, tra cui la risonanza plasmonica di superficie. Dal 1981 Ricercatore nel Laboratorio di Neurofarmacologia, e successivamente nel Laboratorio di Farmacologia Recettoriale, Istituto Mario Negri. Dal 1989 è responsabile dell’Unità di Trasmissione Sinaptica, Istituto Mario Negri. A partire dal 2006 l’Unità si è trasferita nel laboratorio di Biochimica e Chimica delle Proteine. Co-autore in più di 70 pubblicazioni scientifiche su riviste internazionali soggette a peer-review. Primo o ultimo autore in più di 40 di queste. Revisore per riviste scientifiche internazionali riguardanti Neuroscienze/Neurofarmacologia. Principali pubblicazioni • Gobbi M, Colombo L, Morbin M, Mazzoleni G, Accardo E, Vanoni M, Del Favero E, Cantù L Kirshner DA, Manzoni C, Beeg M, Ceci P, Ubezio P, Forloni G, Tagliavini F, Salmona M. Epub 2005. Gerstmann-Sträussler-Scheinker disease amyloid peptide polymerises according to the “dock-and-lock” model. J Biol Chem, http://www.jbc.org/cgi/doi/10.1074/jbc.M506164200 • Funicello M, Conti P, De Amici M, De Micheli C, Mennini T, Gobbi M. 2004. Dissociation of [3H]L-glutamate uptake from L-glutamate-induced [3H]D-aspartate release by 3-hydroxy-4,5,6,6a-tetrahydro-3aH-pyrrolo[3,4-d]isoxazole-4carboxylic acid and 3-hydroxy-4,5,6,6a-tetrahydro-3aH-pyrrolo[3,4-d]isoxazole-6-carboxylic acid, two conformationally constrained aspartate and glutamate analogs. Mol Pharmacol 66:522-529. • Gobbi M, Moia M, Pirona L, Ceglia I, Reyes-Parada M, Scorza C, Mennini T. 2002. p-Methylthioamphetamine and 1(m-chlorophenyl)piperazine, two non-neurotoxic 5-HT releasers in vivo, differ from neurotoxic amphetamine derivatives in their mode of action at 5-HT nerve endings in vitro. J Neurochem 82:1435-1443. • Gobbi M, DallaValle F, Ciapparelli C, Diomede L, Morazzoni P, Verotta L, Caccia S, Cervo L, Mennini T. 1999. Hypericum perforatum L. extract does not inhibit 5-HT transporter in rat brain cortex. Naunyn Schmiedebergs Arch Pharmacol 360:262-269. • Gobbi M, Gariboldi M, Piwko C, Hoyer D, Sperk G, Vezzani A. 1998. Distinct changes in peptide YY binding to, and mRNA levels of, Y1 and Y2 receptors in the rat hippocampus associated with kindling epileptogenesis. J Neurochem 70:1615-1622. • Crespi D, Mennini T, Gobbi M. 1997. Carrier-dependent and Ca(2+)-dependent 5-HT and dopamine release induced by (+)-amphetamine, 3,4-methylendioxymethamphetamine, p-chloroamphetamine and (+)-fenfluramine. Br J Pharmacol 121:1735-1743. Mineko Terao si è laureata in Farmacia nel 1978 presso la Kobe Women’s College of Pharmacy del Giappone. Le aree di interesse comprendono la Biologia Cellulare e la Biologia Molecolare. 1983 Ph.D. presso la Kyoto University, Giappone. 1982-1983 Research Fellow nel Department of Medical Chemistry, Kyoto University, Giappone 1983-1987 Postdoctoral Associate presso Istitute for Cancer Research di Philadenphia, USA 1987- Visiting Scientist presso l’Istituto Mario Negri Dal 1998 Capo dell’Unità di Struttura e Regolazione del Gene, Istituto Mario Negri. Principali pubblicazioni • Terao M, Kurosaki M, Barzago MM, Varasano E, Boldetti A, Bastone A, Fratelli M, Garattini E. • Avian and canine aldehyde oxidases. Novel insights into the biology and evolution of molybdo-flavoenzymes. • J Biol Chem. 2006 Jul 14;281(28):19748-61 • Garattini E, Parrella E, Diomede L, Gianni M, Kalac Y, Merlini L, Simoni D, Zanier R, Ferrara F F, Chiarucci I, Carminati P,Terao M, Pisano C. ST1926, a novel and orally active retinoid-related molecule inducing apoptosis in myeloid leukemia cells: Modulation of intracellular calcium homeostasis. Blood 2004; 103: 194-207 • Vila R, Kurosaki M, Barzago M M, Kolek M, Bastone A, Colombo L, Salmona M, Terao M, Garattini E. Regulation and biochemistry of mouse molybdo-flavoenzymes. The DBA/2 mouse is selectively deficient in the expression of aldehyde oxidase homologues 1 and 2 and represents a unique source for the purification and characterization of aldehyde oxidase. J Biol Chem 2004; 279: 8668-8683 RAPPORTO ATTIVITA’ 152 2006 IRFMN • • • Kurosaki M, Terao M, Barzago M M, Bastone A, Bernardinello D, Salmona M, Garattini E. The aldehyde oxidase gene cluster in mice and rats: Aldehyde oxidase homologue 3, a novel member of the molybdo-flavoenzyme family with selective expression in the olfactory mucosa. J Biol Chem 2004; 279: 50482-50498 Parrella E, Gianni’ M, Cecconi V, Nigro E, Barzago MM, Rambaldi A, Rochette-Egly C, Terao M and Garattini E. Phosphodiesterase 4 inhibition by piclamilast potentiates the cyto-differentiating action of retinoids in myeloid leukemia cells. J Biol Chem 2004; 279: 42026-42040 Garattini E, Gianni’ M and Terao M. Retinoid related molecules an emerging class of apoptotic agents with promising clinical potential in oncology: pharmacological activity and mechanisms of action. Curr Pharm Design 2004, 10: 433448 Pia Emilia Villa si è laureata in Chimica e Tecnologia Farmaceutiche nel 1975 presso l’Università di Pavia e si è specializzata nel 1978 in Ricerca Farmacologica presso l’Istituto Mario Negri. I suoi interessi scientifici riguardano i fattori fisiopatologici della sepsi e la loro modulazione farmacologica, i meccanismi cellulari e molecolari della neurodegenerazione e neuroprotezione nell’ischemia cerebrale sperimentale. 1976-1992 Borsista presso il Laboratorio di Perfusione di Organi Isolati e Tossicologia, Istituto Mario Negri 1979-1980 Borsista presso il Laboratorio di Coltura di Epatociti, Toxicology Unit, MRC, Carshalton, Surrey 1983 Borsista presso i laboratori Unité de Recherche Hépatologique, Rennes, Francia 1993-1995 Ricercatore presso il laboratorio di Neuroimmunologia, Istituto Mario Negri 1995 ad oggi Capo dell’ Unità Farmacologia dello Shock Settico, Istituto Mario Negri 1982 Membro regolare della Società Italiana di Tossicologia 1992 Membro regolare di Celltox 1996 Membro regolare di International Cytokine Society. Principali pubblicazioni • Villa P, Shaklee CL, Meazza C, Agnello D, Ghezzi P, Senaldi G. Granulocyte colony-stimulating factor and antibiotics in the prophylaxis of a murine model of polymicrobial peritonitis and sepsis. J Infect Dis. 1998; 178: 471-7. • Villa P, Saccani A, Sica A, Ghezzi P. Glutathione protects mice from lethal sepsis by limiting inflammation and potentiating host defense. J Infect Dis. 2002; 185: 1115-20. • Erbayraktar S, Grasso G, Sfacteria A, Xie QW, Coleman T, Kreilgaard M, Torup L, Sager T, Erbayraktar Z, Gokmen N, Yilmaz O, Ghezzi P, Villa P, Fratelli M, Casagrande S, Leist M, Helboe L, Gerwein J, Christensen S, Geist MA, Pedersen LO, Cerami-Hand C, Wuerth JP, Cerami A, Brines M. Asialoerythropoietin is a nonerythropoietic cytokine with broad neuroprotective activity in vivo. Proc Natl Acad Sci U S A. 2003;100 (11):6741-6. • Villa P, Bigini P, Mennini T, Agnello D, Laragione T, Cagnotto A, Viviani B, Marinovich M, Cerami A, Coleman TR, Brines M, Ghezzi P. Erythropoietin selectively attenuates cytokine production and inflammation in cerebral ischemia by targeting neuronal apoptosis. J Exp Med. 2003;198 (6):971-5. • Leist M, Ghezzi P, Grasso G, Bianchi R, Villa P, Fratelli M, Savino C, Bianchi M, Nielsen J, Gerwien J, Kallunki P, Larsen AK, Helboe L, Christensen S, Pedersen LO, Nielsen M, Torup L, Sager T, Sfacteria A, Erbayraktar S, Erbayraktar Z, Gokmen N, Yilmaz O, Cerami-Hand C, Xie QW, Coleman T, Cerami A, Brines M. Derivatives of erythropoietin that are tissue protective but not erythropoietic. Science. 2004;305: 239-42. • Garau A, Bertini R, Colotta F, Casilli F, Bigini P, Cagnotto A, Mennini T, Ghezzi P, Villa P. Neuroprotection with the CXCL8 inhibitor repertaxin in transient brain ischemia. Cytokine. 2005;30:125-31. RAPPORTO ATTIVITA’ 153 2006 IRFMN INTRODUZIONE ALLE ATTIVITA' DEL DIPARTIMENTO Il Dipartimento di Biochimica e Farmacologia Molecolare è composto da sei laboratori con interessi scientifici e scopi di ricerca apparentemente eterogenei fra loro, ma accomunati dallo studio strutturale e funzionale di prodotti genici specifici e farmacologicamente rilevanti. A questo proposito, per l'identificazione di nuove proteine che potrebbero rappresentare dei bersagli per la terapia farmacologica vengono utilizzate le classiche tecniche di biochimica e biologia molecolare. Le potenziali interazioni tra farmaci e proteine sono studiate anche a livello molecolare, utilizzando un'ampia varietà di approcci che vanno dagli studi condotti sugli animali a simulazioni computazionali. SCOPERTE/RISULTATI PRINCIPALI Identificazione delle tetracicline come potenziali agenti terapeutici per il trattamento delle malattie da prioni. Sintesi e caratterizzazione chimico-fisica e biologica di peptidi dedotti dalla sequenza della proteina prionica. Identificazione di una correlazione tra sintesi del colesterolo e produzione di proteina prionica. Identificazione di proteine mediante analisi di spettrometria di massa e ricerca in banca dati. Caratterizzazione del ruolo di Junctional Adhesion Molecule-A (JAM-A) nel controllo della motilità cellulare. Caratterizzazione dell’effetto delle citochine infiammatorie sulla funzione di JAM-A. Sviluppo di un modello cellulare motoneuronale condizionale per lo studio della tossicità della forma mutata G93A di superossido dismutasi 1, presente in pazienti con sclerosi laterale amiotrofica familiare. La presenza nel motoneurone della forma mutata tossica G93A di superossido dismutasi 1 altera il potenziale di membrana e la morfologia dei mitocondri. Condizioni di stress ossidativo o di inibizione della catena mitocondriale di trasporto degli elettroni sono fattori di rischio per i motoneuroni che esprimono forme mutate di superossido dismutasi 1. I mitocondri sono danneggiati dalla forma mutata tossica G93A di superossido dismutasi 1 selettivamente nei motoneuroni. Il danno mitocondriale indotto dalla forma mutata tossica G93A di superossido dismutasi 1 è modulato dal livello di espressione della proteina mutata. Identificazione e caratterizzazione di una nuova classe di retinoidi di sintesi a marcata attività apoptotica sulla cellula neoplastica. Sviluppo pre-clinico in ambito di terapia della leucemia acuta mieloide. Identificazione di nuove combinazioni farmacologiche a base di retinoidi per il trattamento della leucemia acuta mieloide. Clonaggio molecolare dei cDNA e dei geni di quattro nuovi membri della famiglia delle molibdo-flavoproteine di mammifero. Definizione di un nuovo cluster genico sul cromosoma 1 umano e sul cromosoma 2 murino. Sviluppo di animali knock-out per diverse molibdo-flavoproteine: AOX1, AOH1, AOH2, AOH3. Identificazione dell’eritropoietina come agente neuroprotettivo e individuazione di molecole con attività neuroprotettiva in modelli di ischemia cerebrale. Identificazione dell'effetto farmacologico dell'eritropoietina nella neuropatia diabetica. Identificazione di derivati dell'eritropoietina che ne hanno mantenuta le attività neuroprotettive ma perso non quelle emopoietiche. RAPPORTO ATTIVITA’ 154 2006 IRFMN Scoperta di proteine che sono reversibilmente regolate dallo stato di ossidoriduzione mediante un processo detto glutationilazione. L’uso di molecole antiossidanti in modelli di sepsi permette di diminuire la risposta infiammatoria potenziando quella di difesa immunitaria. Identificazione delle proteine esofacciali redox regolate. Identificazione del profilo di espressione genica regolati dai tioli. Il trattamento con un derivato non ematopoietico di Eritropoietina (CEPO) riduce la perdita di motoneuroni e la progressione clinica nel topo wobbler un modello di Sclerosi Laterale Amiotrofica relato ad alterazioni del trasporto vescicolare. Il Riluzolo, un agente anti-glutammatergico, riduce la perdita di motoneuroni e la progressione clinica nel topo wobbler e aumenta l’espressione di BDNF endogeno. Il trattamento con un recettore solubile del TNF nel topo wobbler riduce la degenerazione dei motoneuroni e la fosforilazione delle due principali stress chinasi (p38 e JNK) associate alla stimolazione dei recettori del TNF. Stress ossidativo, attivazione gliale e infiammazione, sono responsabili della retinopatia e delle disfunzioni motorie nel topo mnd, un modello di epilessia mioclonica progressiva legata a una mutazione del gene CLN8. I nostri risultati suggeriscono un ruolo dell’attivazione del “TNF death receptor” nella eziopatogenesi delle lipofuscinosi neuronali ceroidee. L’affinità della pergolide per i recettori umani clonati 5-HT2A e 5-HT2B è simile, e maggiore di quella per il recettore D2L (umano, clonato). Questi risultati, insieme all’evidenza che pergolide agisce come agonista ai recettori 5-HT2A e 5-HT2B, possono spiegare la potenziale tossicità cardio-polmonare mediata dalla attivazione dei recettori 5-HT2B. Studi sul funzionamento dei trasportatori del glutammato (EAATs) hanno permesso di documentare che l’attività rilasciante del glutammato mediata dagli EAATs (trasporto inverso) è funzionalmente dissociata dalla ricaptazione del glutammato stesso. Il dimetil sulfossido, un solvente comunemente utilizzato per sciogliere i composti idrofobici utilizzati per gli esperimenti in vitro, interferisce con l'attività degli agonisti 5-HT6 determinata mediante la metodica di " scintillation proximity assay (SPA)" associata al 35S-GTP-g-S binding, ma non interferisce con il binding del GTP marcato con europio, determinato mediante “fluorescenza in tempo risolto”. COLLABORAZIONI NAZIONALI Advanced Biology Center, Genova Centro Anemie Congenite, Ospedale Maggiore Policlinico, IRCCS, Dip. Medicina Interna, Università di Milano Dip. Anatomia, Farmacologia, Medicina Legale, Università di Torino Dip. Biotecnologie, Università degli Studi di Milano Dip. Chimica Biochimica e Biotecnologie per la Medicina, Università degli Studi di Milano Dip. Chimica Farmaceutica e Tossicologica, Università degli Studi di Milano Dip. Farmaco-Chimico, Università degli Studi di Messina Dip. Farmaco-Chimico-Tecnologico, Università di Siena Dip. Farmacologia Medica, Università degli Studi di Milano Dip. Scienze Biochimiche, Università di Firenze Dip. Scienze Farmaceutiche, Università di Catania Dip. Scienze Farmaceutiche, Università di Genova Dip. Scienze Farmacologiche, Università degli Studi di Milano Dip. Scienze Fisiologiche e Farmacologiche,Università di Pavia Dip. Scienze Molecolari, Università di Milano Dip. Studi pre-clinici, Università degli Studi di Milano RAPPORTO ATTIVITA’ 155 2006 IRFMN Facoltà di Biologia, Università degli Studi di Milano Facoltà di Chimica, Università degli Studi di Milano Facoltà di Chimica, Università di Ferrara GlaxoSmithkline, Verona Harlan, Milano IRCCS Fondazione "Istituto C. Mondino", Laboratorio di Neurobiologia Sperimentale, Pavia Istituto di Biologia Molecolare Buzzati Traverso, Napoli Istituto di Biomedicina e Immunologia Molecolare CNR, Palermo Istituto di Endocrinologia, Centro di Eccellenza per le Malattie Neurodegenerative, Università degli Studi di Milano Istituto di Clinica Neurologica, Ospedale Maggiore Policlinico, Milano Istituto di Neuroscienze C.N.R., Pisa Istituto Nazionale dei Tumori, Milano Istituto Nazionale dei Tumori, Napoli Istituto Nazionale Neurologico "C. Besta", Milano Istituto Oncologico Europeo, Milano Istituto Regina Elena, Roma Newron Pharmaceuticals, Milano Ospedale Maggiore Policlinico, Milano Ospedale Pediatrico Bambino Gesù, Roma Ospedale Pediatrico "Gaslini", Genova Ospedale S. Gerardo, Monza Primo Dipartimento di Ostetricia e Ginecologia, Clinica Mangiagalli, Università di Milano Sigma-Tau, Pomezia, Roma Zambon, Milano COLLABORAZIONI INTERNAZIONALI Babraham Institute, Cambridge, UK Boston College, Boston, MA, USA Case Western Research University, Cleveland, OH, USA Dept. de Biologia Cellular, Fac de Ciences Biologiques, Università di Valencia, Spagna Dept. de Bioquimica, Fac. Medicina/Centro de Investigacion, Hospital Universitario La Fe, Valencia, Spagna Dept. de Quimica-Fisica de Macromoleculas Biologicas, CSIC, Madrid, Spagna Faculdad de Ciencias Medicas, Universidad de Santiago de Chile, Cile Dept. of Biological Chemistry, The Alexander Silberman Institute of Life Sciences, The Hebrew University of Jerusalem, Jerusalem, Israele Flanders Interuniversity Institute for Biotechnology (VIB) University of Gent, Belgio FMP, Berlino, Germania Giessen Polyclinic University, Giessen, Germania Houston University, TX, USA IBSN CNRS, Marseille, Francia Indiana University, Indianapolis, IN, USA Institut de Genetique et Biologie Moleculaire et Cellulaire, Strasbourg, Francia Institute Pasteur, Paris, Francia John Innes Centre, Norwich, Gran Bretagna Kenneth S. Warren Institute, Ossining, NY, USA Max-Planck-Institut für experimentelle Medizin, Göttingen, Germania National Institute of Health, Bethesda, MD, USA RAPPORTO ATTIVITA’ 156 2006 IRFMN Nippon University, Tokyo, Giappone North Shore University Hospital, Manhasset, NY, USA Pepscan System BV, Lelystad, Olanda Polichem S.A., Lugano, Svizzera Stanford University School of Medicine, Stanford, CA, USA Technical University Braunschweig, Germania Trinity College, Dublin, Irlanda Universidad de La Laguna, Tenerife, Spagna Universidaed Nova, Lisbon, Portogallo Universitat des Saarlandes, Homburg, Germania Universitat Freiburg, Germania Universite Paris, Francia Université Victor Segalen Bordeaux 2, Bordeaux, Francia University of Birmingham, Gran Bretagna University of Cardiff, Gran Bretagna University of Colorado, School of Medicine, Denver, CO, USA University of Glasgow, Gran Bretagna University of Gottingen, Germania University of Muenster, Germania University of Southampton, Gran Bretagna University of Sussex, Gran Bretagna University of Vienna, Austria Waring-Webb Institute, University of Colorado, Denver CO, USA Weizmann Institut, Rehovot, Israele Westfaelische Wilhelms-Universitaet Muenster, Germania PRESENZA IN COMITATI EDITORIALI Neurobiology of Lipids (L. Diomede) Neuroimmunomodulation (P. Ghezzi) Newsletters of the International Cytokine Society (P. Ghezzi) European Journal of Cancer (E. Garattini) ATTIVITA' DI REVISIONE American Journal Physiology, Biochemical Journal, Biochemical Pharmacology, Biochimica Biophysica Acta, Brain Research, Cancer Research, Cell Death and Differentiation, Cell Research, Circulation, Drug Investigation, European Journal of Cancer, European Journal of Immunology, European Journal of Neuroscience, International Journal of Cancer, Journal of Cell Biology, Journal of Hepatology, Journal of Immunology, Journal of Investigative Dermatology, Journal of Lipid Mediators, Journal of Neurochemistry, Journal of Translational Medicine, Neuroscience Letters, Pharmacological Research, Physiological Genomics, Proceedings of the National Academy of Sciences, Life Sciences. PRESENZA IN COMMISSIONI NAZIONALI E INTERNAZIONALI Referee per MRC Career Development Award, Medical Research Council, 20 Park Crescent , London W1B1AL, Regno Unito RAPPORTO ATTIVITA’ 157 2006 IRFMN PARTECIPAZIONE AD EVENTI CON CONTRIBUTI DEL DIPARTIMENTO Conferenza: “The Annual Global Conference on Neuroprotection and Neurodegeneration”, “TNFR p55 is involved in motoneuron degeneration in wobbler mice”, 1-3 Marzo, Uppsala, Svezia Workshop: “EMBO-FEBS Workshop. Structure, mechanism of formation and cellular effects of amyloid aggregates”, “Molecular properties and biological effects of different oligomeric states of PRP82-146”, 25-28 Marzo, Firenze, Italia Meeting: “97th Annual Meeting 2006 – American Association for Cancer Research”, “Inhibition of the prolyl-isomerase PIN-1 enhances the cyto-differentiating activity of retinoids in myeloid leukaemia cells”, 1-5 Aprile, Washington, DC, USA Congresso: “32° Congresso dell’Associazione Italiana Ricerca Invecchiamento Cerebrale (AIRIC)”, “P35- ST1859: a potential drug for protein misfolding disorders?”, “Glutamatergic alteration in a transgenic mouse model of Alzheimer disease”, 24-27 Maggio, Roma, Italia Workshop: “4th European ALS Consortium Research Workshop”, “Glutamate uptake by presynaptic compartment and potential role in animal models of neurodegenerative diseases”. 9-11 Giugno, Utrecht, Olanda Congresso: “5th Forum of European Neuroscience”, “TNF-alpha and TNF receptor 1 in retinal and optic nerve degeneration of the CLN8 mutant mouse”, 8-12 Luglio, Vienna, Austria Conferenza: “ICAD - The 10th International Conference on Alzheimer Disease and Related Disorders”, “Treatment of Transmissible Spongiform Encephalophaties with Doxycycline”, 1520 Luglio, Madrid, Spagna Simposia: “XIXth International Symposium on Medicinal Chemistry ISMC 2006”, “Enantiomeric Forms of (±)-HIP-A and (±)-HIP-B: Synthesis and Evaluation of their Activity at the Excitatory Amino Acid Transporters”, “2,3-Benzodiazepine-based noncompetitive AMPAR antagonists: design, synthesis, binding affinity and mechanism of inhibition of the GluR2Qflip homomeric receptor channel”, 29 Agosto – 2 Settembre, Istanbul, Turchia Conferenza: “EuroStemCell International Conference, Advances in Stem Cell Research, Ecole Polytechnique Fédérale de Lausanne”, “Human cord Blood cells reduce symptoms progression and neuromuscular decay in a murine model of motoneuron disease , the wobbler mouse”, 8-10 Settembre, Losanna, Svizzera Congresso: “Molecular and cellular mechanisms of axon degeneration”, “ Effect of all transretinoic acid on the morphology of murine motor neuron-like cell lines”, 10-12 Settembre, Cambridge, UK Congresso: “XXII Congresso Nazionale della Società Chimica Italiana - SCI 2006”, “La chimica e le grandi domande della scienza e della società l’eredità di Avogadro”, “Synthesis and binding properties of new endothelins receptor ligands”, “Synthesis of Endothelin Receptor RAPPORTO ATTIVITA’ 158 2006 IRFMN Affinity of a Novel Class of 2-Substituted-4-aryl-3-quinolinecarboxiyic Acid Derivatives”, 1015 Settembre, Firenze, Italia Conferenza: “14th Euroconference on Apoptosis and 3rd Training course on Concepts and Methods in Programmed Cell Death”, “AMPA receptor activation can induce both apoptotic and necrotic cell death in primary cultured motoneurons”, 29 Settembre- 4 Ottobre, Cagliari. Italia Congresso: “The role and the network/ the fundamental contribution of Camillo Golgi to Modern Neuroscience, Camillo Golgi Nobel Prize centennial, 1906-2006”, “Adult neural stem cells (ANSCs) from the subventricular zone (SVZ) of wobbler motor neuron disease mouse as a model to study the mechanisms leading to neurodegeneration”, “Characterization of the integration, diffusion, survival, differentiation and clinical outcomes of adult neural stem cells transplanted in a murine model of motoneuron disease, the wobbler mouse”, 2-4 Ottobre, Pavia, Italia Conferenza: “Prion 2006” - Strategies, advances and trends towards protection of society”, “Evaluation of the neurotoxic properties of stabilized PrP82-146 oligomers”, “Structure of PrP82-146 aggregates and cross-linked oligomers”, “Studies on the polymerization reactions of Gerstmann-Straussler-Scheinker disease prion peptide using surface plasmon resonance”, “Role of prion neurotoxicity in TSE pathogenesis”, “Use of tetracyclines for therapeutic intervention of transmissible spongiform encephalopathies”, “Analysis of synaptic dysfunction in a transgenic mouse model of inherited prion disease”, 3-6 Ottobre, Torino, Italia Congresso “XXII encuentro cientifico de la Mediteterranea. Nanociencia y nanotecnologia. celebrados en Maò”, “Prion protein aggregation triggered dy acetylcholinesterase: an AF study”, Novembre, Mao, Menorca Simposia: “VI Simposio de Neurobiologia Experimental”, “Acetylcholinesterase proaggregating effects on PrP82-146”, 23 Novembre, Barcellona, Spagna Meeting: “The annual meeting of the Israel Society of Neuroscience (ISFN)”, “Impairment the blood brain barrier upon exposure to prion “, 3-5 Dicembre, Eliat, Israele CONTRIBUTI E CONTRATTI Associazione Italiana Ricerca sul Cancro (AIRC), Milano, Italia Biotecnologie BT - Perugia, Italia Comunità Europea, Bruxelles, Belgio Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR), Palermo, Italia Dompè, L' Aquila, Italia Eurand, Pessano con Bornago, Milano, Italia Fondazione Don Gnocchi, Milano, Italia Fondazione Cariplo, Milano, Italia Fondazione Mariani, Milano, Italia Fondazione Monzino, Milano, Italia Fondazione Weizmann-Pasteur-Negri, Parigi, Francia Indena, Milano, Italia Istituto Auxologico Italiano, Milano, Italia RAPPORTO ATTIVITA’ 159 2006 IRFMN Istituto Nazionale Neurologico "C. Besta", Milano, Italia Kenneth S. Warren Institute, NY, USA Lundbeck A/S, Copenhagen, Danimarca Ministero della Salute, Roma, Italia Ministero dell'Istruzione, Università e Ricerca Scientifica (MIUR), Roma, Italia North Shore University Hospital, NY, USA Perfetti-Van Melle, Lainate (Mi), Italia Sigma Tau, Pomezia (Roma), Italia Telethon, Milano, Italia Università di Firenze, Italia Università di Milano-Bicocca, Italia Università di Siena, Italia Zambon Group, Bresso (Mi), Italia RAPPORTO ATTIVITA’ 160 2006 IRFMN SELEZIONE PUBBLICAZIONI SCIENTIFICHE APPARSE NELL'ANNO 2006 Clos MV, Pera M, Ratia M, Roman S, Camps P, Munoz-Torrero D, Colombo L, Salmona M, Badia A. Effect of acetylcholinesterase inhibitors on AChE-induced PrP106-126 aggregation. J Mol Neurosci. 2006 30(1-2):89-90. Basso M, Massignan T, Samengo G, Cheroni C, De Biasi S, Salmona M, Bendotti C, Bonetto V. Insoluble mutant SOD1 is partly oligoubiquitinated in amyotrophic lateral sclerosis mice. J Biol Chem. 2006 Nov 3;281(44):33325-35. Mariggio S, Bavec A, Natale E, Zizza P, Salmona M, Corda D, Di Girolamo M. Galpha13 mediates activation of the cytosolic phospholipase A2alpha through fine regulation of ERK phosphorylation. Cell Signal. 2006 Dec;18(12):2200-8 Pera M, Roman S, Ratia M, Camps P, Munoz-Torrero D, Colombo L, Manzoni C, Salmona M, Badia A, Clos MV. Acetylcholinesterase triggers the aggregation of PrP 106-126. Biochem Biophys Res Commun. 2006 Jul 21;346(1):89-94. Ricchelli F, Buggio R, Drago D, Salmona M, Forloni G, Negro A, Tognon G, Zatta P. Aggregation/fibrillogenesis of recombinant human prion protein and Gerstmann-Straussler-Scheinker disease peptides in the presence of metal ions. Biochemistry. 2006 May 30;45(21):6724-32. Biasini E, Massignan T, Fioriti L, Rossi V, Dossena S, Salmona M, Forloni G, Bonetto V, Chiesa R. Analysis of the cerebellar proteome in a transgenic mouse model of inherited prion disease reveals preclinical alteration of calcineurin activity. Proteomics. 2006 May;6(9):2823-34. Villa A, Mark AE, Saracino GA, Cosentino U, Pitea D, Moro G, Salmona M. Conformational polymorphism of the PrP106-126 peptide in different environments: a molecular dynamics study. J Phys Chem B Condens Matter Mater Surf Interfaces Biophys. 2006 Jan 26;110(3):1423-8. Ghezzi P, Casagrande S, Massignan T, Basso M, Bellacchio E, Mollica L, Biasini E, Tonelli R, Eberini I, Gianazza E, Dai WW, Fratelli M, Salmona M, Sherry B, Bonetto V. Redox regulation of cyclophilin A by glutathionylation. Proteomics. 2006 Feb;6(3):817-25 Gobbi M, Colombo L, Morbin M, Mazzoleni G, Accardo E, Vanoni M, Del Favero E, Cantu L, Kirschner DA, Manzoni C, Beeg M, Ceci P, Ubezio P, Forloni G, Tagliavini F, Salmona M. Gerstmann-Straussler-Scheinker disease amyloid protein polymerizes according to the "dock-and-lock" model. J Biol Chem. 2006 Jan 13;281(2):843-9. Parrella E, Gianni M, Fratelli M, Barzago MM, Raska I Jr, Diomede L, Kurosaki M, Pisano C, Carminati P, Merlini L, Dallavalle S, Tavecchio M, Rochette-Egly C, Terao M, Garattini E. Antitumor activity of the retinoid-related molecules (E)-3-(4'-hydroxy-3'-adamantylbiphenyl-4-yl)acrylic acid (ST1926) and 6-[3-(1-adamantyl)-4-hydroxyphenyl]-2-naphthalene carboxylic acid (CD437) in F9 teratocarcinoma: Role of retinoic acid receptor gamma and retinoid-independent pathways. Mol Pharmacol. 2006 Sep;70(3):909-24 Terao M, Kurosaki M, Barzago MM, Varasano E, Boldetti A, Bastone A, Fratelli M, Garattini E. Avian and canine aldehyde oxidases. Novel insights into the biology and evolution of molybdo-flavoenzymes. J Biol Chem. 2006 Jul 14;281(28):19748-61 Gianni M, Parrella E, Raska I Jr, Gaillard E, Nigro EA, Gaudon C, Garattini E, Rochette-Egly C. P38MAPKdependent phosphorylation and degradation of SRC-3/AIB1 and RARalpha-mediated transcription. EMBO J. 2006 Feb 22;25(4):739-51 Garattini E, Terao M. Granulocytic maturation in cultures of acute myeloid leukemia is not always accompanied by increased apoptosis. Leuk Res. 2006 May;30(5):519-20. Huang H, Cruz F, Bazzoni G. Junctional adhesion molecule-A regulates cell migration and resistance to shear stress. RAPPORTO ATTIVITA’ 161 2006 IRFMN J Cell Physiol. 2006 Oct;209(1):122-30. Bazzoni G. Endothelial tight junctions: permeable barriers of the vessel wall. Thromb Haemost. 2006 Jan;95(1):36-42. Mennini T, De Paola M, Bigini P, Mastrotto C, Fumagalli E, Barbera S, Mengozzi M, Viviani B, Corsini E, Marinovich M, Torup L, Van Beek J, Leist M, Brines M, Cerami A, Ghezzi P. Nonhematopoietic erythropoietin derivatives prevent motoneuron degeneration in vitro and in vivo. Mol Med. 2006 Jul-Aug;12(7-8):153-60. Laragione T, Gianazza E, Tonelli R, Bigini P, Mennini T, Casoni F, Massignan T, Bonetto V, Ghezzi P. Regulation of redox-sensitive exofacial protein thiols in CHO cells. Biol Chem. 2006 Oct-Nov;387(10-11):1371-6. Bigini P, Gardoni F, Barbera S, Cagnotto A, Fumagalli E, Longhi A, Corsi MM, Di Luca M, Mennini T. Expression of AMPA and NMDA receptor subunits in the cervical spinal cord of wobbler mice. BMC Neurosci. 2006 Oct 26;7:71. Mereghetti I, Cagnotto A, Mennini T. Dimethyl sulfoxide: An antagonist in scintillation proximity assay [(35)S]-GTPgammaS binding to rat 5-HT(6) receptor cloned in HEK-293 cells? J Neurosci Methods. 2006 Oct 16 Elger B, Schneider M, Winter E, Carvelli L, Bonomi M, Fracasso C, Guiso G, Colovic M, Caccia S, Mennini T. Optimized synthesis of AMPA receptor antagonist ZK 187638 and neurobehavioral activity in a mouse model of neuronal ceroid lipofuscinosis. ChemMedChem. 2006 Oct;1(10):1142-8. Beghi E, Bendotti C, Mennini T. New ideas for therapy in ALS: critical considerations. 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J Neuroimmunol. 2006 Mar;172(1-2):27-37 Pittala V, Romeo G, Salerno L, Siracusa MA, Modica M, Materia L, Mereghetti I, Cagnotto A, Mennini T, Marucci G, Angeli P, Russo F. 3-Arylpiperazinylethyl-1H-pyrrolo[2,3-d]pyrimidine-2,4(3H,7H)-dione derivatives as novel, high-affinity and selective alpha(1)-adrenoceptor ligands. Bioorg Med Chem Lett. 2006 Jan 1;16(1):150-3 Inforzato A, Peri G, Doni A, Garlanda C, Mantovani A, Bastone A, Carpentieri A, Amoresano A, Pucci P, Roos A, Daha MR, Vincenti S, Gallo G, Carminati P, De Santis R, Salvatori G. Structure and function of the long pentraxin PTX3 glycosidic moiety: fine-tuning of the interaction with C1q and complement activation. Biochemistry. 2006 Sep 26;45(38):11540-51 Camozzi M, Rusnati M, Bugatti A, Bottazzi B, Mantovani A, Bastone A, Inforzato A, Vincenti S, Bracci L, Mastroianni D, Presta M. Identification of an antiangiogenic FGF2-binding site in the N terminus of the soluble RAPPORTO ATTIVITA’ 162 2006 IRFMN pattern recognition receptor PTX3. J Biol Chem. 2006 Aug 11;281(32):22605-13 Bottazzi B, Bastone A, Doni A, Garlanda C, Valentino S, Deban L, Maina V, Cotena A, Moalli F, Vago L, Salustri A, Romani L, Mantovani A. The long pentraxin PTX3 as a link among innate immunity, inflammation, and female fertility. J Leukoc Biol. 2006 May;79(5):909-12 Villa P, van Beek J, Larsen AK, Gerwien J, Christensen S, Cerami A, Brines M, Leist M, Ghezzi P, Torup L. Reduced functional deficits, neuroinflammation, and secondary tissue damage after treatment of stroke by nonerythropoietic erythropoietin derivatives. J Cereb Blood Flow Metab. 2006 Jul 1 Mengozzi M, Latini R, Salio M, Sfacteria A, Piedimonte G, Gerwien JG, Leist M, Siren AL, Ghezzi P, Chimenti S. Increased erythropoietin production after myocardial infarction in mice. Heart. 2006 Jun;92(6):838-9. Bianchi R, Brines M, Lauria G, Savino C, Gilardini A, Nicolini G, Rodriguez-Menendez V, Oggioni N, Canta A, Penza P, Lombardi R, Minoia C, Ronchi A, Cerami A, Ghezzi P, Cavaletti G. Protective effect of erythropoietin and its carbamylated derivative in experimental Cisplatin peripheral neurotoxicity. Clin Cancer Res. 2006 Apr 15;12(8):2607-12. Garau A, Bertini R, Mosca M, Bizzarri C, Anacardio R, Triulzi S, Allegretti M, Ghezzi P, Villa P. Development of a systemically-active dual CXCR1/CXCR2 allosteric inhibitor and its efficacy in a model of transient cerebral ischemia in the rat. Eur Cytokine Netw. 2006 Mar;17(1):35-41 Coleman TR, Westenfelder C, Togel FE, Yang Y, Hu Z, Swenson L, Leuvenink HG, Ploeg RJ, d'Uscio LV, Katusic ZS, Ghezzi P, Zanetti A, Kaushansky K, Fox NE, Cerami A, Brines M. Cytoprotective doses of erythropoietin or carbamylated erythropoietin have markedly different procoagulant and vasoactive activities. Proc Natl Acad Sci U S A. 2006 Apr 11;103(15):5965-70 Fiordaliso F, Cuccovillo I, Bianchi R, Bai A, Doni M, Salio M, De Angelis N, Ghezzi P, Latini R, Masson S. Cardiovascular oxidative stress is reduced by an ACE inhibitor in a rat model of streptozotocin-induced diabetes. Life Sci. 2006 Jun 6;79(2):121-9. Raimondi A, Mangolini A, Rizzardini M, Tartari S, Massari S, Bendotti C, Francolini M, Borgese N, Cantoni L, Pietrini G. Cell culture models to investigate the selective vulnerability of motoneuronal mitochondria to familial ALS-linked G93ASOD1. Eur J Neurosci. 2006 Jul;24(2):387-99. Rizzardini M, Lupi M, Mangolini A, Babetto E, Ubezio P, Cantoni L. Neurodegeneration induced by complex I inhibition in a cellular model of familial amyotrophic lateral sclerosis. 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RAPPORTO ATTIVITA’ 163 2006 IRFMN ATTIVITA' DI RICERCA Laboratorio di Biochimica e Chimica delle Proteine Metabolismo lipidico e proteina prionica E’ stata recentemente suggerita l'esistenza di una relazione tra livelli di colesterolo e proteina prionica, sebbene il meccanismo cellulare e molecolare che ne è alla base non sia chiaro. L’inibizione della sintesi di colesterolo da parte delle statine, inibitori selettivi dell’enzima 3idrossi-3-metilglutaril coenzima A (HMG-CoA) reduttasi, provoca la riduzione della produzione delle molecole derivate dal mevalonato con il conseguente aumento della produzione di citochine anti-infiammatorie in modelli in vitro e in vivo. La biosintesi e l’uptake del colesterolo è regolato da due fattori di trascrizione, noti come sterol regulatory element binding protein (SREBP-1 e SREBP-2), che promuovono l’attivazione dei geni che codificano per enzimi chiave, come per esempio l’HMG-CoA sintetasi, l’HMG-CoA reduttasi, il farnesil difosfato sintetasi e la squalene sintetasi. Abbiamo dimostrato che la riduzione farmacologica dei livelli cellulari di colesterolo riduce la produzione di proteina prionica. Stress ossidativo e aggregazione proteica nella sclerosi laterale amiotrofica: un approccio proteomico I meccanismi molecolari alla base di malattie neurodegenerative con origine genetica come la sclerosi laterale amiotrofica (SLA) familiare, sono ancora sconosciuti. Ci sono indicazioni che lo stress ossidativo e l’aggregazione proteica abbiano un ruolo importante nella patogenesi di queste malattie. L'Unità di Proteomica dell'Istituto Telethon Dulbecco si propone di studiare questi due aspetti mediante l'analisi proteomica di un modello animale di SLA familiare. In particolare, il gruppo, in collaborazione con il laboratorio di Neurobiologia Molecolare, si è concentrato sull'analisi dei cambiamenti di espressione proteica e di modifiche posttraduzionali, come la nitrazione della tirosina e l’ubiquitinazione, in topi transgenici che sovraesprimono la superossido dismutasi (SOD1) mutata (G93A) umana. Abbiamo analizzato, mediante tecniche di proteomica, il midollo spinale del topo G93A SOD1 in uno stadio presintomatico della malattia, abbiamo identificato le proteine nitrate e quantificato il livello di nitrazione delle singole proteine rispetto a topi controllo sani. Abbiamo rilevato un sostanziale aumento di questa modifica ossidativa a carico di almeno cinque proteine: actina, alfa e gamma enolasi, ATP sintetasi e una proteina chaperone, HSC71. Il malfunzionamento di queste proteine potrebbe avere implicazioni importanti nel metabolismo e catabolismo cellulare e quindi essere alla base dei meccanismi di neurodegenerazione. Inoltre, mediante spettrometria di massa, abbiamo identificato le specifiche tirosine nitrate. E’ stato osservato che, almeno nel caso di enolasi e di gliceraldeide 3-fosfato deidrogenasi, viene nitrata la stessa tirosina dimostrata essere fosforilabile. Questa è un’indicazione importante che fa pensare a un eventuale coinvolgimento della nitrazione nei meccanismi di trasduzione del segnale cellulare mediati da fosforilazione, argomento che merita approfondimento. Per quanto riguarda gli studi sull’aggregazione proteica, abbiamo isolato frazioni proteiche insolubili ai detergenti da midollo spinale di topi G93A SOD1 in una fase avanzata della malattia e stiamo completando la caratterizzazione di tutte le proteine presenti. Questo studio permetterà di identificare i costituenti proteici degli aggregati, tuttora sconosciuti, e quindi contribuire alla comprensione del ruolo delle inclusioni proteiche nella patogenesi della SLA. RAPPORTO ATTIVITA’ 164 2006 IRFMN Studi sulla conformazione della proteina prionica e dei peptidi dedotti dalla sua sequenza primaria Nelle malattie da prioni esiste una relazione tra la formazione di fibrille della Proteina Prionica (PrP) e la citotossicità o le risposte reattive astrogliali. La formazione di fibrille è la conseguenza di un cambiamento conformazionale della proteina nativa che porta alla proteina patologica. Ciò è ritenuto essere di grande importanza nella comparsa e nella progressione delle malattie da prione. La comprensione dei determinanti strutturali alla base di questa trasformazione conformazionale è molto importante per la delucidazione del processo patogenetico. Sorge quindi la necessità di sviluppare dei modelli semplificati in grado di approssimare al meglio la dinamica di questa transizione. A questo proposito abbiamo sviluppato dei peptidi sintetici che rappresentano l’essenza dei domini fibrillogenici della PrP. Utilizzando diverse tecniche chimico-fisiche e biochimiche, conduciamo studi in vitro per determinare le proprietà conformazionali di questi peptidi, e ne valutiamo la struttura secondaria, lo scambio idrogeno-deuterio, la resistenza alla digestione con proteasi, la capacità di aggregazione e le proprietà amiloidogeniche. Questo lavoro fornisce indicazioni qualitative e quantitative sulla plasticità conformazionale dei frammenti di PrP. Meccanismi biochimici e molecolari coinvolti nella tossicità della proteina prionica Lo scopo di questa attività di ricerca è quello di comprendere i meccanismi biochimici e molecolari che determinano la citotossicità o la risposta reattiva astrogliale della Proteina Prionica (PrP). Questo studio prevede l’utilizzo di peptidi sintetici relativi ai domini fibrillogenici della PrP e di alcuni modelli cellulari al fine di stabilire una relazione tra le proprietà chimico-fisiche dei vari peptidi e i loro effetti biologici. Utilizzando tecniche di proteomica, stiamo valutando il pannello di espressione proteica in diversi modelli cellulari dopo trattamento con i peptidi neurotossici. Il riconoscimento e la caratterizzazione delle proteine differenzialmente espresse sono potenzialmente in grado di fornire delle indicazioni sulle vie biochimiche coinvolte nei meccanismi di neurodegenerazione e determinare dei marker biochimici e dei possibili target farmacologici. L’attività, svolta in collaborazione con il Laboratorio di Biologia delle Malattie Neurodegenerative, è volta inoltre ad analizzare la distribuzione sub-cellulare dei peptidi e a identificare i bersagli biologici molecolari intracellulari. Sviluppo di strategie terapeutiche per la cura delle malattie da prione Attualmente non esistono opzioni terapeutiche per il trattamento delle malattie da prione. Pertanto composti in grado di interferire con la formazione delle fibrille possono costituire degli utili candidati terapeutici. Questa attività di ricerca, condotta in collaborazione con il Laboratorio di Biologia delle Malattie Neurodegenerative, ha avuto lo scopo di identificare delle molecole che siano in grado di contrastare la capacità della PrP di formare fibrille. Studi di fibrillogenesi sono stati compiuti utilizzando i peptidi sintetici, PrP106-126 e PrP82-146 che sono stati da noi studiati in passato per la loro peculiarità di avere un alto contenuto di ß-sheet e la capacità di formare delle fibrille amiloidi. Le molecole che sono risultate più promettenti sono state studiate in modelli in vivo della malattia da prioni nel criceto e nel topo. RAPPORTO ATTIVITA’ 165 2006 IRFMN Laboratorio di Biologia Molecolare Nuovi retinoidi ad attività antileucemica I derivati sia naturali che sintetici dell’acido retinoico (retinoidi) sono composti molto promettenti in ambito oncologico. Tali composti svolgono il loro effetto anti-leucemico e anti-tumorale attraverso tre diversi meccanismi: cito-differenziazione, arresto della crescita cellulare e apoptosi (morte cellulare programmata). Tali meccanismi sono parzialmente dissociabili. Esistono, infatti, retinoidi di sintesi a forte effetto antiproliferativo e/o cito-differenziante. Recentemente, abbiamo identificato e caratterizzato una nuova serie di retinoidi dotati di forte e selettivo effetto apoptotico nei confronti della cellula neoplastica. Tali derivati (RRM, retinoid related molecules), originariamente sviluppati come agonisti specifici dei recettori nucleari per l’acido retinoico di tipo gamma (RAR-gamma) inducono apoptosi in diversi tipi di cellule leucemiche e carcinomatose attraverso un meccanismo ancora largamente sconosciuto, che peraltro non sembra prevedere la mediazione da parte di alcuno dei recettori nucleari per l’acido retinoico conosciuti. Gli RRM agiscono attraverso l’attivazione di determinanti molecolari totalmente differenti da quelli di altri agenti chemioterapici e sono attivi non solo in vitro ma anche in vivo su diversi modelli sperimentali di leucemia acuta mieloide. Alcune di queste molecole innovative sono in fase avanzata di sviluppo pre-clinico. Nuove combinazioni farmacologiche a base di retinoidi in ambito di terapia antileucemica Uno degli effetti clinici più significativi dell’acido retinoico è rappresentato dalla capacità di questo composto di favorire la maturazione del blasto leucemico verso un fenotipo più simile a quello della cellula normale. L’utilizzo clinico dell’acido retinoico per il trattamento della leucemia acuta promielocitica rappresenta, al momento, il primo e unico esempio di terapia differenziante in ambito oncologico. Questo tipo di strategia terapeutica ha il vantaggio di essere più facilmente accettata dal paziente oncologico in quanto associata a minore tossicità rispetto ai classici trattamenti chemioterapici a base di farmaci cito-tossici. Nonostante gli eccellenti risultati ottenuti nel caso della leucemia acuta promielocitica, l’utilizzo clinico dell’acido retinoico è ancora limitato a causa di una serie di problemi, tra i quali, la resistenza naturale ed indotta e la tossicità sistemica e locale hanno particolare rilevanza. Una delle possibili strategie perseguibili al fine di aumentare l’indice terapeutico dell’acido retinoico si basa sulla identificazione e l’utilizzo di farmaci in grado di potenziare significativamente l’attività cito-differenziante del retinoide. Abbiamo recentemente dimostrato che una serie di agenti quali il G-CSF, gli interferoni, i derivati del cAMP, gli inibitori della fosfo-diesterasi IV e una serie di altre molecole a meccanismo d’azione ignoto sono in grado di sensibilizzare la cellula neoplastica all’effetto farmacologico dell’acido retinoico. Ci poniamo come obiettivo a lungo termine di valutare la possibilità di utilizzare in ambito clinico le combinazioni di cui sopra e nuove combinazioni in fase di studio. Ci proponiamo, inoltre, di utilizzare tali combinazioni per meglio comprendere i meccanismi molecolari alla base del processo di differenziazione del blasto leucemico indotto dall’acido retinoico e dai suoi derivati. La famiglia delle molibdo-flavoproteine I molibdo-flavoenzimi sono proteine di interesse sia medico che industriale. Essi sono gli unici enzimi che richiedono molibdeno, sotto forma del cofattore molibdenico, per la loro attività catalitica. Da tempo il laboratorio di Biologia Molecolare si occupa della biochimica e della biologia dei molibdo-flavoenzimi nell’uomo e nel mammifero più in generale. In passato, abbiamo contribuito alla identificazione ed alla caratterizzazione strutturale di due molibdo-flavoproteine, l’aldeide ossidasi (AOX1) e la xantina RAPPORTO ATTIVITA’ 166 2006 IRFMN ossidoreduttasi (XOR). Negli ultimi due anni, abbiamo identificato e clonato i cDNA e i geni di tre nuovi molibdo-flavoenzimi (AOH1, AOH2 ed AOH3) nel topo. A lungo termine, i nostri obiettivi principali sono la caratterizzazione strutturale, la definizione della specificità di substrato, la delucidazione del meccanismo di catalisi e della funzione fisio-patologica delle tre nuove proteine. Ci proponiamo inoltre di continuare gli studi di caratterizzazione biochimica e funzionale di AOX1 ed XOR sia di origine umana che murina. Allo scopo di perseguire questi obiettivi, abbiamo recentemente sviluppato linee cellulari in grado di esprimere XOR in maniera condizionale. Abbiamo, infine generato un topo knock-out per i geni codificanti AOH2 e AOH3. Laboratorio di Farmacologia Recettoriale Neurodegenerazione (I) Le proteine sono sintetizzate e riarrangiate nel reticolo endoplasmatico (RE), cui segue il processo di secrezione e dove e un sistema di controllo previene che proteine mal strutturate si dirigano verso altri compartimenti cellulari e ostacolino il normale metabolismo cellulare. Il trasporto di vescicole contenenti proteine continua attraverso l’apparato di Golgi (AG), molto abbondante nei neuroni, e termina a livello di membrana plasmatica, vescicole secretorie e lisosomi. Il processo endocitotico permette alle macromolecole internalizzate di essere degradate mediante digestione enzimatica prima negli endosomi e poi nei lisosomi. Nelle cellule di mammifero, il complesso di proteine associato al Golgi (GARP) è coinvolto nel trasporto retrogrado di endosomi all’AG. Disfunzioni del trasporto vescicolare sono comune a diverse patologie neurodegenerative. Tra la popolazione neuronale i motoneuroni, a causa dell’alta richiesta energetica e delle lunghe ramificazioni assonali, sono, assieme ai neuroni della retina, le cellule più sensibili a perturbazione del trasporto intracellulare. Il Laboratorio di Farmacologia Recettoriale utilizza due modelli murini in cui la neurodegenerazione è associabile a un deficit del trasporto cellulare. Tali modelli generano da mutazioni di geni codificanti proteine localizzate nel RE (il topo mnd) o nel complesso GARP (il topo wobbler). Neurodegenerazione (II): la mutazione di CLN8, una proteina residente nelle membrane del RE, causa lipofuscinosi neuronale ceroidea (NCL) Le NCL sono un gruppo di malattie neurodegenerative dell’infanzia, per le quali non esistono terapie. Le principali manifestazioni cliniche sono: graduale deficit visivo sino a cecità, deterioramento intellettivo e psicomotorio, epilessia e morte prematura. Tra le NCLs si classifica l’epilessia mioclonica progressiva, legata a una mutazione del gene CLN8, che codifica una nuova proteina transmembrana del RE con funzione non ancora nota. Un ortologo del CNL8 è mutato nel topo mnd, caratterizzato da retinopatia precoce e disfunzione motoneuronale tardiva. Il meccanismo con cui la mutazione del CLN8 porta a NCL è sconosciuto a tutt'oggi, ed è argomento d’interesse delle nostre ricerche. Abbiamo descritto riduzione del trasportatore gliale di glutammato GLT-1 nel midollo spinale e aumento della concentrazione plasmatica di glutammato già allo stadio presintomatico nei topi mnd, con incremento della subunità GluR2 dei recettori AMPA e diminuzione della subunità GluR3 nella zona lombare del midollo spinale. Gli antagonisti del recettore AMPA , ZK 187638 (non competitivo), e NBQX (competitivo), migliorano il comportamento motorio nei topi mnd. Abbiamo inoltre riportato aumento di TNF e TNFR1 nel midollo spinale dei topi mnd sin dalla fase presintomatica, con una marcata proliferazione di astrociti e microglia. Il consumo di ossigeno e le funzioni mitocondriali sono diminuite, mentre il livello dei perossidi lipidici derivati dalla reazione con l'acido tiobarbiturico (TBARS) sono aumentati sia nel midollo spinale che nella retina. Il trattamento con L-carnitina ritarda l'inizio dei sintomi motori, RAPPORTO ATTIVITA’ 167 2006 IRFMN accresce le attività degli enzimi miticondriali, aumenta il consumo di l’ossigeno e diminuisce i livelli di TBARS. Al momento abbiamo in corso delle ricerche per valutare i) la sensibilità delle cellule ippocampali e del midollo spinale in coltura a stress specifici del RE, e a stress eccitotossico e ossidativo;ii) il grado di sensibilità dei topi mnd alle convulsioni e l’espressione dei recettori GABAergici e glutammatergici ippocampali; iii) gli effetti dei trattamenti mirati alla stabilizzazione del calcio a livello del RE sulle disfunzioni motoneuronali, sull'eccitabilità neuronale e sulla perdita della vista. Neurodegenerazione (III): la mutazione di VPS54, una proteina del complesso GARP, Causa degenerazione motoneuronale La Sclerosi Laterale Amiotrofica (SLA) è una patologia neurodegenerativa progressiva che coinvolge i motoneuroni del midollo spinale, midollo allungato e corteccia motoria, producendo denervazione, atrofia muscolare e paralisi. La SLA è sporadica in circa il 90% dei casi e i meccansmi eziopatogenetici sono sconosciuti. Il restante 10% è di natura genetica ed è classificato come SLA familiare. In una sottopopolazione di pazienti affetti da forma familiare sono state identificate mutazioni nei geni codificanti l’alsina (ALS2), una proteina avente un dominio funzionale Vps9, e VAPB (ALS8), una proteina che regola il trasporto vescicolare. Una mutazione a livello del gene codificante per Vps54 è stata identificata come responsabile della patologia nel topo wobbler, che ha molte caratteristiche patologiche comuni ai pazienti SLA. Nelle cellule di mammifero Vps54 forma un’eterotrimero con Vps52 e Vps53 per dar luogo al complesso GARP, coinvolto nel trasporto retrogrado dagli endosomi al Golgi. Perciò i topi wobbler sono un modello affidabile per capire la correlazione tra traffico delle vescicole endosomiali e perdita selettiva dei motoneuroni. Abbiamo in corso una serie di esperimenti su colture cellulari neurali ottenute da topi wobbler per valutare eventuali alterazioni del traffico intracellulare e della localizzazione subcellulare del complesso GARP e di altre molecole associate al trasporto cellulare. Per quanto riguarda i trattamenti, abbiamo già descritto come i topi wobbler siano sensibili al riluzolo, in assenza di marcate modificazioni dell’espressioni delle subuntità recettoriali AMPA e NMDA nei motoneuroni in fase sintomatica precoce. E’ stato inoltre osservato un aumento dei livelli di TNF e TRNFR1 nel midollo cervicale di topi wobbler, che li rende responsivi al trattamento con una proteina solubile che lega TNF umano, osservabile mediante una marcata riduzione della progressione clinica, una ridotta perdita di motoneuroni e un’inibizione selettiva delle due principali stress chinasi (p38 e JNK ) associate alla attivazione dei recettori per TNF. Sono stati infine studiati due differenti approcci di terapia cellulare. Le cellule staminali neurali adulte indifferenziate (ottenute in collaborazione con il Dott. Parati, Istituto Besta) hanno prodotto un debole e transiente effetto protettivo a livello di progressione clinica ma hanno ridotto significativamente la perdita di motoneuroni nel topo wobbler. Il trapianto con le cellule ematopoietiche mononucleate da cordone ombelicale umano (in collaborazione con la Dott. Lazzari, Policlinico di Milano), pur non sostituendo i motoneuroni in degenerazione, hanno generato un marcato effetto protettivo rallentando la progressione e la severità dei sintomi e riducendo significativamente la perdita di motoneuroni, l’atrofia muscolare e la risposta neuroinfiammatoria (gliosi reattiva). Neurodegenerazione (IV): studi su colture cellulari L’eccitotossicità mediata dai recettori AMPA è uno degli eventi più importanti della degenerazione dei motoneuroni nella patogenesi della SLA. Nel nostro modello in vitro (colture primarie di motoneuroni da corna ventrali del midollo spinale), agonisti del recettore AMPA sono in grado di indurre processi degenerativi apoptotici o non-apoptotici, dipendendo dalle concentrazioni utilizzate. Attualmente stiamo studiando le principali alterazioni biochimiche coinvolte nei meccanismi neurodegenerativi (come, ad esempio, l’influsso di calcio) e stiamo RAPPORTO ATTIVITA’ 168 2006 IRFMN testando nuovi potenziali trattamenti in grado di interferire selettivamente con ciascuna delle vie di degenerazione. Stiamo anche considerando l’interazione tra eccitotossicità e altri fattori potenzialmente neurotossici, come i mediatori del processo infiammatorio, mediante l’utilizzo di co-colture di motoneuroni su colture di astrociti. Abbiamo evidenziato il ruolo neurotossico di CXCR2, il principale recettore per la chemochina pro-infiammatoria IL-8, e sono in corso studi sugli effetti di TNF- , i cui livelli sono particolarmente alti nel midollo spinale dei modelli animali di neurodegenerazione. Sono inoltre in corso studi su colture primarie di neuroni spinali e ippocampali da topi mnd o controlli con lo scopo di determinare la loro sensibilità ad agonisti e antagonisti dei recettori AMPA, e il ruolo degli astrociti ottenuti dai topi mnd o controlli nell’influenzare la sopravvivenza dei neuroni. Infine sono in corso studi su astrociti derivati da cellule staminali neurali, ottenute da topi wobbler e rispettivi controlli, per valutare l’attività dei trasportatori del glutammato e il loro possible ruolo nella degenerazione dei motoneuroni. Neurofarmacologia (I): studi sui trasportatori del glutammato Un'eccessiva stimolazione dei recettori glutammatergici risulta dannosa per i neuroni e la concentrazione di glutammato viene mantenuta a livello fisiologico mediante un meccanismo attivo di ricaptazione da parte di trasportatori (EAATs) localizzati sulle membrane cellulari di neuroni e glia. E’ attualmente in corso un progetto volto a caratterizzare l’attività e il ruolo del comparto neuronale nel processo di ricaptazione del glutammato. Vengono valutati sia gli aspetti funzionali, mediante saggi biochimici, sia gli aspetti quantitativi, mediante tecniche di western blot di proteine specifiche neuronali o gliali e analisi di citometria di flusso (in collaborazione con il Dott. Bernasconi, Dipartimento di Oncologia, IRFMN). Queste valutazioni vengono effettuate su preparazioni purificate ottenute da midollo spinale di topo. Gli stessi vengono valutati su due diversi modelli animali di degenerazione del motoneurone, il topo wobbler e il topo transgenico SOD1G93A (in collaborazione con la Dott.ssa Bendotti, Dipartimento di Neuroscienze, IRFMN), per valutare il possibile coinvolgimento in patologie neurodegenerative. E' stato anche suggerito che un meccanismo di trasporto inverso (rilascio di glutammato nel versante extracellulare) da parte degli EAATs rappresenti un evento precoce nell'ischemia acuta. Quindi composti che interagiscono con tale meccanismo bloccando gli EAATs potrebbero essere utili nel prevenire l'eccitotossicità indotta da ischemia. Abbiamo in corso un progetto, in collaborazione con il Dott. Gobbi (Unità di Trasmissione Sinaptica, IRFMN) per la caratterizzazione di nuovi derivati dell’aspartato, sintetizzati dal Prof. De Micheli (Università di Milano), con lo scopo di trovare inibitori preferenziali dei meccanismi di rilascio e/o selettivi per i trasportatori neuronali. Si applicano differenti approcci biochimici per distinguere agenti "bloccanti" o "substrati", e si utilizzano preparazioni sinaptosomiali o gliali purificate da cervello e midollo spinale di ratto e cellule HEK 293 che esprimono stabilmente i tre principali EAATs. Neurofarmacologia (II): studi sui recettori Il Laboratorio di Farmacologia Recettoriale collabora da diversi anni con laboratori di chimica farmaceutica per caratterizzare affinità e selettività di nuove molecole sui recettori per i neurotrasmettitori, utilizzando metodiche di “binding” in vitro. I risultati ottenuti sono poi utilizzati per studi di "molecular modeling" (QSAR) e le molecole più interessanti sono oggetto di approfondimento in studi di farmacologia. Abbiamo in corso una collaborazione con il prof. De Micheli (Università di Milano) e la Prof. Grasso (Università di Messina) per lo studio e lo sviluppo di nuovi antagonisti non-competitivi per il recettore AMPA. Un' utile applicazione della metodica di “binding” è anche la possibilità di valutare l' attività agonista/antagonista di composti con affinità per i recettori accoppiati alle proteine G (GPCR), misurando il loro effetto sul binding del 35S-GTP- -S. Attualmente sono in fase di caratterizzazione anche metodi non RAPPORTO ATTIVITA’ 169 2006 IRFMN radioattivi, basati sulla misurazione della “ fluorescenza in tempo risolto”, per determinare l' attivazione dei GPCR in membrane cellulari. Recentemente abbiamo verificato l'effetto del dimetil sulfossido, (DMSO) un solvente comunemente utilizzato per gli esperimenti in vitro per sciogliere i composti idrofobici, con differenti metodiche che prevedono l'utilizzo di cellule eucariotiche HEK293 transfettate con il recettore serotoninergico 5-HT6 di ratto. I risultati ottenuti indicano che il DMSO interferisce con l'attività degli agonisti sul recettore 5-HT6 quando si usa la metodica di " scintillation proximity assay (SPA)" associata al 35S-GTP-g-S binding. Contrariamente il DMSO non interferisce con l'attività agonista su questo recettore se viene usata la metodica che prevede l'utilizzo della "fluorescenza in tempo risolto" associata al binding del GTP marcato con europio. Il laboratorio può inoltre, mediante tecniche di “binding” in autoradiografia, valutare ex vivo l' occupazione recettoriale dopo trattamento acuto o cronico con farmaci. Laboratorio di Neuroimmunologia Regolazione redox Lo studio del cosiddetto stress ossidativo ha portato all’identificazione di fenomeni biochimici che vengono modificati da molecole antiossidanti anche in assenza di stress ossidativo inteso come produzione eccessiva di metaboliti tossici dell’ossigeno (radicali liberi). Si parla perciò di regolazione redox per definire l’insieme delle funzioni cellulari (espressione di geni, attività di enzimi e fattori trascrizionali etc.) che sono in qualche modo modificate dallo stato di redox della cellula, inteso come il rapporto tra specie ossidanti e riducenti (in genere: il rapporto tra glutatione ossidato e ridotto). Il nostro lavoro si focalizza sui meccanismi molecolari con cui piccole variazioni nello stato di redox possono influenzare proteine di vario genere, e in particolare su modificazioni transitorie di cisteine all’interno di proteine a formare ponti disulfuro con altre catene proteiche o con piccole molecole tioliche come il glutatione. Recentemente abbiamo inoltre rivolto la nostra attenzione all'identificazione dello stato di redox delle proteine poste sulla superficie della membrana cellulare in quanto queste hanno spesso funzioni importanti (es: trasportatori, recettori) e sono il primo bersaglio di ossidanti extracellulari. Inoltre, applichiamo tecniche di proteomica e di profiling dell'espressione genica mediante microarrays all'identificazione dei pathways di regolazione redox. Neuroprotezione Le patologie del sistema nervoso, centrale e periferico, studiate in laboratorio sono l’ischemia cerebrale, l’encefalomielite autoimmune e la neuropatia diabetica. Utilizzando modelli animali e culture in vitro cerchiamo di descrivere le interazioni tra morte neuronale ed infiammazione e di intervenire con strategie protettive. Tra queste ultime, stiamo in particolare studiando molecole endogene che hanno mostrato inattese attività antiapoptotiche su cellule neuronali (in particolare l’eritropoietina) e farmaci antiinfiammatori. Laboratorio di Patologia Molecolare Nuovi modelli in vitro per lo studio delle patologie del motoneurone Forme mutate di proteine specifiche svolgono un ruolo preminente in molte patologie neurodegenerative. E’ quindi importante poter riprodurre nei modelli sperimentali l’espressione di queste proteine tossiche. Recentemente è stato ideato un nuovo sistema - noto come pTetOn/pTet-Off - che permette di modulare l’espressione di geni di interesse tramite la presenza di tetracicline. RAPPORTO ATTIVITA’ 170 2006 IRFMN Nel laboratorio di Patologia Molecolare questo sistema è stato applicato a una linea cellulare murina motoneurone-simile (NSC-34) ottenendo nuove linee (che abbiamo chiamato NSC-34 tTA) che esprimono stabilmente la proteina transattivatrice tTA in modo regolato dalla presenza di doxiciclina nel medium di coltura. Queste linee possono essere utilizzate per lo studio dei meccanismi patogenetici di malattie del motoneurone dopo trasfezione transiente/stabile di geni di interesse per queste patologie. Successivamente abbiamo utilizzato una delle linee NSC34-tTA per sviluppare altre linee cellulari in grado di esprimere in modo condizionale la forma mutata G93A della superossido dismutasi 1. Forme mutate di superossido dismutasi 1 sono responsabili di alcune delle forme familiari di sclerosi laterale amiotrofica. Abbiamo stabilizzato queste nuove linee che quindi adesso sono disponibili per studiare gli effetti patologici di forme mutate di superossido dismutasi 1. Nuovi bersagli intracellulari nella degenerazione selettiva del motoneurone nella sclerosi laterale amiotrofica La sclerosi laterale amiotrofica è una patologia del motoneurone ad esito infausto in tempi brevi. Per questa patologia non sono al momento disponibili terapie adeguate. L'identificazione dei meccanismi biochimici e molecolari alterati dalla patologia è una via per favorire la messa a punto di strategie terapeutiche efficaci. Alterazioni della morfologia mitocondriale sono state osservate a stadi precoci della malattia nei terminali dei nervi motori di pazienti e in modelli sperimentali murini. Abbiamo perciò indirizzato i nostri studi a individuare i meccanismi biochimico-molecolari coinvolti nelle alterazioni mitocondriali utilizzando dei modelli cellulari sviluppati appositamente nel laboratorio. In particolare stiamo studiando la tossicità di forme mutate di superossido dismutasi 1, presenti in alcune forme familiari di sclerosi laterale amiotrofica. I risultati ottenuti hanno evidenziato che la proteina mutata altera la morfologia dei mitocondri selettivamente nei moto neuroni. Inoltre la presenza della superossido dismutasi 1 mutata rende i motoneuroni più vulnerabili agli effetti tossici di inibitori della catena mitocondriale di trasporto degli elettroni. L’esposizione ad agenti che alterano l'attività della catena di trasporto degli elettroni possono rappresentare perciò dei fattori di rischio per i motoneuroni di individui portatori di forme mutate di superossido dismutasi 1. La superfamiglia del citocromo P-450 La maggioranza dei farmaci esistenti dipende dall'attività del sistema del citocromo P-450 per porre termine agli effetti biologici o per gli effetti collaterali o per lo scatenamento di reazioni avverse. Il laboratorio di Patologia Molecolare da tempo si occupa dei meccanismi di induzione/degradazione di specifici citocromo P-450 che avvengono in seguito all'assunzione di farmaci o in seguito a patologie. In questa linea di ricerca, l'ultimo argomento studiato è stato l'effetto induttivo degli estratti di Hypericum perforatum (erba di San Giovanni), utilizzati nella cura di forme lievi e moderate di depressione e responsabili di interazioni sfavorevoli con numerosi farmaci. L'attivazione degli enzimi della via metabolica di degradazione dell’eme (isozimi dell’emeossigenasi e della biliverdina reduttasi) come meccanismo protettivo di risposta allo stress Il sistema enzimatico dell’eme ossigenasi (HO) provvede alla degradazione delle molecole contenenti eme (ad esempio citocromi ed emoglobina) e al riciclo del ferro. Recentemente è stato anche evidenziato che i prodotti di questa attività catalitica come il monossido di carbonio e i pigmenti biliari hanno importanti funzioni regolatorie all’interno della cellula. Un aumento della attività enzimatica dell’HO (di solito dovuta all’attivazione dell’isoforma inducibile HO-1) è attualmente considerato un meccanismo protettivo di risposta cellulare a stimoli nocivi diversi. In passato il laboratorio ha identificato le citochine come induttori dell'attività dell'HO e come RAPPORTO ATTIVITA’ 171 2006 IRFMN attivatori trascrizionali di HO-1. Attualmente ci proponiamo di caratterizzare il ruolo di HO-1 dal punto di vista biochimico e funzionale in condizioni di neurodegenerazione. Laboratorio per lo Studio dei Sistemi Biologici Nuovi regolatori della motilità cellulare La motilità delle cellule svolge un ruolo centrale in molti processi biologici sia normali (come lo sviluppo embrionale) che patologici (come la disseminazione delle cellule tumorali). Pertanto, è importante identificare i meccanismi molecolari che regolano la motilità delle cellule. Negli ultimi anni, abbiamo caratterizzato Junctional Adhesion Molecule-A (JAM-A), una molecola di membrana che si localizza alle giunzioni intercellulari di tipo stretto e che lega proteine intracellulari di tipo PDZ. Nel corso di questi studi, abbiamo osservato che l’espressione di JAM-A riduce la motilità cellulare. Inoltre, abbiamo determinato che JAM-A aumenta la stabilità dei microtubuli e la formazione dei punti di contatto adesivo tra la cellula e la matrice extracellulare. Tutti questi cambiamenti funzionali richiedono la presenza di residui aminoacidici che legano proteine di tipo PDZ all’interno della cellula. Queste osservazioni hanno messo in luce un nuovo meccanismo d’inibizione della motilità, che richiede l’interazione di una proteina di membrana con proteine intracellulari di tipo PDZ. Effetto delle citochine infiammatorie su Junctional Adhesion Molecule-A (JAM-A) Nel corso delle risposte infiammatorie, JAM-A contribuisce a regolare il passaggio delle proteine plasmatiche e dei leucociti dal sangue ai tessuti. Sebbene sia noto che la citochina infiammatoria Tumor Necrosis Factor (TNF) induce il disassemblaggio di JAM-A dalle giunzioni intercellulari, il meccanismo d’azione non è ancora stato caratterizzato in dettaglio. Di recente, abbiamo osservato che TNF aumenta la solubilità di JAM-A in detergenti non-ionici e aumenta la quantità di JAM-A alla superficie cellulare che è solubile in questi detergenti. Inoltre, abbiamo osservato (mediante citometria a flusso) che i livelli di JAM-A alla superficie cellulare sono più alti in seguito a trattamento con TNF. Poiché questi livelli più alti di JAM-A derivano dalle giunzioni intercellulari (e non da compartimenti intracellulari), noi proponiamo che TNF induca non solo il disassemblaggio di JAM-A dalle giunzioni (e la sua successiva ridistribuzione sulla superficie cellulare), ma anche la sua dispersione alla superficie in modo tale che JAM-A diviene più facilmente accessibile agli anticorpi utilizzati per l’analisi in citometria. Queste osservazioni sono importanti per evidenziare potenziali meccanismi di regolazione della permeabilità cellulare durante le risposte infiammatorie che potrebbero essere modulate da interventi farmacologici. RAPPORTO ATTIVITA’ 172 2006 IRFMN LABORATORIO POLITICHE REGOLATORIE DEL FARMACO PERSONALE Capo Laboratorio Vittorio BERTELE’, Dr. Med. Chir. RAPPORTO ATTIVITA’ 173 2006 IRFMN CURRICULUM Vittorio Bertele’ è un farmacologo clinico. Si è laureato in Medicina nel 1977 presso l’Università degli Studi di Milano, dove pure si è specializzato in Medicina Interna. E’ stato borsista presso la Harvard Medical School; poi ha lavorato presso l’Università degli Studi di Milano e l’Istituto di Ricerche Farmacologiche “Mario Negri”. Le sue principali aree d’interesse sono state la farmacologia clinica dei farmaci attivi sull’emostasi e sul sistema cardiovascolare1,2, l’epidemiologia degli interventi in campo cardiovascolare, e gli studi clinici di efficacia e di utilizzazione dei farmaci3,4. E’ stato esperto del Committee for Proprietary Medicinal Products (Cpmp) presso l’European Medicine Evaluation Agency (Emea) e membro del Comitato per la negoziazione dei prezzi dei farmaci presso il Ministero della Salute5,6. Attualmente è capo del Laboratorio di Politiche Regolatorie presso l’Istituto “Mario Negri” di Milano, e membro della Commissione Tecnico-scientifica presso l’Agenzia Italiana del Farmaco (Aifa). Principali pubblicazioni • Bertele’ V., Falanga A., Tomasiak M., Dejana E., Cerletti C., De Gaetano G. Platelet thromboxane synthetase inhibitors with low doses of aspirin: Possible resolution of the "aspirin dilemma". Science 1983; 220: 517-519 • Bertele’ V., Falanga A., Tomasiak M., Chiabrando C., Cerletti C., De Gaetano G. Pharmacological inhibition of thromboxane synthetase and platelet aggregation: Modulatory role of cyclooxygenase products. Blood 1984; 63: 14601466 • The i.c.a.i. Group (Gruppo di studio dell'Ischemia cronica Critica degli Arti Inferiori). Prostanoids for chronic critical leg ischemia: A randomized, controlled, open-label trial with prostaglandin E1. Ann Int Med 1999; 130: 412-421 • Collaborative Group of the Primary Prevention Project (PPP). Low-dose aspirin and vitamin E in people at cardiovascular risk: a randomised trial in general practice. Lancet 2001; 357: 89-95 • Garattini S, Bertele’ V. Adjusting regulatory rules to public health needs. Lancet 2001; 358: 64-67 • Garattini S, Bertele’ V, Li Bassi L. How can research ethics committees protect patients better? BMJ 2003; 326:1199– 201 RAPPORTO ATTIVITA’ 174 2006 IRFMN INTRODUZIONE ALLE ATTIVITA' DEL LABORATORIO Valutazione di dossier registrativi di farmaci sottoposti all’autorità regolatoria centrale europea (EMEA) per l’autorizzazione al commercio e successive variazioni dei termini dell’autorizzazione originale (estensione dell’indicazione, nuove informazioni sulla sicurezza dei farmaci, etc). Scuola per esperti nella valutazione critica di dossier di farmaci. Valutazione dell’adeguatezza della legislazione, delle istituzioni e delle procedure regolatorie ai fini della salute pubblica. Cooperazione allo sviluppo e alla soluzione di problematiche regolatorie in Paesi in via di sviluppo. SCOPERTE/RISULTATI PRINCIPALI Pubblicizzazione delle deficienze della legislazione europea sul farmaco e delle proposte per adeguarle alle esigenze di salute pubblica. Valutazione critica della documentazione alla base delle autorizzazioni al commercio dei medicinali. Revisione critica dei criteri per valutare l’innovatività dei nuovi farmaci e l’opportunità della loro ammissione alla rimborsabilità da parte del Servizio Sanitario Nazionale. Formazione di esperti nella valutazione critica di dossier di farmaci. COLLABORAZIONI NAZIONALI Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA) Istituto Superiore di Sanità Assessorato alla Sanità Regione Lombardia RAPPORTO ATTIVITA’ 175 2006 IRFMN COLLABORAZIONI INTERNAZIONALI European Medicine Agency (EMEA) Organizzazione Mondiale della Sanità (Dipartimento dei Farmaci Essenziali e della Politica Farmaceutica) Association of South East Asian Nations (ASEAN) PRESENZA IN COMITATI EDITORIALI Ricerca & Pratica Dialogo sui Farmaci ATTIVITA' DI REVISIONE European Journal of Clinical Pharmacology PRESENZA IN COMMISSIONI NAZIONALI E INTERNAZIONALI Commissione Tecnico Scientifica presso l'Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA) Sottocommissione Procedure Comunitarie presso l'Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA) CONTRIBUTI E CONTRATTI Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA) SELEZIONE PUBBLICAZIONI SCIENTIFICHE APPARSE NELL'ANNO 2006 Joppi R, Bertele' V, Garattini S. Orphan drug development is progressing too slowly. Br J Clin Pharmacol 2006; 61: 355-360 SELEZIONE PUBBLICAZIONI DIVULGATIVE APPARSE NELL'ANNO 2006 Garattini S, Bertele' V. Le false novità della ricerca clinica. Recenti Prog Med 2006; 97: 611-617 RAPPORTO ATTIVITA’ 176 2006 IRFMN ATTIVITA' DI RICERCA Valutazione critica della legislazione europea sui medicinali Pubblicizzazione delle deficienze della legislazione europea sul farmaco e delle proposte per adeguarle alle esigenze di salute pubblica. Attività per la Commissione Tecnico-scientifica dell'AIFA Attività di consulenza per le funzioni dell'Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA) in campo regolatorio per quanto attiene alla qualità, alla sicurezza, all'efficacia e al costo dei farmaci. Attività per la Sottocommissione per le Procedure Europee presso l'AIFA Valutazione dei dossier in appoggio alle richieste di autorizzazione al commercio attraverso procedure di mutuo riconoscimento con l'Italia come Reference o Concerned Member State. Drug Evaluation School (DESch) Il corso triennale mira a formare esperti in grado di valutare le domande di autorizzazione al commercio dei farmaci, in particolare nell’ambito dell’Unione Europea, fornendo loro competenze scientifico-metodologiche e conoscenze sulle normative in campo regolatorio. RAPPORTO ATTIVITA’ 177 2006 IRFMN RAPPORTO ATTIVITA’ 178 2006 IRFMN LABORATORIO PER LA SALUTE MATERNO INFANTILE PERSONALE Capo Laboratorio Maurizio BONATI, Dr.Med.Chir. RAPPORTO ATTIVITA’ 179 2006 IRFMN CURRICULUM Maurizio Bonati si è laureato in Medicina e Chirurgia presso l’Università degli Studi di Milano. Aree di interesse: monitoraggio e valutazione epidemiologica dell’utilizzo e degli effetti dei farmaci e dei vaccini in età pediatrica e in gravidanza; ricerca metodologica nell’ambito dell’assistenza ospedaliera e delle cure primarie pediatriche; promozione e produzione di informazioni sanitarie nella comunità; epidemiologia delle cure pediatriche e perinatali. Ruoli attuali e passati in Istituto e in organizzazioni esterne: 1973-77 Ricercatore presso l’IRFMN, Laboratorio di Neurochimica; 1977-85 assistente ricercatore presso l’IRFMN, Laboratorio di Farmacologia Clinica; 1986-93 capo dell’ Unità di Farmacologia Clinica Perinatale; referente OMS per il Gruppo di Ricerca sull’Utilizzo dei Farmaci (gravidanza, pediatria e allattamento); 1987-92 coordinatore dello Studio Cooperativo Internazionale sull’uso di farmaci in gravidanza, sotto l’auspicio della OMS ed il supporto della CEE; 2000-05 coordinatore dello Studio Cooperativo Europeo: Registro Europeo degli Studi Clinici Pediatrici (DEC-net); dal 1989 Responsabile del Centro di Informazione sul Farmaco e la Salute, CIFS; dal 1993 capo del Laboratorio per la Salute Materno-Infantile all’IRFMN; dal 1997 docente ai Corsi di Formazione Professionale della Regione Lombardia; dal 2000 direttore dello Stage annuale in Cooperazione e Salute Pubblica - Master in Analisi e Gestione di Progetti di Sviluppo dell’Università degli Studi di Milano; dal 2002 direttore di redazione della rivista Ricerca & Pratica; dal 2003 docente titolare della Scuola di Specializzazione in Pediatria dell’Università di Milano Bicocca; docente al corso annuale europeo Evaluation of medicinal products in children promosso da ESDPPP e Eudipharm. Principali pubblicazioni • Impicciatore P, Pandolfini C, Casella N, Bonati M. Reliability of public-oriented health care resources on the World Wide Web the home management of fever in children. BMJ 1997;314: 1875-1881. • Cazzato T, Pandolfini C, Campi R, Bonati M, and the ACP Puglia-Basilicata Working Group. Drug prescribing in outpatient children in Southern Italy. Eur J Clin Pharmacol 2001;57:611-616. • Clavenna A, Pandolfini C, Bonati M. Public disclosure of clinical trials in children. Curr Ther Res 2002;63:707-716. • Pandolfini C, Bonati M. A literature review on off-label drug use in children. Eur J Ped 2005;164: 552-558. • Bonati M, Clavenna A. The epidemiology of psychotropic drug use in children and adolescents. International Review of Psychiatry 2005;17:181-188. • Bonati M, Campi R. What Can We Do To Improve Child Health in Southern Italy? PLos Medicine 2005;2(9):e250. • Santoro E, Rossi V, Pandolfini C, Bonati M. DEC-net: the development of the European Register of Clinical Trials on Medicines for Children. Clinical Trials 2006;3:366-375. RAPPORTO ATTIVITA’ 180 2006 IRFMN INTRODUZIONE ALLE ATTIVITA' DEL LABORATORIO La ricerca, intesa come approccio multidisciplinare per produrre conoscenza, caratterizza l'attività del Laboratorio che si esplica per la partecipazione di operatori sanitari e sociali, madri, bambini e genitori. Il principale obiettivo delle attività svolte dal Laboratorio per la Salute Materno Infantile è quello di contribuire al miglioramento del benessere della madre e del bambino mediante un lavoro interdisciplinare e collettivo nell'ambito della Salute Pubblica. Quattro sono le aree di ricerca: - il monitoraggio e la valutazione epidemiologica dell’uso razionale dei farmaci e dei vaccini; - la ricerca nella pratica ospedaliera e nelle cure primarie; - lo studio delle variabili socio-sanitarie associate alle condizioni di salute dei bambini; - il trasferimento dell’informazione alla comunità. Uno sguardo particolare nello svolgimento delle attività è anche rivolto ai Paesi del Sud del Mondo, attraverso la collaborazione nella stesura e valutazione di progetti di cooperazione in ambito di Salute Pubblica e della ricerca epidemiologica. Oltre all’attività di ricerca formale il Laboratorio è attivo nella partecipazione e organizzazione di iniziative di informazione, formazione e dibattito rivolte sia agli operatori sanitari e sociali che alla popolazione, attinenti alla cura e al prendersi cura della madre e del bambino. Il trasferimento critico e partecipato delle conoscenze scientifiche è stimolo continuo e quotidiano al lavoro che il Laboratorio svolge. Il Centro di Informazione sul Farmaco e la Salute, la cui attività principale è finalizzata all’uso razionale dei farmaci durante l’allattamento e in età pediatrica, è parte del Laboratorio. Nato negli anni ‘70 con lo scopo di promuovere l’attività dei prontuari terapeutici ospedalieri, si è sempre più caratterizzato per l'interesse verso i pazienti/utenti e tutti gli operatori sanitari. COLLABORAZIONI NAZIONALI Agenzia Italiana del Farmaco, (AIFA) Associazione Culturale Pediatri, (ACP) Centro Antiveleni-Unità di Tossicologia Clinica-Ospedali Riuniti di Bergamo Centro per la Salute del Bambino, (CSB) Consorzio Interuniversitario, (CINECA) Federfarma Lombardia Istituto Superiore di Sanità (ISS) Osservatorio Italiano Salute Globale (OISG) Il Pensiero Scientifico Editore Unità Operativa di Neuropsichiatria dell'Infanzia e dell'Adolescenza, Fondazione Policlinico di Milano, (UONPIA) Università degli Studi di Milano- Facoltà di Scienze Politiche Università degli Studi di Milano, Bicocca-Facoltà di Medicina-Clinica Pediatrica RAPPORTO ATTIVITA’ 181 2006 IRFMN COLLABORAZIONI INTERNAZIONALI Agenzia Europea per i Medicinali (EMEA) Centro de Epidemiologia Comunitaria y Medicina Tropical (CECOMET), Ecuador Clinica Infantil Colsubsidio, Bogotà, Colombia European Network Drug Investigation Children (ENDIC) European Society for Developmental Perinatal & Paediatric Pharmacology (ESDPPP) Fundacio Institut Catala de Farmacologia, Barcellona, Spagna Hôpital Robert Debré, Parigi, Francia Hospital Pediatrico Provincial Docente Dr. Eduardo Agramonte Pina, Camaguey, Cuba International Society of Drug Bulletins (ISDB) Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) Unione Europea (UE) Università di Nottingham - Derbyshire Children's Hospital, Derby, UK PRESENZA IN COMITATI EDITORIALI Il Responsabile di Laboratorio, dott. Maurizio Bonati, è presente nei seguenti Comitati Editoriali: Dialogo sui Farmaci, European Journal of Clinical Pharmacology, Paediatric & Perinatal Drug Therapy, Pediatria (Sao Paulo), Quaderni ACP, Ricerca & Pratica, Saludarte. ATTIVITA' DI REVISIONE Archives of Disease in Childhood, Drug Safety, Expert Opinion on Pharmacotherapy, European Journal of Clinical Pharmacology, Major Drug Safety Information on the Internet, Paediatric and Perinatal Drug Therapy, Pediatric Drugs, Pediatrics, Prescrire, The Italian Journal of Pediatrics, The Pediatric Infectious Disease Journal. PRESENZA IN COMMISSIONI NAZIONALI E INTERNAZIONALI Comitato scientifico ADHD – ISS Commissione tecnico-scientifica per la programmazione e verifica delle vaccinazioni - Regione Lombardia Comitato Scientifico del Gruppo di Lavoro “Farmaci e Bambini” - AIFA Commissione tecnica per l'elaborazione, gestione e aggiornamento del Prontuario Terapeutico Regionale (P.T.R.) - Regione Autonoma Valle d'Aosta Gruppo di lavoro Network Italiano Promozione Acido Folico - ISS Gruppo di Lavoro Pediatrico - AIFA Gruppo di Lavoro "Promozione allattamento al seno" - Regione Lombardia Paediatric Expert Group (P.E.G.)- EMEA RAPPORTO ATTIVITA’ 182 2006 IRFMN PARTECIPAZIONE AD EVENTI CON CONTRIBUTI DEL LABORATORIO Febbraio - CÓMO INVESTIGAR IDENTIFICANDO LOS OBETIVOS PRIMARIES. QUÉ ANALIZAN LOS RESULTADOS I LOS MÉTODOS ESTADÍSTICOS SIMPLES. Taller International Salud Infanto Juvenil Camagüey 2006. Direción Provincial de Salud, Camagüey, Cuba. - IMPACT OF COMPLIANCE IN CHILDREN, THE ROLE OF PROPER INFORMATION TO CHILDREN AND PARENTS. Evaluation of medicinal products in children - 4th course. Eudipharm, Bruxelles. Marzo - LA SALUTE MATERNO INFANTILE. Corso “Le Politiche Globali per la Salute”. Osservatorio Globale per la Salute; Melegnano (MI). - MAGGIOR RIGORE NEL MONDO DEI FARMACI. Congresso “Farmaci: tra mito e realtà”. F.I.D.A.P.A. Sezione di Terni; Terni. - PSICOFARMACI E MEDICINA DELL’EVIDENZA NEL BAMBINO E NELL’ADOLESCENTE. Seminari di aggiornamento 2006 “L’Urgenza in Neuropsichiatria dekk’Infanzia e dell’Adolescenza”. Facoltà di Medicina e Pediatria di Varese, Ospedale di Circolo e Fondazione Macchi; Varese. - LA SALUTE INFANTILE IN UN MONDO GLOBALE TRA PROGRAMMA E DIRITTI. Corso di Laurea Infermieristica “La tutela della salute dei bambini dipsrità di risorse e diritti negati”. AO della Valtellina e della Valchiavenna Sez. di Sondrio, Facoltà di Medicina e Chirurgia Università degli Studi Milano-Bicocca; Faedo (SO). - REVISIONE SISTEMICA E METANALISI. Corso: La risoluzione di scenari clinici con il supporto della EBM come strumento di formazione continua per il pediatra. Associazione Culturale Pediatri (ACP); Bologna. Aprile - CRITERI DI VALUTAZIONE DI UNA PUBBLICAZIONE SCIENTIFICA IN GENERE ED APPLICAZIONE AL CAMPO SPECIFICO DELLA PSICOFARMACOLOGIA. Piano Formativo Dipartimentale 2006 “Psicofarmacologia: qualità dell’informazione della lettura scientifica”. Azienda Ospedaliera Ospedale di Circolo di Melegnano; Vizzolo (MI). - LETTURA CRITICA DELLA LETTERATURA SCIENTIFICA.BANCHE DATI BIBLIOGRAFICHE - PERCORSI DI RICERCA. I DATABASE DELLE AGENZIE INTERNAZIONALI: IL GIOCO DEGLI INDICATORI. Corso di perfezionamento in Medicina Tropicale e Salute Internazionale. Università degli Studi di Brescia; Brescia. Maggio - UTILIZZO DEGLI PSICOFARMACI IN ETÀ PEDIATRICA. Congresso. Dipartimento di Medicina Sperimentale Sezione di Farmacologia “L. Donatelli” Centro di Farmacovigilanza e Farmacoepidemiologia - Seconda Università degli Studi di Napoli, Facoltà di Medicina e Chirurgia; Napoli (NA). - L’AIDS UCCIDE L’AFRICA? Incontri: “L’Africa tra noi”. Comune di Ponteranica; Ponteranica (BG). - QUANDO LE EVIDENZE SCARSEGGIANO: I DISTURBI NEUROPSICHIATRICI DELL’Età EVOLUTIVA. Corso “Introduzione alla metodologia della salute mentale basata sulle prove. Dipartimento di Salute Mentale AO Ospedale Niguarda Ca’ Granda; Milano. - APPROPRIATEZZA PRESCRITTIVA IN ANTIBIOTICOTERAPIA. Corso aggiornamento PLS. ASL Milano Due, Dipartimento Cure Primarie; San Donato Milanese (MI). RAPPORTO ATTIVITA’ 183 2006 IRFMN - COMUNICAZIONE SANITARIA VIA INTERNET: SPECIALITA’ PER LA FIBROSI CISTICA. IV Seminario di Primavera “Progressi Recenti e Sviluppi Futuri nella Ricerca sulla Fibrosi Cistica”. Fondazione per la Ricerca sulla Fibrosi Cistica - onlus; Verona. - TRATTAMENTO PEDIATRICO E RELATIVE ESIGENZE TERAPEUTICHE. Corso “Preparazioni pediatriche allestite in farmacia: normativa e protocolli tecnici”. Società Italiana Farmacisti Preparatori; Roma. - REAZIONI AVVERSE IN GRAVIDANZA. REAZIONI AVVERSE IN PEDIATRIA. Master Farmacovigilanza. SEFAP, Milano. - GLI STUDI DIAGNOSTICI. TRA SIGNIFICATIVITA’ STATISTICA E RILEVANZA CLINICA: I LIMITI DELLE EVIDENZE. Corso: La risoluzione di scenari clinici con il supporto della EBM come strumento di formazione continua per il pediatra. Associazione Culturale Pediatri (ACP); Bologna. Giugno - EPIDEMIOLOGY OF PSYCHOTROPIC DRUGS IN ITALY. 10th Biannual Congress Stockholm. European Society for Developmental Perinatal & Paediatric Pharmacology ESDPPP; Stoccolma, Svezia. - IL TRIAL CLINICO: LETTURA E INTERPRETAZIONE. Corso di formazione e aggiornamento “Come interpretare un trial clinico”. Associazione Italiana Informatori Scientifici del Farmaco; Lodi. - LA TERATOGENICITA’ DEI FARMACI ANESTETICI. 4° Congresso Nazionale. Società Italiana di Anestesia Rianimazione Emergenza e Dolore (SIARED); Napoli. Luglio - USE OF ANTIDEPRESSANT DRUGS IN CHILDHOOD AND ADOLESCENCY. Quarta scuola estiva di Neuroscenze “I disturbi depressivi: dalla neurobiologia al trattamento farmacologico”. Federazione delle Società Europee di Farmacologia (EPHAR), Società Italiana di Farmacologia (SIF); Catania. Settembre - 8 PASSI DI PREVENZIONE A TUTELA DELLA SALUTE DEI BAMBINI. Quaderni ACP; camera dei Deputati, Roma - FARMACOTERAPIA IN PEDIATRIA. XXVII Congresso Nazionale SIFO “La prevenzione e la cura del paziente nelle politiche sanitarie regionali”. Società Italiana di farmacia Ospedaliera (SIFO); Genova. Ottobre - ANTIBIOTICI. USO/ABUSO. “62° Congresso Nazionale Società Italiana di Pediatria”. Società Italiana di Pediatria (SIP); Catania. - RICERCA TRASLAZIONALE ED ENDPOINTS SURROGATI. 18° Congresso Nazionale dell’ACP “Il mondo per i bambini”. Associazione Culturale Pediatri (ACP); Asolo, TV. - LA PRESCRIZIONE DEGLI ANTIBIOTICI IN PEDIATRIA: DALL’EPIDEMIOLOGIA ALLEEVIDENZE. Corso d’aggiornamento Pediatri “La terapia antibiotica in pediatria”. Azienda USL Roma C, Regione Lazio; Roma. - OSPEDALE E TERRITORIO. I NOSTRI CASI CLINICI. Congresso. Antonio Cardarelli, Scuola Medica Ospedaliera della Campagna. Napoli. Novembre - LA SALUTE INFANTILE IN UN MONDO GLOBALE TRA PROGRAMMI E DIRITTI NEGATI. Congresso “L’isola che non c’è. Diritti negati ai bambini e ragazzi”. Dipartimento di Psicologia Università Cattolica del Sacro Cuore; Milano. RAPPORTO ATTIVITA’ 184 2006 IRFMN Dicembre - PRODURRE FARMACI PER LE PERSONE SANE: SOGNO O REALTA’. Incontro pubblico “A un bambino darei le ali, ma lascerei che imparasse a volar da solo”. Assessorato ai Diritti della Persona - Comune di Malgrate; Malgrate, Lecco. CONTRIBUTI E CONTRATTI Boehringer Ingelheim CINECA, Consorzio Interuniversitario Unione Europea Fondazione Monzino Il Pensiero Scientifico Editore Regione Lombardia - Assessorato alla Sanità Regione Valle d'Aosta - Assessorato alla Sanità, Salute e Politiche Sociali SELEZIONE PUBBLICAZIONI SCIENTIFICHE APPARSE NELL'ANNO 2006 Bonati M, Breitkreutz J, Choonara I, Hoppu K, Jacqz-Aigrain E, Langhendries JP, Pons G, Rane A, Seyberth H, van den Anker J on behalf of the ENDIC. Paediatric Clinical Pharmacology in Europe. Paed Perinat Drug Ther 2006;7:134-37. Bonati M, Clavenna A, Rossi E, De Rosa M. Antidepressant prescriptions in children and adolescents in general practice. BMJ.com 2006;http://bmj.bmjjournals.com/cgi/eletters/331/7530/1451#125977. Bonati M, Maschi S, Clavenna A. Differences in generic sertraline for children: real or artefact from cost containing to clinical quality of generics use. Eur J Clin Pharmacol 2006;62:1083-85. Bonati M, Pandolfini C. Trial registration, the ICMJE statement, and paediatric journals. Arch Dis Child 2006;91:93. Bonati M, Pandolfini C. Trial registration, the International Committee of Medical Journals Editors statement, and paediatric journals. Pediatr Anesth 2006;16:92-99. Bonati M, Pandolfini C, Rossi V, santoro E, Arnau de Bolos JM, Danes Carreras I, Fuentes Camps I, Castel Llobet JM, Jacqz-Aigrain E, Zarrabian S, Choonara I, Sammons H, Smith C. Registering paediatric clinical trials. Paed Perin Drug Ther 2006;7:170-171. Santoro E, Rossi, V, Pandolfini C, Bonati M. DEC-net: the development of the European Register of Clinical Trials on Medicines for Children. Clinical Trials 2006;3:366-375. Varona Rodriquez F, Bonati M, Reder M, Choonara I. Health care in Cuba. Lancet.com 2006; http://www.thelancet.com/journals/lancet/article/PIIS014067360669171X/comments?page=2&prev=1&totalcommen ts=3#645. RAPPORTO ATTIVITA’ 185 2006 IRFMN SELEZIONE PUBBLICAZIONI DIVULGATIVE APPARSE NELL'ANNO 2006 Bonati M. Guida ai perchè delle scienze infermieristiche. Quaderni ACP 2006;13: 26. Bonati M, Campi R e Gruppo di Lavoro per la Convenzione sui Diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza. I diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza in Italia. In: II rapporto di aggiornamento sul monitoraggio della convenzione sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza in Italia anno 2005-2006. Gruppo di Lavoro per la CRC c/o Save the Children Italia, Roma. 2006;7-70. Bonati M, Campi R. Salute e assistenza. In: I diritti dell’infanzia e dell’adolescenza in Italia. 2° rapporto di aggiornamento sul monitoraggio della convenzione sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza in Italia. Anno 20052006. 2006;25-34. Bonati M, Campi R, Labate L. La ripartizione del Fondo Sanitario Nazionale non dovrebbe anche considerare le disuguaglianze di sviluppo tra le Regioni? R&P 2006; 22:61-64. Bonati M, Clavenna A, Maschi S, Biasini G, Campi R, Labate L, Longoni P, Miselli M, Narducci M, Nobili A, Zanfi D. Le inserzioni pubblicitarie pubblicate sulle riviste del medico di famiglia. R&P 2006;22:65-78. Bonati M, Pandolfini C. Perchè gli studi clinici vanno registrati? @Partecipasalute http://www.partecipasalute.it/partecipa/commenti-001.php:2006. Bonati M, Zuddas A, Panei P, Masi G. Psicofarmaci e bambini. R&P 2006;22:184-188. Centro Informazione sul Farmaco e la Salute. Bambini e Farmaci. Quaderni ACP 2006;13:226. Cerzani M, Pasina L, Clavenna A, Nobili A, Garattini L. Uso dei nuovi farmaci antinfiammatori non steroidei in medicina generale. R&P 2006;22:152-167. Clavenna A. L’ospedale a portata di ... mouse. R&P 2006;22:222-223. Clavenna A, Bonati M. Bambini e Farmaci. Quaderni ACP 2006;13:173. Colombo C, Clavenna A. Farmaci per curare la febbre nei bambini? Meglio usarli con moderazione. @Partecipasalute http://partecipasalute.it/rubrica-1/rubrica017.php:2006. Gangemi M, Siani P, Bonati M. Cultura, intelligenza ed etica al XVII Congresso Nazionale dell’Associazione Culturale Pediatri. Quaderni ACP 2006;13:18-19. Garattini S, Bonati M. L’informazione indipendente sul farmaco: un’urgenza inderogabile. R&P 2006;22:105-107. Gruppo di Lavoro multidisciplinare sul metilfenidato. Disturbo da Deficit di Attenzione con Iperattività (ADHD): le tappe per un uso razionale dei farmaci. BIF 2006;5:197-203. Jacqz-Aigrain E, Zarrabian S, Pandolfini C, Bonati M, Sammons H, Choonara I, Danés I, Fuentes I, Arnau J. DECnet, le registre européen des essais cliniques pédiatriques, est une réalité. An european clinical trial register in the paediatric field: DEC-net. Archives de Pédiatrie 2006;13:333-335. Jacqz-Aigrain E, Zarrabian S, Pandolfini C, Bonati M, Sammons H, Choonara I, Danes I, Fuentes I, Arnau J. Le registre européen des essais clniques pédiatriques est une réalite. [A complete clinical trial register is already a reality in the paediatric field]. Thérapie 2006;61:121-4. Labate L. L’analisi della concordanza. R&P 2006;22:114-118. Maschi S, Clavenna A, Bonati M. Sertralina in età pediatrica: un caso di (dis)equivalenza. Informazione sui Farmaci 2006;30:26-28. Pandolfini C. ProMED-mail. R&P 2006;22:222-223. Pandolfini C, Bonati M. Comunicazione e informazione sanitaria via internet. Come navigare fra i siti web sulla Fibrosi Cistica. In: IV seminario di primavera. Progressi recenti e sviluppi futuri della ricerca in fibrosi cistica. Verona, 20 maggio 2006;21-27. RAPPORTO ATTIVITA’ 186 2006 IRFMN ALTRE PRODUZIONI EDITORIALI PUBBLICATE NEL 2006 Clavenna A, Bonati M. Epidemiological aspects of drug use in children. In: Textbook on paediatric Pharmacology. Jacqz-Aigrain E, Choonara I eds. Taylor & Francis Group, New York 2006;73-83. Pandolfini C, Bonati M. A register of clinical trials in children. In: Textbook on paediatric Pharmacology. JacqzAigrain E, Choonara I eds. Taylor & Francis Group, New York. 2006;63-72. Bonati M. The Italian saga of ADHD and its treatment. In: Lloyd G,Cohen D, Stead J, eds. International Critical Perspective on ADHD. Routledge, Abingdon, Oxon (UK) 2006;128-136. Bonati M, Campi R. La salute materno infantile. In: A caro prezzo. Le diseguaglianze nella salute. 2° Rapporto dell’Ossevatorio Italiano sulla Salute Globale. Edizioni ETS, Sesto Fiorentino (FI) 2006;71-84. Bonati M, Clavenna A. Malattie rare, farmaci orfani, ricerca clinica in pediatria. In: Dermatologia basata sulle prove di efficacia. ed Masson, Milano 2006;376-381. Bonati M, Clavenna A, Rossi E, De Rosa M. Nuovi farmaci e loro utilizzo con piccoli pazienti. Scheda 24. In: 7° Rapporto Nazionale sulla Condizione dell’Infanzia e dell’Adolescenza. Eurispess e Telefono Azzurro, Roma 2006;369-377. ATTIVITA' DI RICERCA Progetto ARNO-Pediatria L’Osservatorio ARNO (http://osservatorioarno.cineca.org), nato nel 1986 dall’esperienza maturata al CINECA (Consorzio Interuniversitario di Bologna; www.cineca.it) attraverso la collaborazione con i servizi farmaceutici delle ASL convenzionate con il sistema ARGO per il monitoraggio on-line dei dati di prescrizione farmaceutica, è un osservatorio multicentrico, distribuito sul territorio, con un approccio epidemiologico orientato alla popolazione e ai problemi. In collaborazione con il Laboratorio per la Salute Materno Infantile dell’Istituto di Ricerche Farmacologiche “Mario Negri” di Milano dal 1998 è attivo il Progetto ARNOPediatria che valuta la prescrizione nelle cure primarie pediatriche. Un milione e mezzo di bambini di età inferiore ai 18 anni (il 15% della popolazione italiana di pari età), per un terzo dei quali il profilo prescrittivo è monitorato da 6 anni, conferisce al Progetto ARNO-Pediatria (ma più in generale a tutta la banca dati ARGO-ARNO) un ruolo di efficiente strumento di esito (la salute dei bambini e dei loro genitori) a disposizione sia degli operatori sanitari che garantiscono l’assistenza clinica nelle cure primarie, sia di quelli preposti alla pianificazione e organizzazione dei servizi assistenziali e delle politiche sanitarie. Uno strumento unico a livello nazionale e raro in quello internazionale. Analizzando i dati raccolti dall’Osservatorio ARNO nel corso dell’anno 2004 è stata effettuata una valutazione del profilo prescrittivi degli psicofarmaci. In tale periodo sono stati prescritti psicofarmaci (antidepressivi e/o antipsicotici) a 4316 (2,9 per mille) bambini e adolescenti; la prevalenza di prescrizione nelle 27 ASL monitorate variava da 0,8‰ a 6‰. Gli antidepressivi sono stati prescritti al 2,4‰ dei bambini e gli antipsicotici allo 0,7‰. Al 6% dei bambini e adolescenti trattati con psicofarmaci sono stati prescritti sia antidepressivi che antipsicotici. Gli antidepressivi sono stati maggiormente prescritti alle ragazze (M/F=0,8), mentre la prevalenza degli antipsicotici è risultata maggiore nei maschi (M/F=2). La prevalenza aumenta RAPPORTO ATTIVITA’ 187 2006 IRFMN con l’età raggiungendo il massimo tra le adolescenti: 8 ragazze su mille tra 14 e 17 anni hanno ricevuto almeno una prescrizione di psicofarmaci. Gli SSRI sono risultati la classe di antidepressivi maggiormente impiegata e sono stati prescritti al 75% dei pazienti in terapia con questi farmaci; il 16% ha ricevuto triciclici e il 16% antidepressivi atipici. Il 2% ha ricevuto antidepressivi appartenenti a due classi diverse. Sono stati prescritti un totale di 16 antidepressivi e 20 antipsicotici. Sertralina e paroxetina sono gli antidepressivi più prescritti (0,5‰), seguiti dal citalopram (0,4‰), mentre tra gli antipsicotici i più prescritti sono il risperidone (0,23‰) e l’olanzapina (0,11‰). La prevalenza della prescrizione di psicofarmaci, è aumentata nel periodo 1998-2004 raggiungendo il picco nel 2002 (3,1‰). L’andamento della prevalenza degli antidepressivi è simile a quello di tutti gli psicofarmaci, mentre la prevalenza di antipsicotici non è variata nel corso degli anni. L’incremento della prescrizione di antidepressivi è dovuto soprattutto agli SSRI, la cui prevalenza è aumentata di 4,5 volte tra il 2000 e il 2002. Registro Europeo degli studi clinici pediatrici Nel 2006 è terminato il progetto DEC-net, sostenuto dall’Unione Europea, per la realizzazione di un registro accurato, aggiornato e libero alla consultazione degli studi clinici pediatrici di farmacoterapia. DEC-net ha raccolto informazioni su oltre 270 studi da quattro paesi (Italia, Francia, Regno Unito e Spagna), un terzo dei quali multinazionali. Il registro ha avuto successo, anche se, rispetto ai principali registri di studi negli adulti, questo è un numero piccolo. DECnet è unico per diverse sue caratteristiche, tra le più importanti il fatto che è dedicato alla popolazione pediatrica e che è multilingue e per questo più facile da usare per il pubblico non professionista. Il fatto che sia orientato ai bambini, però, lo ha escluso dalle iniziative recenti e potenti, anche internazionali. Disporre di un apposito registro internazionale degli studi clinici pediatrici è quindi possibile: compito e interesse della comunità scientifica dargli corso. Gruppo di Lavoro per la “Convenzione sui Diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza” Il Laboratorio per la Salute Materno Infantile è parte del Gruppo di Lavoro per la Convenzione sui Diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza (CRC) in Italia. Costituitosi nel dicembre 2000 con l’obiettivo prioritario di preparare un rapporto sulla condizione dell’infanzia in Italia, supplementare (non alternativo) a quello presentato dal governo italiano e da sottoporre al Comitato ONU sui Diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza. Il primo rapporto è stato presentato a Roma nel 2001 e sottoscritto da 42 associazioni e organizzazioni non governative. Nell’ambito del processo di monitoraggio intrapreso il Gruppo di Lavoro ha deciso di predisporre annualmente un Rapporto di aggiornamento sull’attuazione dei diritti dell’infanzia e dell’adolescenza in Italia e delle relative Raccomandazioni del Comitato ONU, focalizzato su tematiche ritenute prioritarie. Il Rapporto di aggiornamento non vuole essere solo un momento di denuncia sulle carenze del nostro sistema, ma anche un’occasione per avviare un confronto puntuale e costruttivo con le istituzioni che nel nostro Paese sono responsabili delle politiche per l’infanzia e l’adolescenza, e dunque dell’implementazione dei diritti garantiti dalla Convenzione. Nel Rapporto 2006, il secondo rapporto di aggiornamento predisposto dal Gruppo, vengono riprese e aggiornate le tematiche già trattate nel primo in merito alle misure generali di attuazione (capitolo I) e misure speciali per la tutela dei gruppi vulnerabili (capitolo IV), arricchendo l’analisi con ulteriori contributi e approfondimenti. Sono poi stati introdotti due nuovi capitoli relativi alla salute e all’assistenza (capitolo II), all’educazione, gioco e attività culturali (capitolo III). RAPPORTO ATTIVITA’ 188 2006 IRFMN L’auspicio è quello di poter sollecitare e contribuire allo sviluppo di politiche, prassi e riforme legislative che portino a un reale miglioramento della condizione di tutti i minori presenti in Italia. Briantea Paediatric Surveillance Unit Il Laboratorio per la Salute Materno Infantile coordina il gruppo di lavoro Briantea Paediatric Surveillance Unit, a cui partecipano i reparti di Pediatria di 7 ospedali lombardi, con lo scopo di monitorare i ricoveri pediatrici e i percorsi terapeutici-assistenziali per 15 patologie con bassa incidenza/prevalenza, ma rilevanti per la salute pubblica e la ricerca clinica. Nel corso del 2006 sono stati monitorati 87 bambini con: 31 casi di porpora di SchonleinHenoch, 9 casi di porpora trombocitopenica idiomatica, 7 casi di meningiti batteriche e 7 casi di complicanze della varicella. Registro Nazionale ADHD L’autorizzazione all’immissione in commercio del metilfenidato e dell’atomoxetina in Italia, rende necessario il monitoraggio dell’uso di questi farmaci nella popolazione pediatrica affetta da iperattività con deficit d’attenzione (ADHD) al fine di garantire la sicurezza d’uso. E’ stato quindi istituito un Registro Nazionale coordinato dall’Istituto Superiore di Sanità. La cui struttura e attività è stata definita da un Comitato Scientifico di cui fa parte il Laboratorio. Obiettivi del registro: monitorare l’uso del metilfenidato e dell’atomoxetina; valutare la sicurezza e la compliance alla terapia con metilfenidato e atomoxetina, da soli e in associazione ad altri interventi terapeutici (farmacologici e non farmacologici), a medio e lungo termine, in soggetti affetti da ADHD; definire nella popolazione in età scolare quale è la probabilità di sviluppare ADHD; definire le modalità di gestione ottimale dell’ADHD mediante standardizzazione delle procedure diagnostiche e terapeutiche più appropriate; valutare nei bambini in età scolare affetti da ADHD qual è l’effectiveness dei farmaci psicotropi e\o della terapia comportamentale nell’evoluzione dell’ADHD; stimare nei soggetti in età scolare affetti da ADHD qual è il rischio a lungo termine di persistenza della sindrome, di ritardo scolare, di sviluppo di psicosi o altri disturbi psichiatrici. La prima valutazione degli outcome sarà fatta dopo 24 mesi dall’attivazione del registro. Ricerca & Pratica R&P è nata nel gennaio del 1985, come espressione dell'Istituto di Ricerche Farmacologiche "Mario Negri". La rivista è oggi arricchita dalla collaborazione delle più avanzate équipe di ricerca clinica italiana e delle riviste indipendenti nazionali afferenti all'International Society of Drug Bulletins. Come leggere un trial clinico? Come distinguere una vera da una falsa novità nel mercato dei farmaci? Come valutare la qualità degli interventi sanitari? Da 20 anni, R&P contribuisce ad aiutare il lettore a rispondere a questi come ad altri interrogativi, approfondendo argomenti di epidemiologia clinica, statistica medica, farmacologia clinica, interazioni tra farmaci, osservazioni di economia, organizzazione ed epidemiologia sanitaria. Gli aspetti più apprezzati sono l'indipendenza della rivista e dei suoi autori, l'offerta di un palcoscenico per tutti coloro che nell’ambito delle cure primarie raccolgono dati e producono studi con il sincero intento di capire e di migliorarsi, lo sforzo di guardare al di là dei soli aspetti clinici della medicina, senza però mai dimenticare che è alla clinica che i lettori dedicano la maggior parte del proprio tempo e dei propri sforzi. L’impegno di R&P è quello di continuare in questa direzione, allargando ulteriormente gli spazi di attenzione alla medicina e pediatria di famiglia e ai problemi della salute e della sanità pubblica; il tutto con uno sguardo all'Europa. Un osservatorio esclusivo e autonomo che è anche un laboratorio di riflessione, valutazione e informazione attraverso strumenti come l'affidabilità e la rilevanza dei dati, l'equilibrio tra benefici e rischi e tra benefici e costi, l'indipendenza da conflitti di interesse, con l'obiettivo reale di contribuire ad un miglioramento, progressivo ed equamente distribuito, del livello di salute della popolazione. RAPPORTO ATTIVITA’ 189 2006 IRFMN Centro di Informazione sul Farmaco e la Salute (CIFS) Il Centro di Informazione sul Farmaco e la Salute, nato con lo scopo di promuovere l’attività dei prontuari terapeutici ospedalieri, si è sempre più caratterizzato per l'interesse verso i pazienti/utenti e gli operatori sanitari in ambito extra-ospedaliero. Il cuore dell’attività del Centro è rappresentato dal servizio quotidiano di consulenza telefonica, garantita anche ai non specialisti, per ciò che riguarda la terapia farmacologica e bisogni di salute durante l’allattamento e l’età pediatrica; mentre l’attività di informazione sull’uso di farmaci in gravidanza, dal gennaio 2004, viene svolta dal Centro Antiveleni - Unità di Tossicologia Clinica - Ospedali Riuniti di Bergamo, che con il Laboratorio è parte del Dipartimento di Farmacia Clinica e Farmacologia. Tutte le richieste, e le relative risposte, vengono inserite in una banca-dati, così da permettere il monitoraggio dell’attività, sia in termini di rilevazione farmaco-epidemiologica, che di followup dei problemi. Nel corso del 2006, hanno contattato il Centro di Informazione sul Farmaco 948 utenti che hanno posto 1589 quesiti: il 74% sono giunti dai diretti interessati (pazienti o familiari), il 14% da pediatri, il 7% da medici generici o altri specialisti non pediatri, il 5% da altri operatori sanitari. 1309 richieste d’informazione hanno riguardato l’assunzione di farmaci, 280 l’uso di parafarmaceutici, informazioni in generale ed esami diagnostici. Il 95% dei quesiti posti era inerente alla sicurezza d’impiego di farmaci durante l’allattamento, mentre il 5% ha interessato la somministrazione di farmaci a bambini. Sebbene le richieste siano pervenute da tutto il territorio nazionale, la maggioranza è giunta dal Nord (68%), in particolare dalle province di Milano (403) e Brescia (45). Il 18% delle richieste è pervenuto dal Centro Italia e il 13% dal Sud. Master Universitario Nell’ambito del 5° corso interuniversitario finalizzato alla creazione di specialisti in pianificazione e gestione di progetti di cooperazione allo sviluppo (www.eco-dip.unimi.it). Si è svolto presso l’Istituto Mario Negri di Milano, e organizzato dal Laboratorio, lo Stage in Cooperazione e Salute Pubblica della durata di 10 giorni. Lo Stage ha costituito un approfondimento specifico sulle problematiche inerenti la Salute Pubblica nei Paesi del Sud del Mondo, in considerazione della primaria importanza che queste rappresentano per tutta la popolazione mondiale agli inizi del Millennio. Le lezioni teoriche indirizzate a varie tematiche, fra cui il trattamento delle emergenze, i primi soccorsi a bisogni estremi, il problema dell’accesso ai farmaci, misure di salute e benessere, analisi delle condizioni di vita e programmi di intervento e principi di epidemiologia, sono state affiancate da laboratori sperimentali di prove pratiche. Commissione Tecnica per l’elaborazione del Prontuario Terapeutico Regionale La Regione Autonoma Valle d’Aosta ha stipulato una convenzione con l’Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri, affidando al Laboratorio per la Salute Materno Infantile, in qualità di delegato dell’Istituto, un incarico periodico di consulenza per l’espletamento delle seguenti attività: revisione e aggiornamento del Prontuario Terapeutico Regionale (PTR); predisposizione di pareri sui protocolli di sperimentazione di prodotti farmaceutici e di altri rimedi terapeutici; realizzazione di materiale di documentazione sui temi oggetto della collaborazione. RAPPORTO ATTIVITA’ 190 2006 IRFMN Commissione Vaccini Il Laboratorio per la Salute Materno Infantile fa parte della Commissione tecnico consultiva per indirizzare l’attività in materia di profilassi vaccinale. Tale gruppo è denominato “Commissione tecnico-scientifica per la programmazione e verifica delle vaccinazioni” in virtù dei compiti assegnatale. I principali obiettivi sono: elaborazione di strategie vaccinali, sulla base dei profili epidemiologici; valutazione degli interventi in atto, intermini di efficacia protettiva e di effetti indesiderati; promozione di miglioramento qualitativo delle problematiche di gestione vaccinale, compresa l’anagrafe vaccinale. Nel corso del 2006 la Commissione ha elaborato il documento “Scheda per la valutazione degli interventi vaccinali - vaccino antipneumococcico eptavalente” ed ha affrontato la preparazione per il vaccino antimeningococcico. Linee-guida dolore nel bambino La Direzione sanitaria del Presidio Ospedaliero degli Spedali Civili di Brescia ha individuato tra figure mediche e infermieristiche rappresentative di vari reparti pediatrici i componenti di 3 gruppi di lavoro per stilare linee guida inerenti: La valutazione e il trattamento del dolore in un Pronto Soccorso Pediatrico. Somministrazioni antalgiche durante le procedure di venipuntura, posizionamento di agocannula venosa e prelievo capillare nel neonato. Applicazioni antalgiche topiche durante le procedure di venipuntura e posizionamento di agocannula venosa. Il coordinamento scientifico necessario alla stesura e valutazione delle linee guida è stato affidato al Laboratorio per la Salute Materno Infantile. Gruppo di Lavoro “FARMACI E BAMBINI” In data 4 aprile 2006 è stato costituito il Gruppo di Lavoro Pediatrico dell’Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA). Del Gruppo fanno parte, oltre che al Laboratorio per la Salute Materno Infantile, l’ACP, CBS, FIMP, SIFO, SIP, esperti del settore e membri dell’AIFA. Il mandato del Gruppo è di supportare le attività regolatorie, informative, di farmacovigilanza e di promozione alla ricerca clinica indipendente dell’Agenzia per quanto concerne l’uso dei farmaci nella popolazione pediatrica. La Cooperazione con i Paesi a risorse limitate Attività regolatoria. Nell'ambito di un ampio progetto promosso dall'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) volto a incrementare un uso più razionale dei medicinali, in passato, sono stati organizzati in diversi Paesi corsi formali sulle strategie di valutazione delle informazioni e delle evidenze disponibili per la registrazione dei farmaci. L'attività, rivolta alle Agenzie regolatorie nazionali, prevede anche l'attivazione di progetti formali internazionali di ricerca farmacoepidemiologica. In tale contesto nel 2006 il Laboratorio ha ospitato per brevi periodi di formazione operatori sanitari provenienti dal Brasile e dai Balcani. Diminuzione dell’alta mortalità materna nel Municipio di Tinguipaya, Dipartimento di Potosì Il programma, iniziato nel gennaio 2005, della durata di 2 anni, con un contributo della Regione Lombardia, che prevede di migliorare lo stato di salute delle donne durante la gravidanza e delle giovani madri favorendo l’accesso ai centri di salute attraverso azioni che contribuiscano a creare un’integrazione tra il sistema medico ufficiale e il sistema medico tradizionale e comunitario. Il Laboratorio per la Salute Materno Infantile è partner scientifico e operativo in Italia del progetto. RAPPORTO ATTIVITA’ 191 2006 IRFMN Taller Internacional Salud Infanto Juvenil Camagüey 2006 In febbraio si è tenuto a Camagüey il primo corso internazionale sulla salute del bambino a Cuba. All’evento, alla cui realizzazione ha contribuito anche il laboratorio, hanno partecipato 20 delegati più i relatori. Obiettivi del corso: conoscenza del sistema sanitario cubano per l’assistenza pediatrica; incoraggiare e supportare i medici locali alla “ricerca” e a pubblicare in merito. Ecuador Il Laboratorio per la Salute Materno Infantile in qualità di supervisore scientifico epidemiologico e il ruolo di Organizzazione partner, partecipa dal 2005 al progetto denominato “Progetto di riduzione della mortalità materna e perinatale nel Canton S. Lorenzo-Regione di Esmeraldas-Ecuador”, coordinato dalla ULSS 22 di Bussolengo (VR) nell’ambito dell’attuazione degli interventi di cooperazione decentrata allo sviluppo e solidarietà internazionale. Fanno parte delle attività del Laboratorio, sempre in Ecuador, altri 2 progetti di collaborazione con il Cecomet (Centro de Epidemiologia comunitaria y Medicina tropical) nel distretto sanitario di Bourbon, localizzato al nord della provincia di Esmeraldas, zona rurale dell’Ecuador. “Migliorare la copertura vaccinale lungo i fiumi Rio Santiago e Rio Cayapas”; “Ridurre la mortalità infantile mediante supplementazione di vitamine ed elementi nutrizionali”. Colombia Il Premio Colsubsidio de Investigatión en Pediatria, è nato in Colombia nel 1992, con l’obiettivo di promuovere e sviluppare ricerche nell’area della salute infantile. Di esplicito orientamento sociale e comunitario, il Premio è rivolto agli operatori dei paesi del centro e sud America con la finalità di creare una rete di scambio di conoscenze, analisi, studio ed equità per la salute dei bambini. Una rete che congiunge il concetto etico di solidarietà e la responsabilità sociale e professionale. Il Premio è indetto dal Colsubsidio (Caja Colombiana de Subsidio Familiar) una cassa sociale privata che conta oltre 850.000 soci senza fini di lucro, che dal 1957 svolge la propria attività sociale, sanitaria ed economica con professionalità ed alta qualità in diversi settori della società colombiana. Per l’edizione del 2006 sono stati invitati 87 lavori provenienti da diverse nazioni, per oltre 200 autori che una giuria internazionale (Maurizio Bonati, Italia; Celia Beatriz Gianotti, Brasile; Raúl Mercer, Argentina; Sergio Riestra, Messico; Gloria Arias e Mauricio Palau, Colombia) ha valutato e premiato. Gli abstracts e i testi integrali dei lavori premiati sono pubblicati sulla rivista Saludarte RAPPORTO ATTIVITA’ 192 2006 IRFMN LABORATORIO EPIDEMIOLOGIA GENERALE PERSONALE Capo Laboratorio Carlo LA VECCHIA, Dr.Med.Chir. Unità di Epidemiologia dei Tumori Capo Unità Cristina BOSETTI, Dr.Mat. Unità delle Malattie Croniche Capo Unità Alessandra TAVANI, Dr.Sci.Biol. Unità di Metodologia Epidemiologica Capo Unità Eva NEGRI, Dr.Mat. Unità di Stili di Vita e Prevenzione Capo Unità Liliane CHATENOUD, Dr.Sci.Biol. RAPPORTO ATTIVITA’ 193 2006 IRFMN CURRICULA Carlo La Vecchia è laureato in Medicina presso l’Università di Milano, ha ricevuto un Master in Medicina Clinica (Epidemiologia) dall’Università di Oxford e un diploma in Ricerca Farmacologica dall’Istituto “Mario Negri” di Milano. Esperienze lavorative: Il Prof. Carlo La Vecchia è Capo del Laboratorio di Epidemiologia dell’Istituto di Ricerche Farmacologiche “Mario Negri” di Milano, Professore Associato di Epidemiologia all’Università di Milano. E’ inoltre Professore Straordinario di Epidemiologia, Istituto di Medicina Sociale e Preventiva, Università di Losanna, Svizzera (dal 2002) e Adjunct Professor of Medicine, School of Medicine, Vanderbilt University, Nashville, TN (2002-2005). Il Prof. La Vecchia è stato Professore Associato Aggiunto di Epidemiologia alla Harvard School of Public Health (1996-2001), Honorary and Senior Lecturer in Medicina Stomatologica alla Eastman Dental Institute, University College London (1996-2003). E’ consulente temporaneo alla International Agency for Research on Cancer, IARC/OMS di Lione e all’OMS a Ginevra; è iscritto all’Ordine dei Medici e dei Giornalisti di Milano e Editor Associato di: European J. of Cancer Prevention. E’ membro dell’Editorial Board di: American J. of Epidemiology, Asian Pacific J. of Cancer Prevention, Cancer Causes and Control, Current Cancer Therapy Reviews, Digestive and Liver Disease, Economia Politica del Farmaco, European J. of Cancer, European J. of Cancer Prevention, European J. of Clinical Nutrition, European J. of Nutrition, Scope Oncology & Haematology, Int. J. Cancer, J. of Nephrology, Nutrition and Cancer, Oncology, Oral Oncology, Revisiones en Ginecología y Obstetricia, Revista Española de Nutrición Comunitaria, Revue d'Epidémiologie et de Santé Publique, Sozial und Praeventivmedizin, The Lancet (edizione italiana), Tumori, Alimentazione e Prevenzione. Nel 1993 ha ricevuto il premio Glaxo per le pubblicazioni mediche. E’ autore/coautore di oltre 1300 pubblicazioni, che hanno ricevuto oltre 21.000 citazioni. Cristina Bosetti si è laureata in Matematica presso l’Università degli Studi di Milano (1994) e si è specializzata in Ricerca Farmacologica presso l’Istituto di Ricerche Farmacologiche “Mario Negri”, Milano (1999). Aree di interesse: Epidemiologia dei tumori, malattie cardiovascolari e altre patologie croniche. Analisi dei rischi associati a dieta, consumo di alcol e di tabacco, fattori riproduttivi e ormonali ed esposizioni occupazionali e ambientali a sostanze tossiche, attraverso l’applicazione di modelli lineari generalizzati. E’ autore/ coautore di oltre 130 pubblicazioni su questi argomenti su riviste scientifiche indicizzate. Esperienze lavorative: Capo Unità “Epidemiologia dei Tumori”, Laboratorio Epidemiologia (sett. 2005-); Ricercatrice presso il Laboratorio di Epidemiologia (1998-2005); Ricercatrice presso il Laboratorio di Salute Materno Infantile (1996-1997). Pubblicazioni selezionate • Bosetti C, Malvezzi M, Chatenoud L, Negri E, Levi F, La Vecchia C. Trends in cancer mortality in the Americas, 19702000. Ann Oncol 2005; 16: 489-511. • Bosetti C, Spertini L, Parpinel M T, Gnagnarella P, Lagiou P, Negri E, et al. Flavonoids and breast cancer risk in Italy. Cancer Epidemiol Biomarkers Prev 2005; 14: 805-808. • Bosetti C, Micelotta S, Dal Maso L, Talamini R, Montella M, Negri E, et al. Food groups and risk of prostate cancer in Italy. Int J Cancer 2004; 110: 424-428. • Bosetti C, Negri E, Kolonel L, Ron E, Franceschi S, Preston-Martin S, et al. A pooled analysis of case-control studies of thyroid cancer. VII. Cruciferous and other vegetables (International). Cancer Causes Control 2002; 13: 765-775. • Smith J S, Herrero R, Bosetti C, Munoz N, Bosch F X, Eluf-Neto J, et al. IARC Multicentric Cervical Cancer Study Group Herpes simplex virus-2 as a human papillomavirus cofactor in the etiology of invasive cervical cancer. J Natl Cancer Inst 2002; 94: 1604-1613. RAPPORTO ATTIVITA’ 194 2006 IRFMN Liliane Chatenoud si è laureata in Scienze Biologiche presso l’Università degli Studi di Milano (1987); ha conseguito il titolo di Specialista in Statistica Sanitaria presso l’Università degli Studi di Milano (1995). Aree di interesse: Dermatoepidemiologia, epidemiologia dei tumori (Studi caso-controllo). Analisi degli andamenti temporali e della distribuzione geografica della mortalità perinatale, tumori ed altre condizioni. Coautore/autore di oltre 100 pubblicazioni su riviste di interesse internazionale dal 1994 ad oggi. Esperienze lavorative: Capo dell’Unità di Stili di Vita e Prevenzione, Laboratorio di Epidemiologia (sett. 2005-); ricercatrice presso il Laboratorio di Epidemiologia (1993-2005); Biometrista junior presso la Bracco S.p.A. (1988-1990). Pubblicazioni selezionate • Chatenoud L, Mosconi P, Malvezzi M, Colombo P, La Vecchia C, Apolone G. Impact of a major thermoelectric plant on self-perceived health status. Prev Med. 2005;41:328-33. • Naldi L, Chatenoud L, Linder D, Belloni Fortina A, Peserico A, Virgili AR, et al. Cigarette smoking, body mass index, and stressful life events as risk factors for psoriasis: results from an Italian case-control study. J Invest Dermatol. 2005;125:61-7. • Bosetti C, Malvezzi M, Chatenoud L, Negri E, Levi F, La Vecchia C. Trends in cancer mortality in the Americas, 19702000. Ann Oncol 2005; 16: 489-511. • Chatenoud L, Tavani A, La Vecchia C, Jacobs D R, Negri E, Levi F, Franceschi S. Whole grain food intake and cancer risk. Int J Cancer 1998; 77: 24-28. • Chatenoud L, Parazzini F, Di Cintio E, Zanconato G, Benzi G, Bortolus R, La Vecchia C. Paternal and maternal smoking habits before conception and during the first trimester: Relation to spontaneous abortion. Ann Epidemiol 1998; 8: 520526. Eva Negri si è laureata in Matematica presso l’Università degli Studi di Milano nel 1985. Aree di interesse: Disegno, conduzione e analisi di studi epidemiologici su patologie croniche (es. cancro e infarto miocardico) e incidenti, analisi della mortalità di coorti di lavoratori, analisi di andamenti temporali e della distribuzione geografica della mortalità per tumori, malattie cardiovascolari, incidenti e altre patologie selezionate, analisi di indagini nazionali sulla salute, applicazione di tecniche di modellizzazione lineare all’analisi di dati epidemiologici, ri-analisi collaborative e meta-analisi di studi epidemiologici. Premi: Borsa di studio della Comunità Europea per lo studio dell’Epidemiologia (1988) Esperienze lavorative: Dal 1992: Capo dell’Unità di metodologia Epidemiologica del Laboratorio di Epidemiologia, nel 1990-92 Ricercatore presso il Laboratorio di Epidemiologia; 1984-1990 Collaboratore presso il Laboratorio di Epidemiologia. Pubblicazioni selezionate • Negri E, La Vecchia C, Pelucchi C, Tavani A The risk of acute myocardial infarction after stopping drinking Prev Med 2005; 40: 725-728 • Negri E, Pelucchi C, Talamini R, Montella M, Gallus S, Bosetti C, Franceschi S, La Vecchia C Family history of cancer and the risk of prostate cancer and benign prostatic hyperplasia Int J Cancer 2005; 114: 648-652 • Negri E, Little D, Boiocchi M, La Vecchia C, Franceschi S. B-cell non-Hodgkin's lymphoma and hepatitis C virus infection: A systematic review Int J Cancer 2004; 111: 1-8 • Negri E, Ron E, Franceschi S, La Vecchia C, Preston-Martin S, Kolonel L, et al. Risk factors for medullary thyroid carcinoma: A pooled analysis Cancer Causes Control 2002; 13: 365-372 • Levi F, La Vecchia C, Boyle P, Lucchini F, Negri E Western and eastern European trends in testicular cancer mortality Lancet 2001; 357: 1853-1854 RAPPORTO ATTIVITA’ 195 2006 IRFMN Alessandra Tavani: laurea in Scienze Biologiche, Università di Milano (luglio 1977); Specialista in Ricerche Farmacologiche, Istituto di Ricerche Farmacologiche “Mario Negri” (luglio 1979). Esperienze lavorative: 1979-81: Ricercatrice nel laboratorio di Metabolismo dei Farmaci, Istituto di Ricerche Farmacologiche “Mario Negri”. 1981: Ricercatrice nella “Unit for Research on Addictive Drugs” (direttore prof. H.W. Kosterlitz), Università di Aberdeen, Scozia, U.K. 1982-1990: Capo dell’Unità di Neurofarmacologia degli Oppioidi, Istituto di Ricerche Farmacologiche “Mario Negri” 1990: Ricercatrice nell’Unità di Farmacologia Clinica Perinatale, Istituto di Ricerche Farmacologiche “Mario Negri”. Dal 1991: Capo dell’Unità di Epidemiologia delle Malattie Croniche del laboratorio di Epidemiologia, Istituto di Ricerche Farmacologiche “Mario Negri”. Premi: "Rafaelsen Scholar Award" dal Collegium Internationale Neuro-Psychopharmacologicum (CINP), 16th Meeting, Monaco (F.R.G.), 1988. Area di interesse: Epidemiologia dei tumori e delle malattie coronariche. Pubblicazioni selezionate • Tavani A, Negri E, Franceschi S, Talamini R, Serraino D, La Vecchia C. Hair dye use and risk of lymphoid neoplasms and soft tissue sarcomas. Int J Cancer 2005; 113: 629-631 • Tavani A, Bravi F, Bosetti C, Franceschi S, Levi F, Talamini R, La Vecchia C. Diabetes mellitus and subsite-specific colorectal cancer risks in the Iowa Women's Health Study. Cancer Epidemiol Biomarkers Prev 2005; 14: 2277 • Tavani A, Pelucchi C, Parpinel M T, Negri E, Franceschi S, Levi F, La Vecchia C. n-3 Polyunsaturated fatty acid intake and cancer risk in Italy and Switzerland. Int J Cancer 2003; 105: 113-116 • Herrero R, Castellsague X, Pawlita M, Lissowska J, Kee F, Balaram P, Rajkumar T, Sridhar H, Rose B, Pintos J, Fernandez L, Idris A, Sanchez M J, Nieto A, Talamini R, Tavani A, et al. Human papillomavirus and oral cancer: The International Agency for Research on Cancer Multicenter Study. J Natl Cancer Inst 2003; 95: 1772-1783 • Tavani A, Pelucchi C, Negri E, Bertuzzi M, La Vecchia C. n-3 polyunsaturated fatty acids, fish, and nonfatal acute myocardial infarction. Circulation 2001; 104: 2269-2272 RAPPORTO ATTIVITA’ 196 2006 IRFMN INTRODUZIONE ALLE ATTIVITA' DEL LABORATORIO Il laboratorio di Epidemiologia si occupa di epidemiologia di diverse neoplasie comuni (tra cui tumori della mammella, del tratto genitale femminile, del tratto respiratorio e digerente, della prostata e delle vie urinarie, neoplasie linfoidi, melanomi, etc.) e delle malattie cardiovascolari, attraverso un approccio sia descrittivo, che analitico. Tra le attività di epidemiologia descrittiva vi sono l'analisi degli andamenti temporali e della distribuzione geografica della mortalità per tumori, malattie cardiovascolari e altre condizioni selezionate, in Italia, Europa e altri Paesi del mondo; l'analisi degli andamenti nel consumo di tabacco nella popolazione italiana e dei corrispondenti effetti sull'incidenza e la mortalità per tumore del polmone e altre neoplasie tabacco-relate. Per ciò che riguarda l'epidemiologia analitica, il Laboratorio si occupa della conduzione e analisi di studi di tipo caso-controllo su vari tumori o patologie cardiovascolari, con la finalità di identificare e quantificare le relazioni tra aspetti genetici e vari fattori legati allo stile di vita (dieta, fumo, alcool, etc.), all'utilizzo di ormoni esogeni e all'esposizione a varie sostanze. In particolare, si occupa dell'analisi dei correlati dietetici di tumori e malattie cardiovascolari; della quantificazione degli effetti sulla salute del fumo di tabacco, consumo di alcool e delle relative implicazioni per la prevenzione; dell'analisi del rischio di vari tumori associato all'utilizzo di contraccettivi orali e terapie sostitutive in menopausa; della valutazione dell'impatto dello screening nella diagnosi precoce e nella prevenzione del cancro. Altre attività in cui il Laboratorio è coinvolto riguardano: la conduzione di revisioni sistematiche e metaanalisi di studi pubblicati; ri-analisi dei dati originali di studi epidemiologici pubblicati sui tumori della tiroide, dell'ovaio, della mammella e del collo dell’utero; studi di epidemiologia osservazionale e clinica in dermatologia; analisi di coorti storiche di esposizioni occupazionali ad amine aromatiche, asbesto, fibre di vetro, erbicidi e altri cancerogeni; il monitoraggio e la prevenzione degli incidenti. RAPPORTO ATTIVITA’ 197 2006 IRFMN SCOPERTE/RISULTATI PRINCIPALI E’ stato osservato un rischio ridotto di tumore del colon-retto all’aumentare dell’assunzione di isoflavoni, antocianidine, flavoni e flavonoli. Nessuna associazione significativa è stata invece rilevata per altri flavonoidi, tra cui i flavanoni, i flavan-3-oli e i flavonoidi totali. I cibi fritti non hanno un ruolo rilevante sul rischio di tumore intestinale nella popolazione italiana, e l’uso di olio d’oliva per la frittura dei cibi potrebbe ridurre il rischio di tumore del colon. Il consumo di latte parzialmente scremato o scremato è risultato un fattore protettivo per i tumori del colon, del retto, della mammella e dell’ovaio. D’altra parte, il consumo di latte intero è risultato un fattore di rischio per i tumori del retto, della mammella e dell’ovaio. L’uso di dolcificanti artificiali non è risultato significativamente associato al rischio di vari comuni tumori, ad eccezione di una relazione inversa tra uso di saccarina e rischio di tumore dell’ovaio e tra uso di altri dolcificanti (principalmente aspartame) e rischio di tumore della mammella. L’uso di cipolla e aglio è risultato essere associato favorevolmente al rischio di cancro anche nella nostra popolazione, con rischi significativamente ridotti per i tumori del colon-retto, dell’alto apparato digerente-respiratorio e dell’ovaio. Il vino è la bevanda alcolica più consumata e anche più fortemente associata al rischio di tumore della laringe nella popolazione italiana. E’ stata suggerita una possibile relazione tra ipercolesterolemia e cancro della prostata. Non è stato rilevato alcun aumento di rischio di tumore della prostata negli uomini senza figli. E’ stata osservata un’associazione inversa tra storia di cisti ovariche benigne e rischio di tumore della mammella. In uno studio sul tumore dell’esofago è stato osservato un effetto protettivo per un elevato consumo di flavanoni, un sottogruppo di flavonoidi. Nello studio sul tumore della laringe, abbiamo analizzato l’effetto di diverse misure antropometriche rilevate a varie età. E’ stata osservata una relazione significativa tra magrezza e rischio di cancro della laringe. In particolare, il rischio era elevato di oltre 4 volte negli uomini con i livelli minori di grasso addominale. In una revisione quantitativa della letteratura scientifica, l’uso di aspirina è risultato protettivo verso i tumori del colonretto, esofago, stomaco, mammella, ovaio e polmone, mentre è emersa un’associazione diretta con il tumore del rene. In una revisione sistematica di 28 studi di coorte e 15 studi caso-controllo sulla relazione fra esposizione a silice cristallina e rischio occupazionale di cancro polmonare, è stato stimato un rischio relativo di cancro polmonare di 1,34 per gli studi di coorte e di 1,41 per gli studi casocontrollo. L'associazione con il cancro polmonare era costante negli studi su soggetti silicotici, moderata per gli studi su lavoratori esposti a silice senza informazione sullo stato di silicosi ed assente negli studi su non-silicotici. RAPPORTO ATTIVITA’ 198 2006 IRFMN Nella popolazione italiana, l’assunzione con la dieta di ferro, antocianidine, α-carotene, βcarotene e β-criptoxantina era associata a un rischio ridotto di infarto miocardico, mentre nessuna associazione con la malattia è emersa per altri flavonoidi (isoflavoni, flavanoni e flavoni), i carotenoidi totali, il licopene, la luteina più zeaxantina e il retinolo. Nonostante le recenti diminuzioni, l’ampia variabilità nei tassi di mortalità per tumore della laringe in Europa indica che vi è ancora ampio spazio di prevenzione. La riduzione della prevalenza e del consumo di sigarette nel 2006 può essere dovuta, particolarmente per le generazioni più giovani, alla rigorosa legge adottata in Italia a partire dal gennaio 2005. La prevalenza di cheratosi attinica, valutata in un campione rappresentativo della popolazione Italiana è di 1.5%. La prevalenza risulta più alta per gli uomini (1.6%) che per le donne (1.4%) e aumenta all’aumentare dell’età, passando da 0.3% nella fascia di età 45-54 anni a 2.2% nelle persone con un età superiore a 74 anni. In uno studio sul tumore cutaneo baso-cellulare, abbiamo confermato il ruolo delle esposizioni solari e delle caratteristiche fenotipiche come fattori di rischio principali, e suggerito possibili differenze eziologiche tra gli istotipi nodulare e superficiale e tra le sedi anatomiche testa/collo e tronco. Il sovrappeso e l’obesità aumentano il rischio di melanoma maligno, e sono responsabili di circa il 30% dei casi di melanoma maligno nella popolazione italiana. Nessuna associazione è stata trovata tra numero di nevi in una specifica sede anatomica e rischio di melanoma nella stessa sede. RAPPORTO ATTIVITA’ 199 2006 IRFMN COLLABORAZIONI NAZIONALI Centro Cardiologico Monzino, IRCCS, Milano Centro di Riferimento Oncologico, Servizio di Epidemiologia, Aviano (PN) Chiron Vaccines SpA, Siena Gruppo Italiano Studi Epidemiologici in Dermatologia GISED, Bergamo International Centre for Pesticides and Health Risk Prevention, Busto Garolfo, Milano Istituto Auxologico Italiano, Divisione Malattie Metaboliche III, IRCCS, Piancavallo (VB) Istituto Auxologico Italiano, Laboratorio Sperimentale di Ricerche Endocrinologiche (LSRE), IRCCS, Milano Istituto di Fisiologia Clinica CNR, Sezione di Milano, Milano Istituto di Medicina del Lavoro, CTO, Torino Istituto Europeo di Oncologia, Divisione di Epidemiologia e Biostatistica, Milano Istituto Nazionale di Ricerca per gli Alimenti e la Nutrizione (INRAN), Roma Istituto Nazionale Neurologico "Carlo Besta", Milano Istituto Nazionale per la Ricerca sul Cancro, Genova Istituto Nazionale per lo Studio e la Cura dei Tumori, Oncologia Sperimentale, Unità di Eredità Poligenica, Milano Istituto Tumori “Fondazione Pascale”, Servizio di Epidemiologia, Napoli Ospedale Niguarda, Dipartimento Cardiologico “A. De Gasperis”, Milano Prima Clinica Ostetrico Ginecologica, Mangiagalli, Milano Università degli Studi di Milano - Bicocca, Dipartimento di Statistica, Milano Università degli Studi di Milano, Milano Università degli Studi di Milano-Bicocca, I Clinica Otorinolaringoiatria, DNTB, Monza Università di Milano, Clinica Pediatrica De Marchi, Milano Università di Milano, Istituto di Statistica Medica e Biometria, Milano Università di Milano, Prima Clinica Ostetrico Ginecologica, Milano Università di Verona, Clinica Ostetrico Ginecologica, Verona COLLABORAZIONI INTERNAZIONALI Catalan Institute of Oncology, Institut d’Investigaciò Biomédica de Bellvitge (IDIBELL), Cancer Prevention and Control Unit, L’Hospitalet de Llobregat, Spagna Centre for Research in Environmental Epidemiology (CREAL) and Municipal Institute of Medical Research (IMIM), Barcelona, Spagna Harvard School of Public Health, Department of Epidemiology, Boston, USA Hôpital Necker - Enfants Malades, Centre of the Association Claude Bernard on Auto-immunes diseases, Paris, Francia International Agency for Research on Cancer, Lyon, Francia International Epidemiology Institute (IEI), Rockville, USA International Life Science Institute (ILSI), Bruxelles, Belgio MRC Biostatistics Unit, Cambridge, UK National Cancer Institute, Environmental Studies Section, Bethesda, USA National Cancer Institute, Radiation Epidemiology Branch, Bethesda, USA National Institute of Public Health and the Environment, Laboratory for Pathology and Immunobiology, Bilthoven, Olanda Environ, Amherst, MA, USA National School of Public Health, WHO, Athens, Grecia RAPPORTO ATTIVITA’ 200 2006 IRFMN National University of Ireland, Department of Psychology, Galway, Irlanda Center of Oncology, Dept. of Epidemiology and Cancer Prevention, Warsaw, Polonia Registre Vaudois des Tumeurs, Institut Universitaire de Médecine Sociale et Préventive, Lausanne, Svizzera Universitat Pompeu Fabra, Department of Experimental and Health Sciences, Barcelona, Spagna University of Athens Medical School, Department of Hygiene and Epidemiology, Athens, Grecia University of Kuopio, Department of Pharmacology and Toxicology, Kuopio, Finlandia. University of Maastricht (UNIMAAS), Department of Epidemiology, Maastricht, Olanda University of Toronto and the Clinical Nutrition and Risk Factor Modification Centre, Canada University of Las Palmas de Gran Canaria, Department of Clinical Sciences, Las Palmas de Gran Canaria, Spagna Department of Nutritional Sciences, Faculty of Medicine, St Michael’s Hospital, Toronto, Canada Vanderbilt University, Department of Medicine, School of Medicine, Nashville, USA PRESENZA IN COMITATI EDITORIALI Advances in Therapy (Eva Negri) Alimentazione e Prevenzione (Carlo La Vecchia) Asian Pacific Journal of Cancer Prevention (Carlo La Vecchia) Digestive and Liver Disease (Carlo La Vecchia) European Journal of Cancer (Carlo La Vecchia) European Journal of Cancer Prevention (Carlo La Vecchia, Associate Editor) European Journal of Clinical Nutrition (Carlo La Vecchia) European Journal of Nutrition (Carlo La Vecchia) Evidence Based Dermatology (Carlo La Vecchia, Liliane Chatenoud) International Journal of Cancer (Carlo La Vecchia) Italian Journal of Obstetrics and Gynecology (Fabio Parazzini) Journal of Nephrology (Carlo La Vecchia) Nutrition and Cancer (Carlo La Vecchia) Revisiones en Ginecologìa y Obstetricia (Carlo La Vecchia) Revista Española de Nutriciò Comunitaria (Carlo La Vecchia) Revue d'Epidémiologie et de Santé Publique (Carlo La Vecchia) Sozial und Praeventivmedizin (Carlo La Vecchia) The Lancet, edizione italiana (Carlo La Vecchia) Tumori (Carlo La Vecchia) ATTIVITA' DI REVISIONE Acta Psychiatrica Scandinavica, American Journal of Epidemiology, British Journal of Cancer, British Medical Journal, Canadian Journal of Physiology and Pharmacology, Cancer, Cancer Causes and Control, Cancer Epidemiology Biomarkers and Prevention, Digestive Liver Disease, Epidemiology, Epidemiology & Biostatistic, European Journal of Cancer, European Journal of Cancer Prevention, European Journal of Clinical Nutrition, European Journal of Epidemiology, European Journal of Public Health, Gynecological Endocrinology, Hepatology, Human RAPPORTO ATTIVITA’ 201 2006 IRFMN Reproduction, International Journal of Cancer, International Journal of Epidemiology, International Journal of Obesity, JAMA, Journal of Clinical Endocrinology and Metabolism, Journal of Epidemiology and Community Health, Journal of the National Cancer Institute, Maturitas, Nutrition and Cancer, Obstetric and Gynecology, Oncology, Preventive Medicine, Radiation Research, Revue d’Epidèmiologie et de Santé Publique, The Breast, The Cancer Journal, The Lancet, Tumori. PRESENZA IN COMMISSIONI NAZIONALI E INTERNAZIONALI Advisory Committee of the Oxford Collaborative group on Aetiological Factors in Cancers of the Female Genital Tract Comitato Scientifico del Gruppo Italiano Studi Epidemiologici in Dermatologia Comitato Scientifico della Società Italiana di Colposcopia e Patologia Cervico Vaginale Consiglio Superiore di Sanità, Gruppo di lavoro sul Metodo Di Bella Data and Safety Monitoring Board of the “Phase II therapeutic trial with a humanized nonmitogenic CD3 (ChAgly CD3) monoclonal antibody in recently diagnosed type I diabetic patients” IARC/OMS di Lione e OMS di Ginevra Istituti Clinici di Perfezionamento, Milano Progetto Menopausa Italia, Associazione Ostetrici Ginecologi Italiani Scientific Review Committee del UND/WHO/World Bank Human Reproduction Programme Società Italiana della Riproduzione Ministero della Sanità, Sottocomitato fumo. ORGANIZZAZIONE DI EVENTI Convegno su: "Caffè e patologie digerenti". 18 Novembre 2006, Massafra (TA) RAPPORTO ATTIVITA’ 202 2006 IRFMN PARTECIPAZIONE AD EVENTI CON CONTRIBUTI DEL LABORATORIO Workshop. “Epidemiology of long-term air pollution effects”. Bilthoven, Olanda 19-20 Gennaio 2006. IARC retreat. “Liver cancer, prostate cancer, bio-repositories”. St. Jean d’Ardieres 15 Febbraio 2006. 2° Workshop Nazionale. Utilizzo degli archivi elettronici per scopi epidemiologici. “Studio di coorte basato sul record linkage tra il database di una rete di studi epidemiologici e banche dati automatizzate”. Milano 21 Febbraio 2006. IARC Handbookds, Tabacco Unit. Reversal of risk after quitting smoking. “Status of the evaluation of evidence for changes in cancer risk following cessation. Chairman epidemiology group. Lione 9-20 Marzo 2006. 1° Corso Metodologia della ricerca clinica nell’infezione da HIV. “Analisi statistica degli studi clinici” Milano 9-10 Marzo 2006. Cancer Research in the 7th Framework Programme. “Clinical Cancer Research”. Brussels, Belgio 10 Marzo 2006. Conferenza: Prevenzione del cancro. S Colombano al Lambro, 10 Marzo 2006. Gli incontri della verità 5. La Terapia delle Malattie Epatiche. “Caffè, cirrosi epatica ed epatocarcinoma. Roma, 16-17 Marzo 2006. SIR. IX Week-end clinico. Contraccezione: rilevanti aspetti clinici, recenti acquisizioni e nuovi comportamenti. “Pillola e neoplasie”. Roma 23-24 Marzo 2006. IARC. Fellowship selection committee 2006. Lione. 27-28 Marzo 2006. 12° Congresso Nazionale delle Malattie Digestive. “Dieta mediterranea e rischio in oncologia digestiva”. Napoli 4 Aprile 2006. ILSI Europe. “Expert group on obesity releated parameters database”. Brussels, Belgio 5 Aprile 2006. International Symposium on Cancer Prevention & early detection. “The changing cancer epidemiology in countries undergoing industrialisation, affluence & westernisation”. Beijing, China, 21-24 Aprile 2006. 41st Annual Meeting of the European Association for the study of the liver. “Female hormones and benign liver tumors: lessons from epidemiology”. Vienna, Austria 26-30 Aprile 2006. 9th Congress of the European Society of Contraception. “Coronary heart and cardiovascular disease”. Istambul, Turkey 3-6 Maggio 2006. 7th Meeting of Participants. European Cancer Mortality Atlas. IARC. Lione, Francia 10-11 Maggio 2006. Meeting ISA. Aspartame roundtable. “Artificial sweeteners and cancer risk in a network of case-control studies”. Parigi, Francia 30 Maggio 2006. 81° Congresso Nazionale Sidemast. “E’ possibile ridurre le ustioni solari nei bambini? Il progetto “SoleSi SoleNo-GISED”. Torino 31 Maggio 2006. Giornata mondiale senza tabacco. VIII Convegno Nazionale Tabagismo e servizio sanitario nazionale. “I rischi del fumo e i benefici della cessazione”. Roma 31 Maggio 2006. EMAS. 7th European Congress on Menopause. “Hormone replacement therapy and colorectal cancer”. Istambul, Turchia 3-7 Giugno 2006. Working meeting of principal co-investigators on further implementation on the project “Closing the gap”. “Alcohol and cardiovascular diseases”. Varsavia, Polonia 19-20 Giugno 2006. 45° Congresso Nazionale ADOI. “Fattori di rischio modificabili della psoriasi. Una possibile prevenzione?” Loreto, Recanati 13-16 Settembre 2006. RAPPORTO ATTIVITA’ 203 2006 IRFMN 36th Annual European Society for Dermatological Research Meeting. “Improving sun protection behaviour in children: results of a cluster-randomized trial in Italian elementary schools. The “SoleSi-SoleNo GISED” project.” Paris, France 7-9 Settembre 2006. XXI Meeting annuale. La dermatologia in un moderno sistema sanitario. “Sorveglianza caso controllo dei tumori cutanei in dermatologia: esperienza degli ultimi 10 anni”. “Un nuovo programma di ricerca: Il progetto “SoleSi SoleNo Coorte”.”The EDEN International study on the prevalence of contact allergy to fragrances”. Taranto 29-30 Settembre 2006. Conferenza LILT. Un treno a vapore contro i tumori. Mantova 16 Settembre 2006. ILSI Joint meeting. Weight management in public health task force/export group on obesity related parameters. Brussels, Belgium. 19 Settembre 2006. I Word Congress of Public Health Nutrition. “Crossfire: relationship between obesity and mortality risk. Do we know the cut-off points?” “Traditional Mediterranean diet and cancer: Open issue”. Barcelona, Spain. 28-30 Settembre 2006. Conferenza. Abitudini alimentari e malattie correlate – suggerimenti e possibili rimedi. “Dieta mediterranea e tumori”. Istituto Italiano di Cultura. Budapest, Hungary. 2 Ottobre 2006. 48° Congresso Nazionale Società Italiana di Cancerologia. “Coffee and Cancer”. Bari. 1-4 Ottobre 2006. I° Forum Meridiano Sanità. Quale Agenda per l’Italia. Studio Ambrosetti. Cernobbio, Como. 5 Ottobre 2006. International Training centre of the ILO. Postgraduate course on Occupational Health and Safety in the Workplace. “Epidemiology: fundamentals”. Torino 10 Ottobre 2006. Fondazione Policlinico di Monza. Corso. Fattori di rischio e diagnosi precoce del cancro colorettale. “La dimensione del problema”. “I fattori di rischio”. Vercelli. 14 Ottobre 2006. II Working meeting on adult premature mortality in European Union. Institute of Oncology. Warsaw, Poland. 15-17 Ottobre 2006. World Health Organization. UNDP/UNFPA/WHO/World bank special programme of research, development and research training in human reproduction. Specialist panel and scientific and ethical review group. Geneva, Switzerland. 16-20 Ottobre 2006. Conferenza su “Progressi nel controllo dei tumori” e “Dieta e cancro”. Bariano (BG) 26 Ottobre 2006. Convegno. Caffè e patologie digerenti. “Introduzione”“Caffè e rischio di tumori del colon retto””L’esperto risponde”. Taranto. 18 Novembre 2006. Convegno nazionale. Questioni aperte in tema di cancerogenesi ambientale: quali le possibili risposte. “Interazione gene ambiente, modelli epidemiologici”. Torino. 11 Dicembre 2006. CONTRIBUTI E CONTRATTI Associazione Italiana per la Ricerca sul Cancro Lega Italiana Lotta contro i Tumori European Commission (FP6) Ministero della Sanità OM Pharma Weber Shandwick Italia 3M Italia Istituto Nazionale Neurologico “Carlo Besta” Saint-Gobain Vetrotex RAPPORTO ATTIVITA’ 204 2006 IRFMN SELEZIONE PUBBLICAZIONI SCIENTIFICHE APPARSE NELL'ANNO 2006 Tavani A., Gallus S., Bosetti C., Parpinel M., Negri E., La Vecchia C. Dietary iron intake and risk of non-fatal acute myocardial infarction. Publ. Health Nutr., 9: 480-484 (2006). 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IX Week-end Clinico: Contraccezione: rilevanti aspetti clinici, recenti acquisizioni e nuovi comportamenti, Atti, a cura di G.P. Crosignani, Roma 23-24 marzo 2006. Società Italiana della Riproduzione, Roma; 2006, pp. 55-59 Naldi L, Chatenoud L, La Vecchia C. Importanza sanitaria e prevenzione delle malattie dermatologiche. In: Naldi L, Rebora A: Dermatologia Basata sulle prove di Efficacia. Milano, Masson, 2006, Cap. 6, pp.56-62. Rodriguez T, Gallus S, Chatenoud L, Zuccaro P, Colombo P, Apolone G, Pacifici R, Garattini S, La Vecchia C. Efecto de la nueva regulacion antitabaco en Italia. Rev. Salud Publ. Mexico, 48: Suppl. 1: S137-S-139 (2006). Gallus S, Bravi F, La Vecchia C. Prodotti lattiero-caseari e cancro. In: Libro bianco sul latte e i prodotti lattiero caseari. Assolatte, Milano, 2006. Cap. V, 11, pp. 508-516. La Vecchia C. Contraccettivi orali e tumori. Minerva Ginecologica, 58: 209-214 (2006). RAPPORTO ATTIVITA’ 210 2006 IRFMN ATTIVITA' DI RICERCA Raccolta e gestione dati La raccolta di dati epidemiologici è continuata come previsto, come anche l’input e la correzione dei dati raccolti. Il dataset complessivo ora include 1.250 casi di tumore del cavo orale e della faringe, 700 dell’esofago, 1.100 dello stomaco, 6.500 del colon-retto, 600 del fegato, 120 della colecisti e dei dotti biliari, 600 del pancreas, 850 della laringe, 500 di melanoma maligno cutaneo, 7.000 della mammella, 1.000 della cervice e 1.000 dell’endometrio, 200 della malattia trofoblastica gestazionale, 200 della vulva, 2.000 dell’ovaio, 1.300 della prostata, 700 della vescica, 800 del rene e del bacino renale, 600 della tiroide, 200 del morbo di Hodgkin e 500 di altri linfomi, 150 sarcomi, 300 mielomi e circa 18.000 controlli. Si stanno inoltre raccogliendo campioni biologici per i tumori delle alte vie digerenti e respiratorie, per il cancro della vescica e del polmone per studiarne i polimorfismi genetici, e per i tumori dell’ovaio e dell’endometrio per l'analisi dei fattori di crescita legati all'insulina (IGF), dell’adiponectina e di altri correlati ormonali. Dieta e tumore del colonretto Per quanto riguarda i tumori intestinali, abbiamo esaminato la relazione tra assunzione di flavonoidi e rischio di tumore del colon-retto elaborando i dati di uno studio caso-controllo condotto in Italia tra il 1992 e il 1996, comprendente 1.225 casi di cancro del colon, 728 del retto, e 4.154 controlli. Dopo aver tenuto conto dei principali fattori confondenti e dell’assunzione di energia, è stato osservato un rischio ridotto di tumore del colon-retto all’aumentare dell’assunzione di isoflavoni (RR=0,76, per il più alto verso il più basso quintile), antocianidine (RR=0,67), flavoni (RR=0,78) e flavonoli (RR=0,64). Nessuna associazione significativa è stata invece rilevata per altri flavonoidi, tra cui i flavanoni (RR=0,96), i flavan-3oli (RR=0,98) e i flavonoidi totali (RR=0,97). I risultati erano simili per i tumori del colon e del retto, quando considerati separatamente. Inoltre, abbiamo analizzato i dati dello stesso studio sul tumore del colon-retto in relazione al consumo di cibi fritti e dei grassi utilizzati per la frittura. Oltre ai 1.953 casi e 4.154 controlli italiani, l’insieme dei dati comprendeva anche 169 casi di tumore del colon, 158 del retto e 611 controlli arruolati in uno studio parallelo condotto in Svizzera. Per un aumento di consumo di una porzione di cibi fritti alla settimana, il RR di tumore del colon era 0,97 (IC 95%, 0,93-1,01) e il RR di tumore del retto era 1,04 (IC 95%, 1,00-1,09). Analizzando i rischi di cancro separatamente per tipo di condimento usato per la frittura, abbiamo trovato che il corrispondente RR di tumore del colon-retto per chi usava olio d’oliva per friggere era 0,93 (IC 95%, 0,861,00), mentre il RR per l’uso di oli di semi vari era 1,00 (IC 95%, 0,95-1,06). L’uso di olio d’oliva era inversamente associato al tumore del colon (RR=0,89), ma non del retto. Quindi, il nostro studio indica che i cibi fritti non hanno un ruolo rilevante sul rischio di tumore intestinale nella popolazione italiana, e che l’uso di olio d’oliva per la frittura dei cibi potrebbe ridurre il rischio di tumore del colon. Consumo di latte e derivati e rischio di vari tumori Abbiamo esaminato i dati provenienti da una serie di studi caso-controllo italiani e svizzeri per fornire ulteriori informazioni sul potenziale ruolo del consumo di latte e dei suoi derivati sul rischio di vari tumori, tra cui quelli di mammella, colon-retto, ovaio e laringe. Per tutti i tumori considerati, un alto consumo di latte non era significativamente associato al rischio di tumore. Soltanto per il tumore del colon è stata osservata una protezione statisticamente significativa per successivi livelli di latte (RR=0,77). Il consumo di latte parzialmente scremato o scremato RAPPORTO ATTIVITA’ 211 2006 IRFMN risultava un fattore protettivo per i tumori del colon (RR=0,84), del retto (RR=0,76), della mammella (RR=0,87) e dell’ovaio (RR=0,77). D’altra parte, il consumo di latte intero risultava un fattore di rischio per i tumori del retto (RR=1,22), della mammella (RR=1,11) e dell’ovaio (RR=1,25). Un elevato consumo di formaggio risultava inversamente associato al rischio di tumore del colon (RR=0,80). Una lieve protezione per consumo di yogurt è stata osservata per i tumori della mammella (RR=0,90), del cavo orale e faringe (RR=0,75) e della laringe (RR=0,74). Uso di dolcificanti e rischio di cancro Per quanto concerne la relazione tra uso di dolcificanti artificiali e rischio di cancro, una questione dibattuta dall’inizio degli anni ‘70, abbiamo analizzato il rischio i tumori della mammella, colon-retto, prostata, dell’alto tratto digerente-respiratorio, ovaio e rene. L’uso di dolcificanti non è risultato significativamente associato al rischio di nessuno dei tumori considerati, ad eccezione delle relazioni inverse tra uso di saccarina e rischio di tumore dell’ovaio (RR=0,46, IC 95%, 0,29-0,74) e tra uso di altri dolcificanti (principalmente aspartame) e rischio di tumore della mammella (RR=0,80, IC 95%, 0,65-0,97). Questo studio ha indicato che non vi è associazione tra consumo di dolcificanti artificiali e rischio di vari tumori comuni. Consumo di aglio e cipolla e rischio di vari tumori Aglio e cipolla sono risultati essere fattori protettivi dal rischio di cancro in diversi studi condotti in estremo oriente, e in particolare in Cina dove il consumo è molto elevato. Poiché su questo tema i dati provenienti da paesi occidentali sono particolarmente scarsi, abbiamo considerato la relazione nel nostro gruppo di studi caso-controllo. I risultati hanno supportato l’ipotesi di un effetto anti-cancerogeno del consumo di cipolla e aglio, con rischi di tumore del colon-retto ridotti del 56% e del 26% per i soggetti con consumi elevati di cipolla e aglio, rispettivamente, confrontati con i non consumatori. I RR erano significativamente ridotti anche per i tumori dell’alto apparato digerente-respiratorio e dell’ovaio, anche dopo aver aggiustato per consumo di verdura e per altri possibili fattori confondenti. Inoltre, è risultata un’associazione inversa, sebbene non significativa, per i tumori della mammella, prostata e rene. L’uso di cipolla e aglio è quindi correlato favorevolmente al rischio di cancro anche nella nostra popolazione. Bevande alcoliche e tumore della laringe Per ciò che concerne il tumore della laringe, il ruolo dei diversi tipi di bevande alcoliche è stato quantificato nell’ambito di due studi caso-controllo italiani condotti tra il 1986 e il 2000, su un totale di 672 casi incidenti e 3.454 controlli ospedalieri. I rischi di tumore della laringe aumentavano al crescere del consumo totale di alcool, fino a un RR di 4,83 per chi consumava più di 12 bevande alcoliche al giorno rispetto ai non bevitori o bevitori moderati. I RR per il consumo di vino erano 1,12 per 3-4 alcolici /die, 2,45 per 5-7 alcolici /die, 3,29 per 8-11 alcolici /die e 5,91 per più di 12 alcolici/die. I RR per il consumo di birra erano 1,65 per 1-2 alcolici /die e 1,36 per 3 o più alcolici /die, e i corrispondenti rischi per il consumo di liquori erano 0,88 e 1,15. Il vino è la bevanda alcolica più consumata e anche più fortemente associata al rischio di tumore della laringe nella popolazione italiana. Storia di varie patologie e rischio di tumore della prostata Il ruolo di alcune patologie selezionate in relazione al rischio di tumore della prostata è stato valutato in uno studio caso-controllo condotto in Italia tra il 1991 e il 2002. I casi erano 1.294 pazienti sotto i 75 anni di età, con un carcinoma incidente e istologicamente confermato della prostata; i controlli erano 1.451 soggetti sotto i 75 anni ammessi agli stessi ospedali dei casi per un ampio spettro di malattie acute, non neoplastiche. E’ emersa un’associazione diretta tra storia RAPPORTO ATTIVITA’ 212 2006 IRFMN di ipercolesterolemia e rischio di tumore della prostata (RR=1,51, IC 95%, 1,23-1,85), più forte nei soggetti più anziani (RR=1,80). Inoltre è stata osservata un’associazione diretta, sebbene non statisticamente significativa, con i calcoli biliari (RR=1,26). Questo studio ha suggerito una possibile relazione tra ipercolesterolemia e cancro della prostata. Tumore della prostata negli uomini senza figli Considerando lo stesso insieme di dati, abbiamo esaminato il rischio di tumore della prostata negli uomini senza figli, a seguito di un articolo recentemente pubblicato sull’argomento che suggeriva un possibile aumento di rischio. Il nostro studio non ha rilevato associazioni significative: dopo aver aggiustato per vari potenziali fattori confondenti e tenendo come riferimento gli uomini con 2 o più figli, il RR di tumore della prostata era 1,17 (IC 95%, 0,941,47) negli uomini con 1 solo figlio e 1,10 (IC 95%, 0,74-1,62) negli uomini che non avevano mai avuto figli. Storia di cisti ovariche benigne e tumore della mammella Abbiamo analizzato i dati di tre studi caso-controllo sul tumore della mammella condotti dal nostro gruppo nel periodo 1983-2001 in Italia e Svizzera, comprendenti 6.315 casi e 6.038 controlli, al fine di indagare la relazione tra storia di cisti ovariche benigne e rischio di tumore della mammella. Complessivamente, il 4,9% dei casi e il 6,6% dei controlli avevano avuto in passato una diagnosi di cisti ovariche benigne, e il rischio relativo (RR) corrispondente era 0,72 (intervallo di confidenza, IC, al 95%, 0,62-0,85). L’effetto protettivo era consistente in strati di numerose variabili, tra cui età alla menopausa, fattori riproduttivi e mestruali. L’associazione inversa osservata in questo studio tra storia di cisti ovariche benigne e rischio di tumore della mammella potrebbe dipendere da alcune correlate ormonali, ma una spiegazione biologica non è tuttora chiara. Altri fattori considerati in vari studi sui tumori Nello studio caso-controllo sul tumore dell’esofago abbiamo riportato un effetto protettivo dal rischio di cancro per un elevato consumo di flavanoni, un sottogruppo di flavonoidi. Il rischio di tumore dell’esofago era ridotto del 62% nei soggetti nel quintile di consumo più alto rispetto al più basso, suggerendo che i flavanoni, insieme alla vitamina C, potrebbero spiegare l’effetto protettivo del consumo di frutta e in particolare degli agrumi verso il tumore dell’esofago. Nello studio sul tumore della laringe, abbiamo analizzato l’effetto di diverse misure antropometriche rilevate a varie età. I dati hanno mostrato una relazione consistente in entrambi i sessi tra magrezza e rischio di cancro della laringe. In particolare, il rischio era elevato di oltre 4 volte negli uomini con i livelli minori di grasso addominale. In una revisione quantitativa della letteratura scientifica, l’uso di aspirina è risultato protettivo verso i tumori del colon-retto (RR=0,71), esofago (RR=0,72), stomaco (RR=0,84), mammella (RR=0,91), ovaio (RR=0,89) e polmone (RR=0,94), mentre è emersa un’associazione diretta con il tumore del rene. Tuttavia, i risultati erano spesso eterogenei tra studi e soprattutto tra disegni di studio diversi, con riduzioni di rischio maggiori riportate dagli studi caso-controllo, e permangono varie incertezze sulla dose e durata ideali del trattamento con aspirina. Esposizione occupazionale a silice e tumore del polmone Per quanto riguarda il tumore del polmone, abbiamo rivisto sistematicamente la grande quantità di dati epidemiologici (28 studi di coorte e 15 studi caso-controllo) sulla relazione fra esposizione a silice cristallina e rischio occupazionale di cancro polmonare, successivi alla pubblicazione, nel 1997, della Monografia dell'Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro (IARC, Lione) che ha classificato l'esposizione professionale a silice cristallina come fattore cancerogeno per l’uomo. Abbiamo esaminato separatamente i diversi tipi di studio e abbiamo stimato i RR complessivi di cancro polmonare, che sono risultati pari a 1,34 per gli studi di RAPPORTO ATTIVITA’ 213 2006 IRFMN coorte e 1,41 per gli studi caso-controllo che hanno considerato l'esposizione occupazionale a silice. L'associazione con il cancro polmonare era costante negli studi su soggetti silicotici, moderata per gli studi su lavoratori esposti a silice senza informazione sullo stato di silicosi e assente negli studi su non-silicotici (basato però solo su due indagini). In base a questi risultati e alla valutazione critica di ogni singolo studio, i dati disponibili relativi all’ultima decade lasciano aperta la discussione sul tema, ovvero se l’esposizione a silice di per sè aumenta materialmente il rischio di tumore del polmone in assenza di silicosi. L'associazione tra silicosi e cancro è invece ben definita, in concordanza con altri studi e meta-analisi. Record linkage per analisi di coorte Nel corso del’anno 2006, nell’ambito del progetto volto a creare uno studio di coorte italiano basato su record-linkage, sono proseguite le attività di preparazione dell’archivio informatizzato che riunirà i dati della nostra rete di studi caso-controllo (condotti dal 1982 ad oggi) con i dati provenienti dagli archivi storici della ASL 1 di Milano, contenenti varie informazioni tra cui lo stato vitale e la data di decesso dei soggetti. Varie fasi del progetto sono state intraprese e completate durante l’anno, tra cui: è terminata l’individuazione dei soggetti reclutati negli studi caso-controllo presso gli archivi storici della ASL, ed è ora disponibile un database che contiene informazioni univoche dei soggetti dalle due fonti, tali da consentire l’unione degli archivi; in parallelo, è terminata la riunificazione dei dati di tutti gli studi caso-controllo in un unico database (partendo dai dati originali e attraverso la creazione di un codebook per ricodificare studi di diverse generazioni e su varie patologie) che contiene le interviste di circa 27.000 soggetti su numerose informazioni. I risultati preliminari indicano che sono stati identificati in almeno un archivio della ASL di Milano 18.229 (69%) dei soggetti intervistati, di cui 8.743 casi (61%) e 9.486 controlli (79%). Tale campione corrisponde ad una stima totale di circa 180.000 anni-persona di follow-up (~80 mila anni-persona per i casi e ~100 mila anni-persona per i controlli). Inoltre, 9.466 (4.604 casi e 4.862 controlli) degli oltre 18.000 soggetti individuati sono stati identificati presso l’anagrafe di Milano. Di questi, sono risultati deceduti 3.549 (37%) soggetti (2.337 casi, 51%, e 1.212 controlli, 25%). Fattori di rischio per l’infarto miocardico acuto Nell’ambito di uno studio caso-controllo per stabilire i fattori di rischio per l’infarto miocardico acuto non fatale nella popolazione italiana, nel 2006 abbiamo analizzato il ruolo di ferro, flavonoidi e altri micronutrienti assunti attraverso la dieta. Nella popolazione italiana il ferro ingerito attraverso la dieta era inversamente correlato al rischio di infarto miocardico, mentre in altre popolazioni non era associato o lo era leggermente in modo diretto. Questa relazione inversa può dipendere da altri nutrienti presenti nelle maggiori fonti di ferro nella dieta italiana (ad es. vino, vegetali, rispetto alla carne negli altri paesi). Un’elevata assunzione di antocianidine con la dieta riduceva il rischio di infarto miocardico anche dopo aggiustamento per alcol, frutta e vegetali, suggerendo un’associazione inversa reale tra questa classe di flavonoidi e il rischio di questa malattia. Nessuna associazione è emersa per altri flavonoidi, inclusi gli isoflavoni, i flavanoni e i flavoni. L’α-carotene, il β-carotene e la β-criptoxantina contenuti nella dieta avevano un debole effetto protettivo sul rischio di infarto miocardico, mentre i carotenoidi totali, il licopene, la luteina più zeaxantina e il retinolo non erano associati al rischio della malattia. Andamenti della mortalità per tumore della laringe in Europa Dopo un costante aumento dagli anni 1950, la mortalità per tumore della laringe si è stabilizzata a partire dai primi anni 1980 nella maggior parte dei paesi europei. Abbiamo aggiornato l’analisi degli andamenti per il periodo 1980-2001. Nel complesso della Unione Europea (UE) la mortalità negli uomini è diminuita del 0,8% all’anno tra il 1980 e il 1989, del 2,8% all’anno tra il 1989 e il 1995, del 5,3% tra il 1995 e il 1998 e del 1,5% successivamente (i tassi erano RAPPORTO ATTIVITA’ 214 2006 IRFMN 5,1/100 000 nel 1980-81 e 3,3/100 000 nel 2000-01). Questi andamenti riflettono principalmente i declini nei tassi dei paesi dell’Europa dell’ovest e del sud, che avevano tassi molto alti in passato. La mortalità per tumore della laringe negli uomini di molti paesi del centro ed est Europa è cresciuta fino ai primi anni 1990, e si è stabilizzata successivamente. Nel 2000-01 vi era ancora una differenza di 10-15 volte tra i tassi più elevati in Croazia (7,9/100 000) e Ungheria (7,7/100 000) e quelli più bassi in Svezia (0,5/100 000) e Finlandia (0,8/100 000). La mortalità per tumore della laringe era molto più bassa nelle donne nella maggior parte dei paesi europei, con tassi stabili attorno a 0,3/100 000 nella UE nelle ultime due decadi. Gli andamenti della mortalità per tumore della laringe vanno interpretati in termini di variazioni di esposizione all’alcool e al tabacco. Nonostante i recenti declini, la grande variabilità nella mortalità per tumore della laringe indica che vi è ancora ampio spazio di prevenzione in Europa. Andamenti della mortalità per malattie coronariche e cerebrovascolari nelle Americhe Abbiamo descritto gli andamenti della mortalità per malattie coronariche di cuore (MCC) e malattie cerebrovascolari (MCV) nel periodo 1970-2000 nelle Americhe. Negli USA e Canada, la mortalità sia per MCC che per MCV è diminuita del 60% sia negli uomini che nelle donne. In America Latina, si sono osservate delle diminuzioni nella mortalità per MCC in Argentina, Brasile, Cile, Cuba e Porto Rico. Per quanto riguarda la mortalità per MCV, le diminuzioni sono state più contenute (tra –25% e –40% negli uomini e –20% e –50% nelle donne) in Argentina, Porto Rico, Cile e Costa Rica, e ancor più ridotte in Ecuador, Messico e Venezuela. In conclusione, gli andamenti della mortalità per MCC e MCV sono state meno favorevoli in America Latina rispetto agli USA e Canada. Questo può riflettere cambiamenti sfavorevoli nella nutrizione (inclusa l’obesità), l’attività fisica e il fumo di sigarette in molti paesi dell’America Latina, insieme a un meno efficace controllo dell’ipertensione e nella gestione della malattia. Prevalenza del fumo in Italia Il 10 Gennaio 2005, l’Italia è stato il primo grande Paese europeo ad adottare una completa e rigorosa regolamentazione per le aree libere dal fumo. Per valutare gli effetti della legge sulla prevalenza e il consumo del fumo, abbiamo comparato i risultati di un’indagine condotta nel 2006 con le precedenti indagini annuali. L’indagine, condotta tra marzo e aprile 2006 in collaborazione con la DOXA e il Dipartimento del Farmaco dell’Istituto Superiore di Sanità, era basata su un campione di 3.039 soggetti (1.461 uomini e 1.578 donne) di età ≥15 anni rappresentativo in termini di sesso, età, residenza e vari fattori socio-economici della popolazione adulta italiana. La percentuale della popolazione adulta italiana che riferiva di essere fumatore è scesa dal 26,2% (30,0% degli uomini, 22,5% delle donne) nel 2004, al 25,6% (29,3% degli uomini, 22,2% delle donne) nel 2005, al 24,3% (28,6% degli uomini, 20,3% nelle donne) nel 2006. Mentre non erano state notate differenze significative comparando la prevalenza di fumo tra il 2003-2004 e il 2001-2002, abbiamo trovato una differenza statisticamente significativa tra il 2005-2006 e il 2003-2004 nel totale della popolazione, negli uomini, e nei soggetti più giovani (15-44 anni). I fumatori inoltre consumavano una media di 15,4 sigarette al giorno nel 2004, 14,6 nel 2005 e 13,9 sigarette al giorno nel 2006. La riduzione della prevalenza e del consumo di sigarette può essere dovuto, particolarmente per le generazioni più giovani, alla rigorosa legge adottata in Italia. Monitoraggio e prevenzione degli incidenti Dal Giugno 2006, il nostro laboratorio è coinvolto nel Progetto Apollo, un progetto europeo che mira ad identificare strategie e best practices per la riduzione degli incidenti. All’interno di questo progetto, il nostro laboratorio coordina il Workpackage 4 che riguarda lo sviluppo e l’implementazione di raccomandazioni per la prevenzione delle cadute negli anziani RAPPORTO ATTIVITA’ 215 2006 IRFMN nell’Unione Europea. E’ stata preparata una lista di interventi - considerati sufficientemente promettenti - per prevenire le cadute negli anziani nella popolazione generale; questa lista comprende programmi di rafforzamento muscolare e di miglioramento dell’equilibrio, esercizi di Tai Chi, sorveglianza sulla salute mentale e sul benessere sociale, controllo della vista e dell’udito, stimolazione cardiaca, sospensione o limitazione dell’uso di psicofarmaci, informazione sul tema delle cadute, controllo e modificazione dei rischi ambientali. E’ stata effettuata una ricerca della letteratura scientifica pubblicata su questi interventi, e sono state individuate diverse pubblicazioni pertinenti. Nel frattempo è stata condotta anche una ricerca della cosiddetta letteratura grigia sugli interventi di prevenzione delle cadute negli anziani. E’ stato preparato un form per l’estrazione dei dati dalle pubblicazioni individuate, per classificare gli interventi rispetto all’efficacia, le caratteristiche della popolazione bersaglio, la partecipazione e l’adesione dei soggetti all’intervento, le risorse necessarie per l’implementazione. A completamento delle informazioni raccolte, verranno contattati i responsabili di ogni studio e verranno invitati a compilare un questionario relativo alle barriere e alle facilitazioni che hanno incontrato nell’implementazione dei loro interventi. Verrà poi sviluppato un altro questionario, per condurre un’indagine sull’atteggiamento degli anziani nei confronti degli interventi di prevenzione delle cadute; questa indagine sarà condotta in Italia e in altri due/tre paesi europei. Studio “SoleSi/Sole No –GISED” La dermato-epidemiologia è presente nel nostro laboratorio dall’inizio degli anni ‘90, frutto principalmente di un’intensa e proficua collaborazione con il “Gruppo Italiano per gli Studi Epidemiologici in Dermatologia” (GISED). Nel corso dell’anno 2006 si è conclusa l’analisi dei dati dello studio “Sole Si/Sole No - GISED” iniziato nel 2001-2002. Il progetto “Sole Si/Sole No - GISED” aveva per scopo la valutazione dell’efficacia di un intervento educativo di prevenzione primaria del tumore cutaneo mediante l’educazione a una corretta esposizione al sole. A un anno dall’intervento, non sono state riscontrate differenze significative tra i due gruppi di randomizzazione né per il numero di ustione solari rilevate, né per le variabili associate a una corretta esposizione al sole. Questi risultati sono in parte conseguenti al buon livello di conoscenza e di attenzione verso il problema riscontrato in generale nei genitori. Prevalenza di cheratosi attinica in Italia Nel corso del 2006 sono stati inoltre pubblicati i risultati dello studio PRAKTIS volto a valutare la prevalenza della cheratosi attinica e dei fattori ad essa associati in un campione rappresentativo della popolazione Italiana. L’epidemiologia della cheratosi attinica rimane ad oggi poco conosciuta nella maggior parte dei paesi dell’Unione Europea. A tale scopo, un campione rappresentativo della popolazione adulta Italiana (età ≥ 45 anni) è stato selezionato seguendo uno schema di campionamento casuale stratificato. Successivamente, intervistatori opportunamente addestrati hanno contattato le persone da intervistare e si sono recati presso il loro domicilio per eseguire un’intervista di persona. Qualora vi fossero lesioni cutanee sulle parti visibili della pelle (testa, viso e mani), l’intervistatore chiedeva il permesso di scattare delle fotografie dell’area interessata. Da marzo 2003 a maggio 2004, sono stati intervistati 12.483 soggetti. Di questi, il 34% dichiarava di essere stato al meno una volta nella vita da un dermatologo e l’0.3% del campione totale dichiarava di aver avuto una diagnosi di cheratosi attinica in passato. I trattamenti più frequenti dichiarati dai soggetti con diagnosi pregressa di cheratosi attinica erano: trattamento farmacologico (32%), azoto liquidi (20%) e curettage (9%), mentre 22% dei soggetti dichiarava di non aver ricevuto trattamenti. Basandosi sulla diagnosi dell’intervistatore, la prevalenza di cheratosi attinica è stimata pari a 1.5% (intervallo di confidenza al 95%: 1.2-1.7). La prevalenza risulta più alta per gli uomini (1.6%) che per le donne (1.4%) e aumenta all’aumentare dell’età, passando da 0.3% nella fascia di età 45-54 anni a 2.2% nelle persone con un età superiore a 74 anni. Inoltre, la prevalenza aumenta RAPPORTO ATTIVITA’ 216 2006 IRFMN all’aumentare dell’esposizione solare e nelle persone con fenotipo “chiaro”. Infine, nei soggetti affetti da cheratosi attinica generalmente le lesioni non risultano isolate, bensì, si evidenziano più lesioni in una stessa area (mediana e di circa 10 lesioni in una stessa area).Complessivamente, il numero medio di lesioni aumenta con l’età ed è più alto negli uomini. Fattori di rischio per tipi istologici e sedi anatomiche di carcinoma cutaneo baso-cellulare Poiché i diversi sottotipi clinico-patologici e sedi anatomiche di carcinoma baso-cellulare (BCC) possono avere caratteristiche e meccanismi di sviluppo differenti, abbiamo analizzato i dati di uno studio caso-controllo italiano che includeva 528 soggetti con recente diagnosi di BCC istologicamente confermata, e 512 controlli ricoverati negli stessi ospedali. Il rischio di BCC nodulare (RR=1,53), ma non superficiale (RR=0,71), era aumentato per i soggetti con esposizione occupazionale al sole. Per quanto riguarda la sede anatomica del BCC, i rischi corrispondenti erano 1,46 per testa/collo e 0,74 per il tronco. Sono emerse associazioni dirette con esposizione solare nel tempo libero, colore degli occhi, capelli rossi, numero di ustioni solari e giovane età al loro primo episodio, con alcune differenze nei rischi tra diversi istotipi e sedi anatomiche. Di conseguenza, questo studio ha confermato il ruolo delle esposizioni solari (intermittenti) e delle caratteristiche fenotipiche come fattori di rischio per il BCC, e ha suggerito alcune differenze eziologiche tra gli istotipi nodulare e superficiale e tra sedi anatomiche testa/collo e tronco. Fattori di rischio per il melanoma maligno Parecchi studi hanno analizzato l'effetto di vari fattori antropometrici sul rischio di melanoma maligno. Poiché i risultati sono controversi, abbiamo analizzato uno studio caso-controllo condotto in Italia fra il 1992 e il 1994 su 542 pazienti con melanoma e 538 controlli ammessi presso gli stessi ospedali dei casi per malattie non-dermatologiche e non-neoplastiche. I RR per il quartile più alto verso il più basso erano 2.06 per il peso, 1.16 per l’altezza, 1.90 per l'indice di massa corporea (IMC) e 1.87 per la superficie corporea. Aggiustando mutuamente per IMC e superficie corporea nel modello, i RR erano 1.55 per BMI e 1.41 per superficie corporea. I risultati confermano che l'obesità aumenta il rischio di melanoma. Inoltre, la superficie corporea è associata con il rischio di melanoma. In termini di rischio attribuibile della popolazione, il sovrappeso e l'obesità rappresenterebbero 31% dei casi di melanoma in questa popolazione italiana. Nello stesso studio caso-controllo, abbiamo analizzato l'associazione fra il numero di nevi in una specifica sede anatomica e il rischio di melanoma nella stessa sede. I casi ed i controlli sono stati esaminati da dermatologi addestrati che hanno contato il numero di nevi melanocitici. I RR di melanoma per il terzile più alto rispetto al più basso del numero di nevi nella corrispondente sede era 1.4 per la faccia e il collo, 2.3 per il tronco anteriore, 4.9 per il tronco posteriore, 2.9 per gli arti superiori e 5.0 per gli arti inferiori. In un’analisi “caso-caso”, confrontando i casi di melanoma in una specifica sede e i casi di melanoma in tutte le altre sedi, un eccesso di rischio è stato trovato solo per il tronco posteriore, con un RR di 2.1 per il terzile più alto di numero di nevi rispetto al più basso. I nostri dati non sostengono l’ipotesi di un effetto specifico dei nevi in ogni singola sede anatomica. Prevenzione e informazione a livello di salute pubblica E’ continuata l’attività di divulgazione scientifica e di prevenzione rivolta all’opinione pubblica generale, in particolare in merito a dieta, fumo e alcool, onde diffondere informazione quantitativa e favorire concreti atteggiamenti di riduzione di rischio, attraverso articoli scientifici e altre pubblicazioni divulgative. RAPPORTO ATTIVITA’ 217 2006 IRFMN RAPPORTO ATTIVITA’ 218 2006 IRFMN LABORATORIO DI INFORMATICA MEDICA PERSONALE Capo Laboratorio Eugenio SANTORO, Dr. Sci. Informaz. RAPPORTO ATTIVITA’ 219 2006 IRFMN CURRICULUM Eugenio Santoro è nato a Milano il 21 ottobre 1965 e si è laureato in Scienze dell’Informazione nell’anno accademico 1988-1989 presso l’Università degli Studi di Milano. Nel 1985 inizia a lavorare con una borsa di studio presso l’Istituto di Ricerche Farmacologiche “Mario Negri”. E’ stato responsabile dell’Unità di Informatica Clinica e Statistica Applicata e del Laboratorio di Informatica Clinica e Statistica Applicata afferenti al Dipartimento di Ricerca Cardiovascolare. Dal 2001 guida il Laboratorio di Informatica Medica. La sua attività si è concentrata prevalentemente nella produzione di software per la gestione e l’analisi statistica di studi clinici tra i quali quelli denominati GISSI (Gruppo Italiano per lo Studio della Sopravvivenza nell'Infarto miocardico) e per la conduzione di meta-analisi. Dal 1995 si occupa di Internet e delle sue applicazioni in ambito medico sviluppando siti e portali a carattere medico/scientifico. Autore e coautore di più di 130 articoli e di 70 relazioni presentate ai principali congressi internazionali di informatica e di cardiologia, ha pubblicato per il Pensiero Scientifico di Roma due volumi dai titoli “Guida alla medicina in rete” e “Internet in medicina. Guida all’uso e applicazioni pratiche”, e curato per conto della stessa casa editrice la traduzione dall’inglese di altri volumi di informatica e di medicina. Ha inoltre contribuito alla stesura della voce “Internet e medicina” per l’aggiornamento III della Enciclopedia Medica Italiana (UTET 2006) e del dossier “Internet e Medicina Etica, Salute e Nuove Tecnologie dell’Informazione” curato dalla Commissione Nazionale per la Bioetica presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri. Membro di diverse società scientifiche nazionali e internazionali, cura per conto di alcune riviste mediche italiane rubriche sull’uso di Internet. Principali pubblicazioni • Santoro E, Rossi Valentina, Pandolfini C, Bonati M. DEC-NET: The development of the European register of clinical trials on medicines for children. Clin Trials 2006; 3: 366-375 • Clivio L, Tinazzi A, Mangano S, Santoro E. The contribution of information technology: Towards a better clinical data management. Drug Dev Res 2006; 67: 245-250 • Bonati M, Pandolfini C, Rossi Valentina, Santoro E, Carreras I D, Castel Llobet J M. Launch of a European paediatric clinical trials register. Paediatric Perinatal Drug Therapy 2004; 6: 38-39 • Santoro E. Internet and information on breast cancer: an overview. Breast 2003; 12: 424-431 • Santoro E, Nicolis E, Franzosi M G, Tognoni G. Internet for clinical trials: Past, present, and future. Control Clin Trials 1999; 20: 194-201 • Franzosi M G, Santoro E, Zuanetti G, Latini R, Maggioni A P, Tognoni G, GISSI. Indications for ACE inhibitors in the early treatment of acute myocardial infarction. Systematic overview of individual data from 100.000 patients in randomized trial. Circulation 1998; 97: 2202-2212 • Franzosi M G, Santoro E, De Vita C, Geraci E, Lotto A, Maggioni A P, Mauri F, Rovelli F, Santoro L, Tavazzi L, Tognoni G, GISSI. Ten-year follow-up of the first megatrial testing thrombolytic therapy in patients with acute myocardial infarction. Results of Gruppo Italiano per lo Studio della Sopravvivenza nell'Infarto-1 study. Circulation 1998; 98: 2659-2665 • Franzosi M G, Latini R, Maggioni A P, Barlera S, Negri E, Nicolis E, Santoro E, Santoro L, Tognoni G, Garattini S, GISSI-3. GISSI-3: Effects of lisinopril and transdermal glyceryl trinitrate singly and together on six-week mortality and ventricular function after acute myocardial infarction. Lancet 1994; 343: 1115-1122 • Maggioni A P, Maseri A, Fresco C, Franzosi M G, Mauri F, Santoro E, Tognoni G, GISSI-2. Age-related increase in mortality among patients with first myocardial infarctions treated with thrombolysis. N Engl J Med 1993; 11: 1442-1448 RAPPORTO ATTIVITA’ 220 2006 IRFMN INTRODUZIONE ALLE ATTIVITA' DEL LABORATORIO Il laboratorio di Informatica Medica è coinvolto nelle seguenti attività: - gestione degli aspetti informatici dell’Istituto; - sviluppo di siti web a carattere medico; - gestione del sito web dell’Istituto; - attività di formazione su argomenti legati a "Internet e medicina" e all’informatica medica; - analisi statistica di sperimentazioni cliniche. SCOPERTE/RISULTATI PRINCIPALI Sviluppo di un registro europeo per le sperimentazioni cliniche in pediatria (WWW.DECNET.ORG) Mantenimento del sito web dell’Istituto Mario Negri Mantenimento dei siti web CARDIO.CARE, ONCO.CARE, NEURO.CARE, GASTRO.CARE, PNEUMO.CARE, PAIN.CARE e DERMA.CARE Mantenimento del sito web RISCHIO&PREVENZIONE Sviluppo e mantenimento dei siti CAESAR (www.caesar-project.eu) e RAINBOW (www.rainbow-project.eu) COLLABORAZIONI NAZIONALI Comitato Nazionale per la Bioetica Fondazione LuVI Associazione Nazionale dei Medici Cardiologi Ospedalieri (ANMCO) Gruppo Italiano Studi Epidemiologici in Dermatologia (GISED) Gruppo Italiano per lo Studio della Sopravivenza nell'Infarto miocardico (GISSI) Società Italiana Attività Regolatorie Dipartimento di Ricerca Cardiovascolare – Istituto “Mario Negri” Dipartimento Ambiente e Salute – Istituto “Mario Negri” Laboratorio per la Salute Materno Infantile - Istituto “Mario Negri” Laboratorio Ricerca sul Coinvolgimento dei Cittadini in Sanità Laboratorio Ricerca Translazionale e di Outcome in Oncologia Laboratorio di Ricerca in Medicina Generale Servizio Biblioteca - Istituto “Mario Negri” COLLABORAZIONI INTERNAZIONALI Society for Internet in Medicine Senologic International Society RAPPORTO ATTIVITA’ 221 2006 IRFMN PRESENZA IN COMITATI EDITORIALI Portale Partecipasalute.it – http://www.partecipasalute.it (Eugenio Santoro) Società Italiana Attività Regolatorie News, SIARNews (Eugenio Santoro) ATTIVITA' DI REVISIONE Computer Methods and Programs in Biomedicine PRESENZA IN COMMISSIONI NAZIONALI E INTERNAZIONALI Scientific Review Committee, 11° World Congress on Internet in Medicine, Toronto, 13-20 ottobre 2006 Consorzio Italiano per la Ricerca Medica Society for Internet in Medicine Senologic International Society PARTECIPAZIONE AD EVENTI CON CONTRIBUTI DEL LABORATORIO XIII Congresso Nazionale della Società Italiana di Cure Palliative, Bologna 26-29 aprile 2006. Titolo relazione: “Internet come strumento di ricerca e informazione sul dolore cronico nel paziente con cancro”. Corso “Evidence Based Medicine per bibliotecari-documentalisti biomedici” promosso dal Centro Cochrane Italiano, aprile-maggio 2006. Titolo della lezione “Strumenti per ricercare, filtrare e valutare le fonti di informazioni in Internet”. Corso ECM, Utilizzo delle banche dati in medicina. Siti e applicazioni Internet in ambito medico: tipologia di informazioni e metodologia di reperimento. Centro Malattie Rare Aldo e Cele Daccò, Istituto Mario Negri, Ranica (BG), 21 e 28 settembre 2006. CONTRIBUTI E CONTRATTI AstraZeneca Italia Unione Europea Fifth Framework Programme RAPPORTO ATTIVITA’ 222 2006 IRFMN SELEZIONE PUBBLICAZIONI SCIENTIFICHE APPARSE NELL'ANNO 2006 Santoro E, Rossi Valentina, Pandolfini C, Bonati M. DEC-NET: The development of the European register of clinical trials on medicines for children. Clin Trials 2006; 3: 366-375 Bonati M, Pandolfini C, Rossi V, Santoro E, Arnau J, Danés I, Fuentes I, Llobet J, Jacqz-Aigrain E, Zarrabian S, Choonara I, Sammons H, Smith C. Registering paediatric clinical trials. Paed Perinat Drug Ther 2006;7: 170-171 Clivio L, Tinazzi A, Mangano S, Santoro E. The contribution of information technology: Towards a better clinical data management. Drug Dev Res 2006; 67: 245-250 SELEZIONE PUBBLICAZIONI DIVULGATIVE APPARSE NELL'ANNO 2006 Santoro E. Registri di sperimentazioni cliniche pubblici e privati: è possibile un accordo? Ricerca & Pratica 2006; n.130: 173-175 Santoro E. Osservatorio Nazionale sulla Sperimentazione Clinica dei medicinali e registri pubblici. SiarNews 2006; n.49: 44-45 ALTRE PRODUZIONI EDITORIALI PUBBLICATE NEL CORSO DEL 2006 Santoro E. “Internet e medicina”. In Enciclopedia Medica Italiana, aggiornamento III, Tomo 1, pp. 1699-1722. UTET 2006 (a cura del Prof. L. Vella) Presidenza del Consiglio dei Ministri - Comitato Nazionale per la Bioetica. “Internet e Medicina - Etica, Salute e Nuove Tecnologie dell’Informazione”. Roma 21 aprile 2006 (collaborazione alla stesura e alla revisione del dossier). RAPPORTO ATTIVITA’ 223 2006 IRFMN ATTIVITA' DI RICERCA Progetto DEC-NET: Drug Evaluation in Children – Clinical Trials in Europe In collaborazione con il Laboratorio per la Salute Materno Infantile dell’Istituto Mario Negri, il Laboratorio di Informatica Medica è stato impegnato nel corso del 2003-2006 nello sviluppo di un registro di sperimentazioni cliniche in pediatria basato sul web. Il progetto, finanziato dall’Unione Europea nell’ambito del Fifth Framework Programme, vede coinvolti 4 partner internazionali al fine di sviluppare uno strumento (accessibile a chiunque attraverso Internet) per reperire informazioni sulle sperimentazioni cliniche in pediatria condotte a livello nazionale e internazionale. Il progetto, della durata di tre anni, ha visto nel corso del 2003 la pubblicazione del sito http://www.dec-net.org su cui sono disponibili i primi protocolli di ricerca. Mantenimento del sito web per lo studio RISCHIO&PREVENZIONE In collaborazione con il Laboratorio di Ricerca in Medicina Generale del Dipartimento di Ricerca Cardiovascolare è stato realizzato il sito web della sperimentazione clinica RISCHIO&PREVENZIONE. Attraverso questo sito (http://www.rischioeprevenzione.it) i 370 medici partecipanti hanno l’opportunità di seguire lo stato di avanzamento della sperimentazione, ottenere informazioni pratiche sull’applicazione del protocollo di ricerca e aggiornarsi su problematiche relative alla patologia in studio. Mantenimento del sito web dell’Istituto Mario Negri Nel corso del 2003 è stato pubblicato il nuovo sito web dell’Istituto Mario Negri (http://www.marionegri.it). L’interfaccia è stata radicalmente modificata e i contenuti riorganizzati per venire incontro alla nuova struttura “dinamica” del sito web. Sono stati aggiunti anche nuovi contenuti e nuovi servizi tra cui una sezione interamente dedicata ai cittadini e agli operatori sanitari. Nel corso del 2004 è stata pubblicata la versione inglese del sito web. Inoltre è continuata l’attività di mantenimento grazie anche allo sviluppo di ulteriori funzioni e applicazioni, al potenziamento della sezione intranet e all’implementazione di un servizio di webmail. Nel corso del 2006 è continuata l’attività di supporto e di mantenimento del sito istituzionale. Mantenimento dei siti web CARDIO.CARE, ONCO.CARE, GASTRO.CARE, NEURO.CARE, PNEUMO.CARE, PAIN.CARE e DERMA.CARE Questi indici sono stati realizzati dal Laboratorio di Informatica Medica per raccogliere, classificare e commentare i migliori siti web disponibili sulla rete, fornendo agli utenti di Internet uno strumento efficace di ricerca sulla rete. Il progetto copre diverse aree mediche tra cui la cardiologia (http://www.cardiocare.it), la neurologia (http://www.neurocare.it), l’oncologia (http://www.oncocare.it), la gastroenterologia (http://www.gastrocare.it), la pneumologia (http://www.pneumocare.it), il trattamento del dolore (http://www.paincare.it) e la dermatologia (http://www.dermacare.it) e ha visto la collaborazione di alcuni dipartimenti dell’Istituto Mario Negri (Dipartimento di Ricerca Cardiovascolare, Laboratorio delle Malattie Neurologiche, Dipartimento di Oncologia, Laboratorio di Ricerca in Medicina Generale, Laboratorio Ricerca Translazionale e di Outcome in Oncologia) e di gruppi di ricerca esterni (Gruppo Italiano Studi Epidemiologici in Dermatologia – GISED). RAPPORTO ATTIVITA’ 224 2006 IRFMN Internet come strumento di ricerca e formazione sul dolore cronico nel paziente con cancro Nato nell’ambito del progetto «Dolore nel paziente con cancro» - ideato per mettere a disposizione di medici, pazienti e famiglie informazioni corrette sulle terapie del dolore per malati di cancro e produrre prove maggiori sull’efficacia di alcune terapie basate sull’uso di farmaci analgesici - il progetto sviluppa l’area “informazione-educazione” e si articola in due attività principali: - creazione e messa on line di un meta sito che seleziona e cataloga siti che trattano di dolore e relativo periodico aggiornamento http://www.paincare.it; - adattamento dei metodi e degli strumenti della EBM alle risorse disponibili in internet sul tema del dolore cronico nel paziente con cancro, attraverso una griglia di valutazione definita ad hoc, e successiva revisione delle risorse su internet su alcuni temi chiave, per testare gli eventuali risultati ottenuti. E’ inoltre in corso la discussione dell’opportunità di mettere a punto un nuovo sito in lingua italiana sul dolore. In collaborazione con il Laboratorio di Ricerca sul Coinvolgimento dei Cittadini in Sanità e con il Laboratorio di Ricerca Translazionale e di Outcome in Oncologia. Gestione degli aspetti informatici dell’Istituto Una delle attività del Laboratorio di Informatica Medica è la gestione dell’informatica dell’istituto. Tra i compiti ad essa assegnati: l’assistenza hardware e software dei client e dei server installati in istituto, la gestione della posta elettronica, la gestione del collegamento Internet, la gestione della rete interna, la gestione del sito web dell’Istituto, lo sviluppo di software gestionale. Attività di formazione Nel corso del 2006 è proseguita l’attività di formazione su tematiche legate a “Internet e Medicina” attraverso lo svolgimento di corsi e workshop (sia interni all’istituto, sia esterni) a cui ha partecipato il personale del laboratorio con ruoli di docenza. RAPPORTO ATTIVITA’ 225 2006 IRFMN RAPPORTO ATTIVITA’ 226 2006 IRFMN CENTRO COCHRANE ITALIANO PERSONALE Direttore del Centro Alessandro LIBERATI, Dr. Med. Chir. RAPPORTO ATTIVITA’ 227 2006 IRFMN CURRICULUM Alessandro Liberati si è laureato in Medicina e Chirurgia nel 1978 presso l’Università degli Studi di Milano e si è specializzato nel 1981 in Igiene e Medicina Preventiva presso la Scuola di Specializzazione di Igiene dell’Università degli Studi di Milano. Attività formative: responsabile di numerosi corsi di formazione, universitari e non, sulla metodologia della ricerca clinica e delle revisioni sistematiche/metanalisi. Direttore del Master di II livello “Evidence based medicine e metodologia della ricerca sanitaria”, Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia. Aree di interesse scientifico: metodologia della ricerca clinica con particolare riferimento alle sperimentazioni controllate; metodi epidemiologici per la sintesi delle informazioni scientifiche (revisioni sistematiche e metanalisi); metodi per la produzione e valutazione di impatto delle linee guida cliniche; valutazione delle implicazioni etiche della ricerca clinica. Ruoli attuali e passati in istituto: 1980-1986 Ricercatore presso il Laboratorio di Farmacologia Clinica; 1987-1989 Capo dell’Unità di Epidemiologia Clinica e valutazione degli interventi sanitari; 1990-1998 Capo del Laboratorio di Epidemiologia Clinica; dal 1994 Direttore del Centro Cochrane Italiano; dal 1998 Professore Associato di Statistica Medica ed Epidemiologia, Università di Modena e Reggio Emilia; dal 1997 Presidente AREAS-CCI; dal 2005 Presidente del Comitato Etico AUSL Bologna; dal 2004 Membro della Commissione Nazionale Ricerca Sanitaria; dal 2005 Membro della Commissione Ricerca e Sviluppo dell’AIFA. Principali pubblicazioni • Liberati A. Etica conoscenza e sanità. Evidence-based medicine fra ragione e passione. Pensiero Scientifico Editore, Roma 2005 • Liberati A., D’Amico R., Pifferi S., Leonetti C., Torri V., Brazzi L., Tinazzi A. Antibiotics for preventing respiratory tract infections in adults receiving intensive care. The Cochrane Library 2005;Issue 4 • Moja L., Telaro E., D’Amico R., Moschetti I., Coe L., Liberati A. Assessment of methodological quality of primary studies by systematic reviews: results of the metaquality cross sectional study. British Medical Journal 2005;330:10531055 • GRADE working group (including Liberati A. as member). Grading quality of evidence and strength of recommendations. British Medical Journal 2004;328:1490-96 • Liberati A, Moja LP, Moschetti I.The future of clinical research: why do we need an ecological approach? Recenti Prog Med. 2006; 97:604-10. • Vigna-Taglianti F, Vineis P, Liberati A, Faggiano F. Quality of systematic reviews used in guidelines for oncology practice. Ann Oncol. 2006 ;17:691-701. • Clinical Evidence edizione italiana, IV edizione. 2006 Zadig, Milano. RAPPORTO ATTIVITA’ 228 2006 IRFMN INTRODUZIONE ALLE ATTIVITA' DEL CENTRO Il Centro Cochrane Italiano (CCI) è attivo dal 1994 ed è affiliato alla Cochrane Collaboration (CC), un'organizzazione no-profit che ha lo scopo di produrre, mantenere aggiornati e diffondere i risultati di sintesi (revisioni sistematiche) degli effetti degli interventi sanitari. Il principale prodotto della Cochrane Collaboration è la Cochrane Library, una pubblicazione trimestrale che contiene le revisioni sistematiche prodotte dai gruppi collaborativi della CC e altri database relativi a revisioni sistematiche pubblicate su riviste internazionali e prodotte da gruppi non Cochrane e la sintesi dei migliori rapporti di Technology Assessment. Gli obiettivi del CCI sono centrati sul supporto alle diverse attività della Cochrane Collaboration in Italia, con particolare riferimento a: a) far crescere la conoscenza delle attività della CC in Italia; b) fornire supporto metodologico e pratico a tutti gli individui e gruppi che vogliono collaborare alle attività della CC; c) collaborazione con l’AIFA (Agenzia Italiana del Farmaco) per la messa a punto dei programmi di formazione continua degli operatori sanitari; d) contribuire all'adozione e disseminazione della pratica della Evidence-based Medicine (EBM) ed Evidence based Health Care (EBHC) in Italia, sia a livello accademico sia nella pratica dei servizi sanitari; e) collaborare con le strutture del Servizio Sanitario Nazionale al miglioramento della qualità e rilevanza della ricerca clinica ed epidemiologica. SCOPERTE/RISULTATI PRINCIPALI Mantenimento e sviluppo di una rete nazionale di ricercatori e operatori sanitari che producono revisioni sistematiche di letteratura per la Cochrane Collaboration. COLLABORAZIONI NAZIONALI Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA), Roma Istituto Superiore di Sanità, Roma Ministero della Salute, Roma Centro Valutazione Efficacia Assistenza Sanitaria (CeVEAS), Modena Dipartimento di Epidemiologia della ASL Roma E Istituto Neurologico "Carlo Besta", Milano Agenzia Sanitaria Regionale, Regione Emilia Romagna, Bologna Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia Università degli Studi di Milano Azienda Sanitaria Locale 20, Alessandria RAPPORTO ATTIVITA’ 229 2006 IRFMN COLLABORAZIONI INTERNAZIONALI The Cochrane Collaboration, Oxford, UK Centre for Reviews and Dissemination, University of York, York, UK British Medical Journal Publishing Group, London, UK Centre for Statistics in Medicine, Oxford, UK Thomas Chalmers Centre for Systematic Reviews, Ottawa, Canada The Campbell Collaboration , Philadelphia, USA PRESENZA IN COMITATI EDITORIALI Clinical Evidence (Alessandro Liberati) Evidence Based Health Policy and Research (Alessandro Liberati)Journal of Clinical Epidemiology (Alessandro Liberati) Journal of Health Services Research (Alessandro Liberati) ATTIVITA' DI REVISIONE Annals of Internal Medicine (Alessandro Liberati) British Medical Journal (Alessandro Liberati) JAMA (Alessandro Liberati) Evidence Based Health Policy and Research (Alessandro Liberati) Canadian Medical Association Journal (Alessandro Liberati) ORGANIZZAZIONE DI EVENTI IV Edizione Master “Evidence Based Medicine e metodologia della ricerca sanitaria”, Febbraio 2006 – Ottobre 2007, Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia Corso " Evidence-based medicine per bibliotecari e documentalisti biomedici" Aprile- Maggio 2006, Milano III Workshop " Le revisioni sistematiche di accuratezza diagnostica", II sessione (per revisori junior) 14-16 Maggio 2006, Milano XI Riunione annuale Network Cochrane Italiano "Aree di incertezza in medicina: come identificarle e promuovere la ricerca necessaria" 28 Novembre 2006, Roma RAPPORTO ATTIVITA’ 230 2006 IRFMN PARTECIPAZIONE AD EVENTI CON CONTRIBUTI DEL CENTRO IV Edizione Master “Evidence Based Medicine e metodologia della ricerca sanitaria”, Febbraio 2006 - Ottobre2007, Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia Corso elettivo “Revisioni sistematiche e linee guida nelle scienze infermieristiche” – Secondo anno del Corso di Laurea Magistrale in Scienze Infermieristiche e Ostetriche, anno 2005/2006 Workshop: Quanto è possibile orientare la ricerca clinica sulla propria malattia? In collaborazione con ll Gruppo Cochrane Sclerosi Multipla ed il progetto Partecipasalute (http://www.partecipasalute.it), Milano, 30 marzo 2006 Workshop "La revisione sistematica Cochrane, una metodologia di ricerca per sintetizzare le prove di efficacia in ambito sanitario. Un possibile spunto per la costruzione di un modello di workshop evidence based" 10-11 Aprile 2006, Firenze Convegno “EMB in Italia: Progetto ECCE Trial ICEKUBE (quale è lo stato di conoscenza evidence based dei giovani medici italiani?)” 22 - 23 Aprile, Capri Meeting Centri Cochrane e Gruppi di Revisione Europei " Cochrane Continental European Entities" 28- 29 Aprile 2006, Copenhagen, Danimarca Convegno “Strumenti e esperienze in campo sanitario per una migliore qualità della vita delle persone e di ogni realtà sociale”, 7 ottobre 2006 , Alessandria XIV Cochrane Colloquim, 23-26 Ottobre 2006, Dublino, Irlanda CONTRIBUTI E CONTRATTI Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri, Milano AIFA - Agenzia Italiana del Farmaco, Roma RAPPORTO ATTIVITA’ 231 2006 IRFMN SELEZIONE PUBBLICAZIONI SCIENTIFICHE APPARSE NELL'ANNO 2006 Amato B, Panico S, Persico G, Rispoli C, Rocco N, Moschetti I, Moja L. Shouldice technique versus other techniques for inguinal hernia repair. (Protocol) The Cochrane Database of Systematic Reviews 2006, Issue 2. Art. No.: CD001543. DOI: 10.1002/14651858.CD001543.pub2 Floriani I, Torri V, Rotmensz N, Martini N, de Rosa M, de Braud F, Moja L. Approaches to interim analysis of randomized clinical trials in cancer: a survey from the Italian National Monitoring Centre for Clinical Trials. Abstracts of the XIV Cochrane Colloquium, p.179. Dublin, Ireland, 23-26 October 2006. Liberati A, Moja L, Moschetti I. Quali prove di efficacia per quali decisioni? Neurological Science 2006; 27:S1-S5 Moja L, Moschetti I, Liberati A, Gensini GF.Renaissance of a res publica clinical research: global access to trial registers. Intern Emerg Med. 2006;1:310-1. Moja L, Brambilla C, Compagnoni A, Pistotti V. Trastuzumab containing regimens for early breast cancer (Protocol) The Cochrane Library, 2006 Moja L, Brambilla C, Compagnoni A, McGowan JL, Nurbhai M, Pistotti V. Trastuzumab containing regimens for metastatic breast cancer (Protocol) The Cochrane Library, 2006 Moschetti I, Moja L, Colombo C, Carra L, Satolli R, Mosconi P, Liberati A. How Cochrane reviews can be used in a dissemination project: preliminary findings from the “PartecipaSalute” project in Italy. Abstracts of the XIV Cochrane Colloquium, p.93. Dublin, Ireland, 23-26 October 2006. Parmelli E, D’Amico R, Bassi C, Bonacini I, Coco L, Falcone C, Filippini G, Galletti C, Grisolia D, Lazzeri S, Magnano L, Minozzi S, Moja PL, Moschetti I, Papini D, Pistotti V, Sala V, Telaro E, Vignatelli L, Viviano M, Liberati A Where the outcomes reported in systematic reviews stated in protocols? Poster, 14 Cochrane Colloquium, Dublin, October 2006 SELEZIONE PUBBLICAZIONI DIVULGATIVE APPARSE NELL'ANNO 2006 Deligant C, Dri P, Liberati A, Manfrini R, Moschetti I, Moja L, Satolli R. Il Progetto ECCE: i risultati di un modello di formazione a distanza orientato sul caso clinico. Bollettino d’Informazione sui Farmaci 2006; 1(XIII):10-18 Mosconi P, Liberati A, Satolli R Il corso di PartecipaSalute allo specchio: i commenti del comitato organizzatore http://www.partecipasalute.it/attivita/corso-001-comm-com-org.php 2006 Liberati A, Moja L, Moschetti I Le mete per un'ecologia della ricerca clinica Recenti Prog Med 2006; 97: 604-610 Liberati A, Moja LP, Moschetti I.The future of clinical research: why do we need an ecological approach? Recenti Prog Med. 2006; 97:604-10. Mosconi P, Liberati A, Satolli R Il corso di PartecipaSalute allo specchio: i commenti del comitato organizzatore http://www.partecipasalute.it/attivita/corso-001-comm-com-org.php 2006 RAPPORTO ATTIVITA’ 232 2006 IRFMN ATTIVITA' DI RICERCA Attività di formazione e disseminazione Nell'anno 2006 il Centro Cochrane Italiano ha contribuito all'organizzazione della IV Edizione del "Master in Evidence-based medicine e Metodologia della Ricerca Sanitaria" presso l'Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia . in collaborazione con l’Agenzia Italiana del Farmaco e l’Agenzia di giornalismo scientifico Zadig, il Centro ha contribuito alla realizzazione del progetto "ECCE" (Educazione Continua Clinical Evidence), che è stato attivato nel 2005 nell'ambito del programma nazionale di Educazione Continua in Medicina (ECM) e che ha coinvolto nel primo anno di attività oltre 17.000 medici italiani. Sempre in collaborazione con l’Agenzia Italiana del Farmaco e l’Agenzia di giornalismo scientifico Zadig nel 2006 il CCI ha completato la preparazione della quarta edizione italiana di "Clinical Evidence", il compendio delle migliori prove di efficacia prodotto dal BMJ Publishing Group, largamente basato sulle revisioni sistematiche della Cochrane Collaboration. Attività di ricerca Il CCI e i ricercatori ad esso afferenti hanno collaborato alla produzione di sette revisioni sistematiche e sette protocolli disponibili nella Cochrane Library http://www3.interscience.wiley.com/cgibin/mrwhome/106568753/HOME?CRETRY=1&SRETRY=0 Lo staff del CCI è anche attivamente coinvolto in progetti di approfondimento metodologico mirati a identificare strumenti validi e riproducibili per misurare la qualità delle revisioni sistematiche. Nel 2006 il CCI ha collaborato con il Laboratorio Ricerca sul Coinvolgimento dei Cittadini in Sanità diretto da Paola Mosconi e con l'agenzia di giornalismo scientifico Zadig alla realizzazione del progetto “Partecipasalute”, un programma di ricerca che coinvolge i pazienti e le loro associazioni. Gli obiettivi del progetto sono: - orientare pazienti, cittadini e loro associazioni a una partecipazione attiva nell'ambito dell'assistenza sanitaria e delle scelte in medicina; - orientare le organizzazioni professionali e scientifiche a un rapporto di confronto costruttivo con pazienti e cittadini; - avviare una partnership trasparente tra il paziente e il cittadino e i servizi sanitari. Il progetto ha portato alla ideazione e realizzazione del sito web “Partecipasalute” (http://www.partecipasalute.it) un portale rivolto a pazienti, cittadini e loro associazioni per fornire gli strumenti critici che consentano una più attiva partecipazione e una più corretta informazione sui temi della salute e delle scelte in medicina. RAPPORTO ATTIVITA’ 233 2006 IRFMN RAPPORTO ATTIVITA’ 234 2006 IRFMN CENTRO CATULLO E DANIELA BORGOMAINERIO Il centro dedicato a “Catullo e Daniela Borgomainerio” è sorto nel 1987, grazie al contributo della Signora Angela Marchegiano Borgomainerio. L’edificio è nato come centro per lo studio delle malattie rare del bambino e a tutt’oggi alcuni dei laboratori ospitati conducono ricerche in questo senso. Ad esempio, si occupano dello studio di nuove opzioni terapeutiche da applicare al trattamento di una forma molto rara di leucemia acuta mieloide, nota come leucemia acuta promielocitica e sono in corso numerosi studi per identificare nuovi farmaci dotati di meccanismi diversi capaci di sinergizzare con l’acido trans-retinoico. Nel Centro Borgomainerio si svolgono inoltre ricerche epidemiologiche sulle leucemie infantili e sui tumori del testicolo negli adolescenti e giovani adulti. Le attività svolte presso il Centro Borgomainerio afferenti all'area pediatrica sono condotte in collaborazione anche con gruppi dell'Istituto dislocati in altre sedi, quali: il Centro di Ricerche Cliniche per le Malattie Rare Aldo e Cele Daccò (Ranica, BG), il Centro di informazione sul farmaco (Crif) e il Laboratorio per la Salute Materno Infantile, che hanno entrambi sede a Milano. Oggi l’edificio ospita: il Laboratorio di Biologia Molecolare, il Laboratorio di Epidemiologia Generale, il Laboratorio di Ricerca Translazionale e di Outcome in Oncologia, il Laboratorio per lo Sviluppo di Nuove strategie Farmacologiche, l’Ufficio studi Oncologici e Documentazione, il Laboratorio di Malattie Neurologiche, il Laboratorio di Ricerca sul Coinvolgimento dei Cittadini in Sanità, il Laboratorio di Clinical Trials e il Centro Cochrane Italiano. Per maggiori informazioni sulle attività del Centro si rimanda ai rapporti di attività dei singoli laboratori. RAPPORTO ATTIVITA’ 235 2006 IRFMN RAPPORTO ATTIVITA’ 236 2006 IRFMN G.A. PFEIFFER MEMORIAL LIBRARY PERSONALE Capo Bibliotecaria Vanna Pistotti RAPPORTO ATTIVITA’ 237 2006 IRFMN La Biblioteca, specializzata nel campo della farmacologia ed epidemiologia clinica, è stata fondata nel 1963 grazie a una donazione della Gustavus and Louise Pfeiffer Research Foundation con sede a Denville, New Jersey, USA. Enti pubblici e privati contribuiscono al suo funzionamento mediante donazioni, offerte di materiale e di abbonamenti a periodici. PERSONALE Il personale della Biblioteca è composto da una responsabile, due assistenti e un incaricato al servizio fotocopie. LA COLLEZIONE La biblioteca possiede 5000 volumi tra libri di testo, monografie e atti di convegno e 200 abbonamenti a periodici. I libri vengono classificati secondo la US National Library of Medicine Classification, quinta edizione e il Medical Subject Headings di Medline (MeSH). Oltre alla collezione interna la Biblioteca accede al Catalogo Nazionale dei Periodici , al Catalogo delle biblioteche appartenenti al Sistema Bibliotecario Biomedico Lombardo e a quello del GIDIF, RBM. BANCHE DATI E RIVISTE ELETTRONICHE Da ogni postazione interna all’Istituto è possibile accedere a più di 2000 riviste elettroniche e a cinque tra le banche dati più importanti al mondo: Medline, Cinhal, La Cochrane Library, Embase. PROGETTI La biblioteca partecipa alla realizzazione del Catalogo dei Periodici dell’Associazione Italiana dei Documentalisti GIDIF, RBM. Collabora attivamente al sito web dell’Istituto di cui in particolare cura la parte delle Pubblicazioni, sia scientifiche sia divulgative. Ogni anno vengono svolti corsi al personale scientifico dell’Istituto sull’uso delle banche dati e delle riviste elettroniche. RAPPORTO ATTIVITA’ 238 2006 IRFMN PUBBLICAZIONI 2006 Pistotti V, Colombo Cinzia Navigare sulla rete alla ricerca della buona informazione http://www.partecipasalute.it/informati-bene/navigare-001.php 2006 Parmelli E, D’Amico R, Bassi C, Bonacini I, Coco L, Falcone C, Filippini G, Galletti C, Grisolia D, Lazzeri S, Magnano L, Minozzi S, Moja PL, Moschetti I, Papini D, Pistotti V, Sala V, Telaro E, Vignatelli L, Viviano M, Liberati A Where the otcomes reported in systematic reviews stated in protocols? Poster, 14 Cochrane Colloquium, Dublin, October 2006 Mosconi P, Colombo C, Apolone G, Pisottti V, Zucchetti E, Santoro E, Tamburini M Internet come strumento di ricerca e informazione sul dolore cronico nei pazienti con cancro, XIII Congresso Nazionale Società Italiana di Cure Palliative, Bologna, Aprile 2006 Pistotti V Impact factor: luci e ombre La Pubblicazione scientifica in medicina: tools per l’autore, Congress Perugia, June 2006 http://www.spvet.it/arretrati/numero-37/007.html CONTRATTI PIU’ SIGNIFICATIVI Dal 1994 aderisce al progetto SBBL Sistema Bibliotecario Biomedico Lombardo della Regione Lombardia, cui partecipano sedici biblioteche lombarde come Poli primari e che offre banche dati, riviste elettroniche e articoli a più di 140 strutture in Regione. RAPPORTO ATTIVITA’ 239 2006 IRFMN RAPPORTO ATTIVITA’ 240 2006 IRFMN Laboratori Negri Bergamo RAPPORTI ATTIVITA’ 2006 dipartimenti e laboratori RAPPORTO ATTIVITA’ 241 2006 IRFMN RAPPORTO ATTIVITA’ 242 2006 IRFMN DIPARTIMENTO DI MEDICINA MOLECOLARE PERSONALE Capo Dipartimento Ariela BENIGNI, Dr. Sci. Biol. Ph. D. Unità di Terapia Genica Capo Unità Susanna TOMASONI, Dr. Sci. Biol. Ph. D. Laboratorio di Biologia Cellulare e Xenotrapianto Capo Laboratorio Marina MORIGI, Dr. Sci. Biol., Ph. D. Unità dell’Interazione Piastrine-Endotelio Vascolare Capo Unità Miriam GALBUSERA, Dr. Sci. Biol. Laboratorio di Immunologia e Genetica del Trapianto e Malattie Rare Capo Laboratorio Marina NORIS, Dr. Chim. Farm.. Ph. D. Unità di Biologia Cellulare dell'Autoimmunità e del Rigetto al Trapianto Capo Unità Sistiana AIELLO, Biol.Sci.D Unità di Genetica delle Malattie Renali Capo Unità Jessica CAPRIOLI, Biol.Sci.D Unità di Biologia Cellulare e Molecolare della Tolleranza al Trapianto Capo Unità Federica CASIRAGHI, Chemist Laboratorio di Modelli Sperimentali di Malattie Renali Capo Laboratorio Carla ZOJA, Dr. Sci. Biol. Ph. D. Unità di Patologia e Immunopatologia Capo Unità Mauro ABBATE, Dr. Med. RAPPORTO ATTIVITA’ 243 2006 IRFMN CURRICULA Ariela Benigni si è laureata in Scienze Biologiche nel 1979 presso l’Università degli Studi di Milano e ha conseguito il titolo di Ph.D. presso l’Università di Maastricht, Olanda, nel 2001. Attività formative: nel 1979 Post Doctoral Fellow, Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri (IRFMN), Laboratorio di Chemioterapia Antitumorale in vivo, Milano, Italia; nel 1980-1981 Post Doctoral Fellow, Associazione Bergamasca per lo Studio delle Malattie Renali, Laboratorio della Divisione di Nefrologia e Dialisi, Ospedali Riuniti di Bergamo, Bergamo; nel 1980 Post Doctoral Fellow, Guy’s Hospital, London; nel 1982 Titolare di una borsa di studio della Comunità Europea, Centre Regional de Transfusion Sanguigne de Strasbourg, Strasbourg, Francia; nel 1989 stage al Brigham and Women’s Hospital, Laboratory of Prof. Barry Brenner, Boston. Aree di interesse: mediatori vasoattivi e proinflammatori nella progressione delle malattie renali con particolare riguardo all'endotelina; trattamento combinato di farmaci antiipertensivi e renoprotettivi per rallentare la progressione della malattia renale cronica; utilizzo di cellule staminali per riparare il tessuto renale in modelli di insufficienza renale acuta; tecniche di trasferimento genico in vitro e in vivo; prevenzione del rigetto acuto del trapianto attraverso trasferimento genico all’organo da trapiantare; induzione della tolleranza al trapianto attraverso tecniche di trasferimento genico. Ruoli: nel 1983 Ricercatore, IRFMN, Laboratorio di Malattie Renali, Bergamo; tra 1990-1994 Capo Laboratorio del Metabolismo di Prostaglandine e Leucotrieni, IRFMN, Bergamo; da Gennaio 1991 è Segretario Scientifico, IRFMN, Bergamo, Italia; tra 1994 e 1999 è Capo Laboratorio dei Mediatori Vasoattivi e Infiammatori di Danno Tissutale, IRFMN, Bergamo, Italia; da Gennaio 2000 è Capo Dipartimento di Medicina Molecolare, IRFMN, Bergamo. 1996-1998: Associate Editor, Journal of Nephrology; 2003-2005: Associate Editor, Kidney International. Principali pubblicazioni: • S. Tomasoni, N. Azzollini, F. Casiraghi, M.C. Capogrossi, G. Remuzzi, A. Benigni. CTLA4Ig gene transfer prolongs survival and induces donor-specific tolerance in a rat renal allograft. J Am Soc Nephrol 2000;11:747-752. • G. Remuzzi, N. Perico, A. Benigni. New therapeutics that antagonize endothelin: promises and frustrations. Nature Reviews Drug Discovery 2002;1:986-1001. • Benigni, E. Gagliardini, S. Tomasoni, M. Abbate, P. Ruggenenti, R. Kalluri, G. Remuzzi. Selective impairment of gene expression and assembly of nephrin in human diabetic nephropathy. Kidney International 2004; 65: 2193-2200. • Benigni, D. Corna, C. Zoja, L. Longaretti, E. Gagliardini, N. Perico, T.M. Coffman, G. Remuzzi. Targeted deletion of angiotensin II type 1A receptor does not protect mice from progressive nephropathy of overload proteinuria. J Am Soc Nephrol 2004;15:2666-2674. • M. Morigi, S. Buelli, S. Angioletti, C. Zanchi, L. Longaretti, C. Zoja, M. Galbusera, S. Gastoldi, P. Mundel, G. Remuzzi, A. Benigni. In response to protein load podocytes reorganize cytoskeleton and modulate endothelin-1 gene: implication for permselective dysfunction of chronic nephropathies. Am J Pathol 2005;166:1309-1320. Marina Morigi si è laureata in Scienze Biologiche nel 1987 presso l’Università degli Studi di Milano, Milano, Italia. Ha conseguito il titolo di Ph.D. presso l’Università di Maastricht, Olanda, nel 2005. Attività formative: 1984–1987 tesista presso IRFMN, Bergamo; nel 1987-1995 Borsista, IRFMN, Bergamo; 1991 Stage al Brigham and Women’s Hospital, presso il laboratorio del Dr. P. Marsden, Boston. Aree di interesse: ruolo della Shigatoxin nella patogenesi del danno endoteliale tipico della forma epidemica di Sindrome Emolitico uremica; Studio dei mediatori/meccanismi coinvolti nel modello in vitro di rigetto iperacuto da xenotrapianto (endotelio porcino esposto a siero umano come fonte di complemento e xenoanticorpi); tossicità renale delle proteine plasmatiche: studi per identificare i segnali intracellulari, l’espressione e la produzione di mediatori pro-infiammatori in cellule epiteliali del tubulo prossimale e del glomerulo in vitro; terapia cellulare e rigenerazione del tessuto renale: Studio della capacità delle cellule staminali adulte di rigenerare il tessuto renale in modelli sperimentali di danno renale acuto e cronico; terapia cellulare con cellule staminali embrionali murine per correggere il difetto genetico caratteristico della malattia di Fabry in un modello murino. Ruoli: dal 1995 Ricercatrice, IRFMN, Bergamo, Italy; 1996-1999 Capo, Unità di Biologia della Cellula Renale ed Endoteliale; dal 2000 Capo, Laboratorio di Biologia Cellulare e Xenotrapianto, IRFMN, Bergamo, Italy. RAPPORTO ATTIVITA’ 244 2006 IRFMN Principali pubblicazioni: • M. Morigi, B. Imberti, C. Zoja, D. Corna, S. Tomasoni, M. Abbate, D. Rottoli, S. Angioletti, A. Benigni, N. Perico, M. Alison, G. Remuzzi. Mesenchymal Stem Cells Are Renotropic, Helping to Repair the Kidney and Improve Function in Acute Renal Failure. J Am Soc Nephrol 2004;15:1794-1804. • C. Zoja, M. Morigi, A. Benigni, G. Remuzzi. Genetics of rare diseases of the kidney: learning from mouse models. Cytogenet Genome Research 2004;105: 479-484. • A. Remuzzi, S. Mantero, M. Colombo, M. Morigi, E. Binda, D. Camozzi, B. Imberti. Vascular smooth muscle cells on hyaluronic acid: culture and mechanical characterization of an engineered vascular construct. Tissue Eng 2004;10:699710. • M. Galbusera, S. Buelli, S. Gastoldi, D. Macconi, S. Angioletti, C. Testa, G. Remuzzi, M. Morigi. Activation of porcine endothelium in response to xenogeneic serum causes thrombosis independently of platelet activation. Xenotransplantation 2005:12;110-120. • M. Morigi, S. Buelli, S. Angioletti, C. Zanchi, L. Longaretti, C. Zoja, M. Galbusera, S. Gastoldi, P. Mundel, G. Remuzzi, A. Benigni. In response to protein load podocytes reorganize cytoskeleton and modulate endothelin-1 gene: implication for permselective dysfunction of chronic nephropathies. Am J Pathol 2005;166:1309-1320. Marina Noris si è laureata in Chimica e Tecnologie Farmaceutiche nel novembre 1986 presso l’Università degli Studi La Sapienza di Roma. Ha conseguito il titolo di Ph.D. presso l’Università di Maastricht, Olanda, nel 2005. Attività formative: nel 1984-1986 Borsista, Istituto di Chimica Farmaceutica e Tossicologica, Università di Roma; nel 1986-1987 Borsista, Istituto di Chimica Farmaceutica e Tossicologica, Università di Roma; nel 1987-1994 Borsista, IRFMN, Unità di Mediatori dell’infiammazione e del danno tessutale, Laboratorio di Malattie Renali, Bergamo. Aree di interesse: Immunologia del trapianto e induzione della tolleranza, genetica della sindrome emolitico uremica, della porpora trombotica trombocitopenica, della glomerulosclerosi focale segmentale e della nefropatia diabetica, alterazioni dell’arginina e dell’ossido d’azoto nell’uremia e nella preeclampsia. Ruoli: nel 1992 ricercatrice, Laboratorio di Nefrologia IRFMN, Bergamo; nel 1994 Capo Unità di Patofisiologia dell’endotelio, IRFMN, Bergamo; nel 1996-1999 Capo, Laboratorio di Biologia Cellulare e Molecolare della Risposta Immune e dell'Autoimmunità, IRFMN, Bergamo; da gennaio 2000 Capo, Laboratorio di Immunologia e Genetica di Malattie Rare e Trapianti, Dipartimento di Medicina Molecolare, IRFMN, Bergamo. Principali pubblicazioni: • Manuelian T, Hellwage J, Meri S, Caprioli J, Noris M, Heinen S, Jozsi M, Neumann HP, Remuzzi G, Zipfel PF. Mutations in factor H reduce binding affinity to C3b and heparin and surface attachment to endothelial cells in haemolytic uremic syndrome. J Clin Invest 2003; 111: 1181-1190. • Noris M, Brioschi S, Caprioli J, Todeschini M, Bresin E, Porrati F, Gamba S, Remuzzi G, on behalf of the International Registry of Familial and Recurrent HUS/TTP. Familial haemolytic uraemic syndrome and an MCP mutation. Lancet 2003; 362:1542-1547. • Caprioli J, Castelletti F, Bucchini S, Bettinaglio P, Bresin E, Pianetti G, Gamba S, Brioschi S, Daina E, Remuzzi G, Noris M, on behalf of the International Registry of Familial and Recurrent HUS/TTP. Complement factor H mutations and gene polymorphisms in haemolytic uraemic syndrome: the C-257T, the A2089G and the G2881T polymorphisms are strongly associated with the disease. Hum Mol Genet 2003; 12:3385-3395. • Noris M, Bucchioni s, Galbusera M, Donadelli R, Bresin E, Castelletti F, Caprioli J, Brioschi S, Scheiflinger F, Remuzzi G and the International Registry of Recurrent and Familial HUS/TTP. Complement factor H mutation in familial thrombotic thrombocytopenic purpura with ADAMTS13 deficency and renal involvement. J Am Soc Nephrol 2005; 16:1177-1183 • G. Remuzzi, P. Ruggenenti, D. Codazzi, M. Noris, J. Caprioli, G. Locatelli, B. Gridelli. Combined kidney and liver transplantation for familial haemolytic uraemic syndrome. Lancet 2002; 359:1671-1672. • M. Noris, D. Cugini, F. Casiraghi, N. Azzollini, L. De Deus Viera Moraes, M. Mister, A. Pezzotta, R. Aparecida Cavinato, S. Aiello, N. Perico, G. Remuzzi. Thymic microchimerism correlates with the outcome of tolerizing protocols for solid organ transplantation. J Am Soc Nephrol, 2001;12:2815-2826. Carlamaria Zoja si è laureata in Scienze Biologiche presso l’Università degli Studi di Milano, nel 1979. Ha conseguito il titolo di Ph.D presso l’Università di Maastricht, Olanda nel 2001. Attività formative: nel 1979-1981 Borsista “Associazione per lo Studio delle Malattie Renali” presso il Laboratorio della Divisione di Nefrologia e Dialisi degli Ospedali Riuniti di Bergamo; nel 1981-1983 titolare di una borsa di studio della Comunità Europea presso il Center for Thrombosis and Vascular Research, Department of Medical Research, Katholieke Universiteit, Leuven, Belgio; nel 1983-1985 Borsista, Laboratorio di Malattie Renali, IRFMN, Bergamo. Aree di interesse: modelli sperimentali di malattie renali; mediatori di danno nella progressione delle RAPPORTO ATTIVITA’ 245 2006 IRFMN malattie renali; ruolo della proteinuria nella progressione delle nefropatie; nuove terapie per rallentare la progressione delle malattie renali; ruolo della Shigatoxin nella patogenesi del danno endoteliale nella Sindrome Emolitico Uremica. Ruoli: nel 1985-1989 Ricercatrice, Laboratorio di Malattie Renali, IRFMN, Bergamo; nel 1990-1994 Capo Unità Modelli Sperimentali di Malattie Renali, IRFMN, Bergamo; dal 1995 Capo Laboratorio Modelli Sperimentali di Malattie Renali, IRFMN, Bergamo. Principali pubblicazioni: • C.Zoja, S. Angioletti, R. Donadelli, C. Zanchi, S. Tomasoni, E. Binda, B. Imberti, M. te Loo, L. Monnens, G.Remuzzi, M. Morigi. Shiga toxin-2 triggers endothelial leukocyte adhesion and transmigration via NF-kB dependent up-regulation of IL-8 and MCP-1. Kidney Int 2002;62:846-856. • C. Zoja, D. Corna, D. Camozzi, D. Cattaneo, D. Rottoli, C. Batani, C. Zanchi, M. Abbate, G. Remuzzi. How to fully protect the kidney in a severe model of progressive nephropathy: a multidrug approach. J Am Soc Nephrol 2002;13:2898-2908. • A. Benigni, C. Zoja, D. Corna, C. Zatelli, S. Conti, M. Campana, E. Gagliardini, D. Rottoli, C. Zanchi, M. Abbate, S. Ledbetter, G. Remuzzi. Add-on anti-TGF-b antibody to ACE inhibitor arrests progressive diabetic nephropathy in the rat. J Am Soc Nephrol 2003;14:1816-1824. • R. Donadelli, C. Zanchi, M. Morigi, S. Buelli, C. Batani, S. Tomasoni, D. Corna, D. Rottoli, A. Benigni, M. Abbate, G. Remuzzi, C. Zoja. Protein overload induces fractalkine upregulation in proximal tubular cells through NF-kB and p38 MAPK dependent pathways. J Am Soc Nephrol 2003; 14:2436-2446. • A. Benigni, C. Zoja, S. Tomasoni, M. Campana, D. Corna, C. Zanchi, E. Gagliardini, E. Garofano, D. Rottoli, T. Ito, G. Remuzzi, Transcriptional regulation of nephrin gene by peroxisome proliferator-activated receptor-gamma agonist: molecular mechanism of the antiproteinuric effect of pioglitazone. J Am Soc Nephrol, 2006; 17; 1624-32. • C.Zoja, D. Corna, D. Rottoli, C. Zanchi, M. Abbate and G. Remuzzi. Imatinib ameliorates renal diseases and survival in murine lupus autoimmune diseases. Kidney International 2006; 70; 97-103. Mauro Abbate si è laureato in Medicina e Chirurgia nel 1988 presso l’Università degli Studi di Brescia. Attività formative: nel 1984-1988 Studente tesista, IRFMN, Bergamo; nel 1989 - 1992 Borsista, IRFMN, Bergamo. 1992 - 1994: Training di ricerca, The Renal Unit, Massachusetts General Hospital, Boston, USA. 1995-1966, Borsista, IRFMN, Bergamo. Aree di interesse: progressione delle nefropatie, ruolo di proteinuria, complemento e mediatori di danno nella progressione delle nefropatie; meccanismi di danno glomerulare; nefrite anti-GBM; meccanismi di danno tubulare; fibrosi interstiziale; biopsia renale, glomerulopatia membranosa. Ruoli: nel 1996 - 2000 Ricercatore, IRFMN, Bergamo. Dal 2000: Capo Unità di Patologia e Immunopatologia renale, IRFMN, Bergamo. Principali pubblicazioni • Abbate M, Zoja C, Rottoli D, Corna D, Tomasoni S, Remuzzi G: Proximal tubular cells promote fibrogenesis by TGF1-mediated induction of peritubular myofibroblasts. Kidney International 2002;61,2066-2077. • Abbate M, Zoja C, Morigi M, Rottoli D, Angioletti S, Tomasoni S, Zanchi C, Longaretti L, Donadelli R, Remuzzi G: Transforming Growth Factor- 1 Is Up-Regulated by Podocytes in Response to Excess Intraglomerular Passage of Proteins: A Central Pathway in Progressive Glomerulosclerosis. Am J Pathol.2002;161,2179-93. • Ruggenenti P, Chiurchiu C, Brusegan V, Abbate M, Perna A, Filippi C, Remuzzi G: Rituximab for idiopathic membranous nephropathy: a one year prospective study. J Am Soc Nephrol. 2003; 14,1851-1857. • Benigni A, Gagliardini E, Tomasoni S, Abbate M, Ruggenenti P, Kalluri R, Remuzzi G.: Selective impairment of gene expression and assembly of nephrin in human diabetic nephropathy. Kidney Int. 2004; 65:2193-200. • Morigi M, Imberti B, Zoja C, Corna D, Tomasoni S, Abbate M, Rottoli D, Angioletti S, Benigni A, Perico N, Alison M, Remuzzi G.:Mesenchymal stem cells are renotropic, helping to repair the kidney and improve function in acute renal failure. J Am Soc Nephrol. 2004;15:1794-804. • Abbate M, Corna D, Rottoli D, Zanche C, Cassis P, Morigi M, Zoja C, Remuzzi G: An intact complement pathway is not dispensable for glomerular and tubulointerstitial injury induced by protein overload. J Am Soc Nephrol 2004;15:479A. Sistiana Aiello si è laureata in Scienze Biologiche nel 1993 presso l’Università degli Studi di Milano e ha conseguito il titolo di Specialista in Ricerca Farmacologica presso IRFMN, Bergamo, Italia, nel 1996. Attività formative: 1990-1993 tesista presso IRFMN, Bergamo; 1993-2000 borsista presso IRFMN, Bergamo. Aree di interesse: immunologia del trapianto con particolare attenzione alla biologia delle cellule dendritiche e ai meccanismi mediante i quali si generano ed operano le cellule T regolatrici; studi in vitro e in vivo su nuovi composti immunosoppressori o capaci di prevenire i danni causati da ischemia/riperfusione; mediatori vasoattivi e proinflammatori nella progressione delle malattie renali con particolare riguardo al platelet acrivating factor (PAF) e al monossido d’azoto (NO). Ruoli: dal 2000 Ricercatore nel Laboratorio di Immunologia e Genetica delle Malattie Rare e del RAPPORTO ATTIVITA’ 246 2006 IRFMN Trapianto, IRFMN, Bergamo; dal 2006 Capo dell’ Unità di Biologia Cellulare dell’Autoimmunità e del Rigetto al Trapianto, IRFMN, Centro Ricerche Trapianti “Chiara Cucchi de Alessandri e Gilberto Crespi”, Ranica. Principali pubblicazioni: • S. Aiello, P. Cassis, L. Cassis, S. Tomasoni, A. Benigni, A. Pezzotta, R.A. Cavinato, D. Cugini, N. Azzollini, M. Mister, L. Longaretti, A.W. Thomson, G. Remuzzi, M. Noris. DnIKK2-transfected dendritic cells induce a novel population of iNOS-expressing CD4+CD25- cells with tolerogenic properties. Transplantation 2007; in press. • S. Tomasoni, S. Aiello, L. Cassis, M. Noris, L. Longaretti, R.A. Cavinato, N. Azzollini, A. Pezzotta, G. Remuzzi, A. Benigni. Dendritic cells genetically engineered with adenoviral vector encoding dnIKK2 induce the formation of potent CD4+ T regulatory cells. Transplantation 2005;79:1056-1061. • L. Cassis, S. Aiello, M. Noris. Natural versus adaptive regulatory T cells. Contrib Nephrol 2005; 146: 121-131. • M. Mister, M. Noris, J. Szymczuk, N. Azzollini, S. Aiello, A. Arduini, L. Trochimowicz, E. Gagliardini, M. Abbate, N. Perico, G. Remuzzi. Propionyl-L-carnitine prevents renal function deterioration due to ischemia/reperfusion in isolated perfused rat kidney and in kidney graft. Kidney Int 2002; 61:1064-1078. • S. Aiello, M. Noris, G. Piccinini, S. Tomasoni, F. Casiraghi, S. Bonazzola, M. Mister, M.H. Sayegh, G. Remuzzi. Thymic dendritic cells express inducible nitric oxide synthase and generate nitric oxide in response to self- and alloantigens. J Immunol 2000;164:4649-4658. Jessica Caprioli si è laureata in Scienze Biologiche nel 1994 presso l’Università degli Studi di Pavia e ha conseguito la Specializzazione in Genetica Medica nel 2001 presso l’Università degli Studi di Milano, facoltà di Medicina e Chirurgia. Attività formative: stage al St. John’s College di Cambridge per studi presso il Dipartimento di Genetica dell’Università, 1994. Assistente alla ricerca medica, Lundbeck Italia S.p.A (1995). Tirocinio pratico teorico per l'abilitazione all'esercizio professionale, svolto presso il laboratorio di biologia cellulare e molecolare della risposta immune e autoimmunità, IRFMN, Laboratori Negri Bergamo, (abilitazione conseguita nel 1997). Specializzazione professionale post-laurea in Ricerca Farmacologica, Regione Lombardia, 1998. Scuola di specializzazione in Genetica Medica (Facoltà di Medicina e Chirurgia, Università di Milano), 2001. Conseguita l'abilitazione all'insegnamento nella Scuola Media Inferiore e nella Scuola Media Superiore (2001). Aree di interesse: Ruolo del sistema del complemento nella patogenesi della Sindrome Emolitico Uremica-Porpora Trombotica Trombocitopenica. Ricerca di geni coinvolti nell’insorgenza della glomerulosclerosi focale segmentale. Studio genetico di un modello sperimentale di proteinuria nel ratto. Ricerca di geni coinvolti nell’insorgenza della nefrolitiasi da acido urico. Ruoli: Dal 1995 al 2001 borsista presso il laboratorio di biologia cellulare e molecolare della risposta immune e autoimmunità, IRFMN, Laboratori Negri Bergamo. Dal 2002 al 2006 ricercatore presso il Laboratorio di Immunologia e genetica di malattie rare e trapianti, IRFMN, Laboratori Negri Bergamo. Dal 2006 Capo dell’Unità di Genetica della Malattie Renali. Principali pubblicazioni: • M. Galbusera, M. Noris, C. Rossi, S. Orisio, J. Caprioli, Z.M. Ruggeri, B. Amadei, P. Ruggenenti, B. Vasile, G. Casari and G. Remuzzi on behalf of the Italian Registry of Familial and Recurrent HUS/TTP. Increased fragmentation of von Willebrand factor, due to abnormal cleavage of the subunit, parallels disease activity in recurrent hemolytic uremic syndrome and thrombotic thrombocytopenic purpura (HUS/TTP) and discloses genetic predisposition in families. Blood, 1999; 94: 1-12. • J. Caprioli, P. Bettinaglio, PF Zipfel, B. Amadei, E. Daina, S. Gamba, C. Skerka, N. Marziliano, G. Remuzzi and M. Noris on behalf of the Italian Registry of Familial and Recurrent HUS/TTP. The molecular basis of familial hemolytic uremic syndrome: mutation analysis of factor H gene reveals a hot spot in short consensus repeat 20. Journal of the American Society of Nephrology, 2001; 12:297-307. • J. Caprioli, F. Castelletti, S. Bucchioni, P. Bettinaglio, E. Bresin, G. Pianetti, S. Gamba, S. Brioschi, E. Daina, G. Remuzzi and M. Noris. For the International Registry of Recurrent and Familial HUS/TTP. Complement Factor H mutations and gene polymorphisms in haemolytic uraemic syndrome: the C-257T, the A2089G and the G2881T polymorphisms are strongly associated with the disease Human molecular genetics, 2003; 12:1-11. • M. Noris, S. Brioschi, J. Caprioli, M. Todeschini, E. Bresin, F. Porrati, S. Gamba and G. RemuzziFor the International Registry of Recurrent and Familial HUS/TTP. Mutation in membrane cofactor protein of the complement system in familial haemolytic uraemic syndrome. Identification of a second disease-associated gene The Lancet, 2003; 362:1542-1547. • Caprioli J, Noris M, Brioschi S, Pianetti G, Castelletti F, Bettinaglio P, Mele C, Bresin E, Cassis L, Gamba S, Porrati F, Bucchioni S, Monteferrante G, Fang CJ, Liszewski MK, Kavanagh D, Atkinson JP, Remuzzi G. Genetics of HUS: the impact of MCP, CFH and IF mutations on clinical presentation, response to treatment, and outcome. Blood, 2006; 108(4):1267-79. RAPPORTO ATTIVITA’ 247 2006 IRFMN Federica Casiraghi ha ottenuto il diploma di Perito Chimico Industriale nel 1988 presso Istituto Tecnico per la Chimica “G.Natta” di Bergamo. Nel 1992 ha conseguito il diploma di Tecnico di Ricerca Clinica presso il centro di Ricerche Cliniche per le Malattie Rare, Villa Camozzi, Ranica (BG), e nel 1993 il diploma di Tecnico di Ricerca Biochimica presso IRFMN di Bergamo, Italia. Attività formative: 1989-1994 Borsista presso IRFMN, Bergamo. Aree di interesse:immunologia del trapianto con particolare attenzione alle terapie cellulari e farmacologiche di induzione e mantenimento della tolleranza al trapianto. Caratterizzazione delle cellule regolatrici in pazienti con trapianto di rene e in modelli sperimentali di tolleranza al trapianto. Impatto delle diverse terapie immunosoppressive sui linfociti T in pazienti con trapianto di rene. Mediatori vasoattivi e proinfiammatori nella progressione delle malattie renali con particolare riguardo ai metaboliti dell’acido arachidonico. Ruoli: Nel 1994 Ricercatore nel Laboratorio di Immunologia e Genetica delle Malattie rare e del Trapianto, IRFM, Bergamo; dal 2006 Capo dell’Unità di Biologia Cellulare e Molecolare della Tolleranza al Trapianto, IRFMN, Centro Ricerche Trapianti “Chiara Cucchi de Alessandri e Gilberto Crespi”, Ranica. Principali Pubblicazioni: • Noris M, Casiraghi F, Todeschini M, Cravedi P, Cugini D, Monteferrante G, Aiello S, Cassis L, Gotti E, Gaspari F, Cattaneo D, Perico N, Remuzzi G. Regulatory T Cells and T Cell Depletion: Role of Immunosuppressive Drugs. J Am Soc Nephrol. 2007; in press • Cavinato RA, Casiraghi F, Azzollini N, Cassis P, Cugini D, Mister M, Pezzotta A, Aiello S, Remuzzi G, Noris M. Pretransplant donor peripheral blood mononuclear cells infusion induces transplantation tolerance by generating regulatory T cells. Transplantation, 2005;79(9):1034-9. • Zoja C, Benigni A, Noris M, Corna D, Casiraghi F, Pagnoncelli M, Rottoli D, Abbate M, Remuzzi G. Mycophenolate mofetil combined with a cyclooxygenase-2 inhibitor ameliorates murine lupus nephritis. Kidney Int. 2001; 60(2): 65363. • Tomasoni S, Noris M, Zappella S, Gotti E, Casiraghi F, Bonazzola S, Benigni A, Remuzzi G. Upregulation of renal and systemic cyclooxygenase-2 in patients with active lupus nephritis. J Am Soc Nephrol.1998; 9(7): 1202-12. • Casiraghi F, Ruggenenti P, Noris M, Locatelli G, Perico N, Perna A, Remuzzi G. Sequential monitoring of urine-soluble interleukin 2 receptor and interleukin 6 predicts acute rejection of human renal allografts before clinical or laboratory signs of renal dysfunction. Transplantation 1997; 63(10): 1508-14. Miriam Galbusera si è laureata in Scienze Biologiche nel 1981 presso l’Università degli Studi di Milano. Attività formative: nel 1981-1983 tirocinante, Istituto di Patologia Speciale Medica dell'Università degli Studi di Milano; nel 1985-1989 Borsista, IRFMN, Bergamo; nel 1989-1991 Borsista, Scripps Clinic and Research Foundation, Laboratory of Thrombosis and Hemostasis, La Jolla, CA, USA; nel 1991-1995 Borsista, IRFMN, Bergamo. Aree di interesse: ADAMTS-13 e VWF nelle microangiopatie trombotiche, biochimica del VWF, xenotrapianto, interazione piastrine-endotelio in condizioni di flusso, difetti piastrinici nell’uremia, recettori renali e piastrinici. Ruoli: nel 1995-1999 Ricercatrice, IRFMN, Bergamo, dal 2000 Capo Unità dell’InterazionePiastrineEndotelio Vascolare, IRFMN, Bergamo. Principali pubblicazioni • Tripodi, A., Chantarangkul, V., Bohm, M., Budde, U., Dong, J.-F., Friedman, K.D., Galbusera, M., Girma, J.-P., Moake, J., Rick, M.E., Studt, J.-D., Turecek, P.L., Mannucci, P.M.: Measurement of von Willebrand factor cleaving protease (ADAMTS-13): results of an international collaborative study involving 11 methods testing the same set of coded plasmas. J Thromb Haemost 2004; 2:1601-1609. • Galbusera, M., Morigi, M., Buelli, S., Gastoldi, S., Macconi, D., Testa, C., Angioletti, S., Remuzzi, G.: Xenogeneic serum-induced thrombus formation on porcine endothelium is mediated by vitronectin receptor and P-selectin: role of reactive oxygen species. Xenotransplantation 2005;12:110-120. • Ruiz-Torres, M.P., Casiraghi, F., Galbusera, M., Macconi, D., Gastoldi, S., Todeschini, M., Porrati, F., Belotti, D., Pogliani, E.M., Noris, M., Remuzzi, G.: Complement activation: the missing link between ADAMTS13 deficiency and microvascular thrombosis of thrombotic microangiopathies. Thromb Haemost 2005; 93:443-452. • Noris, M., Bucchioni, S., Galbusera, M., Donadelli, R., Bresin, E., Castelletti, F., Caprioli, J., Brioschi, S., Scheiflinger, F., Remuzzi, G.: Complement factor H mutation in familial thrombotic thrombocytopenic purpura with ADAMTS13 deficiency and renal involvement. J Am Soc Nephrol 2005; 16:1177-1183. • Galbusera, M., Bresin, E., Noris, M., Gastoldi, S., Belotti, D., Capoferri, C., Daina, E., Perseghin, P., Scheiflinger, F., Fakhouri, F., Grunfeld, J-P., Pogliani, E., Remuzzi, G.: Rituximab prevents recurrence of thrombotic thrombocytopenic purpura: a case report. Blood 2005;106:925-928. RAPPORTO ATTIVITA’ 248 2006 IRFMN • Rieger, M., Mannucci, P.M., Kremer Hovinga, J.A., Herzog, A., Gerstenbauer, G., Konetschny, C., Zimmermann, K., Scharrer, I., Peyvandi, F., Galbusera, M., Remuzzi, G., Böhm, M., Plaimauer, B., Lämmle, B., Scheiflinger, F.: ADAMTS13 autoantibodies in patients with thrombotic microangiopathies and other immunomediated diseases. Blood 2005;106:1262-1267. Susanna Tomasoni si è laureata in Scienze Biologiche nel 1991 presso l’Università degli Studi di Milano. Attività formative: nel 1989-1991 Studente tesista, Università degli Studi di Milano; nel 1991-1994 Studente di dottorato, Università degli Studi di Milano; nel 1994 Borsista, Renal Division, Brigham & Women’s Hospital, Harvard Medical School, Boston, USA; nel 1995 Titolo di Dottore in Ricerca in Scienze Fisiologiche, Università di Bologna; nel 1995-1998 Borsista, IRFMN, Bergamo. Aree di interesse: costruzione di vettori adenovirali per terapia genica; trasferimento genico al rene nel contesto del trapianto; trasfezione di cellule dendritiche per terapia cellulare applicata al trapianto; progressione delle malattie renali. Ruoli: 1998-2000: Ricercatrice, IRFMN, Bergamo. Dal 2000: Capo Unità di terapia genica, IRFMN, Bergamo. Principali pubblicazioni: • Tomasoni S, Azzollini N, Casiraghi F, Capogrossi M C, Remuzzi G, Benigni A. CTLA4Ig gene transfer prolongs survival and induces donor-specific tolerance in a rat renal allograft. J Am Soc Nephrol 2000; 11: 747-752. • Tomasoni S, Benigni A. Gene therapy: How to target the kidney. Promises and pitfalls. Curr Gene Ther 2004; 4: 115122. • Tomasoni S, Longaretti L, Azzollini N, Gagliardini E, Mister M, Buehler T, Remuzzi G, Benigni A. Favorable effect of cotransfection with TGF-beta and CTLA4Ig of the donor kidney on allograft survival. Am J Nephrol 2004; 24: 275-283 • Morigi M, Imberti B, Zoja C, Corna D, Tomasoni S, Abbate M, Rottoli D, Angioletti S, Benigni A, Perico N, Alison M, Remuzzi G. Mesenchymal stem cells are renotropic, helping to repair the kidney and improve function in acute renal failure. J Am Soc Nephrol 2004; 15: 1794-1804 • Tomasoni S, Aiello S, Cassis L, Noris M, Longaretti L, Cavinato R, Azzollini N, Pezzotta A, Remuzzi G, Benigni A. Dendritic cells genetically engineered with adenoviral vector encoding dnIKK2 induce the formation of potent CD4+ Tregulatory cells. Transplantation 2005; 79: 1056-1061. • Benigni A, Tomasoni S, Turka LA, Longaretti L, Zentilin L, Mister M, Pezzotta A, Azzollini N, Noris M, Conti S, Abbate M, Giacca M, Remuzzi G, Adeno-associated virus-mediated CTLA4Ig gene transfer protects MHC-mismatched renal allografts from chronic rejection. J Am Soc Nephrol, 2006, 17: 1665-72. RAPPORTO ATTIVITA’ 249 2006 IRFMN INTRODUZIONE ALLE ATTIVITA' DEL DIPARTIMENTO Il Dipartimento di Medicina Molecolare è stato istituito nel 1999 presso i laboratori del Mario Negri di Bergamo con lo scopo di coordinare il lavoro di tre laboratori e tre unità. L’attività del Dipartimento di Medicina Molecolare è strettamente collegata a quella del Dipartimento di Medicina Renale del Centro di Ricerche Cliniche per le Malattie Rare “Aldo e Cele Daccò”. Questi i principali obiettivi del Dipartimento: 1) Identificazione di mediatori e di meccanismi d’azione responsabili della perdita irreversibile di funzionalità renale nelle malattie renali; sviluppo di strategie terapeutiche volte a rallentare o bloccare la progressione della malattia renale verso l’insufficienza renale terminale. 2) Analisi dei processi responsabili del danno della cellula endoteliale nelle microangiopatie trombotiche e nel rigetto iperacuto dei trapianti allogenici. 3) Sviluppo di nuove strategie, tra cui la terapia genica, per modulare la risposta immunitaria post-trapianto e per prevenire il rigetto acuto e cronico del trapianto d’organo; studio di possibili vie immunologiche che portino alla tolleranza dell’organo trapiantato. 4) Studio delle basi molecolari e genetiche di malattie rare come la sindrome emolitico uremica/ porpora trombotica trombocitopenica e la preeclampsia; valutazione di alterazioni genetiche responsabili dello sviluppo di malattie rare e caratterizzazione di polimorfismi genetici che predicono la risposta dei pazienti alla terapie farmacologiche per malattie mono e poligeniche. Questi obiettivi sono perseguiti grazie all’impiego di svariati approcci metodologici: 1) modelli sperimentali di malattie renali, di tipo immunologico e non, rappresentativi di malattie umane, per studiare i mediatori vasoattivi e infiammatori e per testare nuovi farmaci che riducano la proteinuria e conferiscano renoprotezione. 2) Valutazione “in vitro” dell’effetto tossico di un sovraccarico proteico su colture di cellule renali. 3) Modelli “in vitro” per studiare l’interazione delle cellule dell’endotelio vascolare con leucociti e piastrine in condizioni di flusso controllato. 4) Modelli sperimentali di allotrapianto di rene per studiare i processi immunologici responsabili del rigetto acuto e cronico, la tossicità renale di farmaci immunosoppressori e per identificare strategie di induzione della tolleranza. 5) Trasferimento genico di costrutti virali contenenti geni per molecole immunomodulatorie come strategia per impedire il rigetto acuto del trapianto e ridurre o evitare la terapia immunosoppressiva. 6) Analisi di linkage, ricerca di mutazioni e studio di polimorfismi genetici per identificare i geni responsabili o predisponenti allo sviluppo di malattie genetiche rare. RAPPORTO ATTIVITA’ 250 2006 IRFMN SCOPERTE/RISULTATI PRINCIPALI Alte concentrazioni di proteine plasmatiche alterano la capacità del fattore H di inibire l’attivazione del complemento in cellule tubulari prossimali Ottenuta una prolungata sopravvivenza in topi affetti da nefrite lupica grazie a un inibitore del recettore del “platelet derived growth factor.” Il trattamento con anticorpo anti-TGF-beta protegge i topi dall’insufficienza renale acuta da cisplatino. Il trasferimento di geni all’organo del donatore attraverso vettori adeno-associati previene il rigetto cronico del trapianto senza ricorrere alla terapia immunosoppressiva Ottenuta una popolazione nuova di cellule T regolatorie in grado di prolungare la sopravvivenza del trapianto di rene allogenico. Identificati i meccanismi e i mediatori responsabili dell’espansione di cellule T regolatorie in pazienti trapiantati. Il genotipo dei pazienti con SEU familiare condiziona l’esordio, la risposta al trattamento e l’esito della malattia RAPPORTO ATTIVITA’ 251 2006 IRFMN COLLABORAZIONI NAZIONALI Dipartimento di Scienze Farmacologiche, Università di Milano Laboratorio di Terapia genica e cellulare, G. Lanzani, Divisione di Ematologia, Ospedali Riuniti di Bergamo Laboratorio di Tecnologie riproduttive, Istituto Sperimentale Lazzaro Spallanzani, Cremona Centro Trasfusionale e di Immunologia dei Trapianti, IRCCS Ospedale Maggiore, Milano Dipartimento di Istologia Microbiologia e Biotecnologie Mediche, Università di Padova International Centre for Genetic Engineering and Biotechnology, Molecular Medicine Group, Trieste U.O. di Ostetricia e Ginecologia, Ospedale San Gerardo di Monza U.O. di Ostetricia e Ginecologia, Azienda Ospedaliera Ospedali Riuniti di Bergamo I.R.C.C.S. Ospedale Pediatrico Bambino Gesù, Roma I.R.C.C.S. Policlinico San Matteo, Pavia Azienda Sanitaria Ospedaliera O.I.R.M. - S. Anna, Torino U.O. Reumatologia, Azienda Ospedaliera Spedali Civili di Brescia Istituto Gaslini, Laboratorio di Nefrologia, Genova COLLABORAZIONI INTERNAZIONALI Academisch Ziekenhuis Maastricht, Interne Geneeskunde, Maastricht, Olanda Beth Israel Deaconess Medical Center and Harvard Medical School, Boston, USA Children's Hospital and Regional Medical Center, University of Washington, Seattle, USA Erasmus University of Rotterdam, Olanda Hans-Knoll Institute for Natural Products Research, Jena, Germania Inselspital, University of Bern, Svizzera INSERM, Paris, Francia Max Delbruck Center for Molecular Medicine, Berlin, Germania Monash Medical Center, Melbourne, Australia National Institute of Health, Bethesda, USA Osaka University School of Medicine, Osaka, Giappone Pediatric Nephrology and Hypertension, University of Utah, USA Rosalind Franklin University of Medicine and Science, Chicago, USA The Scripps Research Institute, La Jolla, USA Universitaet Hamburg, Institut fur Molekulare Neuropathobiologie, Hamburg, Germania University of Colorado Cardiovascular Institute, Denver, USA University of Groningen, Olanda University of Iowa, Department of Internal Medicine and Pediatrics, Iowa City, USA University of Liverpool, School of Biological Sciences, UK University of Pittsburgh School of Medicine, Pittsburgh, USA Weizman Institute of Science, Rehovot, Israel PRESENZA IN COMITATI EDITORIALI Kidney International (Ariela Benigni) Journal of American Society of Nephrology (Carla Zoja) RAPPORTO ATTIVITA’ 252 2006 IRFMN ATTIVITA' DI REVISIONE American Journal of Kidney Diseases American Journal of Nephrology American Journal of Pathology American Journal of Physiology-Renal Physiology American Journal of Transplantation BMC Cancer British Journal of Haematology Current Medicinal Chemistry Diabetes Gene Therapy Kidney International Laboratory Investigation Journal of American Society of Nephrology Journal of Clinical Investigation Journal of Immunology Journal of Rheumathology Journal Laboratory Clinical Medicine Nature Medicine Nephrology, Dialysis and Transplantation Nephron New England Journal of Medicine Plos Pnas PPAR Research Transplantation Transplant International RAPPORTO ATTIVITA’ 253 2006 IRFMN PARTECIPAZIONE AD EVENTI CON CONTRIBUTI DEL DIPARTIMENTO 39th annual meeting of American Society of Nephrology, San Diego, 14-19 Novembre, 2006. Advanced workshop on nephroprotection – Nephrology workshop for Turkish Nephrologists, “Stem cells to repair the kidney”, Ranica, 26-27 Maggio, 2006 3rd AISF Single Topic, Application of experimental hepatology on stem cells, Padova, 26-27 Maggio 2006 Corso di aggiornamento “Insufficienza renale acuta nel paziente critico: aspetti fisiopatologici e approccio terapeutico”, Parma, 5-6 giugno 2006 2nd Bergamo Workshop on Hemolytic Uremic Syndrome, Centro Daccò, Ranica (BG), November 30th and 1 Dicembre 2006 EHA Scientific Workshop on Biology and Clinical application of Mesenchimal Stem Cells, Cannes, 6-8 ottobre 2006 48° Congresso dell’American Society of Heamatology (ASH), Orlando, Florida (USA), 9-12 dicembre 2006. 4th PhD Meeting, Riva del Garda (TN), 23-25 Gennaio 2006 GRIP Meeting, LaJolla, California, 19-20 Novembre 19-20, 2006 World Transplant Congress, Boston (USA), 22-27 luglio 2006 Remission Clinic, Bergamo, 15-16 settembre 2006 World Health Organization, “Screening for preeclampsia: evaluation of the predictive ability of angiogenic factors for preeclampsia”, Lisbona, 30 giugno - 1 luglio 2006 6th International Podocyte Conference, “Transcriptional regulation of nephrin gene by PPARGAMMA agonist: molecular mechanism of the antiproteinuric affetc of piglitazone”, Helsinki, Finland, 8-11 giugno 2006 Vascular complications of systemic disbase: mechanisms and consequences. “Endothelial factors and renal vascular diseases”, Royal college of Physicians, Londra, 7 luglio 2006 RAPPORTO ATTIVITA’ 254 2006 IRFMN CONTRIBUTI E CONTRATTI Associazione Ricerca Trapianti Comitato Telethon Fondazione ONLUS Commissione Europea Fondazione Aiuti per la Ricerca sulle Malattie Rare Fondazione Cariplo Istituto Superiore di Sanità Johnson & Johnson Pharmaceutical Amgen Inc ACRAF (Aziende Chimiche Riunite Angelini Francesco Spa) AstraZeneca Ltd Farmaceutici Damor Spa Genzyme Corporation Giuliani Spa Novartis Farma SpA Speedel Pharma Ltd SELEZIONE PUBBLICAZIONI SCIENTIFICHE APPARSE NELL'ANNO 2006 D. Macconi, M. Bonomelli, A. Benigni, T. Plati, F. Sangalli, L. Longaretti, S. Conti, H. Kawachi, P. Hill, G. Remuzzi, A. Remuzzi. Pathophysiologic implications of reduced podocyte number in a rat model of progressive glomerular injury. Am J Pathol 2006;168:42-54. G. Remuzzi, A. Benigni, A. Remuzzi. Mechanisms of progression and regression of renal lesions of chronic nephropathies and diabetes. J Clin Invest 2006;116:288-296. E. Bresin, E. Daina, M. Noris, F. Castelletti, R. Stefanov, P. Hill, T.M. Goodship, G. Remuzzi for the International Registry of Recurrent and Familial HUS/TTP. Outcome of renal transplantation in patients with non-Shiga Toxinassociated haemolytic uremic syndrome: prognostic significance of genetic background. Clin J Am Soc Nephrol 2006;1:88-99. M. Galbusera, M. Noris, G. Remuzzi. Thrombotic thrombocytopenic purpura – Then and now. Semin Thromb Hemost 2006;32:81-89. C. Zoja, M. Abbate, G. Remuzzi. Progression of chronic kidney disease: insights from animal models. Curr Opin Nephrol Hypertens 2006;15:250-257. D. Macconi, M. Abbate, M. Morigi, S. Angioletti, M. Mister, S. Buelli, M. Bonomelli, P. Mundel, K. Endlich, A. Remuzzi, G. Remuzzi. Permselective dysfunction of podocyte-podocyte contact upon angiotensin II unravels the molecular target for renoprotective intervention. Am J Pathol 2006;168:1073-1085. A. Remuzzi, E. Gagliardini, F. Sangalli, M. Bonomelli, M. Piccinelli, A. Benigni, G. Remuzzi. ACE inhibition reduces glomerulosclerosis and regenerates glomerular tissue in a model of progressive renal disease. Kidney Int 2006;69:1124-1130. L. Gallon, E. Gagliardini, A. Benigni, D. Kaufman, A. Waheed, M. Noris, G. Remuzzi. Immunophenotypic analysis of cellular infiltrate of renal allograft biopsies in patients with acute rejection after induction with Alentuzumab (Campath-1H). Clin J Am Soc Nephrol 2006;1:539-545. C. Zoja, D. Corna, D. Rottoli, C. Zanchi, M. Abbate, G. Remuzzi. Imatinib ameliorates renal disease and survival in murine lupus autoimmune disease. Kidney Int 2006;70:97-103. RAPPORTO ATTIVITA’ 255 2006 IRFMN A. Benigni, S. Tomasoni, L.A. Turka, L. Longaretti, L. Zentilin, M. Mister, A. Pezzotta, N. Azzollini, M. Noris, S. Conti, M. Abbate, M. Giacca, G. Remuzzi. Adeno-Associated Virus-mediated CTLA4Ig gene transfer protects MHC-mismatched renal allografts from chronic rejection. J Am Soc Nephrol 2006;17:1665-1672. A. Benigni, C. Zoja, S. Tomasoni, M. Campana, D. Corna, C. Zanchi, E. Gagliardini, E. Garofano, D. Rottoli, T. Ito, G. Remuzzi. Transcriptional regulation of nephrin gene by peroxisome proliferators-activated receptor- agonist: molecular mechanism of the antiproteinuric effect of pioglitazone. J Am Soc Nephrol 2006;17:1624-1632. J. Caprioli, M. Noris, S. Brioschi, G. Pianetti, F. Castelletti, P. Bettinaglio, C. Mele, E. Bresin, L. Cassis, S. Gamba, F. Porrati, S. Bucchioni, G. Monteferrante, C.J. Fang, M.K. Liszewski, D. Kavanagh, J.P. Atkinson, and G. Remuzzi for the International Registry of Recurrent and Familial HUS/TTP. Genetics of HUS: the impact of MCP, CFH, and IF mutations on clinical presentation, response to treatment, and outcome. Blood 2006;108:1267-1279. M. Morigi, A. Benigni, G. Remuzzi, B. Imberti. The regenerative potential of stem cells in acute renal failure. Cell Transplant 2006;15(Suppl. 1):S111-S117. R. Donadelli, F. Banterla, M. Galbusera, C. Capoferri, S. Bucchioni, S. Gastoldi, S. Nosari, G. Monteferrante, Z.M. Ruggeri, E. Bresin, F. Scheiflinger, E. Rossi, C. Martinez, R. Coppo, G. Remuzzi, M. Noris on behalf of the International Registry of Recurrent and Familial HUS/TTP. In-vitro and in-vivo consequences of mutations in the von Willebrand factor cleaving protease ADAMTS13 in thrombotic thrombocytopenic purpura. Thromb Haemost 2006;96:454-464. M. Abbate, C. Zoja, G. Remuzzi. How does proteinuria cause progressive renal damage? J Am Soc Nephrol 2006;17:2974-2984. C. Zoja, G. Remuzzi. Interstitial nephritis. In: Principles of Molecular Medicine, 2nd ed. chapter n° 62. Edited by M.S. Runge, Humana Press, Totowa, New Jersey 2006, pp. 636-642 R. Donadelli, J.N. Orje, C. Capoferri, G. Remuzzi, Z.M. Ruggeri. Size regulation of von Willebrand factor-mediated platelet thrombi by ADAMTS13 in flowing blood. Blood 2006;107:1943-1950. M. Noris, G. Remuzzi. Non-Shiga toxin-associated hemolytic uremic syndrome. In: Complement and Kidney Disease. Edited by P.F. Zipfel, Birkhauser Verlag, Basel. Switzerland 2006, pp. 65-83. M. Noris, G. Remuzzi. Complement factor H gene abnormalities in haemolytic uraemic syndrome: from point mutations to hybrid gene. PLoS Med 2006;3:1719-1720. M. Morigi, S. Buelli, C. Zanchi, L. Longaretti, D. Macconi, A. Benigni, D. Moioli, G. Remuzzi, C. Zoja. Shigatoxininduced endothelin-1 expression in cultured podocytes autocrinally mediates actin remodeling. Am J Pathol 2006;169:1965-1975. A. Benigni, C. Zoja, M. Campana, D. Corna, F. Sangalli, D. Rottoli, E. Gagliardini, S. Conti, S. Ledbetter, G. Remuzzi. Beneficial effect of TGF antagonism in treating diabetic nephropathy depends on when treatment is started. Nephron Exp Nephrol 2006;104:e158-e168. M. Noris, G. Remuzzi. Complement factor H gene abnormalities in haemolytic uraemic syndrome: from point mutations to hybrid gene. PLoS Med 2006;3:1719-1720. RAPPORTO ATTIVITA’ 256 2006 IRFMN ATTIVITA' DI RICERCA Laboratorio di Biologia Cellulare e Xenotrapianto Alte concentrazioni di proteine plasmatiche alterano la capacità del fattore H di inibire l’attivazione del complemento in cellule tubulari prossimali Nelle nefropatie croniche associate a proteinuria l’attivazione della cascata del complemento ha un ruolo determinante nella progressione del danno renale. Studi precedenti hanno documentato che le cellule epiteliali tubulari prossimali sono in grado di attivare le proteine del complemento attraverso la via alternativa, risultando in una deposizione locale di C3 e MAC e danno tissutale. Il nostro studio ha voluto investigare se alte concentrazioni di proteine plasmatiche (albumina e transferrina) potessero aumentare l’attivazione del complemento alterando le capacità regolatorie del fattore H, uno dei principali inibitori della via alternativa del complemento nel tubulo prossimale. I nostri risultati indicano che cellule tubulari prossimali umane (PTEC) in coltura esposte a un carico di proteine (24 ore) e poi a siero umano (90 min), usato come fonte di complemento, mostravano un aumentato deposito apicale di complemento C3 e MAC rispetto alle cellule incubate solo con siero. Il trattamento con albumina e siero risultava in un aumento dell’espressione genica di fractalkine e TGF (noti mediatori dei processi di infiammazione e di fibrosi interstiziale) superiore a quella osservata con i singoli stimoli. Per comprendere se l’albumina e la transferrina fossero in grado di modulare il legame del fattore H alla superficie delle PTEC, le cellule sono state esposte a medium in presenza o assenza di proteine plasmatiche. Si è osservato che il fattore H esogeno si legava marcatamente alla superficie cellulare delle PTEC. Tale legame era significativamente inibito dalla preesposizione delle cellule ad albumina e transferrina. Attraverso esperimenti di immunofluorescenza si è evidenziato che il fattore H si legava ai residui di eparan solfato sulla superficie delle PTEC e che la loro espressione era fortemente diminuita dall’esposizione delle cellule ad albumina e transferrina. La riduzione dei proteoglicani risultava quindi in una diminuzione del legame del fattore H alle cellule tubulari. In conclusione, questi dati indicano che il carico proteico di albumina e transferrina altera il fenotipo delle cellule tubulari riducendone la capacità di controllare l’attivazione del complemento. Questi fenomeni potrebbero essere responsabili della progressione delle malattie renali e suggeriscono un importante ruolo protettivo del fattore H in condizioni patologiche. Laboratorio di Modelli Sperimentali di Malattie Renali Imatinib migliora il danno renale e la sopravvivenza in un modello murino di nefrite lupica. I topi ibridi NZB/W sviluppano spontaneamente una severa malattia autoimmune simile al lupus eritematoso sistemico dell’uomo. La malattia è caratterizzata dalla formazione precoce di autoanticorpi e dallo sviluppo di una glomerulonefrite da immunocomplessi, con proteinuria e progressione dell’insufficienza renale. La malattia, strettamente legata ad una disfunzione dei linfociti T e B, comporta una produzione eccessiva di autoanticorpi che reagendo con gli antigeni nucleari, citoplasmatici o di superficie induce la formazione di immunocomplessi che si depositano in vari organi, tra cui il rene. A livello glomerulare gli immunocomplessi promuovono una reazione infiammatoria dovuta al reclutamento di cellule mononucleate. Le citochine e i fattori chemotattici generati dalle cellule renali residenti e dalle cellule infiltranti amplificano e perpetuano il danno mediato dagli immunocomplessi. La terapia comunemente impiegata nel trattamento della nefrite lupica si basa sull’associazione di immunosoppressori e RAPPORTO ATTIVITA’ 257 2006 IRFMN steroidi. Nonostante la loro indubbia efficacia, entrambe le categorie di farmaci provocano nel tempo gravi effetti collaterali. Una serie di studi ha evidenziato il ruolo fondamentale di PDGF o ”platelet derived growth factor” nella progressione del danno glomerulare. Il PDGF può essere sintetizzato sia dalle cellule infiammatorie che dalle cellule renali residenti. I suoi effetti biologici includono: proliferazione cellulare e sintesi di matrice extracellulare, chemotassi, modulazione della sintesi di vari fattori di crescita, regolazione della risposta infiammatoria. Le isoforme di PDGF si legano con diversa affinità ai recettori tirosina-chinasi di tipo - e - espressi sulla superficie cellulare. Il legame di PDGF induce la dimerizzazione del recettore e la fosforilazione del dominio citoplasmatico SH2 portando alla fosforilazione della tirosina e l’induzione dell’espressione genica di c-fos. Inibitori del recettore tirosina-chinasi di PDGF sono stati sviluppati recentemente. Imatinib mesylate (Glivec) è un inibitore selettivo della tirosina-chinasi ABL, dei recettori di PDGF e di c-kit. Grazie alla sua capacità di bloccare l’oncoproteina BCRABL è usato in clinica nella cura della leucemia mieloide cronica. Abbiamo investigato se l’imatinib poteva rappresentare un nuovo approccio terapeutico per la nefrite lupica nei topi ibridi NZB/W con malattia conclamata. Due gruppi di topi NZB/W, a partire dal quinto mese d’età, quando sono evidenti i depositi di immunocomplessi nel rene, sono stati trattati per via orale con veicolo o imatinib. Gli animali trattati con imatinib mostravano un miglioramento significativo della sopravvivenza rispetto al gruppo trattato con il veicolo. Il farmaco ritardava la comparsa di proteinuria e limitava la perdita della funzione renale. L’imatinib riduceva l’ipercellularità glomerulare e gli immunodepositi. Anche il danno tubulo interstiziale e l’accumulo di cellule mononucleate e miofibroblasti nell’interstizio erano limitati dal trattamento. Inoltre l’aumentata espressione di TGF-beta nel rene dei topi lupus era ridotta dopo la somministrazione del farmaco. Un’osservazione interessante era che il trattamento con imatinib ritardava la formazione di anticorpi anti-DNA rispetto al gruppo veicolo, riflettendo in tal modo il potenziale immunoregolatorio del farmaco nei topi NZB/W. Questi dati potrebbero offrire una nuova opportunità terapeutica per la nefrite lupica nell’uomo e consentire una riduzione del dosaggio degli steroidi. Il trattamento con anticorpo anti-TGF-beta riduce l’insufficienza renale acuta da cisplatino nel topo Il cisplatino è uno degli agenti chemioterapici più utilizzati per il trattamento dei tumori di organi solidi. Tuttavia, il 28-36% dei pazienti trattati con cisplatino sviluppa insufficienza renale acuta, dovuta ad un preferenziale accumulo del farmaco nelle cellule prossimali tubulari. Benché recenti studi sulla patofisiologia dell’insufficienza renale acuta abbiano fornito nuovi bersagli terapeutici, non è ancora disponibile uno specifico trattamento in grado di contrastare la nefrotossicità indotta da cisplatino. Il TGF-beta è una citochina con vari effetti biologici in processi cellulari come proliferazione, migrazione, differenziazione e apoptosi. Le isoforme di TGF-beta (TGF- 1, , and - 3) agiscono attivando la cascata di segnali intracellulari della famiglia di proteine delle Smad mediante l’attivazione ligando-dipendente del recettore transmembrana per TGF-beta. L’attivazione del recettore provoca l’accumulo di complessi delle proteine Smad nel nucleo, dove partecipano all’attivazione della trascrizione di geni target. Una serie di studi ha dimostrato una produzione anormale di TGF-beta in risposta agli eventi ischemici in modelli animali. C’è anche l’evidenza che l’espressione di TGF-beta, è aumentata nel rene di topi trattati con cisplatino. In questo studio abbiamo esplorato l’effetto della terapia con anticorpo anti-TGF-beta in topi con insufficienza renale da cisplatino, e abbiamo valutato se l’effetto renoprotettivo del blocco di TGF-beta era mediato dall’inibizione dei segnali intracellulari TGF-beta/Smad. Tre gruppi di topi C57BL6 sono stati iniettati sottocute con cisplatino. Ad uno e a tre giorni dall’induzione della malattia, gli animali hanno ricevuto mediante iniezione intraperitoneale l’anticorpo murino anti-TGF-beta (1D11; 0.5 and 5 mg/kg), in grado di neutralizzare l’attività RAPPORTO ATTIVITA’ 258 2006 IRFMN biologica di tutte le isoforme di TGF-beta, o un anticorpo irrilevante (13C4). A quattro giorni gli animali venivano sacrificati. La somministrazione dell’anticorpo anti TGF-beta, ad entrambe le dosi, limitava la perdita della funzione renale come indicato dai livelli di BUN che erano significativamente più bassi di quelli misurati nei topi trattati con l’anticorpo irrilevante 13C4. L’analisi istologica dei reni dei topi trattati con l’anticorpo irrilevante mostrava degenerazione e perdita delle cellule tubulari prossimali. L’anticorpo anti TGF-beta limitava invece il danno tubulare e proteggeva le cellule dall’apoptosi. L’aumentata espressione di mRNA per TGF-beta nei reni dei topi con insufficienza renale acuta era abrogata dall’anticorpo anti-TGF-beta, indicando un meccanismo feedback positivo per l’autostimolazione di TGF-beta nei topi-cisplatino. Il blocco di TGF-beta mostrava infine una riduzione dell’accumulo nucleare di proteine della famiglia Smad limitando la formazione del complesso Smad-SBE e la conseguente attivazione trascrizionale di geni target. Questi risultati indicano che l’antagonismo di TGF-beta protegge i topi dall’insufficienza renale acuta indotta da cisplatino limitando il danno cellulare tubulare e l’apoptosi attraverso l’inibizione della cascata di segnali intracellulari della famiglia SmadTGF-beta dipendente. Laboratorio di Immunologia e Genetica del Trapianto e Malattie Rare Cellule dendritiche che esprimono la proteina dnIKK2 inducono la formazione di una nuova popolazione di cellule T regolatrici In collaborazione con l’Unità di Terapia Genica Il nostro laboratorio ha precedentemente dimostrato che le cellule dendritiche (DC), transfettate con un costrutto adenovirale che fa esprimere loro la proteina dnIKK2 (dnIKK2-DC), vengono rese stabilmente immature e perdono la capacità di stimolare la proliferazione di linfociti T allogenici trasformando questi ultimi in linfociti T regolatori (Treg). In questo lavoro abbiamo studiato in modo più approfondito le caratteristiche di questi Treg. I risultati ottenuti hanno dimostrato che i Treg generati grazie alle dnIKK2-DC sono estremamente potenti. Infatti, riescono a sopprimere la proliferazione di linfociti T (sia naive, cioè “vergini”, che preattivati da alloantigeni) anche aggiunti in rapporti molto alti (1 Treg ogni 100.000 linfociti T naive). Il fatto che l’inibizione della proliferazione dei linfociti T non venga corretta neanche aggiungendo IL-2, ci suggerisce che i Treg non esercitino la soppressione instaurando un meccanismo di anergia. Questi Treg non hanno bisogno di entrare in contatto con la loro cellula bersaglio per impedirne la proliferazione ma sopprimono mediante il rilascio di un fattore solubile. Verificato che il fattore solubile non è né IL-10 né TGFbeta (note citochine con capacità immunosoppressiva rilasciate da altri tipi di Treg) ci siamo orientati verso il monossido d’azoto (NO), piccola molecola solubile con grandi capacità anti-proliferative. Abbiamo osservato che i Treg hanno grandissime quantità dell’enzima responsabile della sintesi di NO (iNOS) e abbiamo verificato che i Treg perdono, anche se non completamente, la loro capacità soppressiva in presenza di un inibitore della sintesi di NO. Per verificare se i Treg avessero capacità immunosoppressive anche in vivo, abbiamo utilizzato un modello di allotrapianto renale nel ratto. In questo modello il ratto donatore d’organo e quello ricevente appartengono a due ceppi talmente incompatibili dal punto di vista immunologico che, senza l’intervento di farmaci immunosoppressori, il rene trapiantato viene rigettato entro 8 giorni. Se i Treg vengono somministrati mediante iniezione endovenosa ai ratti riceventi il giorno prima del trapianto, la sopravvivenza del rene trapiantato viene significativamente prolungata (fino a 52 giorni) senza l’intervento di alcuna terapia immunosoppressiva. Questi risultati ci hanno portato a concludere che questi Treg, unici per modalità e potere di soppressione, hanno delle potenzialità che meritano di essere ulteriormente approfondite con lo scopo di poterli meglio utilizzare in vivo. RAPPORTO ATTIVITA’ 259 2006 IRFMN Cellule T regolatrici e deplezione delle cellule T: ruolo dei farmaci immunosoppressori La risposta immunitaria verso l’organo trapiantato è regolata da particolari linfociti T del ricevente con proprietà immunoregolatorie (Treg) che si ritrovano all’interno della sottopopolazione dei linfociti T CD4+CD25+. Recenti studi in modelli sperimentali hanno suggerito che una condizione di linfopenia al momento del trapianto (condizione di quasi totale assenza di linfociti nel sangue indotta dalla somministrazione di anticorpi anti-linfociti) provoca l’espansione delle Treg che, una volta emerse, inibiscono il rigetto, inducono e mantengono uno stato di tolleranza verso l’organo trapiantato. Non c’è però nessuna evidenza che dimostri che questo processo avvenga anche nell’uomo e soprattutto l’influenza dei farmaci immunosoppressori sulla omeostasi delle Treg nell’uomo non è stata ancora studiata. Abbiamo quindi studiato in pazienti con trapianto di rene l’espansione e la funzione delle Treg durante la ripopolazione dei linfociti in seguito al trattamento con Campath-1H. Abbiamo studiato anche l’influenza dei farmaci immunosoppressori Sirolimus (SRL) o Ciclosporina (CsA) che vengono somministrati come mantenimento dopo Campath-1H, sull’espansione delle Treg. I risultati documentano che le Treg CD4+CD25highFoxp3+ si espandono in seguito alla linfopenia indotta dal Campath-1H e questa espansione è più evidente nei pazienti che hanno ricevuto Sirolimus rispetto a quelli in trattamento con Ciclosporina. Studi in vitro dimostrano che le cellule T isolate dal sangue dei pazienti a 1 e 2 anni dal trapianto sono ipo-responsive verso gli antigeni del donatore in entrambi i gruppi. Nel gruppo in trattamento con SRL questa iporiposta viene revertita dopo deplezione delle Treg, mentre la ipo-responsività delle cellule T dei pazienti in trattamento con CsA sembra essere il risultato di un processo di anergia. Questo studio dimostra che la linfopenia e i segnali della calcineurina (inibiti da CsA) sono i mediatori principali dell’espansione delle Treg in pazienti con trapianto renale. Queste informazioni sono importanti per lo sviluppo di regimi immunosoppressivi che hanno lo scopo di favorire l’emergenza dei processi naturali di tolleranza al trapianto. Genetica della Sindrome Emolitico Uremica: l’impatto delle mutazioni in MCP, CFH e CFI sulle caratteristiche cliniche, la risposta al trattamento e l’esito della malattia. La Sindrome Emolitico Uremica (SEU) è una malattia rara che si manifesta con un’anemia emolitica microangiopatica, trombocitopenia e insufficienza renale. Nella maggior parte dei casi la SEU è causata da particolari ceppi di E.Coli che producono una potente tossina, la Shiga-like toxin (Stx) e si presenta inizialmente con diarrea emorragica (Stx-SEU). Esistono tuttavia rare forme di SEU che non sono causate da Stx (non-Stx-SEU) e possono insorgere all’interno di famiglie o sporadicamente. L’esito clinico di queste forme è sfavorevole: infatti il 50% circa dei pazienti affetti sviluppa insufficienza renale terminale (ESRD) e il 25% muore durante la fase acuta della malattia. Studi genetici hanno dimostrato che mutazioni in geni che codificano per proteine regolatrici del sistema del complemento, tra cui la proteina cofattore di membrana (MCP), il fattore H (CFH) e il fattore I (CFI), predispongono all’insorgenza di non-Stx-SEU. Abbiamo compiuto l’analisi genetica di questi geni in una casistica comprendente 156 pazienti con non-Stx-SEU. Sono state identificate rispettivamente 14, 11, e 5 nuove mutazioni in MCP, CFH e CFI, con frequenze di 12.8%, 30.1% e 4.5%. Le mutazioni in MCP determinano una ridotta espressione della proteina o la sua incapacità di legare il C3b. I pazienti con mutazioni in MCP hanno una prognosi migliore di quelli con mutazioni in CFH o in cui non è stata finora trovata alcuna mutazione. Nei pazienti con mutazione in MCP il trattamento con plasma infusione o plasmaferesi non modifica in maniera significativa l’esito della malattia: infatti si ottiene la remissione dei sintomi nel 90% degli episodi acuti, sia che questi vengano trattati con plasma sia che non vengano trattati con plasma. Il trapianto di rene ha una prognosi favorevole nei pazienti con mutazione in MCP, mentre la prognosi è decisamente negativa in pazienti con mutazione in CFH o CFI. Questo studio RAPPORTO ATTIVITA’ 260 2006 IRFMN documenta che la presentazione clinica, la risposta al trattamento e l’esito della malattia sono influenzati dal genotipo. Queste informazioni potrebbero tramutarsi in un considerevole miglioramento terapeutico per i pazienti e potrebbero offrire il mezzo per disegnare trattamenti più mirati. Analisi genetica del gene “complement factor H related 5” (CFHR5) nella Sindrome Emolitico Uremica. Diverse mutazioni sono state descritte nel gene che codifica per il fattore H (CFH) in pazienti con Sindrome Emolitico Uremica non associata a Shiga tossine (non-Stx-SEU), una rara sindrome caratterizzata da anemia emolitica, trombocitopenia e insufficienza renale acuta. Sono state inoltre descritte mutazioni in altri geni che codificano per proteine regolatrici del complemento, come la proteina cofattore di membrana (MCP) e il fattore I (CFI), e che predispongono all’insorgenza della malattia. Tuttavia nel loro insieme tali mutazioni rendono conto soltanto del 50% circa dei casi di non-Stx-SEU. CFHR5 è una proteina recentemente caratterizzata, che appartiene alla famiglia di proteine correlate al fattore H. CFHR5 è stata trovata negli immunodepositi dei reni umani con varie patologie. CFHR5 possiede attività di cofattore e potrebbe avere un ruolo nella regolazione del complemento a livello dei glomeruli. Abbiamo analizzato il gene che codifica per CFHR5 alla ricerca di variazioni potenzialmente coinvolte nell’eziologia della SEU. Abbiamo analizzato 45 pazienti e 80 controlli e abbiamo identificato 5 varianti genetiche in CFHR5 in 9/45 pazienti e in 4/80 controlli. L’analisi statistica ha mostrato che le varienti alleliche di CFHR5 sono preferenzialmente associate alla malattia. Sulla base di questi dati possiamo concludere che le varianti genetiche di CFHR5 potrebbero giocare un ruolo nell’insorgenza della malattia. Unità di Terapia Genica Il trasferimento genico di CTLA4Ig mediante virus adeno-associati previene il rigetto cronico in trapianti renali MHC-incompatibili In collaborazione con il Laboratorio di Immunologia e Genetica di Malattie Rare e Trapianto Mentre la sopravvivenza a breve termine di un trapianto renale è notevolmente migliorata negli ultimi 20 anni, i risultati a lungo termine non sono così incoraggianti. Questo è soprattutto dovuto all’insorgenza del rigetto cronico che nel caso del rene, è caratterizzato dallo sviluppo di proteinuria, glomerulosclerosi, atrofia tubulare e fibrosi interstiziale. Grazie a un approccio di terapia genica è possibile prevenire il rigetto acuto del rene trapiantato (Tomasoni S. et al. JASN 2000; 11: 747-752). Questo risultato è stato ottenuto facendo esprimere nel rene trapiantato con vettori adenovirali una proteina terapeutica, il CTLA4Ig, in grado di inibire la proliferazione dei linfociti T responsabili del rigetto acuto, senza compromettere il sistema immune del ricevente. In queste condizioni tuttavia il rene non aveva una sopravvivenza indefinita a causa dell’insorgenza del rigetto cronico. Per ottenere con la terapia genica un’immunomodulazione a lungo termine è fondamentale utilizzare un vettore che trasfetti l’organo da trapiantare con alta efficienza e soprattutto che induca alti livelli di espressione della proteina terapeutica per lungo tempo senza provocare effetti tossici o attivazione del sistema immune del ricevente. A questo scopo abbiamo trasfettato il rene con un vettore adeno-associato codificante per un gene “reporter” che ci permettesse di valutare l’efficienza di trasfezione e il tempo di espressione del transgene. Iniettando il vettore nell’arteria renale prima del trapianto le cellule dei tubuli prossimali si trasfettavano con elevata efficienza e la presenza del virus si osservava fino a 120 giorni dal trapianto. In una serie successiva di esperimenti abbiamo quindi trasfettato il rene donatore con un vettore adeno-associato codificante per CTLA4Ig (AAV-CTLA4Ig). Con questo approccio gli animali non sviluppavano proteinuria e il rene era protetto dallo sviluppo di un danno strutturale valutato come lesioni glomerulari, danno tubulo-interstiziale e infiltrazione RAPPORTO ATTIVITA’ 261 2006 IRFMN di macrofagi. L’efficacia della terapia genica era dovuta alla formazione di cellule T anergiche con attività regolatoria localizzate sia nei linfonodi che nel rene trapiantato a 120 giorni dalla chirurgia. Questi dati indicano che il trasferimento genico di CTLA4Ig mediante vettori adenoassociati nell’organo da trapiantare previene l’insorgenza del rigetto cronico evitando gli effetti collaterali normalmente associati ad una somministrazione sistemica di farmaci immunosoppressori. RAPPORTO ATTIVITA’ 262 2006 IRFMN DIPARTIMENTO DI BIOINGEGNERIA PERSONALE Capo Dipartimento Andrea REMUZZI, Dr.Ing. Laboratorio di Biofisica Renale Capo Laboratorio Daniela MACCONI, Dr.Sci.Biol. Laboratorio di Tecnologie Biomediche Capo Laboratorio Bogdan ENE-IORDACHE, Dr.Bio.Ing. Unità di Ingegneria dei Tessuti Capo Unità Marina FIGLIUZZI, Dr.Sci.Biol. RAPPORTO ATTIVITA’ 263 2006 IRFMN CURRICULA Andrea Remuzzi si è laureato in Ingegneria Meccanica (indirizzo Biomedico) nel 1979 presso il Politecnico di Milano. Attività formative: 1980 Politecnico di Milano, Dipartimento di Ingegneria Biomedica; 1981 Istituto Mario Negri (Milano), Laboratorio di Farmacologia Cardiovascolare; 1982-83 Massachussets Institute of Technology, Mechanical Engineering Department, Cambridge, USA. Aree di interesse: fenomeni di trasporto nei sistemi biologici, modelli matematici, fisiopatologia renale, risposta cellulare allo stimolo meccanico, ingegneria dei tessuti, tecniche di trapianto di isole pancreatiche, basi di dati clinici, fluidodinamica computazionale. Dal 1984 al 1986 Ricercatore Istituto Mario Negri (Bergamo), Laboratorio di malattie renali, 1986-1989 Capo dell’Unità di Bioingegneria, Istituto Mario Negri, 1989-1993 Capo del Laboratorio di Bioingegneria, Istituto Mario Negri, 1993-1999 Capo del Dipartimento di Ricerca Renale, Istituto Mario Negri, dal 2000 ad oggi Capo del Dipartimento di Bioingegneria, Istituto Mario Negri. Dal 1998 professore a contratto del Dipartimento di Bioingegneria, Politecnico di Milano. Principali pubblicazioni • Davies PF, Remuzzi A, Gordon EJ, Dewey CF Jr, Gimbrone MA Jr. Turbulent fluid shear stress induces vascular endothelial cell turnover in vitro. Proc Natl Acad Sci U S A. 1986 Apr;83(7): 2114-7. PMID: 3457378 • Remuzzi A, Puntorieri S, Battaglia C, Bertani T, Remuzzi G. Angiotensin converting enzyme inhibition ameliorates glomerular filtration of macromolecules and water and lessens glomerular injury in the rat. J Clin Invest. 1990 Feb;85(2):541-9. PMID: 1688888 • Noris M, Morigi M, Donadelli R, Aiello S, Foppolo M, Todeschini M, Orisio S, Remuzzi G, Remuzzi A. Nitric oxide synthesis by cultured endothelial cells is modulated by flow conditions. Circ Res. 1995 Apr;76(4):536-43. PMID: 7534657 • Giavazzi R, Foppolo M, Dossi R, Remuzzi A. Rolling and adhesion of human tumor cells on vascular endothelium under physiological flow conditions. J Clin Invest. 1993 Dec;92(6):3038-44. PMID: 7504697 • Antiga L, Ene-Iordache B, Remuzzi A. Computational geometry for patient-specific reconstruction and meshing of blood vessels from MR and CT angiography. IEEE Trans Med Imaging. 2003 May;22(5):674-84. PMID: 12846436 • Remuzzi A, Gagliardini E, Sangalli F, Bonomelli M, Piccinelli M, Benigni A, Remuzzi G. ACE inhibition reduces glomerulosclerosis and regenerates glomerular tissue in a model of progressive renal disease. Kidney Int. 2006 Apr;69(7):1124-30. Daniela Macconi si è laureata in Scienze Biologiche nel 1983 presso l’ Università degli Studi di Milano. Attività formative: 1977-81CNR, Sezione di Neuroscienze, Farmacologia Cellulare e Molecolare, Dipartimento di Farmacologia Medica, Università di Milano; 1982-83 Laboratorio della Divisione di Nefrologia e Dialisi Ospedali Riuniti di Bergamo; 1984-85 University of Michigan, Medical School, Department of Pathology, Medical Science I, Ann Arbor Michigan, USA; 1985-89 Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri, Bergamo. Aree di interesse: permeabilità glomerulare, progressione della malattia renale, angiotensina II, specie reattive dell’ossigeno. Ruoli: 2000 ad oggi Capo Laboratorio di Biofisica Renale, Dipartimento di Ingegneria Biomedica; 19942000 Capo Unità dei Mediatori dell’Infiammazione di Origine Leucocitaria; 1989-94 ricercatrice; 198589 borsista; 1982-83 borsista presso il Laboratorio della Divisione di Nefrologia e Dialisi Ospedali Riuniti di Bergamo Principali pubblicazioni • Macconi D, Abbate M, Morigi M, Angioletti S, Mister M, Buelli S, Bonomelli M, Mundel P, Endlich K, Remuzzi A, Remuzzi G: Permselective dysfunction of podocyte-podocyte contact upon angiotensin II unravels the molecular target for renoprotective intervention. Am J Pathol.168:1073-85, 2006. • Macconi D, Bonomelli M, Benigni A, Plati T, Sangalli F, Longaretti L, Conti S, Kawachi H, Hill P, Remuzzi G, Remuzzi A. Pathophysiologic implications of reduced podocyte number in a rat model of progressive glomerular injury. Am J Pathol.168:42-54, 2006. • Ruiz-Torres MP, Casiraghi F, Galbusera M, Macconi D, Gastoldi S, Todeschini M, Porrati F, Belotti D, Pogliani EM, Noris M, Remuzzi G: Complement activation: the missing link between ADAMTS-13 deficiency and microvascular thrombosis of thrombotic microangiopathies. Thromb Haemost. 93:443-52, 2005. • Galbusera M, Buelli S, Gastoldi S, Macconi D, Angioletti S, Testa C, Remuzzi G, Morigi M: Activation of porcine endothelium in response to xenogeneic serum causes thrombosis independently of platelet activation. Xenotransplantation. 12:110-20, 2005. • Morigi M, Macconi D, Zoja C, Donadelli R, Buelli S, Zanchi C, Ghilardi M, Remuzzi G: Protein overload-induced NFkappaB activation in proximal tubular cells requires H(2)O(2) through a PKC-dependent pathway. J Am Soc Nephrol. 13:1179-89, 2002 RAPPORTO ATTIVITA’ 264 2006 IRFMN • Macconi D, Ghilardi M, Bonassi ME, Mohamed EI, Abbate M, Colombi F, Remuzzi G, Remuzzi A: Effect of angiotensin-converting enzyme inhibition on glomerular basement membrane permeability and distribution of zonula occludens-1 in MWF rats. J Am Soc Nephrol 11:477-89, 2000. Bogdan Ene-Iordache si è laureato in Ingegneria Meccanica nel 1990 presso l’Istituto di Petrolio e Gas di Ploiesti (Romania). Dopo una breve esperienza in una raffineria di petrolio, in 1992 emigra in Italia. Inizia la sua esperienza al Negri-Bergamo nel marzo 1992 come Visiting Scientist nel Laboratorio di Bioingegneria condotto da Andrea Remuzzi. Le sue principali attività sono nella ricerca renale (modelli teorici della filtrazione delle membrana glomerulare e analisi morfometrica del capillare glomerulare, analisi emodinamica e remodeling nelle fistole artero-venose per l’accesso vascolare dei pazienti in dialisi) e nell’ambito degli studi clinici controllati (data management e analisi per gli studi clinici controllati svolti nel Centro “Aldo e Cele Daccò”). Inoltre, sta coordinando le attività di supporto alla rete informatica e i siti web del Centro “Aldo e Cele Daccò”. Sta collaborando per informatica applicata all’attività clinica con lo staff delle Unità di Nefrologia, Diabetologia ed Ematologia degli Ospedali Riuniti. Sotto la sua supervisione si sono formati negli anni alcuni giovani studenti del Politecnico di Milano, in tesi o in stage, e dal 2003 ha l’incarico di insegnamento per i corsi di Formazione Professionale della Regione Lombardia. All’inizio del 2000 è diventato capo del Laboratorio di Tecnologie Biomediche creato all’interno dell’appena nato Dipartimento di Bioingegneria. Principali pubblicazioni • Ene-Iordache B, Imberti O, Foglieni O, Remuzzi G, Bertani T and Remuzzi A. Effects of angiotensin-converting enzyme inhibition on glomerular capillary wall ultrastructure in MWF/Ztm rats. J Am Soc Nephrol 5: 1378-1384, 1994. • Ene-Iordache B and Remuzzi A. Numerical analysis of blood flow in reconstructed glomerular capillary segments. Microvasc Res 49: 1-11, 1995. • Remuzzi A and Ene-Iordache B. Capillary network structure does not affect theoretical analysis of glomerular size selectivity. Am J Physiol 268: F972-F979, 1995. • Ene-Iordache B, Mosconi L, Remuzzi G, Remuzzi A. Computational fluid dynamics of a vascular access case for hemodialysis. J Biomech Eng 123(3): 284-292, 2001. • Ene-Iordache B, Mosconi L, Antiga L, Bruno S, Anghileri A, Remuzzi G, Remuzzi A. Radial artery remodeling in response to shear stress increase within arteriovenous fistula for hemodialysis access. Endothelium 10(2): 95-102, 2003. • Ruggenenti P, Fassi A, Ilieva AP, Bruno S, Iliev IP, Brusegan V, Rubis N, Gherardi G, Arnoldi F, Ganeva M, EneIordache B, Gaspari F, Perna A, Bossi A, Trevisan R, Dodesini AR, Remuzzi G for the Bergamo Nephrologic Diabetes Complications Trial (BENEDICT) Investigators. Preventing microalbuminuria in type 2 diabetes. NEJM 351(19): 19411951, 2004. Marina Figliuzzi si è laureata in Scienze Biologiche nel 1991 presso l’ Università degli Studi di Milano. Attività formative: 1991-94 Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri, Bergamo. Aree di interesse: tecniche di isolamento di isole pancreatiche da pancreas umano, bovino, di maiale e di ratto, colture cellulari, sistemi di immunoisolamento per isole pancreatiche, differenziazione di cellule progenitrici del pancreas in cellule che contengono insulina, tecniche di immunoistochimica. Ruoli: 2000 ad oggi, Capo Unità di Ingegneria dei Tessuti, Dipartimento di Ingegneria Biomedica; 19912000 borsista. Principali pubblicazioni • Figliuzzi M, Cornolti R, Plati T, Rajan N, Adobati F, Remuzzi G, Remuzzi A: Subcutaneous xenotransplantation of bovine pancreatic islets. Biomaterials. 26:5640-47, 2005. • Figliuzzi M, Zappella S, Morigi M, Rossi P, Marchetti P, Remuzzi A: Influence of donor age on bovine pancreatic islet isolation. Transplantation. 70:1032-37, 2000 • Morigi M, Micheletti G, Figliuzzi M, Imberti B, Karmali MA, Remuzzi A, Remuzzi G, Zoja C. Verotoxin-1 promotes leukocyte adhesion to cultured endothelial cells under physiologic flow conditions. Blood.: 86 4553-58, 1995. • Zoja C, Morigi M, Figliuzzi M, Bruzzi I, Oldroyd S, Benigni A, Ronco P, Remuzzi G. Proximal tubular cell synthesis and secretion of endothelin-1 on challenge with albumin and other proteins. Am J Kidney Dis.26: 934-41, 1995. • Morigi M, Zoja C, Figliuzzi M, Foppolo M, Micheletti G, Bontempelli M, Saronni M, Remuzzi G, Remuzzi A. Fluid shear stress modulates surface expression of adhesion molecules by endothelial cells. Blood. 85:1696-703, 1995. • Morigi M, Zoja C, Figliuzzi M, Remuzzi G, Remuzzi A. Supernatant of endothelial cells exposed to laminar flow inhibits mesangial cell proliferation. Am J Physiol. 264:C1080-3, 1993. RAPPORTO ATTIVITA’ 265 2006 IRFMN INTRODUZIONE ALLE ATTIVITA' DEL DIPARTIMENTO L'attività di ricerca del Dipartimento di Bioingegneria si basa sull'impiego di tecniche ingegneristiche per lo studio di processi fisiopatologici e lo sviluppo di strategie terapeutiche innovative. Sono attualmente attive all'interno del Dipartimento diverse linee di ricerca, sia a livello di base che di ricerca applicata. I principali strumenti utilizzati per queste ricerche consistono in modelli teorici, immagini diagnostiche, analisi istologiche, misure dirette di parametri fisico-chimici sia a livello sperimentale che clinico, tecniche di coltura cellulare e tecnologie informatiche per l'archiviazione e l'analisi dei dati. Gli studi in corso afferiscono a quattro settori della ricerca biomedica: lo studio dei meccanismi coinvolti nella progressione del danno renale nelle nefropatie croniche, studi sull'emodinamica in campo vascolare, lo sviluppo di tecniche di laboratorio per l'ingegneria dei tessuti e lo sviluppo di sistemi informativi dedicati alla gestione di dati clinici generati sia nell'ambito dei trial clinici che nella pratica clinica convenzionale. SCOPERTE/RISULTATI PRINCIPALI Messa a punto di nuovi metodi di calcolo automatico per la ricostruzione tridimensionale di aneurismi cerebrali mediante angiografia rotazionale. Dimostrazione di una relazione significativa tra parametri morfometrici del parenchima renale e la perdita di funzione renale in pazienti affetti da malattia del rene policistico. Valutazione della precisione di una nuova tecnica per la ricostruzione non invasiva, mediante immagini RM degli accessi vascolari per l'emodialisi. Dimostrazione dell'effettiva riduzione della sclerosi glomerulare e della ripopolazione di podociti glomerulari mediante antagonismo dell’angiotensina II in un modello sperimentale di nefropatia cronica progressiva. Modulazione delle proteine di giunzione delle cellule epiteliali glomerulari da parte dell’angiotensina II. Messa a punto di un nuovo metodo per la coltura in vitro di tessuti tridimensionali. COLLABORAZIONI NAZIONALI Dipartimento di Bioingegneria, Politecnico di Milano, Milano. Fidia Advanced Biopolymers, Abano Terme, Padova. Istituto di Fisiologia Clinica CNR, Pisa. Tecnobiomedica, Roma. Unità di Anatomia Patologica, Ospedale San Paolo, Milano. Unità di Diabetologia, Ospedali Riuniti, Bergamo. Ospedale Niguarda, Milano. RAPPORTO ATTIVITA’ 266 2006 IRFMN COLLABORAZIONI INTERNAZIONALI Massachussetts Institute of Technology, Cambridge MA, USA. National Alliance for Medical Imaging Computing, USA. Politecnico Federale di Zurigo, Dept. of Material Science, Zurich. Institute of Nephrology, Dept. of Cell Biology, Niigata University Graduate School of Medical and Dental Sciences. University of Toronto, Ontario, Canada. Ghent University, Ghent, Belgium. Technical University, Eindhoven, The Netherlands. University Hospital, Maastricht, The Netherlands. Centre Européen d’Etudes du Diabètes, Strasburg, France PRESENZA IN COMITATI EDITORIALI Drugs of Today (Andrea Remuzzi) International Journal of Artificial Organs (Andrea Remuzzi) ATTIVITA' DI REVISIONE Kidney International Journal of the American Society of Nephrology American Journal of Physiology – Renal Physiology Physiological Reviewes Medical & Biological Engineering & Computing IEEE Transactions on Medical Imaging IEEE Transactions on Biomedical Ingeneering Medical Physics Journal of Biomechanics Medical Engineering and Physics Artificial Organs International Journal of Artificial Organs Biomaterials Contemporary Clinical Trials RAPPORTO ATTIVITA’ 267 2006 IRFMN ORGANIZZAZIONE DI EVENTI Seminario: “Perdita delle proprietà selettive del podocita indotta da Angiotensina II”, 31 Gennaio, Ranica, Bergamo Seminario: “Imaging vascular access: a pre- and post- operative approach”, 2 Febbraio, Ranica, Bergamo Seminario: “Regressione della glomerulosclerosi e rigenerazione del tessuto glomerulare in un modello di malattia renale progressiva”, 17 Febbraio, Ranica, Bergamo Seminario: “Diffusion e perfusion cerebrale nelle lesioni ischemiche”, 23 Febbraio, Ranica, Bergamo Seminario: “Evoluzione temporale della geometria della biforcazione carotidea ed implicazioni per lo sviluppo di aterosclerosi”, 16 Marzo, Ranica, Bergamo Seminario: “Analisi geometrica dei vasi cerebrali: applicazione allo studio degli aneurismi cerebrali”, 20 Aprile, Ranica, Bergamo Seminario: “Sviluppo di algoritmi per il post-processing in simulazioni CFD. Applicazione alla emodinamica computazionale degli aneurismi cerebrali”, 8 Maggio, Ranica, Bergamo Seminario: “Effetti del condizionamento biochimico e meccanico su costrutti vascolari ingegnerizzati”, 15 Maggio, Ranica, Bergamo Corso: “Corso di formazione in elaborazione digitale delle immagini per la medicina “, 28-29 Giugno, Ranica, Bergamo Meeting annuale: FP6 UE – “BARP+ - Development of a bioartificial pancreas for type I diabetic patients”. PNR 505614-1 10-12 Luglio, Bergamo Seminario: “Implementazione di uno strumento per la gestione e l’analisi di dati clinici finalizzato al monitoraggio delle patologie nefrovascolari nei paesi in via di sviluppo”, 20 Settembre, Ranica, Bergamo Seminario: “Introduzione alla risonanza magnetica: presentazione cd”, 22 Settembre, Ranica, Bergamo Seminario: “Sviluppo di una metodologia per l'analisi della concatenazione genica (linkage) mediante data retrieval ed elaborazione multiallelica”, 11 Ottobre, Ranica, Bergamo Seminario: “Valutazione di 2 metodiche di coltura dinamica per costrutti vascolari ingegnerizzati”, 7 Dicembre, Ranica, Bergamo Seminario: “Sviluppo e sperimentazione di un dispositivo da laboratorio per la misura del consumo di ossigeno di cellule in coltura”, 15 Dicembre, Ranica, Bergamo RAPPORTO ATTIVITA’ 268 2006 IRFMN PARTECIPAZIONE AD EVENTI CON CONTRIBUTI DEL DIPARTIMENTO 3rd International Symposium on Modelling of Physiological Fluids, Ranica (BG), Italia, “Hemodynamics and cerebral aneurysms: the role of geometry”. 5th World Congress of Biomechanics, Monaco, Germania, “Flow instability in a failed brachiocephalic graft for hemodialysis: a computational study”. 5th World Congress of Biomechanics, Monaco, Germania. “Geometric intra-subject variability of arm vessels assessed by MRA: a challenge for quantification and modeling of the vascular access for hemodialysis”. 5th World Congress of Biomechanics, Monaco, Germania. “Computational geometric analysis of cerebral aneurysms and their parent vasculature from CRA”. 5th World Congress of Biomechanics, Monaco, Germania. “Influence of siphon bends on the flow patterns of the internal carotid artery: implications for the study of aneurysm development”. 5th World Congress of Biomechanics, Monaco, Germania. “Statistical and numerical investigations of cerebral aneurysms' morphology and haemodynamics”. ISMRM 14th Scientific Meeting, Seattle, Washington, USA. “Numerical simulation of MRI using unstructured grids”. CSCBC 2006, Kingston, Ontario, Canada, Marzo 2006.”Towards a new framework for simulating magnetic resonance imaging”. Annual meeting of the American Society of Nephrology, San Diego, USA, Novembre 2006. “ACE inhibition induced regression of glomerular lesions in spontaneously proteinuric rats is associated with icreased number of podocytes.”. 25th Workshop of the AIDIPIT Study Group, Pisa, Italia Febbraio 2006. “Xenotransplantation of microencapsulated bovine pancreatic islets”. CONTRIBUTI E CONTRATTI Ministero dell’Università e della Ricerca Scientifica Fondazione San Paolo Progetti di Ricerca – FP6 UE - "BARP+ - Development of a bioartificial pancreas for type I diabetic patients". PNR 505614-1 Progetto di Ricerca – FP6 UE-STEPS – "A system approach to tissue engineering products and processes". FP6-500465 RAPPORTO ATTIVITA’ 269 2006 IRFMN SELEZIONE PUBBLICAZIONI SCIENTIFICHE APPARSE NELL'ANNO 2006 Antiga L, Piccinelli M, Fasolini G, Ene-Iordache B, Ondei P, Bruno S, Remuzzi G and Remuzzi A. Computed tomography evaluation of ADPKD progression: a progress report. Clin J Am Soc Nephrol 1: 754-760, 2006. Arrigoni C, Camozzi D, Imberti B, Mantero S, Remuzzi A. The effect of sodium ascorbate on the mechanical properties of hyaluronan-based vascular constructs. Biomaterials 2006; 27: 623-630. Arrigoni C, Camozzi D, Remuzzi A. Vascular tissue engineering Cell Transplant 2006; 15 Suppl 1: S119-S125. Dodesini AR, Lepore G, Neotti C, Ene-Iordache B, Remuzzi A and Trevisan R. Blood pressure and lipids in an Italian outpatient cohort of type 2 diabetic patients: comparison with the general population. Nutrition, Metabolism & Cardiovascular Diseases, 16(6): e1-e3, 2006. Figliuzzi M, Plati T, Cornolti R, Adobati F, Fagiani A, Rossi L, Remuzzi G, Remuzzi A. Biocompatibility and function of microencapsulated pancreatic islets. Acta Biomater. 2006 Mar;2(2):221-7. Macconi D, Bonomelli M, Benigni A, Plati T, Sangalli F, Longaretti L, Conti S, Kawachi H, Hill P, Remuzzi G, Remuzzi A. Pathophysiologic implications of reduced podocyte number in a rat model of progressive glomerular injury. Am J Pathol 2006; 168: 42-54. Macconi D, Abbate M, Morigi M, Angioletti S, Mister M, Buelli S, Bonomelli M, Mundel P, Endlich K, Remuzzi A, Remuzzi G. Permselective dysfunction of podocyte-podocyte contact upon angiotensin II unravels the molecular target for renoprotective intervention. Am J Pathol. 2006 Apr;168(4):1073-85. Morigi M, Buelli S, Zanchi C, Longaretti L, Macconi D, Benigni A, Moioli D, Remuzzi G, Zoja C. Shigatoxininduced endothelin-1 expression in cultured podocytes autocrinally mediates actin remodeling. Am J Pathol. 2006 Dec;169(6):1965-75. Moyle KR, Antiga L and Steinman DA. Inlet conditions for image-based CFD models: is it reasonable to assume fully-developed flow? Journal of Biomechanical Engineering, 128(3), Jun 2006. Remuzzi A, Gagliardini E, Sangalli F, Bonomelli M, Piccinelli M, Benigni A, Remuzzi G. ACE inhibition reduces glomerulosclerosis and regenerates glomerular tissue in a model of progressive renal disease. Kidney Int 2006; 69: 1124-1130. Remuzzi G, Benigni A, Remuzzi A. Mechanisms of progression and regression of renal lesions of chronic nephropathies and diabetes. J Clin Invest. 2006 Feb;116(2):288-96. Ruggenenti P, Perna A, Ganeva M, Ene-Iordache B and Remuzzi G. Impact of Blood Pressure Control and Angiotensin-Converting Enzyme Inhibitor Therapy on New-Onset Microalbuminuria in Type 2 Diabetes: a Post Hoc Analysis of the BENEDICT Trial. J Am Soc Nephrol 17: 3472-3481, 2006. Ruggenenti P, Ene-Iordache B, Remuzzi G. “Excellent survival using kidney transplants from older donors” Diabetic Microvascular Complications Today, March/April 2006 RAPPORTO ATTIVITA’ 270 2006 IRFMN ATTIVITA' DI RICERCA Laboratorio di Biofisica Renale Ricostruzione tridimensionale della rete capillare glomerulare Abbiamo recentemente dimostrato che l’inibizione dell’angiotensina II non solo rallenta la progressione della malattia renale, ma può indurre anche parziale regressione delle lesioni glomerulari. Per quantificare esattamente il grado di regressione delle lesioni sclerotiche e la possibile rigenerazione del capillare glomerulare indotta dalla terapia con inibitori dell’enzima di conversione dell’angiotensina (ACE), stiamo sviluppando tecniche di ricostruzione tridimensionale dei tessuti (3D). La struttura del capillare glomerulare permette di concentrare in un piccolo spazio una rete capillare in grado di filtrare efficacemente l'acqua plasmatica e trattenere le proteine circolanti. La valutazione delle alterazioni strutturali del capillare viene effettuata convenzionalmente mediante sezioni osservate al microscopio ottico o elettronico. Alterazioni della struttura tridimensionale della rete capillare possono influenzare in modo importante la funzione del capillare e il flusso ematico nei segmenti del capillare. Per studiare nel dettaglio la struttura di questo tessuto stiamo impiegando tecniche di microscopia basate su serie di sezioni seriate ed elaborazione digitale per la ricostruzione 3D. Come difendere il rene dall’insulto dell’angiotensina II agendo sui meccanismi molecolari che regolano il contatto podocita-podocita Il trattamento con farmaci che bloccano l’angiotensina II (Ang II) migliora la funzione della barriera glomerulare rallentando la progressione del danno verso l’insufficienza renale. I meccanismi molecolari di questa protezione non sono chiari. I podociti e, in particolare, le giunzioni intercellulari che li uniscono sono i componenti fondamentali della barriera glomerulare. Il citoscheletro svolge un ruolo fondamentale nel regolare sia la struttura che la funzione del podocita. I nostri studi condotti in vitro in podociti murini hanno permesso di stabilire che l’Ang II riorganizza le fibre di actina del citoscheletro e causa la ridistribuzione della proteina zonula occludens-1 (ZO-1), un componente fondamentale della giunzione intercellulare podocita-podocita, che è associata all’actina. La perdita del contatto podocitapodocita, aumenta il passaggio dell’albumina attraverso il monostrato cellulare. La jasplakinolide, un farmaco che stabilizza l’actina, previene sia la ridistribuzione della ZO-1 che la perdita di albumina suggerendo che la riorganizzazione del citoscheletro è strumentale per l’alterata funzione del podocita. Esperimenti condotti in reni isolati e perfusi di ratto hanno confermato che la proteinuria indotta dall’infusione di Ang II si associa ad alterazioni nella distribuzione glomerulare delle fibre di actina e della proteina ZO-1. Abbiamo dimostrato che gli effetti in vitro dell’Ang II sono mediati dall’attivazione del recettore di tipo1 attraverso segnali intracellulari quali le Src chinasi (tirosin chinasi non recettoriali) e la fosfolipasi C. I risultati di questo studio suggeriscono che interventi mirati a stabilizzare il contatto podocitapodocita o a bloccare messaggeri intracellulari deputati alla traduzione del segnale che segue l’ attivazione del recettore dell’Ang II sono cruciali per proteggere il rene. Abbiamo dimostrato che nei ratti MWF lo sviluppo di proteinuria spontanea è associata a marcate alterazioni nella distribuzione glomerulare della proteina ZO-1 e che il trattamento con inibitori dell’enzima di conversione dell’angiotensina (ACE), che bloccano la sintesi di Ang II, previene la proteinuria preservando la corretta distribuzione della ZO-1 nelle giunzioni tra podocita e podocita. (In collaborazione con il Dipartimento di Medicina Molecolare). RAPPORTO ATTIVITA’ 271 2006 IRFMN La regressione del danno glomerulare indotta dagli inibitori dell’ enzima di conversione dell’angiotensina (ACE) in un modello di nefropatia cronica si associa a un aumento del numero dei podociti glomerulari Numerosi studi sperimentali e clinici hanno evidenziato nelle perdita dei podociti glomerulari la causa dello sviluppo della glomerulosclerosi e della progressiva perdita della funzione renale. In questo contesto il nostro gruppo ha recentemente dimostrato, in un modello sperimentale di danno glomerulare spontaneo (ratti MWF), che la progressiva riduzione del numero di podociti, associata a ipertrofia glomerulare, causa la perdita di funzione del podocita stesso che determina massiva proteinuria e, a lungo termine, danno renale. Attraverso la ricostruzione tridimensionale della matassa del capillare glomerulare abbiamo anche documentato che il trattamento dei ratti MWF con l’ ACE inibitore è in grado di far regredire il danno renale e rigenerare il capillare glomerulare. Sulla base di queste scoperte abbiamo voluto studiare se la protezione e la riparazione del glomerulo indotta dall’ ACE inibitore fosse legata alla capacità del farmaco di modulare il numero di podociti glomerulari. Abbiamo quindi studiato gli animali a 40 settimane, età in cui sviluppano proteinuria elevata e glomerulosclerosi, e dopo 20 settimane di osservazione senza o con trattamento con l’ACE inibitore Lisinopril. Un gruppo aggiuntivo di ratti Wistar di 40 settimane è stato utilizzato come controllo. I podociti sono stati identificati come cellule WT1 positive con una tecnica di immunofluorescenza e il loro numero, insieme al volume glomerulare, occupato o non dalla sclerosi, determinato mediante morfometria digitale. I risultati dello studio hanno confermato che il trattamento ritardato con alte dosi di Lisinopril oltre ad avere un effetto anti-ipertensivo, induce regressione della proteinuria e delle lesioni sclerotiche e stabilizza la funzione renale. Riduce inoltre significativamente l’ipertrofia glomerulare. Il dato nuovo e del tutto inaspettato è l’effetto dell’ACE inibitore sul numero di podociti: non solo blocca la perdita progressiva di podociti che si osserva da 40 a 60 settimane d’età, ma aumenta il numero di podociti per glomerulo al di sopra dei valori basali. Sono in corso degli studi per individuare I meccanismi che sottendono a questo fenomeno e in particolare se l’aumento del numero di podociti dipende dalla proliferazione delle stesse cellule adulte o se i nuovi podociti derivano da progenitori renali o derivanti da cellule staminali del midollo. RAPPORTO ATTIVITA’ 272 2006 IRFMN Laboratorio di Tecnologie Biomediche Sviluppo di sistemi computerizzati per la realizzazione di Studi Clinici Controllati Nel Centro di Ricerche Cliniche per le Malattie Rare “Aldo e Cele Daccò” sono in corso numerosi studi clinici in collaborazione con altri gruppi di ricerca nazionali o internazionali. Queste ricerche devono essere svolte secondo le linee guida GCP (Good Clinical Practice) e richiedono un’alta qualità nella raccolta e nella gestione dei dati clinici. Ogni trial clinico richiede dei case report form (CRF) cartacei per la registrazione dei dati. Tali dati devono essere poi archiviati in maniera elettronica in database appositamente predisposti. Nel nostro laboratorio abbiamo realizzato sistemi di raccolta dati per gli studi clinici, utilizzando database relazionali (RDBMS) e sviluppato programmi finalizzati all’elaborazione, validazione e all’estrazione dei dati per l’analisi statistica. Nell’ambito dello studio DEMAND è stato realizzato un sistema innovativo di raccolta dati usando CRF elettronici anziché cartacei. Il sistema è basato sull’utilizzo di computer portatili in dotazione agli investigatori e permette di evitare l’uso della modulistica cartacea. Recentemente abbiamo messo in funzione un’applicazione di supporto per lo staff bio-medico coinvolto nel processo di isolamento di isole pancreatiche umane e il successivo trapianto nel paziente diabetico. Questa applicazione utilizza l’interfaccio Web, in modo da poter facilitare l’accesso del personale sia da Intranet (laboratori interni all’Istituto) che da Internet (NIT, Ospedali Riuniti di Bergamo). KDDC - il centro di coordinamento e raccolta dati per i programmi di prevenzione delle patologie nefro-vascolari nei paesi in via di sviluppo Le malattie renali croniche si stanno rivelando una nuova minaccia a livello globale. La diffusione e l’incidenza di queste patologie nei paesi in via di sviluppo non sono note, e questo rappresenta un ostacolo all’adozione di misure preventive, l’unica speranza per il futuro di questi paesi, considerando che la dialisi non è accessibile alla maggior parte della popolazione per i suoi costi elevati. La Società Internazionale di Nefrologia (ISN) attraverso la “Commission for Global Advancement of Nephrology” (COMGAN) ha costituito un gruppo di ricerca rivolto specificatamente ad affrontare le problematiche della prevenzione delle malattie renali nei paesi in via di sviluppo. Il coordinamento del gruppo e dei programmi di intervento è stato affidato all’Istituto Mario Negri di Bergamo e ha sede presso il Centro di Ricerche Cliniche per “Aldo e Cele Daccò” di Ranica. L’obiettivo generale del progetto è la definizione di programmi in paesi emergenti per identificare soggetti a rischio di sviluppare malattie renali nel corso della loro vita, così da definire una strategia di prevenzione su scala nazionale attraverso l’intervento a livello governativo e finanziario dei Ministeri della Salute locali. Il centro di raccolta dati the Kidney Disease Data Center – KDDC costituito preso il nostro Laboratorio ha implementato uno strumento informatico che permetta la raccolta facile (via email) dei dati clinici provenienti dai diversi paesi, e poi di effettuare analisi statistiche in modo da ottenere report affidabili da sottoporre all’attenzione del personale medico. Abbiamo già raccolto dati dai centri partecipanti di Moldova, Bolivia, Nepal e Cina, mentre altri paesi si stanno attivando per iniziare il programma (Marocco, Mongolia, Mozambico, Messico, Argentina). Sarà quindi possibile monitorare l’andamento del programma nei vari centri coinvolti, mettendo in luce le necessità e le peculiarità dei singoli paesi. Ricostruzione tridimensionale e simulazione emodinamica di segmenti vascolari da indagini CT e MR L'evidenza che le placche aterosclerotiche si formano principalmente nelle ramificazioni del circolo arterioso ha portato a ipotizzare che condizioni emodinamiche "disturbate" favoriscano l'insorgenza dell'aterosclerosi. Inoltre, è stato evidenziato come anche l'iperplasia intimale, RAPPORTO ATTIVITA’ 273 2006 IRFMN causa di fallimento di graft e fistole arterovenose, sia localizzata in corrispondenza di zone con emodinamica complessa. Analogamente, studi sulla formazione, sulla localizzazione e sulla crescita degli aneurismi cerebrali inducono a considerare l'emodinamica come un importante fattore nello sviluppo della patologia. Data l'influenza della forma del vaso sull'emodinamica, è importante disporre di metodi accurati e veloci di ricostruzione geometrica. Le tecniche angiografiche moderne, come la tomografia assiale computerizzata (CT) e la risonanza magnetica (MR), permettono di ottenere informazioni dettagliate sulla struttura dei vasi. Nel nostro laboratorio abbiamo sviluppato tecniche per la ricostruzione tridimensionale, l'analisi geometrica, la generazione di griglie computazionali e la simulazione fluidodinamica di tratti vascolari da angiografie CT e MR. Le immagini CT e MR, trasferite dalle apparecchiature di acquisizione su calcolatore, vengono processate con algoritmi di modellazione per generare superfici tridimensionali che riproducono l'interfaccia tra parete vascolare e lume del vaso. L'accuratezza della ricostruzione è stata validata sperimentalmente. Sui modelli generati vengono poi effettuate misure accurate utilizzando algoritmi di geometria computazionale. I segmenti vascolari studiati hanno riguardato principalmente gli aneurismi cerebrali, fistole arterovenose e i loop graft per emodialisi. Le patologie indagate sono state l'aterosclerosi, l'iperplasia intimale, la formazione di aneurismi cerebrali e l'arterite di Takayasu, una malattia rara a carico del sistema vascolare. Quantificazione di strutture anatomiche da indagini CT e MR L'introduzione nella clinica di tecniche di imaging non invasive e tridimensionali, come la tomografia assiale computerizzata (CT) e la risonanza magnetica (MR), ha fornito la possibilità di analizzare la struttura anatomica di organi con elevato dettaglio. La non-invasività di tali tecniche permette di estendere l'osservazione a popolazioni di pazienti seguiti nel tempo. La valutazione dell'evolvere di patologie o dell'efficacia di trattamenti richiede spesso una quantificazione della morfologia delle strutture indagate che non può essere svolta unicamente a livello visivo. Abbiamo quindi sviluppato tecniche di quantificazione basate su immagini dotate di alta accuratezza e riproducibilità. Esse sono in corso di applicazione su pazienti affetti da rene policistico (autosomal dominant polycystic kidney disease, ADPKD) volto a testare l'efficacia e la sicurezza di alcuni trattamenti. I volumi del rene e delle sue principali componenti tessutali (cisti e parenchima) sono stati quantificati a partire da immagini CT o RM. Sviluppo di un dispositivo per il trapianto di isole pancreatiche immunoisolate Il trapianto di isole pancreatiche immunoisolate è una valida strategia per il trattamento del diabete insulino-dipendente perché le isole possono garantire un’appropriata produzione di insulina e i sistemi di immunoisolamento sono in grado di prevenire il rigetto perché impermeabili alle cellule del sistema immunitario dell’ospite. Nei nostri laboratori abbiamo sviluppato due sistemi di immunoisolamento per il trapianto di isole pancreatiche di origine bovina in ratti diabetici. Un sistema è costituito da un dispositivo di fibre cave affiancate parallelamente con una geometria piana che ne facilita l’impianto sottocute sul dorso e il recupero. I risultati dei trapianti con i dispositivi hanno dimostrato che le isole contenute nel dispositivo sono vitali e funzionanti per un periodo di tempo di circa 20 giorni e la membrana garantisce un’immunoprotezione alle isole bovine. Il secondo sistema è costituito da microcapsule di alginato, un polisaccaride derivante dalle alghe che è in grado di proteggere le isole dall’attacco del sistema immunitario. Le microcapsule sono state impiantate nella cavità peritoneale di ratti diabetici. Le microcapsule contenenti isole bovine normalizzano i livelli di glucosio nel sangue per diverse settimane. Per valutare se la perdita di funzionalità delle isole contenute nei sistemi di immunoisolamento utilizzati è dovuta ad una scarsa ossigenazione, abbiamo studiato il consumo di ossigeno da parte delle isole pancreatiche all’interno dei dispositivi confrontandolo con il consumo di ossigeno da parte di isole libere. I risultati hanno dimostrato che i dispositivi permettono un’adeguata diffusione dell’ossigeno. Gli obiettivi che RAPPORTO ATTIVITA’ 274 2006 IRFMN ci proponiamo sono quelli di migliorare la funzionalità dei dispositivi valutando nuove fibre con porosità maggiore che consentano una maggiore durata dei dispositivi a fibre cave e di ottimizzare i trapianti con le microcapsule valutando le condizioni ottimali per ridurre il numero di isole da trapiantare. Programma di trapianto di isole pancreatiche nel paziente diabetico insulino-dipendente Recenti studi clinici hanno dimostrato che il trapianto di isole pancreatiche in pazienti diabetici può indurre la normoglicemia evitando la somministrazione di insulina e i frequenti controlli della glicemia richiesti dal trattamento convenzionale. Questo tipo di trapianto è molto efficace se viene impiantato un numero sufficiente di isole pancreatiche. Un numero di circa 10000 isole equivalenti/Kg del ricevente è necessario per raggiungere l’indipendenza dall’insulina, anche se sono necessari due o più trapianti per raggiungere una tale numerosità. La nostra ricerca è stata quindi finalizzata al miglioramento delle tecniche di isolamento e purificazione per ottenere il maggior numero di isole da un solo pancreas umano. Abbiamo introdotto un sistema che ci permette di mantenere l’organo ad una temperatura controllata di 4°C per tutta la durata della pulizia dell’organo e un sistema per perfondere il pancreas con l’enzima di digestione ad una pressione controllata per evitare traumi al tessuto pancreatico. Per valutare la vitalità delle isole ottenute e quindi avere una stima precisa del numero di isole vitali che si trapianteranno utilizziamo sostanze fluorescenti, in grado di colorare di verde il citoplasma della cellula viva e di rosso il nucleo delle cellule morte. Grazie poi all’analisi al microscopio confocale siamo in grado di quantificare le cellule vive o morte nelle isole. Obiettivo dei prossimi mesi è quello di valutare le condizioni migliori per il mantenimento in coltura del materiale cellulare per uso clinico. Differenziazione di cellule del pancreas precursori delle cellule beta Il diabete di tipo I è caratterizzato da distruzione autoimmnune delle cellule beta delle isole pancreatiche, con conseguente deficit di insulina e completa dipendenza dalla somministrazione di insulina esogena. La cura per il diabete di tipo I viene dal trapianto di nuove cellule beta, ma questa procedura risente della scarsità di donazioni di pancreas rispetto ai potenziali riceventi. Nei nostri laboratori abbiamo studiato la metodica per sviluppare beta-cellule sostitutive a partire da cellule progenitrici contenute nel tessuto esocrino o presenti nelle isole pancreatiche di origine bovina o di ratto. Le cellule ottenute contenenti insulina sono poche rispetto alle cellule beta contenute nelle isole pancreatiche. L’obiettivo che ci proponiamo è quello di aumentare la quantità di cellule differenziate sviluppando nuove strategie per selezionare le cellule progenitrici del pancreas. Trapianto di isole pancreatiche in modelli singenici e allogenici Studi recenti hanno dimostrato che il trapianto delle isole pancreatiche può essere un’alternativa efficace e più sicura al trapianto di pancreas. Nei nostri laboratori abbiamo sviluppato la metodica di isolamento di isole pancreatiche di ratto che consiste nella digestione enzimatica del pancreas e successiva purificazione. Le isole così ottenute sono trapiantate sotto la capsula renale di ratti resi diabetici con singola iniezione di streptozotocina. Utilizziamo due modelli di trapianto: singenico e allogenico. Nel trapianto singenico ratti fratelli vengono utilizzati come donatore e ricevente. In questo modello le isole trapiantate inducono nel ricevente una condizione di normoglicemia che si mantiene per mesi. Nel trapianto allogenico il donatore e il ricevente sono di ceppo differente e il trapianto delle isole sotto la capsula renale induce condizioni di normoglicemia, mantenute per lungo tempo grazie anche alla somministrazione di Ciclosporina come farmaco immunosoppressore. La messa a punto di queste tecniche ha lo scopo di sviluppare nuove strategie atte ad aumentare la sopravvivenza e la funzionalità delle isole pancreatiche. RAPPORTO ATTIVITA’ 275 2006 IRFMN Ingegneria del tessuto vascolare Le protesi vascolari artificiali possono essere impiegate nei pazienti solo se di calibro superiore a sei millimetri. Protesi artificiali di calibro inferiore sono soggette ad elevato rischio trombotico. Per questo motivo si sta cercando di sviluppare in laboratorio un sostituto vascolare biologico bioartificiale, ossia una protesi realizzata con le tecniche dell'ingegneria dei tessuti. Nei nostri laboratori sono in corso ricerche basate sull'utilizzo di una matrice di acido ialuronico esterificato come materiale biodegradabile per la generazione di costrutti vascolari. Abbiamo definito le condizioni di coltura e di semina sia di cellule muscolari lisce che di cellule mesenchimali del midollo. Per ottenere un adeguato condizionamento del costrutto tubolare abbiamo realizzato un nuovo tipo di bioreattore a rotazione che permette di coltivare la protesi bioartificiali in modo semplice ma efficace permettendo di limitare l’apoptosi e favorire la deposizione di matrice. RAPPORTO ATTIVITA’ 276 2006 IRFMN LABORATORIO DI BIOLOGIA E TERAPIA DELLE METASTASI TUMORALI* PERSONALE Capo Laboratorio Raffaella GIAVAZZI, Dr.Sci.Biol., Ph.D. Unità di Angiogenesi Tumorale Capo Unità Giulia TARABOLETTI, Dr.Sci.Biol. Unità di Terapia Antitumorale Molecolare Capo Unità Maria Rosa BANI, Dr.Sci.Biol., Ph.D. * Per le attività di ricerca di questo Laboratorio si rimanda al Dipartimento di Oncologia (pag. 7). RAPPORTO ATTIVITA’ 277 2006 IRFMN RAPPORTO ATTIVITA’ 278 2006 IRFMN Centro di Ricerche Cliniche per le Malattie Rare Aldo e Cele Daccò Ranica (Bg) RAPPORTI ATTIVITA’ 2006 dipartimenti RAPPORTO ATTIVITA’ 279 2006 IRFMN RAPPORTO ATTIVITA’ 280 2006 IRFMN DIPARTIMENTO DI MEDICINA RENALE PERSONALE Capo Dipartimento Piero RUGGENENTI, Dr.Med.Chir. Laboratorio di Biostatistica Capo Laboratorio Annalisa PERNA, Dr.Sci.Stat. Unità di Monitoraggio dei Farmaci Capo Unità Giulia GHERARDI, Dipl.Liceo Scientifico Laboratorio di Chimica Clinica Capo Laboratorio Flavio GASPARI, Dr.Chim. Laboratorio di Fasi Avanzate dello Sviluppo dei Farmaci nell’Uomo Capo Laboratorio Norberto PERICO, Dr.Med.Chir. Unità di Farmacologia e Farmacogenetica Capo Unità Dario Cattaneo, Chem. Pharm., PH.D Unità di Fasi Precoci dell’Utilizzo dei Farmaci nell’Uomo Capo Unità Aneliya PARVANOVA, Dr.Med.Chir. RAPPORTO ATTIVITA’ 281 2006 IRFMN CURRICULA Piero Ruggenenti si è laureato con lode in Medicina e Chirurgia presso l’Università degli Studi di Milano nel 1983. Si è specializzato in Cardiologia (1985) e in Nefrologia Clinica (1989) presso l’Università degli Studi di Milano, ha conseguito la specializzazione in Ricerca Farmacologica presso l’IRFMN (1988). Attività formative: nel 1980-1983 ricercatore presso "Centro di Fisiologia Clinica e Ipertensione, Clinica Medica IV", Università degli Studi di Milano; nel 1984 Ricercatore presso IRFMN; nel 1987-1988 Assistente presso "Renal Unit" Division of Medicine (University of London) of Guy's and St. Thomas Hospitals", Londra; nel 1988-1989 Assistente Supplente Divisione di Nefrologia e Dialisi Ospedali Riuniti di Bergamo. Aree di interesse: Meccanismi di progressione delle nefropatie croniche; diabete e complicazioni del diabete; clinica del trapianto; microangiopatie trombotiche; complicazioni cardiovascolari delle malattie renali croniche; trial clinici; farmacologia clinica. Ruoli: dal 1990 Assistente di ruolo Divisione di Nefrologia e Dialisi Ospedali Riuniti di Bergamo; nel 1994-1999 Capo Unità di Fasi Avanzate dello sviluppo dei farmaci nell'Uomo " presso Centro di Ricerche Cliniche per le Malattie Rare Aldo e Cele Daccò, Ranica, Bergamo; da gennaio 2000 Capo Dipartimento di Medicina Renale, Centro Daccò. Principali pubblicazioni: • P. Ruggenenti, A. Perna, L. Mosconi, M. Matalone, G. Garini, M. Salvadori, C. Zoccali, F. Scolari, Q. Maggiore, G. Tognoni, G. Remuzzi (for The GISEN Group). Randomised placebo-controlled trial of effect of ramipril on decline in glomerular filtration rate and risk of terminal renal failure in proteinuric, non-diabetic nephropathy. Lancet 1997;349:1857-1863 • P. Ruggenenti, A. Perna, G. Gherardi, F. Gaspari, R. Benini, G. Remuzzi, on behalf of GISEN. Renal function and requirement for dialysis in chronic nephropathy patients on long-term ramipril: REIN follow-up trial. Lancet 1998;352:1252-1256. • P. Ruggenenti, A. Perna, G. Gherardi, G. Garini, C. Zoccali, M. Salvadori, F. Scolari, F.P. Schena, G. Remuzzi. Renoprotective properties of ACE-inhibition in non-diabetic nephropathies with non-nephrotic proteinuria. Lancet 1999;354:359-364. • G. Remuzzi, C. Chiurchiu, M. Abbate, V. Brusegan, M. Bontempelli, P. Ruggenenti. Rituximab for idiopathic membranous nephropathy. Research Letter. Lancet 2002;360:923-924. • P. Ruggenenti, A. Fassi, A. Parvanova, S. Bruno, I. Iliev, V. Brusegan, N. Rubis, G. Gherardi, F. Arnoldi, M. Ganeva, B. Ene-Iordache, F. Gaspari, A. Perna, A. Bossi, R. Trevisan, A.R. Dodesini, G. Remuzzi for the Bergamo Nephrologic Diabetes Complications Trial (BENEDICT) Investigators. Preventing microalbuminuria in type 2 diabetes. N Engl J Med 2004;351:1941-1951 • G. Remuzzi, P. Cravedi, A. Perna, B.D. Dimitrov, M. Turturro, G. Locatelli, P. Rigotti, N. Baldan, M. Beatini, U. Valente, M. Scalamogna, P. Ruggenenti Dual Kidney Transplant Group. Long-term outcome of renal transplantation from older donors. N Engl J Med 2006;354:343-352. Flavio Gaspari si è laureato in Chimica nel 1977 presso l’Università Statale degli Studi di Milano e ha ottenuto l’abilitazione all’esercizio della professione nel 1979 presso la medesima Università. Attività formative: borsista e poi ricercatore dal 1981 al 1985 all’IRFMN di Milano, dal 1985 al 1991 all’IRFMN di Bergamo. Aree di interesse: studio della farmacocinetica e del metabolismo delle xantine in diverse specie animali; farmacocinetica di numerosi composti in pazienti dializzati e con vari gradi di insufficienza renale; metodiche analitiche per la determinazione dei principali farmaci immunosoppressori per valutarne il profilo farmacocinetico in pazienti con trapianto di rene, cuore, fegato; tecniche di valutazione della funzionalità renale, dello studio della progressione del danno renale e del confronto tra diverse metodiche analitiche per la determinazione di albuminuria. Ruoli: è stato nominato Capo del Laboratorio di Farmacocinetica e Chimica Clinica all’inizio del 2000 dopo aver ricoperto il ruolo di Capo Unità dal 1991. Principali pubblicazioni: • Gotti E, Perico N, Gaspari F, Cattaneo D, Lesti MD, Ruggenenti P, Segoloni G, Salvadori M, Rigotti P, Valente U, Donati D, Sandrini S, Federico S, Sparacino V, Mourad G, Bosmans JL, Dimitrov BD, Iordache BE, Remuzzi G. Blood cyclosporine level soon after kidney transplantation is a major determinant of rejection: insights from the Mycophenolate Steroid-Sparing Trial. Transplant Proc. 2005 Jun;37(5):2037-40. • Perico N, Gaspari F, Remuzzi G. Assessing renal function by GFR prediction equations in kidney transplantation. • Am J Transplant. 2005 Jun;5(6):1175-6. RAPPORTO ATTIVITA’ 282 2006 IRFMN • • • • D. Cattaneo, F. Gaspari, S. Zanoni, S. Baldelli, E.Gotti, A. Perna, N. Perico, G. Remuzzi. Two-hour post-dose cyclosporine monitoring does not fit all in kidney transplantation. Therapy 2005;2:95-105. Ruggenenti P, Fassi A, Ilieva AP, Bruno S, Iliev IP, Brusegan V, Rubis N, Gherardi G, Arnoldi F, Ganeva M, EneIordache B, Gaspari F, Perna A, Bossi A, Trevisan R, Dodesini AR, Remuzzi G; Bergamo Nephrologic Diabetes Complications Trial (BENEDICT) Investigators. Preventing microalbuminuria in type 2 diabetes. N Engl J Med. 2004 Nov 4;351(19):1941-51. Epub 2004 Oct 31. Gaspari F, Ferrari S, Stucchi N, Centemeri E, Carrara F, Pellegrino M, Gherardi G, Gotti E, Segoloni G, Salvadori M, Rigotti P, Valente U, Donati D, Sandrini S, Sparacino V, Remuzzi G, Perico N; MY.S.S. Study Investigators. Performance of different prediction equations for estimating renal function in kidney transplantation. Am J Transplant. 2004 Nov;4(11):1826-35. Cattaneo D, Merlini S, Pellegrino M, Carrara F, Zenoni S, Murgia S, Baldelli S, Gaspari F, Remuzzi G, Perico N. Related Articles, Links Therapeutic drug monitoring of sirolimus: effect of concomitant immunosuppressive therapy and optimization of drug dosing. Am J Transplant. 2004 Aug;4(8):1345-51. Norberto Perico si è laureato in Medicina e Chirurgia nel 1983 presso l’Università degli Studi di Milano. Si è specializzato in Ricerca Farmacologica nel 1986 presso l’IRFMN di Bergamo e in Nefrologia Clinica nel 1989 presso l’Università di Verona. Aree di interesse: terapie farmacologiche innovative nell’ambito del trapianto d’organo; studi su meccanismi di tolleranza immunologica nel trapianto d’organo; meccanismi di progressione della nefropatia diabetica; prevenzione e terapie innovative nefropatia diabetica. Attività formative: nel 1982 titolare di una borsa di studio della Comunità Europea presso il Dipartimento di Farmacologia, New York Medical College, Valhalla, New York, USA; nel 1984-1988 borsista presso l’IRFMN, Laboratorio di Nefrologia, Bergamo; nel 1988-1989 ricercatore presso lo stesso laboratorio. Ruoli: nel 1990-1994 Capo Unità di Fisiologia Renale, Laboratorio di Nefrologia, IRFMN, Bergamo; nel 1990-2000 Assistente presso la Divisione di Nefrologia e Dialisi degli Ospedali Riuniti di Bergamo; nel 1994-1999 Capo del Laboratorio di Immunologia del Trapianto, IRFMN, Bergamo; da Gennaio 2000 Capo del Laboratorio di Fasi Avanzate dello Sviluppo dei Farmaci nell'Uomo, Dipartimento di Medicina Renale, IRFMN, Bergamo; da settembre 2000 Direttore Sanitario, Centro di ricerche Cliniche per le Malattie Rare, IRFMN, Ranica, Bergamo. Principali pubblicazioni: • E. Gotti, N. Perico, A. Perna, F. Gaspari, D. Cattaneo, R. Caruso, S. Ferrari, N. Stucchi, G. Marchetti, M. Abbate, G. Remuzzi. Renal transplantation: can we reduce calcineurin inhibitor/stop steroids? Evidence based on protocol biopsy findings. J Am Soc Nephrol 2003;14:755-766. • N. Perico, P. Ruggenenti, G. Remuzzi. Losartan in diabetic nephropathy. Expert Rev. Cardiovasc. Ther. 2004; 2(4): 473483. • Remuzzi G, Lesti M, Gotti E, Ganeva M, Dimitrov BD, Ene-Iordache B, Gherardi G, Donati D, Salvadori M, Sandrini S, Valente U, Segoloni G, Mourad G, Federico S, Rigotti P, Sparacino V, Bosmans JL, Perico N, Ruggenenti P. mofetil versus azathioprine for prevention of acute rejection in renal transplantation (MYSS): a randomised trial. Lancet. 2004 Aug 7;364(9433):503-12. • Gaspari F, Ferrari S, Stucchi N, Centemeri E, Carrara F, Pellegrino M, Gherardi G, Gotti E, Segoloni G, Salvadori M, Rigotti P, Valente U, Donati D, Sandrini S, Sparacino V, Remuzzi G, Perico N; MY.S.S. Study Investigators. of different prediction equations for estimating renal function in kidney transplantation. Am J Transplant. 2004 Nov;4(11):1826-35. • Perico N, Cattaneo D, Sayegh MH, Remuzzi G. Delayed graft function in kidney transplantation. Lancet. 2004 Nov 13;364(9447):1814-27. • Cattaneo D, Merlini S, Zenoni S, Baldelli S, Gotti E, Remuzzi G, Perico N. Influence of co-medication with sirolimus or cyclosporine on mycophenolic acid pharmacokinetics in kidney transplantation. Am J Transplant. 2005 Dec;5(12):293744. Annalisa Perna si è laureata in Scienze Statistiche e Demografiche nel 1984 presso l’Università di Bologna. Attività formative: ha completato la sua formazione presso l’IRFMN di Bergamo e presso il Centro di Ricerche Cliniche ‘Aldo e Cele Daccò’. Aree di interesse: aspetti metodologici riferiti a studi clinici randomizzati a lungo termine in ambito nefrologico; metodologia statistica per il calcolo della dimensione del campione; tecniche metaanalitiche. Esegue inoltre revisioni sistematiche nell’ambito del gruppo di revisione renale della Collaborazione Cochrane. Ruoli: attualmente è capo del Laboratorio di Biostatistica del Dipartimento di Medicina Renale del Centro di Ricerche Cliniche ‘Aldo e Cele Daccò’, IRFMN (sede di Ranica, Bergamo). RAPPORTO ATTIVITA’ 283 2006 IRFMN Principali pubblicazioni: • Ruggenenti P, Perna A, Loriga G, Ganeva M, Ene-Iordache B, Turturro M, Lesti M, Perticucci E, Chakarski IN, Leonardis D, Garini G, Sessa A, Basile C, Alpa M, Scanziani R, Sorba G, Zoccali C, Remuzzi G for the REIN-2 Study group. Blood-pressure control for renoprotection in patients with non-diabetic chronic renal disease (REIN-2): multicentre, randomised controlled trial. Lancet 365:939-946, 2005 • Schieppati A, Perna A, Zamora J, Giuliano AG, Braun N, Remuzzi G. Immunosuppressive treatment for idiopathic membranous nephropathy in adults with nephrotic syndrome. Cochrane Database Syst Rev. Oct 18(4):CD004293, 2004 • Ruggenenti P, Fassi A, Ilieva AP, Bruno S, Iliev IP, Brusegan V, Rubis N, Gherardi G, Arnoldi F, Ganeva M, EneIordache B, Gaspari F, Perna A, Bossi A, Trevisan R, Dodesini AR, Remuzzi G. Preventing microalbuminuria in type 2 diabetes. N Engl J Med 351(19)1941-51, 2004 • Remuzzi G, Ruggenenti P, Perna A, Dimitrov BD, de Zeeuw D, Hille DA, Shahinfar S, Carides GW, Brenner BM for the RENAAL Study Group. Continuum of renoprotection with losartan at all stages of type 2 diabetic nephropathy: a post hoc analysis of the RENAAL trial results. J Am Soc Nephrol 15(12):3117-25, 2004 • The BENEDICT Group. The Bergamo NEphrologic Diabetes Complications Trial (BENEDICT): design and baseline characteristics. Control Clin Trials 24(4): 442-461, 2003 • Plata R, Cornejo A, Arratia C, Anabaja A, Perna A, Dimitrov BD, Remuzzi G, Ruggenenti P for the Commission on Global Advancement of Nephrology (COMGAN), Research Subcommittee of the International Society of Nephrology. Angiotensin-converting-enzyme inhibition therapy in altitude polycythaemia: a prospective randomised trial. Lancet 359: 663-66, 2002 Dario Cattaneo si è laureato in Farmacia nel 1996 presso l’Università degli Studi di Milano e si è specializzato in Farmacologia nel 2001 presso la stessa Università. Nel 2000 ha conseguito il diploma di “Specialista in Ricerca Farmacologica” presso l’ Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri (IRFMN). Nel 2005 ha ottenuto il titolo di Ph.D. presso la Open University di Londra, Inghilterra. Attività formative: nel 1997 Post Doctoral Fellow, IRFMN, Laboratorio di Farmacocinetica e Chimica Clinica; nel 2000 titolare della borsa di studio “Girola”; dal 2001 al 2005 titolare della borsa di studio “Monzino” presso l’IRFMN. Aree di interesse: farmacologia (farmacocinetica, farmacodinamica e farmacogenetica) di farmaci immunosoppressori, antivirali e ipolipidemizzanti; studio delle dislipidemie secondarie; valutazione di approcci polifarmacologici per il trattamento delle nefropatie croniche progressive; valutazione della risposta umorale come predittore di rigetto acuto e cronico dell’organo trapiantato. Ruoli: nel 1997 Ricercatore IRFMN, Laboratorio di Farmacocinetica e Chimica Clinica; dal 2006 Capo Unità di Farmacologia e Farmacogenetica, IRFMN Ranica, Bergamo. Membro del Comitato Etico Indipendente dell’Ospedale “Bolognini” di Seriate (dal 2003) e del Comitato di Bioetica dell’Ospedale “E. Medea” di Lecco (dal 2006). Dal 2005 è membro dell’editorial board della rivista Current Clinical Pharmacology e dell’International Association of Therapeutic Drug Monitoring and Clinical Toxicology (IATDMCT). Principali pubblicazioni • Cattaneo D, Merlini S, Zenoni S, Baldelli S, Gotti E, Remuzzi G, Perico N. Influence of co-medication with sirolimus or cyclosporine on mycophenolic acid pharmacokinetics in kidney transplantation. Am J Transplant. 2005 Dec;5(12):293744. • Cattaneo D, Gotti E, Perico N, Bertolini G, Kainer G, Remuzzi G. Cyclosporine formulation and Kaposi's sarcoma after renal transplantation. Transplantation. 2005 Sep 27;80(6):743-8. • Perico N, Cattaneo D, Sayegh MH, Remuzzi G. Delayed graft function in kidney transplantation. Lancet. 2004 Nov 1319;364(9447):1814-27. • Cattaneo D, Merlini S, Pellegrino M, Carrara F, Zenoni S, Murgia S, Baldelli S, Gaspari F, Remuzzi G, Perico N. Therapeutic drug monitoring of sirolimus: effect of concomitant immunosuppressive therapy and optimization of drug dosing. Am J Transplant. 2004 Aug;4(8):1345-51. • Cattaneo D, Perico N, Gaspari F, Gotti E, Remuzzi G. Glucocorticoids interfere with mycophenolate mofetil bioavailability in kidney transplantation. Kidney Int. 2002 Sep;62(3):1060-7. Giulia Gherardi ha conseguito la Maturità Scientifica nel 1989 presso il Liceo Scientifico Marie Curie di Zogno (Bergamo) e il Diploma di Infermiere Professionale nel 1995 presso la Scuola per Infermieri Professionali dell'Azienda Ospedaliera Ospedali Riuniti di Bergamo. Attività formative: ha ottenuto l’attestato di Infermiere Professionale di Ricerca Clinica (1997) presso l’IRFMN svolgendo la sua attività presso il Centro Daccò. Aree di interesse: aspetti metodologici riferiti a studi clinici randomizzati a lungo termine in ambito nefrologico e diabetologico; organizzazione e monitoraggio dei trial. Ruoli: dal l997 al 2003 co-organizzatrice, relatrice, correlatrice e tutor del Corso per Infermieri Professionali di Ricerca Clinica presso l’IRFMN; dal 1997 al 1999 ha svolto le mansioni di Monitor di RAPPORTO ATTIVITA’ 284 2006 IRFMN Ricerca Clinica presso l’IRFMN - Centro di Ricerche Cliniche per le Malattie Rare Aldo e Cele Daccò); dal 2000 è responsabile dell’Unità di Monitoraggio dei Farmaci presso la sede di Ranica. Principali pubblicazioni: • Ruggenenti P, Perna A, Gherardi G, Garini G, Zoccali C, Salvadori M, Scolari F, Schena FP, Remuzzi G. Renoprotective properties of ACE-inhiition in non-diabetic nephropathies with non-nephrotic proteinuria. Lancet. 1999 Jul 31; 354 (9176): 359 – 64. • Ruggenenti P, Perna A, Zoccali C, Gherardi G, Benini R, Testa A, Remuzzi G. Chronic proteinuric nephropathies. II. Outcomes and response to treatment in a prospective cohort of 352 patients: differences between women and men in relation to the ACE polymorphism. Gruppo Italiano di Studi Epidemiologici in Nefrologia. J Am Soc Nephrol. 2000 Jan; 11 (1): 88–96. • Ruggenenti P, Perna A, Gherardi G, Benini R, Remuzzi G. Chronic proteinuric nephropathies: outcomes and response to treatment in a prospective cohort of 352 patients with different patterns of renal injury. Am J Kidney Dis. 2000 Jan; 35 (6): 1155–65. • Remuzzi G, Lesti M, Gotti E, Ganeva M, Dimitrov BD, Ene-Iordache B, Gherardi G, Donati D, Salvadori M, Sandrini S, Valente U, Segoloni G, Mourad G, Federico S, Rigotti P, Sparacino V, Bosmans JL, Perico N, Ruggenenti P, for the MY.S.S. Group. Mycophenolate mofetil versus azathioprine for prevention of acute rejection in renal transplantation (MYSS): a randomized trial. Lancet. 2004 Aug 7; 364: 503 – 12. • Ruggenenti P, Fassi A, Parvanova Ilieva A, Bruno S, Petro Iliev I, Brusegan V, Rubis N, Gherardi G, Arnoldi A, Ganeva M, Ene-Iordache B, Gaspari F, Perna A, Bossi A, Trevisan R, Dodesini AR, Remuzzi G, for the Bergamo Nephrologic Diabetes Complications Trial (BENEDICT) Investigators. Preventing microalbuminuria in type 2 diabetes. N Engl J Med. 2004; 351: 1941-51. • Gaspari F, Ferrari S, Stucchi N, Centemeri E, Carrara F, Pellegrino M, Gherardi G, Gotti E, Segoloni G, Salvadori M, Rigotti P, Valente U, Donati D, Sandrini S, Sparacino V, Remuzzi G and Perico N on the behalf of the MY.S.S. study investigators. Performance of different prediction equations for estimating renal function in kidney transplantation. American Journal of Transplantation. 2004; 4: 1826-1835. Aneliya Parvanova Ilieva si è laureata in Medicina nel 1988 presso la Facoltà di Medicina, Università di Tracia (prima Università di Medicina), Stara Zagora, Bulgaria, e si è specializzata in Farmacologia presso il Dipartimento di Farmacologia, Facoltà di Medicina, Università di Tracia, Stara Zagora, Bulgaria. Attività formative: 1993: Corso di sperimentazione con isolati, Academia Bulgara delle Scienze, Sofia. 1998: Visitatore scientifico, IRFMN, Bergamo, Italia.1998: Professionalità nel metodo di misurazione dell’insulino sensitività (tecnica di clamp iperinsulinemico euglicemico) e nella misurazione della filtrazione glomerulare (clearance plasmatica dello iohexolo). Aree di interesse: prevenzione primaria e secondaria e il ruolo del insulino-resistenza e iperomocisteinemia delle complicanze croniche del diabete mellito (nefropatia, retinopatia e neuropatia diabetiche). Ruoli: ha partecipato in qualità di Investigator in studi clinici e ricerche cliniche. Dal 2000 è Capo Unità Fasi Precoci dell’Utilizzo dei Farmaci nell’Uomo presso il Centro Daccò. E’ membro dell’Associazione Medici Bulgari (1989), dell’Associazione Farmacologi Bulgari (1990)e dell’Associazione Ricercatori Bulgari (dal 1991). Principali pubblicazioni: • Parvanova A, Chiurchiu C, Ruggenenti P, Remuzzi G. Inhibition of the renin-angiotensin system and cardio-renal protection: focus on losartan and angiotensin receptor blockade. Expert Opinion on Pharmacotherapy 2005 Sep; 6 (11):1931-1942. • Ruggenenti P, Fassi A, Parvanova A, Bruno S, Iliev I, Brusegan V, Rubis N, Gherardi G, Arnoldi F, Ganeva M, EneIordache, Gaspari F, Perna A, Bossi A, Trevisan R, Dodesini A, Remuzzi G. Preventing Microalbuminuria in Type 2 Diabetes. NEJM 2004;351(19):1941-51. • Parvanova A, Iliev I, Filipponi M, Dimitrov BD, Vedovato M, Tiengo A, Trevisan R, Remuzzi G, Ruggenenti P. Insulin resistance and proliferative retinopathy: a cross-sectional, case-control study in 115 patients with type 2 diabetes. J Clin Endocrinol Metab 2004 Sep; 89(9):4371-6. • The BENEDICT Group. The Bergamo Nephrologic DIabetes Complications Trial (BENEDICT): design and baseline characteristics. Controlled Clinical Trials 2003; 24:442-461. • Parvanova A, Iliev I, Dimitrov BD, Arnoldi F, Zaletel J, Remuzzi G, Ruggenenti P. Hyperhomocysteinemia and increased risk of retinopathy: a cross-sectional, case-control study in patients with type 2 diabetes. Diabetes Care 2002; 25 (12): 2361. RAPPORTO ATTIVITA’ 285 2006 IRFMN INTRODUZIONE ALLE ATTIVITA' DEL DIPARTIMENTO Il Dipartimento di Medicina Renale è stato istituito nel 1999 presso il Centro di Ricerche Cliniche per le Malattie Rare “Aldo e Cele Daccò” – Villa Camozzi, Ranica per coordinare le attività di tre laboratori e due unità. Il Dipartimento si dedica in principal modo allo studio dei meccanismi di progressione delle nefropatie croniche e alla definizione di nuove strategie di prevenzione/trattamento della nefropatia diabetica, delle nefropatie croniche non diabetiche, della nefropatia cronica del trapianto, delle complicanze cardiovascolari del paziente diabetico, nefropatico, dializzato o trapiantato e delle microangiopatie trombotiche. Gli obiettivi principali di queste attività sono: 1. Identificare strategie di screening e intervento atte a prevenire l’insorgenza della nefropatia e di altre complicanze croniche nel paziente diabetico e/o iperteso 2. Definire strategie di intervento per prevenire o rallentare la progressione delle nefropatie croniche ed eventualmente ottenere una remissione/regressione del danno renale 3. Ottimizzare i protocolli di terapia immunosoppressiva nel trapianto col fine ultimo di ottenere la tolleranza dell’organo trapiantato e identificare nuovi criteri di selezione dei donatori per aumentare il pool di organi disponibili. Questi obiettivi vengono perseguiti attraverso le seguenti modalità operative principali: 1. studi pilota di fisiopatologia e farmacologia clinica realizzati interamente presso il Centro di Ricerche Cliniche per testare nuove ipotesi patogenetiche e nuove modalità di intervento; 2. realizzazione di network e coordinamento di trial multicentrici nazionali e internazionali per verificare l’efficacia di nuovi trattamenti identificati nelle fasi di cui in 1. 3. metanalisi e sviluppo di modelli probabilistici per testare fattori di rischio e trattamenti su grandi campioni di pazienti e verificarne il valore predittivo e l’efficacia a livello individuale. Molte di queste attività si avvalgono di una stretta collaborazione con il Dipartimento di Medicina Molecolare, il Dipartimento di Bioingegneria e il Dipartimento Pubblico-Privato di Medicina Specialistica e dei Trapianti col fine ultimo di programmare le attività di ricerca clinica del Dipartimento alla luce delle conoscenze che derivano dalla ricerca di base e delle problematiche che emergono dall’ attività clinica di routine. SCOPERTE/RISULTATI PRINCIPALI Definizione e validazione di trattamenti specifici atti a prevenire l'insorgenza delle nefropatie in pazienti affetti da diabete di tipo 2; Definizione e validazione di nuovi protocolli integrati di trattamento atti a rallentare la progressione e/o ottenere la remissione/regressione delle nefropatie croniche diabetiche e non diabetiche; Caratterizzazione dell’effetto antiproteinurico, nefroprotettivo e cardioprotettivo dell’inibizione massimale e polifarmacologica del sistema renina angiotensina; Identificazione di fattori di rischio acquisiti o congeniti per lo sviluppo di complicanze croniche del diabete; Definizione e validazione di trattamenti specifici per la nefropatia membranosa idiopatica e la sindrome emolitico uremica associata a deficit di fattore H; RAPPORTO ATTIVITA’ 286 2006 IRFMN Definizione e validazione di nuove metodiche di laboratorio e di modelli predittivi per il monitoraggio e ottimizzazione della terapia immunosoppressiva nel trapianto; Definizione e validazione di nuovi criteri di selezione ed allocazione di reni da donatori marginali per aumentare il pool di donatori e l’attività di trapianto Ottimizzazione di procedure di diagnostica e monitoraggio ecodoppler delle complicanze vascolari del paziente trapiantato ed emodializzato; Finalizzazione e avvio di trials clinicici multicentrici finalizzati alla prevenzione della nefropatia diabetica, della progressione delle nefropatie croniche proteinuriche e del rigetto acuto e cronico del trapianto e alla identificazione di fattori di rischio e promotori di danno d’organo; Computerizzazione delle procedure di acquisizione e monitoraggio dei dati nella conduzione di trials clinici controllati. COLLABORAZIONI NAZIONALI Lombardia - Ospedale C. Cantù, Abbiategrasso (MI) - Ospedale Civile di Asola, Asola (MN) - Ospedale Fenaroli, Alzano Lombardo (BG) - Azienda Ospedaliera OO.RR., Bergamo - Ospedale Caduti Bollatesi, Bollate (MI) - Azienda Ospedaliera Spedali Civili, Brescia - Ospedale San Biagio, Clusone (BG) - Ospedale S. Anna, Como - Azienda Ospedaliera Istituti Ospedalieri, Cremona - Ospedale di Desio (MI) - Ospedale Briolini, Gazzaniga (BG) - Azienda Ospedaliera di Melegnano, Melegnano – Vizzolo Predabissi (MI) - Ospedale San Leopoldo Mandic, Merate (LC) - Ospedale Maggiore Policlinico, Milano - Ospedale Provinciale San Carlo Borromeo, Milano - Azienda Ospedaliera - Polo Universitario L. Sacco, Milano - Ospedale Fatebenefratelli, Milano - Ospedale Niguarda Ca' Granda, Milano - Clinica Pediatrica “G. e D. De Marchi’, Milano - Ospedale San Raffaele, Milano - Ospedale Pediatrico di Montichiari, Montichiari (BS) - Ospedale San Gerardo, Monza (MI) - Istituti Clinici Zucchi, Monza (MI) - Università degli Studi di Pavia, Dipartimento di Medicina Interna e Terapia Medica, Pavia - Centro Antidiabetico, Ponte San Pietro (BG) - Azienda Ospedaliera Ospedale Treviglio Caravaggio, Romano di Lombardia (BG) - Istituto clinico Humanitas, Rozzano (MI) - Ospedale Bolognini, Seriate (BG) - Azienda Ospedaliera Ospedale Treviglio Caravaggio, Treviglio (BG) - Ospedale Regionale di Circolo Fondazione Macchi, Varese RAPPORTO ATTIVITA’ 287 2006 IRFMN - USL 60, Unità Operativa di Nefrologia e Dialisi, Vimercate (LC) Piemonte - Azienda Ospedaliera Santa Croce e Carli, Cuneo - Ospedale Civile, Ivrea - A.S.O. Maggiore della Carità, Novara - Azienda Ospedaliera San Giovanni Battista, Torino - Ospedale Mauriziano Umberto I, Torino - Ospedale Regina Margherita, Torino - Ospedale Martini, Torino - Ospedale Luigi Einaudi, Torino Veneto, Trentino Alto-Adige e Friuli Venezia Giulia - Casa di Cura Abano Terme, Abano Terme (PD) - Ospedale Civile, Belluno - Ospedale S. Giacomo Apostolo, Castelfranco Veneto, Treviso - Ospedale Provinciale Umberto I, Mestre (VE) - Ospedale Giustinianeo, Padova - Università degli Studi di Padova, Istituto di Anatomia Patologica, Padova - Ospedale Civile, Padova - Ospedale S. Camillo dé Lellis, Schio (VI) - Ospedale Regionale Santa Maria dei Battuti, Treviso - Ospedale Civile Maggiore Borgo Trento, Verona - Ospedale Policlinico Borgo Roma, Verona - Ospedale Civile San Bortolo, Vicenza - Ospedale Santa Chiara, Trento - Istituto Scientifico per l'infanzia Burlo Garofalo, Trieste - Ospedale S. Antonio, S. Daniele del Friuli, Udine - Università degli Studi di Udine, Centro Trapianti Fegato-Rene-Pancreas, Udine Liguria, Emilia Romagna e Toscana - Azienda Ospedaliera San Martino, Genova - Istituto “G. Gaslini”, Genova - Ospedale S. Orsola Malpighi, Bologna - Ospedale Policlinico, Modena - Istituto di Clinica Medica e Nefrologia, Parma - Ospedale Santa Maria delle Croci, Ravenna - Arcispedale Santa Maria Nuova, Reggio Emilia - Ospedale Santa Maria Annunziata, Bagno a Ripoli, Firenze - Azienda Ospedaliera Careggi-Monna Tessa, Firenze - Ospedale Nuovo “S. Giovanni di Dio”, Firenze - Azienda Ospedaliera Meyer, Firenze - Ospedale di S. Miniato, S. Miniato (FI) - Azienda Ospedaliera Cisanello, Pisa - Ospedale di Pistoia, Pistoia Marche - Ospedale Regionale Torrette, Torrette di Ancona, Ancona - Ospedale I.N.R.C.A., Ancona - Azienda Ospedaliera S. Salvatore, Pesaro RAPPORTO ATTIVITA’ 288 2006 IRFMN Lazio, Basilicata e Campania - Ospedale Polispecializzato, Anzio, Roma - Ospedale Fatebenefratelli, Roma - Ospedale Pediatrico Bambino Gesù, Roma - Policlinico Gemelli, Roma - Ospedale Policlinico Umberto I, Roma - Ospedale San Camillo Forlanini, Roma - Università Cattolica del Sacro Cuore, Roma - Dipartimento di Biopatologia Umana, Università La Sapienza, Roma - Ospedale Grande degli Infermi, Viterbo - Ospedale Riuniti, Matera - Azienda Ospedaliera Ospedale Civile, Caserta (NA) - Università Federico II di Napoli, Cattedra di Nefrologia, Napoli - Azienda Ospedaliera “S. G. di Dio e Ruggi d’Aragona”, Salerno Abruzzo - Ospedale G. Bernabeo, Ortona, Chieti - Presidio Ospedaliero “San Massimo”, Penne (PE) - Presidio Ospedaliero "G.Mazzini", Teramo Puglia, Calabria, Sicilia e Sardegna - Ospedale Regionale “Miulli”, Acquaviva delle Fonti, Bari - Ospedale Pediatrico “Giovanni XXIII”, Bari - Ospedale Policlinico, Bari - Azienda Ospedaliera V.Fazzi, Lecce - Ospedale Casa Sollievo dalla Sofferenza, S.Giovanni Rotondo (FG) - Presidio Ospedaliero di Martina Franca, Martina Franca, Taranto - A.U.S.L. TA/1 - Presidio Ospedaliero, Taranto - Azienda Ospedaliera Ospedale Pugliese Ciaccio, Catanzaro - Ospedale dell'Annunziata, Cosenza - Centro di Fisiologia Clinica del CNR, Divisione di Nefrologia, Reggio Calabria - Azienda Ospedaliera “Bianchi-Melacrino-Morelli”, Reggio Calabria - Ospedale “N. Giannettasio”, Rossano Calabro, Cosenza - Nuovo Presidio Ospedaliero, Acireale, Catania - Azienda Ospedaliera "Ferrarotto", Catania - Ospedale Zonale Maggiore, Modica (RG) - Ospedale Civico, Palermo - Ospedale “V. Cervello”, Palermo - Azienda Ospedaliera "Umberto I", Siracusa - Azienda Sanitaria G. Brotzu, Ospedale San Michele, Cagliari - Istituto di Clinica e Biologia dell’Età Evolutiva, Cagliari - Ospedale A. Segni, Ozieri, Sassari - Ospedale SS. Annunziata, Sassari - Ospedale Policlinico, Sassari Umbria - Azienda Ospedaliera di Perugia, Perugia RAPPORTO ATTIVITA’ 289 2006 IRFMN COLLABORAZIONI INTERNAZIONALI - University Hospital Ziekenhuius, Edegem Antwerpen, Belgio - Clinique de Nephrologie-Dialyse Chu Brugmann, Bruxelles, Belgio - University Ziekenhuius Gent, Gent, Belgio - U.Z. Gasthuisberg, Leuven, Belgio - General Hospital Maria Middelares, Sint Niklaas, Belgio - University of Groningen, AV Groningen, Olanda - Academisch Ziekenhuis, Maastricht, Olanda - Thracian University, Stara Zagora, Bulgaria - The Birmingham Children's Hospital, Birmingham, Inghilterra - Guy’s Hospital, London, Inghilterra - Manchester Children's Hospital, Manchester, Inghilterra - Nottingham City Hospital, Nottingham, Inghilterra - Aalborg Hospital, Aalborg, Denmark - Nephrological Department, University of Copenaghen, Copenaghen, Danimarca - Steno Diabetes Center, Gentofte, Danimarca - Department of Nephrology, Odense University Hospital, Odense, Danimarca - Department of Nephrology, Sahlgrenska University Hospital, Goteborg, Svezia - Ospedale San Giovanni, Bellinzona Svizzera - Department of Nephrology, University of Wien, Wien, Austria - Carl Thiem Klinikum, Cottbus, Germania - Klinikum der Johann Wolfgang, Frankfurt am Main, Germania - Arbeitsgruppe fyr Biomolekulare Medizin, Hamburg, Germania - Univeristatklinik Heidelberg, Heidelberg, Germania - Medizinische Klinik, Mannheim, Germania - Luitpold Krankenhaus Med. Universitatklinik/Dialyse, Wurzburg, Germania - Hospital Ntra Sra. de Sonsoles, Avila, Spagna - Hospitalet de Llobregat, Institut Català de la Salut, Barcellona, Spagna - Fundacion Jimenez Diaz, Madrid, Spagna - Hospital Clinico Martin Logas, Madrid, Spagna - Hospital 12 de Octubre, Madrid, Spagna - Hospital Gregorio Maranon, Madrid, Spagna - Hospital La Paz, Madrid, Spagna - Hospital Puerta de Hierro, Madrid, Spagna - Hospital Ramon y Cajal, Madrid, Spagna - Hospital Severo Ochoa, Leganes, Madrid, Spagna - Hospital Universitario de Tarragona Joan XXIII, Tarragona, Spagna - Hospital Garcia de Orta, Almada, Portogallo - Brigham & Women's Hospital, Boston, USA - Hennepin County Medical Center, Minneapolis, USA - SIU School of Medicine, Springfield, USA - The Toronto Hospital, Toronto, Canada - INCUCAI, Buenos Aires, Argentina RAPPORTO ATTIVITA’ 290 2006 IRFMN - Hospital Italiano de Buenos Aires, Buenos Aires, Argentina - Hospital Regional de Valdivia, Valdivia, Cile - Soroka Medical Center, Beer Sheva, Israele PRESENZA IN COMITATI EDITORIALI Journal of the American Society of Nephrology (Piero Ruggenenti) Journal of Nephrology (Piero Ruggenenti) Current Diabetes Reviews (Piero Ruggenenti) Clinical Journal of the American Society of Nephrology (Piero Ruggenenti) RAPPORTO ATTIVITA’ 291 2006 IRFMN ATTIVITA' DI REVISIONE Adis Drugs Evaluation American Journal of Hypertension American Journal of Kidney Disease American Journal of Nephrology American Journal of Physiology-Renal Physiology American Journal of Transplantation BMC Medicine Clinical JASN Clinical Nephrology Current Diabetes Reviews Current Medicinal Chemistry Diabetologia Diabetes Care Expert Opinion on Pharmacothrapy Journal of American Society of Nephrology Journal of Artificial Organs Journal of Hypertension Journal Laboratory Clinical Medicine Journal of Trombosis and Haemostasis Kidney International Internal and Emergency Medicine Nephrology Dialysis and Transplantation New England Journal of Medicine Plos The Lancet Transplant International Transplantation PARTECIPAZIONE AD EVENTI CON CONTRIBUTI DEL DIPARTIMENTO "Local Investigators Meeting PLANET Study". 11 Dicembre 2006, Villa Camozzi - Ranica (Bergamo). “Le dislipidemie: ruolo dei farmaci ipolipidemizzanti nel trattamento del paziente con nefropatia cronica”. Le nefropatie croniche progressive, Università degli Studi di Sassari, Sassari, 25 febbraio 2006. “L’ipercolesterolemia come fattore di progressione delle malattie renali croniche”, Ipercolesterolemia nel paziente complesso: aspetti fisiopatologici e terapeutici, Bergamo, 8 Aprile 2006. “Pharmacological treatment of dyslipidemia and obesity”, Advanced workshop on nephroprotection for Turkish nephrologists, Ranica, 26-27 maggio 2006. “Obesità: un fattore di rischio congenito o acquisito?”. All’interno del convegno: Remission Clinic. Nefropatie croniche e complicanze cardiovascolari. Centro Congressi Giovanni XXIII, Begamo 15-16 settembre 2006 RAPPORTO ATTIVITA’ 292 2006 IRFMN “Progressione del danno renale e cardiovascolare nelle nefropatia croniche: razionale studi PLANET”, Local Investigator’s Meeting, Ranica, 11 dicembre 2006 “Diabetic nephropaty”, European Renal Research Initiative (ERRI), Bruxells, 1 febbraio 2006 “Preventing microalbuminuriua in type 2 diabetes”, V International Conference on Hypertension and the kidney, Madrid, 16-18 febbraio 2006 “Curare il cuore fa bene al rene e viceversa: l’ipertensione e la microalbuminuria come segnali sinergici di futuri danni cardiorenali”, IX Forum sul sistema renina-angiotensina, Capri, 7 aprile 2006 “Never to early to protect the kidney for limitino cardiovascular diseaes of diabetes”, 11th Scientific Meeting EASD Hypertension in diabetes study group, Belgrado, 6-8 aprile, 2006 “Combinazione ACE-inibitori e sartani nel trattamento della malattia renale e cardiovascolare”, 11° Congresso nazionale FADOI, Torino, 17-20 Maggio 2006 “La prevenzione della nefropatia”, Controversie in patologie cardiovascolari, Napoli, 19-20 maggio, 2006 “Nephroprotection in hypertensive patients with type 2 diabetes: DEMAND Study”, 16th European Meeting on Hypertnsion-Chiesi satellite symposium, Madrid, 14 giugno 2006 “The pathophysiological mechanisms underlying renal disfunction in heart failure”, Heart failure 2006, Helsinki, 17-20 giugno 2006 “Renoprotection: is it blood pressare or proteinuria that matters?”, ERA-EDTA XLIII Congress, Glasgow 15-18 luglio 2006 “Meccanismi di progressione e di regressione delle nefropatie croniche diabetiche e non diabetiche “, V Corso di aggiornamento in malattie endocrino-metaboliche, Foggia, 22-23 settembre 2006 “Si stabilizza il numero di nuovi casi di insufficienza renale terminale dopo che da 20 anni c’era un incremento di anno in anno”; 11° Minicorso di nefrologia, Alberobello, 23 settembre 2006 “Progressione delle malattie renali: proteggere il rene per proteggere il cuore”, Seminario internazionale di cardio-nefrologia, Ferrara, 27 ottobre 2006 “Renal faliure Epidemic: what we can do to prevent it”, 5th Think Kidney International Symposium Meeting, Muscat (Oman), 24-25 gennaio 2006 Chronic Kidney Diseases Project in India, New Delhi, 15-17 febbraio 2006 “Remission, regression of chronic renal disease: can it really happen?”, Assembly of the Polish Society in Nephrology, Torun (Polonia), 1-2 giugno 2006 American Society of Nephrology, San Diego California, 14-20 novembre 2006 RAPPORTO ATTIVITA’ 293 2006 IRFMN CONTRIBUTI E CONTRATTI AIFA (Agenzia Italiana del Farmaco) Abbott GmbH & Co. Astrazeneca SPA Aventis Pharma SA Dompè Spa Farmaceutici Damor SpA Keryx Biopharmaceuticals King Pharmaceuticals Inc. Merck Sharp & Dohme Italia SpA Novartis Farma Roche SpA Sanofi-Aventis Spa Sigma Tau Spa Solvay Pharmaceuticals Speedel Pharma Ltd SELEZIONE PUBBLICAZIONI SCIENTIFICHE APPARSE NELL'ANNO 2006 A. Schieppati, P. Ruggenenti, G. Remuzzi. Diabetic Nephropathy: present and future challenges. In: Kidney Diseases in the Developing World and Ethnic Minorities. Chapter 8. Edited by M. El-Nahas, Taylor & Francis Group, New York 2006, pp. 161-189. I. Codreanu, N. Perico, A. Anabaya, G. Remuzzi. Links between Bolivia, Moldova, and Italy for prevention of chronic nephropathies. In: Kidney Diseases in the Developing World and Ethnic Minorities. Chapter 8. Edited by M. El-Nahas, Taylor & Francis Group, New York 2006, pp. 457-467. N. Perico, P. Cravedi, P. Ruggenenti, E. Gotti, G. Rota, G. Locatelli, V. Gambara, A. Perna, S. Rota, G. Remuzzi. The Bergamo Kidney Transplant Program. In: Clinical Transplants 2005. Chapter 7. Edited by J.M. Cecka and P.I. Terasaki, UCLA Immunogenetics Center, Los Angeles, California 2006, pp. 85-100. F. Gaspari, N. Perico, G. Remuzzi. Timed urine collections are not needed to measure urine protein excretion in clinical practice. Am J Kidney Dis 2006;47:1-7. G. Remuzzi, P. Cravedi, A. Perna, B.D. Dimitrov, M. Turturro, G. Locatelli, P. Rigotti, N. Baldan, M. Beatini, U. Valente, M. Scalamogna, P. Ruggenenti. Dual Kidney Transplant Group. Long-term outcome of renal transplantation from older donors. N Engl J Med 2006;354:343-352. G. Remuzzi, M. Macia, P. Ruggenenti. Prevention and treatment of diabetic renal disease in type 2 diabetes: the BENEDICT Study. J Am Soc Nephrol 2006;17:S90-S97. D. Cattaneo, N. Perico, G. Remuzzi. Let’s assume that hepatitis C reduces the cardiovascular risk in dialysis patients. Are there practical implications? J Hepatol 2006;44:837-838. A.I. Parvanova, R. Trevisan, I.P. Iliev, B.D. Dimitrov, M. Vedovato, A. Tiengo, G. Remuzzi, P. Ruggenenti. Insulin resistance and microalbuminuria: a cross-sectional, case-control study of 158 patients with type 2 diabetes and different degrees of urinary albumin excretion. Diabetes 2006;55:14561462. P. Ruggenenti, I. Codreanu, P. Cravedi, A. Perna, E. Gotti, G. Remuzzi. Basiliximab combined with lowdose Rabbit Anti-Human Thymocyte Globulin: a possible further step toward effective and minimally toxic T cell-targeted therapy in kidney transplantation. Clin J Am Soc Nephrol 2006;1:546-554. RAPPORTO ATTIVITA’ 294 2006 IRFMN I. Codreanu, N. Perico, S.K. Sharma, A. Schieppati, G. Remuzzi. Prevention programmes of progressive renal disease in developing nations. Nephrology 2006;11:321-328. L. Gallon, N. Perico, B.D. Dimitrov, J. Winoto, G. Remuzzi, J. Laventhal, F. Gaspari, D. Kaufman. Long-term renal allograft function on a tacrolimus-based, pred-free maintenance immunosuppression comparing sirolimus vs. MMF. Am J Transpl 2006;6:1617-1623. G. Remuzzi, P. Ruggenenti. Overview of randomised trials of ACE inhibitors (Comment). Lancet 2006;368:555-556. D. Cattaneo, S. Merlini, S. Baldelli, B. Bartolini, A. Nicastri, E. Gotti, G. Remuzzi, N. Perico. Mycophenolic acid formulation affects cyclosporine pharmacokinetics in stable kidney transplant recipients. Ther Drug Monit 2006;28:643-649. P. Ruggenenti, G. Remuzzi. Time to abandon microalbuminuria? Kidney Int 2006;70:1214-1222. P. Ruggenenti, C. Chiurchiu, M. Abbate, A. Perna, P. Cravedi, M. Bontempelli, G. Remuzzi. Rituximab for idiopathic membranous nephropathy: who can benefit? Clin J Am Soc Nephrol 2006:1;738-748. G. Tessari, L. Naldi, L. Boschiero, C. Cordiano, S. Piaserico, A. Belloni Fortina, D. Cerimele, I. Lesnoni La Parola, M. Capuano, E. Gotti, P. Ruggenenti, F. Sassi, G. Remuzzi, G. Girolomoni. Incidence and clinical predictors of Kaposi’s sarcoma among 1721 Italian solid organ transplant recipients: a multicenter study. Eur J Dermatol 2006;16:553-557. P. Ruggenenti, G. Remuzzi. Is mycophenolate mofetil better than azathioprine in organ transplantation? Transplantation 2006;82:1242-1243. P. Ruggenenti, A. Perna, M. Ganeva, B. Ene-Iordache, G. Remuzzi for the BENEDICT Study Group. Impact of blood pressure control and angiotensin-converting enzyme inhibitor therapy on new-onset microalbuminuria in type 2 diabetes: a post hoc analysis of the BENEDICT trial. J Am Soc Nephrol 2006;17:3472-3481. P. Ruggenenti, G. Remuzzi. Ways to boost kidney transplant viability: a real need for the best use of older donors. Am J Transpl 2006; 6:2543-2547. Ruggenenti P, Remuzzi G. What blood-pressure level provides greatest renoprotection in patients with diabetic nephropathy and hypertension? Nat Clin Pract Nephrol 2006;2:250-251. P. Ruggenenti, G. Remuzzi. Is mycophenolate mofetil better than azathioprine in organ transplantation? (Letter to the Editor) Transplantation 2006;82:1242-1243. RAPPORTO ATTIVITA’ 295 2006 IRFMN ATTIVITA' DI RICERCA Laboratorio di Biostatistica Estensione del follow-up dello studio Mycophenolate Steroid Sparing Study (MYSS): analisi finali I risultati dello studio MYSS non avevano evidenziato differenze tra Mofetil Micofenolato (MMF) e Azatioprina (AZA), somministrati in aggiunta a ciclosporina Neoral e a steroidi, rispetto al numero di rigetti acuti in pazienti che avevano ricevuto un trapianto di rene da cadavere. Alla luce del fatto che l’AZA costa circa 16 volte meno del MMF, questo dato forniva un forte razionale per preferire il secondo farmaco al primo. Tuttavia, a causa del periodo di follow-up relativamente breve, lo studio non era in grado di valutare l’effetto dei due trattamenti sull’incidenza e sulla velocità di progressione della nefropatia cronica del trapianto, una condizione caratterizzata dalla presenza di proteinuria e peggioramento della funzione del graft, associato a perdita progressiva di nefroni e fibrosi. Questo rappresenta un’informazione di importanza cruciale, in quanto la nefropatia cronica del trapianto costituisce, dopo la morte del paziente, la principale causa di perdita del graft nel lungo termine. Le analisi dei registri di trapianto americani hanno rilevato un effetto protettivo del MMF rispetto all’AZA sul declino della funzione renale a un anno dal trapianto ed una migliore sopravvivenza del graft a quattro anni. Nonostante i limiti relativi al disegno di analisi retrospettive, questi dati limitano ulteriormente la possibilità di utilizzare i risultati dello studio MYSS come razionale per cambiare la pratica clinica attuale. Per comparare l’effetto di MMF e AZA sulla funzione e sopravvivenza del graft a lungo termine, abbiamo disegnato lo studio MYSS follow-up. Questo è un’estensione dello studio MYSS, in cui sono stati raccolti gli outcome a lungo termine delle due coorti di pazienti, mantenuti nel trattamento a cui erano stati randomizzati.Le analisi statistiche preliminari sono state completate e i risultati verranno pubblicati nel 2007. Programma di Remissione Clinica: analisi finali Dal gennaio 1999 a Novembre 2004 pazienti afferenti all’Unità di Nefrologia dell’Azienda Ospedaliera ‘Ospedali Riuniti di Bergamo’ con almeno 3 grammi di proteinuria nelle 24 ore per almeno sei mesi sono entrati nel Programma di Remissione Clinica. I soggetti inclusi sono stati trattati e monitorati secondo un protocollo sequenziale, a gradini e multimodale il cui target si è riferito alla proteinuria. Dopo un periodo di ‘up-titration’ della durata di un mese I pazienti sono stati mantenuti in Ramipril (dosaggio: 2.5-20 mg al giorno) e Losartan (dosaggio: 50-200 mg al giorno) secondo un dosaggio appropriato che teneva conto del controllo pressorio e della tollerabilità. Tre mesi dopo l’inclusione nel Programma di Remissione Clinica a coloro che manifestavano un battito cardiaco superiore a 60 battiti al minuto e che non ricevevano un betabloccante per un’indicazione specifica, veniva prescritta una dose fissa (80 mg al giorno) di un calcio antagonista non diidropiridinico (Verapamil), che, se ben tollerato, veniva innalzato ad una dose di 120 mg al giorno. Tre mesi più tardi veniva inoltre descritta una dose fissa (10 mg al giorno) di statina (Atorvastatin), che, se ben tollerata, veniva innalzata a 20 mg/die. I soggetti sono stati visti ogni 3-6 mesi fino alla fine dello studio. Sono stati applicati dei criteri clinici di interruzione per sicurezza/tollerabilità. Obiettivo dell’intervento è la riduzione della proteinuria delle 24 ore. Si sono definite a priori tre categorie di risposta, basate sulla proteinuria delle 24 ore raggiunta dopo l’inclusione nel Programma di Remissione Clinica: 1. proteinuria delle 24 ore residua, persistentemente superiore a un grammo; 2. riduzione della proteinuria in un intervallo sub-clinico (uguale od inferiore a un grammo, ma superiore a 0.3 grammi in due visite consecutive); 3. riduzione della proteinuria a valori normali (uguale od inferiore a 0.3 grammi in due visite consecutive). La variabile principale di efficacia è la velocità di filtrazione RAPPORTO ATTIVITA’ 296 2006 IRFMN glomerulare stimata. (eGFR). Altri endpoint ‘hard’ sono: mortalità per tutte le cause e per motivi cardiovascolari, così come il raggiungimento dell’uremia terminale. Tali endpoint sono stati considerati sia individualmente, sia in un endpoint composito che li comprendeva tutti. Nel 2006 è stata completata la raccolta dei dati e sono state finalizzate le analisi statistiche. Preprocessamento di dati clinici ospedalieri per il confronto di terapie immunosoppressive in pazienti con trapianto renale. Dall’agosto 2005, l’Unità di Nefrologia degli Ospedali Riuniti di Bergamo ha disegnato uno schema immunosoppressivo costituito da basse dosi di timoglobuline RATG (Rabbit Antihuman Thymocyte Globulin) associate al basiliximab. Tale terapia di induzione ha consentito l’adozione di protocolli mirati a minimizzare o eliminare gli steroidi, con l’obiettivo di ridurre i rigetti acuti. Allo scopo di rendere agevole l’analisi statistica dell’incidenza di rigetto acuto, degli effetti collaterali della terapia immunosoppressiva e della sopravvivenza dell’organo e del ricevente, sono state preprocessate, estratte ed elaborate le informazioni utili tramite software informatico. Per la raccolta dei dati ci si è riferiti al database relazionale Microsoft Access® presente presso nell’Unità di Nefrologia, dove vengono raccolti e gestiti i dati relativi a tutti i pazienti assistiti. Dapprima è stato creato un programma automatico di codifica per la classificazione delle patologie. Utilizzando i linguaggi SQL e Visual Basic sono state create maschere attraverso le quali l’utente è guidato a scegliere in modo univoco la descrizione della patologia, all’interno di una lista pre-definita. Per i dati precedentemente archiviati, è stati implementato un algoritmo che effettua una ricerca automatica delle parole chiave e aggiunge nel database il codice corrispondente alla patologia. Sono state poi estratte le informazioni relative all’anagrafica e alle visite di follow-up dei pazienti scelti per lo studio. Per queste ultime è stato implementato un algoritmo ad hoc che consente di ricercare la visita più vicina all’intervallo di tempo desiderato. I dati così estratti sono stati successivamente importati in SAS System® e sottoposti ad analisi statistica. BENEDICT fase A – sottostudio sulla retinopatia: analisi finali Nei Paesi sviluppati, la retinopatia diabetica è la più frequente causa di cecità nell’adulto. Ad oggi non è noto se la retinopatia possa regredire ed eventualmente quale terapia antiipertensiva possa raggiungere questo obiettivo in modo più efficace. E’ stato confrontato il numero di regressioni della malattia osservate durante il follow up in pazienti con diabete di tipo 2, ipertesi arruolati nella fase A dello studio ‘Bergamo Nephrologic Diabetes Complications Trial’ (BENEDICT), randomizzati ad una terapia con ACE-inibitore (trandolapril) oppure senza ACEinibitore, che avevano una retinopatia, confermata mediante fundus, al momento della randomizzazione. Nel 2006 è stata completata la raccolta dei dati ed è stata eseguita l’analisi statistica. BENEDICT Phase A – sottostudio ECG: analisi finali L’ipertrofia ventricolare sinistra valutata tramite elettrocardiogramma (ECG LVH) predice la morbidità e la mortalità cardiovascolare e la sua prevenzione è cardioprotettiva. Tuttavia, le terapie antiipertensive più adatte per prevenire l’evento ECG LVH rimangono da identificare. Abbiamo confrontato l’incidenza a due anni di ECG LVH secondo i criteri ‘Sokolow-Lyon’ e ‘Cornell voltage’ in pazienti diabetici di tipo 2, ipertesi arruolati nella fase A dello studio ‘Bergamo Nephrologic Diabetes Complications Trial’ (BENEDICT), randomizzati ad una terapia con ACE-inibitore (trandolapril) oppure senza ACE-inibitore, senza evidenza di ECG LVH al momento della randomizzazione. Nel 2006 è stata completata la raccolta dei dati ed è stata eseguita l’analisi statistica. RAPPORTO ATTIVITA’ 297 2006 IRFMN Studio per confrontare SIROLIMUS e MMF rispetto alla funzione renale a lungo termine in pazienti con trapianto di rene in terapia immunosoppressiva di mantenimento con tacrolimus e senza prednisone Non è noto in che modo le diverse terapie immunosoppressive influenzino la sopravvivenza dell’organo e la funzione renale a lungo termine. Si sono messi pertanto a confronto due protocolli di terapia immunosoppressiva di mantenimento, che non prevedeva l’uso di steroidi: Tac/Mycophenolate Mofetil (MMF) vs. Tac/Sirolimus (SRL). Al momento del trapianto renale era stata data una terapia di induzione con IL2-RA e methylprednisolone ai giorni 0, 1 e 2 posttrapianto e successivamente i pazienti erano stati randomizzati a due terapie di mantenimento con with Tac/MMF (n = 45) oppure con Tac/SRL (n = 37). Durante i tre anni di follow-up sono stati raccolti I seguenti dati: sopravvivenza dell’organo e del paziente, incidenza di rigetti acuti e velocità di filtrazione glomerulare (GFR) in diversi momenti durante il follow up post-trapianto. Si è osservato che la sopravvivenza renale era significativamente diversa nei due gruppi: un rene perso nel gruppo Tac/MMF vs. sei reni persi nel gruppo Tac/SRL (logrank test p = 0.04). Il GFR valutato ai diversi momenti del follow up post-trapianto era consistentemente migliore e statisticamente significativo nel gruppo Tac/MMF rispetto al gruppo Tac/SRL. La riduzione della velocità di filtrazione (slope del GFR) per mese era meno ripida nel gruppo Tac/MMF rispetto al gruppo Tac/SRL. Questo studio ha dimostrato che la sopravvivenza dell’organo e la funzione renale era significativamente più basse nel gruppo Tac/SRL rispetto al gruppo Tac/MMF. Abbiamo eseguito le analisi statistiche di questo studio condotto dalla Northwestern University School of Medicine of Chicago (USA). Laboratorio di Chimica Clinica Attendibilità della determinazione dei livelli di NGAL (neutrophil gelatinase-associated lipocalin) come marker precoce di insufficienza renale acuta in pazienti con tumore solido in terapia antitumorale con cisplatino. Nonostante il miglioramento degli approcci terapeutici nel trattamento dell’insufficienza renale acuta, la morbilità e la mortalità associate rimangono ancora molto elevate. Insulti di tipo ischemico e nefrotossico al rene sono la causa primaria di insufficienza reale acuta che spesso si manifesta come necrosi tubolare acuta. Molti fra i composti antineoplastici risultano essere nefrotossici, e fra di essi in particolare lo sono i derivati del platino. Tuttavia, sin dal momento della sua introduzione nella pratica clinica, il cisplatino è risultato avere un’importanza fondamentale nella terapia antitumorale per il trattamento di neoplasie a carico delle ovaie, dei testicoli, del capo e del collo. Purtroppo, circa il 25-35% dei pazienti sviluppa insufficienza renale acuta dopo somministrazione di cisplatino, ed è quindi molto importante in questi casi predisporre tempestivamente un approccio terapeutico che possa proteggere i reni durante la somministrazione di agenti neoplastici. La creatinina non rappresenta un valido indicatore di cambiamenti acuti di funzionalità renale, e fra i composti individuati come possibili marker di insorgenza di insufficienza renale acuta, NGAL (neutrophil gelatinase-associated lipocalin), è stato indicato come uno dei più affidabili ed efficaci. In modelli animali di ischemia renale nel ratto e nel topo sono stati evidenziati importanti aumenti delle concentrazioni urinarie di NGAL, e studi recenti hanno dimostrato che la misura dei livelli di NGAL è un efficace indicatore di insufficienza renale acuta anche nell’uomo. Infatti, in uno studio in bambini sottoposti a bypass cardiopolmonare è stato riscontrato un marcato aumento di livelli sierici ed urinari di NGAL due ore dopo l’intervento in soggetti che avevano sviluppato insufficienza renale. Questi dati indicano che la determinazione dei livelli urinari e/o sierici di NGAL può rappresentare un indicatore sensibile, specifico e soprattutto precoce di insorgenza di insufficienza reale acuta. Tuttavia, la conferma di questa osservazione non si è ancora avuta in pazienti con neoplasie sottoposti a trattamento con cisplatino. RAPPORTO ATTIVITA’ 298 2006 IRFMN A tale scopo abbiamo intrapreso uno studio in 46 pazienti con tumore solido per verificare l’attendibilità come indicatore precoce di insorgenza di danno renale della misurazione dell’aumento delle concentrazioni urinarie e/o sieriche di NGAL, valutate con metodo ELISA, immediatamente dopo l’inizio della terapia antitumorale con cisplatino. Lo studio, che è tuttora in corso, si prefigge di valutare anche, grazie all’utilizzo di analisi statistica con curve ROC, l’accuratezza della misura di concentrazioni urinarie e/o sieriche di NGAL nel predire il danno renale; di definire un livello soglia sia nelle urine che nel siero, che possa predire l’insorgenza del danno renale; di studiare la possibile correlazione tra i livelli di NGAL e il grado di insufficienza renale determinati come picco ella concentrazione sierica di creatinina o come valore nadir di velocità di filtrazione glomerulare stimato con l’equazione di Calvert. Confronto fra metodiche analitiche diverse per la misurazione di albumina nelle urine La soglia di escrezione urinaria di albumina (UAE) di 20 g/min è stata definita come valore limite sopra cui si definisce la presenza di albuminuria perché il 95% dei soggetti ha velocità di escrezione al di sotto di questo limite. Tuttavia il rischio di eventi cardiovascolari e di progressione verso una nefropatia conclamata è risultato essere elevato anche in soggetti la cui escrezione di albumina era al di sotto del valore soglia ma fra i 10 e i 20 g/min, ovvero in quello che si definisce come intervallo di valori “high normal”. Inoltre, l’evidenza dell’esistenza di una relazione continua tra UAE e fattori di rischio indicata da dati epidemiologici, suggerisce l’inadeguatezza del concetto di valore soglia per definire l’albuminuria. L’attendibilità e la sensibilità della metodica di dosaggio utilizzata per determinare l’albumina urinaria rivestono quindi un ruolo di primaria importanza nel monitoraggio dei pazienti. I metodi immunochimici sono le tecniche di dosaggio più comunemente utilizzate per la valutazione dell’albumuria e recentemente è stato dimostrato che la molecola intatta di albumina non viene rilevata è presente nelle urine in due forme distinte, una definita immunoreattiva e l’altra non-immunoreattiva, ma solo la prima può essere rilevata dai metodi immunochimici comunemente utilizzati. La valutazione dell’albumina in cromatografia liquida ad alte prestazioni è in grado di ovviare a questo problema determinando non solo la forma immunoreattiva, ma entrambe le forme contemporaneamente. D’altro canto, i metodi cromatografici per la determinazione di albumina non sono comunemente disponibili in laboratorio per l’analisi di routine di questa proteina nelle urine. Recentemente sono stati ottimizzati altri metodi immunochimici che utilizzano strumenti portatili automatizzati molto più facili da usare e che sono in grado di produrre risultati molto rapidamente e che, sia a grazie alla semplicità di utilizzo che al costo ridotto per singolo test, sono divenuti degli ottimi candidati per essere impiegati nei programmi di prevenzione nei paesi in via di sviluppo. Abbiamo condotto uno studio per comparare le prestazioni di metodi analitici differenti nel determinare la concentrazione urinaria di albumina in pazienti diabetici. Abbiamo confrontato le misurazioni di albumina ottenute con tecnica nefelometrica e cromatografica, ed inoltre abbiamo valutato la corrispondenza tra i valori di albuminuria determinati in nefelometria con quelli ottenuti con HemoCue 201, uno strumento portatile automatizzato, che determina l’albumina mediante metodica turbidimetrica altamente specifica. Lo studio di comparazione è tuttora in corso ed i dati preliminari indicano che il metodo nefelometrico sottostima i risultati rispetto al metodo cromatografico, in particolare per livelli di escrezione di albumina inferiori a 50 g/min. L’analisi dei dati finora ottenuti ha dimostrato che vi è un’alta correlazione tra i valori misurati con la metodica nefelometrica convenzionale e con HemoCue 201. Analizzando i dati con il metodo di Bland e Altman si è potuto evidenziare che l’accordo tra i risultati ottenuti con le due metodiche sussiste in tutto l’intervallo di linearità dello strumento HemoCue 201 g/mL). RAPPORTO ATTIVITA’ 299 2006 IRFMN Sviluppo di una metodica cromatografica per la determinazione di inulina ed acido p-aminoippurico nel plasma e nelle urine La misurazione della funzionalità renale riveste un ruolo importante nella diagnosi e nel trattamento della patologia renale. La misurazione della velocità di filtrazione glomerulare (GFR) è il parametro più utile per stabilire la funzionalità renale ed è correntemente utilizzato per valutare l’efficacia delle terapie attuate per rallentare la progressione delle malattie renali. Per la valutazione di GFR viene solitamente utilizzata la determinazione sulla raccolta di urine delle 24 ore della clearance della creatinina. Questo approccio è spesso inaccurato a causa di una non corretta raccolta delle urine, del metabolismo variabile della creatinina, della secrezione tubulare della creatinina stessa che, oltre ad avere una variabilità intra- ed interindividuale importante, è in genere maggiore al diminuire della funzionalità renale. L’inulina è liberamente filtrata dal glomerulo, non è metabolizzata, secreta o riassorbita, è fisiologicamente inerte ed ha tutti i requisiti per essere un marker ideale di velocità di filtrazione glomerulare. I metodi colorimetrici comunemente utilizzati per la determinazione dell’inulina sono complicati e richiedono una preparazione del campione lunga e laboriosa, pertanto abbiamo sviluppato un metodo in cromatografia liquida ad alte prestazioni (HPLC) per la determinazione di inulina in campioni plasmatici ed urinari che fosse semplice, rapido ed affidabile. La performance del metodo HPLC, che è risultato essere sensibile, preciso ed accurato, è stata valutata misurando la funzionalità renale in un grande numero di pazienti con nefropatia diabetica e non diabetica arruolati negli studi condotti presso il Centro di Ricerche Cliniche per le Malattie Rare “Aldo e Cele Daccò”. Il metodo sviluppato dal laboratorio consente la determinazione simultanea nella stessa corsa cromatografica dell’acido para-amminoippurico, un composto estratto quasi completamente durante il passaggio nel rene ed utilizzato come marker per la valutazione del flusso plasmatico renale. Analisi di Ficoll con metodica HPLC per la determinazione della clearance frazionata in modelli animali La valutazione della clearance frazionata di Ficoll derivatizzato con FITC è uno strumento attendibile ed ottimale per determinare le proprietà di selettività della barriera capillare glomerulare in modelli animali. A tal scopo, abbiamo utilizzato per la misurazione di FITCFicoll una metodica in cromatografia liquida ad alte prestazioni (HPLC) sviluppata in laboratorio. La tecnica cromatografica si è dimostrata semplice ed affidabile e prevede l’iniezione di soli 5 l di matrice biologica (plasma o urina) in una colonna ad esclusione sterica TSK G4000 PWXL seguita dalla quantificazione di FITC-Ficoll mediante rivelatore a fluorescenza. L’affidabilità, la precisione e la rapidità della metodica cromatografica utilizzata per la determinazione della clearance frazionata di FITC-Ficoll permette di valutare in modo accurato la clearance frazionata di FITC-Ficoll per raggi fino a circa 80 Angstrom. La velocità di manipolazione del campione e la specificità del dosaggio hanno permesso il suo utilizzo in uno studio condotto in ratti sottoposti a riduzione chirurgica della massa renale per determinare l’effetto di statine a diverse dosi e in associazione con ACE inibitori sull’emodinamica renale, sulle proprietà di permselettività della parete capillare glomerulare e sulla funzione tubulare. I risultati ottenuti hanno dimostrato che il metodo cromatografico sviluppato può essere considerato come la tecnica di riferimento per le determinazioni di routine delle proprietà di selettività della barriera capillare glomerulare in modelli animali. RAPPORTO ATTIVITA’ 300 2006 IRFMN Applicabilità di 13 modelli di predizione della funzione renale (GFR) in pazienti con diabete di tipo 2 Circa il 25% - 40% dei pazienti diabetici è affetta da nefropatia diabetica ed il diabete stesso rappresenta la maggiore causa di insufficienza renale cronica. La valutazione velocità di filtrazione glomerulare riveste quindi un’importanza cruciale in questi pazienti, tuttavia la misurazione del GFR determinando la clearance renale dell’inulina o quella plasmatica di mezzi di contrasto risulta essere laboriosa e difficile da attuare nella pratica clinica. Anche la clearance della creatinina non rappresenta uno strumento affidabile a causa sia del metabolismo variabile che della secrezione tubulare di tale sostanza endogena. Per evitare questi problemi, come alternativa sono state sviluppate numerose formule per stimare la funzione renale utilizzando semplici parametri biochimici o dati demografici e antropometrici. Nonostante l’utilizzo diffuso di queste formule, non è stata ancora valutata la bontà di tali modelli nello stimare la funzione renale in pazienti con diabete di tipo 2. In 279 pazienti normoalbuminurici e in 134 soggetti microalbuminurici arruolati nello studio BENEDICT e nello studio DEMAND abbiamo comparato con il nostro standard di riferimento - la misura della clearance plasmatica dello ioexolo - i valori ottenuti con 13 equazioni predittive di GFR. I dati ottenuti hanno dimostrato che le equazioni prese in esame mediamente sottostimano il GFR in entrambi i gruppi di pazienti. La formula di Rule e quella di Ibrahim sono apparentemente superiori alle altre in quanto circa il 50% dei valori di GFR si stimano con un errore che varia tra -10% e 10% rispetto a quanto misurato con lo ioexolo. Un’analisi più approfondita dei dati effettuata stratificando i risultati in base ai valori di GFR misurato con lo ioexolo compresi tra 60 e 89 ml/min/1.73m2, tra 90 e 119 ml/min/1.73m2, ed oltre i 120 ml/min/1.73m2, ha evidenziato che per tutte le formule la sottostima del valore di GFR aumentava all’aumentare del GFR in modo analogo sia nei pazienti normoalbuminurici che in quelli microalbuminurici. Le formule di Rule ed Ibrahim mostravano invece una sovrastima per valori di GFR compresi nell’intervallo più basso (60 e 90 ml/min/1.73m2) ed una sottostima a valori più elevati (>120 ml/min/1.73m2). L’analisi effettuata ha dimostrato che, indipendentemente dal valore di escrezione renale di albumina, nessuna delle 13 equazioni prese in esame può rappresentare una valida alternativa alla misura del GFR con metodi quali la determinazione della clearance plasmatica dello ioexolo. Per pazienti con diabete di tipo 2 risulta quindi necessario elaborare e sviluppare una nuova equazione per la stima del GFR. RAPPORTO ATTIVITA’ 301 2006 IRFMN Laboratorio di Fasi Avanzate dello Sviluppo dei Farmaci nell'Uomo Indicazione per il trattamento con rituximab nella glomerulonefrite membranosa idiopatica Il rituximab, un anticorpo monoclonale chimerico in grado di depletare i linfociti B CD20 positivi si è dimostrato efficace nel ridurre la proteinuria in pazienti affetti da glomerulonefrite membranosa idiopatica (IMN), con una risposta che tuttavia è variabile da paziente a paziente. Analisi condotte su gruppi eterogenei di pazienti trattati con diversi schemi immunosoppressivi hanno in precedenza fallito nell’identificare i predittori di risposta alla terapia. Obiettivo del presenta studio è di identificare i possibili predittori di risposta alla terapia con rituximab, al fine di conoscere i pazienti con IMN che più di altri potrebbero giovare di questo trattamento. A tal fine, abbiamo valutato retrospettivamente con analisi multivariate l’associazione tra le caratteristiche cliniche, istologiche e di laboratorio prima del trattamento, e la riduzione della proteinuria dopo trattamento con rituximab in pazienti affetti da IMN con proteinuria >=3.5 g/24h nonostante la terapia con ACE inibitori da almeno 6 mesi. Lo score glomerulare e tubulointerstiziale (TI) rilevati alla biopsia basale erano in grado di predire l’outcome. Tra i componenti dello score glomerulare e di quello TI, l’atrofia tubulare e la fibrosi interstiziale erano significativamente associate con la riduzione della proteinuria a tre mesi. In 8 pazienti con score TI <1.7, la proteinuria era scesa da 9.1±4.0 a 4.6±3.5 g/24h (p<0.001), mentre non era cambiata significativamente in altri 6 soggetti con score >1.7. Nove ulteriori pazienti sono stati sono stati quindi trattati con rituximab sulla base di uno score TI <1.7. Anche in questi pazienti la proteinuria era scesa significativamente nei primi tre mesi dopo l’assunzione di rituximab (da 8.9±5.3 a 4.9±3.9 g/24h; p<0.001) e l’albuminemia salita da 2.2±0.6 a 2.8±0.5 g/dl. La terapia con rituximab ha indotto una deplezione totale dei linfociti B in tutti i pazienti. Questi risultati dimostrano che, in pazienti con IMN e proteinuria in range nefrosico nonostante terapia con ACE inibitori, lo score istologico rilevato alla biopsia basale potrebbe aiutare nel predire la risposta al rituximab e nel definire criteri di selezione per trial randomizzati finalizzati a definire il profilo di rischio/beneficio della terapia con rituximab rispetto a farmaci immunosoppressori aspecifici e/o alla sola terapia conservativa. Trovare la dose ideale di rituximab in pazienti con nefropatia membranosa E’ stato dimostrato che il rituximab è in grado di ridurre la proteinuria e di sopprimere i sintomi legati alla sindrome nefrosica in pazienti affetti da nefropatia membranosa idiopatica (IMN) e proteinuria non responsiva alla terapia con ACE inibitori per almeno sei mesi. Il razionale per questo approccio terapeutico risiede nel fatto che, eliminando le cellule B, il rituximab potrebbe prevenire la generazione anche dei cloni coinvolti nella neosintesi di autoanticorpi. Il dosaggio inizialmente impiegato di rituximab era di 375 mg/m2 alla settimana per un totale di quattro somministrazioni. Nei pazienti con IMN trattati con rituximab, tuttavia, avevamo osservato che la deplezione dei linfociti B avveniva già dopo la prima somministrazione del farmaco. Qualora questo si dimostrasse vero, ulteriori somministrazioni di rituximab non aggiungerebbero alcun effetto in termini di deplezione dei linfociti B e quindi di inibizione della sintesi di autoanticorpi e anzi esporrebbero i pazienti ad un rischio aumentato di sensibilizzazione e di eventi avversi. Per chiarire questo punto, a partire dal dicembre 2005, tutti i pazienti affetti da IMN e proteinuria in range nefrosico (>3.5 g/24h nonostante la terapia con ACE inibitori per almeno 6 mesi) giunti all’attenzione della nostra Unità di Nefrologia sono stati trattati con uno schema di rituximab aggiustato sulla base del numero di linfociti B circolanti. Il rituximab era infuso con scadenza settimanale fino al raggiungimento della deplezione dei linfociti B, per un massimo di quattro somministrazioni. Per studiare il rapporto di costo/efficacia di questo schema, abbiamo disegnato uno studio matched-cohort in cui confrontare l’andamento della proteinuria in RAPPORTO ATTIVITA’ 302 2006 IRFMN pazienti trattati con una strategia basata sul conteggio dei linfociti B ed in una coorte di pazienti trattati con uno schema classico di 4 somministrazioni. I risultati preliminari suggeriscono che la strategia basata sulla conta dei linfociti B sia in grado di offrire lo stesso effetto antiproteinurico dello schema con 4 dosi, riducendo tuttavia i costi ed il rischio di eventi avversi. Confronto tra i livelli ematici di everolimus misurati con una metodica immunoenzimatica e una metodo validato in HPLC-UV in pazienti sottoposti a trapianto di cuore. Il monitoraggio terapeutico dei livelli di everolimus viene eseguito solitamente utilizzando la cromatografia liquida ad elevate prestazioni (HPLC), come nel nostro centro. Tuttavia questa metodica è piuttosto laboriosa e quindi di difficile applicazione nelle analisi cliniche di routine. Recentemente è stata sviluppata una nuova metodica immunoenzimatica per la misura dei livelli ematici di everolimus (FPIA). Studi precedenti hanno dimostrato che, sebbene i saggi immunoenzimatici più comuni hanno una buona specificità per il farmaco misurato, questi test possono dare risultati errati in campioni biologici, specialmente in presenza di concentrazioni elevate di metaboliti, per reattività crociata con gli anticorpi utilizzati nelle diverse metodiche immunoenzimatiche. In collaborazione con il Dipartimento di Analisi Cliniche degli Ospedali Riuniti di Bergamo, abbiamo eseguito una comparazione formale tra HPLC e metodica immunoenzimatica FPIA, misurando in contemporanea i livelli di everolimus in 120 campioni ematici. La comparazione, eseguita in accordo con le linee guida stilate dall’FDA (Food and Drug Administration), ha evidenziato che la performance di entrambe le metodiche è accettabile. Inoltre, è stata riscontrata una buona correlazione tra le due serie di dati, con una sovrastima media della metodica FPIA pari al 20%, un valore considerato accettabile. I risultati di questo lavoro, attualmente in corso di pubblicazione su riviste internazionali, avranno importanti ripercussioni nel monitoraggio dei livelli di everolimus nella comune pratica clinica. Misura simultanea dei livelli ematici di everolimus e ciclosporina: sviluppo di tecniche analitiche e applicazioni cliniche Everolimus è un nuovo farmaco antirigetto introdotto di recente nella pratica clinica appartenente alla famiglia delle rapamicine. I protocolli attuali prevedono che questo farmaco venga utilizzato prevalentemente in associazione con basse dosi di ciclosporina, il farmaco di riferimento per la prevenzione del rigetto nel trapianto d’organo. Diversi studi hanno evidenziato una stretta relazione tra concentrazioni di rapamicine nel sangue ed efficacia immunosoppressiva o tossicità legata all’utilizzo di questi farmaci, in analogia a quanto precedentemente dimostrato con la ciclosporina. Data la finestra terapeutica ristretta di questi farmaci, è necessario il monitoraggio contemporaneo della loro esposizione per ottimizzare il rapporto rischio/beneficio della terapia per ogni paziente. Tutte le metodiche oggi disponibili in letteratura prevedono l’utilizzo della spettrofotometria di massa, una strumentazione spesso non disponibile nei comuni laboratori clinici, e quindi di limitato utilizzo nella pratica clinica. Per questi motivi abbiamo sviluppato una metodica in cromatografia liquida ad elevate prestazioni (HPLC) che utlizza un detector con lampada a luce ultravioletta (facilmente reperibile nei diversi laboratori). Il campione ematico viene purificato precipitando la matrice biologica con zinco solfato, mentre i farmaci (ciclosporina ed everolimus) vengono estratti con acetone e ulteriormente purificati mediante estrazione di tipo solido-liquido. Questa metodica non è influenzata da picchi interferenti di altri farmaci di solito utilizzati nei pazienti sottoposti a trapianto, inoltre il range di linearità è ampio, e con livelli di riproducibilità e sensibilità adeguati. Questa procedura di estrazione semplificata permette di analizzare almeno 60-70 campioni per ogni singola analisi. La metodica è stata utilizzata con successo nella determinazione dei livelli ematici di everolimus e ciclosporina in pazienti sottoposti a trapianto di cuore che hanno fatto parte di studi registrativi del farmaco. RAPPORTO ATTIVITA’ 303 2006 IRFMN Confronto del profilo farmacocinetico giornaliero tra due formulazioni di acido micofenolico in pazienti sottoposti a trapianto di rene L’introduzione nella pratica clinica di micofenolato mofetil (MMF) – un profarmaco che rilascia a livello gastrico il metabolita attivo, l’acido micofenolico (MPA) – ha determinato un significativo miglioramento della sopravvivenza a lungo termine dell’organo trapiantato. Tuttavia, l’utilizzo di questa formulazione può essere limitato dalla comparsa di tossicità a livello gastrointestinale e midollare (anemia, leucopenia). Recentemente è stata sviluppata una nuova formulazione di MPA (Myfortic), caratterizzata dalla presenza di un rivestimento gastroprotettivo che determina il rilascio della molecola attiva a livello intestinale. Tale formulazione potrebbe ridurre la comparsa di effetti collaterali legati all’utilizzo di MPA. Non sono, tuttavia, disponibili dati relativi alla variazione dei livelli plasmatici di MPA (rilasciato da myfortic) nell’arco della giornata. Abbiamo quindi eseguito studi di farmacocinetica completi per confrontare il profilo cinetico di MPA in pazienti in trattamento con MMF con quelli ottenuti da pazienti in trattamento con myfortic. Le valutazioni, eseguite al 6° e 12° mese dopo il trapianto di rene, hanno evidenziato che, sebbene non ci siano differenze significative tra le due formulazioni per quanto riguarda l’esposizione giornaliera media (definita dalla misura dell’AUC), i profili cinetici dei singoli pazienti trattati con myfortic sono estremamente irregolari, variabili e associati alla presenza di picchi multipli di MPA. Inoltre i livelli basali di MPA in questi pazienti erano molto più alti rispetto a quanto osservato nei pazienti trattati con MMF. Considerata la crescente letteratura a supporto dell’importanza della misura dei livelli plasmatici di MPA nel predire l’outcome clinico del paziente sottoposto a trapianto d’organo, i produttori della nuova formulazione di MPA dovrebbero studiare in dettaglio i problemi legati al rivestimento gastroprotettivo che impediscono l’applicazione del monitoraggio terapeutico di questo farmaco come guida all’ottimizzazione della terapia. Le diverse formulazioni di acido micofenolico possono influenzare la farmacocinetica della ciclosporina in pazienti sottoposti a trapianto di rene. Nonostante la ciclosporina abbia rivoluzionato il trattamento dei pazienti trapiantati, il suo uso è limitato dal ristretto indice terapeutico, dall’assorbimento irregolare e dall’alta variabilità nei principali parametri farmacocinetici; infatti a parità di dosaggio esistono differenze significative sia nella risposta clinica che nelle concentrazioni ematiche di questo farmaco antirigetto. Per questi motivi è richiesto un costante monitoraggio delle concentrazioni di ciclosporina nel sangue come guida all’ottimizzazione della terapia. Diversi studi hanno dimostrato che la misura della concentrazione basale di ciclosporina, nonostante sia oggi comunemente utilizzata come marker dell’esposizione giornaliera di questo farmaco, ha limitata capacità di predire la comparsa di rigetto acuto o nefrotossicità. Recentemente è stata proposta la misura delle concentrazioni a 2 ore dalla somministrazione di ciclosporina (C2) come possibile marker surrogato del picco di concentrazione massima (Cmax), un parametro che correla significativamente con l’outcome clinico del paziente trapiantato. Queste linee guida sono state ottenute da pazienti in terapia con micofenolato mofetil o azatioprina e non da pazienti trattati con la nuova formulazione di acido micofenolico, il micofenolato sodico. Abbiamo quindi studiato il profilo farmacocinetico completo di ciclosporina in pazienti in terapia con micofenolato sodico per poi compararlo con quello di pazienti in terapia con la vecchia formulazione di acido micofenolico. I risultati ottenuti indicano che la simultanea somministrazione di ciclosporina e micofenolato sodico è associata ad un tempo di concentrazione massima di CsA ritardato rispetto al gruppo in terapia con ciclosporina e micofenolato mofetil, sebbene non ci siano differenze nelle dosi giornaliere e nelle concentrazioni basali di CsA. Inoltre, al 6° mese dal trapianto, la maggior parte dei pazienti che assumono la nuova formulazione di acido micofenolico, presentano un picco di concentrazione massima di ciclosporina a 2 ore dalla somministrazione, mentre quelli trattati RAPPORTO ATTIVITA’ 304 2006 IRFMN con micofenolato mofetil o azatioprina raggiungono il picco ad 1 ora. Un simile andamento si manifesta anche al 12°, 18° e 24° mese dal trapianto. Alla luce di questi risultati bisognerebbe rivedere l’algoritmo utilizzato per stimare la dose ottimale di ciclosporina in pazienti in trattamento con micofenolato sodico; rimane inoltre aperto il problema relativo al reale valore del monitoraggio terapeutico di ciclosporina basato sui livelli di C2. I risultati di questo studio sono stati pubblicati sulla rivista Therapeutic Drug Monitoring. Strategie di campionamento limitato per la determinazione dell’esposizione giornaliera di sirolimus in pazienti sottoposti a trapianto di rene Sirolimus è un potente farmaco immunosoppressore, il cui utilizzo ottimale richiede una buona conoscenza delle sue caratteristiche farmacocinetiche. Essendo caratterizzato da un indice terapeutico ristretto, piccole variazioni nel profilo cinetico possono infatti determinare l’eccessiva esposizione al farmaco e la conseguente comparsa di effetti collaterali, oppure di un livello di immunosoppressione inadeguato, con il rischio di rigetto dell’organo trapiantato. E’ quindi necessario monitorare l’esposizione giornaliera al farmaco per ogni paziente e ciò si realizza mediante la misura dell’area sottesa alla curva concentrazione-tempo (AUC), il parametro che meglio correla con gli effetti terapeutici e tossici del sirolimus. La determinazione di questo parametro, tuttavia, è spesso scomoda e causa problemi sia di tempo che di costi, dato che il paziente viene sottoposto a prelievi di sangue consecutivi che possono protrarsi fino a diverse ore dopo la somministrazione del farmaco. Studi precedenti hanno portato allo sviluppo di strategie di campionamento limitato in grado di predire l’AUC sulla base di un numero ristretto di prelievi, solitamente nelle prime ore dopo la somministarzione del farmaco. Tali strategie sono state applicate con successo ad altri immunosoppresori come la ciclosporina, l’acido micofenolico e il tacrolimus. Lo sviluppo di simili strategie per il sirolimus sarebbe quindi di grande rilevanza clinica. Per sviluppare algoritmi utili nella determinazione dell’AUC, abbiamo raccolto una serie di 50 profili farmacocinetica in pazienti con trapianto di rene in trattamento con sirolimus come parte delle loro terapia immunosoppressiva mediante prelievi di sangue fino a 12 ore dopo la somministrazione mattutina del farmaco. I dati raccolti sono poi stati suddivisi in due gruppi: il primo, costituito da 30 profili è stato sottoposto ad analisi di regressione multipla per la definizione di una serie di modelli matematici per il calcolo dell’AUC. Il secondo gruppo, costituito da 20 profili, è stato usato per testare i modelli sviluppati, permettendo la valutazione statistica dell’errore compiuto nella predizione dell’AUC. I modelli proposti mostrano correlazioni eccellenti con i valori misurati di AUC. Particolarmente degne di nota sono due equazioni, basate sulle concentrazioni raccolte al tempo 0 e alla 4° ora (C0 e C4) o al tempo 0 e alla 2° ora (C0 e C2): esse consentirebbero di ridurre notevolmente il tempo di ricovero in ospedale e i disagi per i pazienti, permettendo contemporaneamente un’affidabile predizione dell’AUC. Questi risultati indicano che una strategia di campionamento limitato a due punti compresi nelle prime 2 o 4 ore dopo la somministrazione del farmaco, consentono una attendibile predizione dell’esposizione giornaliera di sirolimus. I risultati di questa ricerca sono stati presentati al 2006 World Transplant Congress (Boston, 22-27 Luglio 2006). Influenza delle varianti alleliche nel gene UGT1A9 sull’espozione ad acido micofenolico in pazienti sottoposti a trapianto di rene L’acido micofenolico é un farmaco attualmente molto utilizzato, in combinazione con altri farmaci immunosoppressori, nella prevenzione e trattamento del rigetto dopo trapianto d’organo. Studi precedenti hanno dimostrato una grande variabilità nell’esposizione giornaliera a questo farmaco e per questo motivo si è manifestato grande interesse per la personalizzazione del trattamento farmacologico. Nella pratica clinica è stato quindi introdotto il monitoraggio dei RAPPORTO ATTIVITA’ 305 2006 IRFMN livelli plasmatici di acido micofenolico nei pazienti per minimizzare la tossicità del farmaco pur mantenendo una adeguata efficacia terapeutica. Diversi fattori sono stati identificati per spiegare la variabilità giornaliera all’esposizione al farmaco; tra questi il sesso e la razza del paziente, la sua funzionalità renale ed epatica e la concomitante terapia. Tuttavia questi fattori spiegano solo parzialmente la diversa risposta dei pazienti al farmaco. La farmacogenomica, che si occupa dello studio delle differenze genetiche che causano risposte variabili dei singoli pazienti alla somministrazione di farmaci, potrebbe fornire ulteriori informazioni. L’acido micofenolico, dopo essere stato assorbito a livello gastrointestinale, viene principalmente trasformato nel fegato, mediante l’enzima UGT1A9 in un suo metabolita, il glucuronide MPAG per poi essere eliminato. Varianti genetiche nel gene che codifica per questo enzima potrebbero influenzare l’attività, la stabilità o l’espressione di UGT1A9, modificando la quota di acido micofenolico trasformata in MPAG e quindi la comparsa di eventi avversi o la mancata risposta. Diverse varianti geniche sono state descritte in letteratura e dati in vitro hanno dimostrato che la loro presenza modifica significativamente la conversione di acido micofenolico a MPAG. Per questo motivo abbiamo studiato in vivo in pazienti con trapianto di rene la presenza di una o più varianti geniche nel gene che codifica per l’UGT1A9 e la loro influenza sulle concentrazioni plasmatiche di acido micofenolico. Pazienti sottoposti a trapianto di rene e in terapia con acido micofenolico a sei mesi dal trapianto, sono stati caratterizzati per le varianti in posizione -2152, -1887, -665, -440, -331, 275 e 98 del gene UGT1A9. I pazienti sono stati inoltre sottoposti ad una valutazione giornaliera del profilo farmacocinetico del farmaco e del suo metabolita. La presenza delle varianti è stata quindi correlata con l’esposizione all’acido micofenolico e MPAG. I risultati ottenuti dimostrano per la prima volta che la presenza di varianti in posizioni -440, -331 e -665 influenza i livelli plasmatici di acido micofenolico, e ciò rappresenta la possibile spiegazione alla variabilità nella risposta al farmaco osservata in alcuni pazienti. I risultati di questa ricerca sono stati presentati al 2006 World Transplant Congress (Boston, 2227 Luglio 2006). RAPPORTO ATTIVITA’ 306 2006 IRFMN LABORATORIO DI EPIDEMIOLOGIA CLINICA PERSONALE Capo Laboratorio Guido BERTOLINI, Dr.Med.Chir. Unità di Ingegneria della Conoscenza Clinica Capo Unità Davide LUCIANI, Dr.Med.Chir. RAPPORTO ATTIVITA’ 307 2006 IRFMN CURRICULA Guido Bertolini si è laureato in Medicina e Chirurgia nel 1989 presso l’Università di Bologna e si è specializzato nel 1993 in Metodologia della ricerca farmacologica presso l’Istituto Mario Negri e nel 1994 in Gastroenterologia ed endoscopia digestiva, presso l’Università di Pavia. Ha fondato e diretto dal 1997 al 2000 la Scuola di Metodologia Clinica e Miglioramento Continuo della Qualità degli Ospedali Riuniti di Bergamo e Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri. Dal 1999 al 2003 è stato professore a contratto presso le Scuole di Specializzazione in Anestesia e Rianimazione delle Università di Brescia e di Milano. Dal 2002 al 2005 è stato professore a contratto presso la Facoltà di Lettere e Filosofia, Corso di Laurea in Scienze dell’educazione, Università degli Studi di Bergamo. Aree di interesse sono la valutazione e miglioramento della qualità dell’assistenza, l’Outcome research, la metodologia della ricerca clinica, l’analisi delle decisioni e la formazione del medico. Queste aree sono sviluppate prevalentemente nell’ambito della Terapia Intensiva (TI) e delle Malattie Rare. Dal 1997 è responsabile del Centro di Coordinamento del gruppo collaborativo GiViTI per la ricerca in TI. E’ stato responsabile dell’Unità di Epidemiologia e Formazione per la Pratica Clinica presso l’Istituto “Mario Negri” e dal 2001 è responsabile del Laboratorio di Epidemiologia Clinica. Dal 2001 al 2005 è stato Vice-chairman del Research Group on Cost-effectiveness, Section on Health Services Research and Outcomes – European Society of Intensive Care Medicine. Dal 2004 è presidente del Comitato Scientifico dell’azienda ospedaliera “Ospedale maggiore” di Crema. Principali pubblicazioni • Livigni S, Maio M, Ferretti E, Longobardo A, Potenza R, Rivalta L, Selvaggi P, Vergano M, Bertolini G. Efficacy and safety of a low-flow veno-venous carbon dioxide removal device: results of an experimental study in adult sheep. Crit Care 2006; 10: R151. • Rossi C, Simini B, Brazzi L, Rossi G, Radrizzani D, Iapichino G, Bertolini G. Variable costs of ICU patients: a multicenter prospective study. Intensive Care Med. 2006;32:545-52 • Bertolini G, Confalonieri M, Rossi C, Rossi G, Simini B, Gorini M, Corrado A. Costs of the COPD. Differences between intensive care unit and respiratory intermediate care unit. Respir Med 2005; 99: 894-900. • Malacarne P, Rossi C, Bertolini G; GiViTI Group. Antibiotic usage in intensive care units: a pharmaco-epidemiological multicentre study. J Antimicrob Chemother. 2004 Jul; 54:221-4 • Galli M, Luciani D, Bertolini G, Barbui T. Anti-beta 2-glycoprotein I, antiprothrombin antibodies, and the risk of thrombosis in the antiphospholipid syndrome. Blood 2003;102:2717-2723. • Simini B, Bertolini G. Should same anaethesist do preoperative anaesthetic visit and give subsequent anaeshetic? Questionnaire survey of anaesthetists. BMJ 2003; 327: 79-80. Davide Luciani si è laureato in Medicina e Chirurgia nel 1995 presso l'Università di Bologna, e diplomato in "Medicina Tropicale e Igiene" nel 1997 presso l'Università di Liverpool. Nel 2001, ha trascorso un anno come "academic visitor" presso il Department of Statistical Science dell'University College di Londra. Le applicazioni probabilistiche di tipo bayesiano, la teoria delle decisioni e l'approccio grafico nella costruzione di modelli fisiopatologici costituiscono le aree di principale interesse. Nell'ambito della sua attività di ricerca, tali competenze sono intese come gli ingredienti metodologici principali nella formalizzazione del ragionamento clinico, al fine di migliorarne l'efficienza pratica e valorizzarne il ruolo formativo. Dal 2005 è responsabile dell'Unità di Ingegneria della Conoscenza Clinica. Principali pubblicazioni • Bertolini G, Luciani D, Gridelli B. Day surgery: where do our efforts need to be focused? Ambulatory Surgery, 2004 (10): 211-216 • Luciani D, Marchesi M, Bertolini G. The role of Bayesian Network in the diagnosis of pulmunary embolism. J Thromb Haemost 2003; 1: 698-707 • Galli M, Luciani D, Bertolini G, Barbui T. Anti-beta 2-glycoprotein I, antiprothrombin antibodies, and the risk of thrombosis in the antiphospholipid syndrome. Blood, 2003 Oct 15; 102 (8): 2717-23 • Galli M, Luciani D, Bertolini G, Barbui T. Lupus anticoagulants are stronger risk factors for thrombosis than anticardiolipin antibodies in the antiphospholipid syndrome: a systematic review of the literature. Blood, 2003 Mar 1; 101 (5): 1827-32 • Brazzi L, Bertolini G, Arrighi E, Rossi F, Facchini R, Luciani D. Top-down costing: problems in determining staff costs in intensive care medicine. Intensive Care Medicine, 2002 Nov; 28 (11): 1661-3 RAPPORTO ATTIVITA’ 308 2006 IRFMN INTRODUZIONE ALLE ATTIVITA' DEL LABORATORIO L’obiettivo generale delle attività del Laboratorio di Epidemiologia Clinica è quello di contribuire al miglioramento dell’assistenza sanitaria in diversi ambiti disciplinari. Due sono le principali direttrici seguite: aiutare gli operatori a utilizzare al meglio le conoscenze e le risorse disponibili; contribuire alla produzione di nuove conoscenze utili alla pratica clinica. Gli ambiti assistenziali in cui il Laboratorio è particolarmente attivo sono quello della terapia intensiva e quello delle malattie rare. Nell'ambito del Laboratorio, l'Unità di Ingegneria della Conoscenza Clinica ha come principale obiettivo quello di valorizzare il ragionamento clinico tramite modelli probabilistici che ne consentono la formalizzazione, favorendo così la valutazione e il miglioramento continuo delle attività cliniche rivolte a problemi di particolare complessità. SCOPERTE/RISULTATI PRINCIPALI Il progetto Margherita sulla valutazione della qualità dell’assistenza in Terapia Intensiva, al suo quarto anno di attività, ha visto un ulteriore aumento delle TI partecipanti. I pazienti reclutati nel 2006 sono stati complessivamente più di 50.000. Questo ha permesso di sviluppare un modello di predizione della mortalità del paziente critico estremamente accurato. Ogni TI partecipante ha ricevuto un rapporto generale e uno personalizzato. In quest'ultimo, oltre a una dettagliata descrizione della casistica, abbiamo fornito alla singola TI il confronto della sua performance clinica con quella di tutte le altre, rese confrontabili proprio a partire dal modello di predizione della mortalità, nonché il confronto con la sua stessa performance negli anni passati. Abbiamo monitorato, per conto del Ministero della Salute, l’utilizzo del farmaco drotrecogin alfa (attivato) in TI. Si tratta di un farmaco appena approvato per il trattamento della sepsi severa e dello shock settico nel paziente critico. Nel contesto di un utilizzo sostanzialmente corretto, abbiamo individuato alcuni problemi e i relativi ambiti di miglioramento e abbiamo prodotto un rapporto dettagliato alle TI. A partire dalle esperienze degli anni precedenti, abbiamo proseguito il progetto di sorveglianza continuo delle infezioni in TI, uno dei più grandi mai realizzati in questo ambito. Abbiamo terminato la progettazione e la realizzazione della prima versione di una cartella clinica elettronica per le TI; una cartella clinica condivisa da molti reparti che consentirà di confrontare gli specifici processi di cura, per il miglioramento continuo della qualità dell’assistenza in questi reparti. Abbiamo ulteriormente sviluppato un sistema esperto per assistere il medico nella difficile diagnosi di embolia polmonare, che ha dimostrato ottime caratteristiche di validità. Abbiamo infine contribuito alla realizzazione di una rete europea per lo studio dei pazienti con sindromi paraneoplastiche. RAPPORTO ATTIVITA’ 309 2006 IRFMN COLLABORAZIONI NAZIONALI Dipartimento di Neurologia, Clinica Medica II, Azienda ULSS 16, Università di Padova Dipartimento di Specialità Chirurgiche, Scienze Radiologiche e Medico Forensi, Cattedra di Anestesia dell’Università degli Studi di Brescia Servizio Anestesia e Rianimazione, Osp. San Giovanni Bosco, Torino Divisione di Medicina Interna, Università di Trieste Divisione di Fisiopatologia Respiratoria, Università di Firenze Istituto Mediterraneo per i Trapianti e Terapie ad Alta Specializzazione, Palermo Istituto di Anestesia e Rianimazione, Università di Milano Servizio Anestesia e Rianimazione, Osp. Civile, Belluno COLLABORAZIONI INTERNAZIONALI Bloomsbury Institute of Intensive Care Medicine, Institute of Biomedical Research, University College London, UK Department of Statistical Science, University College London, UK Machine Intelligence Group, University of Aalborg, Denmark PRESENZA IN COMITATI EDITORIALI Ricerca & Pratica (Guido Bertolini) Dedalo. Gestire i sistemi complessi in sanità (Guido Bertolini) ATTIVITA' DI REVISIONE Intensive Care Medicine Critical Care Medicine Ricerca & Pratica PRESENZA IN COMMISSIONI NAZIONALI E INTERNAZIONALI Comitato scientifico dell’azienda ospedaliera “Ospedale maggiore” di Crema RAPPORTO ATTIVITA’ 310 2006 IRFMN ORGANIZZAZIONE DI EVENTI Corso, Statistica multivariata per la ricerca biomedica, febbraio-maggio, Ranica (BG). Workshop, Le decisioni di fine-vita in rianimazione, 8 settembre, Ranica (BG). Workshop, Startup Meeting Compact, 12 settembre, Ranica (BG). Corso, Utilizzo delle banche dati in medicina, 21-28 settembre, Ranica (BG). Congresso, Meeting annuale GiViTI, 18-20 ottobre, Pesaro. Corso, Statistica per medici, 7-14 novembre, Ranica (BG). PARTECIPAZIONE AD EVENTI CON CONTRIBUTI DEL LABORATORIO Convegno, PNS, Additional Outcomes from the Statistical Analysis, 24 febbraio, Treviso Seminario, Come raccogliere i dati in medicina, L’esperienza del GiViTI: il progetto Margherita Due, 16 marzo, Firenze Congresso, BRAIN06, Hot Topic, 27 aprile, Brescia Congresso, SMART, Alternative ai trials controllati randomizzati nella ricerca clinica, 11 maggio, Milano Congresso, III Meeting di Formazione e Aggiornamento sugli Interventi in TI, Gli aspetti metodologici della valutazione degli interventi nutrizionali nel paziente critico, 30 maggio, Calampiso Convegno, Antibiotici: attualità, riflessioni, Farmacoepidemiologia degli antibiotici: il casomodello delle terapie intensive, 19 giugno, Seriate Convegno, POR Sardegna 2000-2006 - Seminario finale misura 5.3, La valutazione della performance della TI: quali dati raccogliere e come utilizzarli, 30 luglio, Oristano Convegno, II Meeting GiViTI Regione Veneto, Il SAPS III e i nuovi progetti GiViTI, Come estrarre i dati dalla propria Terapia Intensiva, Presentazione di Margherita, 29 settembre, Treviso Congresso, 60° SIAARTI, Le eterne dicotomie della sperimentazione clinica, 11 ottobre, Perugia Seminario, “Salute e malattia nell’era della tecnica”, 10 novembre, Spiazzi di Gromo (BG) Convegno, Farmaci: usarli bene per stare meglio. Presentazione di un progetto integrato tra Ospedale e Territorio, Il ruolo tra formazione e informazione, 18 novembre, Bergamo Convegno, Registro scompenso cardiaco, La metodologia dei registri epidemiologici, 25 novembre, Palermo Seminario, Formazione degli operatori, Presentazione del software Margherita Tre, 11-12 dicembre, Livorno RAPPORTO ATTIVITA’ 311 2006 IRFMN Convegno, Progetto Sorveglianza Infezioni, Lettura dei dati della TI di Cesena, 12 dicembre, Cesena CONTRIBUTI E CONTRATTI Regione Lombardia Regione Toscana Regione Veneto Regione Piemonte ARS Toscana AstraZeneca Italia Sanofi-Synthelabo Italia Draeger Italia Bellco SpA Ministero della Salute Azienda ULSS 16, Padova - Italia Istituto Mediterraneo per i Trapianti e Terapie ad Alta Specializzazione, Palermo SELEZIONE PUBBLICAZIONI SCIENTIFICHE APPARSE NELL'ANNO 2006 Livigni S, Maio M, Ferretti E, Longobardo A, Potenza R, Rivalta L, Selvaggi P, Vergano M, Bertolini G. Efficacy and safety of a low-flow veno-venous carbon dioxide removal device: results of an experimental study in adult sheep. Crit Care. 2006;10(5):R151. Rossi C, Simini B, Brazzi L, Rossi G, Radrizzani D, Iapichino G, Bertolini G. Variable costs of ICU patients: a multicenter prospective study. Intensive Care Med. 2006 Apr;32(4):545-52. Radrizzani D, Bertolini G, Facchini R, Simini B, Bruzzone P, Zanforlin G, Tognoni G, Iapichino G Early enteral immunonutrition vs. parenteral nutrition in critically ill patients without severe sepsis: a randomized clinical trial. Intensive Care Med 2006; 32(8): 1191-1198 Boffelli S, Rossi C, Anghileri A, Giardino M, Carnevale L, Messina M, Neri M, Langer M, Bertolini G. Continuous quality improvement in intensive care medicine. The GiViTI Margherita Project - Report 2005. Minerva Anestesiol. 2006; 72:419-32. SELEZIONE PUBBLICAZIONI DIVULGATIVE APPARSE NELL'ANNO 2006 Rossi C, Bertolini G. Monitoraggio dell’uso di Xigris® nelle Terapie Intensive italiane. Risultati della seconda fase di raccolta dati. BIF 2006; 2: 70-75. ALTRE PRODUZIONI EDITORIALI PUBBLICATE NEL CORSO DEL 2006 Boffelli S, Rossi C, Bertolini G. Progetto Margherita. Promuovere la ricerca e la valutazione in Terapia Intensiva. Rapporto 2005. Bergamo: Ed. Sestante, 2006. RAPPORTO ATTIVITA’ 312 2006 IRFMN ATTIVITA' DI RICERCA Appropriatezza in Terapia Intensiva Questa linea di ricerca è orientata a valutare l'appropriatezza dell’assistenza fornita dalle Terapie Intensive (TI) italiane. Si tratta di un progetto pluriennale promosso all'interno del gruppo collaborativo GiViTI (Gruppo italiano per la Valutazione degli interventi in Terapia Intensiva), coordinato dal Laboratorio. Fulcro di queste attività è il Progetto Margherita. Si tratta di un progetto di valutazione continua della qualità dell’assistenza, basato su un software di raccolta dati prodotto e sviluppato all’interno del Laboratorio e distribuito gratuitamente a tutte le TI iscritte. Il software è stato realizzato con una struttura modulare, che permette di integrare facilmente la raccolta dati di base (il "core" della Margherita) con raccolte dati relative a progetti di ricerca specifici (i "petali" della Margherita). Nel corso di questo anno è stato ulteriormente implementato un software basato su un modello probabilistico (bayesian network) esteso a un insieme piuttosto vasto di variabili cliniche. Questa attività, portata avanti nell'ambito dell'Unità di Ingegneria della Conoscenza Clinica, in collaborazione con il Department of Statistical Science (University College London) e il Machine Intelligence Group dell'Università di Aalborg (Danimarca), è mirata alla realizzazione di uno strumento di valutazione retrospettiva dei trattamenti specifici in TI. Con questo modello, si vorrebbero superare gli attuali limiti di una valutazione complessiva della TI, così come avviene basandosi sui tradizionali modelli di previsione della mortalità. Nell’ambito di questa attività è stato inoltre studiato un sistema di monitoraggio dell’andamento del Rapporto di Mortalità Standardizzato dei pazienti ammessi in una Terapia Intensiva. Questo tipo di analisi, che ha diverse analogie con i sistemi di farmacovigilanza bayesiani attualmente impiegati dal WHO e dalla FDA, dovrebbe identificare i periodi temporali in cui si sono verificati i problemi più evidenti, consentendo ai medici del Centro di reagire tempestivamente ed efficacemente. Studio dei processi patologici dell'insufficienza multipla d'organo Il Laboratorio di Epidemiologia Clinica ha condotto diverse indagini per chiarire quali meccanismi fisiopatologici inducano l'insufficienza multipla d'organo, una delle condizioni che si dimostrano più resistenti al trattamento intensivo. Fra queste, l'indagine sulla compromissione neuromuscolare del paziente critico (lo studio osservazionale Crimyne), quello sull'impatto della nutrizione enterale, e dei nuovi trattamenti proposti in caso di sepsi severa (Xigris). Il valore di un controllo serrato della glicemia nel paziente critico è stato di recente enfatizzato, proprio perché legato a un farmaco come l'insulina che pur essendo largamente disponibile e di basso costo, ha dimostrato una importante riduzione della mortalità in TI. L'Unità di Ingegneria della Conoscenza Clinica ha sviluppato un modello basato su un sistema di equazioni differenziali che vorrebbe suggerire al medico le quantità di insulina e glucosio da infondere al fine di estendere il controllo serrato della glicemia anche a quei pazienti dove tale controllo si è dimostrato difficile, a causa del rischio di ipoglicemia. Questo modello rappresenta inoltre una preziosa opportunità per chiarire i meccanismi fisiopatologici alla base dei benefici dell’insulina, già dimostrati a livello empirico, permettendo di spiegare l'andamento dinamico delle fluttuazioni glicemiche sulla base del profilo metabolico del paziente. RAPPORTO ATTIVITA’ 313 2006 IRFMN La ricostruzione del ragionamento clinico nella pratica e nella formazione medica Quest’area di ricerca rappresenta il principale interesse dell'Unità di Ingegneria della Conoscenza Clinica, il cui obiettivo è quello di valorizzare il ragionamento clinico per risolvere problemi medici complessi. La diagnosi di embolia polmonare rappresenta ancora un’importante sfida clinica, determinata soprattutto dalla complessità del quadro di presentazione del paziente e dalla variabilità di risorse diagnostiche disponibili fra i vari Centri. A questa proposito stiamo portando avanti uno studio italiano multicentrico che coinvolge soprattutto le Unità di Medicina d'Urgenza, e che prevede la validazione prospettica del software di aiuto diagnostico BayPAD (Bayes Pulmonary embolism Assisted Diagnosis). Questo strumento, potendo contare su un modello probabilistico esteso a 72 variabili cliniche e non prevedendo la necessità di inserire le osservazioni relative a tutte le variabili contemplate, vorrebbe superare le principali ragioni che hanno finora impedito alle comuni linee guida di raggiungere un consenso largamente condiviso. Sono stati inoltre prodotti i risultati della validazione retrospettiva del sistema diagnostico. Nell'ambito dell'Unità è stato avviato un progetto che prevede la costruzione di un software per permettere al medico di ricostruire le basi delle proprie decisioni di fronte alla descrizione di quadri clinici esemplari in un particolare dominio specialistico. Tale software ha come duplice scopo sia quello di generare delle applicazioni specifiche basate su modelli probabilistici focalizzati su problemi decisionali clinici complessi, sia quello di coinvolgere il medico nella loro costruzione. Quest’ultima funzionalità viene resa possibile grazie alla forte analogia tra la struttura causale dei modelli utilizzati (bayesian network) e alla struttura fisiopatologica delle conoscenze mediche. Con ciò verrà data la possibilità di adottare questo sistema nell'ambito di progetti di formazione medica e di aggiornamento continuo, privilegiando in particolare i programmi di formazione a distanza basati sull'accesso a Internet. Epidemiologia clinica delle malattie rare e della medicina orfana Gli obiettivi di questo ambito di attività sono quelli di individuare e descrivere i problemi aperti per la ricerca e la clinica, nonché i bisogni assistenziali dei pazienti, relativamente a patologie rare o ad aspetti trascurati di malattie più comuni. Di questa linea di ricerca fa parte il progetto "PNS - Euronetwork". Si tratta di un progetto europeo, finanziato nel contesto del quinto e del sesto programma quadro della Comunità Europea, che ha gli obiettivi di: realizzare una rete di centri di riferimento per queste patologie con un database comune; organizzare una banca dati di siero e di liquido cerebrospinale per mettere a punto i migliori indicatori anticorpali per la diagnosi e la prognosi di questi pazienti; realizzare progetti di ricerca sul trattamento di questa sindrome. RAPPORTO ATTIVITA’ 314 2006 IRFMN COORDINAMENTO, INFORMAZIONE E DIAGNOSI DELLE MALATTIE RARE PERSONALE Capo Laboratorio Arrigo SCHIEPPATI, Dr.Med. Centro di Informazione per le Malattie Rare Capo Unità Erica DAINA, Dr.Med. RAPPORTO ATTIVITA’ 315 2006 IRFMN CURRICULA Arrigo Schieppati si è laureato in Medicina e Chirurgia nel 1978 e si è specializzato in Nefrologia Medica nel 1984 presso l’Università degli Studi di Milano. Ha svolto la propria formazione nei Laboratori Negri Bergamo con il Dr. Remuzzi, completandola con stage presso il Laboratorio del Prof. Patrono (Università Cattolica di Roma), il Laboratorio del Prof. John Gordon (Cambridge, GB), e la Divisione di Malattie Renali dell’University of Colorado Medical School, diretta dal Dr. Schrier (Denver, USA). Dal 1982 svolge la propria attività clinica presso la Nefrologia e Dialisi degli Ospedali Riuniti di Bergamo, dove è responsabile dell’Ambulatorio e Day Hospital. Dal 1992 è Capo unità del Centro di Informazione per le Malattie Rare e dal 1996 Capo laboratorio presso il Centro di Ricerche Cliniche per le Malattie Rare Aldo e Cele Daccò dell’Istituto Mario Negri. Aree di interesse: diagnosi e terapia delle malattie renali croniche; diagnosi e terapia dell’ipertensione arteriosa; malattie renali rare. Affiliazioni: Comitato Etico dell’AO Ospedali Riuniti; referente dell’AO Ospedali Riuniti per le malattie rare e membro del Gruppo di lavoro sulle malattie rare della Regione Lombardia; Comitato Scientifico dell’Azienda Ospedaliera Bolognini Seriate; membro della Task Force on Rare Diseases (DG Health and Consumer Protection); membro della International Society of Nephrology e dell’American Society of Nephrology; membro dell’Editorial Board del Journal of Nephrology, e dell’Editorial Board di JASN - Nephrology Self Assessment Program. Principali pubblicazioni • • • • • • Schieppati A, Remuzzi G. Chronic renal diseases as a public health problem: epidemiology, social, and economic implications. Kidney Int Suppl. 2005 Sep;(98):S7-S10. Remuzzi G, Schieppati A, Boissel JP, Garattini S, Horton R. Independent clinical research in Europe. Lancet. 2004 Nov 612;364(9446):1723-6. Schieppati A, Perna A, Zamora J, Giuliano GA, Braun N, Remuzzi G. Immunosuppressive treatment for idiopathic membranous nephropathy in adults with nephrotic syndrome. Cochrane Database Syst Rev. 2004 Oct 18;(4):CD004293. Remuzzi G, Schieppati A, Ruggenenti P. Clinical practice. Nephropathy in patients with type 2 diabetes. N Engl J Med. 2002 Apr 11;346(15):1145-51. Schieppati A, Remuzzi G, Garattini S. Modulating the profit motive to meet needs of the less-developed world. Lancet. 2001 Nov 10;358(9293):1638-41. Ruggenenti P, Schieppati A, Remuzzi G. Progression, remission, regression of chronic renal diseases. Lancet. 2001 May 19;357(9268):1601-8. Erica Daina si è laureata in Medicina e Chirurgia nel 1987 e si è specializzata in Nefrologia Medica nel 1990 presso l’Università degli Studi di Milano. Ha condotto la sua formazione clinica e scientifica dapprima presso la Divisione Medica II° - Cattedra di Patologia Speciale Medica – dell’Università degli Studi di Milano, Ospedale San Raffaele, quindi presso la Divisione di Nefrologia e Dialisi degli Ospedali Riuniti di Bergamo. Dal Marzo 1988 collabora alle attività di ricerca dell’Istituto Mario Negri e dal Giugno 1993 lavora come medico ricercatore presso il Centro di Ricerche Cliniche per le Malattie Rare Aldo e Cele Daccò. Dal 1996 è Capo unità del Centro di Informazione per le Malattie Rare. Il campo di ricerca clinica in cui svolge la propria attività riguarda le malattie rare in genere ed in particolare la malattia di Takayasu, le microangiopatie trombotiche, la malattia di Fabry, la sindrome di Alport. Dal Gennaio 2002 è referente per l’Istituto del Centro di Coordinamento della Rete regionale per le Malattie Rare. Dallo stesso anno svolge attività didattica presso l’Università degli Studi di Torino - Facoltà di Medicina e Chirurgia – Scuola di Specializzazione in Patologia clinica. Principali pubblicazioni • • • • • Vanoli M, Daina E, Salvarani C, Sabbadini MG, Rossi C, Bacchiani G, Schieppati A, Baldissera E, Bertolini G; Itaka Study Group. Takayasu's arteritis: A study of 104 Italian patients. Arthritis Rheum. 2005 Feb 15;53(1):100-7. Remuzzi G, Galbusera M, Noris M, Canciani MT, Daina E, Bresin E, Contaretti S, Caprioli J, Gamba S, Ruggenenti P, Perico N, Mannucci PM; Italian Registry of Recurrent and Familial HUS/TTP. von Willebrand factor cleaving protease (ADAMTS13) is deficient in recurrent and familial thrombotic thrombocytopenic purpura and hemolytic uremic syndrome. Blood. 2002 Aug 1;100(3):778-85. Noris M, Daina E, Gamba S, Bonazzola S, Remuzzi G. Interleukin-6 and RANTES in Takayasu arteritis: a guide for therapeutic decisions? Circulation. 1999 Jul 6;100(1):55-60. Daina E, Schieppati A, Remuzzi G. Mycophenolate mofetil for the treatment of Takayasu arteritis: report of three cases. Ann Intern Med. 1999 Mar 2;130(5):422-6. Bresin E, Daina E, Noris M, Castelletti F, Stefanov R, Hill P, Goodship T H J, Remuzzi G, International Registry Recurrent Familial HUS/TTP. Outcome of renal transplantation in patients with non-Shiga toxin-associated Hemolytic Uremic Syndrome: Prognostic significance of genetic background. Clinical Journal American Society Nephrology 2006; 1: 88-99 RAPPORTO ATTIVITA’ 316 2006 IRFMN INTRODUZIONE ALLE ATTIVITA' DEL LABORATORIO Le malattie rare possono essere definite come condizioni patologiche a bassa prevalenza e incidenza. Con l’obiettivo di introdurre un criterio rigoroso, il Working Group on Rare Diseases - istituito dalla Comunità Europea - ha stabilito si possa considerare rara una malattia con prevalenza inferiore a 5 casi per 10.000 abitanti. Per la maggior parte delle malattie rare mancano peraltro dati epidemiologici; per pochissime di esse esiste infatti un sistema di notifica dei casi a livello nazionale o internazionale. Pur interessando ciascuna un piccolo numero di individui, solo apparentemente le malattie rare sono un problema di pochi: l’Organizzazione Mondiale della Sanità stima ve ne siano oltre 5.000 e nel loro insieme rappresenterebbero il 10% della patologia umana. Uno dei primi problemi che una persona colpita da malattia rara si trova ad affrontare è che la sua condizione venga riconosciuta; spesso la diagnosi giunge purtroppo con notevole ritardo. Anche quando la diagnosi è tempestiva i pazienti - o i loro familiari - incontrano molte difficoltà nell’ottenere esaurienti informazioni. Per i ricercatori e i clinici interessati allo studio delle malattie rare vi sono diversi ostacoli da superare; fra essi la scarsa probabilità di ricevere finanziamenti. Non è tuttavia solo un problema di risorse. Spesso mancano adeguati modelli animali; per definizione infine le malattie rare colpiscono pochi individui in una popolazione; è dunque verosimile che i pazienti siano dispersi su un'ampia area, a dimensione nazionale o addirittura sovranazionale. E’ complesso realizzare un progetto di ricerca anche perché è difficile localizzare i pazienti da studiare. Le malattie rare comprendono patologie molto eterogenee e coinvolgono praticamente tutte le aree di interesse medico. Un programma di ricerca clinica sulle malattie rare di livello adeguato presuppone pertanto un approccio molto articolato, multidisciplinare. Dal 1992 è iniziato un progetto pilota che ha l'obiettivo di contribuire ad aumentare le conoscenze e le possibilità di cura delle malattie rare. Il Laboratorio ha costituito un Centro di Informazione per pazienti e operatori sanitari, svolge progetti di ricerca mirati per alcune malattie rare ed è attivo nel campo della divulgazione e della formazione. L’attuale regolamentazione (Decreto Ministeriale 18/05/2001 N. 279) prevede l’identificazione sul territorio regionale di Presidi dedicati alla diagnosi e alla cura delle malattie rare, per le quali è stato anche stabilito il diritto all’esenzione dalla partecipazione al costo della spesa sanitaria (esenzione dal Ticket). La Regione Lombardia ha costituito la propria rete, attualmente composta da 29 Presidi, ed ha attribuito al Laboratorio le funzioni di Coordinamento. E’ stato attivato un sito web interamente gestito dal Centro di Coordinamento, dove sono disponibili le informazioni e gli aggiornamenti relativi alla Rete Regionale per le Malattie Rare. http://malattierare.marionegri.it RAPPORTO ATTIVITA’ 317 2006 IRFMN SCOPERTE/RISULTATI PRINCIPALI Nel Database del Centro di Informazione sono contenuti i dati relativi a 10105 pazienti affetti da 763 diverse malattie rare. Ciò rende possibile, per alcune delle malattie segnalate, la realizzazione di progetti di ricerca clinica. Nella Banca di materiale biologico sono raccolti e conservati campioni relativi a 1097 pazienti con malattie rare e loro familiari. Il Centro ha stabilito contatti con 295 Associazioni Italiane di pazienti e loro familiari. I pazienti affetti da 79 malattie rare per le quali non esiste ancora un'Associazione italiana dedicata, hanno potuto incontrarsi tra loro. Dal Luglio 2000 la Commissione Europea ha riconosciuto al Laboratorio ruolo di "Postgraduate training on rare diseases" (contract No. QLK4-1999-50547). Dal Dicembre 2001, con Delibera della Giunta Lombarda N.7328, il Centro è stato individuato quale sede del "Coordinamento della Rete Regionale per le Malattie Rare". Il Laboratorio, grazie al coordinamento del Registro Internazionale per le forme ricorrenti e familiari di Sindrome Emolitico Uremica (SEU) e Porpora Trombotica Trombocitopenica (PTT), ha contribuito a chiarire la patogenesi di queste malattie e ad individuare, in collaborazione con il Laboratorio di Immunologia e Genetica del Trapianto e delle Malattie Rare, alcune forme geneticamente determinate di SEU, associate a difetti di fattori di regolazione del sistema del complemento, e di PTT associate a deficienza congenita dell’enzima ADAMTS13. COLLABORAZIONI NAZIONALI Istituto Superiore di Sanità CMID, Ospedale G. Bosco, ASL 4, Torino - Centro di Coordinamento Regionale delle Malattie Rare per il Piemonte A.O. Ospedali Riuniti, Bergamo Italian Takayasu's Arteritis Study Group - ITAKA Group Laboratori di Biotecnologie, IRCCS Policlinico San Matteo, Pavia Regione Lombardia, Assessorato alla Sanità Studio Multicentrico Italiano sulla Malattia di Anderson-Fabry, SMIMAF Università degli Studi di Torino, Scuola di Specializzazione in Patologia Clinica, Facoltà di Medicina e Chirurgia Network Italiano Promozione Acido Folico per la Prevenzione Primaria di Difetti Congeniti Università degli Studi di Torino, Dipartimento di Medicina ed Oncologia Sperimentale, Master di II° Livello in Malattie Rare Sezione Lombarda della Società Italiana di Neonatologia, Gruppo di studio sulle malattie respiratorie rare del neonato Università degli Studi di Milano, Master di I° Livello in Ricerca Clinica Dipartimento di Biologia Molecolare, U.O. Genetica Medica, Policlinico “Le Scotte”, Siena U.O. Citogenetica e Genetica, Azienda Ospedaliera Careggi, Firenze Laboratorio di Malattie Metaboliche, Istituto Nazionale Neurologico “Carlo Besta”, Milano Laboratorio di Biochimica e Genetica, Istituto Nazionale Neurologico “Carlo Besta”, Milano Associazione BergamoScienza RAPPORTO ATTIVITA’ 318 2006 IRFMN COLLABORAZIONI INTERNAZIONALI Comunità Europea Registro Internazionale delle forme ricorrenti e familiari di Sindrome Emolitico Uremica e Porpora Trombotica Trombocitopenica Information Centre for Rare Diseases and Orphan Drugs - ICRDOD, Bulgaria PRESENZA IN COMITATI EDITORIALI Journal of American Society of Nephrology - Nephrology Self Assessment Program (Arrigo Schieppati) Journal of Nephrology (Arrigo Schieppati) Quaderni di Farmacoeconomia (Erica Daina) PRESENZA IN COMMISSIONI NAZIONALI E INTERNAZIONALI Gruppo di Lavoro con funzioni di coordinamento operativo e di condivisione di strategie comuni per la prevenzione, la sorveglianza, la diagnosi, la terapia delle malattie rare, ai sensi del D.M. 18/5/2001, N°279, istituito dalla Regione Lombardia (Delibera Regione Lombardia N°7328, 11/12/2001). Task Force on Rare Diseases (established by DG Health and Consumer Protection on 21 January 2004). Comitato Scientifico A.O. Bologni di Seriate. Comitato Etico, A.O. Ospedali Riuniti di Bergamo ORGANIZZAZIONE DI EVENTI “2nd Bergamo Workshop on Hemolitic Uremic Syndrome” Centro di Ricerche Cliniche per le Malattie Rare Aldo e Cele Daccò – Istituto Mario Negri Ranica (Bergamo), 30 novembre e 1 dicembre 2006 RAPPORTO ATTIVITA’ 319 2006 IRFMN PARTECIPAZIONE AD EVENTI CON CONTRIBUTI DEL LABORATORIO 9° Convegno “Patologia Immune e Malattie Orfane” “Torino, 20-21 Gennaio 2006 European Human Genetics Conference 2006 Amsterdam, 6-9 maggio 2006 Clinical and Experimental Rheumatology I Corso teorico-pratico. La Settimana delle malattie rare in Reumatologia San Miniato/Buti, 8-13 maggio 2006 “Symposium on Rare diseases and Orphan Drugs” Università degli studi Pavia, 9 giugno 2006 “L’integrazione della Consulenza Genetica nella pratica clinica: il modello della malattie ad esordio tardivo” Collegio Ghisleri Pavia, 30 giugno 2006 Malattie Autoimmuni Sistemiche: L’approccio diagnostico Treviglio (Bergamo), 9 Settembre 2006 The Second Eastern European Conference on Rare Diseases and Orphan Drugs “Fostering Research on Rare Diseases in Eastern European Countries” Plovdiv, Bulgaria, 8-9 Settembre 2006 “Network of Public Health Institutions on Rare Disease (NEPHRID conference)” Aula Marotta, Istituto Superiore di Sanità Roma, 18-23 settembre 2006 “Malattie Croniche e Malattie Rare: inquadramento normativo, percorsi assistenziali, aspetti relazionali” Aula Montini-Azienda Ospedaliera Spedali Civili Brescia, 29 settembre 2006 CONTRIBUTI E CONTRATTI Commissione Europea Fondazione Ricerca Malattie Rare, Bergamo Ministero della Salute Regione Lombardia RAPPORTO ATTIVITA’ 320 2006 IRFMN SELEZIONE PUBBLICAZIONI SCIENTIFICHE APPARSE NELL'ANNO 2006 Daina E, D'Ovidio F, Sabbà C Introduction: hereditary hemorrhagic telangiectasia as a rare disease. Curr Pharm Des; 2006;12(10):1171-2 Codreanu I, Perico N, Schieppati A, Remuzzi G Prevention programs of progressive renal disease in developing nations Nephrology 2006; 11: 321-328 Bresin E, Daina E, Noris M, Castelletti F, Stefanov R, Hill P, Goodship T H J, Remuzzi G, International Registry Recurrent Familial HUS/TTP Outcome of renal transplantation in patients with non-Shiga toxin-associated Hemolytic Uremic Syndrome: Prognostic significance of genetic background Clinical Journal American Society Nephrology 2006; 1: 88-99 Longo I, Scala E, Mari F, Caselli R, Pescucci C, Mencarelli MA, Speciale C, Giani M, Bresin E, Caringella DA, Borochowitz ZU, Siriwardena K, Winship I, Renieri A, Meloni I Autosomal recessive Alport syndrome: an in-depth clinical and molecular analysis of five families. Nephrol Dial Transplant; 2006 Mar; 21(3): 665-71 Caprioli J, Noris M, Brioschi S, Pianetti G, Castelletti F, Bettinaglio P, Mele C, Bresin E, Cassis L, Gamba S, Porrati F, Bucchioni S, Monteferrante G, Fang CJ, Liszewski MK, Kavanagh D, Atkinson JP, Remuzzi G Genetics of HUS: the impact of MCP, CFH, and IF mutations on clinical presentation, response to treatment, and outcome. Blood; 2006 Aug 15; 108(4):1267-79 Donadelli R, Banterla F, Galbusera M, Capoferri C, Bucchioni S, Gastoldi S, Nosari S, Monteferrante G, Ruggeri ZM, Bresin E, Scheiflinger F, Rossi E, Martinez C, Coppo R, Remuzzi G, Noris M In-vitro and in-vivo consequences of mutations in the von Willebrand factor cleaving protease ADAMTS13 in thrombotic thrombocytopenic purpura. Thromb Haemost; 2006 Oct; 96(4):454-64 ALTRE PRODUZIONI EDITORIALI PUBBLICATE NEL CORSO DEL 2006 Giuseppe Remuzzi, Schieppati Arrigo. Ipertensione arteriosa: per saperne di più. Lions Club Bergamo San Marco, Bergamo, 2006 RAPPORTO ATTIVITA’ 321 2006 IRFMN ATTIVITA' DI RICERCA Centro di Informazione per le Malattie Rare Nel 1992 presso il Centro di Ricerche Cliniche per le Malattie Rare Aldo e Cele Daccò, è stato istituito il Centro di Informazione per le Malattie Rare. Il Centro è a disposizione dei pazienti affetti da malattie rare, dei loro familiari e dei loro medici. Fornisce gratuitamente informazioni, aggiornamenti e indirizzi utili per cercare di risolvere almeno in parte alcuni dei problemi che chi è colpito da una malattia rara si trova ad affrontare. Nel corso degli anni la fisionomia dell'attività del Centro si è venuta gradualmente trasformando: da punto di smistamento di notizie aggiornate sulle malattie rare, a vero e proprio Centro di documentazione e di cultura su tutti i problemi relativi a queste malattie. La banca dati contenente notizie relative a numerose malattie rare è andata configurandosi come un vero e proprio patrimonio di dati che possono e potranno diventare utilissimi nella programmazione degli studi clinici. Sebbene la natura delle malattie rare non consenta - per definizione - l'accumularsi di numeri rilevanti di casi, si è verificata già per circa 200 patologie la possibilità di disporre di piccole coorti di pazienti con la stessa diagnosi. Banca di materiale biologico e caratterizzazione delle nefropatie ereditarie L’obiettivo del progetto è quello di raccogliere dati clinici e campioni di materiale biologico relativi a pazienti affetti da alcune malattie genetiche rare, e ai rispettivi familiari. Per realizzarlo sono stati creati un Archivio informatizzato dei casi segnalati e una Banca per la raccolta e la conservazione dei campioni biologici. La disponibilità dei dati clinici e dei campioni biologici relativi ai casi raccolti, consente di eseguire test biochimici e genetici nell’ambito di progetti di ricerca finalizzati a comprendere sempre meglio la patogenesi delle malattie e a definire i trattamenti che più efficacemente potrebbero prevenirle o curarle. L’attenzione è focalizzata in particolare sulle malattie genetiche rare del rene. Al paziente affetto da nefropatia ereditaria (es. sindrome di Alport, malattia di Fabry, glomerulosclerosi focale familiare, glomerulopatia con depositi di fibronectina, malattia cistica della midollare, cistinuria) che si rivolga al Centro viene offerta una valutazione clinica comprendente raccolta dei dati anamnestici, visita medica, ecografia renale, esami di laboratorio (del sangue e delle urine). In tale occasione viene inoltre offerta una consulenza genetica, e ricostruita la storia familiare nonché l’albero genealogico. Previo consenso informato scritto sono infine raccolti campioni di sangue, dai pazienti e familiari, che vengono etichettati con appositi codici e conservati nella Banca di materiale biologico. Per le nefropatie ereditarie di cui sono noti i geni responsabili (es. sindrome di Alport, malattia di Fabry, cistinuria), i campioni di sangue vengono inviati ai Laboratori di riferimento. Per le altre nefropatie, di cui è recente o ancora in corso l’identificazione dei geni implicati, i campioni di sangue vengono conservati con l’obiettivo di utilizzarli nell’ambito di progetti di ricerca. Valutazione dell'efficacia della terapia enzimatica sostitutiva nella malattia di Fabry La malattia di Fabry è una rara malattia metabolica legata al cromosoma X, causata dal deficit dell’enzima lisosomiale alfa-galattosidasi A, e caratterizzata dall’accumulo progressivo e disseminato di glicosfingolipidi in vari organi e tessuti. Si manifesta prevalentemente ed in modo più grave nei maschi emizigoti e le manifestazioni cliniche principali sono a carico di cute, reni, cuore, occhi, sistema nervoso. Attualmente è disponibile una terapia enzimatica sostitutiva per la malattia di Fabry. I risultati preliminari sono incoraggianti, sia in termini di tollerabilità che di efficacia. Lo scopo di questo RAPPORTO ATTIVITA’ 322 2006 IRFMN studio è valutare l’efficacia a lungo termine della terapia enzimatica sostitutiva nei pazienti con malattia di Fabry e coinvolgimento renale. Si prevede di arruolare 20 pazienti (uomini e donne) afferenti al Registro dello Studio Multicentrico Italiano sulla Malattia di Anderson-Fabry (SMIMAF). Registro dello Studio Multicentrico Italiano sulla Malattia di AndersonFabry (SMIMAF) Il Centro ha assunto il coordinamento del Registro dello SMIMAF volto a monitorare l’incidenza, la distribuzione e la storia naturale della malattia di Anderson-Fabry sul territorio nazionale. La costituzione del Registro ha comportato la collaborazione con i principali centri italiani di Nefrologia e Dialisi, Dermatologia, Oculistica, Cardiologia. Sono state inviate schede contenenti questionari dettagliati sulle caratteristiche cliniche nei singoli distretti anatomici, sui dati bioptici ed enzimatici. Le schede dettagliatamente compilate sono state poi registrate nel database del Centro; è stato raggiunto ad oggi un totale di 51 pazienti. Registro Internazionale delle forme ricorrenti e familiari di Sindrome Emolitico Uremica e Porpora Trombotica Trombocitopenica La Sindrome Emolitico Uremica (SEU) e la Porpora Trombotica Trombocitopenica (PTT) sono malattie rare caratterizzate da anemia emolitica, diminuzione del numero delle piastrine e occlusione trombotica dei piccoli vasi (microangiopatia trombotica), con prevalente coinvolgimento dei reni nella SEU e del sistema nervoso nella PTT. Nella loro forma tipica SEU e PTT si manifestano con un evento acuto, seguito da guarigione senza conseguenze nell’80-90% dei casi; ciò può avvenire spontaneamente (come in molti casi di SEU infantile, associata a infezione gastrointestinale) oppure dopo infusione di plasma o plasmaferesi. Alcuni pazienti vanno invece incontro a una remissione transitoria, seguita da ricadute che comportano lo sviluppo di danni renali o neurologici permanenti (forme ricorrenti). Esistono inoltre varianti estremamente rare di SEU/PTT, denominate familiari, in cui sono colpiti almeno due soggetti nella stessa famiglia. Il Laboratorio coordina dal 1996 il Registro Internazionale delle forme ricorrenti e familiari di SEU/PTT. Tale iniziativa ha permesso di raccogliere oltre 400 casi di SEU/PTT segnalati da 86 Centri Italiani e da 56 Centri stranieri (Europei ed extra Europei) e di impostare specifici progetti di ricerca in collaborazione con il Laboratorio di Immunologia e Genetica del Trapianto e delle Malattie Rare e con il Laboratorio di Biologia Cellulare - Negri Bergamo. In circa la metà dei casi di SEU e nei casi familiari di PTT è stato possibile identificare un fattore genetico predisponente lo sviluppo della malattia; la maggior parte dei casi di PTT ricorrente sono invece su base autoimmunitaria. Valutazione degli effetti di un anticorpo monoclonale anti-CD20 (Rituximab) in pazienti affetti da Porpora Trombotica Trombocitopenica cronica recidivante secondaria ad anticorpi anti-ADAMTS13 La porpora trombotica trombocitopenica (PTT) è una malattia rara caratterizzata da anemia emolitica, piastrinopenia, occlusione trombotica dei piccoli vasi (microangiopatia trombotica), e disturbi neurologici. In molti pazienti affetti da PTT, l’attività dell’enzima ADAMTS13 (una proteasi che taglia in più frammenti il fattore di von Willebrand, un fattore della coagulazione) é inibita dalla presenza di autoanticorpi anti-ADAMTS13. Questi autoanticorpi sono presenti generalmente solo in fase acuta. La persistenza di autoanticorpi anti-ADAMTS13 in fase di remissione favorisce la comparsa di recidive della malattia. Al momento non sono disponibili terapie specifiche volte a prevenire o bloccare la produzione incontrollata di questi autoanticorpi. Recentemente è stato messo in commercio un nuovo RAPPORTO ATTIVITA’ 323 2006 IRFMN farmaco, il Rituximab, un anticorpo monoclonale che agisce selettivamente su un particolare tipo di globuli bianchi, i linfociti B CD-20 (responsabili della produzione di autoanticorpi), bloccandone l’attività. Lo scopo dello studio è valutare l’efficacia e la sicurezza del Rituximab in pazienti affetti da PTT cronica recidivante, associata alla presenza di autoanticorpi anti-ADAMTS13. Lo studio prevede un periodo di trattamento con Rituximab di un mese (una infusione alla settimana per quattro settimane consecutive) e un periodo di osservazione di un anno. Durante questo periodo, i pazienti vengono controllati periodicamente monitorando l’attività dell’enzima ADAMTS13 e la quantità di autoanticorpi, in collaborazione con il Laboratorio di Biologia Cellulare - Negri Bergamo. Valutazione dell’escrezione urinaria di podociti in pazienti con nefropatie ereditarie I podociti sono cellule specializzate localizzate all’esterno della parete capillare glomerulare e rivestono un ruolo fondamentale nel processo di filtrazione. In condizioni patologiche tali cellule vanno incontro a marcate alterazioni morfologiche (vacuolizzazione, perdita di slit diaphragms, scomparsa dei pedicelli). Nei casi di danno severo è possibile osservarne il distacco dalla membrana basale glomerulare con conseguente passaggio nelle urine. La perdita di podociti, associata all’incapacità di rimpiazzarli, rappresenta verosimilmente un passaggio cruciale nella degenerazione dell’intero glomerulo, contribuendo allo sviluppo di insufficienza renale. Ciò suggerisce quanto possa essere importante studiare la fisiopatologia di tali cellule, quantificandole nel sedimento urinario. La presenza di podociti nelle urine è stata documentata in soggetti affetti da patologie glomerulari in fase di progressione (nefropatia diabetica, nefrite lupica attiva, glomerulosclerosi focale segmentaria). Presso i laboratori del Dipartimento di medicina molecolare è stato messo a punto un metodo di valutazione della presenza di podociti nel sedimento urinario ricorrendo alla tecnica dell’immunofluorescenza con anticorpi monoclonali. Lo studio in corso ha l’obiettivo di valutare l’escrezione urinaria di podociti in alcune malattie renali di origine genetica, verificando un’eventuale correlazione con la loro evoluzione. Il monitoraggio dell’escrezione di podociti nel tempo potrebbe rappresentare un indice di severità del danno glomerulare, nonché un utile strumento per il monitoraggio della risposta alla terapia. Studio dei fattori genetici che predispongono allo sviluppo di nefrolitiasi in pazienti affetti da diatesi gottosa La diatesi gottosa è una condizione caratterizzata dalla formazione di calcoli di acido urico o calcio ossalato e presenza di un basso pH urinario (pH <5.5), non determinato da eccessiva perdita intestinale di alcali o da eccessivo introito dietetico di proteine animali. Sono colpiti prevalentemente soggetti di sesso maschile, tra i 20 ed i 40 anni. Vi sono alcuni fattori che favoriscono la formazione di calcoli, tra cui fattori dietetici, ambientali ed eredo-famigliari. Conoscere i fattori genetici che contribuiscono allo sviluppo della malattia potrebbe migliorare la possibilità di diagnosi precoce; ciò permetterebbe di individuare all’interno di un gruppo famigliare i soggetti a rischio di sviluppare la nefrolitiasi, ancora prima che questa si manifesti. Per questi soggetti si potrebbero quindi attuare in tempi precoci modifiche igienico-dietetiche e/o terapie farmacologiche specifiche, al fine di impedire il manifestarsi della malattia renale o di rallentarne la progressione. L’obiettivo dello studio è individuare i fattori genetici predisponenti lo sviluppo della nefrolitiasi in pazienti affetti da diatesi gottosa. Si prevede di arruolare 15 pazienti (uomini e donne) non consanguinei con forma famigliare di nefrolitiasi associata a diatesi gottosa, afferenti all’ambulatorio per la Calcolosi dell’Unità di Nefrologia degli Ospedali Riuniti di Bergamo. Per tutti i pazienti arruolati e i loro famigliari RAPPORTO ATTIVITA’ 324 2006 IRFMN verrà raccolta la storia clinica, verranno effettuate una valutazione metabolica e un’ecografia renale; infine verrà raccolto un campione di sangue per l’analisi genetica. Sviluppo di un modello di consulenza genetica integrata per le malattie ereditarie a esordio tardivo Le malattie ereditarie ad esordio tardivo, poiché compatibili con il raggiungimento dell’età adulta e quindi con il pieno sviluppo delle facoltà critiche e con la possibilità di riproduzione biologica, pongono molti problemi di carattere clinico-biologico, esistenziale ed etico, sia a chi ne è affetto sia a chi le cura. La recente introduzione della diagnosi molecolare permette l’identificazione, tra i familiari di ogni paziente, di soggetti destinati a sviluppare la malattia (test predittivo) e, nel caso di malattie X-linked, di donne che possano trasmetterla. L'obiettivo che il progetto (multicentrico) persegue è la elaborazione e la validazione di un modello di consulenza genetica per patologie ereditarie a esordio tardivo basato su un approccio multidisciplinare integrato (genetista/clinico con supporto psicologico/psichiatrico), che: consenta di sostenere/aiutare il soggetto “a rischio” (familiare di un soggetto affetto da malattia ereditaria) nell'elaborazione cognitiva ed emotiva delle informazioni trasmesse nel corso del processo che accompagna l'esecuzione del test predittivo; accresca e valorizzi le competenze professionali del gruppo curante al fine di migliorare la qualità del servizio reso. Il Laboratorio partecipa al progetto di ricerca, coordinato dai Laboratori di Biotecnologie – IRCCS Policlinico San Matteo – Pavia, con l’obiettivo di elaborare un modello di consulenza genetica specifico per la malattia di Fabry. Si tratta di una rara malattia metabolica X-linked, causata dal deficit dell’enzima alfa-galattosidasi A, e caratterizzata dal progressivo accumulo di glicosfingolipidi in vari organi e tessuti. Principali risultati raggiunti sono stati: 1) la formazione di una équipe costituita da clinico, genetista, psicologo e da un infermiere, responsabile di tutti gli aspetti organizzativi; 2) la realizzazione della Conferenza Clinica, quale momento di incontro e discussione dell’équipe; 3) l’elaborazione di un percorso “ideale” per il soggetto a rischio che vuole sottoporsi al test predittivo per la malattia di Fabry. Valutazione dell’efficacia di un trattamento antiproteinurico nella sindrome di Alport intensivo combinato La Sindrome di Alport è una rara forma di nefrite ereditaria progressiva causata da deficit di sintesi di una delle subunità del collagene di tipo IV, costituente predominante delle membrane basali dei glomeruli renali. I segni principali di interessamento renale sono rappresentati dalla ematuria e dalla proteinuria con possibile evoluzione verso l’insufficienza renale terminale. Le altre manifestazioni comprendono alterazioni oculari e sordità neurosensoriale che colpisce la metà dei pazienti. Non esiste ancora un trattamento di dimostrata efficacia nel rallentare la progressione del danno renale in pazienti con Sindrome di Alport. I farmaci inibitori dell’enzima di conversione dell’angiotensina (ACE-inibitori) sono in grado di ridurre il declino della funzionalità renale in molte nefropatie croniche caratterizzate da perdita di proteine. E’ stato inoltre dimostrato che anche altri tipi di trattamenti possono ridurre ancora più efficacemente la proteinuria se associati agli ACE-inibitori. Lo scopo di questo studio è quello di valutare l’efficacia di un trattamento multimodale comprendente l’uso integrato di ACE inibitori, antagonisti recettoriali dell’angiotensina II, calcioantagonisti non diidropiridinici e statine nella Sindrome di Alport con coinvolgimento renale. Saranno arruolati nello studio 9 pazienti (maschi e femmine) con Sindrome di Alport e coinvolgimento renale (macroalbuminurici) ed un numero di pazienti definiti dal termine dell’arruolamento dei pazienti macroalbuminurici con coinvolgimento renale di grado minore (microalbuminurici). RAPPORTO ATTIVITA’ 325 2006 IRFMN Rete regionale informatizzata per l'ottimizzazione della diagnosi, cura e analisi epidemiologica delle malattie rare Il progetto è coordinato dal Centro di Ricerche di Immunopatologia e Documentazione su Malattie Rare della ASL 4 di Torino. Gli obiettivi che si propone sono i seguenti: 1) creazione di un registro attivo a carattere prospettico per una migliore conoscenza dell'epidemiologia delle patologie rare in Piemonte nel contesto nazionale; 2) Definizione di protocolli per l'analisi di mutazioni e di percorsi diagnostici; 3) Sviluppo di protocolli diagnostico terapeutici che permettano, almeno per alcune patologie rare, una gestione più razionale ed economica dei pazienti colpiti; 4) Realizzazione di una rete informatica di gestione delle informazioni che permetta una capillare diffusione delle conoscenze relative alle malattie rare a livello degli operatori del SSN. Il Laboratorio partecipa al progetto di ricerca con il compito di creare un database accessibile on-line, ad accesso gratuito, dedicato agli studi in corso sulle patologie rare. Studio osservazionale sul servizio offerto dal Centro di Informazione per le Malattie Rare ai pazienti orfani di un’Associazione di riferimento I pazienti e le loro famiglie chiedono sempre più frequentemente al Centro di Informazione per le Malattie Rare di poter conoscere altre persone con lo stesso problema di salute. Il Centro ha quindi negli anni stabilito rapporti di collaborazione con 295 Associazioni italiane dedicate a specifiche malattie rare, fornendo inoltre la possibilità a coloro che non dispongono di una specifica organizzazione di supporto, di lasciare la propria disponibilità scritta per conoscere eventuali altri pazienti con lo stesso problema di salute. La popolazione presa in esame da questo progetto è dunque quella rappresentata dai soggetti affetti da malattie rare che hanno avuto accesso al Servizio offerto dal Centro che permette di conoscere altre persone con la stessa malattia rara. L’indagine è stata condotta attraverso la compilazione di un questionario ad hoc che è stato inviato ai 112 pazienti e/o familiari privi di Associazione di riferimento e inseriti nel nostro Database. Lo scopo del progetto è quello di avere una valutazione dell’utilità del Servizio offerto in termini di soddisfazione e vantaggi ottenuti dai pazienti grazie allo scambio di esperienze, valutare la continuità dei rapporti instaurati e gli attesi dei malati nei confronti dell’eventuale costituzione di una Associazione specifica, descrivendo anche le caratteristiche generali demografiche di questo sottogruppo di pazienti. I risultati preliminari evidenziano come dopo il contatto con il Centro, il 62% delle famiglie è riuscito a conoscere, prevalentemente per via telefonica, altre persone con la stessa malattia rara. I rapporti fra i malati perdurano anche a distanza di tempo per quasi il 50% degli intervistati, che ha dichiarato come il miglioramento delle conoscenze sulla malattia sia il risultato più frequentemente ottenuto grazie al confronto delle differenti esperienze. Un ulteriore dato particolarmente interessante è quello relativo alla costituzione di 3 Associazioni e 1 gruppo di auto-aiuto successivamente al contatto del paziente con il nostro Centro. Aggiornamento del database sulle Malformazioni Respiratorie Congenite Il Progetto è nato dalla collaborazione tra il gruppo di studio sulle malattie respiratorie rare del neonato e il Centro di Coordinamento della Rete Regionale per le Malattie Rare. Tale database è nato con l’intento di fornire un sussidio al neonatologo nel percorso diagnostico ed assistenziale dinanzi alle patologie malformative respiratorie più frequenti. Il lavoro di aggiornamento di tale database ha previsto la revisione dell’elenco delle categorie malformative, oltre che di tutte le sindromi precedentemente incluse; altre sindromi sono state inserite. Inoltre, all’interno di una sintetica descrizione clinica maggiormente dettagliata rispetto alla versione precedente, è stato aggiunto il codice di esenzione per Malattia Rara che permette di indirizzare il paziente alla Rete di Presidi identificati dalla Regione Lombardia RAPPORTO ATTIVITA’ 326 2006 IRFMN Il database prevede il link con la pagina del database OMIM corrispondente per un maggiore approfondimento scientifico. RAPPORTO ATTIVITA’ 327 2006 IRFMN RAPPORTO ATTIVITA’ 328 2006 IRFMN CESAV Centro di Economia Sanitaria A. e A. Valenti PERSONALE Capo Laboratorio Livio GARATTINI, Dott. Economia RAPPORTO ATTIVITA’ 329 2006 IRFMN CURRICULUM Livio Garattini : laureato in Scienze Economiche nel Marzo 1983 presso l’Università Bocconi di Milano. Attività formative: “King’s Fund College”, Londra: frequentazione di corsi di management sanitario; “Centre for Health Economics”, York: analisi bibliografica di pubblicazioni sul NHS inglese; “Ecole Nationale de la Santé Publique”, Rennes: frequentazione di corsi di management sanitario. Aree di interesse: Economia e Management sanitario. Attualmente: Direttore CESAV (Centro di Economia Sanitaria A. e A. Valenti dell’Istituto M. Negri); 1981-1983: ricercatore c/o l’Istituto M. Negri; 1983-1984: impiegato c/o la Banca Commerciale Italiana di Milano; Settembre 1984-Luglio 1985: consulente senior c/o la “Sogess srl” di Milano; 1985-1990: ricercatore c/o l’Università Bocconi di Milano. Principali pubblicazioni: • Garattini L, De Compadri P, Clemente R, Cornago D (2003) “Economic Evaluations in Italy: a Review of the Literature” International Journal of Technology Assessment in Health Care 19(4): 685-697. • Beghi E, Garattini L, Ricci E, Cornago D, Parazzini F on behalf of the EPICOS Group (2004) “Direct Cost of Medical Management of Epilepsy among Adults in Italy: A Prospective Cost-of-Illness Study (EPICOS)” Epilepsia 45(2): 171178. • Garattini L, Barbui C, Clemente R, Cornago D, Parazzini F on behalf of the Study Group SCORE (2004) “Direct Costs of Schizophrenia and Related Disorders in Italian Community Mental Health Services: A Multicenter, Prospective 1Year Follow up Study” Schizophrenia Bulletin 30(2): 295-302. • Ghislandi S, Krulichova I, Garattini L (2005) “Pharmaceutical policy in Italy: towards a structural change?” Health Policy 72: 53-63. • Garattini L, Ghislandi S (2006) “Off-patent drugs in Italy- A short-sighted view?” The European Journal of Health Economics 7(1): 79-83. • Garattini L, Cornago D (2006) “Pharmaceutical policy in Italy” (Editoriale) The European Journal of Health Economics 7(2):89-90. RAPPORTO ATTIVITA’ 330 2006 IRFMN INTRODUZIONE ALLE ATTIVITA' DEL CENTRO Il CESAV, Centro di Economia Sanitaria Angelo e Angela Valenti, esiste dal 1992 ed è localizzato a Ranica (BG) presso Villa Camozzi. Svolge attività di ricerca nel settore sanitario, al cui sviluppo offre il proprio contributo in materia di economia e di management. In particolare, la ricerca verte sulla valutazione economica, consistente nell'analisi dei costi e dei benefici di possibili alternative in sanità, e sull' analisi comparativa, basata principalmente sullo studio di sistemi sanitari esteri, al fine di individuare eventuali innovazioni da proporre al SSN e da estendere, più in generale, ai Paesi dell'Unione Europea. SCOPERTE/RISULTATI PRINCIPALI Nel 2006, gli studi di valutazione economica hanno riguardato stime sui costi sanitari del glaucoma, della BroncoPneumopatia Cronica Ostruttiva (BPCO) e del mieloma multiplo, mentre gli studi di analisi comparativa, in cui sono stati coinvolti Paesi dell’Unione Europea in vista di una maggiore integrazione futura anche in campo sanitario, si sono concentrati sull’Educazione Continua in Medicina (ECM). A livello nazionale, e più propriamente regionale, si sono condotte analisi di confronto sull’informazione medico-scientifica in alcune Regioni e sono stati condotti studi sugli schemi di prezzi ospedalieri in Francia. COLLABORAZIONI NAZIONALI Enti pubblici nazionali (Ministero della Sanità, Assessorati Regionali, Aziende Sanitarie Locali, Aziende Ospedaliere). Collaborazioni con enti privati (aziende del settore e associazioni di categoria). COLLABORAZIONI INTERNAZIONALI Cambridge Consultancy Company CES (Collège des Economistes de la Santé) , Parigi Università Corvinus, Budapest Global Fund , Ginevra Istituto WidO, Bonn Università Carlos III, Madrid Università di Hannover Università di York Università Pompeu Fabra, Barcellona Università Erasmus, Rotterdam RAPPORTO ATTIVITA’ 331 2006 IRFMN PRESENZA IN COMITATI EDITORIALI Acta Bio Medica (Livio Garattini) Applied Health Economics and Health Policy (Livio Garattini) Economia e Politica del Farmaco (Livio Garattini) Eurohealth (Livio Garattini) FarmacoEconomia News (Livio Garattini) Farmeconomia e Percorsi Terapeutici (Livio Garattini) Health Policy (Livio Garattini) L'Internista (Livio Garattini) Journal of Medical Economics (Livio Garattini) PharmacoEconomics Italian Research Articles (Livio Garattini) Quaderni di FarmacoEconomia (Livio Garattini) The European Journal of Health Economics (Livio Garattini) ATTIVITA' DI REVISIONE Applied Health Economics and Health Policy Epidemiologia e Psichiatria Sociale Epilepsia Health Policy The European Journal of Health Economics The European Journal of Neurology The European Journal of Public Health PharmacoEconomics PharmacoEconomics Italian Research Articles Value in Health ORGANIZZAZIONE DI EVENTI Convegno Nazionale di Farmacoeconomia: Gli studi di farmacoeconomia- “Un approccio critico alla materia”. “Nozioni base di valutazione economica in sanità”. “Gli aspetti economici del dolore in medicina generale”. “Pharmacoeconomic studies: tricks and traps”. “Gli studi di farmacoeconomia in Italia: fra scienza e marketing”. “Gli aspetti economici del cancro al colon retto”. 10-11 Maggio, Ranica (BG) PARTECIPAZIONE AD EVENTI CON CONTRIBUTI DEL CENTRO Convegno: “La terapia del paziente con dolore in Medicina Generale: evidenze cliniche e farmacoeconomia”. Relazioni: “Un quadro clinico epidemiologico del dolore in medicina generale: lo studio Pa.Co.fase I”. “L’impatto economico delle terapie per il dolore cronico ricorrente in medicina generale: lo studio Pa.Co.-fase II”. RAPPORTO ATTIVITA’ 332 2006 IRFMN “Gli studi italiani di farmacoeconomia sul dolore cronico ricorrente: una revisione critica della letteratura esistente e delle fonti di efficacia utilizzate negli studi economici”. 11 Febbraio, Trento. Convegno: “La Razionalizzazione della Spesa Farmaceutica”. Relazione: “Farmacoeconomia e Farmacoutilizzazione”. 22 Marzo, Bari. Convegno: “Opportunities in 2006 and beyond”. 7-9 Giugno, Cambridge. Convegno: “La ricerca economica al servizio della salute-5° Convegno Nazionale di Farmacoeconomia”. 13-14 Giugno, Milano. Convegno: “La ricontrattazione nelle gare per l’acquisto dei farmaci”. Relazione: “Il punto di vista dell’economista sanitario”. 20 Giugno, Milano. Congresso: “6th European Conference on Health Economics”. Relazioni: “A comparative analysis of pricing and reimbursement for in-patent drugs in 7 EU countries”. “A review of the pharmacoeconomic studies conducted in Italy”. “Reference price on off-patent drugs: an analysis of the Italian and the Spanish experience”. “Optimal pricing with endogenous reference price”. 6-9 Luglio, Budapest. Workshop: “Health Access-Mapping Health Services Access: National and Cross-border Issues”. 21 Settembre, Leuven. Corso: “La Farmacoeconomia nella ASL Salerno 3- La qualità totale nell’azienda sanitaria locale Salerno 3: possibili scenari di sviluppo”. Relazioni: “Peculiarità economiche del mercato sanitario”. “Approccio critico agli studi di farmacoeconomia”. “La Banca Dati Europea EURONHEED”. 25 Settembre, Salerno RAPPORTO ATTIVITA’ 333 2006 IRFMN CONTRIBUTI E CONTRATTI Abbott EG Grunenthal-Prodotti Formenti Janssen Cilag Novartis Ophtalmics Ratiopharm Sanofi Aventis Sanofi Pasteur MSD Teva Pharma Italia Vivisol Unione Europea SELEZIONE PUBBLICAZIONI SCIENTIFICHE APPARSE NELL'ANNO 2006 Barbui C, Motterlini N, Garattini L. “Health status, resource consumption, and costs of dysthymia. A multi-center two-year longitudinal study” Journal of Affective Disorders 90: 181-186. Garattini L, Ghislandi S “Off-patent drugs in Italy- A short-sighted view?” The European Journal of Health Economics 7(1): 79-83. Garattini L, Cornago D “Pharmaceutical policy in Italy” (Editoriale) The European Journal of Health Economics 7(2):89-90. SELEZIONE PUBBLICAZIONI DIVULGATIVE APPARSE NELL'ANNO 2006 Motterlini N, Cornago D, Garattini L “I costi di struttura dei reparti di oftalmologia in Italia” FarmacoEconomia News 2: 3-7. Cerzani M, Cornago D, Garattini L “I dispositivi per assorbenza: modalità di acquisto e distribuzione in Italia” Economia & Politica del Farmaco 7: 20-26. Cerzani M, Barbui C, Garattini L “Le valutazioni economiche del trattamento farmacologico con antipsicotici nella schizofrenia: una rassegna degli studi italiani” Epidemiologia e Psichiatria Sociale 15(2): 153-160. Cerzani M, Pasina L, Clavenna A, Nobili A, Garattini L “Uso dei nuovi farmaci antinfiammatori non steroidei in medicina generale” Ricerca & Pratica 22(4): 152-167. De Compadri P, Cerzani M, Zaniboni A, Garattini L “Una revisione sistematica delle valutazioni economiche complete sui regimi di chemioterapia nel cancro al colon retto” Quaderni di Farmaco Economia 1: 15-23. Garattini L “Tra realismo e buoni propositi-In attesa delle elezioni” Dialogo sui farmaci 1:24-25. Garattini L “I rischi di una visione a breve, tra RP, limiti alla diffusione e riallocazione della domanda”About Pharma 39: 37-38. Mc Nee W, England S (traduzione a cura di De Compadri P e Garattini L “L’Agenzia PHARMAC in Nuova Zelanda-Un esempio di sfide e successi” Dialogo sui farmaci 2:78-81. Garattini L “La liberalizzazione nel settore delle farmacie al pubblico: è ora di cambiare anche in Italia?” Consumatori, Diritti e Mercato 3:57-64. RAPPORTO ATTIVITA’ 334 2006 IRFMN ATTIVITA' DI RICERCA Attività di formazione Il CESAV svolge attività di formazione prevalentemente collegata ai progetti di ricerca, al fine di offrire contributi formativi originali che si alimentino dei contenuti dell'attività primaria del centro. Valutazione Economica L'obiettivo di questa linea di ricerca è valutare i costi delle patologie e i rapporti costo-efficacia delle alternative diagnostico-terapeutiche disponibili. I tipi di analisi si differenziano a seconda che si tratti di studi osservazionali di costi della patologia, oppure di studi di valutazione economica in senso completo (tipicamente analisi costo-efficacia). Nel primo caso, il metodo utilizzato è quello di seguire coorti di pazienti affetti dalla stessa patologia per un periodo significativo di tempo, al fine di verificare i relativi consumi di risorse sanitarie, da monetizzare poi attraverso l'individuazione dei costi unitari delle singole prestazioni. In particolare a livello ospedaliero, l'obiettivo è quello di stimarne i costi unitari attraverso i dati di contabilità per centri di costo, laddove disponibili. Nel secondo caso, all'analisi dei costi si aggiunge la valutazione dell'efficacia delle alternative prese in esame (si raccolgono, quindi, informazioni anche di carattere clinico sulle terapie analizzate). Analisi Comparativa L'obiettivo di questa linea di ricerca è studiare l'organizzazione dei sistemi sanitari per trarre delle indicazioni dai confronti sistematici fra gli stessi. Le scelte dei legislatori nazionali, a fronte di problemi comuni in ogni Paese, variano molto da una nazione all'altra. L'intervento pubblico è presente in ogni nazione, poiché il servizio sanitario non possiede meccanismi regolatori di mercato collegati alle leggi economiche della domanda e dell'offerta; pertanto, l'analisi comparativa a livello internazionale di tali scelte è utile per verificare il livello di razionalità conseguito da ogni politica sanitaria nazionale. Lo schema d'indagine del CESAV prevede un approfondimento dell'assetto istituzionale, dei principali servizi erogati e della gestione finanziaria del sistema indagato per ricostruirne una monografia il più possibile esaustiva, traendo in ultima analisi indicazioni sia positive che negative del relativo funzionamento. RAPPORTO ATTIVITA’ 335 2006 IRFMN RAPPORTO ATTIVITA’ 336 2006 IRFMN Centro Ricerche Trapianti Chiara Cucchi De Alessandri e Gilberto Crespi Il Centro Ricerche Trapianti (CRT) è nato nel 2002 per sostenere e promuovere il lavoro dei migliori ricercatori di tutto il mondo e per portare a termine importanti programmi di ricerca nell'ambito della trapiantologia. Il Centro ha sede a Villa Camozzi (Ranica), presso l'Istituto Mario Negri di Bergamo ed è gestito in collaborazione con l'Istituto stesso. Lo staff del CRT è composto prevalentemente da ricercatori senior e junior che si sono formati nei Laboratori dell'lstituto Mario Negri di Bergamo nell'ambito dell'immunologia del trapianto, della ricerca di farmaci immunosoppressori meno tossici e di nuove tecniche di terapia genica per prevenire il rigetto acuto del trapianto d'organo. Informazioni sulle attività di ricerca del Centro sono presenti nelle attività dei Dipartimenti di Medicina Molecolare (Laboratorio di Immunologia e Genetica del Trapianto e Malattie Rare) e di Medicina Renale (Laboratorio di Farmacocinetica e Chimica Clinica). RAPPORTO ATTIVITA’ 337 2006 IRFMN RAPPORTO ATTIVITA’ 338 2006 IRFMN L’ATTIVITA’ DIDATTICA Responsabile della Formazione – Dott. Mario Salmona L’attività didattica dell’Istituto si svolge nel campo delle scienze biomediche, è inserita nell’ambito dei programmi di formazione professionale della Regione Lombardia ed è costituita da un percorso formativo per la specializzazione di tecnici di laboratorio, per la specializzazione post-dottorale di laureati che intendono dedicarsi alla ricerca e per il diploma di Infermiere professionale in ricerca clinica (presso il Centro di Ricerche Cliniche per le Malattie Rare “Aldo e Cele Daccò” di Ranica, Bg). Dal 1999 l’Istituto ha anche attivato un corso di Ph.D (Dottorato di Ricerca) in collaborazione con la Open University inglese. Il diploma rilasciato ha valore legale in tutta Europa e Stati Uniti. Dal 2006 l’Istituto ha anche avviato un Corso di Master di 1° livello in Ricerca Clinica, in collaborazione con l’Università di Milano. Tutti gli allievi dei corsi dopo tre mesi di preparazione fruiscono di borse di studio dell’Istituto, che dal 1963 al 2005 ne ha erogate 6123 di cui 668 a ricercatori stranieri. L’Istituto favorisce l’inserimento nel mondo del lavoro degli allievi dopo il conseguimento del diploma. La caratteristica metodologica essenziale dei corsi consiste nel fatto che tecnici e ricercatori si formano "sul campo". Essi partecipano infatti, a tempo pieno, a programmi di ricerca di alto livello scientifico, impiegando strumenti e tecnologie avanzati e collaborando con ricercatori di vari Paesi: praticano cioè una ricerca altamente formativa anche a livello di rapporti personali. Gli allievi svolgono la loro attività di specializzazione prevalentemente in un determinato laboratorio dell’Istituto e sono progressivamente inseriti nei programmi di ricerca in corso. Essi sono tenuti a frequentare lezioni, seminari, corsi e convegni e a utilizzare la biblioteca interna. L’Istituto fornisce a tutti gli allievi la possibilità di utilizzare Internet per l’accesso alle basi di dati di biomedicina e stampare in linea gli articoli delle principali riviste scientifiche. Gli allievi devono essere disponibili a recarsi all’estero per partecipare a corsi e congressi. I diplomi di “Specialista in Ricerca Farmacologica” e di “Tecnico in Ricerca Biochimica” sono rilasciati ufficialmente dalla Regione Lombardia e dall’Istituto di Ricerche Farmacologiche “Mario Negri” e hanno valore legale in tutto il territorio della Repubblica Italiana. Essi possono essere riconosciuti nei concorsi pubblici e contribuire alla formazione dei relativi punteggi. Infine, i diplomi rilasciati dall’Istituto “Mario Negri” vengono unanimamente considerati una garanzia di ottima formazione teorica e pratica. Il titolo di Ph.D ha valore legale in tutta Europa e USA ed è equivalente al titolo di Dottorato di Ricerca. Una volta ottenuto il Diploma regionale oppure il titolo di Ph.D gli allievi che vogliono RAPPORTO ATTIVITA’ 339 2006 IRFMN proseguire la loro attività nella ricerca possono ottenere delle borse di studio per trascorrere all’estero uno o due anni di ulteriore specilizzazione presso rinomati istituti stranieri. I corsi attualmente tenuti sono: • Corso triennale per laureati, a Milano o a Bergamo, che porta al conseguimento del diploma di “SPECIALISTA IN RICERCA FARMACOLOGICA”. • Corso triennale per diplomati, a Milano o a Bergamo, che porta al conseguimento del diploma di “TECNICO IN RICERCA BIOCHIMICA”. • Corso di Ph.D. (Dottorato di Ricerca) nell’ambito di un accordo siglato con la Open University inglese. • Corso biennale per infermieri professionali che porta al conseguimento del diploma di “INFERMIERE PROFESSIONALE IN RICERCA CLINICA” (presso il Centro Daccò di Ranica, Bg). Altre attività formative • TESI DI LAUREA E’ possibile preparare la tesi di laurea in materie scientifiche presso l’Istituto previa approvazione delle rispettive Facoltà. E’ necessario frequentare l’Istituto per almeno 2 anni. • SUMMER STUDENTS L’Istituto accoglie, nei mesi di giugno e luglio, un certo numero di studenti degli ultimi due anni delle scuole superiori nell’ambito degli stage formativi “scuola-lavoro”. RAPPORTO ATTIVITA’ 340 2006 IRFMN ORGANIGRAMMA Unità organizzative Uffici e Servizi RAPPORTO ATTIVITA’ 341 2006 IRFMN RAPPORTO ATTIVITA’ 342 2006 IRFMN Prof. Silvio Garattini Silvio Garattini è nato a Bergamo il 12/11/1928. Perito Chimico. Dottore in Medicina. Libero Docente in Chemioterapia e Farmacologia. Assistente ed Aiuto presso l'Istituto di Farmacologia dell’Università di Milano fino all'anno 1962. Fondatore nel 1963 e direttore dell'Istituto di Ricerche Farmacologiche "Mario Negri". Attualmente l'Istituto "Mario Negri" ha quattro localizzazioni (Milano, Bergamo, Ranica (Bg), S. Maria Imbaro (Ch)) con un personale di oltre 850 unità. Autore di molte centinaia di lavori scientifici pubblicati in riviste nazionali ed internazionali e di numerosi volumi nel campo della farmacologia. Fa parte del Gruppo 2003 (gruppo dei ricercatori italiani altamente citati nella letteratura scientifica internazionale). Fondatore dell'European Organization for Research on Treatment of Cancer. Negli ultimi decenni é stato membro di vari organismi fra cui: Comitato di Biologia e Medicina del Consiglio Nazionale delle Ricerche (C.N.R.), Consiglio Sanitario Nazionale e Commissione della Presidenza del Consiglio dei Ministri per la politica della ricerca in Italia, Membro della Commissione Unica del Farmaco (CUF) del Ministero della Sanità. Ha ricoperto le seguenti cariche: Presidente del Comitato di Chemioterapia Antitumorale dell'Unione Internazionale contro il Cancro, Presidente della Organizzazione Europea di Ricerche sul Cancro (EORTC), Consulente dell'Organizzazione Mondiale della Sanità. Membro del Consiglio di Amministrazione dell'Istituto Superiore di Sanità. Presidente della European Society of Biochemical Pharmacology. Membro del Committee for Proprietary Medicinal Products (CPMP) dell'European Agency for the Evaluation of Medicinal Products (EMEA) .Membro del Comitato esecutivo per la Politica della Ricerca (CEPR) del Ministero dell'Università e della Ricerca Scientifica e Tecnologica, Presidente Steering Advisory Group Current Controlled Trials, Componente del Comitato Scientifico della Lega Italiana per la Lotta Contro i Tumori . Vice-Presidente del Consiglio Superiore di Sanità. Presidente Commissione Ricerca e Sviluppo dell'Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA). Attualmente è Presidente dell'Associazione "Via di Natale" e della Fondazione Angelo e Angela Valenti. Presidente della Commissione Tecnica per l'Assistenza Farmaceutica, Regione Autonoma della Sardegna. Componente Comitato Strategico per il Welfare, Regione Lombardia, Attualmente è Componente del Consiglio Superiore di Sanità e Membro del Comitato Nazionale di Bioetica. Fellow della New York Academy of Sciences, dell'American Association for the Advancement of Science e di numerose società scientifiche nazionali ed internazionali. Honorary Fellow Royal College of Physicians (Pharmaceutical Medicine). Tra le numerose onorificenze ricevute si segnalano la Legion d'Onore della Repubblica Francese per meriti scientifici; Premio della Società Italiana di Chimica “Giulio Natta”, Grand Ufficiale della Repubblica Italiana e Lauree Honoris Causae alle Università di Bialystok, Polonia e di Barcelona, Spagna. Fra i premi dell’ultimo triennio : Premio Ippocrate per la comunicazione scientifica. Premio Mens Sana in Corpore Sano. Università degli Studi di Milano, Premio Nuova Spoleto, Premio Angelo dell’Anno, Alkmeon International Prize, Premio Internazionale Sant’Agostino Città di Bergamo, Premio Il Campione per la Scienza. Premio Luigi Coppola, Lecce. In oltre 40 anni di attività, l'Istituto di Ricerche Farmacologiche "Mario Negri", sotto la direzione del Prof. Garattini, ha prodotto oltre 10.000 pubblicazioni scientifiche e circa 200 volumi, in cancerologia, chemioterapia e immunologia dei tumori, in neuropsicofarmacologia, in farmacologia cardiovascolare e renale. Oltre 4000 sono i giovani laureati e tecnici che si sono specializzati in questo periodo presso l'Istituto. RAPPORTO ATTIVITA’ 343 2006 IRFMN RAPPORTO ATTIVITA’ 344 2006 IRFMN Prof. Giuseppe Remuzzi Giuseppe Remuzzi è nato a Bergamo nel 1949, si è laureato in Medicina e Chirurgia a Pavia nel 1974. Nel 1977 si è specializzato presso l'Università di Milano in Ematologia Clinica e di Laboratorio e nel 1980 si é specializzato in Nefrologia Medica presso la stessa Università. Nel 1976 ha conseguito l'idoneità a primario di Nefrologia e Dialisi. Dal 1975 lavora presso l'U.O. di Nefrologia e Dialisi degli Ospedali Riuniti di Bergamo, nel 1986 é diventato Aiuto Primario e nel 1999 Primario presso la stessa Unità Operativa dove tuttora presta la sua opera. Dal 1996 gli è stato conferito l'incarico di Direttore del Dipartimento Pubblico-Privato di Immunologia e Clinica dei Trapianti di Organo (collaborazione tra Ospedali Riuniti e Istituto Mario Negri) che nel 2002 ha cambiato denominazione in Dipartimento di Medicina Specialistica e dei Trapianti. Tra il 1979 e 1980 ha trascorso periodi di formazione presso il Laboratorio Biologia Cellulare dell'Istituto di Fisiologia Animale dell'Università di Cambridge e il Laboratorio di Scienze Cliniche della Scuola di Medicina del Guy's Hospital a Londra. Nel 1980 é stato nominato Consulente per i problemi renali dell'Istituto Mario Negri di Milano. Da quando l'Istituto Mario Negri ha aperto la sua sede a Bergamo, dirige il Laboratorio di Nefrologia e coordina tutte le attività di ricerca della sede di Bergamo dell'Istituto Mario Negri e dal 1992 anche del Centro di Ricerche Cliniche per le Malattie Rare "Aldo e Cele Daccò" di Ranica (BG). Ha tenuto corsi presso varie Università estere quali: Boston, Stanford, Ontario (Canada) e Londra. Dal 1985 al 1989 ha insegnato Immunologia presso il New York Medical College di Valhalla, New York; nel 1990 é stato nominato Visiting Professor presso una delle Università di Londra, University College and Middlesex School of Medicine, dove da allora tiene ogni anno un corso di lezioni post-laurea sulle malattie del rene. Nel 2003 è stato nominato Professore Onorario presso l'Università di Maastricht. Ha insegnato Nefrologia in diverse Università italiane tra cui Padova, Milano e Brescia. La sua attività scientifica riguarda soprattutto le cause delle glomerulonefriti e i meccanismi di progressione delle malattie renali. In questo campo ha contribuito a definire, attraverso studi in modelli sperimentali e nell'uomo, il ruolo dell'alterata permeabilità glomerulare alle proteine nella progressione del danno renale e il contributo critico della risposta infiammatoria interstiziale secondaria all'eccessivo riassorbimento tubulare di proteine. Altrettanto significativo è stato il suo contributo alla terapia delle nefropatie croniche. In particolare vanno considerati i risultati dello studio " REIN" nelle nefropatie croniche con proteinuria, che hanno dimostrato l'efficacia del trattamento con ACE inibitore nel rallentare e in alcuni casi arrestare la progressione del danno renale, evitando la necessità del trattamento dialitico. Nel settore del rigetto del trapianto gli studi recenti del dottor Remuzzi e dei suoi collaboratori hanno dimostrato per la prima volta che è possibile ottenere nell'animale la sopravvivenza indefinita di un organo incompatibile senza farmaci antirigetto "educando" il timo a riconoscere l'organo trapiantato come proprio. E' membro dell'International Advisory Board delle riviste The Lancet e New England Journal of Medicine; é uno dei vice-direttori della rivista American Journal of Kidney Diseases; ha diretto dal 1992 al 1998 la rivista internazionale Journal of Nephrology. Fa parte del Comitato Editoriale di numerose riviste internazionali di Medicina e di Nefrologia fra cui le più importanti sono: "Kidney International", Nephrology Dialysis and Transplantation, Experimental Nephrology, Current Opinion in Nephrology and Hypertension. Dal 1997 è stato nominato Associate Editor e dal gennaio 1999-dicembre 2001 Consulting Editor della rivista Journal of the American Society of Nephrology. Nel 2000 è stato nominato Chairman del COMGAN (Commission on Global Advancement of Nephrology) - Research Subcommittee della Società Internazionale di Nefrologia. Il dottor Remuzzi fa parte della New York Academy of Sciences. Dal maggio 1998 é stato nominato membro dell' American Association of Physicians di Washington e del Royal College of Physicians di Londra. Il dottor Remuzzi è autore di 885 pubblicazioni su riviste internazionali (altri 25 articoli sono in corso di stampa) e di 7 libri di argomento nefrologico. Ha presentato 470 lavori a congressi internazionali su temi di Nefrologia e Trapianto. RAPPORTO ATTIVITA’ 345 2006 IRFMN RAPPORTO ATTIVITA’ 346 2006 IRFMN Mario Negri Milano Direzione Direttore Prof. Silvio GARATTINI, Dr. Med. Amministrazione Maria Grazia PEZZONI, Capo Servizio Amministrativo Ufficio Studi Armanda JORI, Dr. Farm. Ufficio Stampa Isabella BORDOGNA, Dr. Filosofia Ufficio Relazioni Esterne Claudio PANTAROTTO, Per. Chim. Servizio Prevenzione e Protezione Emilio BENFENATI, Dr. Chim. Annamaria SEGALINI, Dr. Fisica English Style Editor Judy BAGGOTT Manutenzione Generale Alessandro CAMPOSARCONE Servizio Fotografico Felice DE CEGLIE Ufficio Acquisti Eufrasia COVIELLO Segreteria di Direzione Rosanna MAPELLI, Capo Segreteria Segreteria Generale Elena Pozzoli Custodi Elisabetta e Romano BERTOLI RAPPORTO ATTIVITA’ 347 2006 IRFMN Laboratori Negri Bergamo Direzione Direttore Coord. Ricerche Segretario Scientifico Prof. Silvio GARATTINI, Dr. Med. Giuseppe REMUZZI, Dr. Med. Ariela BENIGNI, Dr. Sci. Biol., Ph. D. Progetti di Ricerca/Assistenza Amministrazione Daniela MELACINI, Dr. Sci. Biol. Ufficio Stampa e Comunicazione Francesca DI FRONZO, Dr. Letteratura Servizio Grafico Scientifico Antonella PICCINELLI, Dr. Sci. Biol. Servizio Prevenzione e Protezione Responsabile Annamaria SEGALINI, Dr. Fisica, Flavio GASPARI, Dr. Chim. Biblioteca Responsabile Anna BOZZALE Valeria MIGLIOLI Manutenzione Generale Giancarlo GASPARI Segreteria di Direzione Antoinette van ENGELEN, Capo Segreteria RAPPORTO ATTIVITA’ 348 2006 IRFMN Centro Aldo e Cele Daccò Ranica (Bg) Direzione Direttore Coord. Ricerche Segretario Scientifico Direttore Sanitario Prof. Silvio GARATTINI, Dr. Med. Giuseppe REMUZZI, Dr. Med. Ariela BENIGNI, Dr. Sci. Biol., Ph. D. Norberto PERICO, Dr. Med. Ufficio Stampa e Comunicazione Francesca DI FRONZO, Dr. Letteratura Servizio Prevenzione e Protezione Responsabile Annamaria SEGALINI, Dr. Fisica, Paola BOCCARDO, Dr. Sci. Biol. Biblioteca ‘Mansueto Astori’ Responsabile Anna BOZZALE Monica MINALI Segreteria di Direzione Daniela RICEPUTI, Capo Segreteria Segreteria Studi Clinici Paola BOCCARDO, Dr. Sci. Biol. Manutenzione Generale/Custode Giovanni GERVASONI RAPPORTO ATTIVITA’ 349 2006