LEGGI&PROVVEDIMENTI
Previste da una normativa nazionale e dalla legge provinciale sull’agriturismo
NUOVE REGOLE E
ADEMPIMENTI PER UNA
FATTORIA DIDATTICA
Le disposizioni
riguardano
le caratteristiche
dell’azienda agricola
ospitante, le
infrastrutture di cui
essa deve essere dotata
per assicurare una
visita sicura e gradita,
ma anche i requisiti
professionali richiesti
al produttore e gli
adempimenti ai quali
egli deve fare fronte
Lorenza Tessari
TERRA TRENTINA
Ufficio Vigilanza consorzi e strutture fondiarie
PAT, Servizio Vigilanza e promozione dell’attività agricola
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Quando nel corso del 2001 fu
emanata la cosiddetta “legge di
orientamento
e
modernizzazione del settore
agricolo” che disegnava la nuova impresa agricola, riscrivendo integralmente l’articolo
2135 del codice civile, fu immediatamente evidente la portata innovativa di tale provvedimento, che apriva nuove
prospettive all’attività di impresa agricola, in un’ottica sempre
più ampia dell’accezione di
“impresa” e di “prodotto”.
L’agricoltore è coltivatore e
allevatore, manipolatore,
trasformatore, conservatore, produttore di beni e servizi, valorizzatore oltre che
dei propri prodotti anche
del territorio e del patrimonio rurale e forestale, pure
attraverso le attività di
ricettività e di ospitalità, ossia di agriturismo, ivi comprese l’organizzazione di
attività ricreative culturali e
didattiche, di pratica sportiva, escursionistiche e di
ippoturismo finalizzate ad
una migliore fruizione e conoscenza del territorio,
nonché la degustazione dei
prodotti aziendali, mescita
del vino compresa.
Mentre prima della modifica
dell’art. 2135 C.C. si poneva il
problema di verificare se una
specifica attività rientrasse o
meno tra quelle normalmente
svolte dall’imprenditore agricolo e la “connessione” era limitata all’alienazione ed alla
trasformazione dei prodotti
agricoli, ora la stessa è verificata purchè il soggetto che effettua le attività connesse sia il
medesimo che compie le attività agricole essenziali e le attività abbiano ad oggetto prodotti ottenuti prevalentemente
dall’attività aziendale.
Ovviamente ogni cambiamento determina incertezze operative, momenti di approfondimento e di discussione, nonché
– dal punto di vista giuridico
normativo –ulteriori precisazioni sia in forma di circolari
Accanto ai classici prodotti
agricoli di prima trasformazione, costituiti da formaggio,
vino e olio, finalmente è uscita
da una sorta di “limbo” una
numerosa schiera di prodotti
agricoli da sempre ottenuti in
azienda, ma stimati solo ai fini
dell’autoconsumo (o al massimo per le somministrazioni
nell’ambito delle attività
agrituristiche) e non per la loro
commercializzazione e valorizzazione, quali marmellate,
confetture, conserve, aceto, sidro, carni di volatili, di conigli
o da macellazione.
Da questo punto di vista l’azienda agricola, intesa come
spazio produttivo, fisico ed
economico, ha tutti le carte in
regola per poter svolgere un
ruolo fondamentale, attraverso
la valorizzazione dei prodotti
aziendali e del territorio che li
produce, nelle politiche di
marketing territoriale, intese
nella loro accezione più ampia.
Un esempio significativo di felice integrazione tra attività produttive agricole e turismo è rappresentata negli ultimi anni
dalle malghe ove si svolge la
lavorazione del formaggio, sia
per scopi produttivi, sia nell’ambito di attività promozionali e didattiche.
La lista delle iniziative sorte in
tale spirito si può allungare
sensibilmente se si considerano anche le azioni promosse
nell’ambito delle strade del
vino e dei sapori per far conoscere la realtà viticola e il vino,
quella frutticola e la mela, o
quella orticola e dei piccoli
frutti, senza dimenticare le
aziende apistiche che hanno
fatto di recente il “pieno” di
scolaresche e di gruppi di interesse.
L’offerta sul posto di prodotti e
di degustazioni, l’organizzazione di incontri o di vere e proprie visite guidate ai campi, alle
stalle od agli altri ambienti di
produzione sono oggi sempre
più diffuse e possono assumere un ruolo specifico nella
diversificazione delle attività
aziendali e rappresentare
un’interessante occasione di
integrazione del reddito.
Un’opportunità aggiuntiva di
reddito
Ma quali spazi esistono per
un’impresa agricola e quali
sono le prospettive che, concretamente, si possono delineare per il prossimo futuro? Vediamole in dettaglio.
Per quanto riguarda la popolazione scolastica e rimanendo in
ambito provinciale (dato 200405), gli iscritti a tutte le scuole
statali e paritarie sono complessivamente pari a 79.619 unità, delle quali oltre 15.670 alle
scuole dell’infanzia, suddivise in 748 sezioni, oltre 25.290
alle scuole elementari, per
un totale di 1513 classi e quasi
15.040 alle scuole medie,
suddivisi in 713 classi.
Nel 2003 l’ospitalità turistica in
esercizi alberghieri, affittacamere, agriturismo, campeggio
e B&B, e complementari
(esclusa quella in alloggi privati
e seconde case), si è attestata
su circa 2.781.000 arrivi e
13.896.000 presenze complessive: poco meno del 57 % degli arrivi si è collocato nei 6
mesi che vanno da maggio a
ottobre, il 46 % da novembre
ad aprile; in termini di presenze, ossia di numero di notti trascorse consecutivamente dal
cliente nella stessa struttura
ricettiva, le percentuali passano rispettivamente al 60 e al
40%.
Proporre una sommaria stima
del potenziale economico dell’attività di fattoria didattica è
quanto meno azzardato, data
la variabilità e la complessità
degli elementi in gioco, ma
TERRA TRENTINA
ministeriali, sia di decreti e di altri provvedimenti. Non ultimo
in ordine di importanza il D.M.
19 marzo 2004 “Individuazione dei beni che possono essere oggetto delle attività agricole connesse”, che ha elencato i beni prodotti e le attività che
concorrono alla formazione del
reddito agrario di un’impresa.
Essi nel dettaglio sono (tra parentesi i codici della classificazione delle attività economiche
“Atecofin 2004” approvata dall’Agenzia delle entrate):
- produzione di carni e prodotti della loro macellazione (15.11.0 – 15.12.0);
- lavorazione e conservazione
delle patate (15.31.0), escluse le produzioni di purè di
patate disidratato, di snack a
base di patate, di patatine fritte e la sbucciatura industriale delle patate;
- produzione di succhi di
frutta e di ortaggi (15.32.0);
- lavorazione e conservazione di frutta e ortaggi
n.c.a. (15.33.0);
- produzione di olio di oliva e
di semi oleosi (01.13.2
– 15.41.1 – 15.41.2);
- produzione di olio di semi di
granoturco (olio di mais) (ex
15.62.0);
- trattamento igienico del latte
e produzione di derivati del
latte (01.21.0 – 01.22.1 –
15.51.1 – 15.51.2);
- lavorazione delle granaglie
(da 15.61.1 a 15.61.3);
- produzione di vini (01.13.1 –
15.93.1 – 15.93.2);
- produzione di aceto (ex
15.87.0)
- produzione di sidro e di
altre bevande fermentate
(15.94.0)
- manipolazione dei prodotti
derivanti dalle coltivazioni di
cui alle classi 01.11, 01.12 e
01.13 (di cereali, semi e frutti
oleosi, altri seminativi,
orticole, floricole e piante
ornamentali, vivaistiche)
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LEGGI&PROVVEDIMENTI
Emilia Romagna: fattorie didattiche e classi ospitate
250
234
200
196
150
162
N°
fattorie
didattiche
100
50
0
2000-2001
2001-2002
2002-2003
anno scolastico
Emilia Romagna: numero classi ospitate
2500
2438
2000
1692
1500
N°
classi
ospitate
1000
500
732
0
2000-2001
2001-2002
2002-2003
TERRA TRENTINA
anno scolastico
8
consultando i cataloghi delle
offerte 2004 delle fattorie didattiche dell’Emilia Romagna
(prima in Italia per lo sviluppo assunto dalle fattorie didattiche), si può scoprire che il
costo a persona per la permanenza/attività in fattoria, varia
grossomodo da 3 – 8 € per
mezza giornata, in relazione ai
laboratori didattici, al numero
degli ospiti, ai tempi e alla
modalità di visita e comprensivo di assaggi e degustazioni,
fino a 12 – 14 €, compreso il
pranzo consumato nell’azienda agrituristica.
Alcune elaborazioni statistiche
effettuate sempre dalla regione Emilia Romagna indicano
che il fenomeno delle fattorie
didattiche è in continua espansione, non solo in termini di
numero di aziende agricole
coinvolte, ma anche per numero di classi coinvolte (vd. grafici 1 e 2 ).
I percorsi proposti nel medesimo catalogo sono i più vari, da
quelli più tradizionali ai più
innovativi, quali ad esempio
guida alla lettura dei marchi tipici e delle etichette; le erbe
aromatiche; salvataggio della
biodiversità; varietà antiche di
ortaggi, frutta e viti; il mondo
degli insetti e dei piccoli animali del terreno; le nostre radici; costruiamo lo spaventapasseri; riconoscere le piante;
erbe buone erbe cattive, ecc.
Il Trentino come noto non è
all’anno zero. Da alcuni anni,
grazie al progetto “I giovani
agricoltori incontrano la scuola”, frutto della collaborazione
tra l’Istituto agrario di S. Michele all’Adige, Centro per l’Assistenza Tecnica (ex ESAT) e il
Movimento Giovanile Coldiretti, Unione Provinciale Contadini di Trento, sono stati progettati molteplici percorsi didattici destinati alle scuole e
che mirano a far conoscere il
mondo rurale, la produzione
integrata e quella biologica, i
prodotti agricoli, il ruolo dell’impresa agricola sul piano
ambientale e così via. Le aziende che partecipano al progetto
sono attualmente 43, sparse in
quasi tutti i distretti provinciali
e di queste solo 8 sono aziende agrituristiche.
Proprio a partire dall’esperienza sviluppata da queste imprese agricole, l’amministrazione
provinciale ha maturato la convinzione che è arrivato il momento di promuovere, anche
attraverso specifici incentivi, la
“fattoria didattica”, intesa
come attività che può essere
svolta in forma professionale,
nell’ambito della polifunzionalità dell’azienda agricola.
Le motivazioni non mancano e
possono essere brevemente
riassunte nelle seguenti:
- dal punto di vista privatistico,
d’impresa, l’attivazione della
fattoria didattica consente la
diversificazione delle attività
aziendali, l’integrazione del
reddito d’impresa agricola, la
valorizzazione dei prodotti
aziendali e rappresenta
un’opportunità di lavoro per
altre figure professionali
impiegabili in azienda, considerato che la fattoria didattica, assieme alle altre attività agrituristiche di degustazione, somministrazione pasti e bevande e di alloggio,
necessita di nuove e specifiche competenze.
- dal punto di vista del pubblico interesse, la creazione
di una rete di fattorie didattiche consente non solo di
far conoscere ed apprezzare i prodotti agricoli trentini
e le loro intrinseche qualità,
ma anche di promuovere un
processo informativo e
formativo molto capillare in
materia alimentare e ambientale, indirizzato a tutti i
Rientra fra le attività agrituristiche
Sul fronte normativo, poiché la
fattoria didattica rientra a pieno titolo tra le attività agrituristiche e in particolare tra le
“attività ricreative, culturali e
didattiche”, si è provveduto ad
integrare il Regolamento di
esecuzione relativo all’esercizio dell’attività agrituristica, introducendone all’articolo 2, la
definizione: “per attività di
fattoria didattica s’intende l’organizzazione di visite o di altre
attività svolte nell’ambito dell’impresa agricola, strutturate in
spazi ed in percorsi ricreativodidattici, accompagnate da un
tutore aziendale.”
Dal punto di vista strutturale
l’azienda agricola deve assicurare:
- un percorso didattico da offrire ai visitatori connesso
con l’attività svolta nell’azienda agricola;
- la disponibilità di un ambiente adeguato e sufficientemente attrezzato dove poter svolgere l’attività didattica anche
in caso di maltempo;
- la dotazione di un servizio
igienico comune ogni 50
mq, o frazione di mq 50, degli ambienti adibiti alle attività di fattoria didattica. Il
servizio igienico deve essere dedicato ai soli ospiti e
può essere anche del tipo
“chimico”.
Il regolamento stabilisce inoltre le modalità ed i requisiti per lo svolgimento dell’attività di fattoria didattica, così
riassumibili:
- i visitatori devono essere accolti e accompagnati in
azienda da almeno un
tutore aziendale, in possesso
di idonea capacità professionale;
- il rapporto tra numero di
visitatori e tutore deve essere proporzionato e, salvo il
caso di scolaresche accompagnate da docenti, non superiore a 30;
- i locali adibiti all’attività ed
eventualmente gli spazi all’aperto, devono essere dotati
dell’attrezzatura e dei mezzi
necessari per l’effettuazione
delle attività di fattoria didattica;
- l’azienda ove si svolgano le
attività di fattoria didattica
deve essere dotata di una
cassetta di pronto soccorso;
- l’operatore agrituristico deve
individuare e interdire
con adeguata segnalazione gli ambienti aziendali
e le attrezzature che rappresentino un eventuale
potenziale pericolo per i
fruitori delle attività di fattoria didattica;
Il tutore aziendale, ossia
chi riceve ed accompagna i
gruppi di visitatori e svolge
l’attività di fattoria didattica,
può essere anche persona
diversa dal conduttore dell’azienda, purchè in possesso del requisito dell’adeguata capacità professionale, verificato mediante presentazione dell’attestato di frequenza al corso di formazione professionale all’esercizio
della predetta attività, come
individuato nell’ambito del
PSR della Provincia di
Trento. Il rilascio dell’attestato, che ha validità triennale,
è subordinato alla frequenza da parte del tutore
aziendale di almeno l’80%
delle ore di durata del corso
di formazione.
Ma quali sono gli adempimenti amministrativi per
intraprendere un’attività di fat-
toria didattica? Sostanzialmente sono i seguenti:
- iscrizione all’elenco provinciale degli idonei all’esercizio dell’attività
agrituristica (presso il Servizio vigilanza e promozione
dell’attività agricola);
- disporre di un tutore aziendale (familiare o dipendente) in possesso dell’attestato di frequenza al corso di
formazione professionale all’esercizio della predetta attività;
- presentare al comune
competente denuncia di
inizio attività.
Per quanto riguarda gli aspetti
finanziari, l’Amministrazione
provinciale ha provveduto a
creare uno specifico strumento di intervento, integrando la misura 17 del
PSR: “Investimenti nelle
aziende agricole per la
diversificazione delle attività”, prevedendo investimenti aziendali per lo svolgimento di attività didattiche e più
precisamente:
- per l’allestimento di locali e
spazi esistenti;
- per la ristrutturazione di ambienti al coperto per la realizzazione dell’attività formativa anche in caso di maltempo;
- per la dotazione di attrezzature di supporto all’attività
didattica, quali supporti audiovisivi, cartelloni, fotografie, mini laboratori, kit didattici, etc..
Ad oggi sono in possesso dell’attestato di partecipazione al
corso per tutori aziendali 19
imprenditori, dei quali 9 sono
operatori agrituristici o hanno
chiesto l’iscrizione all’elenco
provinciale degli idonei. Nel
corso del 2004 sono state 2 le
domande di contributo per
l’implementazione dell’attività
di fattoria didattica ed altre
sono in itinere.
TERRA TRENTINA
consumatori in generale e ai
giovani in età scolare in particolare, in quanto attuali e
futuri consumatori.
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Nuove regole e adempimenti per una fattoria didattica