Fabio Geda: un redattore d'eccezione ci racconta Fenoglio
Mercoledì 09 Ottobre 2013 10:37
Come vi avevamo anticipato la scorsa settimana , Fabio Geda ha partecipato alla settima
edizione di
Portici di Carta,
manifestazione quest'anno dedicata a
Beppe Fenoglio
. Ed è proprio su Fenoglio che è incentrata questa riflessione su ciò che i Portici hanno
significato per Geda: è lui stesso a parlare –
questa volta non autore intervistato, ma
redattore d'eccezione per il Club del Libro
– e condividere con noi ciò che più ammira dello scrittore di Alba e ciò che più gli è rimasto nel
cuore di questa esperienza.
"Il 18 febbraio 1963 moriva Beppe Fenoglio. A cinquant'anni dalla sua scomparsa Portici di
Carta ha dedicato allo scrittore di Alba questa sua settima edizione e io, insieme a Paolo di
Paolo e a Ernesto Ferrero, mi sono ritrovato seduto accanto alla figlia di Beppe, Margherita, per
tentare di spiegare il motivo per cui la popolarità di Fenoglio non sembra avere fine. Anzi,
aumenta. E la risposta - una tra le tante - è secondo me nascosta in uno scambio di opinioni tra
Calvino e Vittorini, successivo alla presentazione all'Einaudi, da parte di Fenoglio, del suo libro
"La paga del sabato". Il manoscritto viene prima letto da Italo Calvino, che ne dà un giudizio
sostanzialmente positivo, e poi da Elio Vittorini che lo rifiuta, adducendo come motivazione il
fatto che la tecnica narrativa fosse, a suo modo di vedere, eccessivamente cinematografica. "L'
ultima parte del Fenoglio mi persuade meno
" scrive Vittorini a Calvino il 27 novembre di quell'anno. "
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Diventa sempre più film e non sa più essere altro che film.
" Mentre lo stesso Calvino venti giorni prima aveva detto: "
Lui spiega tutto coi fatti, con una moralità tutta implicita; quando non è alle prese con una
situazione psicologica fa del cinema, ma del buon cinema.
" Ecco cosa penso. Penso che lo stile asciutto che contraddistingue le pagine di Fenoglio ha
retto la prova del tempo molto meglio di quello di altri suoi contemporanei, che sembrano oggi
parlarci dal fondo di una cassapanca. Fenoglio no. Fenoglio lo si sente vicino come ci sono
vicini gli autori che hanno curato e ricercato l’essenzialità del gesto, arrivando a governarne il
cuore, la polpa. Queste riflessioni, insieme agli occhi splendenti di Margherita Fenoglio, è ciò
che mi porto a casa dai Portici di quest'anno."
Un grande ringraziamento a Fabio Geda per la sua consueta gentilezza e disponibilità da parte
di tutto lo staff del Club del Libro.
(articolo a cura di Fabio Geda)
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