Maggio - Giugno 2012 ospedaleniguarda.it Poste Italiane Spa Sped. abb.post. Dl n. 353/2003 art 1 (comma1) D&B Milano DISTRIBUZIONE GRATUITA Intervista al Radiologo I “detective” dell’immagine Angelo Vanzulli, Direttore della Radiologia ra ’o Ultim La Regione finanzia i brevetti per la sanità del futuro Niguarda collabora alla ricerca per l’innovazione tecnologica razie a un investimento di 750.000 euro Regione Lombardia parteciperà direttamente, insieme ad alcune imprese, alla ricerca e allo sviluppo di prodotti in ambito clinico (dispositivi medici) non ancora esistenti sul mercato, ritenuti utili a migliorare i processi organizzativi e la qualità dei servizi sanitari offerti ai cittadini, abbattendo inoltre i costi. Il mezzo utilizzato è quello del cosiddetto appalto precommerciale, che consiste in un contratto di appalto “non in esclusiva” di servizi di ricerca e sviluppo, che prevede la condivisione dei rischi e dei benefici tra acquirente pubblico e soggetti appaltatori, con cui un certo numero di operatori economici sviluppano soluzioni alternative e innovative, a partire dall’ideazione fino allo sviluppo prototipale e alla sperimentazione; per questo progetto pilota, Regione Lombardia ha individuato, come ente attuatore e stazione appaltante il Niguarda, in quanto realtà di eccellenza in campo sanitario regionale. I progetti, oggetto di questo appalto precommerciale, tra cui ne andrà selezionato uno solo, sono: un sistema automatizzato per il prelievo venoso, un dispositivo di interfaccia universale per apparecchiature medicali domiciliari e un dispositivo automatizzato per il traino di letti e barelle. “È la prima volta in Italia che viene organizzata un’iniziativa di questo genere- ha dichiarato il Presidente Roberto Formigoni -”. G P otrebbe essere descritto così… come un detective senza distintivo e in camice bianco che fiuta la pista giusta per capire cosa e dove c’è qualcosa che non va. Le sue “armi” sono la radiografia, la TAC e la risonanza magnetica: è il radiologo ed è una figura essenziale che affianca il medico Artrite reumatoide, oltre 10.000 pazienti a Milano La lotta è nel quotidiano “I dolori alle articolazioni erano fortissimi, tanto da non poter tenere in mano una posata o non riuscire a fare una firma”. Le voci sono quelle di Marco e Luisa, due pazienti colpiti da artrite reumatoide - seguiti a Niguarda - e che hanno voluto portare la loro testimonianza nel corso dell’evento “il Paziente al Centro”, un progetto di sensibilizzazione sulla patologia, realizzato grazie al contributo di Roche e all’intervento degli esperti del nostro Ospedale. CONTINUA A PAGINA due CONTINUA A PAGINA undici Detersivi e bambini: attenzione alle monodosi L’allerta del Centro Antiveleni CONTINUA A PAGINA due Reumatologia e il chirurgo nella cura del paziente. La loro “base operativa” è al piano -1 del Blocco Sud. Qui abbiamo incontrato Angelo Vanzulli (in alto), Direttore della Radiologia, per capire cosa si fa in questo reparto. A PAGINA 13 Neurologia e ricerca L’ictus? Si “congela” Lo studio europeo si sperimenta in Stroke Unit bbassare la temperatura del cervello a 34-35 gradi entro sei ore da un ictus può salvare molti pazienti e ridurre i successivi danni ai neuroni. L’ipotermia, con un raffreddamento moderato, è un intervento neuroprotettivo assai promettente secondo gli esperti. E l’Europa, con l’Italia in prima fila, si appresta a varare il più grande studio clinico ad oggi, con 25 Paesi aderenti, per sperimentare il trattamento in fase avanzata. A CONTINUA A PAGINA sette Tumori dell’ovaio e del colon-retto Quando la prima cura non funziona Al via 3 sperimentazioni contro le forme più resistenti o sviluppo di nuove terapie contro i tumori prosegue a Niguarda. Presso l’OncologiaFalck hanno preso il via 3 importanti sperimentazioni per valutare l’efficacia di nuovi farmaci contro due tipi di tumori solidi resistenti ai trattamenti convenzionali. Il primo trial riguarda il carcinoma ovarico, in particolare quelle forme per cui la terapia d’elezione, basata sull’utilizzo di farmaci al platino, si dimostra inefficace. L A PAGINA sette Periodico di informazione dell’Azienda Ospedaliera Ospedale Niguarda Ca’ Granda Il giornale di Niguarda Anno 7 - Numero 2 due Artrite reumatodie: oltre 10.000 pazienti a Milano L’evento “il Paziente al Centro” che non si riescono più questo “nemico subdolo”, che ad aprire, oppure bottoni assesta colpi decisivi già nelle che non si riescono più fasi iniziali della patologia. ad allacciare: gli oggetti Per farlo a Niguarda si è aperto di tutti i giorni diventano un canale dedicato che unisce i principali “nemici”, il paziente, il suo medico di ma se ci si muove per base e il reumatologo. “Nel nostro Ospedale è attivo un call tempo con diagnosi e center dedicato ai medici di trattamento si possono medicina generale, che permette avere dei buoni risultati. di segnalare i casi sospetti Le cosiddette “bandierine e avviare così un percorso rosse” che gli esperti Entro i primi due anni il preferenziale per la diagnostica hanno identificato per una diagnosi precoce 10% dei pazienti sviluppa di approfondimento- ha spiegato un’invalidità grave il Direttore Sanitario, Giuseppe dell’artrite reumatoide Genduso-. Inoltre tra le tecniche sono tre: infiammazione a carico delle articolazioni, dolore a livello di indagine che Niguarda è in grado di dei polsi e delle piccole articolazioni delle offrire c’è anche l’ecografia articolare, una mani e dei piedi e rigidità al risveglio per metodica estremamente utile in tutte le fasi più di 30 minuti. “La rigidità mattutina della patologia”. delle articolazioni- ha spiegato Oscar Epis, Poi ci sono i farmaci di ultima generazione, Direttore del Centro di Reumatologia del i cosiddetti “biologici”, anche i pazienti si Niguarda-, per un periodo di oltre mezz’ora sono abituati a chiamarli così, li citano e li dopo il risveglio, dovrebbe diventare per il ringraziano, perché è grazie a questi che la cittadino un primo campanello di allarme, loro vita è cambiata. “Per la prima volta negli così come l’autopalpazione del seno ultimi 7 anni, questo inverno sono tornato rappresenta la prima forma di prevenzione sulle piste da sci per la mia settimana bianca del tumore alla mammella”. - ha detto Marco -”. Per Luisa invece: “Due “Raccolte le bandierine”, occorre iniziare settimane fa sono andata a ballare, una cosa il prima possibile il trattamento contro impensabile fino a qualche anno fa”. Artrite reumatoide: il quiz 1) L’artrite reumatoide è una malattia che produce deformità ad andamento lento: in altre parole, il danno articolare si sviluppa nel lungo termine. 2) L’artrite reumatoide è una malattia che colpisce solo le articolazioni. 3)L’artrite reumatoide colpisce prevalentemente le persone anziane. 4) L’artrite reumatoide è guaribile RISPOSTE: 1) Falso: già nelle prime fasi l’artrite reumatoide provoca danni importanti alle articolazioni. 2) Falso: può colpire anche altri organi come la cute, i nervi periferici, il cuore e l’apparato respiratorio e contribuisce allo sviluppo dell’aterosclerosi. 3) Falso: può colpire a tutte l’età. La fascia a maggiore prevalenza è quella tra i 35-50 anni. 4) Falso: anche se con le terapie di cui si dispone oggi può essere ben controllata. In una percentuale molto piccola di casi si è registrata un’effettiva guarigione. SEGUE DALLA PRIMA Come loro a Milano ci sono oltre 10.000 persone, eppure l’artrite reumatoide è ancora oggi poco conosciuta e spesso sottovalutata, nonostante l’impatto sia forte sulla vita dei pazienti. Entro i primi due anni, infatti, il 10% sviluppa un’invalidità grave, dopo 10 anni meno del 50% mantiene un’attività lavorativa o svolge le normali attività quotidiane. I principali ostacoli, come rivela un sondaggio realizzato tra i pazienti in cura al Niguarda, sono legati all’utilizzo dei mezzi pubblici: più di 1 su 4 non riesce a prendere metro e tram. Le altre difficoltà, oltre agli spostamenti in città, riguardano la cura della persona (per esempio, farsi la doccia in autonomia) e la vita in casa (per esempio, fare il bucato o cucinare). E poi ci sono i barattoli Paziente informato “Operazione trasparenza” per le tariffe di visite e ricoveri al 1 marzo nei referti di visite ed esami o nella lettera di dimissione gli ospedali devono indicare il valore in euro della prestazione specificando la quota a carico del cittadino. L’Assessore alla Sanità, Luciano Bresciani, spiega così sugli organi di stampa la nuova disposizione voluta da Regione: “E’un’operazione di trasparenza e informazione. Avere consapevolezza dei costi pubblici è sapere ciò che lo Stato, ossia tutti noi, spendiamo per curarci. Tutti i cittadini, dai malati ai medici, devono responsabilizzarsi.” Questa operazione trasparenza ha aperto un vivace dibattito in sanità e sono stati chiamati in causa aspetti sia di carattere etico e deontologico che di comunicazione. Ad alzare la voce prima di tutti sono stati i medici che attraverso l’Ordine hanno definito questa disposizione “umiliante”. Una nota del Presidente dell’Ordine di Milano, Roberto Carlo Rossi, precisa “in linea di massima, è senz’altro corretto che il Medico (e soprattutto le Istituzioni) indirizzino e formino il cittadino ad un utilizzo maturo, giusto e responsabile delle risorse del Sistema Sanitario Regionale. Tuttavia, il Consiglio dell’Ordine, pur nei limiti dei propri doveri-poteri istituzionali, ritiene non etico che venga esposto al cittadino/paziente il costo delle singole prestazioni a lui erogate e questo per ragioni di umanità e di opportunità. Il fatto ha, naturalmente, anche risvolti di natura deontologica, poiché sono i Medici chiamati ad assolvere tale regola e la valutazione di questo Ordine e’ che, oltretutto, così si introduca una distorsione indebita del rapporto medico-paziente”. L’ospedale di Niguarda nel rispetto delle regole ha messo a regime nei tempi previsti i sistemi informatici e organizzativi per informare i pazienti e come ha indicato in una D nota interna il Direttore Sanitario, Giuseppe Genduso, per un ospedale pubblico questo risulta essere un obbligo informativo, e in particolare, la determinazione della tariffa del ricovero, dipende dalla diagnosi alla dimissione e da altre indicazioni di esclusiva competenza medica. Se per visite ed esami il sistema informatico consegna l’informativa sul costo della prestazione allo sportello in automatico, nel caso del ricovero tale valorizzazione economica va segnalata nella lettera di dimissione dalla quale traspare già ciò che è stato fatto dall’equipe professionale attraverso la codifica del DRG. Ed e’su questo punto che i camici bianchi del Niguarda hanno aperto una vivace discussione sulla nuova norma, oltre a rivendicare un atteggiamento etico, hanno valutato come impropria la necessità che sia il medico ad indicare il costo della prestazione. Tra loro c’è chi afferma che “è sgradevole per il malato, “presentargli il conto” a caldo, proprio nel momento tutto è più pesante per la persona… che, ricordiamo, non esce da una SPA di lusso dove ha trascorso una settimana rigenerante; e ancora di più “che a presentare il conto sia colui che lo sta curando, con la doppia ricaduta negativa di un sovraccarico di lavoro per il medico è di una possibile incrinatura nel rapporto col paziente che potrebbe anche pensare che in qualche modo al medico gliene venga qualcosa di quei soldi…” E altri che dicono che “Anche la mia posizione di professionista è di chiedere, a nome dei medici, in sede Regionale tramite le autorità direttive dell’Ospedale di rivedere la questione e la modalità in modo da renderla un contributo alla informazione, alla educazione della popolazione, alla responsabilità dei medici e non La Regione finanzia i brevetti per la sanità del futuro SEGUE DALLA PRIMA - “Quelle che svilupperemo sono tecnologie molto avanzate, che possono portare alla realizzazione di brevetti di cui la stessa Regione diventerebbe proprietaria”. Per ora 60 imprese hanno già risposto all’appello. Il Niguarda con i professionisti Bellavia (Direzione Medica), Ciboldi (Ingegneria Clinica), e Vitiello (Approvvigionamenti), ha fornito un contributo fondamentale, sia in fase di ideazione e definizione dei progetti e sia nelle fasi operative. “L’idea di ognuno di questi 3 progetti nasce da una necessità effettiva del Niguarda ha spiegato Marco Ciboldi, Direttore dell’Ingegneria Clinica- e mira a migliorare ed innovare il servizio offerto ai pazienti, nonché ad aumentare la sicurezza degli operatori sanitari. Un gruppo di lavoro formato dai responsabili delle varie strutture potenzialmente interessate al progetto (Direzione sanitaria, Direzione Infermieristica, Ingegneria Clinica, Fisica Sanitaria, Approvvigionamenti, ICT), appositamente convocato, ha dapprima individuato 5 progetti di interesse per l’Ospedale, tra cui sono stati selezionati successivamente, dalla Direzione Generale Sanità, i 3 oggetto del bando. In una seconda fase sono state poi approntate, unitamente a Regione Lombardia, tutte le documentazioni di gara necessarie, per arrivare alla fase fondamentale della presentazione e del “dialogo tecnico”, in cui le imprese interessate (come detto più di 60) hanno potuto interloquire con i membri della commissione, ponendo delle domande e facendo anche delle proposte, come è nello spirito del dialogo tecnico. È stato aperto anche un forum on line, dove il dialogo con le imprese potrà continuare. La commissione di valutazione, di cui fa parte anche il nostro Ospedale, si occuperà poi di selezionare il progetto che maggiormente soddisfa i requisiti richiesti e di sorvegliarne le varie fasi di sviluppo e sperimentazione. Noi ci occupiamo quindi della gestione operativa della procedura, della interlocuzione con le imprese partecipanti, della guida e orientamento di merito delle attività di ricerca e sviluppo, della predisposizione ed organizzazione della fase di sperimentazione, della raccolta e creazione di banche dati on-line e, (come co-responsabili), della valutazione dei progetti”. Questo procedimento, già utilizzato in Gran Bretagna e negli USA, è promosso dalla normativa comunitaria ma è ancora poco diffuso in Europa. “Questa è la strada giusta - ha aggiunto Formigoni - che ci permette di offrire ai cittadini un servizio sempre migliore e allo stesso tempo di far fronte alla diminuzione delle risorse governative, riducendo i costi dei servizi. Il vantaggio per le imprese è la possibilità di commercializzazione di questi nuovi prodotti”. Lo stanziamento regionale coprirà i costi del personale impiegato in quest’attività. “La direzione in cui Regione Lombardia si muove da tempo - ha aggiunto il Presidente - è quella di garantire livelli qualitativi sempre migliori a fronte di risorse sensibilmente inferiori”. offensiva per chi è nel bisogno. Inoltre non ritengo sia un compito sanitario ma amministrativo, anche se a questo si è tentato di ovviare mi pare con un link facilitato. Tuttavia non dobbiamo dimenticare che le risorse non sono infinite, anzi; che l’Italia dà prestazioni gratuite e fornisce liberamente farmaci che in altri paesi nord europei sono da anni calmierati. Intendo dire che una informazione seria sul tema alla popolazione andrà fatta. L’altro vero baluardo è la responsabilità del medico, di ognuno di noi come prescrittori e anche come informatori al paziente di quello che si fa. E in primis i criteri con cui scegliamo terapie e procedure ad altissimo costo”. E i pazienti cosa dicono: Da un servizio del TG 3 andato in onda il 1 marzo ecco che si ripresentano entrambi gli schieramenti. Chi e’favorevole: “Valutando quanto costa alla collettività un esame, si pagano le tasse con meno angoscia, più responsabilmente”. E chi no :“Ancora una volta ci troviamo davanti a un’iniziativa che crea un senso di colpa nei cittadini per far vedere che quasi tutto è regalato”. Sembra proprio un ricordo lontano l’onorario pagato dal paziente per “onorare la qualificata prestazione” del medico presso il suo studio o in attività libero professionale. Azienda ospedaliera Le valutazioni dei direttori lombardi Puntuali come tutti gli anni arrivano da Regione Lombardia le valutazioni ai manager della sanità. Anche per il 2011 il risultato del Niguarda è molto positivo, il giudizio assegnato è, infatti, pari a 93,24 su una scala di valutazione che arriva a 100. IL COMMENTO DEL DIRETTORE GENERALE Sono state rese pubbliche le valutazioni per il raggiungimento degli obiettivi delle Aziende Ospedaliere e Asl di Regione Lombardia per l’anno 2011. Come avrete appreso la valutazione della nostra Azienda è positiva e di questo ringrazio Tutti Voi per la collaborazione. Il 2011 è stato un anno impegnativo per la complessità della situazione non solo nella nostra Azienda e nel settore sanitario ma in generale nella nostra Regione e nel nostro Paese. Considero quindi il risultato che abbiamo ottenuto decisamente buono. Per il 2012 le criticità, come possiamo vedere, sono aumentate e quindi è richiesto a ciascuno di noi un ulteriore impegno per rispondere al meglio a quanto ci viene richiesto dai nostri pazienti e dal sistema intero. Grazie ancora per la collaborazione che vorrete dare e buon lavoro. Pasquale Cannatelli tre Speciale Emergenza sangue: l’unico rimedio è donare Milano c’è un’emergenza e ha il colore acceso del sangue, come quello di uno spia che ci avvisa che qualcosa non va. La sua luce impaurisce, impensierisce ma in fin dei conti serve poco per spegnerla A perché per farlo basta un semplice gesto: donare. I dati che arrivano da AVIS- Milano ci dicono che nel 2011 c’è stato un incremento delle donazioni del sangue, ma per il futuro si può e si deve fare meglio. Uno sforzo necessario per mettere fine all’emergenza che vede in prima fila anche il Niguarda, in “riserva” cronica di sangue e per cui servono 5.000 unità di sangue in più nei prossimi 3 anni. IL PUNTO - Intervista a Luca Maria Munari, Presidente AVIS-Milano Il 2012 sarà un anno importante? Sì, un anno speciale per Avis, che festeggia il suo 85° anno di attività al servizio di pazienti e donatori. Che indicazioni arrivano dall’attività del 2011? Incoraggianti: si è registrato un aumento delle donazioni, +4,3% rispetto al 2010, che ci ha fatto sfiorare quota 20.000. Ben consapevoli di quanto sia elevato il fabbisogno di unità di sangue, possiamo considerare l’anno scorso come un buon punto di partenza per coprire il percorso che ci rimane da compiere nei prossimi anni. Su cosa si punterà per aumentare le donazioni? Avis da sempre si caratterizza per una capacità di presenza nel tessuto sociale urbano, che oggi è radicalmente cambiato. Per questo, accanto alle attività più tradizionali, come l’animazione di gruppi e delegazioni, è necessario sviluppare nuove occasioni di incontro e aggregazione. La gente oggi vive più sola ma lavora insieme, quindi diventa sempre più importante potenziare la donazione presso le aziende (anche Niguarda è una grande azienda) con una corresponsabilità della direzione in un’iniziativa di alto valore sociale. Altrettanto fondamentale è l’educazione sanitaria nelle scuole, come fattore di sensibilizzazione nelle famiglie e occasione di dialogo interculturale. Altre opportunità sono offerte oggi da nuove soluzioni tecnologiche e organizzative. A cosa si riferisce? Ai reminder via email, le donazioni prenotate, l’intensificazione dei programmi di prevenzione e controllo clinico. Ma anche l’analisi dei comportamenti donazionali che ci aiuta a sviluppare interventi sempre più mirati a settori specifici di popolazione. Poi c’è il sito web che intendiamo migliorare per una corretta e agevole consultazione da parte dei donatori. Infine, abbiamo recentemente potenziato la presenza su Facebook per esplorare più compiutamente il mondo dei social network e offrire nuovi spazi di contributo creativo. A proposito di contributo creativo… l’ultimo spot che avete realizzato ha vinto un riconoscimento importante? Il video è ben fatto e funziona. Porta la firma Come comportarsi il giorno della donazione? Per chi dona al mattino è importante assumere una colazione leggera a base di tè, caffè, succhi di frutta o spremute, un frutto, qualche biscotto secco. Non assumere latte o suoi derivati, né brioche. Per chi dona al pomeriggio sono preferibili una colazione normale e un pranzo leggero a base di pasta in bianco (con olio, senza formaggio grattugiato) e insalata, oppure una fetta di carne ai ferri con contorno di insalata, un panino e caffè moderatamente zuccherato. PER INFORMAZIONI: www.avismi.it oppure cerca la pagina avis-mi su facebook Guarda lo spot sul canale OspedaleNiguardaTV del regista 28enne Stefano Lodovichi, che ha ottenuto il primo premio al concorso Movi&co per giovani videomaker. PER MAGGIORI INFORMAZIONI: www.avismi.it o la pagina avis-mi su facebook 10 GIUGNO INNOVATION RUNNING PER AVIS MILANO Il 10 giugno a Milano, nel bellissimo Parco delle Cave si terrà la prima edizione di “Innovation Running” una corsa non competitiva aperta a tutti (atleti/e, bimbi, mamme e papà, nonni e bisnonni!). La corsa ha come obiettivo il sostegno ai progetti di donazione e prevenzione di Avis Milano. Il ritrovo per la “Innovation Running” è in via Cancano alle 8.30: alle 9.30 partirà la staffetta (per squadre, 4 partecipanti per squadra, ognuno farà 2,5 km); alle 10.00 partenza della corsa non competitiva sulla distanza di 5 km. A seguire un programma di intrattenimento per tutti con giochi e premiazioni. Per info e iscrizioni: www.innovationrunning.it [email protected] Donare... perché Dottor Martinelli, perché donare sangue? La donazione del sangue è fondamentale per il nostro tipo di chirurgia. Senza disponibilità di sangue non potremmo effettuare i nostri interventi. I nostri pazienti devono subire operazioni molto complesse. Sono spesso sottoposti a terapia anticoagulante o antiaggregante per cui è molto probabile che perdano delle quantità di sangue anche significative. Per noi è veramente fondamentale che ci sia disponibilità di sangue per coprire queste perdite. Quindi dipendiamo realmente dalla generosità dei donatori di sangue. L. Martinelli, Direttore Cardiochirurgia Dottor Mancini, donare il sangue è un gesto importante che ha tanti significati… Sì, sicuramente ne ha tanti, la cosa più importante è che il sangue va donato perché non c’è modo di produrlo. Se non c’è un’altra persona che lo dona non c’è sangue, e questa è la cosa più importante. Su questo poi ci possiamo aggiungere tutti i discorsi che sono comunque importanti: un gesto di solidarietà, un dono, ma la donazione libera e gratuita del sangue è l’unico modo che si ha oggi per avere del sangue a disposizione dei nostri malati. L. Mancini, Direttore Medicina Trasfusionale Il nostro collega Giuseppe Raiola ha già 40 donazioni alle spalle. Giuseppe, perché donare è un gesto importante? Io ho fatto 40 donazioni, ho iniziato nel 1991. L’ho fatto perché pensavo fosse un gesto altruistico, ho proseguito perché la cosa mi interessava. Inoltre ho la possibilità di avere un controllo periodico dello stato di salute. Credo che questo sia un buon motivo per incentivare alla donazione, un gesto che tutti dovrebbero fare. G. Raiola della Day Surgery Centralizzata Cristiano Cozzi dell’Unità Regionale delle Grandi Emergenze, Cristiano perché donare sangue? Per completare il nostro operato in emergenza e per far si che tutto possa funzionare al meglio, dona sangue perché è futuro, perché è giusto, perché è vita. Dottor Bini nel nostro grande Ospedale c’è sempre C. Cozzi dell’Unità bisogno di sangue, perché donare è un gesto importante? Regionale Perché è una cosa utile e vantaggiosa, è il momento in cui ci viene richiesto di fare tante cose difficili e svantaggiose. Donare il sangue è una cosa che ti accresce, non siamo ancora in grado di farlo, in questo momento, quando saremo capaci potremmo toglierci questa difficoltà, ma per il momento è utile che tutti lo doniamo. È una cosa che fa bene alle persone che lo donano che possono fare dei controlli, le controindicazioni sono davvero pochissime e l’utilità sociale è davvero grandiosa. Insomma tutti possiamo donare e ottenere così un grande vantaggio senza avere nessuno svantaggio per noi. Non c’è nient’altro che si può fare così facilmente. Grandi Emergenze M. Bini, Responsabile Centro-Disturbi della Fertilità La lista della spesa fatela da noi. Sono più di 500 le aziende che hanno scelto Eurocompany come ufficio acquisti. Eurocompany è un gruppo d’acquisto di nuova generazione. 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Questa è la straordinaria scoperta fatta dai ricercatori, guidati da Lino Nobili, Responsabile del Centro di Medicina del Sonno, che hanno “guardato” nella profondità del cervello umano trovando le prove che, ogni notte, nella nostra mente ci sono aree che si attivano come durante la veglia, mentre altre continuano a dormire. Spento, acceso, spento: una convivenza per cui il nostro cervello sembra un puzzle di aree ad attività opposta, in cui le tessere “posizionate su on” sono sempre le stesse. “Ad attivarsi sono soprattutto le regioni che preparano ed organizzano il movimento – spiega Nobili-, forse per un meccanismo selezionato dall’evoluzione al fine di consentire la fuga in caso di pericolo”. Un meccanismo del tutto simile a quello che si verifica in natura per alcune specie animali, come ad esempio gli uccelli migratori e i delfini, capaci di dormire con uno solo dei due emisferi cerebrali: gli uni per riuscire a riposare anche durante le traversate in volo, gli altri per risalire in superficie a prendere ossigeno senza interrompere il sonno. Questo fenomeno, che gli esperti chiamano di “dissociazione”, finora era “sfuggito” all’esame dell’attività elettrica del sonno effettuata con l’elettroencefalogramma. Per arrivare a scovarlo il gruppo di Nobili ha sfruttato gli elettrodi inseriti nel cervello A di pazienti con epilessia per studiarne l’attività elettrica prima di operarli. “Quest’osservazione in profondità fatta in maniera continua, giorno e notte, per periodi di una settimana/dieci giorni ha permesso di scoprire questi stati dissociati, ma che non sono connessi con l’epilessia”. Il fenomeno quindi riguarda probabilmente tutti e si ripete centinaia di volte ogni notte. “Questi stati - dice Nobili - possono aiutarci a capire meglio alcuni disturbi del sonno, primo fra tutti il sonnambulismo”. Il sonnambulo cammina mentre dorme; agisce, ma senza giudizio, coscienza, memoria. Un fenomeno che ben si adatta alle osservazioni dei ricercatori, secondo cui durante il sonno si attivano ripetutamente, per periodi variabili da 10-15 secondi ad alcuni minuti, le aree del movimento, mentre quelle della coscienza e della memoria sono in uno stato di sonno profondo. Ma c’è di più: i ricercatori infatti stanno sviluppando una seconda fase dello studio in cui le scoperte fatte servirebbero a spiegare alcuni comportamenti del pre-sonno: “Ben prima che una persona si possa dire addormentata, alcune aree del cervello sono già cadute nel sonno - spiega Nobili, anticipando uno studio non ancora pubblicato -. Fino a 5-10 minuti prima di addormentarsi, infatti, le aree del cervello deputate alla memoria hanno già “chiuso i battenti”: ecco perché spesso capita di dover rileggere l’ultima pagina del libro già letta, ma che non ci si ricorda, della sera prima”. La scoperta degli stati dissociati notturni è stata anche ripresa dalla BBC (British Broadcasting Corporation). I media britannici hanno citato lo studio di Niguarda su un articolo dedicato al sonnambulismo sul sito www.bbc.com. Il sonnambulismo Compare di solito per la prima volta tra i 4 e gli 8 anni, con un picco all’età di 12. Normalmente è ritenuto un fenomeno transitorio non preoccupante e scompare da solo verso i 15 anni. Se gli episodi invece iniziano nell’età adulta e si protraggono nel tempo, possono esservi alterazioni psicopatologiche alla base. Si riscontra una certa familiarità del disturbo e una concausa può essere l’utilizzo di farmaci ipnotici, quelli per favorire il sonno. Chirurgia vascolare Aneurismi dell’aorta: un Centro di riferimento Da quello dell’aorta toracica a quella addominale. L’intervento con la chirurgia mini-invasiva ilatazioni che s’ingrossano sempre più e che rendono l’aorta un “pallone” pronto a rompersi con esiti molto spesso, purtroppo, letali: sono gli aneurismi aortici. A Niguarda opera da diversi anni un Centro di riferimento per il trattamento endovascolare di queste patologie, che interviene sia per l’elezione (interventi programmati) che per l’urgenza. L’aorta è l’arteria più grande del nostro corpo, origina dal cuore, si estende nel torace per arrivare nell’addome e a seconda del tratto interessato si distinguono diversi tipi di aneurisma. Il più diffuso è quello addominale (interessa il tratto inferiore del grande vaso) e in Italia si stima che per la sua rottura perdano la vita ogni anno oltre 6.000 persone. Operare l’aorta è un intervento delicato e fino ad una decina di anni fa l’unico modo per farlo era la chirurgia tradizionale, cioè ad addome o torace aperto. Negli ultimi anni si sono sviluppate tecniche che grazie a una minore invasività abbassano il rischio operatorio per il paziente. Basta una piccola incisione all’altezza dell’inguine e una endoprotesi che, dall’accesso creato, risale dall’arteria femorale per raggiungere l’area dell’aorta interessata da aneurisma. Qui la protesi viene rilasciata e va a “riparare” la parte danneggiata. “Si tratta di interventi che durano in media poco più di un’oraspiega il chirurgo vascolare Bruno Palmieri D - e che possono essere eseguiti anche in anestesia spinale”. Grazie a questa tecnica non si sono accorciati solo i tempi operatori ma anche la degenza: “Generalmenteaggiunge il chirurgo- già dopo 3 giorni i pazienti sottoposti al trattamento con le endoprotesi possono essere dimessi”. Gli aneurismi sono dilatazioni che in virtù della loro asintomaticità difficilmente possono essere sospettati. Questo non vuole dire che non si possa giocare d’anticipo. Per diagnosticarli, infatti, molto spesso basta un’ecografia, per quelli addominali, quelli toracici, invece, frequentemente si individuano grazie ad una TAC. “Nel nostro Centro sono stati eseguiti con tecnica mini-invasiva più di 250 interventi per l’aneurisma dell’aorta addominale e sono più di 90 i pazienti trattati per un aneurisma dell’aorta toracica o toracoaddominale. L’èquipe che interviene è formata dai chirurghi vascolari e dai radiologi interventisti- continua Palmieria cui si aggiungono i cardiochirurghi, nei casi in cui il tratto interessato sia quello più vicino al cuore”. Il lavoro delle varie équipe è molto importante anche per l’emergenza, per cui il Niguarda vanta una tradizione di eccellenza. “Spesso ci si trova ad operare pazienti vittime di traumi maggiori, come ad esempio incidenti stradali. Questi casi che giungono a Niguarda da tutto il nord Italia sono trattati dal TRAUMA Team Aneurisma aortico addominale I più colpiti sono i maschi (4 volte di più delle donne) e la fascia d’età più a rischio è quella che va dai 60 agli 80 anni. L’arteriosclerosi, il fumo e l’ipertensione sono i principali fattori di rischio. Un minuto “Un minuto che vale una vita” è un programma di sensibilizzazione promosso dalla Società Italiana di Chirurgia Vascolare ed Endovascolare (SICVE) e dall’Associazione Parlamentare per la Tutela e la Promozione del Diritto alla Prevenzione. La campagna ha offerto la possibilità a più di 12.000 Italiani, sopra ai 65 anni di età, di effettuare gratuitamente un esame ecografico per valutare il diametro dell’aorta addominale ed individuare l’eventuale presenza di aneurismi. “Lo screening- spiega Maurizio Puttini, Direttore della Chirurgia Vascolare di Niguarda, Past President SICVE e promotore della campagna- ha portato ad individuare circa 800 casi a rischio, evidenziando un’incidenza del 7%”. che affianchiamo nel caso in cui si renda necessario un intervento per trattare possibili rotture o dissecazioni aortiche. Disporre di una tecnica mini invasiva, come quella con le endoprotesi, che non comporta un peso chirurgico eccessivo, è fondamentale per questi pazienti che spesso durante il ricovero vanno incontro ad una serie ravvicinata di operazioniconclude Palmieri-”. A sinistra un’endoprotesi per l’aorta toracica. A destra un’endoprotesi per l’aorta addominale Sala ibrida: più precisione per gli aneurismi Gli interventi a Niguarda vengono eseguiti nella nuova sala ibrida. Si tratta di una grande sala operatoria dotata di angiografo robotizzato. AIMS Academy www.aimsacademy.org 2 anni di corsi internazionali Festeggia i suoi primi 2 anni di attività l’AIMS (Advanced International MiniInvasive Surgery) Academy, “l’università” per la chirurgia del futuro di Niguarda, e lo fa con un corso che conferma la vocazione internazionale dell’accademia. A fine marzo, infatti, si è tenuto un corso sulla chirurgia mininvasiva del colon-retto e per la prima volta sia sui “banchi” sia dietro la “cattedra” si sono ritrovati uno stuolo di chirurghi e insegnanti provenienti da ogni angolo del globo. C’è chi proveniva dall’Europa, chi dal Medio Oriente e chi addirittura dall’Australia, tutti si sono ritrovati all’AIMS, per confrontarsi e apprendere come operare i propri pazienti avendo come unica via d’accesso una piccola incisione di 2 cm. Unica presenza tricolore il corpo docente “di casa”, coordinato da Raffaele Pugliese, Direttore dell’AIMS, che ha affiancato gli esperti internazionali nella due-giorni di corso. Dal 2010… AIMS è un’accademia dove i medici hanno la possibilità di specializzarsi imparando le tecniche d’avanguardia della chirurgia minivasiva. Dal 2010 ad oggi sono stati portati a termine più di 30 corsi di formazione con una partecipazione complessiva di circa 1000 chirurghi provenienti da tutto il mondo. sei La via emodinamica per la pressione alta Telesorveglianza Un nuovo intervento per Lo scompenso cardiaco l’ipertensione arteriosa resistente si controlla con la tele-sorveglianza Una procedura mini-invasiva per le forme più severe e non rispondenti alla terapia “Visite telefoniche” e l’elettrocardiogramma da casa per scongiurare nuovi ricoveri ei giorni scorsi è stato trattato per la prima volta a Niguarda un paziente con ipertensione arteriosa resistente con un’ablazione dell’innervazione simpatica renale. La denervazione renale è una nuova procedura mini-invasiva in grado di ridurre in modo significativo la pressione arteriosa nei pazienti con ipertensione molto alta e non curabile attraverso i farmaci. Per questi casi, finora, non erano disponibili opzioni terapeutiche alternative. Il trattamento si basa sul legame tra i nervi renali del Sistema Nervoso Simpatico (SNS) e la pressione sanguigna. I segnali provenienti dal SNS e diretti ai reni aiutano a controllare il flusso sanguigno renale, la ritenzione dei sali e l’attivazione del sistema renina-angiotensina, un meccanismo ormonale di regolazione della pressione. A loro volta, i segnali provenienti dai reni e diretti al Sistema Nervoso Centrale (SNC) attivano meccanismi di regolazione globali, ma possono anche causare una stimolazione eccessiva, che provoca ipertensione arteriosa. La denervazione renale consiste nel disattivare in modo selettivo parte delle terminazioni nervose che decorrono lungo le pareti esterne delle arterie renali, determinando ’infermiere alza il ricevitore. Dall’altro capo della linea il paziente risponde alle sue domande: “Come si sente? Qual è il peso oggi? E i valori della pressione? Negli ultimi giorni è comparsa una tosse strana?”. E poi sempre grazie alla trasmissione dei dati lungo quel cavo del telefono si materializza sullo schermo del computer in ospedale il tracciato dell’elettrocardiogramma, che il che passa la battaglia contro lo scompenso paziente auto-esegue a casa sua. Tutto rientra nel percorso di cardiaco. E poi i ci sono i campanelli telesorveglianza per lo scompenso cardiaco d’allarme. Il peso che aumenta troppo che vede in prima linea gli infermieri rapidamente da un giorno all’altro, oppure dell’Ambulatorio della Cardiologia aggiungere un altro cuscino per poter 2- Insufficienza Cardiaca e Trapianti, dormire, perché una volta distesi manca il diretta dal Primario Maria Frigerio, fiato, e ancora le gambe gonfie: sono tutti segnali di un possibile riacutizzarsi dello supportati dai medici dello stesso reparto. Il progetto di Regione Lombardia, che scompenso cardiaco, su cui è bene vigilare è partito nel nostro Ospedale in via per ricalibrare la terapia farmacologica da sperimentale dal 2006- sotto la responsabilità parte del medico. Un aiuto in più arriva della Direzione Infermieristica, diretta dall’elettrocardiogramma che il paziente da Giovanna Bollini- ha permesso a più può eseguire da solo a casa sua grazie di 80 pazienti di essere per 6 mesi dei ad un mini-apparecchio portatile che “tele-sorvegliati speciali” per impedire appoggiato alla cornetta del telefono allo scompenso cardiaco di irrompere consente l’invio dei dati registrati. L’orario prestabilito per le nuovamente nelle loro vite chiamate va dal lunedì al venerdì, portando ad altri ricoveri. “Per 6 dalle 8.00 alle 15.00, ma nel caso mesi- spiega Gian Piera Loddo, ce ne fosse bisogno i pazienti coordinatrice infermieristicapossono chiamare a tutte le ore e il paziente viene contattato tutti i giorni, a disposizione c’è, telefonicamente una o più volte infatti, il call center centrale di a settimana-a seconda della Brescia, il “quartier generale” gravità- da un’infermiera che che coordina l’attività delle 46 tramite domande mirate valuta strutture in Lombardia, presso il suo stato di salute e l’aderenza cui è attiva la telesorveglianza. alla terapia farmacologica. “I pazienti sono contenti- ci L’elettroVerifica, inoltre, che siano stati spiega Mirella Pisu, una delle cardiogramma messi in atto quei cambiamenti 4 infermiere impegnate nel che il paziente necessari nello stile di vita, servizioperché si sentono può eseguire a come ad esempio alimentazione seguiti”. Più da vicinoverrebbe casa sua grazie corretta e la giusta attività fisica, naturale aggiungere-, da medici e ad un miniladdove possibile”. Sorvegliare, infermieri che, paradossalmente, apparecchio ma anche educare perché è sono lontani solo per la distanza. portatile soprattutto dalla prevenzione N una duratura riduzione della pressione sanguigna. “La denervazione renale rappresenta un’opzione innovativa e sicura per il trattamento dell’ipertensione refrattaria alla terapia farmacologica tradizionale – spiega Cristina Giannattasio, Direttore della Cardiologia 4 – La procedura, che ha coinvolto le équipe della Radiologia interventistica, Emodinamica, Rianimazione 3, Cardiologia 4 insieme agli specialisti del Dipartimento Medico, è relativamente semplice. Si ricorre ad un catetere per ablazione che dall’arteria femorale arriva fino alle arterie renali; una volta che il dispositivo giunge a destinazione, dal catetere viene erogata energia a radiofrequenza a bassa potenza, finalizzata a disattivare le terminazioni del nervo simpatico, senza ledere il vaso”. Si parla di ipertensione arteriosa, in presenza di valori costanti della pressione oltre i 140/90 mmHg: i danni provocati da questa patologia coinvolgono soprattutto gli organi più sensibili ad elevati valori di pressione, ovvero cuore, rene e cervello. Tubercolosi e Villa Marelli Record di guarigioni Milano ogni anno sono 400 i casi di tubercolosi diagnosticati. La conferma arriva dalla Asl Milano che effettua il monitoraggio su circa 1,6 milioni di abitanti e da Villa Marelli, Centro di Riferimento Regionale per questa malattia. A contrarre la malattia sono soprattutto gli uomini (2 a1). Il trend da alcuni anni è stabile, ma tra i pazienti sono in crescita i casi di multi resistenza ai farmaci e, quindi, i più difficili da curare. Il tasso di guarigione raggiunto a Milano è del 73%, dato superiore alla media nazionale, ferma al 67% ma inferiore allo standard minimo richiesto dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (85%). “Molti di questi- spiega Luigi Codecasa, Responsabile Tisiologia Clinica e Preventiva presso il Centro di Villa Marelli- sono pazienti, sia italiani che stranieri, che vivono tra grandi difficoltà sociali e che devono rivolgersi, specialmente durante l’inverno, ai dormitori e ai centri d’accoglienza. In questi casi, la risposta deve essere tempestiva, attuata con un grande sforzo organizzativo e con un notevole impiego di risorse specialmente umane. La casistica di Villa Marelli, che cura i due terzi di quei 400 casi metropolitani, vanta il 95% delle guarigioni”. A L News Una bimba per Alessandro Cattelan A Niguarda Villa Marelli offre un percorso assistenziale completo, dalla diagnosi alla terapia per pazienti già affetti da tubercolosi e di prevenzione per le persone a rischio di contagio. Oltre ai casi di malattia attiva, ogni anno vengono trattati anche 1.000/1.200 casi di infezione latente. Nel mondo Villa Marelli La tubercolosi nel mondo continua a dare segni drammatici della sua presenza: ogni anno sono, infatti, circa 1,7 milioni i morti per questa patologia. Nel nostro paese, come in tutto il mondo industrializzato, la situazione è di bassa endemia e si registrano 5/6.000 casi l’anno. News - 5x1000 Basta una firma Lo sai che compilando la tua dichiarazione dei redditi puoi donare il tuo 5x1000 ad una delle Associazioni che collaborano con l’Ospedale? Consulta l’elenco delle Associazioni sul sito www.ospedaleniguarda.it R ecentemente il conduttore televisivo e radiofonico (Mtv, Radio 105 e “Quelli che… il calcio”) Alessandro Cattelan è diventato papà. La bimba (3,170 kg e 50 cm di lunghezza) è nata il 26 marzo nella nostra sala parto. Alessandro e Nina Cattelan hanno avuto parole di elogio per Maurizio Bini (medico, nella foto al centro), per l’ostetrica Silvana e per tutto il reparto dell’Ostetricia. Il “Sole” di Camila La nota conduttrice televisiva Camila Raznovich è diventata mamma per la seconda volta e la cicogna per la seconda volta è arrivata qui al Niguarda. Camila, seguita dall’Ostetricia e Ginecologia, ha dato alla luce Sole, una bella bimba del peso di 3,3 kg. sette Quando la prima cura non funziona SEGUE DALLA PRIMA “Il nome di questo nuovo farmaco è MM121- spiega Salvatore Siena, Direttore dell’Oncologia-Falck - e si tratta di un anticorpo monoclonale diretto contro HER3, l’oncogene che sembra essere il motore della proliferazione e che, al contempo, è la causa di resistenza del tumore al trattamento tradizionale con il carboplatino. Quella di Niguarda è la prima sperimentazione a livello europeo per questa nuova molecola”. Le speranze avranno le “sembianze” di anticorpi monoclonali anche per le altre 2 sperimentazioni avviate. I farmaci di ultima generazione a bersaglio molecolare, infatti, potrebbero fare la differenza anche nella battaglia contro il carcinoma del colon-retto metastatico resistente alle terapie convenzionali. In una sperimentazione si verificherà l’efficacia del trattamento combinato di trastuzumab e lapatinib. Si tratta di due farmaci intelligenti che “raccolgono” i risultati dell’attività di ricerca finanziata direttamente dall’AIRC (Associazione Italiana per la Ricerca sul Cancro) e portata avanti dalle équipe- di Niguardadell’Oncologia e dell’Anatomia Patologica, diretta da Marcello Gambacorta, con la collaborazione dell’IRCC (Istituto per la Ricerca e la Cura del Cancro) di Candiolo, Torino- in particolare i due gruppi di ricerca pre-clinica diretti da Alberto Bardelli e da Livio Trusolino-. “Lo studio sui modelli animali ha messo in evidenza la centralità dell’oncogene HER-2 ed è su questo target che i nuovi farmaci andranno ad agire spiega Siena -”. La terza sperimentazione, sempre nell’ambito del carcinoma colorettale metastatico resistente alle terapie, valuterà l’efficacia di regorafenib, un farmaco studiato per interferire con la crescita di nuovi vasi sanguigni nel tessuto tumorale, in modo da “tagliare i rifornimenti” alle cellule neoplastiche. “Gli studi in laboratorio hanno dato risultati incoraggianti. Siamo il primo centro in COSA SONO… Anticorpi monoclonali: sono veri e propri “farmaci intelligenti” capaci di arrivare direttamente al bersaglio guidati dal loro stesso obiettivo. Il target è la cellula tumorale che viene colpita a morte mentre gli altri tessuti adiacenti e sani restano intatti. Oncogéne: è un gene trasformato che interviene nello sviluppo cellulare indirizzando la proliferazione e il differenziamento verso un “destino” tumorale. L’ictus? Si “congela” Appuntamento 27 maggio SEGUE DALLA PRIMA Il progetto sperimentale si chiama Eurohyp 1 e l’Italia partecipa con 5 Stroke Unit, tra cui anche quella del nostro Ospedale- le altre sono quelle legate agli atenei Sapienza e Cattolica di Roma e all’Istituto scientifico universitario San Raffaele-. Il principio alla base della tecnica è quello di mettere il cervello in uno stato di ibernazione artificiale, in modo da poter sopravvivere con un minor apporto di sangue, dando ai medici il tempo vitale di curare i vasi sanguigni bloccati o quelli che hanno ceduto. L’obiettivo a cui si punta con la sperimentazione è di trattare 1.500 pazienti colpiti da ictus con l’ ipotermia terapeutica e, se funziona, di adottarla in tutta Europa. “L’ictus- spiega Elio Clemente Agostoni, Direttore Neurologia e Stroke Unit- rimane uno dei maggiori problemi di salute pubblica ed è la seconda causa di morte nei Paesi industrializzati”. I numeri I numeri dicono che nel mondo viene colpita 1 persona ogni 6 secondi. Ogni giorno l’ictus uccide 1.000 europei, 1 ogni 90 secondi. 2.000 sopravvivono, ma con disabilità anche gravi ed enormi costi socio-sanitari. Nel nostro Paese si verificano oltre 200mila casi di ictus ogni anno e ben 930mila persone ne portano le conseguenze (fonte: Adnkronos Salute). Stroke Unit La Stroke Unit di Niguarda, tra le prime in Italia (1998), effettua diagnosi e trattamenti ultraspecialistici, compreso quelli neurointerventistici, di chirurgia vascolare e neurochirurgici. Vengono effettuati circa 500 ricoveri all’anno, l’80% dei quali rappresentati da ictus acuto. Nel mondo I vantaggi dell’ecografia portatile presentati alle Nazioni Unite U La conferenza INFOPOVERTY presso la sede delle Nazioni Unite a New York XI Giornata Nazionale del Sollievo: visite gratuite Domenica 27 maggio 2012 Niguarda aderisce, per l’undicesimo anno consecutivo, alla Giornata Nazionale del Sollievo e del Dolore con gli specialisti in algologia che effettueranno visite gratuite e daranno informazioni sulle sindromi dolorose e le tecniche di controllo. Il dolore cronico o inutile, malattia ancora poco conosciuta e non trattata in modo adeguato, affligge in Italia circa 10 milioni di persone. DOVE E QUANDO Blocco Sud- sett. A- Poliambulatorio 2 dalle 9.30-12.30 e dalle 14.00 alle 17.00 PRENOTAZIONI Winfocus all’ONU tilizzata per decenni quasi esclusivamente negli ambulatori di radiologia, ecocardiografia e ginecologia, l’ecografia ha recentemente rivelato grandissime potenzialità anche al “point-of-care” (il “punto” di gestione del paziente, qualsiasi esso sia), sia intra-ospedaliero (pronto soccorso, blocco operatorio, terapia intensiva), che extra-ospedaliero (servizi di emergenza territoriale, medicina dei disastri, medicina sportiva, scenari a scarse risorse e/o remoti). Questa nuova modalità clinica ed operativa- realizzabile grazie all’uso di ecografi portatili - è stata presentata dagli esperti internazionali di WINFOCUS (World Interactive Network Focused On Critical UltraSound) nell’ambito della 12ª conferenza mondiale INFOPOVERTY, promosso da OCCAM presso la sede delle Nazioni Unite a New York. A prendere la parola nel palazzo di vetro sono stati due medici del Niguarda: Luca Neri (Azienda Regionale di Emergenza Urgenza – AREU) ed Enrico Storti (Anestesia Italia a dare il via alla sperimentazione per regorafenib e gli altri ospedali che si uniranno allo studio saranno coordinati dal Niguarda - conclude Siena -”. È possibile prenotare una visita gratuita (fino ad esaurimento posti) per la giornata di domenica 27 maggio, attraverso: NumeroverdediPrenotazioneRegionale 800.638.638 lun-sab: 8.00-20.00 Sportello Prenotazione di Niguarda Area Sud, Blocco Sud lun-ven: 8.00-19.30 sab: 8.00-13.00 Winfocus Il collegamento video con la centrale operativa 118 a Niguarda, (nella foto Giovanni Sesana) e Rianimazione 1). I due, rispettivamente past ed elected president di WINFOCUS, da alcuni anni promuovono l’integrazione dell’ecografia “point-of-care” nelle reti sanitarie della Regione Lombardia, nelle scuole di specializzazione di anestesia e rianimazione dell’Università Statale e Bicocca di Milano, così come nei sistemi sanitari dei paesi in via di sviluppo. A dare una prova tangibile di questi nuovi utilizzi dell’ecografia ci hanno pensato Giovanni Sesana, responsabile della Centrale operativa del 118 di Milano, e Carmela Graci, medico del 118 e responsabile del centro di formazione milanese di WINFOCUS, che si sono collegati dall’Italia in video conferenza con New York, dando il loro contributo personale e realizzando in tempo reale da un’ambulanza una dimostrazione di tele-ecografia e gestione in remoto di un paziente critico. Il team italiano di Winfocus ha inoltre presentato un nuovo progetto per migliorare qualità, accessibilità e sostenibilità del sistema sanitario dello Stato brasiliano del Minas Nata 7 anni fa la società scientifica convoglia in tutto il mondo gli specialisti del settore, le ricerche e attività di formazione del personale sanitario nell’ambito dell’ecografia “pointof-care”. L’attività non si rivolge esclusivamente ai medici delle aree disagiate, ma a tutti i professionisti che vogliano fare dell’ecografo un utile strumento di diagnosi e gestione in qualsiasi scenario critico. Niguarda è un centro internazionale d’insegnamento grazie alla collaborazione WINFOCUS- Regione Lombardia che due anni fa ha dato il via al progetto PLUS (“Point of Care Lombardia Ultrasound”). PER INFORMAZIONI - www.winfocus.org Gerais. “Il piano di sviluppo- come precisato da Stortiprevede il graduale inserimento di protocolli di gestione clinico-ecografica integrata, percorsi formativi modulari e tecnologie innovative nella rete di emergenza-urgenza e salute materno-infantile dello stato brasiliano”. otto Nuovo niguarda A proposito di... Puntuale, “cresce” il Blocco Nord Nuova farmacia: un mix di funzionalità e innovazione S lavori per la realizzazione del Blocco Nord procedono nel pieno rispetto del cronoprogramma; allo stato attuale sono oltre 150 gli operai all’opera nel grande cantiere. A chi ha la possibilità di poter vedere l’evolversi dei lavori dai padiglioni limitrofi ricordiamo che è stata stabilita una precedenza temporale per le aree ovest rispetto alle aree ad est. Ed è per questo che si vede chiaramente che sul lato ovest i lavori sono molto più avanti: è stato, infatti, raggiunto il terzo livello fuori terra mentre la parte di cantiere ubicata ad est è un po’ più indietro. Di pari passo procedono i lavori per le opere impiantistiche e al quinto piano dell’ex padiglione Pizzamiglio è stata completata l’installazione meccanica delle unità di trattamento aria. Oltre a questo è iniziata anche la posa di molte tubazioni per gli impianti a livello meno uno. Nell’area di cantiere sono in corso anche i lavori sulle facciate dell’ex- Pizzamiglio. Il padiglione I News dalla Psichiatria News Nomina Europea ariano Bassi, Direttore della Psichiatria 2, è il nuovo Presidente del Consiglio delle società scientifiche europee di psichiatria, un board composto da membri internazionali che ha sede a Strasburgo. Dottor Bassi complimenti per la nomina. Qual è l’importanza dell’incarico assegnatole? Vale la pena di sottolineare che una maggiore integrazione tra le società scientifiche europee di psichiatria è finalizzata ad ottenere una maggiore influenza degli psichiatri europei sulle politiche di salute mentale presso il Consiglio d’Europa e le istituzioni dell’Unione Europea. Ciò vuol dire una migliore qualità delle cure e dei servizi psichiatrici in Europa, una maggiore omogeneità ed armonizzazione delle pratiche psichiatriche e dei diritti delle persone affette da disturbi mentali in tutta Europa. Insomma una condivisione di interessi per una risoluzione dei problemi comuni a livello europeo… Un compito importante. Ci sono altri aspetti da sottolineare? Un altro elemento importante è dato dall’organizzazione di un Congresso Annuale Europeo di Psichiatria, di Summer School e corsi ECM in varie sedi europee, con la possibilità di portare nel nostro paese, e magari a Milano, importanti eventi scientifici internazionali. M Nuove nomine Andrea Sartore Bianchi è il nuovo Responsabile Cure oncologiche out patient. Il giornale di Niguarda Dal 1° giugno Silvano Rossini sarà il nuovo Direttore del Servizio di Immunoematologia e Medicina Trasfusionale. Ad entrambi auguri di buon lavoro. (per ora la metà ovest) è stato racchiuso da un ponteggio sul quale sono già all’opera dei tecnici che, con un potente sistema di idropulitura a getto d’acqua, stanno trattando le superficie esterne in vista della bonifica dei marmi e del rifacimento delle facciate. In seguito lo stesso trattamento verrà eseguito sulla parte ad est. Ricordiamo che entro il 2013 l’intero Blocco Nord (“gemello” per dimensioni del Blocco Sud) sarà interamente completato. Anche le nostre associazioni alla Milano City Marathon ossono diventare soci del CRAL tutti i dipendenti del Niguarda. Il tesseramento permette ai soci e ai loro familiari (coniuge e figli) di partecipare alle manifestazioni promosse dal CRAL e beneficiare di servizi e agevolazioni. La quota associativa per l’anno 2012 è di € 10,00 (tessera valida fino al 31/12/2012) con agevolazioni sui biglietti dei teatri, sulle gite, sullo sport, sugli esercizi convenzionati. P LE ISCRIZIONI - Si effettuano presso la segreteria del CRAL (pad. 10- piano terra) dal lunedì al venerdì dalle 16 alle 17. Periodico d’informazione dell’Azienda Ospedaliera - Ospedale Niguarda Ca’ Granda Direttore Responsabile: Pasquale Cannatelli Coordinatore Editoriale: Monica Cremonesi In redazione: Giovanni Mauri, Andrea Vicentini, Maria Grazia Parrillo Marketing: Matteo Stocco Direzione e redazione: Piazza Ospedale Maggiore 3 20162 - Milano - tel. 02 6444.2562 [email protected] Foto: Archivio Niguarda copyright Progetto grafico: REASON WHY www.reason-why.it Chi visita Niguarda Dalla Turchia U na decina in tutto, tra cui medici e dirigenti, ma anche ingegneri e architetti. Questa era la variegata delegazione che da poco ha visitato il nostro Ospedale. Provenienza? L’università di Istanbul e l’annesso policlinico. Cral Tesseramento 2012 iamo andati al Polo Logistico per incontrare Giuseppe Lorenzon, l’ingegnere che ha seguito i lavori per la nuova farmacia, un mix di funzionalità e innovazione. Dove si trova la nuova farmacia e quali sono le più importanti novità? La nuova farmacia è collocata nel nuovo Polo logistico, al piano interrato -1 e -2. È un nuovo sistema di immagazzinamento di tutti i farmaci, con un sistema commissioner box-speaker dove tutti i farmaci vengono immagazzinati e lavorati con alte velocità. Quindi innovazione dal punto di vista gestionale, nuovi laboratori per la galenica e gli antiblastici. Inoltre tutta la movimentazione avverrà attraverso cunicoli sotterranei per arrivare ai reparti attraverso il trasporto pesante, quello su valigetta e quello su posta pneumatica. Conciliazione famiglia-lavoro Mario Melazzini con lo speaker Gianni Mauri, dell’Ufficio stampa di Niguarda, e l’ex calciatore Gianluca Vialli Campus estivo per i figli dei dipendenti ra i 13.500 runners partecipanti alla Milano City Marathon 2012rappresentate ben 121 onlus- c‘erano anche “No Pain”- “capitanata” da Paolo Notaro, Responsabile Terapia del Dolore al Niguarda, in corsa con la sua staffetta- e i volontari del Centro Clinico NEMO guidati dal Direttore Scientifico Mario Melazzini. Torna per il 2° anno il campus per i figli dei dipendenti di Niguarda. Dall’11 giugno al 7 settembre: giochi, sport, laboratori e compiti con gli educatori per un’estate all’insegna del divertimento. T Stampa: Roto 2000 S.p.A. via L. Da Vinci 18/20 20080 Cesarile (MI) Tel. 02-900133.1 Tiratura: 30.000 copie Reg. Tribunale Milano: n. 326 del 17 maggio 2006 Pubblicità: Eurocompany s.r.l. via Canova 19 20145 Milano tel. 02.315532 - Fax 02.33609213 www.eurocompany.mi.it [email protected] Pubblicato online sul sito: www.ospedaleniguarda.it PRE-ISCRIZIONI APERTE Dal 30 aprile fino al 28 maggio 2012 Numero verde 800.750.229 lun-ven dalle 8.30 alle18.30 POSTI LIMITATI PER INFORMAZIONI • intranet alla voce: conciliazione Famiglia-Lavoro • segreteria Risorse Umane, 1° piano, Pad. 6, Area Sud nove Chirurgia toracica Petto escavato o “petto del ciabattino” Una malformazione toracica che può essere corretta con l’intervento giusto È la malformazione toracica più diffusa e colpisce mediamente 1 bambino ogni 1.000. Il suo nome è pectus excavatum, ma è conosciuto anche come “petto del ciabattino” (per la posizione di lavoro dei calzolai di un tempo che appoggiavano sul petto con forza le scarpe da pulire o da rimettere a nuovo). La malformazione è congenita nella maggior parte dei casi. Poco evidente alla nascita, diventa sempre più visibile con la crescita. Uno strano avvallamento ad imbuto che finisce per inghiottire anche l’autostima del ragazzo. “Spesso viene vissuta come una menomazione estetica- spiega Massimo Torre, Responsabile della Chirurgia Endoscopica del Torace-. Alcuni studi psicologici effettuati su bambini colpiti da questa malformazione hanno evidenziato che, quando non viene corretta chirurgicamente, favorisce insicurezza e timidezza. Va ricordato che nei casi più accentuati la rientranza dello sterno può provocare anche disturbi funzionali come lo spostamento del cuore dalla sua sede naturale o la riduzione dello spazio a disposizione dei polmoni nella gabbia toracica”. Per cui se il pectus excavatum è accompagnato da disturbi del ritmo cardiaco o difficoltà respiratorie durante lo sforzo, l’intervento chirurgico diventa necessario. Pensare che il disturbo regredisca con il tempo o con l’attività fisica è un’illusione. Al contrario, più passa il tempo più tende ad accentuarsi. A Niguarda gli interventi -condotti nel reparto di Chirurgia Toracica, diretta da Mario Ravini- per questo tipo di malformazione, sono stati una decina nel corso dell’ultimo anno. “Tutti gli interventi eseguiti -ci dice Torre- hanno avuto risultati ottimi dal punto di vista estetico e funzionale”. L’intervento con “l’archetto” Si chiama sternoplastica di Nuss (dal nome del chirurgo che la propose per primo) e permette di correggere la malformazione grazie all’inserimento di un archetto metallico sotto lo sterno. Questa tecnica consente di operare per via mini-invasiva, Nella lastra uno dei supporti usati per correggere il pectus excavatum attraverso due piccole incisioni ai lati del torace. Una volta inserito l’archetto, le estremità vengono agganciate alle costole e il centro sposta lo sterno all’infuori, in modo che, sotto questa spinta costante, l’infossatura si raddrizzi. “Il candidato ideale per questo tipo di operazione ha 15-16 annispiega Torre-, infatti il supporto metallico deve essere rimosso dopo 3-4 anni, a maturazione ossea completata”. La tecnica di Ravitch È l’opzione chirurgica tradizionale e consiste nell’asportazione di tutte le cartilagini costali, responsabili dell’infossamento, a causa del loro accrescimento fuori misura,. “Una volta staccato dalle cartilagini costali lo sterno viene mobilizzato e può essere spinto in avanti da un sostegno metallico che viene rimosso dopo 1 anno (periodo di tempo necessario per la stabilizzazione definitiva della gabbia toracica) o da una rete di tessuto plasticocontinua Torre”. Entrambi gli interventi vengono eseguiti in anestesia generale, durano 2-3 ore e il paziente può essere dimesso dopo 5-7 giorni. Prima e dopo l’intervento Neuropsicologia cognitiva Alzheimer, uno sportello che si prende cura dei familiari Supporto psicologico e una linea telefonica per non rimanere soli È la demenza degenerativa più diffusa. Un tarlo terribile e implacabile che succhia via la memoria fino all’ultima goccia: è la malattia di Alzheimer. I medici la chiamano compromissione cognitiva, il risultato? Il malato perde la sua autonomia arrivando a dipendere dal suo caregiver- chi gli presta assistenza- spesso un famigliare, che si trova a gestire situazioni per cui è del tutto impreparato. Con l’obiettivo di sostenere e aiutare chi assiste il malato nel suo delicato compito, presso il Centro di Neuropsicologia Cognitiva ha aperto, da 2 anni, lo Sportello Alzheimer, nato grazie al prezioso sostegno dell’A.I.M.A., Associazione Italiana Malattia di Alzheimer, in collaborazione con i Consigli di Zona 2 e 9 e le associazioni sindacali territoriali e di volontariato. Al servizio si accede senza appuntamento direttamente in Ospedale o chiamando una linea telefonica dedicata. Dall’altro capo della linea risponde un neuropsicologo esperto. “Parlare con uno psicologo è una necessità per molti familiari- spiega Gabriella Bottini, Direttore della Neuropsicologia Cognitiva-, in altre parole è un modo per offrire continuità di cure tra ospedale e territorio, ma anche per facilitare la presa in carico del malato”. Lo sportello oltre a dispensare consigli di carattere sanitario e non, aiuta a conoscere i diritti del malato e dei familiari, fornendo informazioni e aiuto nella gestione degli incartamenti burocratici, con cui molto spesso ci si ritrova ad avere a che fare, per ottenere le agevolazioni previste per questo tipo di situazioni. C’è di più. Molto spesso di pari passo con la progressione della malattia aumenta il carico di assistenza, e della stanchezza fisica che ne consegue, così nel caregiver compaiono anche ansia e depressione. “Per questo- spiega la neuropsicologa Serena Passoniparallelamente allo sportello abbiamo organizzato dei gruppi di auto-aiuto. L’intervento, strutturato in sei incontri a cadenza quindicinale, è condotto da una psicologa- neuropsicologa esperta nel deterioramento cognitivo che spiega la sintomatologia della malattia e aiuta i familiari a migliorare le loro capacità di assistenza e di cura”. Sportello di ascolto per il malato di Alzheimer e la sua famiglia presso il Padiglione 17 tutti i mercoledì pomeriggio dalle ore 14.00 alle ore 18.00 tel. 02.6444.4055 attivo negli stessi orari di apertura Un crescendo… Secondo lo studio ILSA (Italian Longitudinal Study on Aging) la malattia di Alzheimer colpisce oltre il 6 per cento degli ultrasessantacinquenni, ma raggiunge il 40 per cento sopra gli 85 anni di età, e si prevede per i prossimi anni una continua crescita del numero dei pazienti. Ortopedia SUBEMA Nei nostri Laboratori ricerchiamo e realizziamo soluzioni su misura • • • • • calzature su misura per adulti e bambini esami computerizzati per plantari di tutti i generi calzature e plantari per diabetici e reumatoidi busti, corsetti, fasce addominali e sternali protesi per arto superiore ed inferiore in carbonio e titanio o Ortopedia Subema Via G. 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La presentazione, come sempre, è affidata al Primario Emerito Enrico Magliano. S SAN MAURO ABATE an Mauro (VI secolo) è stato un monaco dell’ordine benedettino, discepolo prediletto di San Benedetto da Norcia, cui successe come abate a Subiaco. Era usuale ai tempi invocarlo per la guarigione delle malattie. In tal senso uno scritto riportato nella “Legenda aurea” di Jacopo da Varagine racconta che San Benedetto, avendo avuto una visione in cui gli era apparso il monaco Placido, che stava annegando nel lago vicino al convento, esortò Mauro ad aiutare il compagno ed egli lo salvò camminando miracolosamente sulle acque. Lo stesso Filippo Lippi, il grande pittore fiorentino del Quattrocento, descrisse questa scena in una tavola che venne esposta nel Duomo di Prato. È sconcertante il fatto che il dipinto sia stato venduto alla fine dell’Ottocento nel “mercato antiquario” di Roma ed ora si trovi nel “Cleveland Museum of Art”! Il confronto con questo capolavoro del Rinascimento avrà “impensierito” il pittore milanese Cesarino Monti, incaricato di ritrarre il Santo in una vetrata per la chiesa dell’Annunciata. In ogni caso il maestro milanese si era avvalso, per la traduzione dei cartoni preparatori nella vetrata, della consulenza dell’amico Gian Filippo Usellini (famoso pittore, anch’egli milanese e insegnante di “ Figura” all’Accademia di Brera). Il ritratto di San Mauro Abate appare “brioso”: la figura del monaco è snella, le case nel paesaggio retrostante sono di un rosso acceso che contrasta con il prato a zolle verde smeraldo ed anche l’abbazia sullo sfondo, seppur imponente, è leggera sotto un cielo azzurro. Enrico Magliano “San Mauro Abate” di Cesarino Conti Cesarino Monti - “Il pittore dei clown” in versione... “cattedrale” Cesarino Monti nasce a Milano il 15 settembre1916: dopo aver compiuto gli studi a Brescia frequenta l’Accademia di Brera di Milano dove avrà come maestri Carlo Carrà ed Aldo Carpi. Sposa Carla Colla, discendente da una famosa famiglia di marionettisti, ma il matrimonio naufraga dopo poco. Alla fine degli anni Trenta, epoca della commissione per la vetrata di Niguarda, collabora come scenografo al teatro alla Scala e trascorre un periodo a Parigi, dove frequenta Maurice Utrillo. Nel 1950 si innamora di Adriana Medrano, figlia d’arte circense e con lei inizia un’esistenza girovaga che inciderà sulla sua arte, tanto da essere definito “il pittore dei clown”. I suoi colori tipici sono violenti e tenui in un assortimento movimentato; le maschere dei pagliacci sono tristi ed ironiche sullo sfondo dei carri e delle tende del circo. Negli anni Sessanta ritorna a Brescia, città della sua giovinezza, che gli dedicherà una grande rassegna personale, cui seguiranno importanti riconoscimenti internazionali a Parigi, New York e Stoccolma. La critica (che ora lo ha dimenticato) lo ha un tempo osannato, ed una sua monografia venne presentata da Indro Montanelli. Muore a Brescia il 3 ottobre 1979. AtAhotel ContessA JolAndA Tariffe convenzionate per i parenti e i pazienti dell’Ospedale Niguarda. A soli 15 minuti a piedi dall’Ospedale. Ottimamente collegato ai mezzi pubblici. L’autobus 84 che porta all’Ospedale Niguarda ferma davanti all’ingresso del residence. Inoltre, la fermata MM3 Maciachini è a soli 400 mt. Ideale per soggiorni prolungati. Central booking tel. +39.06.69646964 Fax +39.06.69646965 [email protected] Un ResIdenCe VICIno A ChI è VICIno AI PRoPRI CARI. undici Alcolisti anonimi Prevenzione Voglia di smettere Nei, quello che c’è da sapere lcolisti Anonimi è un’associazione di persone che conoscono bene il problema del bere, per averlo vissuto direttamente, e che hanno trovato il modo per lasciarselo alle spalle. Al Niguarda, per chi volesse partecipare ai loro incontri, l’appuntamento è al reparto di Epatologia. Alcolisti Anonimi non ha registri e non ha quote di iscrizione per chi si mette in contatto o per chi ne fa parte. Chiede solo di avere il desiderio di smettere A di bere, proteggendo con l’anonimato l’identità dei suoi membri. A Milano e in Provincia Alcolisti Anonimi è presente con circa 40 Gruppi, che si riuniscono in media due o tre volte alla settimana. PER PARTECIPARE L’appuntamento è presso il Blocco Sud (Ponti Ovest 1° piano), reparto di Epatologia, studio 4, ogni martedì dalle 18 alle 19. www.aa-arealombardia.it I “detective” dell’immagine SEGUE DALLA PRIMA Dottor Vanzulli cosa fa la Radiologia di un grande Ospedale come Niguarda? Il nostro compito è aiutare il clinico a fare la corretta diagnosi. Questo è il primo passo fondamentale per impostare la corretta terapia. Quante prestazioni all’anno vengono effettuate? Mediamente vengono seguiti 120.000 pazienti all’anno. Si può dire che la maggior parte dei pazienti, che si rivolgono al Niguarda, passa per un motivo o per l’altro dalla radiologia. Qual è l’esame che si esegue maggiormente? La radiografia tradizionale, che è anche la procedura più veloce. Ci sono poi gli esami ecografici, le TAC e le risonanze magnetiche. Sempre più spesso si sente parlare di diagnosi occasionali: le persone fanno un esame per una cosa e se ne scopre un’altra? È vero? Difficile quantificare il fenomeno con dei numeri, ma non me ne stupirei perché le tecniche a disposizione sono sempre più sensibili e si utilizzano macchine che danno immagini più precise. Tanto per fare un esempio: 30 anni fa la TAC faceva scansioni da 1 cm, adesso le fa da 0,6 mm. La Radiologia di Niguarda si trova al Blocco Sud, la sezione più nuova dell’Ospedale che ha aperto 2 anni fa. Che tipo di tecnologia avete a disposizione? Abbiamo un parco tecnologico di ultima generazione. In particolare, disponiamo di un’evoluzione della radiologia tradizionale che si chiama tomosintesi. Questa tecnica è applicata sia per i tumori del seno che per la radiologia scheletrica e toracica e permette la possibilità di fare le scansioni come la Tac, ma senza l’esposizione che questo esame porta con sé. Infatti, la quantità di radiazione emessa dalla tomosintesi è paragonabile a quella di una radiografia, solo il 20% in più. La tecnologia progredisce e vi dà una mano, ma cosa serve per capire bene e a fondo questo tipo di esami? In sostanza qual è il sesto senso del buon radiologo? Il radiologo deve cogliere cosa c’è di anomalo in un’immagine e come tutte le grandi intuizioni una parte è un po’ imponderabile. Per il resto ci vuole attenzione, dedizione e soprattutto il confronto con i clinici, perché le malattie si presentano in modo molto simile nei vari pazienti, per cui se sai qual è il sospetto sai dove devi andare a guardare. Il radiologo è fondamentale per un ospedale. È vero che siete sempre meno? Non è vero la scuola di specializzazione ne prepara di più di una volta. Solo che forse ne servirebbero di più, perché le tecniche di oggi, sempre più sofisticate, richiedono più risorse per essere usate al meglio. Magari non è facile attirare i giovani studenti di medicina verso questa specializzazione perché l’equazione, un po’ grossolana che si accende nelle loro menti, è quella che il radiologo sia una sorta di fotografo, un ruolo con meno appeal rispetto al chirurgo. Un’impressione, perché toccando con mano quello che fa il radiologo è un lavoro appassionante: è il detective dell’ospedale. I CI O M A I PREPAR ATE ALL’EST l caldo, la bella stagione, ci si scopre ed ecco che l’occhio cade su quelle macchioline strane sulla nostra pelle: i nei. Ma quanto ne sappiamo in materia? Ecco una serie di luoghi comuni su cui è bene fare chiarezza, soprattutto in vista dell’estate. Vero o falso? Tagli, lesioni e urti non sono pericolosi per i nei. Vero. I traumi non incidono sulla natura maligna o benigna di un neo. I nei di grandi dimensioni, sono i più pericolosi, perchè degenerano sempre in melanoma Falso. I nei grossi non sono più a rischio di quelli piccoli. Se però le dimensioni del neo crescono all’improvviso, occorre rivolgersi subito ad un dermatologo. Quelli che abbiamo fin dalla nascita sono più a rischio di quelli che compaiono da adulti. Falso. Non sono più pericolosi, ma vanno controllati mediante l’autoesame e il controllo dallo specialista. Occhi ben aperti su quelli che si modificano o quelli che compaiono all’improvviso. Asportare un neo è pericoloso. Falso, anzi è vero il contrario. Perché se il neo presenta anomalie è bene toglierlo. Chi ha molti nei non può prendere il sole Falso. Anche chi ha molti nei può esporsi al sole ma con prudenza. L’importante è che la cute venga protetta con adeguati filtri solari e con protezioni naturali (vestiti, occhiali, cappellino ed ombrellone). Tuttavia le caratteristiche dell’esposizione solare devono essere compatibili con il fototipo. Fototipo e tintarella Il fototipo viene definito dal colore della pelle, dei capelli, dalla predisposizione alla comparsa di eritemi e dall’attitudine all’abbronzatura. In particolare i soggetti con pelle chiara e con tendenza alle scottature solari devono evitare le esposizioni solari nella fascia oraria dalle 11 alle 16 (ora legale). La stessa regola vale durante l’infanzia per tutte le pelli. I consigli dell’esperto, Ignazio Stanganelli, specialista in oncologia dermatologica. ABCDE: la regola per identificare le macchie sospette Per riconoscere le modificazioni sospette di un neo o di una macchia scura di recente insorgenza si fa riferimento alla “regola dell’ ABCDE”: A sta per asimmetria: il melanoma è una macchia irregolare nella quale non è possibile identificare due metà simili tra loro. La gran parte dei nei benigni sono invece regolari; B significa bordi irregolari e frastagliati a “carta geografica”; un neo sospetto ha i contorni irregolari, un neo benigno è rotondo e ben definito. C come colore variabile, che può comprendere sfumature diverse all’interno dello stesso neo o un colore intensamente nero che si differenzia dagli altri nei. D come dimensioni: queste aumentano sia in larghezza sia in spessore. Ci si trova in una situazione di possibile pericolo quando la macchia supera i 6 mm di diametro. E come evoluzione progressiva: raramente il melanoma resta identico a se stesso in quanto la lesione tende a crescere e allargarsi rapidamente. Intorno ai bisogni del paziente 3 TAC, 2 ecografi, 1 risonanza magnetica, 2 mammografi: questo il parco tecnologico in dotazione al Niguarda. Una “batteria diagnostica” dai 400 esami al giorno, a cui di recente si è aggiunto il nuovo ecografo mammario a tomosintesi, un concentrato di tecnologia che permette diagnosi più precise, a fronte di una maggiore sicurezza per il paziente. I dati dicono che, rispetto all’anno scorso, la Radiologia di Niguarda ha effettuato un terzo di esami in più. Merito dell’ampliato parco macchine, ma anche di un nuovo modello di gestione che ottimizza le prestazioni. “Il risultato che abbiamo ottenutospiega Matteo Stocco Direttore Marketing e Accoglienza Utenti- è frutto di una stretta collaborazione tra i nostri tecnici e la Radiologia. Come nelle migliori organizzazioni aziendali domanda e offerta sono strettamente collegate, in modo che il sistema di valutazione delle richieste incida direttamente sulla ottimizzazione della produzione”. Niguart Il MAPP al MiArt Anche quest’anno il MAPP, Museo d’Arte Paolo Pini, ha partecipato a MiArt - Fiera d’Arte Moderna e Contemporanea di Milano. Gli artisti delle Botteghe d’Arte hanno presentato “Oltre”, un’esposizione di opere realizzate in occasione di un workshop “a quattro mani” con l’artista Riccardo Gusmaroli. “Mammografia in 3D” Niguarda è uno dei pochi centri in Italia a disporre della tomosintesi. Si tratta di una tecnica digitale tridimensionale. Le immagini del seno sono acquisite da diverse angolature e vengono stratificate e ricostruite in 3D diversamente dai sistemi tradizionali in cui le immagini sono proiettate in 2 dimensioni. Questa scomposizione permette di analizzare in modo approfondito le lesioni che in un’immagine d’insieme, come quella delle indagini tradizionali, potrebbero essere invisibili. Oltre alle patologie del seno, la tomosintesi, viene utilizzata anche per la radiologia scheletrica e toracica. L’intelligence per l’ottimizzazione delle risorse Il monitoraggio delle macchine in dotazione alla Radiologia avviene attraverso un modello organizzativo e tecnologico di Business Intelligence, in grado di misurare in tempo reale l’efficienza nell’utilizzo delle risorse. Lo scopo è quello di garantire una migliore offerta in termini di disponibilità e possibilità di accesso per il paziente. Grazie all’utilizzo di specifici software e relative banche di dati è possibile sapere in tempo reale, ad esempio, quanti posti oggi sulla TAC in Blocco SUD sono rimasti liberi e per quale attività attivarsi per cercare di occuparli. Questo tipo di gestione ottimizzata, unitamente ad alcuni accorgimenti organizzativi, ha portato ad un incremento del 30% delle prestazioni effettuate dalla Radiologia (confronto primo trimestre 2012- primo trimestre 2011). Le Botteghe d’Arte del MAPP sono laboratori di arteterapia accreditati presso il Centro Diurno della Psichiatria 4, in cui artisti professionisti, inseriti in un’équipe multiprofessionale, conducono stage lavorando “a quattro mani” con gli utenti che lo frequentano. dodici Sperimentazione - Trapianti Sei donatore? Il consenso è sulla carta d’identità l rilascio o rinnovo della carta d’identità si potrà comunicare il proprio assenso o dissenso alla donazione degli organi. È questa la novità che passerà attraverso le anagrafi comunali di Perugia e Terni, dove la scelta dei cittadini maggiorenni (238 mila quelli potenzialmente interessati) di donare o meno i propri organi, avverrà nel momento stesso in cui chiederanno il rilascio o il rinnovo della carta d’identità. Si tratta di un progetto pilota lanciato dal Ministero della Salute, che potrebbe portare ad un incremento delle donazioni d’organi. Il consenso o il dissenso avranno immediato valore legale e saranno registrati in tempo reale nel database dei potenziali donatori del Sistema Informativo Trapianti, uniformato a livello nazionale. Se le aspettative dovessero essere confermate dalla sperimentazione, il modello potrebbe essere adottato, in una fase successiva, su scala nazionale. Le stime parlano di un incremento del 20% dei consensi che “porterebbero ad un milione di potenziali donatori in più in Italia- ha detto Alessandro Nanni Costa, Direttore del Centro Nazionale Trapianti-”. A 27 MAGGIO GIORNATA PER LA DONAZIONE Il parere di Maria Pia Moretti, Coordinatore del Prelievo del Niguarda Dottoressa cosa ne pensa dell’iniziativa? Certo si tratta ancora di un progetto pilota che va verificato. Alla luce di questo dobbiamo essere più cauti o più ottimisti? In sé la sperimentazione, nuova in Italia, non è una novità in assoluto, perché già utilizzata in altre parti del mondo. L’obiettivo della sperimentazione è nobile ed esprime un bisogno sanitario reale: recuperare il maggior numero di donatori possibili, a fronte di una richiesta sempre molto pressante. Il rischio è che la richiesta di firma avvenga su persone male o non informate e quindi un eventuale “no” o “sì” sia frutto di una decisione poco ponderata. Aspettiamo con ansia i risultati della sperimentazione. Oltre ad iniziative come questa, su cosa bisogna puntare a suo avviso per incentivare la cultura della donazione in Italia? Resta di importanza cardinale la corretta informazione sia verso i sanitari, perché siano professionalmente ben preparati ad affrontare il percorso di donazione di organi, ma anche verso tutti i cittadini, perché possano capire l’importanza della donazione e della espressione di volontà in merito. Il coordinamento Niguarda lavora da anni con AIDO (Associazione Italiana per la Donazione di Organi, Tessuti e Cellule), nel settore informazione particolarmente rivolto alle scuole superiori. Speriamo che queste campagne possano dare in futuro frutti positivi, e che si moltiplichino gli eventi informativi corretti. Chi dona regala la vita Il prossimo 27 maggio è la Giornata Nazionale per la Donazione degli Organi. Un appuntamento per sensibilizzare e ribadire quanto sia importante la scelta di diventare un donatore: un gesto semplice ma straordinario, perché chi dona regala la vita. Niguarda Centro di Riferimento per le Malattie Rare Cistinuria, una rara causa di calcolosi renale Cristalli di cistina: la tipica forma esagonale Il mancato assorbimento della cistina forma calcoli renali a ripetizione a calcolosi renale è un disturbo frequente ed è causata da un eccesso di sali nelle urine che precipitano, proprio come succede quando si butta troppo sale nell’acqua della pasta. La cistinuria è una calcolosi, ma rara ed ereditaria, dove la sostanza che precipita nelle urine è la cistina, un aminoacido (cioè un mattone che compone le proteine) che normalmente viene recuperato dalle urine e torna nel sangue. I pazienti affetti da cistinuria non posseggono nel tubulo prossimale del rene un trasportatore della cistina, una specie di vagoncino che veicola questo aminoacido, e dunque questa si accumula nelle urine e precipita formando cristalli e calcoli. Come si manifesta Quando sospettare una cistinuria come causa di calcolosi renale? “Intanto quando si verifica un primo episodio di calcolosi che si manifesta già nell’infanzia o nell’adolescenza L - spiega la nefrologa Maria Elisabetta De Ferrari –; inoltre può essere indicativa anche la forma dei calcoli detta “a stampo”, che è tipica dei calcoli formati da cistina. Un altro indizio può essere la familiarità, cioè avere un fratello già affetto dalla malattia, o il riconoscimento nel sedimento urinario di tipici cristalli esagonali, mentre la certezza proviene dall’analisi chimica o meglio cristallografica del calcolo, che sarà appunto composto principalmente da questo aminoacido”. Le cause La cistinuria è causata da mutazioni del DNA. In particolare risultano alterati quei geni adibiti alla sintesi del trasportatore renale della cistina. Come si cura Le terapie si muovono su due versanti quello chirurgico e quello medico. Il primo si occupa della rimozione dei calcoli quando questi INTERVISTA Luca 36 anni. I primi segni di malattia sono iniziati circa 6 anni fa. Tanti interventi ma quei calcoli continuavano a ritornare. Oggi è a Niguarda per un controllo di routine. Quando e come è iniziato tutto? Ho cominciato a star male, improvvisamente, a 30 anni. Sono andato in pronto soccorso, avevo un blocco renale che poi si è scoperto essere dovuto a dei calcoli. C’è stato un intervento per rimuoverli, da quel momento tra l’altro ho scoperto di avere un solo rene. Sei nato così? Sì e nessuno se ne era mai accorto prima e tanto meno influiva sulla mia vita. Dopo l’operazione com’è andata? Non tanto bene perché nel primo ospedale a cui diventano troppo “ingombranti” e possono ostruire le vie urinarie con rischi di infezione e danno renale. “I calcoli di cistina sono molto duri e resistenti alla frammentazione -aggiunge De Ferrari- per cui la litotrizia extracorporea ad onde durto (ESWL) viene riservata solo per calcoli inferiori a 1.5 cm. Per quelli più grossi bisognerà ricorrere ad interventi più invasivi come la nefrolitotrissia percutanea”. Per prevenire la formazione dei calcoli si punta sulla diluizione delle urine con l’assunzione di elevate quantità di liquidi, arrivando a bere anche 3-4 litri di acqua frazionati nell’arco della giornata. Un altro “trucco” per favorire la solubilizzazione della cistina è quello di spostare il pH dell’urina verso valori cosiddetti basici (pH 7,5-8). Per farlo si punta sull’assunzione di composti quali il citrato di potassio o il bicarbonato di potassio. Se questi provvedimenti non sono sufficienti, mi sono rivolto hanno spostato i calcoli in un’altra regione del rene per provare a bombardarli; per farlo hanno messo uno stent che ha creato dei danni: i calcoli si sono così “appiccicati” sul rene. Mi sono rivolto ad un’altra struttura sanitaria, mi sono sottoposto a diversi altri interventi che sono serviti per così dire a “ripulire” il rene. A questo punto cosa si è scoperto? Si è visto che questi calcoli nel giro di poco tempo continuavano a riformarsi. Quindi si sono accorti che era molto di più di una “normale calcolosi”? Non subito perché l’analisi del calcolo non aveva fatto capire che si trattasse di calcoli di cistina, allora mi sono sottoposto nuovamente ad una serie di interventi. Allo stesso tempo si è proceduto con nuove analisi in centri specializzati che hanno dato come esito che i miei calcoli erano formati da cistina. L’ipotesi della cistinuria ha incominciato a prendere piede e mi è stato consigliato di rivolgermi al Niguarda. sempre con lo scopo di abbassarne la concentrazione urinaria, si utilizzano anche delle sostanze “acchiappa-cistina”, quali la tiopronina e la penicillamina “Questi farmaci possono avere, come effetto collaterale, la comparsa di proteinuriaspiega De Ferrari-. A tale scopo occorre dosare periodicamente nelle urine i livelli di cistina libera per trovare la quantità minima efficace del farmaco e l’eventuale presenza di proteinuria come indice di tossicità renale”. Infine la cistinuria può essere contrastata a tavola: può essere d’aiuto, infatti, una dieta povera di sale e con poche proteine animali. Qui è stata fatta la diagnosi di questa malattia rara. Come sei seguito? Abbiamo provato il trattamento con due farmaci che sono in grado di “sciogliere” questi calcoli, ma purtroppo sono risultato allergico ad entrambi. Quindi ho dovuto sospendere la somministrazione e abbiamo optato per una altra terapia. Quale? Devo bere veramente tanto, più di 4 litri al giorno. In pratica la bottiglia d’acqua mi accompagna per tutta la giornata. In più prendo dei sali che mi aiutano a mantenere il pH dell’urina su valori basici in modo da favorire il più possibile la solubilità della cistina. Una terapia non farmacologica, che funziona? Sì, sto bene. Ovviamente mi devo sottoporre a controllori regolari e con un esame ecografico periodicamente si tiene sotto controllo la situazione dei calcoli nel rene. Grazie per averci testimonianza. portato la tua Al “maschile” Si tratta una malattia rara, con una frequenza di 1 su 7.000 nati e i maschi hanno manifestazioni più severe delle femmine. Come si trasmette La cistinuria si trasmette come carattere autosomico recessivo. Ciò significa che un soggetto ammalato eredita due geni mutati da genitori entrambi “portatori sani” della malattia. I portatori sani sono individui che posseggono un gene mutato ed uno normale. Altri 3… In questa malattia, insieme alla cistina, anche altri tre aminoacidi, definiti dibasici (ornitina, arginina e lisina) vengono persi con le urine, senza però che ne derivino conseguenze clinicamente evidenti. tredici Farmacie e web Attenti agli acquisti online Farmaci e internet un binomio pericoloso per cui è necessario non abbassare la guardia. Dopo il caso della 30enne morta a Barletta in seguito all’assunzione di sorbitolo acquistato (a quanto pare) su eBay e somministrato in un laboratorio privato, ci siamo rivolti a Franca Davanzo, Direttore del Centro Antiveleni. INTERVISTA CON FRANCA DAVANZO, DIRETTORE CAV di farmaci online fra gli italiani: il 41% degli intervistati ignora che, a oggi, l’acquisto di medicinali su internet nel nostro Paese è vietato. Che cos’è esattamente il sorbitolo e per cosa viene usato? Il sorbitolo è uno zucchero presente in natura in alghe, piante e frutti. È utilizzato come dolcificante nell’industria alimentare: il suo nome riportato sulle etichette è E420. Quando viene utilizzato in ambito medico? È utilizzato a scopi terapeutici come purgante per la sua capacità di trattenere acqua a livello dell’intestino. Data la sua diffusione negli alimenti e data la presenza di allergie alimentari il test allergico si basa proprio sulla sua ingestione e su rilevazioni effettuate nell’aria espirata. Nel caso di Barletta l’acquisto pare essere stato effettuato su eBay. Che insidie nasconde la rete per questo tipo di acquisti? Ricordiamo che vendere farmaci online è vietato dalla legge italiana. Chi acquista online lo fa illegalmente a proprio rischio e pericolo, come se acquistasse un farmaco sul mercato nero. È bene ricordarlo visto che l’Aifa (Agenzia Italiana del Farmaco) ha diffuso i risultati di un’indagine, recentemente condotta, da cui emerge la scarsa conoscenza della normativa vigente sulla vendita L’allarme dei farmaci on-line è stato lanciato da qualche anno, ma nonostante questo il fenomeno sembra diventare sempre più preoccupante… Assolutamente sì e a questo proposito vale la pena citare lo studio, promosso da IMPACT Italia (composto da Aifa, Istituto Superiore di Sanità, Carabinieri NAS, Ministero della Salute e l’Alto Commissario per la lotta alla contraffazione) in collaborazione con l’Organizzazione Mondiale della Sanità. Si tratta di uno studio che contiene dati allarmanti: in 6 mesi sono stati effettuati circa 60 acquisti su siti che si dichiarano americani o canadesi (ma in realtà operanti anche in Europa). Nel 50% dei casi l’acquisto si è concluso con il prelievo dei soldi da parte della farmacia online senza l’invio di alcun prodotto. Quindi una truffa... Sì e non solo. Nell’altra metà dei casi l’arrivo del prodotto non ha certo messo al riparo l’acquirente, anzi. Per l’acquisto di steroidi anabolizzanti, nel 100% dei casi, il prodotto non conteneva nessun principio attivo. Acqua fresca insomma. Nei farmaci per disfunzioni erettili, forse i più diffusi, nel 70% dei casi si trattava di cloni illegali, non controllati. Pervengono al vostro Centro segnalazioni di intossicazioni riconducibili a farmaci acquistati da internet? L’ultima pervenuta è proprio quella che ha coinvolto il caso di Barletta per il quale è stato contattato il CAV di Foggia. Questo caso ha evidenziato come la rete dei Centri Antiveleni è in grado di rilevare in tempo reale eventi sentinella spia di una realtà ai più ignota ma che comunque mette a repentaglio la nostra salute. Dal Centro Antiveleni Detersivi e bambini: attenzione alle monodosi I detersivi pre-dosati nelle capsule idrosolubili e trasparenti le così dette “monodosi, ecodosi, caps” rappresentano un pericolo per i bambini. Il colore, la forma, la consistenza e la confezione attraggono i più piccoli, che portandoli alla bocca possono ingerirne il contenuto. L’allerta arriva dal Centro Antiveleni di Niguarda che negli ultimi tempi ha registrato un incremento di casi legati a questo tipo di incidente domestico. Per questo ha deciso di diffondere un avviso che trovate sia sul sito di Niguarda sia sul sito del Centro Antiveleni. ATTENZIONE MAMME • Il detersivo è più concentrato e quindi provoca irritazione grave delle mucose con cui viene in contatto. • Non datelo in mano ai più piccoli perché, portandolo alla bocca, l’involucro si rompe e il detersivo schizza in bocca, sugli occhi e sulla cute provocando grave irritazione. • Tenetelo fuori dalla portata del bambino, riposto in alto e chiuso a chiave. IN CASO DI INGESTIONE • Chiamate subito il Centro Antiveleni allo 02 66101029 (servizio h24). • Non provocate il vomito. • Non somministrate nulla per bocca senza il parere del medico. PER INFORMAZIONI - www.ospedaleniguarda.it - www.centroantiveleni.org Emergenza-Urgenza Pronto Soccorso affollati: facciamo chiarezza n tema caldo, un tema dibattuto: quello dei pronto soccorsi in Italia è stato un bersaglio su cui i media hanno “sparato” a ripetizione nelle ultime settimane. Tutto è partito dal caso limite di un importante ospedale romano, un fatto di cronaca eclatante che ha dato il via ad un susseguirsi di interrogativi sull’affollamento delle astanterie. Abbiamo incontrato Daniele Coen Direttore del Pronto Soccorso di Niguarda, uno dei più grandi d’Italia, una “macchina” dai 93.000 accessi l’anno. U Dottor Coen perché questa situazione di difficoltà viene fuori tutta adesso? Non saprei, la cosa è nota da anni e non solo in Italia. Negli Stati Uniti è una questione a cui ci si interessa almeno da 20 anni. Si punta il dito contro il pronto soccorso ma quali sono le cause che hanno portato a questi disagi? I pronto soccorso affollati sono in parte la naturale conseguenza di una risposta inadeguata del territorio alle richieste dei pazienti. “Risposta del territorio”, a cosa si riferisce? Soprattutto ai medici di medicina generale che dovrebbero aumentare le ore di ambulatorio da dedicare alla visita dei pazienti e potrebbero attrezzarsi meglio per poter gestire le urgenze minori come ad esempio un’otite, febbre alta, un dolore addominale insorto da qualche giorno. Sono tutti casi che richiedono una valutazione in tempi brevi, e a volte una diagnostica di base, che la medicina generale oggi non è in grado di garantire. C’è poi chi si rivolge al pronto soccorso perché proprio non c’è alternativa come gli stranieri e gli extracomunitari… Sì, si tratta di una di un buon 15% degli accessi, che non avendo assistenza sanitaria si rivolgono obbligatoriamente a noi. Finora abbiamo parlato di difficoltà nella fase d’ingresso dei pazienti in ospedale, ma ci sono anche per l’uscita. Ci spieghi meglio. Penso ad esempio all’anziano, ricoverato per una polmonite, che deve continuare la cura con l’antibiotico per 10 giorni, dopo 3 potrebbe già uscire ma non si sa dove mandarlo perché vive da solo e nessuno potrebbe prendersi cura di lui. Oppure a chi è stato un mese a letto e ha bisogno di una struttura che lo segua anche dal punto di vista riabilitativo per ritornare a camminare, ma si tiene in ospedale perché c’è una disponibilità per il momento troppo bassa di tali servizi sul territorio - che si spera possa essere ampliata, in futuro, grazie alle strutture per l’assistenza subacuta che oggi in Lombardia si stanno sperimentando -. Se a ciò si aggiunge la pesante riduzione dei posti letto per pazienti acuti degli ultimi anni, si comprende meglio perché il ruolo del pronto soccorso sia cambiato e i problemi siano cresciuti. In che modo è cambiato? Vede se fino a 10-15 anni fa il pronto soccorso era un po’ come una sorta di “portineria” dell’ospedale che decideva chi doveva andare nei reparti specialistici e chi poteva tornare a casa, oggi è diventato esso stesso un reparto di diagnosi e cura, dove si svolgono esami e terapie per tempi a volte molto lunghi. Ma se per seguire i pazienti che non si riesce a ricoverare occorrono molte ore, questo si riflette inevitabilmente sulle attese di chi ancora non è stato valutato. In che modo il pronto soccorso di Niguarda si è adeguato al cambiamento? Con la formazione e la professionalità degli specialisti ma anche con la dotazione tecnologica. Penso che però stia diventando urgente un ammodernamento strutturale e organizzativo, con spazi che rispecchiano le nuove necessità del pronto soccorso, per aiutarci a svolgere meglio il nostro importante compito nei confronti dei pazienti. quindici Parola allo Specialista Safena e varici, come e quando intervenire... Lo spiega il chirurgo vascolare Federico Romani Cosa sono le varici? Sono vene dilatate di apparenza tortuosa che interessano il sistema venoso superficiale delle gambe. Questo sistema, costituito dalla grande e piccola safena e dai loro vasi affluenti, ha la funzione di raccogliere il sangue periferico e indirizzarne il flusso dal basso verso il cuore. della safena vengono poi singolarmente asportate mediante altre piccole incisioni (di 2 mm circa). Al termine si pratica una fasciatura elastica, che va mantenuta per una decina di giorni. Trattamento Obiettivo dell’intervento è l’eliminazione della vena safena malata e non più funzionante. L’intervento tradizionale, definito safenectomia, consiste nell’asportazione, totale o parziale, della vena grande safena, o della piccola safena, unitamente ai suoi collaterali varicosi. Day- surgery Si tratta di un intervento eseguibile in anestesia locoregionale e generalmente in day-surgery. E’ tuttavia possibile che alcuni sintomi d’insufficienza venosa permangano o ricompaiano a distanza di tempo, che vi siano ritardi di guarigione delle ferite, o aree di alterazione della sensibilità della pelle nelle zone trattate chirurgicamente, generalmente reversibili. Tecnica della safenectomia o stripping della safena L’intervento consiste in un’incisione di circa 2-3 cm all’inguine e una più piccola, di circa 1 cm, al malleolo (caviglia). La vena viene così isolata ai due capi, ed incannulata con una sonda apposita che al termine “sfila” via la vena (stripping). Le vene varicose dell’arto che dipendono dai rami collaterali Varicectomia In presenza di piccole varici sintomatiche o asintomatiche ma con impatto estetico, che non coinvolgono la vena safena, l’intervento più adatto consiste nell’asportazione delle vene colpite mediante micro-incisioni. Tale intervento definito varicectomia viene realizzato in anestesia locale ed eseguito Formazione PER INFO Corsi e convegni di maggio 12 maggio BASIC LIFE SUPPORT DEFIBRILLATION Il corso è un corso teorico-pratico finalizzato allo sviluppo continuo professionale per medici ed infermieri con esposizione al paziente critico. Obiettivo del corso è quello di far acquisire ai partecipanti le conoscenze teoriche, le abilità pratiche e le competenze relazionali e comunicative riguardanti le principali condizioni di emergenza. Sede: Meditel Centro Polispecialistico Via Alliata, 1 – 21047 Saronno (VA) www.ospedaleniguarda.it 15-16 maggio SISTEMA DI GESTIONE PER LA QUALITÀ: APPLICAZIONE NORMA ISO 9001:2008 Il corso sipagina propone di offrire una panoramica completa delle stampa area medica feb12 def.pdf 1 21/02/2012 9.54.00 Tecniche alternative E’ oggi possibile ricorrere a tecniche meno invasive, più confortevoli per il paziente e con tempi di guarigione più rapidi. Si tratta dell’ablazione della safena mediante laser o radiofrequenza. In questo caso, attraverso una sola, piccola incisione e sotto controllo ecografico, vengono inserite delle sonde apposite che, liberando energia laser o radiofrequenze, danneggiano la parete interna della safena finendo per occluderla e pertanto eliminarla di fatto dal circolo. I risultati sono decisamente incoraggianti, il gradimento dei pazienti è superiore rispetto alla tecnica tradizionale e pertanto presto diventeranno la procedura di scelta. Riconoscimenti Premio Vivisalute: the winner is… fasi che caratterizzano la progettazione e la realizzazione del sistema di gestione per la qualità, in accordo con gli indirizzi forniti dalla legislazione vigente. Il corso è rivolto a operatori che desiderano approcciare ed approfondire i contenuti della normativa ISO 9001:2008. Sede: Area Sud, Pad. 6 - Ala B, Aula D 17 e 24 maggio (prime due giornate) DODICESIMO CORSO DI FORMAZIONE IN ARGOMENTI CARDIOLOGICI PER I MEDICI DI MEDICINA GENERALE E 14 maggio NON CARDIOLOGI TRAINING ON THE JOB- FORMAZIONE SPECIALISTI La Cardiologia 5 territoriale del Dipartimento SUL CAMPO IN ECOCARDIOGRAFIA Cardiotoracovascolare promuove per l’anno 2012 il 12° Corso di aggiornamento in argomenti cardiologici 2012 L’ecocardiografia ha assunto un ruolo sempre più rilevante nella diagnostica cardiologica ed è diventata uno strumento indispensabile nella pratica clinica. Sempre maggiore è il numero di cardiologi, internisti ed anestesisti che si avvicinano a questa metodica con lo scopo di acquisire le conoscenze necessarie alla corretta esecuzione ed interpretazione dell’esame ecocardiografico. Sede: Area Sud, Blocco Sud in regime di day-hospital. Per quelle più piccole (ma esteticamente fastidiose!) è invece più adatta la scleroterapia, una tecnica che consiste nell’iniezione di sostanze che provocano il riassorbimento del tratto varicoso. indirizzato ai medici di medicina generale ed agli specialisti non cardiologi. Sede: Sala conferenze Villa Marelli, viale Zara, 81, Milano 26 maggio PERCORSO ALGOLOGICO OSPEDALETERRITORIO Il corso è diretto allo sviluppo delle conoscenze nell’area algologica atte a favorire un processo di integrazione tra ospedale e territorio. Verranno analizzate in particolare classificazioni e step di invio da e per l’ospedale dei pazienti con sindromi del dolore croniche e refrattarie. Sede: Blocco Sud, III° Piano, Aula A Da sinistra Maurizio Bottiroli, Francesca Macera, Nuccia Morici, Benedetta De Chiara e Luca Botta l prestigioso riconoscimento Vivisalute-CeRGAS, per medici e operatori socio-assistenziali che uniscono prestazioni di alto livello con l’attenzione alla persona, quest’anno ha premiato la cardiologa, Maria Frigerio, Direttore del Dipartimento Cardiotoracovascolare. A ritirare il premio è andata una delegazione composta da alcuni giovani e brillanti medici del Dipartimento, scelti tra gli ultimi assunti in cardiologia, cardiochirurgia, e anestesia e rianimazione. “Ritengo che il riconoscimento non sia legato tanto alla mia persona ma alla squadra che ho l’onore e l’onere di guidare. Così, non potendo ritirare il premio perchè impegnata in un convegno all’estero (dove, tra l’altro, sono stati presentati i risultati di una nostra ricerca sul cuore artificiale) mi è sembrato opportuno mandare una rappresentanza del Dipartimento- spiega Maria Frigerio-. Molte persone incluso diversi colleghi anziani sono certamente rappresentativi del Dipartimento e dell’Ospedale, ma dovendo operare una scelta mi è sembrato meglio inviare un gruppo di giovani, a testimoniare insieme la continuità e il rinnovamento, elementi importanti nel contesto di un premio dedicato alla ricerca e all’innovazione in sanità. Inoltre questi giovani specialisti sono persone che, avendo altre opportunità professionali, hanno investito energia competenza e determinazione per lavorare a Niguarda”. I NUMERO GRATUITO www.amplifon.it 800 91 08 08