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FIBROMIALGIA – COMPLETE F-M
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Autore: Francesco Gandolfi
DISTURBI DELL‟APPARATO MUSCOLO-SCHELETRICO
FIBROMIALGIA
La sindrome fibromialgica è una forma comune di dolore muscolo-scheletrico diffuso e di affaticamento
(astenia) che colpisce approssimativamente 1,5/2 milioni di Italiani: si tratta di una malattia in forte
aumento, caratterizzata da dolori diffusi in buona parte dei muscoli e giunture, spesso associati ad altri
disturbi come rigidità, depressione, stanchezza, allergia, emicrania. Circa il 4% della popolazione dei paesi
industrializzati occidentali soffre di questo quadro doloroso, e l‟80-90% dei colpiti è di sesso femminile.
Poiché i sintomi della fibromialgia sono comuni anche ad altre malattie, è necessaria una diagnosi iniziale
approfondita per escludere l‟esistenza delle altre malattie con le quali la fibromialgia potrebbe essere
confusa. Il termine fibromialgia significa dolore nei muscoli e nelle strutture connettivali fibrose (i
legamenti e i tendini). Questa condizione viene definita "sindrome" poiché esistono segni e sintomi clinici
che sono contemporaneamente presenti che spesso possono confondere poiché possono essere riscontrati
in altre condizioni cliniche.
Il termine fibromialgia deriva dal latino fibra e dal greco  (muscolo) unito a  (dolore). La malattia
è conosciuta fin dal 1800 ed è stata chiamata in molti modi; per un certo periodo è stata conosciuta come
Fibrosite di Gowers: il suffisso “-ite” significa infiammazione, un processo che si manifesta con dolore a
livello dell‟area colpita, calore, tumefazione e rigidità, con evidente limitazione funzionale della parte. I
ricercatori hanno evidenziato che l‟infiammazione non è una parte significativa di questa malattia: il nome
fibromialgia o sindrome fibromialgica è pertanto più accurato, e dal 1976 ad oggi, ha ampiamente
rimpiazzato i vecchi termini utilizzati. Il quadro sintomatologico può essere confuso con la CFS (Sindrome
da Fatica Cronica) o con la MCS (Sindrome da Multi-sensitibilità Chimica); in tutte e tre, in vario grado, è
possibile osservare alterazioni in senso auto-immune del sistema immunitario dell'individuo affetto.
Le cause della fibromialgia sono sconosciute e sono state formulate varie ipotesi. Il fatto che colpisca
quasi esclusivamente le donne (circa il 90% dei pazienti è di sesso femminile) induce a ritenere che
entrino sicuramente in gioco dei fattori ormonali. Le ricerche più recenti si sono peraltro concentrate sul
sistema nervoso centrale. Secondo gli ultimi studi (Bennett R 2005; Gerwin RD 2005) si tratterebbe di
una malattia caratterizzata da una sensibilizzazione centrale del midollo spinale e del sistema nervoso
centrale. Questa sensibilizzazione potrebbe verificarsi perché delle citochine infiammatorie scatenano un
fattore chiamato INOS (inducible-nitric-oxide-synthase) nei muscoli; ciò provoca una stimolazione
eccessiva dei recettori del dolore ed un aumento dei fattori ossidanti e radicali liberi. Le forme di
fibromialgia si associano pertanto in genere ad uno stato infiammatorio generalizzato; altri fattori che
possono scatenare o aggravare gli squilibri ormonali femminili e la sensibilizzazione del sistema nervoso
centrale sono: una potenziale (ma probabile) disbiosi intestinale caratterizzata dalla presenza di Candida
Albicans; la presenza di metalli tossici (mercurio, piombo, alluminio ed altri). In certi casi, vi può essere
una componente infettiva; uno studio fa riferimento alla presenza del Mycoplasma Tuberculosis, altri alla
Borrelia Burgdorferii in alcuni soggetti affetti da fibromialgia.
Molti differenti fattori possono scatenare una sindrome fibromialgica, anche se al momento l‟eziologia
precisa rimane ignota: eventi stressanti, un trauma fisico o psichico, alterazioni del sonno possono essere
considerate cause scatenanti del quadro mialgico; attualmente si pensa che alla base di questa sindrome
possa esserci un disturbo che coinvolge il sonno (nello stadio quattro) 1, infatti molti autori hanno
osservato significative alterazioni nella qualità del sonno.
Molti studi hanno valutato alterazioni di mediatori chimici quali i neurotrasmettitori a livello centrale o di
sostanze ormonali: per quanto riguarda l‟eziologia dolorosa della malattia recentemente si è dimostrato
un ruolo centrale per la neurotrasmissione dopaminergica nella percezione del dolore, quindi ad una
1
Sommer C, Häuser W, Gerhold K, Joraschky P, Petzke F, Tölle T, Uçeyler N, Winkelmann A, Thieme K. (2008). Etiology and pathophysiology of fibromyalgia syndrome and chronic widespread pain Schmerz.
Nessuna affermazione riportata sulla presente pubblicazione è finalizzata alla cura di malattie diagnosticate o ignote. Si consiglia sempre di riferire sintomi e disturbi al proprio
medico curante e di informarlo d‟eventuali integratori assunti per prevenire potenziali interazioni con farmaci. Nessuna delle affermazioni riportate, dei suggerimenti nutrizionali
e delle ricerche riportate sono finalizzate alla diagnosi, alla cura o al trattamento di patologie e non dovrebbero essere considerate consiglio medico.
informazioni nutrizionali a cura di
VIA PESCHIERA, 25 – 41100 MODENA – ITALIA - tel. +39 0593981901 – fax. +39 0593981902 - mail:
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Autore: Francesco Gandolfi
diminuzione di dopamina nella persona probabilmente contribuisce al nascere dei sintomi dolorosi che si
presentano nella fibromialgia2.
La sindrome fibromialgica sembra dipendere da una ridotta soglia di sopportazione del dolore, dovuta ad
un‟alterazione delle modalità di percezione, a livello del sistema nervoso centrale, degli input
somatoestesici (alterazione della soglia nocicettiva): questo comporta una particolare vulnerabilità
recettoriale nocicettiva a livello dei muscoli quando sottoposti a microtraumi ripetuti; l‟effetto è la genesi
di quadro tipico di risposta allo stress cronico, associato a difficoltà del sonno, con ipercortisolemia,
riduzione della produzione endogena di GH ed alterazioni neuro-metaboliche che rendono il sistema
nervoso particolarmente vulnerabili agli ulteriori stress. Nello stress cronico l‟aumento dei livelli ematici di
cortisolo e la diminuzione costante dei livelli di deidroepiandrosterone (DHEA), che si riscontrano nelle
persone costantemente sotto stress, sono fattori che generano affaticamento e stanchezza, infiammazioni
croniche, rallentamento dei processi di cicatrizzazione, frammentazione del tessuto fasciale e dei tessuti
connettivali, alterazioni dell‟omeostasi glucidica.
L‟asse ipotalamo-ipofisi-surrene rappresenta la struttura più importante del sistema neuro-immunoendocrino, implicata nelle risposte di allarme e di adattamento allo stress; rispondendo agli stressors
aumenta la secrezione di CFR (Corticotropin-Releasing Factor), adrenalina, serotonina, GABA (Acido
Gamma-Ammino-Butirrico) e acido glutammico. Il CRF, a sua volta, attiva i neuroni noradrenergici del
Locus Ceruleus e stimola la secrezione ipofisaria di ACTH (AdrenoCorticoTropic Hormone). L‟aumento dei
livelli ematici di adrenalina e del cortisolo, in particolare, è di estrema importanza, in quanto induce una
complessa serie di risposte metaboliche, il cui scopo finale è quello di ridurre o annullare gli effetti negativi
dello stress. Cessato lo stress, l‟ipercortisolemia, attraverso un meccanismo diretto di feed-back negativo
sull‟ipotalamo e sull‟adenoipofisi, ristabilisce l‟equilibrio omeostatico. L‟aumentata secrezione di CRF ed
ACTH e l‟attivazione del Locus Ceruleus, il principale nucleo noradrenergico cerebrale, influenzano anche
diversi aspetti del comportamento quali l‟attenzione, la memoria, lo stato di allerta, il tono affettivo ed
emozionale, che sono di estrema importanza per i processi di adattamento allo stress.
Nello stress cronico, l‟esposizione prolungata agli alti livelli di cortisolo riduce la sensibilità dei recettori
cerebrali per il cortisolo ed altera di conseguenza i meccanismi di feed-back, nonché il ritmo circadiano del
CFR e dell‟ACTH. L‟ipercortisolemia causata dal rilascio da parte della midollare del surrene, come risposta
ai continui stimoli stressogeni, comporta fenomeni di redistribuzione del sangue a livello dei distretti
muscolari e dei tessuti grassi; i tessuti gastrici tendono ad infarcirsi di adipe, visto l‟elevato numero di
recettori per i glucocorticoidi, presenti nella parete addominale3. Secondo alcuni studiosi, gran parte dei
disturbi alimentari primari quali anoressia, bulimia, obesità infantile primaria possono essere ricondotti ad
una risposta adattativa allo stress, che inducono alterazioni dei livelli ematici di cortisolo e melatonina 4,
inibizione della produzione da parte dell‟organismo di GH (ormone della crescita), riduzione dei livelli del
testosterone e degli ormoni ipofisari, interferenze con l‟asse ipotalamo-tiroideo.
Alla luce della presenza di un quadro di ipersensibilità verso gli stimoli ambientali, vari fattori si possono
rivelare come elementi in grado di peggiorare i sintomi o favorire una recrudescenza del quadro
sindromico.
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stress (eventi stressanti - traumi - lutti)
affaticamento (per lavoro)
carenza di sonno
rumore
freddo
umidità
cambiamenti meteorologici repentini
periodo pre-mestruale
La fibromialgia interessa principalmente i muscoli e le loro inserzioni sulle ossa. Sebbene possa
assomigliare ad una patologia articolare, non si tratta di artrite e non causa deformità delle strutture
articolari. La fibromialgia è in effetti una forma di reumatismo extra-articolare o dei tessuti molli. La
2
3
4
Wood PB. (2008). Role of central dopamine in pain and analgesia. Expert Rev Neurother. 8: 781-797.
Drapeau, Drapeau V, Therrien F, Richard D, Tremblay A, “Is visceral obesity a physiological adaptation to stress?” Panminerva Med 2003 Sep; 45(3):189-95.
Ferrari E, Magri F, Pontiggia B, Rondanelli M, Fioravanti M, Solerte SB, Severgnini S, “Circadian neuroendocrine functions in disorders of eating behavior,” Eat Weight Disord 1997 Dec; 2(4):196-202.
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medico curante e di informarlo d‟eventuali integratori assunti per prevenire potenziali interazioni con farmaci. Nessuna delle affermazioni riportate, dei suggerimenti nutrizionali
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sindrome fibromialgica manca di alterazioni di laboratorio. Infatti, la diagnosi dipende principalmente dai
sintomi che il paziente riferisce. Alcune persone possono considerare questi sintomi come immaginari o
non importanti. Negli ultimi dieci anni, tuttavia, la fibromialgia è stata meglio definita attraverso studi che
hanno stabilito le linee guida per la diagnosi. Questi studi hanno dimostrato che certi sintomi, come il
dolore muscolo-scheletrico diffuso, e la presenza di specifiche aree algogene alla digitopressione (tender
points) sono presenti nei pazienti affetti da sindrome fibromialgica e non comunemente nelle persone
sane o in pazienti affetti da altre patologie reumatiche dolorose.
Il sintomo principale è il dolore, spesso associato a quadri sintomatologici estremamente poliedrici: oltre
ai sintomi tipicamente muscolari (astenia, rigidità, impaccio nei movimenti mattutini, crampi muscolari
notturni, fascicolazioni) sono frequenti i disturbi del sonno (insonnia o sonno non riposante), cefalea,
dolori al torace o a livello lombare; parestesie, intorpidimenti e formicolii periferici, alterazioni
dell‟equilibrio. Subentrano spesso anche sintomi più generici quali senso di confusione o stordimento,
difficoltà di concentrazione o scarsa memoria, visione sfuocata, alterazione della percezione di caldo e
freddo, ipersensibilità al tatto – olfatto – udito – vista, intolleranza al caldo-umido o al freddo, fotofobia,
stanchezza, metereopatia: tutti sintomi riconducibili ad una sindrome da stress cronico. Talvolta si
osserva l‟insorgenza di sintomi viscerali come colon irritabile, secchezza oculare e delle mucose,
vestibolite o sintomatologie psicologico-comportamentali come disturbi affettivi o ansia.
Esistono linee guida per la diagnosi, ma riconoscere la fibromialgia resta complicato: ad una normale
visita tutto sembra solitamente nella norma e le persone possono apparire sane, però un attento esame
dei muscoli rivela la presenza di aree dolenti in
sedi specifiche, i cosiddetti tender (trigger)
points, che aiutano a differenziare la fibromialgia
da altre condizioni cliniche. Non tutti i medici
sono a conoscenza di questa sindrome, ma la
maggior parte dei reumatologi sa come eseguire
la valutazione dei tender points per arrivare a una
diagnosi
di
fibromialgia.
La
diagnosi
di
fibromialgia,a tutt'oggi, è basata sui criteri
dell'American College of Rheumatology (ACR) del
1990 che prevedono la presenza di dolore
muscolo-scheletrico diffuso (cioè che interessa
entrambi i lati del corpo sia nella parte superiore
che inferiore e che coinvolge tutta la colonna
vertebrale) da almeno 3 mesi associato a
dolorabilità di almeno 11 dei 18 trigger (tender)
points illustrati nella pagina precedente: l'utilizzo
di tali criteri ha costituito un importantissimo
passo in avanti nella comprensione della
fibromialgia consentendo di standardizzare la
diagnosi e di potere confrontare i lavori scientifici
in particolare quelli di tipo epidemiologico.
Nondimeno i criteri ACR sono comunque criticabili
sotto diversi aspetti: oltre ai 18 descritti esistono
nei singoli pazienti molti altri tender points ed in
generale ogni inserzione tendinea e ogni muscolo
sono potenzialmente dolenti; la dolorabilità dei
vari tender points varia spontaneamente anche
da un giorno all'altro e stabilire un limite netto
negli 11 tender points può comportare che un
giorno il paziente rientri nei criteri ed il giorno
dopo non sia più così. Non sempre i pazienti
manifestano dolore in tutti i quattro quadranti del
corpo ed è anzi frequente che il paziente descriva
il dolore diffuso come "mi fa male tutta la parte
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destra del corpo" oppure "ho dolore alla
schiena e a tutte e due le gambe"; quando la
ricerca dei tender points viene eseguita da
operatori inesperti, sono frequenti errori
diagnostici (pressione su punti anatomici
sbagliati oppure pressione troppo lieve o
troppo intensa).
A lato, un quadro sinottico per la diagnosi
differenziale di Fibromialgia (immagine tratta
dal sito http://www.sindromefibromialgica.it/)
Da un punto di vista nutrizionale, numerosi
pazienti riferiscono un miglioramento dei
sintomi utilizzando diete a basso contenuto di
grassi: non esiste una dieta specifica per la
fibromialgia, ma certamente per una patologia
che si esprime con dolore e stanchezza
muscolare l‟alimentazione ha un
ruolo
decisivo. In considerazione chi è affetto da
fibromialgia soffre di disbiosi intestinali
(spesso associate a candidosi) e di ridotta
capacità digestiva dei grassi e sovraccarico
epatico, si possono utilizzare i seguenti
consigli come linee guida generali:
1. ridurre il più possibile lo zucchero ed il
sale; cercare di evitare, per quanto possibile,
coloranti artificiali, aspartame, tartrazina, glutammato monopodico.
2. utilizzare una dieta a prevalenza vegetale, con adeguato apporto proteico, con riduzione della
carne rossa qualora venga consumata in eccesso.
3. mangiare molta frutta e verdura fresca di stagione, per l'azione antiossidante delle vitamine e per
l'apporto di sali minerali.
4. preferire cereali a bassa capacità allergenica quali riso, farro, kamut rispetto ad altri cereali,
soprattutto in presenza di disturbi gastro-intestinali.
5. utilizzare prevalentemente olio di oliva crudo, come condimento.
6. limitare l'impiego delle solanacee (pomodori, melanzane, patate, peperoni), in quanto
potenzialmente in grado di sviluppare fenomeni di intolleranza alimentare con manifestazioni a
livello muscolare e stati infiammatori generalizzati.
È evidente che l‟identificazione di eventuali intolleranze alimentari può rivelarsi utile, per migliorare il
quadro generale. Occorre innanzitutto considerare che i sintomi da stress cronico sono un elemento
rilevante nella fibromialgia, da non sottovalutare nell‟ottica di una soluzione del problema a lungo termine.
Il fatto che la fibromialgia colpisca quasi esclusivamente le donne rende innanzitutto importante effettuare
un‟analisi della situazione ormonale, per verificare se vi siano eventuali carenza o eccessi da correggere.
Da ricordare anche l‟importanza dei sali di magnesio che rivestono un ruolo essenziale nel metabolismo
muscolare e l‟acido malico che tende a migliorare le sensazioni soggettive di minor affaticamento e a
ridurre il dolore. Anche la componente infiammatoria deve essere presa in considerazione, così come deve
essere presa in considerazione la presenza di disbiosi intestinali o candidosi.
Essendo lo stress cronico un elemento non secondario nell‟eziopatogenesi, misure volte a ridurre l‟effetto
della cosiddetta Sindrome Generale di Adattamento sono sicuramente rilevanti: spesso l‟integrazione con
sostanze in grado di minimizzare gli effetti negativi dell‟ipercotisolemia, di incrementare i livelli di GH e di
antagonizzare lo stress sono fondamentali. John Brimhall, D.C., ha dimostrato che l‟uso di specifici estratti
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ghiandolari è in grado di annullare gli effetti dello stress sul corpo : l‟uso di concentrati ghiandolari di
surrenali, associati ad opportuni co-fattori, è in grado di minimizzare gli effetti negativi che uno stress
prolungato induce sull‟organismo e di favorire la rigenerazione e riparazione dei tessuti danneggiati, in
particolare alla presenza di fenomeni atrofici della ghiandola surrenale.
La fibromialgia non può essere affrontata esclusivamente attraverso l‟integrazione nutrizionale: forme di
rilassamento muscolare profondo si rivelano efficaci, soprattutto se associate a tecniche in grado di ridurre
l'iperattività neurovegetativa (ipertono del sistema reticolare), alla base della fibromialgia stessa. Nei casi
in cui si riesce ad ottenere un buon rilassamento muscolare, il risultato è solitamente abbastanza duraturo
e l'effetto sulla sintomatologia è progressivo e comporta un‟attenuazione delle principali manifestazioni (in
particolare dell‟astenia e del dolore) ed un miglioramento della qualità del sonno.
In numerosi testi specialistici, anche recenti, si legge che l'attività fisica e la ginnastica sono fondamentali
per chi è affetto da fibromialgia: in realtà, parte dei soggetti fibromialgici hanno riferito un netto
peggioramento dei sintomi (dolore e stanchezza) con l'attività sportiva, tale da doverla per lo più
sospendere; questo, in effetti, non deve stupire in quanto l'aumentata tensione dei muscoli provoca una
riduzione del flusso sanguigno, con conseguente deficit di ossigeno e minore capacità di sopportare lo
sforzo. D'altra parte l‟immobilità porta ad un marcato aumento della rigidità muscolare e del dolore,
pertanto è fondamentale evitare prolungati periodi di inattività e dedicarsi ad attività fisiche moderate,
aerobiche e con la finalità prevalente di allungare la muscolatura.
Occorre in pratica mantenersi in movimento senza raggiungere il limite di affaticabilità del muscolo:
malgrado lo stretching non modifichi la resistenza all'allungamento dei muscoli spastici, si verifica, in chi
soffre, un aumento della tolleranza all'allungamento, che si traduce nella possibilità di migliorare la
mobilità. Lo stretching statico o le contrazioni isometriche seguite da modico stiramento muscolare,
permette di disattivare i trigger-point attivi e latenti presenti nei muscoli coinvolti, diminuendo
progressivamente la sintomatologia dolorosa.
Lo stretching statico ripetuto più volte al giorno, favorisce la riduzione dei sintomi: i muscoli vengono
lentamente stirato fino ad un punto di moderato dolore, mantenuti nella posizione raggiunta respirando
profondamente, quindi rilasciati. La durata di ogni singolo esercizio di stretching, il numero di ripetizioni, il
tempo di riposo e la frequenza devono sempre essere adattati alle esigenze del paziente, anche se
stiramenti di 30 secondi producono un maggior effetto rispetto alla stessa posizione mantenuta per 15 e
60 secondi; lo stiramento deve essere seguito da almeno 180 secondi di riposo. Tecniche di allentamento
fasciale, cranio-sacrale, yoga, antiginnastica: sono molte le tecniche “dolci” attive o passive che, utilizzate
con competenza, possono offrire un beneficio a chi soffre di questo disturbo.
5
International College of Applied Kinesiology, Collected Papers, pg. 21, Winter Meeting, 1977
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COMPLETE F-M
SUPPORTO NUTRIZIONALE PER MIGLIORARE MUSCOLATURA E ARTICOLAZIONI,
IN PARTICOLARE NEI SOGGETTI AFFETTI DA FIBRO-MIALGIA
Ingredienti attivi, ogni due tavolette:

Acido Malico

Magnesio
588,00 mg

Calcio
(citrato)
20,00 mg

Zinco
(malato)
12,00 mg

Glucosammina Solfato

Lecitina

L-Leucina
22,00 mg

L-Valina
22,00 mg

N-Acetil-Glucosamina
20,00 mg

Ornitina-alfa-Keto-Glutarato
20,00 mg

Pancreatina 6x
44,00 mg

Bromellina
24,00 mg

Papaina
24,00 mg

Amilasi
16,00 mg

Lipasi

Tripsina

Betaina Cloridrato

Citrux Maxima

Silmarilina (20% in Silibina)
(malato - citrato)
118,00 mg
(malato - citrato)
50,00 mg
di cui Fosfatidil-Colina
26,00 mg
12,00 mg
12,00 mg
12,00 mg
(chimotripsina)
13,00 mg
(Pompelmo – semi)
estratto
8,00 mg
estratto
8,00 mg
Non contiene aggiunte di zucchero, sale, lievito, farina di grano o mais, derivati del latte, conservanti, colori artificiali, dolcificanti o additivi. L‟azione sinergica dei singoli
componenti presenti nel preparato riduce il fabbisogno di ogni singola sostanza, amplificandone l‟azione biologica. In alcuni studi riportati, al fine di ottenere risultati clinici, sono
consigliate dosaggi elevati dei singoli principi attivi; il medesimo effetto biologico viene ottenuto grazie alla sinergia dei componenti.
Codice prodotto: NW1522 – Adatto per Vegetariani e Vegan.
Quantità per confezione: 120 compresse.
farmacopea:
Acido Malico: fattore del Ciclo di Kreb‟s, importante nel processo di produzione dell‟energia corporea.
Molti studi suggeriscono una sua efficace azione in caso di fibro-mialgia: in uno studio pilota in doppio
cieco, pubblicato sul Journal of Rheumatology, l‟utilizzo dell‟acido malico, in dosaggi da 1.200 mg
giornalieri, si è rivelato più efficace del placebo, nel ridurre il dolore, la dolenzia articolare e la rigidità in
persone affette da fibro-mialgia, senza effetti collaterali6.
Magnesio (Malato e Citrato): gli ioni di calcio e magnesio assumono un ruolo fondamentale nella
fisiologia muscolare, favorendo la salute muscolare ed il controllo della contrazione del rilassamento; il
ruolo del magnesio è determinante in quanto la sua presenza come cofattore è fondamentale per circa
300 reazioni biochimiche, oltre ad essere un catalizzatore fondamentale, sotto forma di malato e citrato,
per le reazioni del Ciclo di Kreb‟s. Vari studi hanno evidenziato che i soggetti affetti da fibro-mialgia
tendono ad avere basi livelli di magnesio nel sangue.
Calcio Citrato: intermedio del Ciclo di Kreb‟s, è in grado di svolgere un‟azione importantissima nei
processi di contrazione e rilassamento muscolare; i cambiamenti della concentrazione ematica e tessutale
degli ioni calcio può essere considerato un cofattore determinante nella genesi della sintomatologia
fibromialgica, in quanto esistono studi che mettono in relazione specifica la riduzione dei livelli
6
Russell IJ et al. Treatment of Fibromyalgia syndrome with Super Malic: a randomized, double blind, placebo controlled, crossover pilot study. (J Rheumatol. 1995 May; 22(5): 953-8.
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intracellulari di calcio e magnesio con l‟ipertono tipico della fibromialgia, al punto da essere considerato un
indicatore diagnostico7.
Zinco Malato: stimola il rilascio del GHR (ormone della crescita) e si rivela un cofattore essenziale nei
processi di sintesi proteica; interviene nei processi di regolazione della contrazione muscolare, oltre a
favorire i processi di cicatrizzazione dei tessuti8.
Glucosamina Solfato: un amino-monosaccaride naturale che entra nella biosintesi delle catene di
glicosaminoglicani e fornisce i precursori per la costruzione e la riparazione della cartilagine articolare,
dell‟osso, dei tendini e dei legamenti. La molecola funziona anche come sorgente di ioni solfato nella
sintesi del condroitin-solfato e del keratansolfato. Si tratta quindi di una molecola essenziale per
l'equilibrio biologico delle superfici articolari. In effetti, stimolando la sintesi dei glicosaminoglicani e dei
proteoglicani della cartilagine la glucosammina solfato è in grado di opporsi alla degenerazione artrosica
delle cartilagini stesse svolgendo al contempo un‟energica azione antinfiammatoria. Nel corpo la
glucosamina si trasforma in proteoglicani che costituiscono i componenti principali del liquido sinoviale e
delle superfici articolari. L‟integrazione alimentare con glucosammina solfato riduce il dolore e il dolore
articolare, facilitando il processo di riparazione, con effetti evidenti entro otto settimane; l‟apporto
continuo di glucosammina solfato è necessario per mantenere i risultati positivi9, 10, 11, 12. Studi clinici in
doppio cieco hanno evidenziato non solo una notevole riduzione della sintomatologia, ma anche
cambiamenti rilevabili a livello radiologico13: purtroppo i miglioramenti tendono a regredire col tempo, una
volta interrotta l‟assunzione della glucosamina. Il suo utilizzo si è rivelato efficace nei soggetti
fibromialgici.
Lecitina (Fosfatidil-Colina): la capacità delle lecitine di emulsionare i grassi e a mobilizzarne i
depositi corporei svolge un ruolo primario nel buon funzionamento epatico e cardiaco, oltre cha a
migliorare i processi digestivi dei lipidi. La Fosfatidil-Colina è un componente fondamentale delle
membrane cellulari.
L-Leucina – L-Valina: amino-acidi ramificati, facilitano il rilascio naturale dell‟ormone della crescita;
alcuni studi hanno identificato un‟azione positiva di questo ormone, nella fibromialgia 14.
N-Acetil-Glucosammina (NAG): si è rivelata in grado di ridurre il dolore articolare, il gonfiore e le
limitazioni nel movimento in studi clinici; precursore del tessuto cartilagineo, è in grado di incrementare il
processo di riparazione della cartilagine15. Studi svolti dal Dott. Braly hanno messo in correlazione la
presenza di “Leaky Gut Syndrome” o di abnorme permeabilità della parete intestinale, con conseguente
assorbimento di sostanze indigeste ed attivazione di meccanismi autoimmuni che facilitano l‟insorgenza di
fenomeni infiammatori articolari: la NAG svolge un‟azione protettiva sulla parete dei visceri intestinali16, 17,
18
; svolge un‟azione di sostegno per i tessuti intestinali, essendo in grado di favorire i processi di
guarigione dei tessuti extra-cellulare che circonda l‟intestino. Possiede la caratteristica unica di ridurre i
leganti delle lecitine e prevenire il danno di parete intestinale19. La tendenza delle proteine del grano,
quali la gliadina, di creare una mimicità con antigeni dei tessuti collageni è ridotta alla presenza di questa
sostanza, riducendo l‟attivazione dei linfociti T e le manifestazioni di tipo autoimmune. In parte questo
fenomeno è dovuto all‟azione batteriostatica conseguente alla migliorata funzionalità della parete
intestinale, associata all‟azione di stimolazione della crescita dei bifido-batteri, riducendo l‟adesività ed il
trofismo per la parete intestinale dei micro-organismi quali Candida Albicans, spesso evidenziati nei
soggetti affetti da fibromialgia20. È in grado di prevenire il danno cellulare svolto dai parassiti21 e ridurre
l‟azione litica delle elastasi secrete dai leucociti, a livello dei tessuti connettivali22.
Ornitina-alfa-Keto-Glutarato: facilita il rilascio naturale dell‟ormone della crescita dalla ghiandola
ipofisaria; alcuni studi hanno identificato un‟azione positiva di quest‟ormone, nella fibromialgia23. È uno
dei più potenti agenti anti-catabolici mai scoperto fino ad oggi: favorisce i processi che creano energia e
7
Magaldi M, et al. Changes in intracellular calcium and magnesium ions in the physiopathology of the Fibromyalgia syndrome Minerva Med. 2000 Jul-Aug; 91(7-8): 137-40.
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8
9
10
Nessuna affermazione riportata sulla presente pubblicazione è finalizzata alla cura di malattie diagnosticate o ignote. Si consiglia sempre di riferire sintomi e disturbi al proprio
medico curante e di informarlo d‟eventuali integratori assunti per prevenire potenziali interazioni con farmaci. Nessuna delle affermazioni riportate, dei suggerimenti nutrizionali
e delle ricerche riportate sono finalizzate alla diagnosi, alla cura o al trattamento di patologie e non dovrebbero essere considerate consiglio medico.
informazioni nutrizionali a cura di
VIA PESCHIERA, 25 – 41100 MODENA – ITALIA - tel. +39 0593981901 – fax. +39 0593981902 - mail:
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prende parte al processo di depurazione dell'ammoniaca (un composto che si genera durante il lavoro
muscolare e causa il senso di fatica).
Bromellina: enzima proteolitico derivato dall‟ananas (Ananas Comosus), parzialmente assorbito dal
corpo, che oltre all‟azione digestiva, svolge un‟azione antinfiammatoria24 ed è utile per il trattamento delle
lesioni dei tessuti molli, riducendo l‟incidenza del danno muscolare 25.
Papaina, Tripsina, Lipasi, Amilasi, Pancreatina: gli enzimi, oltre a migliorare i processi digestivi,
svolgono un‟azione antinfiammatoria. Le lipasi sembrano in grado di indurre un rilevante miglioramento
dello stato generale di benessere, in caso di fibromialgia, riducendo le perdite energetiche26.
Betaina HCl: uno dei sintomi più frequenti in chi soffre di fibromialgia è la difficoltà digestiva. La
betaina è una sorgente naturale di acido idrocloridrico, aiuta la scomposizione e la digestione delle
proteine, dei grassi e dei carboidrati a livello gastrico; riduce la colonizzazione batterica, parassitaria e
virale dello stomaco. Attraverso la sua azione chimica incrementa l‟assorbimento dei sali minerali ed altri
nutrienti27, 28, 29. L‟acido idrocloridrico attiva gli enzimi chimotripsina e tripsina. Esistono associazioni
evidenti fra patologie immunitarie e ipocloridria gastrica che fanno sospettare una relazione fra lo sviluppo
di allergeni dovuto a cattiva digestione proteica e le patologie autoimmuni. La betaina svolge anche
un‟azione lipotrofica, prevenendo l‟accumulo di sostanze grasse a livello epatico e favorendo i processi di
detossificazione30.
Citrux Maxima: l‟estratto di semi di pompelmo è caratterizzato dalla presenza di proantocianidi,
potenti antiossidanti in grado di stabilizzare il collagene e favorire il mantenimento dell‟elastina, proteine
fondamentali per la stabilità dei vasi, dei tessuti connettivi e dei muscoli31, 32. Svolgono anche un‟azione
diretta sui processi infiammatori, agendo sui mediatori chimici dell‟infiammazione e il rilassamento della
muscolatura liscia33.
Silmarina (Silibina): la silmarilina è una sostanza in grado di aumentare l‟attività del citocromo P450
e dei processi di demetilazione, mentre la silibina è uno scavenger dei radicali liberi ed antiossidante, che
stimola l‟attività superossido dismutasi e glutatione perossidasi, in grado di inibire la glutatione-Stransferasi, aumentando il contenuto in glutatione a livello cellulare. La silmarina e la silibina manifestano
un‟indubbia attività epatoprotettiva; i meccanismi d‟azione sono più di uno: svolgono un‟azione regolatrice
sulla permeabilità delle membrane cellulari e aumento della loro stabilità in relazione a lesioni
xenobiotiche e, a livello nucleare, aumentano la sintesi di RNA ribosomiale e di proteine, e quindi
aumentano la rigenerazione cellulare. Si ritiene possano avere un comportamento di tipo steroideo nei
confronti del controllo dell‟espressione del DNA. I molti studi sull‟effetto della silmarina e della silibina
sulle patologie epatiche di varia eziologia hanno dimostrato una chiara influenza positiva; gli studi hanno
in particolare mostrato una riduzione degli enzimi epatici e della bilirubina, un aumento della funzionalità,
biochimica e morfologia del fegato, un chiaro effetto antinfiammatorio e antiossidante, una regressione
delle lesioni epatiche, un aumento della sopravvivenza e una diminuzione della mortalità. In uno studio
aperto controllato su 60 pazienti con cirrosi alcolica e diabete insulino-dipendente, la silmarina ha ridotto
la perossidazione delle membrane cellulari e la resistenza all‟insulina, ha diminuito l‟eccessiva produzione
d‟insulina e ha diminuito il bisogno d‟insulina esogena. Vi sono però anche studi che non hanno mostrato
particolari differenze con il placebo. La silibina in vitro inibisce la formazione d‟acido arachidonico (AA) e
dei suoi metaboliti; la silibina, silcristina e sildianina in vitro inibiscono la formazione di prostaglandine e
l‟attivazione della 5-LOX, mentre la silmarina per os e in applicazione locale esplica un‟attività
antinfiammatoria in modelli acuti.34, 35, 36
24
25
26
27
28
29
30
31
32
33
34
35
36
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Azioni ed Indicazioni:
 In presenza di alterazioni articolari e muscolo-scheletriche, associate o meno a fenomeni di tipo
fribromialgico.
 Gestione a lungo termine dei disturbi muscolari e del tessuto connettivale, associati a dolore ed
infiammazione.

Disturbi tipici della fibromialgia, inclusi affaticamento e disturbi del sonno.
Controindicazioni - Precauzioni - Effetti Collaterali - Interazioni:
 Alti dosaggi di Glucosamina Fosfato (1.500 mg) possono indurre iperglicemia o stress gastrointestinale.
Dosaggio:

Adulti: 2 compresse, 3 volte il giorno.
Sinergie:
 La gestione dello stress, come già evidenziato è un elemento primario, da prendere in considerazione
quando si affronta un problema complesso e multifattoriale come la fibromialgia. Lo stress cronico tende a
depauperare le risorse organiche ed a ridurre la capacità d‟adattamento dell‟individuo: il perdurare di
questo squilibrio può compromettere la capacità adattativa del corpo con conseguente insonnia, tensioni
muscolari spesso accompagnati da dolori lombari, ansietà e irritabilità, solo per evidenziare alcuni aspetti
associati alla fibromialgia.
→ Core Level Adrenal – una miscela di estratti ghiandolari e fitoterapici adattogeni quali Romice
(Rumex crispus - Yellow Dock), Tarassaco (Taraxacum officinale - Dandelion) associati ad acido
pantotenico e amminoacidi e vitamine, in grado di favorire la riattivazione del metabolismo surrenalico;
la particolare formulazione (core level) è finalizzata a sinergizzare i singoli componenti, per favorirne
l‟azione a livello dei tessuti bersaglio.
→ Core Level Health Reserve – composta a base di nutrienti sinergici ottimizzati per garantire
l‟apporto di elementi essenziali per il buon funzionamento dell‟organismo; la funzione adattogena
permette di riequilibrare il sistema cranio-sacrale, garantendo un riequilibrio dell‟organismo sia sul
piano energetico, sia su quello emotivo, sia a livello biochimico-metabolico. Contiene vitamine,
minerali, antiossidanti e fitoestratti in proporzioni bilanciate, associate a Eleuterococco.
→ DSF Formula – l‟integratore nutrizionale ad azione elettiva, da utilizzarsi in caso di stress: grazie
alla specifica azione sinergica degli estratti ghiandolari, delle vitamine, dei sali minerali, degli
antiossidanti e delle sostanza fitochimiche che lo compongono è in grado di sostenere l‟attività dei
sistemi organici per la produzione di energia, permettendo all‟organismo di favorire i processi di
risposta allo stress acuto e cronico.
→ DSF Herbal – destinato a offrire il corretto sostegno nutrizionale a chi desideri incrementare i
propri livelli energetici, ricorrendo a prodotti di origine non animale, grazie alla combinazione dei
nutrienti che lo compongono, agisce sia a livello del sistema nervoso centrale con un‟azione
normalizzatrice, sia sul versante gastro-intestinale, favorendo il riequilibrio della funzionalità digestiva
ed enterica, sia a livello di incremento dell‟energia “nervina”.
→ Pro-Endorphin Release – nello stress cronico, la correzione dei sistemi energetici non può
prescindere dall‟indirizzare parte delle risorse alla produzione di endorfine, per migliorare il tono
dell‟umore e la vitalità corporea, riducendo l‟affaticamento, l‟ipersensibilità al dolore e migliorando il
tono dell‟umore. La combinazione di Eleuterococco, noce di Cola ed amminoacidi permette di fornire al
corpo i necessari precursori, offrendo una “sferzata” di energia.
→ Total Brain – potenziare l‟attività neuronale, facilitando i processi di apprendimento e
coordinamento delle informazioni, migliorare l‟integrazione emisferica, sono processi indispensabili per
permettere all‟organismo un‟appropriata strategia di successo nei confronti dello stress.
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→ Total Cort – lo stress cronico induce l‟alterazione della produzione cortisolica, con effetti negativi a
cascata sui singoli sistemi neuro-ormonali e comportamentali, da cui possono derivare mutamenti del
comportamento, tendenze depressive, alterazioni del ciclo sonno/veglia, modificazioni della massa
muscolare.
→ Total GHR – il perdurare degli effetti dello stress, con incrementi delle catecolamine circolanti e del
cortisolo, si associa, frequentemente alla riduzione della produzione nictimerale dell‟ormone della
crescita, con significative riduzioni della capacità di auto-rigenerazione ed auto-riparazione delle cellule
del corpo.
 La presenza di processi infiammatori e autoimmuni può essere un elemento importante da prendere in
considerazione, anche se in genere nella fibromialgia non sempre i parametri ematici risultano alterati.
→ Total Inflam – la combinazione di fitoterapici ad azione antinfiammatori (come la Boswellia e la
Tumericia [Curcuma]) associati a estratti ad azione disintossicante, rigeneratrice cellulare,
epatoprotettrice e colagoga (Cardo Mariano con i principi attivi Silmarina e Silibina) riduce i processi
infiammatori in atto, migliora la risposta corporea, favorendo l‟eliminazione delle tossine prodotte nel
corso delle reazioni flogisitche.
→ Lyso-Lyph Forte – miscela di enzimi ad azione anti-infiammatoria, in grado di facilitare la
rimozione dei detriti cellulari nel sito infiammatorio e svolgere un‟azione di facilitazione dei processi di
cicatrizzazione e riparazione dei tessuti.
→ Pro-Infla-Zyme – miscela di enzimi ed erbe ad azione anti-infiammatoria ed antidolorifica,
studiato specificamente per il trattamento delle componenti muscolo-tendinee, che utilizza una
combinazione di proteasi, cellulasi e bromellina, associate ad Astragalo, Tumericia, Equiseto e Fucus.
→ Liga PN – miscela di erbe e sostanze nutritive ad azione calmante, specificamente studiato per
ridurre il dolore e l‟infiammazione di muscoli affaticati o traumatizzati. Valeriana, Tanaceto Partenio,
Passiflora, Scutellaria, Salice Bianco contribuiscono all‟azione normalizzante nei processi dolorifici e
infiammatori.
 La disbiosi intestinale e le difficoltà digestive possono essere fattori importanti da prendere in
considerazione, in quanto l‟incompleta digestione degli alimenti associata all‟alterata integrità della
mucosa intestinale (la cosiddetta “leaky gut syndrome”), permettendo a varie particelle di cibo non
completamente digerite di essere assorbite, può provocare vari effetti dannosi tra cui stati infiammatori
generalizzati, allergie o tossicosi. Occorre intervenire sia migliorando il processo digestivo, sia offrendo al
corpo precursori in grado di facilitare la riparazione della barriera intestinale sia ripristinando il corretto
ambiente enterico.
→ Hypo-D – scarse concentrazioni di acido cloridrico a livello gastrico, oltre a limitare l‟azione
chimico-meccanica digestiva, contribuiscono a favorire la proliferazione batterica, parassitaria e virale
nel tratto intestinale a valle dello stomaco: l‟Hypo-D è un prodotto studiato per migliorare sia la fase
gastrica sia quella duodenale della digestione. La Betaina HCl, l‟Acido L-Glutammico HCl, la Pepsina e la
Papaina contenuti nel prodotto si dissolvono nello stomaco, incrementandone l‟attività, mentre la
Pancreatina, l‟Amilasi, la Pancrealipasi e la Bromellina, la Bile bovina e gli estratti di Parotide non sono
resi attivi fino al raggiungimento del duodeno, dove sono necessari per incrementare l‟azione digestiva.
→ Cln-Zym – la sinergia di enzimi come Pepsina e Bromellina e di concentrati di Stomaco e Duodeno,
favorisce l‟attività digestiva e ormonale del complesso gastro-intestinale, mentre gli estratti di
Abelmosco, Aloe Vera, Cavolo Cappuccio e Olmo svolgono un‟azione lenitiva, anti-infiammatoria e
riparatrice.
→ Total Enzymes – miscela di enzimi vegetali ad azione rapida, in grado di agire a qualunque pH,
garantendo un‟azione digestiva lungo tutto il tratto gastro-intestinale. La presenza di lattasi e cellulasi
riduce i fenomeni di fermentazione intestinale e l„intolleranza al lattosio, integrando la propria azione
con quella delle amilasi, invertasi e malto-diastasi contenute; l‟alta concentrazioni di proteasi e lipasi
garantisce una marcata azione digestiva.
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Autore: Francesco Gandolfi
→ Total Leaky Gut – formulazione specificamente studiata per favorire i processi di rigenerazione dei
tessuti intestinali, e sostenere l‟integrità di superficie dei rivestimenti superficiali della parete enterica;
la presenza di estratti di Olmo, Artiglio del diavolo, Topinambur, Ginko Biloba, associato a lattobacilli,
facilita la riduzione di eventuali processi infiammatori a livello locale e incrementa la riparazione e
rigenerazione della mucosa intestinale.
→ Lacto-Plus – miscela di probiotici, non sviluppati con substrati contenenti lattosio, veicolati
attraverso un processo di micro-incapsulazione, in un medium contenente fibre, pectina di mela, crusca
di riso e vitamina C atto a favorire una stabile ri-colonizzazione del tratto enterico.
 Talvolta l‟equilibrio intestinale è alterato per la presenza di mutazioni della flora batterica intestinale o
per modificazione dell‟ambiente luminale. Il ricorso a sostanze normalizzanti l‟intestino, l‟eradicazione di
saprofiti patogeni quali la Candida Albicans o l‟utilizzo di sostanze nutritive che contribuiscano a
promuovere la capacità da parte dell‟organismo di attivare le naturali azioni antibiotiche, che lo stesso
organismo può mettere in atto, in presenza di alterazioni intestinali.
→ Chlorophyll Plus – miscela di clorofilla lipo-solubile, vitamine liposolubili, lecitine ed oli vegetali,
ad azione disinfiammante del tratto intestinale; la capacità di fungere da carrier dell‟ossigeno, da parte
della clorofilla, associata al suo elevato contenuto in magnesio garantisce rilevanti miglioramenti della
funzionalità intestinale, con evidenti benefici per il funzionamento della Valvola Ileo-Cecale e della
Valvola di Huston.
→ Expore – formulazione estremamente efficace per il trattamento delle candidosi intestinali, basata
sull‟azione sinergica e combinata di acidi grassi MCT (come l‟ac. Caprilico), estratti agrumari ed erbe ad
azione anti-infiammatoria e normalizzante l‟ambiente intestinale; la presenza di batteri “gut-friendly” in
alta concentrazione favorisce il processo di normalizzazione intestinale.
→ Total Para – spesso si sottovaluta l‟influenza delle parassitosi intestinali, nella genesi delle disbiosi
e del cattivo funzionamento intestinale: grazie all‟azione combinata di artemisia, aglio, noce nero,
origano, semi di zucca e semi di pompelmo, il prodotto svolge una profonda azione “antibiotica” in
maniera naturale, sulla flora batterica intestinale.
→ Total Probiotic – la ricostituzione di un ambiente intestinale equilibrato è una premessa per il
buon funzionamento dell‟apparato gastro-enterico; la presenza di batteri simbionti è spesso contrastata
dall‟azione di batteri patogeni o opportunisti che traggono vantaggio dallo squilibrio dell‟ambiente
intestinale. La presenza di fosfo-frutto-glicani, cellulasi e amilasi, oltre all‟azione dell‟acerola, garantisce
allo speciale mix ad elevata concentrazione di batteri “gut-friendly” di ottimizzare l‟attecchimento di
una corretta flora batterica intestinale e di antagonizzare l‟azione di eventuali disbiosi.
→ Total Virx – una combinazione unica di sostanze fitochimiche e nutrienti, in grado di normalizzare
la reazione organica nei confronti di virosi intestinali; oleuropeina, estratti di sambuco, echinacea,
idraste agiscono sinergicamente per permettere al corpo di ritrovare il proprio equilibrio.
→ Total YST Redux – l‟azione sinergica di latto-bacilli microincapsulati, acido caprilico e fito-estratti
specifici, quali Aloe e Berberis, permette a questo integratore alimentare di creare le condizioni per
un‟indicativa riduzione delle disbiosi intestinali.
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