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ANNO XXXVIII N.2 GIUGNO 2010
PERIODICO TRIMESTRALE PER GLI ISCRITTI
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Poste Italiane s.p.a.-Spedizione in Abbonamento Postale - D:L: 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 2, DCB Vicenza
NOTIZIARIO TRIMESTRALE DELLA FEDERAZIONE VICENTINA
D E L L’ A S S O C I A Z I O N E N A Z I O N A L E D E L FA N T E
ANNO XXXVIII - N.2 GIUGNO 2010
sommario
Redazionale
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- Raduno Nazionale - Val Magnaboschi : Il Presidente.
- Nella Bella Udine : di Attilio M. Gomitolo.
- XVII Pellegrinaggio : di Pietro Orseolo.
- Marchtrenk : di Antonio Ruzzon.
- XI Divisione Brennero : di Attilio M. Gomitolo
- Incredibile ma vero : di Ippolito Berlato.
- Tezze sul Brenta : di Raffaele Cecchin.
- Isola della Scala : di Giovanni Negri.
- Piccoli Tesori : di Roberto Dalla Piazza.
- Si predica bene e si razzola male: di Everardo Sperotto.
- Gruppo Culturale : di Attilio M. Gomitolo.
- Afghanistan : dalla Redazione.
- Foibe “Il giorno del ricordo”: di Francesco Zanini
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- Milite Ignoto : di Attilio M. Gomitolo.
- ..come muli : di Virginio Zonta.
- Merito ai Fanti della Zona 2 : di Marco Gatto.
- ...Addio alle Armi : di Everardo Sperotto.
Arte – Cultura – Storia
Amici Indimenticabili
21 - Georg Eineder : di Gianni Belò.
22 - Guarda Lucato Adele : di Lino Penzo.
22 - Giuseppe Aver : di Domenico Todeschini.
Corrispondenza dalle Sezioni
- Fanti Zona 2 : di Francesco Zanini.
- Cesuna restaurata la sede dei Fanti : di Marco Ambrosini.
- Marostica festa della Sezione : di Francesco Zanini.
- Orgiano : di Dino Pedrina.
- Pojana Maggiore : di Mario Andreolli.
- Romano d’Ezzelino : di Marco Gatto.
- San Vito di Leguzzano : di Giulio Stefani.
- Salcedo : di Bruno Conte
- Scuole di Santorso : di Lucio Bonfadini
- I Fanti della Sezione di Schio al poligono : di Everardo Sperotto.
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Informazioni - Bacheca
30 - Informazioni - Donazioni - Anniversari - Matrimoni - Nascite.
31 - Lutti.
Avviso a tutte le Sezioni; per portare a conoscenza le vostre attività sezionali alla numerosa
platea degli associati, Vi preghiamo di pubblicarle al seguente indirizzo di posta elettronica.
email: [email protected]
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Sommario
Redazione e Amministrazione: Contrà Burci, 14/B - 36100 Vicenza
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Anno XXXVIII - N. 2 - GIUGNO 2010
Direttore Responsabile: Franco Pepe - Registrazione al Tribunale di Vicenza N° 312 del 18/11/1974
Stampa: Cooperativa Tipografica Operai - Via Corbetta, 9 - 36100 Vicenza
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Raduno Nazionale - Val Magnaboschi
Il Presidente
ri e Guardie d’Onore al Medagliere
Nazionale, con squisita disponibilità
e alto senso del dovere che per loro si
è trasformato in un grande onore. Di
riflesso, il loro operato ha reso onore
anche a tutta la Federazione vicentina.
Grazie ragazzi da parte di tutti i Fanti
e le Patronesse della Federazione del
Fante di Vicenza.
Che dire del Raduno. Che è andato
bene anche se, come tutte le cose che
fanno gli uomini, può essere migliorato, e sono in questo senso, un esempio positivo le osservazioni scritte
che le Sezioni ci stanno mandando,
che certamente saranno portate alla
prima riunione della Commissione
che organizzerà il prossimo Raduno
Nazionale.
Tre sono, comunque, gli aspetti più
importanti che sono scaturiti da questo Raduno. Il primo riguarda il tentativo riuscito di trasformare il sabato,
vigilia della sfilata, in una festa che
oltre ai Fanti coinvolgesse anche gli
abitanti di Udine. E a questo proposito si auspica che siano sempre di più
le Sezioni che abbiano la possibilità di
essere presenti già dal sabato perché,
vi assicuro, ne vale la pena. Il secondo aspetto importante, a mio modo
di vedere, è stato quello di essere in
molti, tanto che il Generale Vallotto,
Capo di Stato Maggiore dell’Esercito,
ha sentito la necessità di rimanere fino
in fondo, rinviando più volte la sua
partenza in aereo da Udine. Una gentilezza della quale lo ringraziamo, ma
che evidenzia come le informazioni
sul nostro conto delle quali era a conoscenza non fossero esatte. Spetta a
noi fare in modo che ad ogni Raduno,
le informazioni non siano mai esatte,
perché riusciremo ad essere sempre di
più.
Il terzo aspetto importante, sul quale bisogna lavorare ancora molto, è
stato il ricavato della vendita dei vari
gadget (vino, cappellini, medaglie,
tazze, sassi ecc.), che hanno finalmente coinvolto molti Fanti nel tentativo
di aiutare l’Associazione Nazionale
a sostenere le spese del Raduno stesso. Questo fatto, è partecipazione,
è voglia d’identità, è sentirsi Fanti
fra i Fanti, è essere consapevoli che
l’Associazione è nostra e che la sua
salute, anche finanziaria ma non solo,
dipende da tutti noi Fanti e Patronesse
d’Italia.
A tutti voi un grazie sentito e un arrivederci a Tonezza del Cimone.
Redazione
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ue cerimonie importantissime,
il Raduno Nazionale di Udine
e il Pellegrinaggio annuale in
Val Magnaboschi, hanno caratterizzato i nostri impegni in questa strana
primavera che, a pochi giorni dall’inizio dell’estate, ci ha regalato il terzo
anno di pioggia in Val Magnaboschi,
non poca, guardando le fotografie
della deposizione delle corone d’alloro, si vede chiaramente che piove
molto. Era presente, graditissimo, il
Presidente Nazionale Antonio Beretta accompagnato dal Madagliere, e
da parecchi componenti il Consiglio,
meravigliato nel vedere, nonostante il
cattivo tempo, così tanti Fanti e tanta gente comune, presenti davanti al
Cimitero, e anche nella gremitissima
chiesa parrocchiale di Cesuna. Belli
gli interventi degli oratori, ma bellissima la disponibilità di don Gianni, il
parroco nostro amico, e superlativa
l’omelia che ha proposto in quella domenica piovosa, nella quale ha saputo
toccare con profondità i nostri temi
associativi coniugati alla vita e alla
morte di Gesù Cristo, e con altrettanta
semplicità ha saputo portarli alla nostra riflessione.
Udine, il mio rammarico più grande
è stato quello di non avere potuto partecipare con la mia Federazione alla
sfilata, sarebbe stato per me un grande
onore e una soddisfazione altrettanto
grande. Avevo, però, da svolgere un
compito, e come tutti sappiamo, gli
impegni vanno onorati fino in fondo e, proprio in fondo alla sfilata, ho
marciato assieme ai rappresentanti
della Sezione di Ravenna che ospiterà il Raduno del 2012, al Segretario
Nazionale Giuseppe Cerri, al Consigliere Nazionale Giorgio Andreoni,
anche loro, come il sottoscritto, impegnati nell’organizzare la sfilata. Sono
comunque molto orgoglioso dei miei
Fanti e delle mie Patronesse, del Vicepresidente Organizzativo cav. Lucio
Bonfadini e di quanti l’hanno aiutato,
per il modo stupendo con il quale la
Federazione di Vicenza ha sfilato. Non
che avessi dubbi in merito, ma sentirselo dire anche dalle autorità presenti,
inorgoglisce e fa piacere. Grazie a tutti voi con tutto il cuore.
Prima di fare alcune considerazioni
sul Raduno, permettetemi di ringraziare il Gruppo delle tute mimetiche
della Sezione di Schio, presenti a Udine già venerdì 21, che hanno prestato
un preziosissimo servizio come Alfie-
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Nella Bella Udine
Il trentesimo Raduno Nazionale
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ella Udine, ordinata, pulita,
nella quale si ha la sensazione che vi si possa vivere bene,
e timida, di quella timidezza che è
tipica di un certo tipo di costume,
sarebbe meglio forse dire riservata,
operosa, e più gioiosa che godereccia. Dico questo perché io Udine la
conosco, la sento intima, mi piace
a pelle; come tutto il Friuli Venezia
Giulia del resto, dal veneziano al
giuliano, dal friulano al carnico. Gioiosa perché nelle abitudini degli udinesi, c’è ancora il gusto d’incontrarsi
prima di pranzo e di cena, al bar, per
scambiarsi le notizie della giornata
davanti ad un buon “tajut”, rosso o
bianco che sia, per passare assieme
agli amici un po’ di tempo, lontano
dalle preoccupazioni quotidiane.
Molti Fanti e Patronesse a Udine
per il trentesimo Raduno Nazionale,
raduno che è costato molta fatica al
Gruppo di Lavoro che il Presidente
e la Giunta nazionale hanno costituto
per l’organizzazione dei “Raduni”.
Fatica che ha dato i suoi frutti, se si
pensa che pur con i piccoli ritocchi
che è necessario portare all’insieme delle iniziative organizzative, è
stato riconosciuto da tutti, tanto che
fra le molte persone che ho avuto
modo d’incontrare durante e dopo
il raduno stesso, sono stati molti i
commenti positivi, oserei dire tutti,
anche se con considerazioni diverse
delle quali sarà tenuto conto già da
Ravenna. Piacevole fatica quella del
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Attilio Maria Gomitolo
Raduno di Udine, che comprendeva
anche l’organizzazione del novantesimo anniversario di fondazione
della nostra amata Associazione, e
le cerimonie sono iniziate già giovedì 20 maggio, con la deposizione di
una corona d’alloro al monumento ai
Caduti di Osoppo, città decorata di
Medaglia d’Oro al Valor Militare per
la resistenza agli Austriaci nel 1848,
e lo scoprimento della terga marmorea sulle mura della storica fortezza
osovana, a ricordare il novantesimo
anniversario dell’ANF. Alle ore 12
a Palazzo Belgrado, sede della Provincia di Udine, nella bellissima sala
del Consiglio Provinciale, il Presidente Nazionale Antonio Beretta, ha
incontrato la stampa e le televisioni
locali, per la presentazione ufficiale del Raduno Nazionale dei Fanti
d’Italia. Nel pomeriggio dello stesso
giorno, visita al Castello di Ragogna,
uno dei siti storici della prima guerra
mondiale in Friuli Venezia Giulia, e
al Museo della Grande Guerra gestito da un giovanissimo appassionato,
che ne ha anche curato l’allestimento
e la realizzazione, in particolare di un
meraviglioso plastico che evidenzia
le posizioni tenute nel novembre del
1917, durante la ritirata dopo Caporetto, della Brigata di Fanteria Bologna, che si sacrificò interamente per
permettere alle altre unità in ritirata
di raggiungere le nuove linee di resistenza, fissate dallo Stato Maggiore
italiano sulle rive del Tagliamento
prima e poi del Piave. Alla sera (ore
18.00), nella Sala Aiace di mitologica memoria, Sede del Comune di
Udine, la conferenza sul tema: ”La
storia raccontata, dal Fante di trincea
al Fante Ardito” a cura del prof. Paolo Gaspari. A questo punto, e per
amor di verità, bisogna dire che le
Sezioni dei Fanti dell’intera Regione, si sono distribuite le località
evidenziate per dare alle varie manifestazioni del giovedì e del venerdì
un numero, per quanto possibile adeguato di Fanti.
Venerdì il momento più importante
del Raduno, per quanto mi riguarda,
almeno dal punto di vista dei Valori
e dei Sentimenti; partenza col medagliere Nazionale dalla Caserma
Berghins, con primo appuntamento a
Martignacco, per l’onore ai Caduti e
alla Bandiera, con la posa della solita targa marmorea al Monumento al
Fante d’Italia che risale al 1924.
E poi Cargnacco, ricordando i Caduti
in Russia, a Redipuglia, il più grande
Sacrario Militare della prima guerra
mondiale e, quindi ad Aquileia. Sempre con la partecipazione dei militari, con l’immancabile cerimoniere
Colonnello d’Artigieria Quadri, e il
Gen. di Brigata Giangravè; molto significativa la loro presenza.
Aquileia, a me ha lasciato nel cuore un senso di grandezza, non solo
storico-cristiana, di civiltà, ma anche
di morale e di valori, un senso questo
si di storico Valore; di un valore cioè
che si è ininterrottamente tramandato nei secoli, anche nei momenti più
bui della sua storia. Aquileia, di vol-
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Sabato 22, poi, inizia con l’Alza
Bandiera sul pinnacolo del Castello,
la deposizione della corona d’alloro
al Monumento ai Caduti nella centralissima Piazza Libertà, la sfilata con
la Banda dell’ex Divisione Mantova
che si è ricostituita per l’occasione,
da Piazza Libertà al Sacrario Militare di Udine per l’onore ai 27.000 Caduti con la deposizione della corona
d’alloro, e l’inaugurazione del cippo
che reca la targa marmorea del novantesimo dell’Associazione.
anche una bellissima mostra di uniformi storiche, che rievocavano una
postazione di mitragliatrice, e un
piccolo ospedale da campo. Al posto
del pranzo, il ricevimento in Comune nella sala di rappresentanza per le
tante autorità presenti, e al pomeriggio nella magnifica sala del Consiglio Provinciale, il Presidente Nazionale Antonio Beretta ha presieduto il
Consiglio Nazionale con il quale ha
incontrato autorità regionali, provinciali e comunali, nonché tutti gli organi d’informazione più importanti
del Friuli Venezia Giulia.
Sabato 22 maggio, gli spettacoli
organizzati in cinque Piazze diverse
per i Fanti presenti, hanno coinvolto
moltissimo la popolazione udinese
con l’esibizione degli Arcieri di Cividale, il Gruppo storico della città
di Palmanova, la Scuola d’arme di
Scherma antica, la Compagnia De’
Malipiero, Il gruppo Grigioverdi del
Carso e il Gruppo Folkloristico Ermacora di Tarcento. Un grande successo e una grande festa.
In parte per ovviare al precetto domenicale, in parte per celebrare la
messa in suffragio dei nostri Caduti di tutte le guerre, prima di cena i
Fanti e il popolo di Udine, veramente partecipe, hanno riempito il gran-
dissimo duomo (almeno due volte
la cattedrale di Vicenza), celebrata
dall’Arcivescovo. Dopo cena, dalle
solite cinque Piazze, cinque diverse
Bande hanno dato spettacolo, per poi
convergere in Piazza Libertà (era piena), per salire al Castello di Udine ed
assistere al magnifico spettacolo pirotecnico proposto.
Una grande festa il sabato, la festa
dei Fanti, ed è così che ci aspettavamo di vedere il nostro Raduno, come
una grande festa da proporre in ogni
città nella quale celebriamo i nostri
raduni. Peccato solo che potevano
esserci molti più Fanti presenti …
naturalmente speriamo in un futuro
migliore fatto anche di più partecipazione, frutto di un’identità finalmente
ampiamente condivisa.
Poi domenica, la sfilata, imponente,
per quanto possibile bella e partecipata, una delle più belle che abbiamo
mai fatto, così mi è stato detto. Certamente si può organizzativamente
migliorare e lo faremo, e si può migliorare anche dal punto di vista della
partecipazione e del comportamento,
sarà una dura lotta, ma ce la faremo.
Termino questa cronaca di quei
giorni, ringraziando le Patronesse e i
Fanti della bellissima Federazione di
Vicenza della quale sono orgoglioso e
onorato d’essere il Presidente, sia per
la numerosa partecipazione, sia per il
modo con il quale hanno sfilato. Una
doverosa e sincera citazione permettetemi nei confronti dei Presidenti di
Sezione, dei Capo Gruppo delle Zone,
della signora Francesca Mantovani
Presidente delle Patronesse, di Lucio
Bonfadini e di Raffaele Cecchin per
l’impegno e l’amore messo e che mettono in tutte le nostre iniziative. Grazie a tutti di vero cuore.
Redazione
ta in volta terra di confine, baluardo
contro le invasioni barbariche, eroica, terra di Vescovi, di primi Patriarchi, città contesa fra l’Austria e La
Serenissima Repubblica di Venezia.
Aquileia che nel 1921 ha visto partire dalla sua Basilica per il Vittoriale
di Roma, la Salma del Milite Ignoto
scelta dalla triestina signora Bergamas, mentre le altre dieci raccolte nei
più importanti campi di Battaglia,
sono ospitate nel suo grandiosamente “Piccolo Cimitero degli Eroi”.
A coronamento del tutto, l’annullo filatelico e la mostra sulla grande
guerra a cura della Sezione del Fante
di Gradisca d’Isonzo, che ha curato
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XVII Pellegrinaggio
Zona Sacra del Fante 20 giugno 2010
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eramente non pensavo di trovare così tanta gente a Val
Magnaboschi domenica mattina, visto che il tempo inclemente,
non ha solo ostacolato la partecipazione di quanti volevano essere lì,
ma in alcuni casi, l’ha sicuramente
ostacolata. E dico questo con una
certa cognizione di causa, visto che
anch’io, se il Presidente Attilio Gomitolo non avesse insistito perché
fossi presente, ci avrei pensato parecchio prima di partire, perché in
pianura pioveva con una certa insistenza e, guardando le montagne si
sgretolavano anche le più timide speranze. Certamente sarebbe piovuto.
Quando sono arrivato, c’era il solito fermento, chi salutava gli amici, chi chiedeva spiegazioni sullo
svolgimento della cerimonia, chi si
riparava sotto le piante nei momenti più fastidiosi di maltempo, ma in
tutti, si leggeva la volontà di rendere
ugualmente gli onori alle Bandiere
e ai Caduti. Il Presidente Provinciale attorniato dai suoi collaboratori,
Bonfadini, Ambrosini e Negri, da alcuni Capo Gruppo delle Zone e dal
Colonnello Gianni Bellò, da sempre
amico della Federazione dei Fanti di
Vicenza, discuteva con calma il da
farsi e lo svolgimento della cerimonia in larga parte già previsto in fase
organizzativa; quello che colpiva nel
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Pietro Orseolo
guardare quel gruppetto di responsabili, era la calma che vi si leggeva,
e la determinazione di fare quanto previsto in qualsiasi caso. Dopo
qualche tempo, una volta date le ultime disposizioni, ho avuto modo di
avvicinare il Presidente e chiederli
cosa avevano deciso e la risposta è
stata secca e decisa, “faremo la cerimonia degli onori alle Bandiere e
ai Caduti alla quale non rinunciamo
nemmeno se piove di più, e gli interventi delle autorità e la santa Messa
in suffragio dei Caduti, nella Chiesa
parrocchiale di Cesuna che il Parroco don Gianni ha, come le altre due
volte messo volentieri a disposizione
con squisita gentilezza”. E mi diceva questo con il sorriso sulle labbra,
consapevole che lui era in “spadina”,
come si diceva una volta di una persona che aveva solo una giacca per
difendersi dal freddo o dal tempo
inclemente, ma si capiva che non
gliene importava molto, tanto che un
suo Fante gli ha prestato l’ombrello
affinchè si riparasse almeno un poco.
Ed è questo che mi è sembrato strano
a Val Magnaboschi, vedere che chi
era li, tutti indistintamente avevano
questa calma, questa voglia e questa determinazione, non ostentata ne
proclamata, ma la si vedeva; strano
ma bello e molto significativo.
Intanto che mi aggiravo per quella
meravigliosa, anche con la pioggia,
Val Magnaboschi, vedo arrivare il
Picchetto Armato, ricevuto dal Vice
Presidente Lucio Bonfadini, il Presidente Nazionale Antonio Beretta con
alcuni Fanti di Bergamo e dal Medagliere Nazionale, accompagnato del
Segretario Nazionale Giuseppe Cerri, da quello Amministrativo Bruno
Conte e dal Vice Segretario Raffaele Cecchin. Il Presidente Nazionale
viene subito informato da Gomitolo
delle decisioni prese sul piano organizzativo della mattinata, decisioni
che approva senza alcuna riserva,
anche se è partito di mattina presto
da Romano di Lombardia per essere
presente in tempo alla cerimonia nella Zona Sacra del Fante in Altopiano, e stranamente, ma forse no, mi
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te, senza che nessuno se ne lamenti.
Riesco a riprendere il Presidente provinciale, e parlando dei lavori eseguiti per l’occasione, e dell’impegno
delle Sezioni per la manifestazione
stessa dice: “mi dispiace solo che
Redazione
è parso ostentasse la stessa volontà e
sicurezza dei suoi uomini.
Più che ci si avvicina all’orario
d’inizio della cerimonia, e più arriva gente, anche famiglie intere con
bambini, e alla mia domanda il Presidente Attilio Gomitolo risponde “è
commovente vedere quanta gente è
venuta nonostante il brutto tempo e
il freddo, ed io non posso che essere orgoglioso delle mie Patronesse e
dei miei Fanti”.
Con puntualità (quasi) militare, alle
dieci inizia la cerimonia che si svolge
secondo quanto previsto due ore prima, con i Fanti delle mimetiche che si
dedicano ai vari servizi, dall’Alzabandiera all’accompagnamento delle Corone d’alloro e alla Guardia d’Onore
al Cimitero. Piove molto forte e il
Picchetto Armato composto di sei uomini in armi e dal Capo Picchetto, su
ordine del Presidente Gomitolo che li
ha visti in maniche di camicia, viene
fatto schierare al riparo dei pini che
fronteggiano il Cimitero militare, poi
la tromba suona l’attenti per l’onore
alle Bandiere e la cerimonia ha ufficialmente inizio. La deposizione
delle Corone d’alloro ai vari Monumenti esterni e quello interno al Cimitero, è preceduta dalla formazione
del canonico corteo, tutti, anche i più
anziani, rigorosamente senza ombrello sotto una pioggia veramente
battente, senza defezioni o borbottii,
così come durante l’Onore ai Caduti
tutti in attenti, fermi, immobili fino
alla fine del Silenzio d’Ordinanza.
La cerimonia in Valle finisce così,
sotto una pioggia insistente e batten-
questo tempo rovina anche il lavoro
e l’impegno delle Sezioni di Salcedo,
Chiuppano, Costabissara e San Vito
di Leguzzano, che da tempo hanno il
compito di servire da posto di ristoro
della manifestazione stessa. Servizio
preziosissimo in un posto un po’ isolato come questo, e del responsabile
dell’organizzazione Lucio Bonfadini, che assieme a Marco Ambrosini e
agli altri incaricati, lavora da qualche mese alla buona riuscita della
cerimonia. Sicuramente ci rifaremo
il prossimo anno”.
Scendo a Cesuna, sono in ritardo
rispetto al resto che mi ha preceduto,
entro in Chiesa, che colpo d’occhio.
L’altare pieno di Gonfaloni comunali, Labari del Nastro Azzurro e delle
Patronesse, ne conto ventisette, più
il Medagliere Nazionale. Tutta la
chiesa è attorniata da Bandiere, ma
sono troppe e decido di non contarle, e poi la gente, la chiesa che
tanto piccola non è, ne è strapiena;
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là davanti nei banchi allo scopo riservati, fra le autorità conto ventidue
fasce Tricolori, non so se tutti sono
Sindaci ma, sicuramente ognuno di
loro rappresenta una comunità che
ha voluto essere presente nel giorno
della memoria degli eroismi dei nostri nonni, per rendere loro il dovuto
onore e per non dimenticare, anzi per
tramandare i valori che hanno saputo
esprimere in quel tremendo periodo
della nostra storia, ai nostri giovani
sempre più spaesati in questo mondo
così superficiale e “laico”.
Bellissima la Santa Messa, molto
partecipata, pertinenti gli interventi delle Autorità presenti, incentrati
seppure con sfumature diverse, sulla necessità della partecipazione alle
proposte di riscoperta della memoria
perché questo porta alla condivisione e al riconoscimento delle proprie
radici. Notevole l’omelia del Parroco
don Gianni, che con profondità sia
morale sia di pensiero, ha sviluppato
il tema del sacrificio e del dono che
questo porta, accomunando al sacrificio di chi dona la vita per la Patria,
a quello del Redentore che ha dato
la vita per l’umanità. All’uscita dalla
Chiesa pioveva ancora anche se con
minore intensità, e i commenti che si
sentivano erano tutti positivi, sia per
le presenze nonostante tutto, sia per
il modo con il quale l’organizzazione
ha saputo rimediare alla sorte avver-
sa. Volevo ringraziare il Presidente
Attilio Gomitolo per avermi “costretto” ad essere presente ma non sono
più riuscito a rintracciarlo. Leggerà
il mio grazie su Fanti Vicentini, per
la bella mattinata che ho passato in
mezzo ai suoi Fanti.
Marchtrenk
Numero 1005.
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n memoria di coloro che furono
mandati e non fecero mai più
ritorno, e che invano i loro cari
aspettarono di riabbracciare; di loro
rimane solo il ricordo come quello
dello zio di Bruna Sbalchiero, Patronessa di San Vito di Leguzzano.
La madre gli raccontava di come
vivevano felici ed ignari dell’avverso destino, nella grande casa, destino che avrebbe cambiato la vita e le
sorti di tanta gente nel lontano primo
conflitto mondiale.
Anche lo zio di Bruna subì le sorti
di molti suoi coetanei, travolti dalla
ferocia e dalla barbarie della guerra.
Fu fatto prigioniero, e di lui si seppe
solo che morì in un campo di prigionia austriaco, per le malattie contratte a causa degli stenti patiti.
Dopo aver appreso dove lo zio era
stato sepolto, la nostra Bruna, si ritrovò il gradito compito di perpetuarne la memoria.
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Antonio Ruzzon
Ci racconta tutto questo, dopo aver
partecipato al Pellegrinaggio dei
Fanti vicentini a Marchtrenk, una
località austriaca nei pressi di Linz
(alta Austria), dove una folta schiera
di Fanti vicentini accompagnati dal
Presidente provinciale Attilio Gomitolo, ha reso onore al Cimitero Militare annesso al Campo di prigionia
che ospitava 35.000 soldati di vari
paesi, fra questi erano 25.000 gli italiani. Molti di loro fra il 1917 e il 18,
morirono di stenti e di malattie oltre 1800 soldati di varie nazionalità,
quasi 1400 di questi erano italiani.
Per la prima volta, oltre cento Fanti
hanno raggiunto la graziosa cittadina austriaca, e nell’ambito del XVI
incontro Italo-Austriaco per la pace,
assieme a rappresentanze di vari comuni del vicentino, hanno innalzato
il Tricolore su quel sacro lembo di
terra austriaca che ha custodito i resti
dei nostri soldati caduti prigionie-
ri, spesso dimenticati dalle autorità
italiane, ma non dai parenti e dagli
amici del paese nel quale vivevano
prima di partire per la guerra.
Dopo la semplice ma molto significativa cerimonia, la Patronessa Bruna
ha cercato fra le tombe e gli elenchi
il numero 1005, il numero di tumulazione della salma di zio Antonio, e
trovandolo commossa, su quel numero ha posato un fiore bagnato da
una lacrima, immaginando che il suo
pianto fosse come la rugiada di quel
lontano giorno di aprile del 1897,
quando suo zio venne al mondo.
I Fanti di San Vito di Leguzzano,
hanno deciso di piantare nel Parco
del Fante da loro sistemato e tenuto
in manutenzione, un albero in onore
e in ricordo del Fante Antonio Sbalchiero, zio della Bruna, e daranno a
quella pianta un nome.
Si chiamerà numero 1005.
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XI Divisione del Brennero
impegno, anzi una missione, quella
che ha impegnato Michele De Blasiis per buona parte della sua vita.
Ora quest’onore tocca a noi, e spero
proprio che saremmo all’altezza del
compito affidatoci, siamo certamente in grado di farcela anche perché
lavoriamo bene e ce lo riconoscono
tutti.
Eravamo in buon numero a
Sant’Antonio di Valli del Pasubio,
molti i Fanti e le Patronesse, non
solo quelli della Zona 3, ma anche di
altre Sezioni che hanno voluto essere
presenti, la giornata bella ha favorito
la partecipazione, mancava solo De
Blasiis, colpito da una delle tante
forme influenzali che si sono manifestate in questo pazzo inverno, che
si sono trascinate fino a primavera
inoltrata. Piangeva quando ha comunicato a Geron la sua indisponibilità
ad essere presente, e l’ha pregato di
informarlo sull’esito della manifestazione.
C’erano a Sant’Antonio anche due
baldanzosi reduci, il più giovane dei
due di oltre novant’anni, il più anziano, un giovanotto di 102 anni che
prima della guerra ha prestato il suo
servizio militare nella Brigata Avellino, prima che diventasse Divisione
Brennero. Inutile dire che erano attorniati dall’affetto di tutti i presenti,
che facevano a gara per farsi immortalare da una foto con loro. Erano
presenti anche delle Patronesse della
Sezione di Valli, giovani e non, figlie
e mogli di soldati del 232 Reggimento originari del Comune di Valli del
Pasubio, anche loro attorniate di affetto, anche loro commosse per la cerimonia che evocava in loro antichi
ricordi e forti emozioni.
Tutto bene, dopo la Santa Messa
officiata dal Parroco di Sant’Antonio, il solito incontro conviviale che,
come sempre rinforza amicizie e durante il quale nascono iniziative, si
fanno proposte si ricercano adesioni.
Proprio le proposte nate durante il
pranzo sono veramente interessanti,
e naturalmente, riguardano la Divisione (del) Brennero, la sua storia,
ai più poco conosciuta. La più bella
fra queste idee, quella di un libro riguardante la vita di tutti i giorni dei
soldati in zona di operazioni, e un
piccolo museo, non solo documentale riguardante la Divisione stessa.
Materiale per operare c’è né, è necessario che Leonida Geron che ha
organizzato molto bene anche la cerimonia di Sant’Antonio di Valli del
Pasubio, dichiari i suoi intendimenti
e faccia delle proposte. La Federazione vicentina, nei limiti delle possibilità, saprà essergli vicina e dargli
una mano così come fatto in questi
due anni.
Redazione
A
me non piace, ma solo perché mi sembra che stoni, quel
“del Brennero”, che è il nome
dato poco prima della seconda guerra
mondiale all’Undicesima Divisione
che, oltre alla Brigata Avellino incorporava il decimo Reggimento di
Artiglieria. Il “del” qualora sia parte
integrante del nome, indica appartenenza ad una zona precisa del Paese,
il Brennero appunto, e quindi anche
il reclutamento dovrebbe essere geograficamente ben definito e circoscritto alla zona attorno a Bolzano,
al limite all’Alto Adige. Non è stato
così per la “Brennero” che ha visto
prestare servizio nei suoi due Reggimenti (231 – 232), Mantovani,
Veronesi, Trentini, Vicentini e, naturalmente, Alto Atesini, unitamente ad altri presenti, in misura molto
minore, anzi, quasi incidentalmente.
Anche la sede della Divisione, era in
una caserma di Bolzano. Se così non
fosse, quel “del” deve pur significare
qualche cosa che mi piacerebbe conoscere, anche per arricchire le mie
poche conoscenze storiche, ancor
più lacunose quando si parla della
seconda guerra mondiale, aiutato in
questo dal generale oblio nel quale la
cultura storica della seconda metà del
secolo scorso, ha tenuto, salvo poche
eccezioni, quello che è accaduto alle
nostre truppe e ai nostri soldati dal
1940 al 1945.
Questo preambolo, assolutamente
fine a se stesso, solo per dire che il
9 maggio a Sant’Antonio di Valli del
Pasubio, abbiamo celebrato in terra
vicentina, il secondo incontro in ricordo dei Caduti della Brennero, in
particolare quelli del 232 Reggimento, in massima parte vicentini della
parte nord ovest della nostra Provincia. Il secondo incontro da quando
l’Avvocato Michele De Blasiis, si
può dire senza essere irriverenti, per
raggiunti limiti d’età, ha affidato a
Leonida Geron e alla Federazione
dei Fanti di Vicenza, il compito di
tener vivo il ricordo dell’XI Divisione che durante la guerra vide suo
padre, il Colonnello De Blasiis, comandare il 231 Reggimento e lui,
l’avv. Michele, esserne la mascotte
durante la campagna di Francia. Un
Attilio Maria Gomitolo
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ANNO XXXVIII - N.2 GIUGNO 2010
Incredibile...ma vero
Il Consiglio Direttivo Sezionale
Redazione
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on avremmo mai lontanamente supposto che l’Associazione del Fante di Malo
e Monte di Malo avesse la grinta e
la forza che ha dimostrato nell’erigere il Monumento al Fante in Largo
Trieste il cui spazio verde è diventato
“Parco del Fante”.
Vi chiederete il perché di questo nostro stupore. È presto detto. Anzitutto
è da pochi anni che l’Associazione è
stata ricostruita anche qui da noi. È
pur vero che la maggior parte dei giovani, anche nelle nostre zone, quando ancora esisteva il servizio militare
di leva, veniva arruolato e prestava
servizio militare in Fanteria.
Ma la tradizione associazionistica
nel campo delle associazioni combattentistiche e d’arma era appannaggio quasi esclusivo degli Alpini,
a cui va riconosciuto il merito di essere da sempre stati capaci di operare nelle nostre zone. Come dicevamo
sopra, i Fanti si sono invece mossi
da poco, ma con tale entusiasmo e
voglia di fare che hanno bruciato la
tappe. L’argomento di cui vogliamo
qui trattare è per l’appunto il significativo Monumento che domenica
21 Marzo 2010 è stato inaugurato in
Largo Trieste. Abbiamo volutamente
definito “significativo” il Monumento
perché esso, rivolto verso i monti su
cui tanto si è combattuto per la Patria
da parte di numerosissime truppe di
Fanteria, vuol ricordare i tragici e nel
contempo eroici avvenimenti accaduti nelle due guerre mondiali.
Uno dei simboli,in particolare della Grande Guerra, è stata la trincea;
ecco il motivo per cui l’Architetto
Dott. Alberto Giovanni Altini ha inteso ricordare le tante tribolazioni,
ma anche i momenti di fraternità e
di vita quotidiana, che i nostri Fanti
hanno condiviso nei lunghi mesi e
talvolta anni trascorsi nelle trincee.
Da un punto di vista storico si potrebbe anche dire che la trincea è
il simbolo della prima guerra mondiale; per quattro lunghi anni infatti
le principali azioni di guerra sono
state azioni di logoramento in cui i
Fanti marcivano letteralmente nelle trincee. Bene ha fatto quindi il
nostro Architetto ad ideare come
Monumento al Fante una Trincea.
I materiali scelti sono volutamente
poveri; un muro spezzato, le fendi-
Fanti
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ture da cui si controllava il nemico;
ecco in sunto il significato dell’opera e il significato della vita del Fante
al fronte . Come siamo arrivati così
in breve a tale opera, ce lo chiediamo noi stessi dell’Associazione del
Fante. Per merito di molti, e di qualcuno in particolare. Cominciamo con
l’elenco, non in ordine di importanza,
perche tutti sono stati importanti. Si è
mossa l’Amministrazione Comunale
di Malo al completo, si sono mosse l’Associazione Provinciale nella
persona del Cav. Attilio Gomitolo
e addirittura quella Nazionale nella persona del Maestro del Lavoro
geometra Antonio Beretta presente alla cerimonia con il Medagliere
Nazionale decorato di 655 medaglie
d’oro al Valor Militare e di 86 medaglie d’oro ai nostri Reggimenti e 2
ordini militari di Savoia meritati sui
Campi di Battaglia, per dare ancora
più lustro all’ inaugurazione.
Non possiamo però dimenticare il
gruppo più attivo dei Fanti di Malo
e Monte di Malo che si sono letteralmente sfatti per concludere l’opera e
organizzare l’evento. Il successo con
cui si è svolta tutta la manifestazione va in particolare a loro e in primis
al nostro Presidente Ippolito Berlato
che si è prodigato oltre ogni dire per
portare a conclusione l’opera.
Non possiamo dimenticare tutti
gli intervenuti che pubblicamente
ringraziamo e vogliamo, seppure in
modo approssimativo, ricordare: il
Presidente Nazionale e il Presidente
Provinciale dell’Associazione del
Fante, il Generale Pino, Comandante
militare del Nord-Est,l’Onorevole
Fontanella in rappresentanza della Regione Veneto, il Sig.Roman
in rappresentanza della Provincia
di Vicenza, il Sindaco di Malo
Antoniazzi, l’Assessore Ciscato
in rappresentanza del Sindaco di
Monte di Malo, tutte le rappresentanze Combattentistiche e d’Arma di Malo e zone limitrofe, don
Raimondo Sinibaldi che ha celebrato la Santa Messa, la Prof.ssa Mara
Pretto presente con il Sindaco dei
Ragazzi e alcuni studenti di Scuola
Media, la Fanfara dei Bersaglieri in
congedo “L. Imelio”. Si ringraziano
ulteriormente l’Impresa Pannizon,
OCMI Carpenteria, i Nonni Vigili,
L’Ufficio Tecnico Comunale e il
gruppo Colombofilo Malo 2000.
ANNO XXXVIII - N.2 GIUGNO 2010
Tezze sul Brenta
60° anniversario di fondazione della Sezione
E’ stata grande la partecipazione delle
Sezioni della Zona 2 all’anniversario
di fondazione della sorella di Tezze
sul Brenta, notevole la presenza di
rappresentanze di altre Associazioni
Combattentistiche, gratificante il numero di cittadini venuti ad onorare il
60° anniversario di fondazione della
Sezione cittadina dei Fanti.
Per l’Amministrazione Comunale era presente il Sindaco Lago,
anch’egli Fante, mentre per la Federazione provinciale di Vicenza, era
presente il Presidente Attilio Gomitolo e il Vice presidente Vicario Raffaele Cecchin.
Il coordinatore della Zona 2, Maurizio Chemello, ha diretto le operazioni di formazione del corteo che,
preceduto dalle Corone d’Alloro e
dalle Bandiere delle Sezioni presenti, entrava nella chiesa Arcipretale
per la celebrazione della Santa Mes-
ristorante
Al Pioppeto
Raffaele Cecchin
sa. A svolgere le mansioni di cerimoniere provvedeva il Segretario Zarpellon, affiancato dall’instancabile
Presidente della Sezione Francesco
Cerantola.
La Santa Messa officiata dall’Arciprete don Domenico, è stata voluta in
suffragio dei Caduti di tutte le guerre,
e dei Fanti che in questi ultimi anni
sono passati ad altra vita. Durante
l’omelia, l’Arciprete ha avuto incoraggianti parole d’apprezzamento
per l’impegno e la coesione dei Fanti di Tezze e per il loro impegno in
Parrocchia, e auspicando che tutte le
Associazioni costituite sul territorio
comunale ne seguano l’esempio, terminava il suo intervento ringraziandoli per quanto fanno in Paese.
Terminata la cerimonia religiosa,
riformato il corteo, tutti i presenti si
sono recati al Monumento ai Caduti
Per rendere omaggio a quanti hanno
dato, senza esitare, la propria vita per
la Patria.
Alzabandiera con Inno di Mameli cantato con commozione da tutti i
presenti, deposizione della Corona
d’Alloro al suono del Piave e del Silenzio d’ordinanza, magistralmente
intonati dalla Banda comunale, la
cerimonia assumeva un tono più formale.
Il cerimoniere Zarpellon, da bravo
ed efficiente Segretario, leggeva la
cronistoria della Sezione, ricordando ad uno ad uno tutti i Presidenti
succedutesi alla testa della Sezione
negli anni, dal primo Cerantola (il
papà di Francesco) cofondatore della
Sezione stessa, all’attuale Presidente
(Francesco Cerantola), che ne continua con convinzione e grinta l’impegno.
Applaudito l’intervento del Sindaco Lago, che ha avuto parole di
elogio per l’impegno dei Fanti della
Sezione e per quanto ha fatto per la
comunità. Altrettanto applaudito il
discorso del Presidente della Federazione Attilio Gomitolo, cha ha parlato del valore della memoria, affinchè in tutti noi riscopriamo la nostra
identità nazionale.
Terminata la cerimonia ufficiale, la
Sezione ha offerto un rinfresco a tutti
i presenti. Più tardi durante l’incontro
conviviale il Presidente Francesco
Cerantola ed il cav. Gomitolo hanno
consegnato l’attestato di benemerenza per la fattiva operosità nei vari impegni della Sezione, ai Fanti Giuseppe Lago e Simonetto Fortunato. Con
l’occasione sono state consegnate le
tessere ai trenta nuovi tesserati che si
sono associati alla Sezione.
La festa del 60° anniversario della
Sezione dei Fanti di Tezze sul Brenta,
è terminata con una bellissima sottoscrizione a premi e, dopo il saluto, il
proposito di ritrovarsi quanto prima.
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Redazione
ristorante
al Pioppeto
Esistiamo grazie alla vostra fiducia
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ANNO XXXVIII - N.2 GIUGNO 2010
Isola della Scala (Vr)
Ricordando Marcello Mantovani
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Redazione
sola della Scala alle 10.15 di
una grigia domenica di novembre 2009, s’è data appuntamento per ricordare i caduti di tutte le
guerre, e i soci defunti. Tra i numerosi invitati, la signora Francesca
Mantovani e il sottoscritto. La nostra presenza ha permesso a tutti di
condividere l’affetto verso la grande
figura del caro Presidente Marcello
Mantovani. Ho il piacere di complimentarmi con l’amico Presidente cav. Umberto Tempellini, per la
mirabile organizzazione dell’intera
giornata. La Chiesa piena di fedeli,
faceva contorno all’Altare ravvivato dai tanti Tricolori presenti e dai
Labari delle Associazioni d’Arma
oltre che delle Sezioni dei Fanti
veronesi. La S. Messa officiata dal
Parroco don Roberto e dal suo Vice
don Luca, ci ha coinvolti in commossa partecipazione. L’omelia di
don Roberto, rivolta ai Fanti, è stata
un’esortazione a continuare sulla
via intrapresa in favore di chi soffre.
Al termine della Santa Messa,
dopo la preghiera del Fante e l’esecuzione del Silenzio da parte di
un’ottima tromba, in corteo ci siamo recati al Monumento dei Caduti, per la deposizione della Corona
d’Alloro, per rendere onore e ricordare i Caduti di tutte le guerre.
Al susseguente pranzo sociale, in
un ottimo ristorante di Buttapietra,
il Florida, erano numerosissimi i
presenti e, tra evviva e canti, si arriva alla rituale pausa dedicata ai
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Giovanni Negri
saluti delle autorità.
Il Presidente prende la parola,
porta il saluto alle Patronesse e ai
Fanti, presenta gli ospiti; il Sindaco di Isola della Scala e attuale
Presidente della Provincia di Verona dr. Giovanni Miozzi, il Parroco
don Roberto accompagnato da don
Luca con il quale ha concelebrato la
Santa Messa, i due funzionari della
banca dr. Marco Biasia e il rag. Cristiano Rodegher e, dopo una piccola sosta dovuta alla commozione,
la signora Francesca Mantovani e
Giovanni Negri, sottolineando che
la nostra presenza garantiva che anche Marcello era li in mezzo a noi
… Presente!
Passa, quindi, la parola al Sindaco
che saluta tutti i presenti e che parla del valore del volontariato, delle
tante Associazioni che operano nel
suo Comune, della Sede del Fante
che sta per essere ultimata e, poi,
appena possibile sarà ufficialmente
consegnata ai Fanti della Sezione
di Isola della Scala. Prima di terminare il suo intervento il Sindaco
Giovanni Miozzi, accompagnato
dal Presidente Umberto Tempellini,
si porta vicino alla signora Francesca, ed estraendo da una borsa
un attestato lo rivolge al pubblico
e con voce profondamente commossa dice: ”Carissima signora,
in nome della cittadinanza di Isola
della Scala, le vogliamo consegnare
quest’attestato che avevamo preparato per il Gran Ufficiale Marcello
Mantovani, venuto a mancare il 19
febbraio 2009, e la sua presenza in
mezzo a noi ce lo fa percepire presente come quando veniva alla nostra festa annuale. Legge per tutti
quanto è scritto nell’attestato: “Il
Comune di Isola della Scala (Vr),
conferisce questo Attestato di Benemerenza Civica, al Cavaliere di
Gran Croce dr. Marcello Mantovani, per l’impegno profuso a favore
dell’Associazione Nazionale del
Fante.” La preziosa pergamena è
stata firmata dal Sindaco e dal Presidente dei Fanti.
Conclude, noi avremo sempre presente la figura di quest’uomo perché rappresenta ciò che vorremmo
essere. La signora Francesca prende tra le mani l’attestato, lo strige
a se e guardandomi commossa mi
chiede di ringraziare tutti a nome
suo e di suo marito.
Prendo con slancio il microfono
e, guardando verso l’alto dico, “Dio
ci ama donandoci tante cose nella
vita, in particolare lo fa dandoci
queste figure di uomini che sono
fari di luce che illuminano il nostro
cammino, che insegnano come operare per la concordia e la pace; bello questo vostro atto che fa crescere
l’affetto reciproco, Marcello ne è
fiero. Grazie. Tutti i commensali
sono partecipi e commossi.
In fine arriva la tromba ed esegue
musiche famose e marce militari,
che coinvolgono la gente presente
con canti e grida di evviva, partecipa allegramente; la festa continua
e una ricchissima lotteria conclude
la giornata.
Complimenti e grazie per l’accoglienza riservataci ad Umberto
Tempellini e al suo Direttivo per
l’ottima riuscita della loro festa annuale e a tutti gli altri collaboratori.
ANNO XXXVIII - N.2 GIUGNO 2010
Piccoli Tesori
Roberto Dalla Piazza
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’è ne sono molti di questi
"piccoli tesori", sulle nostre
montagne, nelle nostre vallate, "tesori" che parlano di grandi
battaglie, di grandi comandanti, ma
anche di piccoli eroi, di piccole e
grandi storie di vita quotidiana dentro e fuori dalle trincee, dalle baracche, dai ricoveri.... ma anche di vita
nelle retrovie (per i più fortunati!).
Uno di questi "piccoli tesori", si trova all'interno di Baita Monte Asolone - Val Dea Giara.
È un piccolo museo, piccolo di fatto
ma grande nel contenuto. Lo si trova
lungo la strada Cadorna, strada che
da Romano D'Ezzelino sale a Cima
Grappa, un po' prima di arrivare al
Monte Sacro alla Patria.
Il museo della Grande Guerra Monte Asolone 1914 - 1918, è stato voluto, creato, custodito e continuamen-
te aggiornato da Davide Pegoraro
e dal papà Francesco, già Fante del
40° Btg. Fanteria "NAIA DURA Al
MIEI TEMPI" dice. Dopo i convenevoli, Davide ci porta alla scoperta di
questo "piccolo tesoro" e ben disposti, catalogati, e custoditi all'interno
di bacheche e vetrinette troviamo:
una ricostruzione di vita in trincea,
stemmi, distintivi, memorie, oggetti, mappe, dispacci, scritti, cartoline
militari di cui una del Gen. Achille
Papa, vari tipi di armi e di attrezzature in uso nei due eserciti che si
contesero la vetta del M. Asolone e
le vette circostanti che ancora oggi
sono pagine di storia.
Fanno bella mostra anche fregi e
stemmi dei reparti degli Arditi sìa
Italiani che Austro-Ungarici. Davide, soddisferà durante la visita ogni
vostra curiosità storica, e sarà anche
ben lieto di farvi da guida su queste
vette e di raccontarvi la storia dei
suoi bisnonni, uno proprio venuto a
combattere sul Grappa.
Spero che questo mio scritto, vi invogli a visitare questo piccolo museo
e i luoghi che lo circondano, luoghi
che hanno visto combattere fianco a
fianco Fanti, Genieri, Arditi, Artiglieri e Alpini, e tutto il nostro esercito in una delle più grandi battaglie
d'arresto assieme a quella del Piave.
Ricordiamo che Baita Monte Asolone Val Dea Giara oltre che ad un
ottimo punto di ristoro, organizza
durante tutto l’anno visite guidate
anche sui campi di battaglia di Verdun in Francia, conferenze, mostre,
dibattiti ...... tutto ovviamente collegato alla Grande Guerra, e alle bellezze naturali di questi luoghi.
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Si predica bene ma si razzola male
Everardo Sperotto
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on sarà di certo sfuggito ai
lettori di quotidiani, la polemica del Ministro della Difesa On. IGNAZIO LA RUSSA contro
la Lega, la quale proponeva di “cancellare la parata Militare del 2 Giugno, in quest’epoca di crisi dura”.
Ovviamente “levata di scudi” da
parte della Destra Istituzionale di
fronte a una simile ipotesi, e con
tono deciso il Ministro sottolineava
“la parata è estremamente utile alla
coesione Nazionale, non solo non si
elimina ma guai ad immaginarlo”.
Con queste significative parole, certamente più o meno condivisibili, il
Ministro ha sicuramente voluto sottolineare il suo attaccamento e la sua
considerazione alle Istituzioni Militari e a ciò che esse rappresentano.
Il Gruppo Culturale
ha molte... e belle idee.
È
appena nato e già inizia a farsi vedere con una certa continuità e qualità, il “Gruppo
Culturale Arcobaleno”, che ha incominciato con la conferenza tenutasi a
Schio, a Palazzo Carli, nella quale il
prof. Claudio Gattera, ha presentato
il suo bellissimo lavoro dedicato alla
Brigata Liguria, al Pasubio e al Generale Achille Papa.
I progetti che intendono realizzare
assieme agli amici del Genio Trasmissioni che condividono con noi
Fanti questa nuova esperienza, sono
molteplici e di varia natura sia storici, quindi, sia culturali sia attuali,
e vanno dal Risorgimento alla prima
guerra mondiale e a tutte le “storie”
Afghanistan
17/05/2010 ore 08:46
Redazione
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ue soldati italiani uccisi, e
altri due sono rimasti gravemente feriti in un attacco nel
Nordest dell’Afghanistan. Lo si apprende da fonti del comando di Herat. Un ordigno è esploso contro un
blindato Lince, nel nucleo di testa di
una colonna composta da una decina di automezzi di diverse nazionalità, partita da Herat e diretta a Bala
Murghab, verso Nord. I due militari
feriti sono stati immediatamente trasportati in elicottero all’ospedale da
campo di Herat.
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Attilio Gomitolo
Viene però da chiedersi allora, visto tanto “magnificare” perché ha
preferito la finale di Champions League Barcellona-Inter, al palco delle
Autorità, in occasione del XXX° Raduno Nazionale dei Fanti D’Italia ad
Udine il 23 Maggio scorso?
Una cosa è certa, alla Regina delle
Battaglie, il Ministro LA RUSSA ha
preferito la regina del calcio.
che ruotano attorno al nostro Esercito e alla sua gloriosa storia, con un
occhio di riguardo, doveroso, per la
Fanteria. Io credo che l’azione del
Gruppo Culturale sia un elemento
importantissimo che completa il lavoro di tutte le Sezioni della nostra
Federazione, evidenziando quelle
che lo voglionono maggiormente, e
c’è da augurarsi che i Presidenti delle
Sezioni sappiano coniugare assieme
alla Federazione e ai responsabili del
“gruppo” stesso, le azioni più significative per rendere interessanti le loro
iniziative anche sotto l’aspetto storico-culturale. Sarebbe un notevole, a
mio modo di vedere, passo avanti per
far conoscere la nostra storia e risvegliare la nostra identità e, finalmente, il nostro spirito di appartenenza.
Cerchiamo di essere culturalmente
aperti e di approfittare con intelligenza dell’occasione che ci siamo creati.
Buon lavoro a tutti.
ANNO XXXVIII - N.2 GIUGNO 2010
Foibe: “Il giorno del Ricordo”
La tragedia nei ricordidi una maestra che l’ha vissuta.
P
ricevuto dallo stato italiano la Medaglia d’Oro alla memoria.
Alla cerimonia commemorativa di
Marostica, sono intervenuti il Sindaco Gianni Scettro e gli Assessori
Bertazzo, Bonan, Bucco e Costa, una
ventina di Fanti della Sezione marosticense con la Bandiera sezionale
e il Presidente Rino Dal Prà con il
suo Direttivo. Erano presenti il Presidente provinciale Attilio Gomitolo
e il Vice Presidente Vicario Raffaele
Cecchin accompagnati dal Medagliere provinciale, e molti rappresentanti
di altre Associazioni, Bersaglieri e
Alpini in particolare.
Al nostro Presidente, non è sfuggita l’occasione, e gliene siamo veramente grati, per chiedere al Sindaco
di Marostica e agli Assessori presenti, la possibilità di ricordare i Martiri
delle Foibe, con un cippo sepolcrale
e una targa commemorativa dedicata.
La proposta è che l’Amministrazione
mette il Materiale e il progetto, i volenterosi Fanti marosticensi il lavoro e l’impegno per la realizzazione.
Noi di Marostica siamo sicuri che il
10 febbraio del 2011, il Cippo sarà
inaugurato.
BAR - TABACCHERIA
PRIMAVERA
RICEVITORIA LOTTO
SUPERENALOTTO
Redazione
er onorare “il giorno del ricordo” si è tenuta a Marostica in
via Martiri della Foibe, una
commemorazione alla presenza delle
Autorità Comunali, delle Associazioni Combattentistiche e d’Arma,
e della maestra Edda Rocco che ha
dato lettura di una commovente preghiera, scritta per le vittime dimenticate, da Monsignor Antonio Santin,
Vescovo di Trieste e Capodistria dal
1938 al 1971. Nativo di Rovigno in
Istria, da sempre distintosi per il suo
impegno nel combattere in favore
degli ebrei e delle popolazioni slave della Diocesi vessate dal Regime
fascista prima, e poi per l’italianità
della sua Trieste rientrata nel novero
delle Provincie italiane solo a fine ottobre del 1954.
Istituito dal Parlamento italiano
nel 2004, il 10 febbraio è diventato
il giorno dedicato al ricordo della
tragedia degli Italiani di Istria e Dalmazia, e di tutte le vittime infoibate
nonchè dell’esodo da quelle amate
terre, di 350.000 italiani di Istria,
Fiume e Dalmazia, forzati all’esilio
dagli jugoslavi di Tito. La maestra
Edda è una testimone di quei terribili
avvenimenti, e ha vissuto sulla sua
pelle la tragedia delle Foibe. Orfana
di madre, viveva con il padre, il fratello, il nonno e la zia, a Rovigno in
Istria. Aveva solo undici anni quando in un triste giorno del settembre
1943, vide presentarsi in casa i soldati di Tito che, con le armi spianate, prelevarono suo padre, Gli stessi
soldati tornarono pochi giorni dopo
per prelevare anche il nonno. Di entrambi non si ebbero più notizie certe, e le richieste dei famigliari tese a
sapere di più, furono liquidate con un
laconico “trattasi di pulizia etnica”.
Edda Rocco seppe cosa era successo al nonno, soltanto quando furono
trovati i cadaveri nelle foibe, i famosi crepacci dell’Altopiano carsico,
avendo anche la conferma che prima
di essere infoibato, era stato barbaramente torturato. Del padre, invece, ebbe notizie quarant’anni dopo,
quando le fu comunicato che dopo
la cattura, fu portato nel torrione del
castello di Pisino e bruciato vivo.
In ricordo di questo sacrificio e per
onorare questi due Martiri dell’italianità di quelle terre, Edda Rocco ha
Francesco Zanini
VIA COGO, 167 - QUARTIERE SAN VITO - BASSANO D/G
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1921 l’Italia s’inchina
al Milite Ignoto
Attilio Maria Gomitolo
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Storia - Arte - Cultura
ra le tante iniziative proposte
durante il Raduno Nazionale
appena celebrato ad Udine,
una in particolare mi ha fatto
riflettere con una certa profondità
tanto che, appena possibile, ho
sentito la necessità approfondire le
mie conoscenze in proposito, e di
documentarmi in maniera seria.
Venerdì 21 maggio, infatti, nella
visita ai Sacrari del Friuli Venezia
Giulia nei quali, oltre che rendere
onore ai nostri soldati Caduti
celebravamo con la deposizione
di una targa marmorea il 90°
anniversario di fondazione della
nostra Associazione, ci siamo fermati
ad Aquileia, nella secolare Basilica
che ha segnato per millenni la storia
della terra Veneto–Friulana.
Sarà stato l’ambiente storico della
Chiesa, una delle poche che ha il
tetto a nave come si usava nelle
prime chiese cristiane, sarà stata la
cerimonia nell’adiacente cimitero
degli eroi e i ricordi di antiche letture
che questa mi ha riportato, con
commozione alla memoria, sarà stata
quell’aurea di solenne tranquillità
che si respira attorno alla Basilica,
fatto sta che sono andato alla ricerca
di qualche cosa che riassumesse gli
avvenimenti di quel lontano 1921 e,
trovatolo, ve lo propongo.
Tra il 1920 e il 1921 in tutti i paesi
vittoriosi, fu istituita una solennità
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Fanti
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nazionale in ricordo dei soldati morti
nella guerra mondiale e la cerimonia
di sepoltura del Milite Ignoto portò
quel culto all’apoteosi.
In Italia l’idea di tributare onoranze
solenni alla salma sconosciuta di un
soldato tra i 650.000 caduti, è del Col.
Giulio Douhet, fondatore dell’Unione
nazionale Ufficiali e Soldati, che la
propone tramite un articolo pubblicato
nel periodico “Il Dovere”, da lui
diretto, nell’agosto del 1920.
È presentato un disegno di legge che
è approvato nell’agosto dell’anno
successivo e reso immediatamente
operativo. Il Ministro della Guerra,
Luigi Gasparotto (di Sacile), incarica
subito un’apposita commissione
presieduta da Gen. Giuseppe Paolini,
della quale facevano parte anche
quattro ex combattenti designati dal
Sindaco di Udine Luigi Spezzotti,
di percorrere i Campi di Battaglia in
ogni zona del Fronte per raccogliere
undici salme non identificabili, una
delle quali, scelta a sorte, sarebbe
stata tumulata a Roma nel Vittoriano,
il complesso monumentale costruito
in onore di Vittorio Emanuele II,
primo Re d’Italia.
Le prime sette salme rinvenute sono
portate a Udine, la città che fino a tre
anni prima era stata “la capitale della
guerra”. La partecipazione popolare
all’evento, all’arrivo dei feretri il
13 ottobre 1921 e durante i cinque
Aquileia: Interno della Basilica, la copertura della
navata e dei bracci del transetto sono di tipo carenato tardogotico.
giorni della loro esposizione nella
chiesa di Santa Maria del Castello,
è imponente e commossa, come
testimoniano la stampa dell’epoca
e le foto Brisighelli, conservate
nell’Archivio dei Musei Civici.
Fu proprio a Udine che si
constatò quanto tale iniziativa
fosse favorevolmente recepita dalla
popolazione, che intervenne in massa
a quel rito collettivo, con fortissimi
sentimenti d’identificazione con le
salme di soldati Caduti.
Il 18 ottobre le sette salme
sono trasportate a Gorizia, la
“città martire”, nella chiesa di
Sant’Ignazio, ancora mutilata e
segnata dalle ferite della guerra.
Nei giorni seguenti altre quattro
salme sono rinvenute nella zona
del fronte: il Monte Rombon, il San
Michele, Castagnevizza del Carso
(il limite massimo dell’avanzata
italiana), e le foci del Timavo.
Il 27 ottobre le undici salme
raggiungono Aquileia. Intanto a
Trieste era stata allestita la carrozzaferetro, che avrebbe trasportato “la
Sacra Reliquia da Aqiuleia a Roma”,
come cita la didascalia della prima
scena del documento “Gloria:
apoteosi del soldato ignoto”,
restaurato a cura della Cineteca del
Friuli. Segue la scena del convoglio
ferroviario che parte dalla stazione
di Trieste. È la mattina del 28
ottobre 1921: i cineoperatori sono
all’opera, riprendono la Basilica e
le sue secolari adiacenze, e le vie
imbandierate e decorate con festoni,
ghirlande, archi trionfali rivestiti
di fronde d’alloro; sfilano autorità
militari e civili, ex combattenti,
madri, vedove e orfani di guerra. La
macchina da presa inquadra Luigi
Macchi, Sottosegretario alla Guerra,
ANNO
ANNO XXXVIII
XXXVIII -- N.2
N.2 GIUGNO
GIUGNO 2010
2010
e l’On. Cesare Maria De Vecchi
relatore alla Camera dei Deputati
della legge sul Milite Ignoto. Nella
scena successiva, gli operatori
riprendono Emanuele Filiberto Duca
d’Aosta comandante della Terza
Armata, che si appresta a lasciare
Grado per raggiungere via mare il
luogo della grande cerimonia.
Particolarmente emozionanti le
immagini filmate dell’interno della
Basilica, dove, in un’atmosfera mitica
e solenne, che la pellicola riesce a
rendere austera, si sta celebrando la
sacralizzazione del sacrificio, il lutto
collettivo di una nazione. Il filmato
della cerimonia all’interno della
Basilica aquileiese rendono partecipi
all’evento milioni d’italiani, che
condividono, così, gli stati d’animo,
l’intensa emozione, il senso religioso,
culminanti nella scena della “Madre
Triestina che scelse, additandolo,
il Milite Ignoto destinato all’Altare
della Patria”. È Maria Bergamas,
che, ripresa in primo piano, di
spalle, si prostra davanti al feretro,
mentre le campane cominciano a
Maria Bergomas “la madre triestina che scelse
la Salma dell’undicesimo Milite Ignoto destinato
all’Altare della Patria”.
Monumento al Milite Ignoto tumulato all’Altare
della Patria (Roma).
l’omaggio del popolo e della
popolazione dalle 10,10 alle ore
11,00, poi prosegue verso Codroipo,
il Ponte sul Tagliamento, Cusano,
si ferma quindi alla stazione di
Pordenone, gremitissima.
Dopo, Sacile e Conegliano arriva
al Ponte della Priula, dalle carrozze
vengono lanciati fiori nelle acque del
Piave. Durante la sosta a Venezia,
una corona d’alloro è calata in mare
affinchè con questa semplice e rituale
cerimonia siano ricordati i marinai
morti in guerra. Il treno prosegue
verso Mestre, Padova, Montegrotto,
Monselice, Pontelagoscuro, Ferrara,
Bologna, l’Appennino, Firenze,
Arezzo, Orvieto.
È l’Italia che diventa teatro di
una grandiosa celebrazione, un rito
corale di cordoglio per i suoi Caduti
che
coinvolge
indistintamente
tutti. La notte del quarto giorno
di viaggio, il convoglio sosta a
Portonaccio alla periferia nord di
Roma. I cineoperatori, il giorno
dopo, fanno una panoramica della
Capitale dall’alto dei colli romani,
nella quale appare una didascalia
con dei versi di D’Annunzio che dice
: “La Madre chiama: in te comincia
il pianto, nel profondo di te comincia
il canto, l’inno comincia dagli
Bara del Milite Ignoto.
imperituri”. Con questi versi il poeta
intende sottolineare il concetto di
Patria-Madre-Roma. E il significato
di queste parole si può tradurre in
questo concetto: “Il figlio che con
il suo eroico sacrificio ha liberato e
redento l’antica Aquileia e le terre
che ad essa facevano capo, ora
ritorna glorioso alla Madre Roma.
Il 2 novembre 1921, ricorrenza dei
morti, il convoglio funebre entra
alla Stazione Termini, accolto dal Re
Vittorio Emanuele III e dalle più alte
cariche Militari e Civili dello Stato
italiano. La grandiosità della Roma
imperiale, l’aspetto coreografico,
il timbro ufficiale delle cerimonie,
aggiungono ancor più significato
alla Salma del Milite Ignoto, che a
Santa Maria degli Angeli, sede della
Diocesi Militare in piazza Esedra,
riceve la benedizione dell’Ordinario
Militare per l’Italia e Vescovo di
Trieste mons. Angelo Bortolomasi.
Alla cerimonia romana era presente
anche padre Giovanni Semeria
Cappellano Militare di Cadorna,
celebre predicatore, molto conosciuto
fra i soldati della grande guerra.
Questa la scarna cronistoria della
cerimonia di tumulazione della
Salma del Milite Ignoto all’Altare
della Patria, fino a quel momento,
senza tema di smentita, la più grande
manifestazione patriottica dello
Stato italiano, nella quale gli italiani
si sono scoperti popolo.
Storia - Arte - Cultura
Aquileia: Cimitero degli Eroi, tomba di Maria Bergomans e luogo di sepoltura dei 10 Soldati Ignoti.
battere rintocchi grevi e profondi
e i cannoni sparano a salve “in un
duetto come di morte e di gloria”.
La mattina del 29 ottobre, “L’Eletto
lascia i suoi compagni di Gloria”. Il
convoglio funebre parte lentamente
dalla stazione di Aquileia e si dirige
“sulla via del Friuli”, seguito dalle
automobili sulle strade polverose e
sorvolato da velivoli dell’Aviazione
Militare. Il documentario della Santa
Messa e della partenza del feretro da
Aquileia, è trasmesso anche all’estero
destando ovunque commozione e
partecipazione fra gli italiani che
risiedono oltre confine.
Il convoglio sosta a Udine per
Trasporto della Salma del Milite Ignoto a (Roma).
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.. come muli
Storia - Arte - Cultura
di Virginio Zonta
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Continua
Dal 20 al 24 gennaio si svolge la prima Battaglia del Tembien, che vede
la sconfitta di Ras Cassa e Ras Sejun,
alla quale il reparto del nostro Fante
non partecipa.
5 febbraio. Sono quindici giorni
che siamo fermi in questa località:
molte ricognizioni della mia compagnia nella valle del Calminò, alla
confluenza del torrente Gabat; poche
resistenze e molti arredi di Chiese
Copte raccolti, e interessanti fotografie. Tutti i giorni, al tramonto,
assistiamo a spettacolari bombardamenti ed attacchi aerei sull’Amba
Aradan. Grossi trimotori rovesciano
in pochi minuti tonnellate di bombe,
parecchie delle quali a gas: ottimo
alle loro care dum – dum! Saettanti
caccia compiono nel cielo acrobatiche evoluzioni, mitragliando il nemico a volo radente, come fossero
in una delle tante giornate dell’Ala
in Italia.
11 febbraio. Nebit. Siamo partiti
di notte per non far sapere al nemico
il nostro spostamento. Ci siamo portati molto a sinistra, ciò per prendere
posizione nella nuova grande avanzata.
12 febbraio. Oggi abbiamo ripreso
l’avanzata. Noi siamo ultimi essendo di riserva. Attraversammo la valle
del Calaminò, assistendo a spettacolari bombardamenti di artiglierie ed
Aviazione. Verso le 14 noi eravamo
fermi sulle prime pendici oltre il Calaminò, mentre tutti i reparti avanzanti avevano conquistato gli obiettivi della giornata. Uno dei numerosi
apparecchi che bombardavano alla
nostra sinistra, per un fatale errore di
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bersaglio, lasciò cadere quattro bombe a cento metri da noi. Prese in pieno
una sezione di Sanità; fu un macello
che ci riempì tutti d’orrore. Appena
dissipato il fumo, muli e uomini giacevano in un tragico groviglio; urla
strazianti in mezzo a cadaveri e a
muli ridotti a pezzi. Però molto pronta ed energica l’opera di soccorso. Vi
furono 17 morti e 70 feriti per lo più
gravi. La sera un maledetto Abissino,
nascosto in un’anfrattuosità rocciosa, continuò a sparare con un mauser.
Tirava bene quell’animale, era a più
di trenta metri, pure una sua pallottola si piantò a 20 centimetri dal posto
dov’ero seduto. Lo presero durante
la notte mettendolo a posto a furia di
pugni.
14 febbraio. E’meraviglioso come
procede la costruzione della strada.
In cinque ore una ripida carovaniera
con il lavoro di tutti si trasformò in
una comoda strada. A mezzogiorno
già cominciavano a risalire gli automezzi per i rifornimenti e le grosse
artiglierie che prendevano posizione
sull’Altopiano conquistato.
Dal 10 al 15 febbraio ebbe luogo
la Battaglia dell’Eudertà, che vide
la sconfitta del Ras Malughetà alla
quale, par di capire, prese parte anche la Divisione di Virginio Zonta.
Dal 27 febbraio all’1 marzo, si
combattè la seconda Battaglia del
Tembien, che vide la definitiva disfatta dei due Ras Cassa e Sejum.
15 febbraio. Questa volta abbiamo
avuto la nostra prima azione di guerra. Abbiamo percorso una splendida
pianura irrigata da fiumi e molto ben
coltivata. Alle prime colline abbiamo
sentito fischiare le prime pallottole
nemiche, rade da principio e poi sempre più fitte. Tutto andò bene finchè
il nemico si ostinava a tener testa al
centro dove erano già impegnate tutte le Compagnie. Ma poi piegò tutto
sulla destra, così noi, che eravamo a
protezione del fianco destro dell’intera Divisione, abbiamo dovuto impegnarci a fondo. Sotto l’infuriare
del fuoco nemico dovemmo prendere posizione e contrattaccare. Furono istanti palpitanti e terribili. Le
pallottole arrivavano come grandine,
facendo sollevare intorno piccoli
spruzzi di terra, schiacciandoci sulle
pietre o fischiandoci nelle orecchie
con un sibilo che ci faceva venire
la pelle d’oca! Ho avuto paura, specie all’inizio; aspettavo sempre che
qualcuna mi colpisse, dato che non
avevamo alcun riparo, solo mi auguravo di pigliarla in fronte per farla
subito finita. Poi mi sono, direi, quasi
abituiato. Nella mia qualità di porta
ordini, dovetti portare due ordini al
Comandante di Compagnia. Vincendo l’istintiva paura, attraversai quattro volte la zona che più era battuta,
rischiando la pelle ad ogni passo, pur
senza nessun inconveniente. Pensavo
che se era destino qualcuna la pigliavo anche stando fermo, e ciò è giusto
anche da diversi fatti che potei costatare. A rimediare la nostra critica situazione, ci pensarono gli aeroplani
e le bombarde che con colpi ben aggiustati misero a silenzio il nemico.
Se non era per loro, data la nostra critica situazione, ci scommetto che più
della metà di noi, se ne sarebbero andati al Creatore. Invece in cinque ore
di fuoco violento, nemmeno il più
piccolo ferito abbiamo avuto. Credo
che più che altro lo si debba ad un
fortunato caso. Diversi feriti nelle altre Compagnie del Reggimento. Alla
sera fortino e diversi allarmi notturni,
però senza importanza; erano piccoli
gruppi nemici che con facilità venivano falciati dal tiro micidiale delle
nostre mitragliatrici.
16 febbraio. Oggi è stato preso dalla
prima Compagnia il Capo dell’Amba
Aradam; lo presero mentre effettuavano una ricognizione. Era vestito
da contadino, però fecero presto al
comando, per mezzo dell’interprete
a riconoscerlo per il Firittintari Tesemè.
17 febbraio. Questa mattina la
Divisione Camicie Nere 23 Marzo,
dopo essere stata in questi ultimi
combattimenti sempre dietro alla nostra riserva, ha fieramente piantato
la Bandiera sull’Amba Aradam. Noi
combattiamo e loro raccolgono la
gloria! Molto malcontento provocò
nei nostri reparti questa notizia.
Queste vicende si addicono molto
ad un regime che, se non fosse per la
repressione e per le leggi razziali, si
potrebbe definire da operetta. Tutto,
infatti, era fatto in funzione dell’immagine dei capi, che si combattevano
fra loro per salire i gradini del potere, e poco importava se così facendo
scontentavano il popolo.
La Divisione “Sila”; nella Battaglia
dell’Amba Aradam (12 – 15 febbraio
1936, anno XIV° e. f.). L’indomita
Divisione Sila si è coperta di Gloria nella presa dell’Amba Aradam
(la roccaforte di Ras Mulughietà).
ANNO XXXVIII - N.2 GIUGNO 2010
La roccaforte è caduta dopo un’abile azione di doppio attanagliamento per entrambe le ali svoltasi nelle due giornate 12-15, azione
nella quale alla nostra Divisione è affidato il compito arduo di fianco mobile ed esterno, dopo aver dato nella
prima giornata la sensazione al nemico di un attacco frontale. La manovra
è riuscita per la scelta del tempo con
il quale si è svolta. Nella prima giornata la Divisione ha avanzato su tre
colonne, dando precedenza di tempo
alla destra sul centro e la sinistra. In
tal modo il movimento della prima
colonna sul terreno scoperto, si effettuava col favore dell’ultima ora
della notte, mentre alle prime luci
dell’alba era già defilata al nemico
dallo stesso costone (una lunga lama
di coltello a cavallo di due valloni)
che doveva totalmente occupare, e
ne raggiungeva la sommità estrema.
L’avversario, intanto, veniva attratto
dal movimento della colonna centrale
composta dal Battaglione Mitraglieri
del Comando di Divisione e dalla riserva, che marciavano sul fondo del
canalone, e gli si precipitava contro.
I costoni che coronavano il canalone
venivano intanto occupati dalle due
colonne esterne. Il nemico accortosene tentò di risalire sui fianchi per
fronteggiare i lati. La lotta divampò,
ma ormai le nostre artiglierie avevano preso posizione ed il contrattacco
nemico s’infranse contro una cortina
di ferro e fuoco. Virtualmente questa
fase della Battaglia era vinta. I contrattacchi si ripeterono sui fianchi e
sul fronte fino a notte alta, ma furono
tutti respinti. Pioveva violentemente
quando il triplice suono del corno
abissino, chiamando a raccolta le
sparse e decimate truppe, segnò la
rinuncia da parte del nemico delle
posizioni da noi conquistate. Le poche ore che precedettero l’alba trascorsero tranquille. All’alba del 15,
la Divisione Camice Nere 23 Marzo,
dopo essersi attestata sul costone di
Donzà in due colonne, favorita dalla
nebbia, percorreva la piana di Zalcolà ed iniziava la scalata delle pendici
occidentali dell’Amba, per poi chiudere la tenaglia sul retro. La lotta fu
terribile. Il terreno ci fu contrastato
passo a passo. Il Comando di Divisione, ebbe anche lui i suoi morti e i
suoi feriti. Ma i nostri soldati seppe-
ro compiere miracoli d’eroismo. Un
artigliere assumeva la condotta del
pezzo, dopo aver visto cadere morti
il Capo Pezzo e i serventi sparando
ad alzo zero. Inceppatosi il bozzolo
usciva dagli scudi di protezione e,
fra l’infuriare della mitraglia nemica,
con la gravina, dall’esterno, liberava
il pezzo e riprendeva a far fuoco contro il nemico che avanzava in massa.
Non più il triplice suono del corno abissino, ma la disordinata fuga
di una massa disorientata, segnò la
vittoria nostra e, con essa, il crollo
dell’Amba Aradan. In queste condizioni fu facile cosa per la 23 Marzo,
scalare frontalmente l’Amba. Nel
combattimento la Divisione Sila perse 300 uomini tra morti e feriti; l’avversario lasciò sul terreno centinaia
di morti, ingenti quantità di materiali
e molti prigionieri
Gen. Francesco Bertini
Virginio Zonta ha voluto riportare quanto scritto dal suo Generale
comandante, per dare una visione
d’insieme a quei due giorni di lotta
cruenta che lo videro protagonista
assieme ai suoi commilitoni.
Merito ai Fanti della Zona 2
D
opo un lungo inverno nevoso e rigido e una primavera
molto piovosa, finalmente
l'ultimo sabato di maggio i Fanti
della Zona 2 sono tornati nel loro
habitat naturale: il MONTE GRAPPA.
E così " armati" di badile, piccone, cariola e di tanto entusiasmo
hanno iniziato i lavori di recupero
di un nuovo sito con la pulizia di
camminamenti, sgombero gallerie
e ripristino di ricoveri e postazioni
di mitragliatrice della 91 Brigata di
Fanteria Basilicata, che in quella
zona era dislocata e che da lì partiva per la prima linea per i combattimenti sul Monfenera - Monte Asolone - Monte Oro - Col Moschin,
Monte Tomba.
Con i combattimenti sul Monte
Tomba e Monfenera la brigata Basilicata si guadagno 2 medaglie d'argento al valor militare.
È propio bello vedere questi Fanti della Zona 2 che al sabato si ritrovano a "Casara Andreon", sede
dell'Associazione Musei all'aperto,
per le consuete sei ore di faticoso
lavoro, dedicato alla memoria delle
migliaia di giovani Fanti che lì, tra
innumerevoli e immani sofferenze,
interruppero brutalmente la loro
breve esistenza , in maniera tale che
esse possano rappresentare una testimonianza e un monito per le nuove generazioni.
Storia - Arte - Cultura
Mario Gatto
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ANNO XXXVIII - N.2 GIUGNO 2010
... Addio alle Armi
F.A.L. Fucile automatico leggero BERETTA B.M. 59
A
gli inizi degli anni 60 la BERETTA, utilizzando la meccanica dell’ormai collaudato
“GARAND” modificata solo nei
punti strettamente necessari, ottenendo anche un notevole risparmio
di costo potendo usufruire degli stessi macchinari sulle linee di montaggio, vinse il concorso di appalto per
la fornitura all’Esercito Italiano di un
nuovo fucile d’assalto.
Il F.A.L. B.M. 59 risolse brillantemente un problema molto serio, poiché un Esercito moderno necessitava
ormai di un’arma individuale capace
di tiro a raffica, con una discreta riserva di fuoco.
Oltre alle considerazioni economiche, e anche pratiche, vista la intercambiabilità in certa misura delle
componenti tra le 2 armi, bisogna riconoscere che l’arma è ottima, robusta e affidabile superiore sicuramente
ad altre armi similari dell’epoca.
Il fucile, camerato per la cartuccia
standard NATO 7,62x51, è alimentato attraverso un serbatoio amovibile
bifilare di 20 colpi, funziona a recu-
pero di gas, ed è dotato di un freno di
bocca-tromboncino lancia granate,
ottimamente studiato il quale riesce
a mitigare notevolmente il comportamento allo sparo, consentendo un
controllato tiro a raffica.
Il complesso di presa del gas è
strutturato in modo da avere una leva
superiore sagomata in maniera da
servire come traguardo per il lancio
della granata, e una volta sollevata
esclude la ripetizione semiautomatica, consentendo di sfruttare tutta la
carica per la propulsione della granata stessa.
Le versioni adottate furono 3, il
B.M. 59 Ital. di base, il B.M. 59 ItalAlpini con calciolo pieghevole per la
dotazione alle truppe alpine e il B.M.
59 Ital-Para anch’esso con il calciolo
pieghevole e il tromboncino asportabile, ad uso esclusivo dei Paracadutisti. Per caricare e sparare bisogna mettere l’arma in sicura situata
davanti al paragrilletto, spingendola
all’indietro. Si inserisce nel bocchettone un caricatore ovviamente pieno
e lo si spinge verso l’alto finchè scat-
Everardo Sperotto
ta il relativo fermo.
Arretrare l’asta di armamento e lasciarla andare, consentendo alla molla di recupero di riportare in chiusura
l’otturatore prelevando dal serbatoio
la prima cartuccia e portarla in canna. Porre il selettore situato nella
parte anteriore sinistra della scatola
di culatta sulla “A” per il tiro a raffica, o sulla “S” per il tiro singolo
semiautomatico.
Togliere la sicura e, dopo aver appoggiato l’arma se necessario sul
bipede, premere il grilletto. Interessante è la possibilità di utilizzare
l’arma in contesto invernale da parte
di un tiratore che indossi anche grossi guanti, grazie alla presenza di un
secondo grilletto allungato, ripiegato
sotto la scatola di culatta.
Il lungo utilizzo nel tempo di questo
fucile, sostituito solo in questi ultimi
anni da armi di ultima generazione,
conferma tutti i pregi descritti; fa eccezione il peso 5,600 kg. con caricatore pieno inserito; un pò troppo per
un fucile d’assalto.
Storia - Arte - Cultura
Il Fal Bm 59 standard, o Mark Ital.
20
Il Fal in versione Ta, o Truppe Alpine, con calcio pieghevole e impugnatura separata in plastica.
Il Fal in versione Truppe paracadutiste ha la canna leggermente più
corta rispetto al Ta, calcio pieghevole e tromboncino scomponibile a
baionetta.
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ANNO XXXVIII - N.2 GIUGNO 2010
Georg Eineder
Il suo amore per l'Altopiano di
Asiago l'aveva ereditato dal padre,
comandante dell'11a Compagnia del
3° Battaglione del 17° Reggimento
di fanteria "Kronprinz" combattente in zona Monte Chiesa – Ortigara
(contro i nostri reparti alpini) nella
Grande Guerra. Anche Georg parteciperà alla seconda guerra mondiale
quale ufficiale delle trasmissioni e si
farà la campagna di Russia.
Dopo gli anni dedicati al lavoro,
alla famiglia, una volta raggiunta
l'età "pensionabile", Georg passa
parte del suo tempo in quel di Borgo
Valsugana, dove risiedeva il nonno
materno – conte Antonio Ceschi di
Santa Croce, di casato nobile accreditato alla Corte Imperiale di Francesco Giuseppe. Da qui si dedica anima, cuore, intelletto ad un paziente
lavoro di ricucitura dei rapporti fra
italiani ed austriaci; collabora con la
Croce Nera d'Austria e con Onorcaduti di Roma alla cura dei vari Cimiteri militari austriaci sparsi in Italia,
collabora con l'Associazione Musei
all'aperto del Grappa nel recupero
di siti storici, vero operatore di pace.
Ben ha fatto il Console Generale
d'Austria, dott.ssa Maria Kunz, a
conferirgli la medaglia d'oro al merito della Repubblica d'Austria proprio
in Municipio a Borgo.
Anche dal suo impegno molte sono
le iniziative nate, portate avanti e la
gran parte portate a termine: La chiesetta del M. Forno, la sistemazione
dei cimiteri mil. austroungarici del
Mosciagh e di Val Galmarara, ancora il recupero del cimiterino au. di
Passo di Val Caldiera; infine ha visto
realizzarsi il suo sogno (me ne parlava 20 anni fa tanto che effettuammo
anche un sopralluogo): la ricostruzione della Chiesetta di Santa Zita al
Passo Vezzena. Commovente la sua
presenza alla cerimonia di inaugurazione nel 2008: ha voluto esserci, pur
in carrozzina e con l'ausilio dell'ossigeno, assistito dalla figlia.
Molti fanti vicentini, e non solo, lo
ricorderanno sempre presente (fino
al 2007) all'annuale Pellegrinaggio
dei Fanti in Val Magnaboschi la terza
domenica di giugno; qui lui si sentiva di casa, godeva della presenza di
tanti amici, in primis dell'indimenticabile Presidente Marcello Mantovani. In un suo breve intervento di
saluto ebbe a dire, lui austriaco, "Val
Magnaboschi sei la mia Patria", tanto sentiva vicino e pulsante lo spirito fraterno dei partecipanti di varie
nazionalità, nato dal sacrificio dei
Caduti dei due eserciti qui un tempo
sepolti e rivolto all'armonia dei Paesi
d'Europa.
L'Altopiano di Asiago perde con lui
un pezzo di storia di questi ultimi 20
anni e sente doveroso ringraziarlo
per quanto ha saputo trasmettere alla
nostra comunità.
Grazie Giorgio,
ti ricorderemo sempre
in Val Magnaboschi.
Amici indimenticabili
U
n profondo senso di mestizia
ha destato sull'Altopiano di
Asiago e nel vicentino la notizia della scomparsa, qualche giorno
fa in Vienna, di Georg Eineder nato
a Merano nel 1923; fra un mese
avrebbe compiuto gli 87 anni.
Molti sono gli altopianesi ed i vicentini che sono venuti in contatto con
questa distinta e nobilissima figura
di "austriaco" spesso visto alle nostre
cerimonie commemorative in uniforme storica dei Kaiserschützen.
Dall'Ortigara al Cimone, dal Grappa
al Col Moschin, molte volte presente,
ma era sull'Altopiano di Asiago che
Georg curava maggiormente le sue
ricerche storiche e si spendeva nel
recupero di alcuni siti "austroungarici" e nella conservazione della memoria dei tanti Caduti imperiali qui
sepolti.
Gianni Belò
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ANNO XXXVIII - N.2 GIUGNO 2010
Ricordando Adele
Il Presidente Lino Penzo
A
dele Lucato Guarda, fedele
Patronessa e grande amica dei
Fanti ci ha lasciati per raggiungere l’amato Guido nell’altra parte della
vita. Lei, sempre così presente nei fatti
della vita sociale, sapeva coinvolgere
con la sua attenzione e premura. Per
questo ci manca così tanto e ci sentiamo
tutti un po’ più soli. Noi, Fanti di Montorso, la vogliamo ricordare per la sua
libertà di pensare positivo, rivolta alle
persone meno fortunate e, a questo proposito, alla creazione e grande dedizione al premio della bontà “Una vita per
te”.Quel premio che negli anni ha contribuito a farci crescere, donando amore
e speranza alle persone più sole.
Grazie Adele, amica carissima. Ora
che ci hai passato per sempre il testimone ne faremo tesoro, come hai saputo
sempre fare tu, brava guida che non dimenticheremo mai.
Ora dormi, i tuoi Fanti e Patronesse ti
vegliano.
Giuseppe Aver
Ricordo di un Fante... Fante
È
mancato il 28 aprile dell’anno in corso il Fante Giuseppe
Aver, uno degli artefici nel
1991, della ricostruzione della Sezione del Fante di Sarcedo.
Insignito al Congresso Provinciale del 2008 della Medaglia d’Oro
“Dell’Ordine per il Riconoscimento
del Merito Associativo”, per l’impe-
Domenico Todeschini
gno costante e prolungato nel tempo, e
per l’attaccamento all’Associazione.
Come dirigente ha dato un contributo
determinante alla vita della Sezione,
sempre presente alle manifestazioni
patriottiche e alle iniziative dei Fanti in paese. Ha trasmesso agli altri il
suo spirito positivo, il suo entusiasmo
esplosivo e il suo sano cameratismo.
Fanti zona 2
Francesco Zanini
Amici indimenticabili
G
22
iovedì 11 febbraio, presso
l’oratorio don Bosco di Rosà, si
è svolta una riunione dei Presidenti delle Sezioni della Zona 2. Io ero
presente come Segretario della Zona,
e personalmente sono convinto che le
sezioni del bassanese lavorino bene e
siano molto unite, anche per merito
del cav. Maurizio Chemello, che ha
l’incarico di coordinarle. Uomo semplice e di poche parole il Capo Gruppo
Chemello, ma precise e ben ordinate,
paziente e capace di dare consigli, rispettoso delle direttive provinciali, lavoratore instancabile: un vero Fante,
come tutti i Fanti dovrebbero essere.
Dico questo perché, essendo io nuovo
dell’ambiente, mi ha stupito la facilità
con la quale ha condotto l’assemblea,
e il modo con il quale ha trattato gli
argomenti posti all’ordine del giorno.
Fra le tante cose in programma, il punto più importante all’ordine del giorno,
era la programmazione dell’attività del
Fanti
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2010, in Casara Andreon sul Monte
Grappa a Campo Solagna.
Il lavoro svolto nel 2009 è stato veramente tanto, e siamo pienamente rispettosi del calendario dei lavori, programmato fino al 2018. Dice Chemello: “abbiamo fatto sensibili progressi
per merito dei 123 Fanti che si sono
succeduti nei turni settimanali suddivisi in gruppi di lavoro giornalieri, hanno sudato le fatidiche sette camicie,
soprattutto pensando alla precarietà
della zona di lavoro. Prego i Presidenti
di Sezione di ringraziare sentitamente,
quanti dei loro uomini hanno saputo
sacrificare il loro tempo libero per questo lavoro di volontariato, e informateli che appena possibile, con la stessa
lena, con la stessa capacità e armonia,
rincominceremo il nostro impegno.
ANNO XXXVIII - N.2 GIUGNO 2010
Cesuna restaura la sede della Sezione
Il Consiglio Sezionale
L
diatamente sucessivi il restauro la
sede ha visto i soci e il Direttivo in
riunione per discutere sugli eventi da
porre in essere a breve scadenza.
Tra questi, oltre all'imminente Raduno Nazionale di Udine in programma
per sabato 22 e domenica 23 maggio,
la sezione "Altopiano 7 comuni" con
Marostica
festa della Sezione
F
esta della Sezione 21.02.2010
La visita fatta dal presidente
provinciale Cav. Gomitolo e
dal vice segretario nazionale Cav.
Cecchin alla nostra sezione di Marostica in data 18 dicembre 2009, oltre ad averci molto onorati, è stata di
grande aiuto per la ricarica che hanno saputo infondere nei nostri soci.
Infatti già nei primissimi giorni di
gennaio abbiamo visto il nostro vice
presidente sezionale Ugo Betto, che
scherzosamente io lo chiamo bacheca
volante per il grande lavoro di passa
parola che attua, passare di casa in
casa dei soci per il rinnovo del tesseramento e passare a tappeto tutte
le attività commerciali del paese per
la raccolta premi per la lotteria da estrarre durante il pranzo sociale.
Nella soleggiata domenica 21 feb-
la Federazione Provinciale dei Fanti
di Vicenza e il comune di Roana
oranizzeranno il 20 giugno il Pellegrinaggio Interregionale a Cesuna
in Val Magnaboschi, evento al quale
hanno già confermato adesione le
rappresentanze di 5 omonime Associazioni straniere.
per il vostro Soggiorno
Estivo - Invernale
Zanini Francesco
braio u.s. i Fanti di Marostica hanno
rinnovato la loro annuale festa alla
quale hanno partecipato con bandiera tutte e sette le sezioni del mandamento nr. 2, il Vice Presidente
provinciale, un folto gruppo di Fanti,
autorità civili, militari, religiose e
tanti simpatizzanti.
Non sono mancati momenti degni
di menzione: durante la S. Messa,
all’offertorio, tutti i presenti hanno potuto seguire la sonata di sola
tromba “Resta con noi Signore” eseguita nella versione gregoriana dal
nostro concittadino e amico, alpino
GianLuigi Costa, un personaggio
che attraverso la tromba sa infondere
partecipazione, gioia e commozione
come sottolineato anche dal parroco
quando al momento della Comunione Costa ha suonato in modo im-
Cucina Casalinga
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Grigliate Miste
dalle Sezioni
a sede dei Fanti altopianese in
via Gen. Achille Papa a Cesuna (Roana) è stata oggetto
nei mesi scorsi di un significativo
restauro. I locali dell'Associazione
necessitavano da tempo di un serio
intervento tanto nell'arredamento
quanto nell'estetica. Dopo i nuovi
lavori gli interni pertanto si presentano in una veste più curata e adatta ad
accogliere le assemblee a cui spesso
partecipano Autorità e rappresentanti d'Arma locali e straniere. "Un
lavoro che ha coinvolto tutto il nostro gruppo " commenta compiaciuto
il Presidente Marco Ambrosini" ai
tanti volontari che hanno prestato la
propria opera vada il plauso di tutto
il Direttivo.
Un particolare ringraziamento lo
dobbiamo al Fante Emiliano Rigoni
che ha offerto di propria iniziativa 25
sedie , ai fratelli Tessari che hanno
installato un nuovo e moderno televisore e, non ultimi, al Fante Benetti
Antonio e ai fratelli Pesavento Pasch
decoratori edili". Nei giorni imme-
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Fanti 23
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ANNO XXXVIII - N.2 GIUGNO 2010
peccabile il Sacris Solennis.
Anche se tradizionalmente obbligatorio risultano sempre commoventi
le cerimonie patriottiche dell’alza
bandiera e la deposizione della corona d’alloro al monumento dei Fanti,
sotto i comandi dalla voce squillante
e di petto dell’amico Zonta Eliodoro,
presidente della Sezione di Cassola.
Un altro bel momento da ricordare
è stato quando durante il pranzo
sociale il presidente Rino Dal Prà
ha consegnato la tessera di neo socio al Fante Gianni Scettro, sindaco
di Marostica, il quale prendendo la
parola e dopo i ringraziamenti e rallegramenti per l’adesione ha aggiunto al programma di impegni presi
per l’anno 2010 dal locale Direttivo,
come risultano dalla relazione del
presidente messa agli atti, anche
quello di voler dai Fanti di Marostica
e con parziale sostegno comunale
la costruzione entro fine anno di un
magari semplice ma significativo
cippo a memoria dei Martiri delle
Foibe, da posizionare nella locale
omonima via. Un grande applauso
augurante buon esercizio d’anno, un
Sezione di Orgiano
Orgiano, 24 maggio 2010
dalle Sezioni
M
24
entre stiamo subendo il fascino della primavera, a
causa avvenimenti tutti fanno festa, almeno dalle nostre parti.
Sarà una semplice questione sociale, ma in occasione del 30° Raduno
Nazionale dei Fanti d'Italia è come
se fosse obbligatorio per tutti es­sere
fieri, lieti e di buon umore.
Perché è festa? Che vuol dire incontro nazionale dei Fanti?
Certo si può far festa senza porsi
tante domande....ed allora la cerimonia finisce sempre troppo presto.
Molta gente può avere più di un motivo per essere stata gioiosa anche il
giorno 23 maggio 2010 nella cit­tà di
Udine che ha accolto con tripudio
l'immensa sfilata dei Fanti.
E come succede per molti altri,
questi fatti non hanno rilevanza e
commento da parte delle pubbliche
informazioni, mass-media ed osservatori degli avvenimenti quotidiani.
Per quanto si comunichi sarà sempre una flebile voce e una plausibile
spiegazione mai la si troverà!
Per l'Arma " REGINA DELLE BATTAGLIE " ricorre il 90° anniversario di fondazione (1920/2010) ed il
Fanti
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Dino Pedrina
nome "FANTE" è ancora oggi indelebile nei cuori degli Italiani.
Il Raduno nazionale è quel particolare incontro nel Quale si ritro­vano
i vecchi commilitoni, si rinnovano i
sentimenti di fratellanza e di amicizia
e si celebra con legittimo orgoglio la
propria storia ricca di avvenimenti
gloriosi e di valori nazionali.
" PER SE FULGET " la definizione
è espressa con tré parole latine per
proficuo lavoro e tanta serenità a tutta la direzione provinciale e a tutte le
Sezioni dei Fanti vicentini ha chiuso
questa bellissima giornata.
dire che il Soldato-Fante brilla di
luce propria.
Una luce che gli era stata data dal
suo valore a volte chiamato ad esprimersi in situazioni di tutta tragicità.
Attualmente i Fanti sono presenti in
tutti i luoghi operativi dai Balcani al
Medio Oriente per garantire libertà
e democrazia e ricordano i loro Eroi
caduti nelle missioni di pace. Si trasmettono di generazione in generazione il prezioso patrimonio dell'amore
alla Patria, l’eroismo, l'abnegazione
e la silenziosa professionalità nelle
alterne vicende italiane.
Ci congediamo da " MAMMA
ANNO XXXVIII - N.2 GIUGNO 2010
FANTERIA ", il grande albero dalle verdi fronde, adornata dai rami di
tutte le specialità sussidiarie degli
uomi­ni di terra.
Qualche ramo, però, si erge esube-
rante quasi a carpire in solitudine i
raggi del sole, adombrando i cespugli fratelli che crescono a pie del ceppo materno.
... Ti offriamo, Signore, la nostra pre-
Pojana Maggiore
Festa della Sezione e...
L
Mario Andreolli
a Sezione del Fante di Pojana
Maggiore ha organizzato la
sua festa annuale, com’è ormai
tradizione in gennaio. Come sempre
succede la Santa Messa in suffragio
dei Caduti e dei Fanti che ci hanno
preceduto, ha dato l’inizio ai festeggiamenti, con l’altare contornato dalle
Bandire Tricolori presenti, che si sono
inchinate con rispetto all’Altissimo
durante la Consacrazione. Dopo la
Comunione, la commovente Preghiera del Fante letta dal Presidente della
Sezione, ha emozionato tutti i presenti
per le nobili parole ed i forti concetti
dai quali è composta.
Tutti i presenti, inquadrati in un composto corteo, si sono recati al Piazzale
del Fante per l’Alzabandiera, l’ono-
re ai Caduti e la deposizione di una
Corona d’Alloro al Cippo dei Fanti.
Hanno presenziato alla cerimonia il
Presidente della Federazione provinciale Attilio Gomitolo con la moglie, il
Segretario Naz. Amministrativo Bruno Conte, il Capo Gruppo della Zona
5 Mario De Mori, il Sindaco Gabriele
Cavion e il Parroco don Adriano Tessarollo. Erano presenti tutte le Sezioni
della Zona con i loro Presidenti ed Alfieri; era presente anche una Bandiera
di Combattenti e Reduci del Comune
di Roveredo di Guà, portata dal Fante
Romeo Cariolato.
Il solito pranzo sociale organizzato al centro parrocchiale di Alonte,
ha visto una buona partecipazione
dei soci e dei simpatizzanti, Tra una
ghiera; posala sul sonno dei nostri
CADUTI : sa di nostalgia, è amorevole, dolce leggera come un pugno
di terra natia. Nei ricordi della vita,
un sogno ed una bandiera...
portata e l’altra, ha preso la parola
Mario Andreolli Presidente della Sezione, che ha illustrato le attività della Sezione stessa per l’anno in corso,
raccomandando a tutti di parteciparvi
con convinzione. Il Presidente provinciale, dopo i saluti di rito, ha presentato il Raduno Nazionale di Udine raccomandando calorosamente la
partecipazione che deve essere la più
massiccia possibile. Anche il Capo
Gruppo della Zona ha caldamente
raccomandato ai Presidenti delle varie
Sezioni di portare il maggior numero
possibile di Fanti al Raduno Nazionale del 22 – 23 maggio ad Udine, ma
anche a Val Magnaboschi il 20 giugno
e a Tonezza del Cimone il 18 luglio.
Infine il Sindaco; che ha ringraziato per la costanza che la Sezione ha
nell’operare nel sociale, garantendo
la presenza del Gonfalone comunale
a Cesuna, anche perché Pojana Maggiore e Roana sono gemellate da anni.
Una ricca sottoscrizione a premi ha
chiuso in bellezza una giornata passata in amicizia.
… Atti di solidarietà che distinguono i Fanti Vicentini …
I Fanti di Pojana Maggiore, in occasione delle festività natalizie, organizzano tutti gli anni una distribuzione
di pacchi dono a delle persone, che il
Direttivo sezionale ha scelto nell’anno in corso. Uno di questi “prescelti”
è il Fante Mario Pozza, distintosi per
la sua appartenenza all’Associazione,
ha fatto parte per molti anni del Direttivo sezionale. Iscritto alla Sezione da più di cinquant’anni, reduce
di Russia, decorato al Valor Militare
con Croce di guerra, sempre assiduo
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Fanti 25
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ANNO XXXVIII - N.2 GIUGNO 2010
alle manifestazioni patriottiche come
Alfiere dell’Associazione Invalido di
Guerra, in quanto anch’egli colpito
da un dolorosissimo congelamento
ai piedi. Ora è ospite della “Casa di
Riposo San Giuseppe” di Orgiano,
dove una rappresentanza del Direttivo
sezionale è andata a trovarlo per gli
auguri natalizi, portando un presente
e il meraviglioso calendario dei Fanti
Vicentini che quest’anno ha visto la
prima edizione. Commosso nel vedere che i Fanti si ricordano ancora di
lui ha esclamato; ”che bella famiglia
è la nostra”; con molto interesse riceve e legge con molta attenzione le due
riviste associative, e con molto orgoglio le propone anche agli amici che
Romano d’Ezzelino
Marco Gatto
dalle Sezioni
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26
ome tutti gli anni, ed è ormai
diventata una bella tradizione,
la Sezione dei Fanti di Romano celebra la terza domenica di marzo, la festa sezionale.
L’inizio con la Santa Messa in onore
dei Caduti e in suffragio dei soci della
Sezione deceduti nel corso dell’anno,
officiata dal Parroco don Paolo che,
commosso dalla presenza di tanti
Fanti, non si è dimenticato di citare il
suo papà, Fante e combattente nella
seconda guerra mondiale, disperso in
Russia.
Molte le Bandiere presenti intorno
all’altare della bellissima chiesa parrocchiale di San Giacomo, comprese
quelle delle Sezioni consorelle della
Zona 2 del bassanese. Gradite presenze quelle del Sindaco Rossella Olivo
e del Vice Presidente provinciale cav.
uff. Raffaele Cecchin in rappresentanza della Federazione Provinciale.
Dopo la Messa, la festa è proseguita
con il pranzo sociale sapientemente
organizzato dal Direttivo sezionale presso la trattoria “Col Roigo”, al
quale hanno partecipato in allegria
oltre settanta persone fra soci e sim-
Fanti
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patizzanti. Il Presidente della Sezione
romanese Calisto Ferronato, ha ringraziato i presenti per la numerosa
partecipazione e presentando il programma sezionale per l’anno 2010
che è già cominciato con la vendita
delle Gardenie, la seconda domenica di marzo, per finanziare la ricerca
dell’AISM sulla sclerosi multipla, nei
piazzali di tutte e quattro le chiese del
Comune di Romano e delle sue frazioni. Ha poi ricordato l’impegno per
il recupero dei siti della prima guerra mondiale a Casara Andreon, per il
lo circondano
La Sezione è molto sensibile ai bisogni, alle calamità naturali, vedi il
terremoto di Haiti, alle adozioni a distanza nei posti più lontani del mondo. Anche le Patronesse si prodigano
per tutte queste attività procacciando
fondi per finanziare queste opere di
vera beneficenza
quale la Sezione è impegnata assieme
a tutte quelle della Zona 2, la seconda
festa della Famiglia a Tezze sul Brenta l’undici aprile, e infine il Raduno di
Udine il 23 maggio al quale parteciperemo già da sabato 22 maggio, proponendo così alla Sezione una gita di due
giorni in Friuli Venezia Giulia.
La festa è proseguita con la consegna della tessera a cinque nuovi iscritti, ai quali il Sindaco e il cav. Cecchin,
hanno consegnato il documento complimentandosi con loro per l’adesione
all’Associazione Nazionale del Fante.
Il Sindaco di Romano d’Ezzelino
Rossella Olivo, nel suo intervento di
saluto che ha rivolto ai presenti anche in nome dell’Amministrazione
romanese, si è complimentata con il
Presidente Ferronato e la sua Sezione
per la continua crescita, la serietà, la
disponibilità e la competenza, e per le
numerose iniziative portate avanti con
umiltà e in silenzio, caratteristica peculiare dei Fanti italiani. Il cav. Cecchin, dopo aver portato il saluto della
Giunta Federale e del Presidente Attilio Gomitolo, ricordava tutti gli impegni di quest’anno, ai quali dovremmo
partecipare numerosi e motivati a fare
bella figura noi e, di conseguenza, far
fare bella figura all’Associazione.
A tutti i presenti, un grazie e un
arrivederci al prossimo anno, con la
speranza di rivederci numerosi e in
buona salute, anche a tutti gli impegni
programmati per il 2010.
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ANNO XXXVIII - N.2 GIUGNO 2010
La Sezione di S. Vito di Leguzzano
come sempre serve a finanziare le
attività della Sezione, ha finito una
bella giornata passata in amicizia.
Le celebrazioni del decimo anniversario della Sezione di San Vito
di Leguzzano non sono finite con
la sfilata, ma hanno avuto uno strascico importante, perché il Direttivo sezionale ha organizzato per
la festa della Repubblica, una gita
a Roma per vedere la mitica sfilata delle Forze Armate Italiane, sul
viale dell’antico Foro Imperiale.
È stato veramente un bell’avvenimento per i Fanti e le Patronesse di
San Vito, che hanno avuto l’onore
d’essere ricevuti in Campidoglio,
dove hanno avuto anche la bella
sorpresa di essere presenti ad un
rinfresco in loro onore, organizzato
dai Fanti della Sezione di Cesano
di Roma, che si sono dimostrati dei
veri amici.
Siamo riconoscenti al Generale
Giovanni Cortellessa e a Marco
Pancalli per il supporto che ci hanno dato in questa trasferta, e per
averci reso possibile seguire la sfilata ai Fori Imperiali da un posto
privilegiato. Ancora grazie ai Fan-
ti di Roma e in particolare al Vice
Presidente Nazionale Gen. Giovanni Cortellessa che ci hanno dato veramente una mano.
CONSOLIDAMENTO
PARETI ROCCIOSE
dalle Sezioni
I
Fanti sanvitesi quest’anno hanno festeggiato il decimo anniversario della fondazione della
loro Sezione, organizzando la solita cerimonia che tradizionalmente
si celebra la quarta domenica di
marzo, alla presenza del fondatore del sodalizio sanvitese cav. Antonio Ruzzon, che nonostante gli
anni che inesorabilmente avanzano, e vispo e arzillo più che mai.
Così, quella mattina di domenica,
parecchi Fanti, Patronesse e tante
Bandiere sezionali, si sono ritrovati in piazza Borgo Vecchio, per
dare seguito alla bellissima festa
che riunisce in San Vito di Leguzzano, tutte le Sezioni della Zona
3 e altri amici che condividono i
nostri impegni. Il cav. Lucio Bonfadini ha meravigliosamente organizzato la piccola sfilata che, preceduta dalla Banda di Chiuppano,
ha portato a tempo di musica, tutti
i convenuti al Monumento ai Caduti per l’Alzabandiera, l’Onore ai
Caduti e per i saluti delle autorità
(Sindaco – Presidente di Sezione e
Presidente provinciale). La Santa
Messa in suffragio dei Caduti di
tutte le guerre, e un brindisi presso
la sede dei Fanti prima del pranzo
ufficiale, che ha visto la partecipazione di oltre sessanta persone, del
Sindaco e delle altre Autorità. La
solita sottoscrizione a premi, che
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Nel decimo anniversario di fondazione
Fanti 27
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ANNO XXXVIII - N.2 GIUGNO 2010
Sezione Fanti di Salcedo
Domenica 28 Marzo a Salcedo
O
bbedendo a una piacevole e
consolidata tradizione, domenica 28 febbraio, la Sezione Fanti di Salcedo ha celebrato la
Festa Annuale, cui hanno partecipato
i Soci – numerosi – le Patronesse e i
molti amici che simpatizzano per la
nostra Associazione, condividendone l’impegno.
Il ritrovo alle 9,30 sul piazzale che
ospita il monumento ai Caduti, opera d’arte significativa e commovente
al tempo stesso, per quella eloquente
statua di soldato morente a terra, che,
insieme a quelli i cui nomi sono scolpiti sulla lapide, sembra dire “non
dimenticateci”.
La Cerimonia ha avuto inizio con
la Santa Messa; al suono della Campanella i presenti hanno formato il
corteo: le Autorità, le Bandiere delle
Sezioni contermini, la Corona di Alloro a ricordo dei Caduti e quindi in
Chiesa.
In prima fila il Presidente di Sezione
Roberto Montemaggiore, il Sindaco
di Salcedo Antonio Gasparin, il Vice
Comandante la Stazione dei Carabinieri di Thiene, il Segretario Bruno
Conte, il Tenente in congedo cav.
Domenico Todeschini, I dirigenti
della Sezione, a seguire le Patronesse
e i numerosi intervenuti.
A celebrare Don Anielo Nuzzo, in-
Bruno Conte
tervenuto per l’occasione, essendo
mancato da poco il Parroco Titolare.
Concelebrava il Diacono prof. Francesco Montemaggiore.
In apertura affettuose e incoraggianti le parole di benvenuto rivolte
alla nostra Associazione.
Non da meno i contenuti dell’omelia che ha saputo tenere sempre alto
il livello di attenzione.
Ultimata la distribuzione dell’eucarestia il Fante Giovanni Battista Scanavin, con l’enfasi che si conviene,
ha dato lettura della Preghiera del
Fante.
Prima di impartire la solenne benedizione il Celebrante ha voluto
dire anche: “raccomandiamo questa
benemerita Associazione”, mentre
il Diacono prof.Montemaggiore ha
rivolto all’Assemblea l ”andate in
pace” augurando ai Fanti una buona Festa. Il Corteo ha fatto ritorno
quindi al Monumento ai Caduti per
deporre la corona d’alloro, solennemente benedetta.
Porgendo il saluto di benvenuto ai
partecipanti il Presidente ha voluto, fra l’altro, ricordare i Fanti della
Sezione che nel 2009 “sono andati
avanti” i cui nomi sono:
- Fante Cav. FRANCESCO BALZAN, nonno del Fante Balzan Devis
- Fante GIOVANNI SCANAVIN,
padre dei Fanti Giovanni Battista
Scanavin e Pio
- Fante SILVANO BONATO,
fratello del Fante Bortolo Bonato
- Fante LUIGI BOSCHIERO
- Fante DUILIO NICHELE
Ha fatto seguito l’intervento del
Segretario Bruno Conte, ricordando l’attualità del motto della nostra
Associazione: “onorare i caduti operando per i vivi”e a questo –ha ricordato- siamo chiamati ogni giorno
per rendere onore senz’altro ai tanti
caduti delle varie guerre, a quelli
dei nostri tempi, purtroppo, e non da
ultimi quei sei ragazzi in divisa che
giovedì 17 settembre 2009 sono stati vittime di uno dei tanti attentati a
Kabul.
E se vogliamo onorare i caduti in
guerra, non da meno dobbiamo onorare quelle mamme, quelle spose
che allora hanno sofferto la partenza dei loro figli, dei loro mariti per
il fronte, per i campi di battaglia. E’
anche questa la significativa presenza delle Patronesse all’interno della
nostra Associazione.
Conclusa la parte solenne della Cerimonia i Fanti di Salcedo si sono
diretti a Fara Vicentino, all’Agriturismo AL CION per l’incontro conviviale. Nell’intermezzo gli interventi:
sul Consuntivo 2009, ma soprattutto
sull’impegnativo 2010, con evento
principe il Raduno Nazionale di Udine, il 20, 21, 22 e 23 maggio prossimo.
ARRIVEDERCI A UDINE.
Sezione di Santorso
I ragazzi delle Scuole medie ed il primo conflitto Attilio
mondiale
Gomitolo
l 17 aprile scorso, la Direzione
didattica della scuola media di
Santorso, ha organizzato una
mattinata d’incontro fra gli alunni
e le Associazioni d’Arma, con il
supporto di due validissimi storici
quali Mario Chiarello e Luigi Cortelletti.
Con l’ausilio di bellissime diapositive hanno proposto ai ragazzi una
riflessione sui più importanti episodi della prima Guerra Mondiale.
L’intento era di far capire ai ragazzi
dalle Sezioni
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Lucio Bonfadini
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ANNO XXXVIII - N.2 GIUGNO 2010
l’assurdità della guerra, e le condizioni di vita dei soldati impegnati
al fronte, sia durante le battaglie,
sia nei momenti di riposo tra il fango, il freddo, i pidocchi, i parassiti
e le malattie, la paura e la nostalgia
per la famiglia lontana.
Questi gli aspetti negativi dei conflitti, ma sono stati raccontati anche
gli eroismi dei quali tanti soldati
sono stati capaci, in mezzo alla più
grande tragedia, la guerra appunto,
che gli uomini abbiano saputo concepire.
A dimostrare l’interesse ed il coinvolgimento degli studenti, era il
silenzio con cui seguivano il susse-
guirsi dei terribili fatti d’arme; nessun chiacchericcio o brusio infatti
si è sentito per tutto il tempo.
Per fortuna a mitigare questi terribili racconti, provvedeva il bravissimo coro “Azzurri Monti” di
Tonezza del Cimone che interpretava in maniera magistrale le belle
e toccanti ”Cante” che fiorirono in
quel triste periodo.
Gli applausi meritati di tutti per
la bravura di questo gruppo canoro
ed al suo maestro professor Gastone Dalla Via già Preside di questo
plesso scolastico. Presenziavano
alla manifestazione, le due associazioni d’Arma presenti in paese
: cioè gli Alpini con il loro vice
capogruppo ed i Fanti con il loro
Presidente Cav. Pietro Framarin e
il Vice Presidente, Provinciale del
Ass. Naz. del Fante Lucio Bonfadini.
Al termine dell’incontro, le domande dei ragazzi dimostravano
una volta di più la loro attenzione
ed il loro interesse.
I saluti dei rappresentanti delle
Associazioni d’Arma e il discorso
finale del Presidente, concludevano un coinvolgente ed interessante
racconto di una delle più tragiche
pagine della nostra storia.
I Fanti di Schio al poligono
Everardo Sperotto
D
Sessegolo Francesco e i Fanti Piga
Pierpaolo e Sperotto Everardo, qui
fotografati assieme all’organizzato-
re e Presidente dell’ U.N.U.C.I. di
Schio, Colonnello CC. Gianfranco
Ciancio.
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dalle Sezioni
omenica 30 Maggio 2010, si
è svolta presso il poligono di
Tiro a Segno Nazionale di
Thiene, in un clima di grande partecipazione ed agonismo, l’annuale
gara di tiro con armi da fuoco, organizzata dall’Unione Nazionale Ufficiali in Congedo sezione “M.A.V.M.
1° Capitano alp. G. Sella” di Schio.
“La sfida”, articolata in due specialità, carabina a 50 mt. e pistola a
25 mt. , ha visto la partecipazione,
oltre ovviamente che degli Ufficiali appartenenti al Sodalizio, Forze
dell’Ordine, Polizia Locale e Associazioni d’Arma, fra cui un gruppo di
Fanti della Zona 3, senz’altro nuovi a
questo genere di attività, ma che non
hanno affatto sfigurato di fronte ad
avversari con qualche “esperienza”
in più.
In entrambe le discipline, si sono
cimentati i Sergenti Peron Vittorio
e Cappellotto Bruno, il Cap. Magg.
ANGELA
di Seulotto s.r.l.
SOCCORSO STRADALE 24 ORE
RADDRIZZARE SENZA VERNICIARE
(Grandine e ammaccature varie)
Fanti 29
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ANNO XXXVIII - N.2 GIUGNO 2010
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federazione Provinciale di Vicenza oppure telefonando
al numero 328 2149568
INFORMAZIONI
A N N I VE R S A R I
- La Segreteria Provinciale comunica che gli uffici della Federazione rimarranno chiusi per
ferie dal 26 luglio prossimo al
31 luglio compreso.
- Malo – Monte di Malo.
Il Vicepresidente della Sezione Fante
Giovanni De Zen, e la Patronessa Luciana, hanno festeggiato il quarantesimo
anniversario del loro matrimonio. Felicitazioni.
OFFERTE–CONTRIBUTI
D O NAZ I O N I
- Meledo.
Il Fante Battista Preato Segretario della
Sezione e la sua consorte, hanno festeggiato quarant’anni di matrimonio. Congratulazioni.
- Orgiano. Le Patronesse hanno raccolto 150,00 € per le iniziative della
“Città della Speranza”, rivolte alla
ricerca sulle leucemie infantili. Il ricavato è frutto dell’impegno di tutto
il gruppo delle Patronesse.
- Creazzo. Una Patronessa ha offerto
il contributo di 40,00 €, per finanziare la realizzazione della “Culla per la
Vita”, presso l’Istituto Palazzolo in
Santa Chiara.
Filo spinato
Filo spinato Avamposti sperduti Terra grigia.
Lunghe mura di cemento armato A chilometri
Tra fiori, alberi, prati
Naturalmente Col passare degli anni Si fondono al paesaggio.
Ombre di sentinelle Sugli spalti Fumano pensierose,
Generazione su Generazioni contingenti.
Passano e vanno Passano e vanno Passano E vanno
Bacheca
Sergente A.C.S. 44° corso - Jacopo Terenzio
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NASCITE
- Camisano Vicentino.
La Sezione di Camisano Vic. si congratula con il Consigliere Roberto Nalesso
per essere stato “promosso” nonno di
Benedetta. Felicitazioni.
- Costabissara – Caldogno.
Il Fante Mauro Pilastro con Federica e
Matilde, annunciano la nascita di Marta.
Il Fante Stivens Grigolato e Alessandra,
annunciano la nascita di Mattia.
Il Fante Redenzio Mazzaron e il figlio
Loris anch’egli Fante annunciano la nascita di Matilde, rispettivamente nipote
e figlia
- Longare.
Il Fante Michele Mognon e la Patronessa
Ketty Brogian sono orgogliosi di annunciare la nascita
della figlia Giulia Arianna.
- Pojana Maggiore.
Il Fante Angelino Marangon e la consorte Linda Povolo, annunciano la nascita
di Mirco.
- Santorso.
Il Fante Pitro Stifan e la Patronessa Renata, sono felici di annunciare la nascita
della nipotina Adele.
ANNO XXXVIII - N.2 GIUGNO 2010
Matrimoni - Nascite
- Breganze. È mancata Lina Molinari,
moglie del Fante Silvio Lobba Alfiere
della Sezione. Condoglianze vivissime
da tutto il Direttivo sezionale.
- Malo. Il Fante Giovanni De Zen, Vice
Presidente della Sezione, piange la moglie Luciana, prematuramente scomparsa. La Sezione e gli amici tutti, si uniscono con commozione al suo dolore e a
quello delle sue figlie.
- Lutti
Il Fante Mario Novello ci ha lasciati ancor troppo giovane.
- Pojana Maggiore. Il Fante Pietro Casarin, è andato avanti.
È mancato il socio anziano Fante Giovanni Simoni. Per tanti anni amato insegnante delle scuole elementari e prezioso
collaboratore di molti Direttivi sezionali
della Sezione di Breganze. Ringraziamo
la famiglia per la particolare attenzione
sempre riservata ai Fanti.
- Lisiera. Il Fante Giuseppe Battilana è
andato avanti.
- Sarcedo.
La Sezione del Fante partecipa al dolore
della famiglia per la perdita di Domenico Nassi, il socio anziano.
- Santorso. È mancato il socio anziano
Fante Livio Galozzi.
- San Vito di Leguzzano. È mancata la
Patronessa Mirella Bariola.
- Valli del Pasubio.
Il Fante Renato Zambon già Vice Presidente della Sezione di Valli del Pasubio
è andato avanti. Condoglianze vivissime
da tutto il Direttivo.
Teresa Mondin, mamma del Fante Gianni Fernando Sella, è prematuramente
scomparsa
- Meledo. Il Fante Vittorio Bisognin ha
perso la mamma della moglie.
È mancato il suocero del Fante Giorgio
Zanin.
È deceduto il Fante Vittorino Jeroldi
IMPIANTI ELETTRICI - IMPIANTI ALLARME - AUTOMAZIONI
Andriollo Gianluca
- Montecchio Precalcino.
Il Decano della Sezione Fante Marco
Zordan, è andato avanti.
Bacheca
I M P I A N T I F OTOVO LTA I C I
36060 ROMANO D’EZZELINO (VI) - Via Ghiaia, 32
Tel.e Fax 0424-833872 - Cell. 328.8752100 - [email protected]
Fanti 31
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Mandi Mandi
...ancora
Grazie Udine
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