ENRICO IL LEONE E LA LEGA LOMBARDA
NELLA POLITlCA D1 FEDERIG0 BARBAROSSA
Nella storia d'Italia, fin dall'inizio del XI11 secolo, i nomi << Ghibellini D e Guelfi ,, per n ~ o l t otempo erano le denominazioni per due partiti
ehe si combattevano ferocemente. Ghibellini >> si chiamavano i sostenitori dell'Impero universale ehe nei primi decenni del secolo XI11 sotto
l'imperatore Federico I1 in Italia aveva raggiunto l'apice. Fin dalle origini della loro casa gli Staufer spcssc volte si erano denominati << Waiblinger >>,poichi: il castello e la citti di UTaib:in,aen in Svevia appartenevano ai possedimenti piu antichi e importanti del loro casato. Invece il
termine « Guelfi B, il vecchio cognome del celebre casato dei << Welfen D
oriundi della Germania meridionale, nel secolo XI11 divenne la denominazione di un partito il quale, contrariamente all'Impero, soito lz guida
del papato lottava principalmente per la liberti delle citta. Quindi nella
storia d'Italia in queste due espressioni continuino a vivere i nomi di
due celebri casati tedeschi ancora in un periodo in cui in Germania il
contrasto tra le due case ehe nel secolo XI1 tante volte aveva influito fortemente sulla storii tedesca gii da molto tempo era finito e la discendenza in linea maschile degli Staufer si era estinta.
Negli stessi decenni in cui si riconosceva Federico Barbarossa come
capo supremo degli Staufer, la politica dei Guelfi riei riguardi della Germania e dell'Italia era determinata prevaleiltemente da Enrico il Leone.
La storiografiz tedesca del secolo XIX ha rilevato soprattutto il contrasto
tra i due principi i quali, essendo cugini, erano strettamente apparentati.
Delle volte si e sostenuto a torto ehe Enrico il Leone fosse stato fondamentalmente nemico alla politica di Barbarossa nei riguardi dell'Impero
e dell'Italia. Volendo considerarlo il propugnatore di una cosiddetta politica tedesca * nazionale >> si applicavano erroneamente dei concetti ottocenteschi al secolo XII. Soprattutto, la storiografia iedesca non teneva abbastanza conto del fatto ehe il tragico conflitto ehe avrcbbe causato la
caduta di Enrico il Leone fu preceduto da circa 25 anni in cui I'imperatore e il duca erano strettamente alleati completandosi e sostenendosi
a vicenda nella loro politica. Solo le riccrche storiche degli ultimi decenni
ci hanno permesso di farci un'idea esatta dei rapporti tra Federico
Barbarossa ed Enrico il Leone.
Avendo oggi l'onore di parlare davinti a questo congresso correi fare
il tentativ0 di dimostrare, appoggiandomi sugli avvenimenti in Italia all'epoca di Federico Barbarossa, come l'imperatore e il duca agissero dapprima in coinune e come invece piu iardi ciascuno si desse ad una politica diversa. L'atteggiamento di Enrico il Leone di fronte alle azioni di
Barbarossa spicga in inodo pai-ticolarc la poliiica dcll'iinpei-atore iiei
riguardi della lega dci Loiubai-di di cui ti-attei-i la seconda pai-te di
questa conferenza.
Le relazioni dci Guelii con l'Italia, csscnclo antcriori a quelle degli
Staufer, risaigon:, aiia prima meta dc! sccolo XI. Verso il 1C35 Cuniza,
la figlia ereditai-ia della linca inaggiore clci GuelTi, si era sposata con il
inarchese Albcrto-Azzo d'Estc del celebre casato degli Otbertini. I1 hglio
maggiore di quest;. coppia, il duca Welf I V di Baviera, divenne il capostipite della linea ininore del casato guelfo !. Pure dopo il suo ritorno
i n Germania egli riusci a far prevalere Ie suc pretcse sulla inaggior partc
dell'eredita paterna in Italia. Da quei tempo i Gvelfi possedcvano dci
beni anche nell'Alta Italia e vi potcvaiio accampare dei diritti feudali.
Ci6 vale anche pcr Enrico il Lconc. Quandc ncll'auiunno 1154 il ciuca
venne al seguito di Barbarossa per la prima volta in Italia, egli investi
solennemente i inarchesi Bonifazio e Fülcone d'Este di Este, Solesiilo
Arqui e Merendola insieme con tutti i diritti e beni pertinentivi pcr la
loro Persona e per i loro fratelli Alberto ed Opizoile 2. Con cib i marchesi
d'Este ancora alla meta del secolo XI1 ricoiloscevano I'autoritk feudalc
dei Guelfi pcr una buona parte del loro territorio.
Sotto I'impei-atore Lotario III i Guelfi ottennero degli importanti
diritti feudali anche nell'ltalia centi-alc. Quando 1 x 1 1133 il papa Innocenzo I1 cedette a Lotario 111, in occasione dell'incoron;zione di quest'ultiino, i possedinienti delia marchcsa Matildc, l'imperatoi-e a(fido I'ainministrazione di essi a suo gcnero Enrico il Supci-bo, il padre di Enrico
il Leoiic3. Morti anibeduc Lotario I11 ed Enrico i l Superho, sotto il nuovo
re tedesco Corrado 111 i Guelfi pei-0 pei-dctiero quei diriiti neli'ltalia
centrale.
I1 governo di Corrado 111 c cioi: del priino re tedesco di casa s~ieva
in Germania fu dcierininaio principalmente da1 contrasto ira gli Staufer
c i Guelfi. Eni-ico i l Supei-bo fu destituito dai ducati di Bavicra e di Sassonia. Dopo Ia morie precoce di questo, il suo crede, il giovane duca
Enrico il Leone riusci a ricupeiare il ducato di Sassonia dovette perh
rinunciare a quello di Baviera. Sotto il governo di Corrado 111 tutti i
tentativi di far valere i dii-itti guelfi sulla Baviera rimasero seilza successo.
L'elezionc di Federico Barbarossa nel 1152 cambib fondamentalmentc
questa situazione. Enrico il Leone ha favorito sei~zadubbio la elezioile
di suo cugino a re tedesco. Secondo un detto noto dello storico Ottone di
-
1 Pcr l:i gciiealogiv dci Gui'lii V. J. Fiiictiixsrrrx, 1Vehci. die lfei-i;!ii[;
dci- Il,Jel/eit, in
Sludicn und Vorarhcitcn zur Czscliichtc dcs gi.ossIrii~hisciic~i
ui?d Iriiiideulschcn Aiicis
(Forscliun~cii z u r o!~crrlici~iiscliciiLaniles~esrliiclilc -1, 1417) pli. 71 scgn.; G. T!<I.I.I:xB>cJ~,
U ~ b e r</;E iiite~leiilI'c!/e;i iiii iVe.s! - ii!>d O.s!li.~;i~keiii~eicl~,
ibid. 1,". 335 sgg: G. SCI!X:Y~~,
Neire Fui-scltitiigei2 Litr ül;c.s;eii Gesciiicltie dir iVclfciil!riii.sc.s. i i i a Nic<lcrsäclisischcs Jahrbuch fiir Landcsoeschiclitc 31 (i459i u, D". 257 SSS.
Die lirkiiiirleii IIeiiii-ichs Occ I.ös.~.<,i>.
Hci-zops von Sachsen uiiii Bayo-n, cd. K . Joili~ix
(MGH) 1041.49. p. 42, n . 30.
Frisingia Federico la cui iilzdre Giudiita apparteneva alla casa guelfa
era destinato coinc disccndentc dci duc casaii a fai-e da pietra angolare
per ricongiungere 10 spacco profondo iiei inuri del regno4.
Era una dellc priiJJc prcoccupazioni di Feclerico dopo 12 sua ascesa
al potere di stabilire un accordo c cioi: Lina specie di equilibrio tra gli
Staufer ed i Guclfi. Tercib cedetie a Enrico il Leone degli importanti
diritti del regno iiclla Gcrmania scttenirionalc. Cosi gli diede il permcsso
di esercitare il diritto d'in~~estitura
spcttante ordinariainente al re e cioi:
riei vescovati che il duca aveva fondato di recentc ilei territori a d oriente
del iiume dell'Elba5. Inoltre il re investi il duca della citta di Goslar chc
era immediata dell'lmpero ed a cui apparteiievano le miiliei-e d'argeilto
situate sul versantc settcntrioi~aledella Selva Ercinia f Soprattutto, Fcderico ricoiiobbc i diritii di Enrico al ducato di Baviera. Attrzverso una
lunga procedura legale ehe cbbc iinc solo nei 1156 Enrico il Leone ricuperb la Baviera. L'Austria ehe cra stata finoi-a una inzrca della Baviera
ne fu perb disiaccata c divenne sotto i Babenberger un ducato indi:
pendente
L'accordo con i Guel[i per3 non si Iimital-2. soltanto alla Germania.
Anche in ltalia si ristabiii il doiiiinio dei Guelfi. Ne1 1152 Barbarossa
cedettc al duca Welf V l , suo zio ixaierno, la iiiarca cli Toscana, il ducato
di Spoleto, il principaio di Sardegna e i possediinenti rnatildini. Si trattava dunquc dei icrritoi-i cile i l Iratello di Welf, Enrico il Supcrbo, aveva
ainininistrato per u11 cei.to tcmpo. Loco dopo Welf si rech personalmente
in Iialia pcr assuiilere il go\:erno nei possedirncnti acquistati di recente,
per Carsi giurarc oiuaggio e fedelta e per ordiiiare Ic condizioni di quelle
lerre s,
In coiitraccaii?bio della generositi del Re i G~ieltic sopraitutto Enrico
il Lcone sostenevano la po!itica di Bai-barossz nei riguardi della Gcrmania
c dell'ltalia. Questo fatto L' messo in evidenza dclle prime due spedizioni
in Iialia intraprese dall'iinperatore. Acconipagnaio da un contingente
piuttosto grailde di cavalieri sassoni, il duca partecipb, da1 priilcipio alla
fine, alla prima spedizione di Barbar-ossa nel 1154 e nel 1 l 5 j 9 . Grazie
all'aiuto di lui nell'aprilc del 1155 ßarbaross;. 1-iusci ad espugnare Tortona
clie aveva assediato a lungo. Due mcsi dopo, il giorno dell'incoronazione
'.
G
Otio von
Fi-cising, Gcsta
Fi-iiierici I imiicraioi-is, lib. l i
SS. rcr. Gcrrn. in ris. scliol.), p. 103.
C.
2. cd. G . W i i r z ( M G H
i K . Joizi>:\x, Die ßis;~iiii.sgi.iii~<l,~r~~e~?
lfeir?ricli.s des I.ö~;.e!i (Sci>riitcn dcs Kciclis.
instiiiiis fiii- äiiei-c dcutschc Gcschicliiskundc 3, 1939, niiova cdiz. 19621, P. 85.
6 K. Joni~i~
Cosl<ii,
iiiiii <iuc Reiriz iiii 12. .liiiirii!!iiiiei-;. in Nicdci-säclisisclies Jahrhiicli Für Landcsgcscliiclitc 3.5 (1963) )>, PP. 63 sg:.
7 13. Fi::iriiix.ri, l/oi? der :Mn>-ic:.i!iii Heiiogiiiiii (2. ediz. 1963). pp. 30 .::s
S K. F i . i x f
. 1 1 I
i
i
S i : E i . TüihinL.cn 1901, 11. 42 C sg:.;
i i i t i ~ i .Fi-idl-icii I . i i i d Fleinr-ich V l .
D , \-. 11. NITIXIEII, ijie R e i ~ h ~ ~ : e l l ~ : < l li t ~l li, jTO.SC(III(I
::
(Diss. Fi-cihiivp - Brcisgau 19651, i>p. 17 SEC.
,> J. ~ ~ : s i j i ; i . ,IJ~L.S ~ ; i f/ciizi-icli.s
~ : ~d e s ~l,<i>ieii.
~ ~i i i h;ic<icrs:iciisiscIics Jalirbuch 1ür
Laiiicsgcscliicliic 6 (1929) P, gp. 29 s:n.
di Federico I, i Romani si sollevarono contro Barbarossa, perchc: si ci-a
rifiutato di ricevere la corona imperiale dalle mani del popolo Romano.
Questa insurrezione dei Romani Enrico il Lcmc ed i suoi cavalieri 12
repressero in una lotta sanguinosa.
La partecipazione di Enrico alla prima spedizione di Barbarossa in
Italia non servi perb soltanto al sostenimento di suo cugino. Si 6 gia
sottolineato il fatto ehe il duca prosegui iiell'Alta Italia gli interessi della
sua casa. Infatti nell'oitobre del 1154 nel campo di Povegliano presso
Villafranca, investi i niarchesi d'Este dei 101-0 possedimenti.
Quando nell'autunno del 1158 Barbarossa parti per 1'Italia per la
seconda volta, Enrico ed altri principi restarono in Germania. I1 duca
non fu presente all'iinportante dieta di Roncaglia nel novembre del 1158,
dieta le cui decisioiii ebbero conseguenze fatz-li per la liberta ed i diritti
delle citta italjane costringendole a mcttersi sulle difese. Solo dopo lo
scoppio delle lotte tra Barbarossa e le citta lombarde, nell'estate del 1159,
Enrico il Leone veiine in aiuto all'lmperatore coii un esercito di 1200
vassalli ed il loro seguito per sostcnere Barbarossa soprattutto durante
I'assedio della citta di Crema ehe dovette arrendersi soltanto nel gennaio 1160 dopo una luiiga difesa coraggiosa In.
Poclii giorni dopo I'espugnazione e la crudele distruzione della citta
di Crema si riuni a Pavia il concilio coiivocato dall'lmperatore per decidere la questionc dello scisina tra Alessandro 111 e Vittore IV. Coine
gli altri principi ehe parteciparono a questo concilio Enrico il Leone
prese le parti di Vittore IV. Finito il concilio, il duca rientrb ben presto
in Germania. All'i~ii~io
dcl 1161 Enrico si tratteniie ancora una volta per
qualclie tempo ncl canipo imperiale nell'Alta Italia; perb senibra essere
veiiuto senza esercito. Non partecipo piu ai combattimenti fuori delle
mura di Milano ehe 1 x 1 marzo del 1162 finirono con la distruzione terribile della citta. Solo nell'autunno del 1162 s'incontrb con 1'Imperatore
in Borgogna in occasione della dieta di St. Jean de Losne. I1 progetto
di Barbarossa d i terminare lo scisma per mezzo di un incontro con il re
Luigi V11 di Francia na~ifragbdi fronte al rifiuto di Alessandro 111 cbe
non volle presentarsi ad un coiicilio. Come gia il concilio di Pavia anche
gli avvenimenti di St. Jean de Losne mostrano ehe non si riconosceva piu
nell'Occidente 12. pretesa dell'Imperatore di voler determinare, in virtu
della propria autorita, l'elezione del papa ".
Da1 1161 in poi Enrico il Leone non partecipb piu alle spedizioni di
Federico I in Italia. Pei-cib si i: sostcnuto ripetutamente ehe in quegli
aiiiii il suo atteggianieiiio di fronte alla politica imperiale nei risardi
dell'Italia e della Chiesa si fosse fondamentalmente cambiato. Questo
Sui laiti di Sl. lcan dc Losiic i-. i iavol-i i-ccenii: W. Bi:isiihiirvirn, Die Veriiaiidl~t~zder Sa6ire iri? lalzrc 1162, in Dcutschcs Archiv 20 (1964) r, pp. 155 sgg.; F. J. SCAMii.ii, Frierlricli I . i i i z i i Liir1ir.i~ \ / I 1 iiiz Soii!i?ie? lies 1uiire.s 1162, i n *Zeitschrift für bayerische Laiides~eschichlc31 (1968) pp. 315 sgs.
11
gell
nti
.,
perb non i: vero. Proprio per quel ehe riguarda la questione dcllo scismo
ecclesiastico Enrico rimase I'allcato Stretto dell'Imperatore. Ne1 1165,
in occasione di una dieta a Würzburg, Barbarossa rinnovo la sfida coiltro Alessandro I11 faceiido giurai-e tutti i principi tedeschi di non riconoscerc mai Alessandro comc papa e l u Eiirico il primo principe a prcstare
giuramento 12.
La mancata partecipazionc del duca alle spedizioni dell'Imperatore
fra il '60 ed il '70 iueva altri motivi. In quel periodo le lotte contro i
Slavi I'occuparono inolio. La cagionc principale stava pero nelle lotte
feroci che da1 1163 in poi si svolsero a pii? riprese tra lui e gli altri principi sassoni i quali si opposero accanitz;mente all'aggressiva politica terI-itoriale del duca in Sassonia. Percib Eiirico in quegli anni non pole!
i-iscliiare di abbandonare per molto tempo il ducaio di Sassonia. Riusci
a d afferlnarsi di Ironie ai suoi numerosi avversari, poichi l'lmperatore
lo sostenne moralmente intervenendo piu volte come arbitro nellc lotte
sassoni. Anche dopo il rientro dalla quarta spedizione in Italia, da1 1168
al 1170, I'Imperatore fcce da mediaiore ira Enrico e gli avversari di questi decidendo in favore del duca ".
11 1167 segna una svolta clecisiva nella politica cli Barbarossz. Deciinato il suo esercito davanti alle inura di Roma a Causa di un'cpidemia
e fondata nello stcsso anno dai Loinbardi la loro lega egli dovette riconoscerc, ehe non poieva rezlizzare a forza d'armi i iiiii della sua politica
Italiana. Vide chc d'ora in poi avrcbbe dovuto trovare altri mezzi per assiCurare i diritti reali in Germania ed in Italia. Rientraio dulla quarta spedizione in Italia rimase sei anni in Gcrmania. Durante quesia permanenzz, la pifi lunga del suo periodo di governo, riusci a fortificare, grazie
ad una saggia politica, la posizione del re. I1 fatto ehe la sconfitta iil Italia
non ebbe consegnenzc Fatali iii Gernlania Barbarossa lo dovette soprattutto ai buoni rapporti con Enrico il Leoiie e con il partito guelfo.
I1 duca si trovava allora all'apice del suo potere. Facendo un pellegrinaggio nella Terra Santa insienie con un grande seguito fu accolto
da re a Bisanzio e a Gerusalen~nle.Si e supposto che avcsse condotio, in
qualita di lcgato non utEciale di Federico I , delle trattative diplomatiche
con l'imperatore Manuele I. Di tali irattztive ehe avrebbero mirato all'avvicinamenio dei due imperi pcrb non esistono prove certe ''.
I tentativi di Barbarossa di accoinodarsi in quegli anni, per mezzo
di irattatiue diplon~atichc, con papa Alessaildro risultarono inutili.
Benche! I'arcivescovo cli Magonza riuscissc, come legato imperiale, ad assi-
FII~YIIBI.,
op. cil., P. 61.
K. Joni~:\s,fle~.zo:liii>i iiiiil Slaizi,,: iii Snciisei? ii.?ilii.e>id des Iiolieit Mit~el~ilIers,
Nicdersächsisclics Jalirbucli für Landcsgcscliiclitc 30 (19513) >>, pp. 22 S a .
14 W. O~izsoiic~r,
Die B~i:iiiz~~ol!iii<Fric<li-ich R<irha><i.swisiiiid der r L(;lidesi>et-rul
12
i.3
in
rn
Ilei,>,-iclic</es Löi,;eii, in Dcutsclics Archiv 6 (1943),s, "LI. 118 s g g . , i-isiampato in W. 011ssoncii, A h c i ~ d l a i i ~iirid
i
ii!.«ii:
(19%). pp. 456 SE:.:
P , L ! \ i x i , Coi!>l?eilie S l < l i l / e r 2 (19573.
pp. 227 sgg.
Curare la posizione deli'Impero iiell'Italia centrale, in Lombardia il regno
tedesco non era capace di esercitare diritti domenicali.
Quindi nel 1174 l7Imperatore si ~-ccbdi nuovo con u n csercito in Italia per giungere finalmente ad una decisione nella lotta contro il papato
e le citta lombarde. Avuto qualche successo iniziale, durante i mesi seguenti dovette vedere, fuori delle mura d i Alessandi-ia, quanto si era
fatta forte nel frattempo l i rcsistenza al suo dominio in Lombardia.
Sebliene rosse Fondata soltailto da pochi aiini, la citta la quale i seguaci
dell'Iinperatore avevano derisa come << citta di paglia , in quelle lotte. secondo le parole dello storico Ron~ualdodi Salerno, si rivelo una citta
di ferro >>I".Benche, servendosi dci mezzi piu moderni dell'epoca, I'Impe1-atore assediasse Alessandria sei rnesi reiterando continuainente i siioi
attacchi, tuttavia non riusci ad espugnare la citta. Quando sopravvenne
u n esercito lombardo pronto all'azione, Barbarossa f u costretto a levare
l'assedi~'~
Pero,
.
le citta da parte loro essend0 disposte ad u n accomodamento, nell'aprile del 1175 si avvirrono le negoziazioni di pace di
Montebello.
Per la pace di Montebello iinportava che si applicasse alle trattative
lo stesko procedimento arbitrale ehe si soleva usare in Italia anche in
alti-i casi. Vero i: ehe i Lombardi si sottoinisero formalrnente all'Imperatore che li fece rieiitrarc nelle sue grazie. Un tribunale arbitrale di sei
persone - ciascunz delle due parti aveva tre rappresentanti - doveva
giudicare, a Uno a Uno delle condizioni di pace. Se mai questo tribunale
non si accordasse su alcune quesiioni i consoli di Cremona dovevano
proiiunciare la sentenza definitiva. Taito Barbarossa quanto le citta circa
molti puilti erano disposti a fare concessioni; pero, in fin dei conti, il
procedimento arbitrale naufragb sulla pretesa dei Lombardi di fare papa
Alessandro compartecipe alla pace e di riconoscere Alessandria come
socia della lega. L'Imperatore non accettb ne I'una ne I'altra pretesa;
anzi, esigi la distruzionc di Alessandria ehe era per lui u n sisnbolo della
resistenza lombarda ".
Riscoppiate le lotie nell'autunno del 1175, Barbarossa si trovo in una
siiuazioiie difficile, poiche in prirnüvera aveva congedato una parte del
suo esercito. All'inizio del 1176 s'incontrb con Enrico il Leone a Chiavenna sul Lago di Como. In occasione di quest'incontro prego suo cugino,
- secondo notizie attendibili perfino con una genuflessione -, di accordargli soccorsi militari. I motivi del rifiuto del duca sono sempre stati
* Romiialdi Salcrnitani Clironicoii, ccl. C. A. Gariifi, Rcr. iial. CS. nuova ed. V11 1, p.
263: Iicc civiras ... a Tlicotooicis in corntcrnptum ci ironiam Falcarurn civiias cst appcllata,
qiic post rnodum in coiiflciu bellico Icri.ea cst invcnta.
16 Per I'assedio di Alessandria V . adcsso: F. C~c,sasso,Pic,,s«ilie iicll'eiii Si:c?:a (1968).
iin.
. . 2i4 snn.
.
.
W t i i i i i ~ l i n ~ : ! ~Ddi,
Friede ,017 .\4oi!i<,helio. in ~~Dciilsc!icsArchiv 11 0 9 i 4 - 5 5 ) > , ,
gp. 101, sgg.
discussi, tanto piu che le fonti circa questo punto sono contraddittorie I$.
Enrico non disrpprova\za la politica di Barbarossa a riguardo all'ltalia
e non era neanche iii rclazionc con i nemici italiani dell'Jmperatore.
E' vero che, secondu la cronaca di Ottone da S . Biagio composta all'inizio
del secolo XIII, Federico durante il processo contro il duca si sarebbe
lagnato coii i principi tcdeschi per il Catto che Enrico favoriva i nelnici
dell'lmpero in Italia In. Una f m t c piii receilte, ciok la cronaca composta
nel convento sul Petevsberg presso Hallc, parla di una a conspiralio >,
del duca con i Lombardi ". Pero, \:isto che nessuna fonie contemporanea
iie sa qualcosa, tali traiiative, di Enrico con le citta italiane sono poco
verosimili *I.
I1 duca sarebbe stato senza dubbio disposto zd un soccorso militare;
perb lo fece dipeiidere da un contraccambio da parte dell'lmperatore,
chiedendo di nuovo in feudo I'importante c i t t i di Goslar che cra immediata dell'Impero e chc Enrico, le ricche miniere d'argenio comprese,
aveva gih una volta possediito come feudo ".
L'Imperatore non accetto questa pretesa. L'atteggiarnento di Barbarossa spesse volte i- rimasto incoinpreso. Rinunciando a Goslar gli
Staufer avrebbero pero perduto l'ultima bzse del loro potere reale nel
settentrione del regno tedesco. Da1 punto di vista giuridico il duca non
era certo obbligatu a partecipare a quella spedizione, ma da1 puiito di
visia morale era costretto a farlo, poiche la sua politica in Sassonia non
sarebbe stata possibile senza I'appoggio dell'Iinperatore. Visio il rifiuto
cli Enrico, Barbarossa capi che I'equilibrio fra gli Staufer cd i Guelfi sul
q u a k la sua politica in Germanii si era finora basata era sensibilmente
scosso. Quindi rifiuib comc incompatibile la pretesa di Enrico. La colpa
tragica del duca coilsiste nell'averc causato, coii il comportzmento mailifestato a Chiauenna, la nuova rottura fra i due casati.
Senza I'aiuto che aveva aspettato da Enrico, Barbarossa era inferiore
ai Lombardi. Nella battaglia di Legnano (29 rnaggio 1176) il suo piccolo
'qK.
Joiti).\s, 1iii:e.siii~ii-slr-eil iii;ri ii.iiiie Sioiifei-¿eil, in B. GI~HIIIIIIYI,
Hrii,dbircii
dci- dci<i.scheii Ceschiciiie, 8. cdizionc, cd. H. Crun<imann, \-"I I (1951). pp. 320 sgg. (con
1hihlio:rafia).
' 9 0110 dc sanclo Bl;isio, Cliroiiica. cd. A. HoTmeisicl- ( M G H CS. i-cr. Gcrm. iii us.
schal.), P. 3): Ilaque (impel-aioi-) rnemoi' conlcmplus a ducc Hainrico apud Cla\:cnnam
sibi cx1i1Siii in ipsiini ~chcmciiiisrimc cxarsii ci, quod Italicis rci priblicuc contra
impcriuin favcrcl, uiiivcrsis pi-iiici~ibiiscoiiquerilur.
zo Cl?<-onicon \~oiiiis Scrciii, MG. SS. XXIII, D. 157: (du.;) iiac iamcn vice, quia
inni turn Longaba7-dis conira imperatorcin coi>spirai.crat, suum cis prors~is ausilium
dcncga~ii.
21 F. Giiriiitiioca, Die Geiiiiiiiii.scr L'rhiiii<ic i<i?<id e r Pi-orcss ileiiiriciis des Lö>vcii
(Qucllcn iind Darslcilungen z u r Gcscliicliic Nicdcrsacliscns 32. 1920) p. 153; C. E n o s i z z ,
Der P~oie.s.sileivi-ic1r.s des Lö8i;eii. in: W Kaisci-Lum und Hcr~ogs~c-c\iali
iin Zeilailcr Fi-iedriclis I ». (Scl~rii'rcncics Rcichsinsiituis iiir iiltcri dcuiscfic Gcscliiclitskuiide 9, 1911) p. 336.
K . Jon»z, Go.slar. iurd dos Reici? iiir I?. Juhrltiiiirleii, loc. cii. D. 61 C 73. L'opinione
iiiiimamcnte prornosss d a W. I - ~ T I X : ~ \ ~Das
~ Y XBisfi!iii
,
Hiiiie~izeiili iiii Kru1;espiel der
Rciciis - iiiid Tei-,-iioi-itii,><,iiii!<,i:oi-iieiiiiiiicii <ies I?. Joiirliii~ideiis (Quclien und Da>.srcllongcn zur Gcschiclilc Nie<lersacliscns 73. 1968) pp. 237 sg", clic Enrico il Leonc
iicll'aiino 11.52 iioii sia siato inlcodnto di Goslar-. a mio Iparci'e non i. sosle~iibile.
esei-cito composto di cavaliei-i f u vinto dalla fanleria delle citta. Benche
questa sconfitta non colpisse ehe un' parte delie truppc imperiali, il successo morale della lega fu immenso ". L'Imperatore era ormai disposto
a far pace. I1 fatto che i consoli di Cremona fecero una nuova proposta
di puce favorevole ai Lombardi sembrava rendere possibile un accordo.
Malgrado certe riserve 1'Imperatore accettb questo iiuovo disegno di una
pace bilaterale; invece una parte delle citta e fra queste soprattutto
Milano rifiutarono il disegno di contratto.
In questo momento Barb>,rossa compi una svolta decisiva della sua
politica. L ' I m ~ e r a t o r eehe finora aveva trattato soliailto con i Lombardi
avvio ormai, per mezzo di legati, delle trattativz con la Curis Romana
le quali, nel mcse di novembre, ad Anagiii finirono coll'arrivare ad una
decisione provvisoria 21. Questo accordo pi-eliininare di Ai1z.gni costituisce
ancora un intero trionfo del papato. Federico si dichiarb disposto a riconoscere Alessandro comc papa 1egit:imo cd a I-cstituire le regalie e i possedimenti spettanti al papa. Inoltre si obbligb a conlprendere iiella pace
le citta dell'ltalia settentrionale ed il regno di Sicilia. Perb questo trattato di Anagni apri gia la possibilita di concluderc con la Curia una pace
scparata in cui la lega eventualmente non sarebbe stata coinpresa.
Grazie ad una saggia diplomazia I'Imperatore riusci ad approfittare
delle possibilita del trattato modificando a suo favore, sttraverso lunghc
negoziazioni condotte con tenacita, la pace preliminare di Anagni. Inoltre
seminb discordia tra la Curia e la lega cosicch6 le citta ebbero I'impressionc di essere abbandonate da1 papa ehe finora era stato il loro alleato.
Questa situazione causii delle scissure in seno alla lega: le citta di Ci-emona e di Tortona slrinsero deeli accordi particolari con l'lmperatore.
Barbarossa approfitto di queste circostanze per accampare pretese sempre piu forti con le altre citta. Ricorse perfino alle decisioni della dieta
di Roncaglia decisioiii a cui a Montebello aveva ancora riiiunciato.
Dopo il lungo scisma tanto Alessandro ehe Barbarossa tenevano
molto ad una pace tra papato e Iinpero. Per non metterla a repentaglio
papa Alesszi,ldro propose infine all'Imperatore di patteggiare una tregua
di sei anni con le citta Lombarde e una di quindici anni con il re di
Sicilia. Barbarossa accettb questo compromesso ehe gli dava la possibilita di rinviare z un momento pih propizio lo scontro definitiv0 con
i Lombardi.
Sulla basc di questo. nel luglio del 1177 si concluse in modo solenne
la pace di Venezia ". Dopo il lungo scisina, la cristianita occidentale vide
in essa la bramata riconcilizzione tra I'<< imperium >> e il << sacerdotium >>.
Per la lega dei ~ o i n b a r d iinvece non era ehe una trcgua relativamentc
lunga nella lotta per Ia liberta delie citta. L'atto ehe riguarda l'armistizio
2'
'5
F. Cocrisso. op. cir. D\>.260 sge.
I1 ii-att;iio ili Anapcii: MGH. Cuns!. 1 !>L>.3 9 sup. n. 249 c 250.
1.a <locuincntiizioiic siilla piice di Veiiczia: MGH. Coiisl. I PP. 360 sge. n . 259 spg.
tra le due parti non contiene decisioni di principio, ma regola soltanio
le modalita di questa treguaZ6.L'iinportanza particolare di esso sta nel
fotto che, enumerando i contraenti di ambedue ie parti, mette in rilievo
la Forza del partito imperiale nell'Alta Italia. Al rientro in Germania nel
1178 Barbarossa si trovava malgrado la sconfitta di Legnano in una situazione assai piu favorevole di quella di dieci anni fa, quando fu costretto
a lasciare I'Italia precipitosamente.
I1 contrasto con Enrico il Leone era ormai la preoccupazione principale dell'imperatore. Questo conflitto dui-6 circa tre anni, vale a dire
fino alla fine del 1181. Allora, dopo lunghe lotte ed un procediniento giuridico doppio, il duca dovette sottomettersi alla grazia dell'lmperatore.
Perdette tutti i suoi feudi imperiali, specie i due ducati e non tenne che
i suoi possedimenti allodiali nelle adiacenze di Brunswick e di Lüneburg.
Dovette poi obbligarsi ad andire per tre anni in esilio da suo suocero
re Enrico 11 d'lnghilterra.
In occasione delle negoziazioni di pace con le citta lombarde nel 1183
Barbarossa trasse profitto dalla posizione Forte che occupava in Germsnia dopo la caduta di Enrico il Leone malgrado certe concessioni fatte
ai principi tedeschi. Queste negoziazioni, l'esito delle quali fu la pace di
Costanza conclusa nel mese di giufno 1153, I'Imperatore le coridusse per
mezzo di legati. La questione sempre ai-dua circa la posizione di Alessandria fu risolta con l'aiuto di un accordo particolare con la citta. Gli abitanti lasciaroilo Alessandria e ritornarono poi sotto la guida di un incaricato d'affari imperiale che rifondo la citta in nome dell'lmperatore
chiamandola Cesarea. Non si trattava certamente che di una neofondazione simbolica; perb con essa si teneva conto della riveiidicazione di
supremazia da parte dell'Imperatore. Barbarossa prese la citta sotto la
propria protezione concedendole tra altre prerogative il diritto di eleggere dei consoli che dovevano pei-b essere investiti dei loro uffici o dalI'Imperatore o da un suo legato2'.
I1 trattato di Pace di Costanza costituisce formalmente un privilegio
imperiale; in pratica perb C un contratto bilaterale i cui punti essenziali
erano gia stati stabiliti nel mese d'aprile a Piacenza dai legati imperiali
e dai dirigenti della Lega Lombarda. In occasione di questa pace l'imperatore riconobbe la lega la quale i propri aderenti confermarono con giuramento per Uno spazio di trent'anni. L'Imperatore cedette alle citta lc
I-egalicdietro un'indenniii unica di 15.000 < librae >> e un'annualita di 2.000
librae D . Le citta erano antorizzate ad eleggere i loro consoli da s6 sole;
la supremazia deli'Impero veniva pero assicurata da1 fatto che questi
consoli ogni cinque anni dovevano essere investiti del loro ufficio dall'Jinperatore's. In seguito perl) questo regolainento non venne mai messo
in atto. Inoltre 1'Imperatore restava formalmente giudice supremo a cui
20
37
2s
MGH. Cunst. I
1,. 360 n. 2.59.
MGH. Consi. 1 P. 407 n. 292.
MGH. Const. 1 pp. 406 sgg. n. 293
si poteva ricorrere in appello quando c'erano delle cause difficili. Tutti
gli abitanti delle citta dovettero giurare fedelta all'fmperatore obbligaildosi a sostenerlo nella c o n ~ e r v ~ i o ndci
e diritti imperizli in Italia. Infinc
durante il passaggio di truppe imperiali per il loro territorio le citth si
obbligavano a prestare il << fodrum D.
Nel campo delle ricerche storiche i: sempre stata discussa la qucstione se la pace di Costanza sia da considerare un successo dell'lmperatore o della lega. Coine la maggior parte dei trattati di pace in fondo 6
uil conipromesso. Non ci furono 116 vincitori nC vinti ". A riguardo delle
questioni giuridiche Bafiarossa aveva ceduto rinunciando a realizzare
le decisioni e leggi di R o n i ~ g l i a In
. compenso la pace di Costanza fu pei
lui un gran guadagno olircndogli, grzzie ai pagarnenti da parte delle citta,
dei considerevoli v a n t a a i fiscali. lnoltre i contrasii tra le singole cittk
gli davano la possibilita di far valere di piu la sua posizioiie in Lombardia. La pace nell'Alta Italia era perb anche la premessa per u n ulteriore
perfezionamento dell'amministrazione imperiale in Toscana.
Ma ailche la Lega aveva tutte le ragioni di essere contenta dei risultati
ottenuti nella pace di Costanza. L'acquisto definitivo delle regalie e la
libera elezione dei consoli erano dei iondameiiti importanti dell'autonon ~ i amunicipale ehe d'allora in poi si poteva sviluppare sempre di piu.
Cosi la pace di Costanza costituisce una tnppa importanie nel movimento comunale europeo di quel secolo.
Si i: ripetutamente sottolineato il fatio chc i principii dclla Lega
coincidevano con le idee propugnate nel secolo XI11 da1 partito guelfo
in Italia. Quindi si i: considerata la Lega, come la radice del guelfismo3'.
Questo 6 senz'altro vero. Invece non c'i: stato nel secolo XI1 un legame
spirituale o politico tra i Loinbardi ed Enrico il Leone oppure il partito
guelfo in Germania. BenchC Federico Barbarossa ed Enrico perseguisSero degli scopi politici ben divei-si, gli Staufei- e i Guelfi erano in quei
decenni essenzialmente d'uccordo sulle questioni politiche riguardanti
1'Italia. Quest'atteggian~ento si manifest6 quando la digiiita imperiale
tocc6 ad Ottone IV, il figlio di Enrico il Leone. A riguardo della Curia
Romana e dei teuritori e delle c i t t i italiani ia politica di Ottone IV come
imperatore era la stcssa di quella di Federico Barbarossa e d i Eilrico VI.
Nondimeno il mutameilto dei rapporti tra Federico Barbarossa ed
Enrico il Leone, vale a dire il passaggio dalla cooperazione al contrasto,
h a influenzato in larga rnisura la politica dell'Impcratore in Italia. Anche
I'importanza storica dei conflitti fra Barbarossa C la Lega Lombarda si
conosce interamente soltanto quando si consideri il legame t r a essi e
gli avvenimenti nell'Impero ed in Europa in quel secolo. A questi avienimenti e cioi: alla storia gloriosa di Alessandria mi ero proposto di dare
un modesto contributo.
Zy P. Li\i\l.b, 1 coi~i<iiriilu/i<iiii
!o i.ila Fiiioprii !I?-!ZO#,
cou~rlinaiii da N. Vzili'i-i I (lY59) p. 388.
in:
.
Sloi-iii d'lialiiix
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ENRICO IL LEONE E LA LEGA LOMBARDA NELLA POLITlCA D1