Don Bosco guida spirituale in azione Dal “Cenno biografico sul giovanetto Magone Michele” (11861; 21866) 1. Crea un “canale comunicativo” affettivo attraverso l’accoglienza piena e cordiale del ragazzo; l’offerta di un aiuto concreto (risponde al suo bisogno); il dono cordiale di sé. Quanto più è intenso, tanto più è efficace. 2. Suscita attesa, desiderio, entusiasmo prospettando una soluzione concreta al bisogno-attesa del ragazzo; aiutandolo aprendo ad “alzare lo sguardo”; un nuovo orizzonte e facilitando l’uscita da una situazione senza sbocchi. 3. Stimola e motiva nel ragazzo: la corrispondenza, la buona volontà e l’impegno, fino alla formulazione di una “promessa” (espressione del “dono di sé” e di affidamento confidente), a partire dalla relazione affettiva e dal senso di riconoscenza. 4. Inserisce in un ambiente “formativo” articolato: ricco di valori, di relazioni umane, di attività e stimoli educativi; variato e dosato nei ritmi di vita (doveri, divertimento, spiritualità); attraverso l’accompagnamento personalizzato di un amico sincero, motivato e maturo (che sa usare “amorevolezza, ragione, religione”). 5. Conduce alla presa di coscienza di sé, della propria situazione nel confronto con l’ambiente, i suoi valori e la qualità delle persone; valorizzando emozioni, sentimenti, reazioni psicologiche, morali e spirituali; semplificando, facilitando, incoraggiando e offrendo prospettive di soluzione. 6. Aiuta l’elaborazione di una nuova sintesi interiore senza sostituirsi al ragazzo, lo orienta ad appropriarsi di un sistema di valori superiore, al quale egli liberamente decide di aderire, con convinzione, totalità e “gusto”. È un processo di maturazione, conversione e riconfigurazione di sé e delle prospettive personali