Corso per “Addetto alla gestione della Fattoria Didattica” Modulo 1 Le Fattorie Didattiche Gianluca Gurrieri Dottore Agronomo Coldiretti e Campagna Amica Campagna Amica è il progetto ideato dalla Coldiretti per un’agricoltura impegnata a sviluppare un dialogo aperto e intenso con il cittadino consumatore Il progetto Campagna Amica mira a: favorire lo sviluppo locale, valorizzando le risorse territoriali disponibili per tutelare l’ambiente, curare il paesaggio e migliorare la qualità della vita in campagna; aprire le aziende ai consumatori e avvicinare la città alla campagna, anche attraverso iniziative che coinvolgono le scuole; tutelare la qualità dei prodotti (tracciabilità e rintracciabilità) promuovere i prodotti tipici Campagna Amica mira ad utilizzare tutti gli strumenti della multimedialità, dall’editoria al video per promuovere ed avvicinare il mondo agricolo. Mensile Campagna Amica Patto con il Consumatore Fa parte del Progetto Campagna Amica il “Patto con il Consumatore” (domenica 3 dicembre 2000) Attraverso questo “Patto” l’imprenditore aderente a Campagna Amica, si impegna ad offrire ai consumatori prodotti alimentari sani, genuini e sicuri (I DOVERI) Chiede che gli venga riconosciuto il diritto ad operare con certezze legislative e regole economiche chiare (I DIRITTI) I Doveri Assicurare la continuità delle tradizioni alimentari attraverso le produzioni regionali tipiche e di qualità Adottare sistemi di certificazione volontaria e assicurare il rispetto dei disciplinari delle produzioni biologiche e delle D.O.P. Osservare le buone pratiche di lavorazione e le procedure per la prevenzione dei rischi alimentari nella produzione e trasformazione dei prodotti agricoli Utilizzare sementi e mangimi esenti da O.G.M. come previsto dai programmi Coldiretti “semina sicura” e “allevamento sicuro” Impiegare concimi in dosi e modalità tali da non pregiudicare le risorse idriche Assicurare un corretto utilizzo di fitofarmaci e valorizzare i programmi di difesa a basso impatto ambientale Utilizzare mangimi esenti da sostanze nocive per la salute dell’uomo ed il benessere degli animali Adottare pratiche agronomiche che contribuiscano a mantenere l’integrità e l’equilibrio idrogeologico del territorio I Diritti Approvazione in tempi rapidi di una nuova legge sull’impresa agricola per renderla competitiva sul mercato Definizione di nuove regole e politiche fiscali che sostengono l’impegno e lo sviluppo delle imprese agricole Equa distribuzione delle risorse comunitarie andando a favorire chi fa davvero impresa Dare all’impresa agricola la possibilità di disporre di logistica, trasporti ed infrastrutture moderne Adozione di provvedimenti per favorire nuove imprese e lo sviluppo dell’occupazione in agricoltura Riconoscimento del ruolo insostituibile che l’agricoltura svolge per la salvaguardia del territorio e dell’ambiente e del mantenimento del paesaggio Ruolo di Campagna Amica Diventa fondamentale poter avvicinare sempre di più il sistema dell’impresa agricola alla “Società Civile” in modo da integrare da un lato l’offerta e dall’altro la domanda di nuovi servizi. Creazione di una nuova “corrente di pensiero sui prodotti alimentari e sull’agricoltura italiana”. Coldiretti attraverso Campagna Amica diventa promotore dell’impresa intesa nel suo ruolo sociale. Iniziative Presenza nelle fiere di grande interesse locale e nazionale (Fieragricola di Verona, Salone dei Sapori di Milano, Salone del Gusto di Torino, ecc.) Presenza nei momenti di aggregazione locale (sensibilizzazione interna) Partecipazione ad iniziative di forte natura sociale (promozione delle produzioni tipiche italiane con riflesso sul sistema sociale) Divulgazione della tipicità, qualità e tracciabilità delle produzioni (realizzato nell’ambito delle tre iniziative elencate o attraverso elementi di diffusione mediatica.) Biodiversità Il Ruolo di Campagna Amica, l’instaurazione del Patto con il Consumatore ed altre iniziative di Coldiretti hanno come obiettivo “intrinseco” anche la difesa della biodiversità. Il termine “biodiversità” indica le varietà delle forme viventi in un ambiente e viene studiata a tre livelli di organizzazione del mondo vivente: - a livello di geni; - a livello di specie; - a livello di ecosistemi. Infatti, è l’insieme di tutte le possibili combinazioni di geni che si trovano nelle specie animali e vegetali, e rappresenta un indispensabile “serbatoio genetico” che consente il mantenimento della vita sulla terra. La sopravvivenza di ogni specie dipende dalla varietà di popolazioni che la compongono. Minor variabilità, minor possibilità di sopravvivenza. Esempi di biodiversità in natura La perdita della biodiversità purtroppo riguarda anche le razze animali di interesse zootecnico. Oggi vengono allevate pochissime razze moderne, più adatte ad un allevamento di tipo industriale e quindi più redditizie. Queste razze sostituiscono ovunque le vecchie razze locali. In Europa si è già estinta la metà delle razze di animali domestici (bovini, ovini, caprini, equini, suini, ecc.) che esistevano all’inizio del secolo scorso. Un terzo delle rimanenti 770 rischia di estinguersi nei prossimi 20 anni. (Tratto da uno studio dell’Università di Catania). I benefici della conservazione delle razze zootecniche a rischio di estinzione sono molteplici. Il mantenimento del patrimonio genetico, senza il quale si perderebbe la capacità di adattamento a bisogni e condizioni climatiche ed ambientali che sono sempre mutevoli. Le razze locali hanno spesso caratteristiche di pregio quali la resistenza alle malattie, un’alta fertilità, buone qualità materne, longevità ed adattamento a dure condizioni e a pasti di scarsa qualità. Queste caratteristiche sono tutte desiderabili per un allevamento estensivo, rispettoso dell’ambiente e della salute umana. Dall’allevamento delle razze locali si ottengono carne e latte di pregio che servono per la produzione di formaggi e salumi di qualità. Spesso, le razze zootecniche sono legati alle caratteristiche specifiche di un territorio e, quindi, salvare una razza vuol dire mantenere un legame con la memoria storica di quella zona. ANCHE IN SICILIA C’E' IL RISCHIO CHE SCOMPAIANO PER SEMPRE ALCUNE RAZZE LOCALI Secondo i criteri indicati dalla FAO (2001) in Sicilia ci sono nove razze animali a serio rischio di estinzione. Vacca Modicana Tipica della zona del Ragusano. E’ una razza bovina rustica che si adatta a vivere in condizioni molto difficili. Viene allevata prevalentemente al pascolo. Il suo latte, molto ricco di proteine e di altre sostanze, viene trasformato in formaggi tipici di qualità come il Ragusano e le provole. E’ elemento tipico del paesaggio agrario dell’altopiano Ibleo. Dal 1983 al 1998 il numero di capi è sceso vertiginosamente da 17.000 a poco più di 4.000. Vacca Cinisara Questa razza bovina, si trova soprattutto nel territorio di Cinisi (da cui il nome), è molto rustica e viene allevata allo stato libero nutrendosi di erbe spontanee. Il suo latte è ricco di proteine ed è utilizzato per produrre alcuni formaggi tipici come il caciocavallo palermitano e le cosiddette provole/vastedde. Nell’ultimo decennio il numero di capi si è dimezzato passando da 7.400 a 2489. Pecora Barbaresca E’ una razza ovina allevata principalmente in provincia di Caltanissetta. Da questa pecora si ottiene sia il latte che la carne. Deriva da incroci avvenuti nel corso dei secoli tra pecore della razza Barbaresca proveniente dal nord Africa e della razza Pinzirita siciliana. Viene allevata allo stato libero e si nutre di quello che trova spontaneamente in natura. Dal suo latte si ottengono ottimi formaggi di qualità come il pecorino siciliano e il canestrato misto. Attualmente esistono circa 7.000 capi, ma nel 1991 erano addirittura 26.000 Capra Girgentana E’ una razza caprina che ha la caratteristica di possedere delle grandi corna a forma di cavaturaccioli. Viene allevata allo stato libero in provincia di Agrigento (antico “Girgenti” da cui prende il nome), producendo molto latte; per questo motivo, viene soprannominata “la vacca dei poveri”. Dal latte si ottengono diversi formaggi caprini molto apprezzati per la loro genuinità. Purtroppo oggi rimangono soltanto 330 capi ed il numero continua a scendere. Capra Argentata dell’Etna E’ una capra originaria dell’Etna, ma viene allevata allo stato libero anche nelle province di Enna, Messina e Palermo. Si tratta di una razza molto rustica da cui si ottiene un latte ricco di proteine e di altre sostanze nutritive utilizzato per produrre diversi formaggi tipici di qualità. Il numero di capi è purtroppo in costante diminuzione e oggi la sua consistenza è intorno ai 4.000. Suino Nero dei Nebrodi Si tratta di un piccolo maiale dal caratteristico colore nero, che viene allevato nelle montagne delle Madonie e dei Nebrodi nutrendosi di ghiande e di altri prodotti spontanei. E’ molto apprezzato dai consumatori perché dalle sue carni si ottengono alcune produzioni tipiche di qualità come il salame di S. Angelo di Brolo e il prosciutto di Nicosia. La situazione per questa razza è particolarmente grave poiché il numero di capi attualmente esistente è, secondo recenti stime, soltanto di 560. Cavallo Sanfratellano Secondo le locali tradizioni, questo cavallo discende dagli antichi fondatori dell’antico paese di San Filadelfio, oggi San Fratello situato sui Nebrodi in provincia di Messina, e cioè dei Lombardi arrivati in Sicilia nell’XI secolo. Oggi viene allevato prevalentemente allo stato brado in vaste aree boschive sui Monti Nebrodi dove, con un po’ di fortuna, è possibile ammirarlo durante le escursioni in quei luoghi. Il numero di cavalli che ancora esistono è purtroppo basso, poco più di 800. Cavallo Puro Sangue Orientale Si tratta di un cavallo allevato allo stato libero principalmente nella provincia di Catania. Questa razza ha delle caratteristiche molto rustiche che lo rendono adatto anche ai difficili lavori agricoli, tuttavia, viene utilizzato pure per la corsa e le gare di lunga distanza. E’ una razza di origine araba, ma si è adattato a vivere molto bene in Sicilia. Attualmente ne esistono soltanto poche decine di capi allevate presso l’Istituto d’Incremento Ippico di Catania. Asino Ragusano Questa razza ha avuto origine nei comuni di Ragusa, Modica, Scicli e S. Croce Camerina dove è stata selezionata in seguito ad incroci tra l’asino di Pantelleria e quello Siciliano. Le principali attitudini sono quelle da tiro, soma e produzione mulina. Purtroppo oggi il numero di capi rimasti è drammaticamente basso, circa 200, e questa razza rischia di estinguersi definitivamente nei prossimi decenni. Specie Vegetali a rischio di estinzione in Sicilia Sono 314 (dati emersi nel corso del seminario organizzato dall'Accademia dei Lincei “Estinzioni di massa e biodiversita” 2004). Alcuni sono frammenti di un’antica foresta che ricopriva l’isola: Quercia spinosa Pini d’Aleppo di Vittoria Macchia Foresta del Fiume Irminio Alcune di queste piante hanno condizionato usi e costumi locali: Orniello (Frassino da manna delle Madonie) Carrubo (In provincia di Ragusa si produce il 70% della produzione nazionale) Le Fattorie Didattiche Nell’ambito del contesto territoriale, multifunzionale ed ecosostenibile dell’agricoltura si collocano le Fattorie Didattiche, grande strumento educativo dei cittadini. Esse nascono per offrire una maggiore integrazione tra agricoltura e scuole e contribuisce alla crescita dei cittadini più consapevoli e rispettosi dell’ambiente. La visita in fattoria diventa la chiave per comprendere il territorio ed apprendere il legame che unisce i comportamenti quotidiani e la salvaguardia dell’ambiente. E’ un’occasione per capire il lavoro che sta dietro ad ogni singolo prodotto delle nostre tavole e rivalutare agli occhi dei ragazzi il lavoro dell’agricoltore (custode del territorio). L’imprenditore agricolo è una figura determinante che ponendosi accanto all’insegnante è in grado di accompagnare i bambini nel loro processo di scoperta. Requisito essenziale è la conoscenza del territorio su cui opera l’imprenditore La provincia I di Ragusa l Un isola nell’isola, come si usa ripetere un’espressione alquanto abusata. Meglio:una Sicilia altra, che ha assai poco della Sicilia; che si presenta più sviluppata, più dinamica, più agiata di tante altre aree regionali caratterizzate, invece, da arretratezza e marginalità (Amata, 2001). La provincia di Ragusa I l Popolazione residente (censimento ISTAT 2001) 295.264 abitanti Dati economici del territorio ibleo: La provincia di Ragusa presenta tassi annui di crescita economica che ormai si sono stabilizzati su livelli sostenuti 1991-95: incremento dell’1,3% pari al dato medio nazionale rispetto ad una situazione, del resto della Sicilia, statica (dati ISTAT, 1999). 1997: reddito pro capite pari a € 12395 contro la media delle provincie di Catania, Agrigento e Caltanissetta pari a € 9068.(Istituto Tagliacarne, 1999). Tasso di disoccupazione nel 1997 pari al 14% rispetto al 24,3% della media regionale. I l Volano di questa felice anomalia è l’agricoltura che contribuisce alla tenuta del settore primario siciliano. Considerato che nella provincia iblea vive circa il 6% della popolazione regionale, nel 1997(dato costante) si è prodotto il 20% della PLV dell’agricoltura siciliana. Ragusa è la provincia italiana a maggiore dipendenza dalle attività agricole. Importante connubio tra agricoltura e sviluppo locale. I Orticoltural e zootecnia voci fondamentali nel settore primario della provincia iblea Prodotti dell’allevamento: 13,8% della PLV provinciale Orticoltura in pieno campo ed in serra: circa il 50% della PLV Grano Vite Carrubo “I motori di una vasta trasformazione del paesaggio agrario e della struttura sociale” (Barone, 1913) Ma via via si è assistito ad una riduzione di queste tre aree che sono andate esaurendo la loro carica propulsiva. I Dal Censimento dell’agricoltura effettuato nel 1990 si può verificare l che: Superfici a grano 14,2% della SAU provinciale (valore molto basso per una coltura un tempo vitale per l’economia della zona) Riduzione dei vigneti – in aree più ristrette che però attualmente hanno raggiunto livelli di efficienza notevoli a livello qualitativo e quantitativo. Il carrubo rimane statico con una tendenza alla riduzione (estirpazione, patologie, eventi atmosferici) Di contro: I Ampia crescita delle ortive (ampliamento delle superfici impiegate di l oltre 2/3 nel ventennio 1970-90)– fascia trasformata In pieno campo nella zona di Ispica Colture protette nei comprensori di Vittoria, Santa Croce Camerina, Scicli, Ragusa) Ragusa al secondo posto tra le provincie italiane in cui si producono ortive (dati relativi al 1997). Solido consolidamento della zootecnia iblea – grandi innovazioni Strutture all’avanguardia Selezione genetica Aspetti sanitari Incremento dei pascoli permanenti al 21,7% della SAU. I l “…quell’aprica, popolata, ed assai fruttifera pianura di Ragusa rappresenta meglio, che ogni contrada di Sicilia, certe ben ordinate campagne forestiere; avvengachè è divisa in poderi, o massarie di venti, trenta, cinquanta e più salme: e queste sono partite in campicelli di due, o di tre salme, chiusi con muriccioli di pietre sovrapposte.” (Paolo Balsamo, Viaggio da Ragusa a Modica, 1808). AziendeI tipo: l Ad indirizzo cerealicolo – zootecnico - con allevamenti di tipo intensivo destinati alla produzione di latte di massa; - con allevamenti di tipo semi-estensivo destinati alla produzione di latte dalla cui trasformazione si ottengono formaggi tipici. Ad indirizzo orticolo Ad indirizzo viti – vinicolo Ad indirizzo arboreo I Geografia l del territorio ibleo Il territorio ibleo, delimitato dal canale di Sicilia a sud e dalle province di Caltanissetta, Catania e Siracusa da est a ovest, è costituito da un'area prevalentemente collinare, occupata quasi per intero dall'altopiano dei monti Iblei, la cui cima più alta, il Monte Lauro, raggiunge 986 metri di altezza. Zone pianeggianti sono comunque presenti nell`area settentrionale del territorio, corrispondente alla valle dell'Ippari, comprendente i comuni di Acate, Comiso e Vittoria, e costituente il maggiore sostegno agricolo della provincia. Il territorio, in prevalenza calcareo, presenta un aspetto piuttosto arido e pietroso, anche se alcune zone (tipo Ispica, agri di Comiso) presentano terreni profondi, mentre altre (Giarratana) si presentano argillose a differenza della maggior parte a carattere sabbioso-limoso. I Caratteristici sono i "muri a secco", che come una ragnatela intessono l'intero l territorio, costituendo insieme al carrubo un elemento dominante del panorama ibleo. L'opera di disboscamento incontrollato effettuata dall'uomo nei secoli passati, che ha privato il terreno della sua naturale umidità, e la scarsità delle piogge contribuiscono ad una difficile e carente situazione idrica. Pochi e brevi i fiumi: l'Acate o Dirillo (53 Km.), l'Ippari, l'Irminio. Un'altra importante caratteristica della zona è la presenza di veri e propri canyons o cave, scavate dalle acque dei torrenti che, non assorbite dal calcare impermeabile del suolo Ibleo, hanno formato solchi sempre piu` profondi ed estesi. Una importante risorsa idrica è stata fornita dalla realizzazione di dighe, come quelle sui fiumi Irminio (detta di S. Rosalia), Dirillo (presso Licodia Eubea) e Mazzarrone (presso Chiaramonte). I La flora l è di tipo prevalentemente mediterraneo, differenziata in base alla altimetria: querce e platani nelle zone montuose, affiancate da oleandri, fichi, acanti, capperi, canne e soprattutto carrubi, nei restanti territori. La fauna non è sicuramente fra le più ricche: conigli selvatici, donnole e volatili, più che altro nelle zone montuose, ma anche uccelli rari come il fenicottero rosa, la spatola e il falco pescatore, nelle zone più paludose (lungo le dighe) e gabbiani, nelle diverse specie, nelle zone costiere. Il clima, ovviamente mediterraneo, varia, con inverni piuttosto freddi ed estati calde e secche nelle zone più interne e sui monti, e diviene più mite ed umido nel litorale per l'influenza del mare (precipitazioni medie annue 600mm). I Prodottil tipici in provincia di Ragusa Il prodotto tipico La definizione di prodotto alimentare tipico potrebbe essere la seguente: un prodotto elaborato da tempi remoti, in una determinata zona, secondo una tecnologia che è rimasta immutata nel tempo utilizzando materie prime prodotte in quella zona. Condizioni necessarie, però non sufficienti in quanto deve essere distinguibile dai prodotti simili. E’ necessario che esista almeno una caratteristica (o meglio alcune caratteristiche) valutabile oggettivamente, che consenta di distinguere quel prodotto dagli altri simili. E questa caratteristica deve essere inequivocabilmente legata al territorio e non deve poter essere modificabile dall'intervento dell'uomo. Marchi D.O.P.,I.G.P., D.E.C.O. Strumenti di tutela e non di promozione I Marchi D.O.P. e I.G.P. l Regolamento CE 2081/92 Denominazione d'Origine Protetta Riconoscimento assegnato ai prodotti agricoli ed alimentari le cui fasi del processo produttivo, vengano realizzate in un’area geografica delimitata e il cui processo produttivo risulta essere conforme ad un disciplinare di produzione. Queste caratteristiche sono dovute essenzialmente o esclusivamente all’ambiente geografico, comprensivo dei fattori naturali ed umani. Marchi D.O.P. e I.G.P. Regolamento CE 2081/92 Indicazione Geografica d Provenienza Il termine "IGP" è relativo al nome di una regione, di un luogo determinato o, in casi eccezionali, di un paese che serve a designare un prodotto agricolo o alimentare originario di tale regione, di tale luogo determinato o di tale paese e di cui una determinata qualità, la reputazione o un'altra caratteristica possa essere attribuita all'origine geografica e la cui produzione e/o trasformazione e/o elaborazione avvengano nell'area geografica determinata. Il legame con il territorio è presente in almeno uno degli stadi della produzione, della trasformazione o dell'elaborazione del prodotto. I Disciplinare di produzione l Il disciplinare è un insieme di indicazioni e/o prassi operative da rispettare dal produttore relativamente a: il nome del prodotto agricolo o alimentare DOP o IGP; la descrizione del prodotto agricolo o alimentare mediante indicazione delle materie prime, se del caso, e delle principali caratteristiche fisiche, chimiche, microbiologiche c/o organolettiche dello stesso; la delimitazione della zona geografica e gli elementi che comprovano il legame del prodotto agricolo o alimentare con la zona geografica di riferimento; la descrizione del metodo di ottenimento del prodotto e/o i metodi locali, leali e costanti unitamente agli elementi che comprovano il legame o l'origine con l'ambiente geografico; i riferimenti relativi agli organismi di controllo; gli elementi specifici dell'etichettatura connessi alla dicitura DOP o IGP, a seconda dei casi, o le diciture equivalenti; le eventuali condizioni da rispettare in forza di disposizioni comunitarie e/o nazionali. I I Riconoscimenti DOP e IGP a livello europeo ( dati Nomisma settembre l 2003) Totale Paesi UE: 622 prodotti agroalimentari 375 DOP 247 IGP Francia: 131 prodizioni a marchio tutelato (21,1% del paniere UE) Italia: 130 Portogallo: 85 Grecia: 81 Spagna: 70 Categoria merceologica più rappresentativa è quella dei formaggi: 150 prodotti a marchio tutelato (139 DOP e 11 IGP) – Francia 41 riconoscimenti, Italia 30 Prodotti ortofrutticoli e cerealicoli: 141 prodotti a marchio tutelato – Italia 36 riconoscimenti I Riconoscimenti DOP e IGP a livello italiano ( dati Nomisma settembre I 2003) l Ortofrutta e cereali: 36 riconoscimenti 4 DOP – 32 IGP Formaggi: 30 riconoscimenti DOP Oli di oliva: 30 riconoscimenti 29 DOP – 1 IGP Salumi e carni preparate: 26 riconoscimenti 21 DOP – 5 IGP Altri prodotti: 8 riconoscimenti 4 DOP – 4 IGP I Riconoscimenti DOP e IGP a livello italiano ( dati Nomisma settembre I 2003) l Emilia - Romagna:25 riconoscimenti 14 DOP – 11 IGP Veneto: 20 riconoscimenti 11 DOP – 9 IGP Lombardia: 19 riconoscimenti 14 DOP – 5 IGP Toscana: 14 riconoscimenti 6 DOP – 8 IGP Sicilia: 13 riconoscimenti 8 DOP – 5 IGP Piemonte: 12 riconoscimenti 10 DOP – 2 IGP Campania: 11 riconoscimenti 6 DOP – 5 IGP Calabria: 10 riconoscimenti 9 DOP – 1 IGP Lazio:9 riconoscimenti 5 DOP – 4 IGP Puglia:8 riconoscimenti 8 DOP I l Prodotti DOP & IGP siciliani FORMAGGI Pecorino Siciliano (DOP) Reg. CE n.1107/96 Ragusano (DOP) Reg. CE n.1263/96 OLI DI OLIVA Monti Iblei (DOP) Reg. CE n. 2325/97 Valli Trapanesi (DOP) Val di Mazara (DOP) Monte Etna (DOP) ORTOFRUTTICOLI E CEREALI Arancia Rossa di Sicilia (IGP) Cappero di Pantelleria (IGP) Nocellara del Belice (DOP) Uva da Tavola di Canicattì (IGP) Ficodindia dell’ Etna (DOP) Pomodoro di Pachino (IGP) Uva da Tavola di Mazzarrone (IGP) Le D.O.P. della provincia di Ragusa I l Ragusano D.O.P. Olio D.O.P. Monti Iblei Pecorino Siciliano D.O.P. I l Considerazioni sui riconoscimenti comunitari Da un indagine Nomisma emerge che il sistema dei prodotti tipici a denominazione d’origine, dopo oltre un decennio dall’emanazione del regolamento comunitario che ne ha istituito e formalizzato la tutela, presenta ancora forti criticità. Il consumatore sembra ancora poco informato sui marchi DOP e IGP, non solo in relazione alla loro esistenza ma soprattutto per quello che riguarda il loro significato e le garanzie che sottintendono. Scarso incremento delle quantità a marchio DOP e IGP, tra il 2001 ed il 2002 soltanto il 3% pur avendo avuto un notevole incremento delle denominazioni registrate, a fine 2000 da 108 a 130. Il produttore a volte sembra porre poca fiducia nei marchi di tutela, nel 2002 si è certificato soltanto il 37% del prodotto potenzialmente marchiabile. Maggiore priorità alla corsa al riconoscimento comunitario che alla successiva commercializzazione a marchio. Le Fattorie Didattiche Nell’ambito del contesto territoriale, multifunzionale ed ecosostenibile dell’agricoltura si collocano le fattorie didattiche, grande strumento educativo dei cittadini. Esse nascono per offrire una maggiore integrazione tra agricoltura e scuole e contribuisce alla crescita dei cittadini più consapevoli e rispettosi dell’ambiente. La visita in fattoria diventa la chiave per comprendere il territorio ed apprendere il legame che unisce i comportamenti quotidiani e la salvaguardia dell’ambiente. E’ un’occasione per capire il lavoro che sta dietro ad ogni singolo prodotto delle nostre tavole e rivalutare agli occhi dei ragazzi il lavoro dell’agricoltore (custode del territorio). I Tra le diverse attività previste nell’ambito del progetto di l educazione alla Campagna Amica, vi è infatti la sensibilizzazione dei soci ad investire in attività educative, attraverso la valorizzazione delle loro imprese come luoghi di apprendimento. In relazione ai criteri nazionali: le iniziative sul territorio dovranno essere articolate in due momenti inscindibili: quello teorico di strumentazione didattico educativa, prevalentemente in aula, e quello pratico di effettivo incontro con la realtà agricola privilegiando le aziende didattiche. Il servizio didattico può essere proposto a differenti livelli e con diverse intensità. In base a ciò, si potrebbero configurare quattro differenti tipologie di approccio praticato dagli operatori agricoli: LE I FATTORIE l APERTE Sono le fattorie che si aprono, in occasioni speciali, ad un incontro con il consumatore, pur non dotandosi di particolari attrezzature. Investono in chiarimenti e spiegazioni verso i propri ospiti in situazioni reali e peculiari, legate spesso ad eventi rilevanti del proprio territorio. Tipiche di questa fascia di imprese sono quelle che si aprono in occasione di feste dedicate al vino o a qualche altro prodotto, o ricorrenza. Vedi Cantine Aperte. I FATTORIE l LE DIRETTA APERTE con VENDITA Uniscono alla prima attività descritta anche la vendita diretta dei prodotti, nelle medesime occasioni, e pertanto si devono assoggettare agli adempimenti previsti fiscalmente ed ai vincoli di tutela e di garanzia stabiliti dalle norme di salvaguardia delle condizioni igieniche. I FATTORIE l CULTURALI - RICREATIVE In questa categoria rientrano le imprese agricole che svolgono iniziative organizzate con investimenti professionali, sviluppando funzioni educative rispetto a differenti attività, tutte ben compatibili con l’ambiente agricolo e con la vita di campagna: corsi di educazione al gusto, addestramento al tiro con l’arco, scuola ippica, apprendimento attività artigianali, ecc., facendo forza sulla promozione dei corsi educativi legati alle peculiari capacità dell’imprenditore ed all’interesse per il mercato esterno dei potenziali fruitori. I FATTORIE l DIDATTICHE Assumono iniziative di contatto diretto con il mondo dell’istruzione e con diversi istituti scolastici (ma anche con altre realtà organizzate quali associazioni giovanili, scout, ecc.) al fine di far scoprire ai giovani le caratteristiche della vita e del lavoro di campagna. Sono vere aziende agricole che accolgono gruppi e nascono sia dalla necessità di trovare un reddito supplementare per gli agricoltori che per la comunicazione diretta fra agricoltore e cittadino. Nelle fattorie didattiche sono gli stessi agricoltori che attraverso un coinvolgimento attivo fanno conoscere ai ragazzi la vita degli animali, l’origine dei prodotti che consumano, stimolando lo spirito critico e la curiosità. I L’interesse per la FATTORIA DIDATTICA è da ricercare l nella possibilità che esse possono offrire in termini di legame con la dimensione sociale, economica, tecnica, politica, culturale dell’ambiente. Una visita in fattoria rappresenta un’opportunità per conoscere il territorio nella sua globalità produttiva e culturale, per comprendere il proprio ambiente attraverso la conoscenza e l’esperienza diretta, per favorire il rapporto scuola/realtà locali. Educazione al territorio attraverso un vivo legame tra istituzioni scolastiche e luoghi di vita e di lavoro. I CITY l FARMS o FATTORIE DI ANIMAZIONE Sono delle strutture situate in ambito urbano o periurbano che hanno l’obiettivo di permettere ai cittadini di scoprire il legame che unisce mondo rurale ed urbano. Esse non sono imprese agricole ma una sorta di esposizione della realtà agri-naturalistica creata ad hoc per scopi educativi. Sorgono in genere su terreni ed edifici di proprietà pubblica e sono gestite da animatori e volontari di associazioni no profit. Sono diffuse in diversi paesi europei e raggruppate nel 1990 in una rete europea European Federation of City Farms LA I SITUAZIONE l IN ITALIA ED IN EUROPA E’ nei Paesi del Nord Europa che avviene la nascita e lo sviluppo di luoghi di amicizia tra natura e uomo. Questi luoghi (fattorie) si ispiravano alle idee di un movimento americano: CLUB 4H HEAD HEALTH HEART HAND a fondamento dell’idea globale di una pedagogia attiva. I PRIMEl ESPERIENZE Sono da collocarsi all’inizio del ‘900 con un progressivo sviluppo in Germania, nei Paesi Bassi, nel Regno Unito, nel Belgio ed in Francia. Grande sviluppo in Francia a partire dai primi anni 70 ad oggi: circa 1300 organizzate in 18 reti. Ciascuna di esse ha una propria carta della qualità e sottoscrive un contratto con la scuola in visita. Nel 1992 nasce una “commissione interministeriale” coordinata dal Ministero dell’Agricoltura e di cui fanno parte 4 Ministeri: Agricoltura, Ambiente, Giovani-Sport, Educazione. La commissione ha il compito di informare le fattorie didattiche sui diversi regolamenti applicabili alle strutture. I Annualmente una commissione interministeriale fornisce l indicazioni pratiche sulla pedagogia in fattoria e sulla sicurezza e organizzazione. Dal 1985 è attivo il GIFAE – Gruppo Internazionale Fattorie Didattiche In Italia il fulcro dello sviluppo delle fattorie didattiche è stata la zona di Cesena: Caratterizzata da numerose realtà cooperative abituate a ragionare collettivamente ed operanti nel settore ortofrutticolo con grande attenzione alle esigenze del mercato in materia di produzioni ecocompatibili. I Dal 1990 l la provincia di Forlì – Cesena, attraverso l’Osservatorio Agroambientale, propone alle scuole dell’obbligo il progetto didattico “Agricoltura, Ambiente, Alimentazione”. Nell’ambito del progetto le giornate in fattoria presso le aziende della rete delle fattorie didattiche ecologiche. Al fine di potenziare le loro attività hanno presentato al Ministero dell’Ambiente il progetto “City farms – Rete di fattorie didattiche biologiche per l’educazione ambientale ed i consumi consapevoli ” Il progetto prevede: la produzione di materiali per le fattorie didattiche, un censimento nazionale delle fattorie didattiche, l’organizzazione di un incontro nazionale, la promozione di una rete a livello nazionale. I Il censimento è stato realizzato nell’anno 2000, l’adesione è stata l volontaria. Sono state rilevate 276 esperienze. Nell’anno 2002 è stato effettuato un aggiornamento che ha portato a 444 le realtà censite. Delle 276 realtà censite nel 2000: 3 sono City Farms promosse dai comuni di Torino, Pavia e Roma 273 sono Fattorie Didattiche (120 aziende agrituristiche) In particolare 131 aziende biologiche, 139 imprenditori hanno partecipato a corsi di formazione per l’attività didattica in azienda, 170 aziende distribuiscono materiale didattico/informativo. I Dal censimento effettuato nel 2002 si è rilevato che: l le fattorie censite sono dislocate su tutto il territorio nazionale, con netta prevalenza nel Nord Italia. Piemonte Liguria Lombardia Trentino Emilia Rom. Lazio Marche 25 3 73 32 196 18 7 Abruzzo Umbria Toscana Calabria Basilicata Puglia Campania 9 5 9 13 6 7 4 E’ stata rilevata la presenza di 10 reti di fattorie didattiche. I Proposte didattiche l Ricche e diversificate e improntate su una pedagogia attiva. Tra le reti più attive, quella dell’Emilia Romagna. Essa stabilisce alcuni requisiti di base per le fattorie didattiche: Adozioni di sistemi a basso impatto ambientale; Rappresentatività rispetto alla realtà agricola territoriale; Varietà produttiva, completezza; Motivazione e capacità di comunicazione dell’imprenditore; Strutture idonee all’accoglienza. Elaborazione della Carta delle Qualità delle Fattorie Didattiche: Formazione Agricoltori, Didattica, Accoglienza, Sicurezza I Carta degli impegni delle fattorie didattiche l Orientamento nella fase sperimentale di attuazione sul territorio Funzione educativa delle imprese agricole da aggiungersi alla primaria funzione produttiva. Impegni Colui che svolge attività agricola si impegna ad accogliere i visitatori presso le proprie strutture ed a testimoniare il proprio Stile di fare agricoltura che non si limita alla sola produzione ma anche alla divulgazione di saperi, tradizioni e cultura rurale. I Fare agricoltura anche assumendo come obiettivo il servizio al l cittadino, consumatore di alimenti e fruitore dell’ambiente naturale, Poiché l’attività produttiva non deve essere separata dalla cura nei confronti dell’ambiente, del paesaggio, dell’alimentazione, cioè verso la società, con forte attenzione in merito alla salute dei consumatori. L’agricoltura può dare alla collettività la possibilità di evasione: - dalla mala alimentazione; - dallo stress dell’urbanizzazione forzata; - dalla trascuratezza e dal degrado dell’ambiente. I L’agricoltore sviluppa il concetto di multifunzionalità l dell’impresa agricola (art.2135 c.c.), intesa come percorso che conduce verso la produzione agricola più rispettosa degli uomini, del territorio, della società, degli animali, quindi mirando ad obiettivi sociali oltre che economici. Un’agricoltura: - affidabile e sicura per i beni alimentari che produce; corresponsabile nella tutela del territorio, del paesaggio e della promozione dello sviluppo locale; protagonista nel difendere il patrimonio ambientale, le risorse naturali e la biodiversità; condotta da imprese efficaci economicamente e con un basso impatto ambientale. L’agricoltore aderisce ad un’idea pedagogica che mira alla visione pratica dell’apprendimento, volta a stimolare l’osservazione e la scoperta, ovvero l’imparare facendo e vedendo fare, tipica del lavoro agricolo. Si impegna a contribuire alla costruzione dell’identità dei giovani, sia attraverso la valorizzazione e la riscoperta del territorio rurale ed il consolidamento dei legami con le loro radici, ma anche promuovendo un’educazione alimentare che favorisca un approccio anche culturale verso il cibo. OFFERTA DIDATTICA Ovvero: interesse a fare sperimentare un’immagine vera e concreta dell’attività di campagna e della natura; accoglienza dei ragazzi preferibilmente nell’età dell’obbligo scolastico; impegno verso la formazione e l’aggiornamento sui temi pedagogici, dell’accoglienza, della comunicazione e della conduzione dei gruppi; importanza di estendere l’impegno oltre l’obbligo scolastico per favorire l’attività pratica ed il consolidamento di figure professionali specializzate per l’agricoltura; disponibilità ad essere inseriti in un progetto didattico che intenda valorizzare le attività delle imprese; creazione di un programma di visita adatto al livello scolastico degli studenti in collaborazione con gli insegnanti; a conclusione dell’esperienza offrire a ciascuno degli ospiti una o più testimonianze della visita ed a redigere una scheda di valutazione dell’esperienza. impegno a garantire una sempre migliore e più sicura accoglienza ai giovani ospiti, infatti: accesso facilitato alle aziende da opportuna segnaletica stradale ed impegno a rendere possibile la sosta dei pullman in prossimità dell’azienda; presenza di sistemi di sicurezza previsti dalla legge (antincendio, luci di emergenza, ecc) e di contatti con i presidi sanitari più vicini; presenza di almeno un locale di accoglienza attrezzato e coperto e/o scoperto per l’intrattenimento dei gruppi, con garanzie di sicurezza e di igiene (servizi e acqua potabile) adeguati al numero dei partecipanti ed a norma di legge; assicurazione di responsabilità civile sull’azienda contro danni alle persone ospitate, intossicazioni alimentari, incendi, ecc. percorsi di sicurezza, inaccessibilità ad attrezzature e sostanze pericolose, circoscrivendo e segnalando le aree di rischio; permettere, nel corso della visita, l’avvicinamento agli animali nel rispetto delle norme di sicurezza e della salvaguardia delle condizioni sanitarie e nel rispetto degli animali domestici, e ad azionare, quando compatibile con le pratiche aziendali, macchine operatrici ai fini dimostrativi sempre attenendosi alle norme di sicurezza; dare la possibilità di toccare con mano alcune attività campione senza inficiare la generale condizione di salvaguardia economica delle produzioni ed evitando contatti di ogni tipo con animali che possano comportare potenziali rischi di malattie contagiose per l’uomo e gli animali stessi; possibilità di poter offrire una merenda o una degustazione con alimenti provenienti prevalentemente dall’azienda stessa nel rispetto delle norme sanitarie in vigore. Spazi attrezzati. Le attività in una Fattoria Didattica Innanzitutto ogni Fattoria Didattica dovrebbe avere una brochure di presentazione dove vengono illustrate le principali informazioni utili per poter capire la proposta educativa, e quindi: • denominazione dell’azienda ed eventuale logo; • indirizzo; • come raggiungere l’azienda (evidenziare un eventuale spazio per il pullman); • descrizione dell’azienda (produzioni, storia, contesto territoriale, ecc); • attività didattica proposta; • periodo di attività e numero di bambini ospitabili; • contributo richiesto. Programmazione delle attività • Le attività di una fattoria didattica” sono da progettarsi primariamente in funzione delle attività svolte dall’impresa agricola in vista di educare i bambini al sapere pratico contenuto in quelle attività. • Le attività possono essere accompagnate da poster disegnati, da piccole attività manuali. Occorre infatti liberare la fantasia e immaginare di spiegarlo ai propri figli, quindi: evitare di concettualizzare troppo, svelare i segreti, sostare nel silenzio ed osservare. Importante Ai bambini piace fare le cose, mettere le mani in pasta. Imparano facendo, soltanto nella preadolescenza inizia la fase della concettualizzazione. Pedagogia attiva Di fondamentale importanza il contatto con i viventi, gli animali e le piante nel loro ambiente naturale e con i cicli del lavoro produttivo. Importante Quando arrivano le scolaresche siano accolte con un caloroso benvenuto, proponendo un giochino di gruppo per i bambini posti in cerchio o in altro modo. Successivamente inizieranno le attività secondo le tappe progettate. Alcuni esempi di attività con i bambini Quando arrivano le scolaresche siano accolte con un caloroso benvenuto, proponendo un giochino di gruppo per i bambini posti in cerchio o in altro modo. Successivamente inizieranno le attività secondo le tappe progettate. Esempi: • • • Conoscere la terra odore, colore, consistenza, gallerie costruite dalle diverse forme di vita che la abitano, ecc. Laboratorio del gusto con l’ausilio di schede didattiche conoscere i diversi prodotti dell’azienda agricola, attraverso la degustazione e la scoperta dei diversi aggettivi che permettono di dare un nome ai diversi sapori, odori e colori. Conoscere le siepi e gli alberi osservare siepi ed alberi che circondano la fattoria e, con l’ausilio di schede, dare loro un nome e scoprirne l’utilità, valorizzare la biodiversità, conoscere la fauna che vi trova rifugio, capire l’importanza per l’attività agricola. • • • L’orto visitarlo per scoprire come funziona, per capire la stagionalità delle singole verdure, per apprezzare anche la diversità e l’uso che se ne può fare. Fare l’orto assieme I vari cicli dal grano al pane; dall’uva al vino; dal latte al formaggio; olio, miele, ecc. I vari laboratori fare il pane; fare il vino; fare il formaggio; fare l’olio, il miele. • Il pollame la gallina, il gallo, le uova e la riproduzione nel pollaio. • Escursioni nei campi visita alle coltivazioni con descrizione (linguaggio molto semplice) dei metodi di lotta integrata o biologica. • Animali della fattoria contatto con gli animali per stabilire rapporti di rispetto e conoscenza, modalità di allevamento, anatomia e “fisiologia” degli animali; alimentare insieme i vitellini; gli animali da cortile, il cavallo, l’asino; accarezzare gli animali. • Il fiume ed il laghetto analizzare l’ecosistema fluviale (flora e fauna), il ciclo dell’acqua, l’importanza del fiume nell’attività produttiva. • Erbe e piante aromatiche scoprire l’odore delle erbe aromatiche (rosmarino, salvia, timo, menta, ecc.) attraverso l’olfatto, sperimentare il loro Sviluppo ed utilizzo dei sensi uso nell’alimentazione. • Utilizzo delle piante officinali visita e riconoscimento delle piante officinali, illustrazione dei sistemi di estrazione, possibilità di assistere o partecipare a distillazioni o manipolazioni di estratti. • • • • La serra illustrazione ed osservazione dei vegetali e dell’ambiente di coltivazione e di come l’uomo possa costruire un ambiente adatto a coltivare anche quando fuori è freddo. Il frutteto Alberi, foglie, fiori, frutti. Raccolta ed utilizzo. Suoni e rumori del bosco ascoltare e riconoscere il bosco,dare un nome ed un “volto” ai suoni ed ai rumori. Sviluppo ed utilizzo dei sensi L’agricoltura e l’acqua l’acqua è la vita delle piante; come e quanto le piante assumono acqua, quando dare l’acqua e come somministrarla. • • • • • L’ape miele, cera, impollinazione. Il baco da seta dalle foglie del gelso, all’allevamento dei bachi, al filo di seta, ai tessuti. Le stagioni in campagna cosa succede in campagna con il variare delle stagioni; (adottare un albero o un animale). Le tracce percorso didattico attraverso il riconoscimento di tracce visive, sonore; tecnica di rilevamento delle impronte, imparare a riconoscere e dare un nome agli animali che le hanno lasciate. L’agricoltura e l’acqua l’acqua è la vita delle piante; come e quanto le piante assumono acqua, quando dare l’acqua e come somministrarla. • • • • • Fiabe, leggende, canzoni, poesie scoprire la cultura rurale, le antiche abitudini, attraverso l’arte semplice delle nostre campagne (racconti dei nonni…). Lo spaventapasseri costruire insieme lo spaventapasseri per poi metterlo nei campi, ricordo dell’agricoltura passata. Disegno disegnare e dipingere la natura; (adottare un albero o un animale). Scoprire gli insetti osservare con la lente o il microscopio ottico gli insetti trovati nelle piante, scoprire che alcuni sono utili mentre altri no. La sostanza organica l’importanza per la vita nel terreno. Ciclo della sostanza organica e del carbonio. Compost. • • • • • L’uovo La raccolta nel pollaio, la composizione, la conservazione, la cottura ed i suoi molteplici usi nella cucina. La cucina in campagna ricette e piatti della tradizione, scrivere le ricette, provare a realizzarle, assaggiarle. La merenda in campagna ciambelle, crostate, pane, biscotti: laboratorio. La frutta “antica” i frutti scomparsi, osservazione, raccolta, conservazione e utilizzo in cucina. Natura ed arte utilizzo di fiori, piante, bacche nella decorazione, nei profumi, nei saponi; • • • • L’erbario Come effettuare un erbario. Provare ad essiccare una pianta per compressione e disporla su un foglio bianco o in un quadretto. Costruire i giocattoli con materiali (sicuri) naturali o di recupero, realizzare assieme giocattoli della tradizione popolare. Gli antichi giochi dei nonni divertirsi con i giochi che facevano nelle campagne i nostri nonni. I vecchi mestieri filatura, cardatura della lana, battitura delle sementi, impagliatura delle sedie e dei cesti, le ceramiche, antiche tecniche di lavorazione delle pietre Esempi di Fattorie Didattiche – Provincia di Bergamo La Coldiretti di Bergamo in collaborazione con la C.C.I.A.A. di Bergamo ha promosso il progetto “Fattoria Amica” che mira a valorizzare la funzione educativa delle imprese agricole mettendole in condizioni di acquisire lo status di Fattoria Didattica e proporre agli allievi della scuola dell’obbligo, alle loro famiglie ed agli insegnanti una conoscenza diretta ed ideale dell’agricoltura. Le azioni di Fattoria Amica riguardano i seguenti aspetti: • progettazione degli interventi didattici in fattoria; • Qualificazione professionale degli operatori attraverso un’azione continua di formazione ed aggiornamento; • produzione di materiale didattico specifico; • promozione delle fattorie didattiche presso il mondo della scuola ed il pubblico dei consumatori. Progettazione degli interventi didattici in fattoria: Per sviluppare questo aspetto ci si è avvalsi della collaborazione di una cooperativa teatrale percorso operativo: a) Visita alla fattoria ed incontro con il titolare o la persona che seguirà il progetto, raccolta di una serie di dati: spazi, animali, oggetti, prodotti, modalità di produzione… conoscere le attitudini e la disponibilità delle persone, le loro competenze, le conoscenze sia in merito all’utenza scolastica sia all’attività da offrire. Durante la visita: • • • vengono fornite informazioni riguardanti l’utenza scolastica: aspettative dei docenti, degli alunni, dei genitori; viene proposta una “giornata tipo” sulla base dei criteri generali di organizzazione di tale evento; vengono date indicazioni in merito ai costi che una scuola può sostenere o far sostenere ad ogni singolo alunno in funzione delle varie tipologie di visita; b) progettazione della visita dal momento iniziale di accoglienza dei gruppi sino alla loro partenza; le attività da proporre agli alunni devono essere diversificate rispetto ai cicli scolastici; c) invio al titolare o al referente della fattoria di un elaborato cartaceo che propone ed illustra dettagliatamente il programma e le modalità di attuazione della visita da proporre alle scuole; agli insegnanti viene lasciato il tempo di riflettere sulla proposta; d) Effettuare un secondo incontro con il personale della fattoria per la definizione e l’accurata spiegazione della visita didattica; Dai primi sopralluoghi effettuati è stato riscontrato che le aziende sono molto diverse da loro per: • dislocazione, • tipo di ambiente naturale; • dimensioni; • presenza o non di strutture adeguate all’accoglienza delle scolaresche; • adattabilità alle proposte del settore scolastico; • concomitanza del periodo di maggiore produzione con la possibilità di spostamento delle classi interessate. Sono inoltre emersi i seguenti significativi aspetti: • • • La passione, l’amore e l’entusiasmo dei titolari verso la loro attività, espressione di una forte motivazione a valorizzarla anche attraverso le Fattorie Didattiche; Una grande conoscenza su tutto ciò che caratterizza il mondo agricolo, ma molta incertezza sulle proprie capacità di trasmettere tutto ciò ai bambini, alla scelta delle nozioni, all’utilizzo di un linguaggio adatto, all’inserimento di attività – laboratorio; la fatica di individuare i tempi ed i modi di attuazione del progetto, specialmente nelle aziende in cui la mancanza di personale implicherebbe una perdita di tempo prezioso alla produzione stessa. Da ciò scaturisce che: • • • Risulta importante effettuare sopralluoghi per la raccolta dei dati necessari; Fornire alle aziende interessate al progetto tutta l’assistenza necessaria affinché possa realizzarsi in modo efficace e proficuo; infine, valorizzare in egual modo tutte le aziende utilizzando la diversità come ricchezza in un progetto che offra a tutti le stesse opportunità. Produzione di materiale didattico: Per tutte le aziende agricole che hanno aderito al progetto sono stati realizzati: • poster dedicati agli animali che vivono in fattoria per permettere al bambino di apprendere in modo semplice alcune informazioni sugli allevamenti aziendali; • schede tecniche per gli insegnanti con particolare riferimento alla realtà agricola locale; • guide per gli operatori delle fattorie didattiche Promozione delle fattorie didattiche presso il mondo della scuola ed il pubblico dei consumatori: • realizzazione di opuscoli informativi in cui sono descritte le caratteristiche delle aziende che hanno aderito al progetto e delle attività didattiche proposte; • realizzazione in occasione di Manifestazioni e Fiere di una piccola Fattoria Didattica a scopo divulgativo; Consigli per gli operatori didattici (cosa fare prima della visita): • • • • specializzarsi in questo settore partecipando a corsi di formazione ed aggiornamento specifici; predisporre un percorso a tappe diversificato a seconda dell’età degli alunni che valorizzi le caratteristiche e le attività in azienda; rispettare quanto previsto nella “carta degli impegni”; stabilire contatti con i docenti per valorizzare e dare continuità all’esperienza in fattoria (stabilire le esperienze da approfondire); • predisporre questionari di gradimento per i ragazzi e gli insegnanti per accertarsi dell’esito dell’iniziativa al fine di migliorarne sempre di più il servizio; • definire spazi, tempi e modalità di attuazione del percorso; • rispettare tutte le indicazioni precisate nelle norme di sicurezza in azienda. Importante Come programmare un percorso didattico in azienda? Quesiti a cui rispondere • • • • • Sono in grado e ho voglia di parlare con i ragazzi? Cosa voglio far conoscere della mia azienda e che tipo di attività voglio far fare ai ragazzi? Come posso trasmettere o raccontare a chi mi sta di fronte? Che tipo di linguaggio uso? Come coinvolgere le scolaresche? (Durante la visita) • Accogliere i ragazzi in modo caloroso ed ospitale; • utilizzare un linguaggio appropriato a seconda dell’età degli alunni; evitare linguaggi troppo tecnici e discorsi lunghi e concettuali, soprattutto in presenza di materne ed elementari, importanza della gestualità; aiutarsi nella spiegazione verbale con gesti delle mani, de corpo e soprattutto del viso che deve trasmettere solarità; il linguaggio deve cambiare spesso di tono; • • • • • • • • • non dare nulla per scontato. Soprattutto i più piccoli sono così curiosi e si entusiasmano a tal punto che anche dopo un’accurata descrizione possono fare le domande più disparate; dedicare alcuni momenti della giornata all’animazione; saper ascoltare chi si ha di fronte; durante le spiegazioni lasciare spazio al vissuto, alle esperienze, alle emozioni dei bambini…; coinvolgere anche i docenti durante i percorso; seguire gli interessi dei bambini, non farsi prendere dall’ansia di dover procedere con uno schema fisso per il resto della giornata; • • • • • • non arrabbiarsi in alcun modo con i bambini se non comprendono subito quanto detto, ricominciare da capo con altri termini trasmettendo serenità; presentare l’azienda, i prodotti ed il lavoro con chiari riferimenti a situazioni vere e vissute; spiegare per esteso ogni attività produttiva; essere flessibili e pronti a modificare il percorso in qualsiasi momento, utilizzando logica e coerenza; gratificare i bambini perché intervengono a prestare attenzione, seguono le regole e sono rispettosi nei confronti degli animali e delle cose; Riprendere, con toni diversi, i ragazzi quando non rispettano le regole e commettono azioni pericolose per loro, gli altri, gli animali, le piante. (Dopo la visita) Risulta di fondamentale importanza fare un’analisi critica e valutare la visita per scoprire i propri limiti e per migliorarsi. È inoltre importante interrogarsi sull’andamento della giornata, sull’esito delle attività espresse, sulla qualità delle strutture, ecc. LE RETI REGIONALI Sulla base dei PSR (Piani di Sviluppo Rurale) e nell’ambito della pluralità di risorse comunitarie e nazionali/regionali va verificata la praticabilità di favorire l’inserimento di iniziative di sostegno per la nascita e lo sviluppo delle fattorie didattiche e della successiva costituzione di Reti Regionali di Fattorie Didattiche aderenti a Coldiretti. L’impresa come tale dovrà rispondere a determinati requisiti: • investire per adeguati spazi; • dotazioni ed impianti all’accoglienza didattica; • sviluppo di capacità umane di comunicazione ed ospitalità; • Impegno a rispetto di alcuni comportamenti utili ai fini pedagogici; • sottoscrivere la carta degli impegni a cui attenersi rigorosamente – l’inosservanza comporterà la decadenza delle potenziali facilitazioni riconoscibili agli impianti ed alle imprese che aderiscono al progetto; • Il mancato rispetto dei principi comporterà l’esclusione dalla rete delle aziende partecipanti al progetto ed il decadimento dei privilegi. Esigenza: Nell’ambito del coordinamento regionale occorre definire criteri uniformi per la selezione delle aziende e la verifica delle qualità didattiche delle stesse. Vantaggi: A fronte dell’impegno che scaturisce dall’accettazione e dalla sottoscrizione della carta degli impegni, l’imprenditore agricolo dovrà poter usufruire di alcuni vantaggi. In particolare: 1. disporre di percorsi privilegiati per accedere a finanziamenti agevolati per la ristrutturazione di spazi ed impianti utilizzabili per incontri con finalità didattiche, nonché per la predisposizione di percorsi di sicurezza idonei alle visite guidate. Il finanziamento agevolato dovrà riguardare anche le opere e gli impianti destinati a: servizi igienici; predisposti alla distribuzione di merende e le degustazioni; supporto alle esperienze pratico pedagogiche. Alcune forme di finanziamento potranno riguardare il recupero/restauro di macchinari ed attrezzature di interesse storico, utili per illustrare il percorso di cambiamento delle attività agricole nel tempo, ecc. Esempi 2. 3. 4. 5. poter accedere ad una convenzione quadro che disciplini l’onere delle discipline assicurative destinate esclusivamente a questo scopo, anche stipulate negli istituti scolastici a tutela degli allievi; avere la possibilità di aprire il più possibile le fattorie didattiche al mondo esterno, divenendo punti di socializzazione, di scambio, di auto-apprendimento e di crescita della collettività rurale. È importante accogliere fuori dall’orario scolastico gruppi di ragazzi, tipo scout o altro, interessati allo sviluppo di una conoscenza sulla realtà agricola e rurale; avere la facoltà di vendere direttamente prodotti, souvenir, altri materiali di merchandising, quali giochi o supporti didattici, che richiamano la visita in fattoria e valorizzino l’attività didattica; rispetto delle ordinarie discipline commerciali; usufruire di campagne promozionali, corsi di formazione,ecc. Nel momento in cui le istituzioni pubbliche regionali abbiano interesse a promuovere queste attività, dovranno provvedere ad appositi stanziamenti ed una conveniente remunerazione dell’impegno richiesto in modo da compensare il tempo sottratto all’attività produttiva dell’impresa e da rendere vantaggiosi gli investimenti effettuati. Il Caso del Lazio Gli organi direttivi della Federazione Regionale del Lazio hanno dato un forte input alle Fattorie Didattiche in quanto hanno ravvisato in tale iniziativa una grande opportunità per le imprese agricole. Realizzazione di una Rete di Fattorie Didattiche per fornire agli utenti e agli operatori un momento di collegamento capace di mettere in sinergia la domanda e l’offerta. Primo passo: Costituzione di un comitato progettuale di coordinamento, composto da 2 rappresentanti per provincia (un funzionario ed un imprenditore interessato al progetto) ed un funzionario della Federazione Regionale. Il primo obiettivo è stato quello di capire il grado di Interesse rispetto a questa attività, sia per gli operatori che per i fruitori attraverso l’utilizzo di schede di rilevamento. Successivamente stipula di una convenzione con la Regione Lazio con la proposta di offrire un servizio per la realizzazione del Progetto della Regione “Sapere i Sapori”, all’interno del quale collocare le proposte delle Fattorie Didattiche. Modello operativo: • • • • Iscrizione dell’azienda alla rete – scheda d’adesione; Visita in azienda per la verifica e la compilazione della scheda qualità; Adesione ad una “dichiarazione d’impegno”; Pagamento di una quota d’iscrizione e di una annuale per garantire: - presenza sul sito internet (rete informatica); - presenza su un opuscolo; - partecipazione a manifestazioni, fiere e mostre; - presenza pubblicitaria sul giornale regionale Orizzonte Impresa; • Corsi di formazione per gli operatori: - divulgativo; - tecnico operativo; - didattico pedagogico; • Assistenza alle aziende; • Assistenza alle scuole; • Coordinamento e contatti tra scuole e fattorie. Carta di qualità delle aziende aderenti al Progetto Fattorie Didattiche nella Regione Lazio 1. L’azienda aderente alla Rete Fattorie Didattiche della Coldiretti Lazio si caratterizza per i sistemi produttivi adottati: - biologico; - lotta integrata; - produzioni tipiche di qualità; - tutela del territorio, dell’ecosistema e della salubrità dei prodotti agro-alimentari. 2. 3. 4. Il titolare dell’azienda offre ai visitatori un ambiente godibile sia per ciò che riguarda l’accoglienza che per le strutture e la qualità dei sistemi didattico – pedagogici adottati nei momenti formativi ed informativi nei confronti dei visitatori. La fattoria deve essere dotata di spazi attrezzati per favorire il consumo di pasti, ma anche per l’intrattenimento dei gruppi e per lo svolgimento delle attività didattiche. La fattoria deve risultare accessibile ai bus favorendone anche il parcheggio. 5. 6. 7. 8. La fattoria deve essere dotata dei sistemi di sicurezza e sanitari previsti dalle leggi vigenti. È in contatto con in presidi sanitari più vicini per eventuali casi di necessità e deve essere dotata di un piccolo pronto soccorso ai sensi della legge 626/94. È dotata di copertura assicurativa per la responsabilità civile che include i rischi alimentari. Risulta inoltre doveroso segnalare la presenza di bambini e/o adulti con eventuali allergie o intolleranze alimentari (fieno, graminacee, polline, glutine, latticini, ecc.) per prevenire situazioni di rischio, ed eventuali particolari esigenze. La Coldiretti Lazio si impegna quindi a: • • • • costituire una rete coordinata tra Fattorie Didattiche operanti nel Lazio; costituire una rete informatica per le Fattorie Didattiche con un sito dedicato; coordinare ed interfacciare la rete delle domanda (scuole); coordinare e modulare le proposte delle fattorie con le esigenze didattiche e logistiche delle scuole; • • • • formare gli operatori (tramite l’istituto IRIPA); fornire un servizio di tutoraggio e accoglienza tramite figure professionali in grado di trasferire in modo adeguato le tematiche aziendali; assistere l’azienda nei suoi momenti progettuali: sia per la realizzazione della Fattoria Didattica, sia per l’accesso a contributi pubblici (es. PSR); Organizzare iniziative divulgative e di sensibilizzazione, promozione in generale. Le aziende aderenti alla Rete si impegnano a: • • versare una quota d’iscrizione alla rete pari a € 50; Versare una quota d’adesione annuale pari a € 250 che darà diritto a: - inserimento nella rete di interfaccia tra aziende e scuola; - inserimento nel sito Internet; - presenza nel materiale di propaganda; - inserimento nella mailing-post per l’aggiornamento e l’informazione sulle iniziative, ecc; - non recedere dall’impegno per un numero di anni ancora da definire; - dare l’esclusiva del rapporto con le scuole alla Coldiretti regionale; - autorizzare la Coldiretti al trattamento dei propri dati; Le aziende interessate dovranno fare specifica domanda di ammissione alla Coldiretti Lazio, che si riserva il diritto di accettazione in base ai requisiti delle aziende richiedenti e l’esclusione dalla rete qualora vengano meno i requisiti minimi necessari descritti nella “scheda di qualità” richiesta al momento dell’iscrizione. Il PSR della Regione Lazio Interventi mirati ad imprenditori che intendono avviare l’attività di fattoria didattica Art.1 Ambito di intervento Misura articolata in due distinte azioni Azione P.1 riguardante esclusivamente la diversificazione dell’attività agricola, reti agrituristiche, turismo verde, percorsi blu, Fattorie Didattiche. Azione applicata su tutto il territorio regionale. Art.2 Soggetti beneficiari Azione P.1 investimenti finalizzati alla realizzazione di strutture che rendano l’azienda fruibile quale “fattoria didattica”. Imprenditori singoli (persone fisiche o giuridiche) o associati. Art.3 Termini e modalità di presentazione delle domande Le domande di aiuto devono essere presentate presso le sedi provinciali della Regione Lazio dal 1°settembre al 1°dicembre di ciascun anno. Art.4 Documentazione richiesta relazione tecnico economica; preventivo spesa analitico; piano finanziario; dichiarazione di assenso dell’istituto di credito nel caso di richiesta di mutuo; titolo di possesso dei terreni; disegno e computo metrico delle eventuali opere da realizzare; relazione tecnico costruttiva per le strutture e gli impianti; preventivi di offerte delle ditte fornitrici; documentazione per la richiesta di certificazione antimafia. Art.5 Tipologia degli interventi e spese ammissibili Purché conformi alle disposizioni di impatto e di tutela ambientale in vigore nel Lazio adeguamento delle strutture esistenti sul fondo ad uso didattico divulgativo e per punti di ristoro; acquisto arredi per spazi multifunzionali; acquisto attrezzature divulgative e didattiche; acquisto materiale informatico hardware e software; acquisto di cartellonistica, tabelle divulgative ed informative ad uso dei percorsi didattici all’interno dell’azienda; Art.6 Agevolazioni previste Situazione in Sicilia Attualmente la Regione Siciliana, tramite l’operato dell’Assessorato Agricoltura e Foreste Servizio IV, prevede l’attività esercitata dalle Fattorie Didattiche soltanto nell’ambito delle “Disposizioni in materia di Agriturismo”. A tal riguardo, nell’ambito delle attività ricreative, culturali, divulgative, escursionistiche, ippoturismo, sportive e didattiche, ivi comprese mostre permanenti di civiltà contadina (art.2 lett.f L.R. 25/94 e art.3 comma 1 D.L.vo n. 228/2001), al paragrafo 8.5.1 vengono menzionate le aziende e le fattorie didattiche. Sitografia di approfondimento http://www.coldiretti.it/ http://www.coldiretti.it/ http://www.regione.emilia- romagna.it/fattoriedidattiche/ http://www.campagnaamicacuneo.it/filoni/educazione/didatti che.asp http://www.fattoriedidattiche.net/