FIAT 1100 SPORT STANGUELLINI (1948) Il nome Stanguellini, per gli appassionati di automobilismo, rievoca il passato glorioso dei carrozzieri italiani del ‘900. Audaci designer, ingegneri e abili meccanici e lattonieri trasformavano le vetture di case blasonate in autentici capolavori d’arte ed altrettanti potenti bolidi adatti a calcare le piste sia italiane che estere e poi mietere ovunque successi. Ciò che più mi affascina di queste vetture è il fatto che perlopiù sono modelli unici costruiti pensando alle caratteristiche di quella determinata gara o, ancor più affascinante, al proprietario che la guiderà. Gli Stanguellini, modenesi non a caso, fanno parte della gloriosa schiera di coloro che hanno dato il maggior contributo all’automobilismo nostrano. Creando veri capolavori. Francesco e, dal 1932, il figlio Vittorio, si dedicarono instancabilmente a trasformare vetture (specialmente Fiat) che poi, agonisticamente, si sono rivelate spesso vincenti o comunque altamente competitive. Il modello che presento brevemente è stato «vittima» di un mio colpo di fulmine nei suoi confronti all’ultima Coppa MilanoSanremo. In Piazza del Duomo, a Milano, durante la presentazione delle vetture concorrenti, la simpatica barchetta spiccava non poco in mezzo alle concorrenti. Si tratta della Fiat 1100 Sport Stanguellini costruita nel 1948. Dovrebbe aver partecipato alla XV Mille Miglia nel lontano 1948 aggiudicandosi il 7° posto assoluto. Si tratta di una trasformazione della Fiat 1100 A. Il motore originale aveva una potenza di 32 cv mentre, trasformato, erogava ben 72 cv. Motore anteriore con albero modificato da Stanguellini, 4 cilindri in linea, raffreddamento ad acqua, a circolazione a termo, 2 valvole per cilindro, 2 carburatori Weber doppio corpo, frizione monodisco a secco con parastrappi, cambio a 4 marce più R, telaio derivato Fiat 1100 A, accorciato di 250mm, sospensioni anteriori indipendenti con molle elicoidali e posteriori a ponte rigido con balestre. Freni a tamburo sulle quattro ruote, serbatoio posteriore con capacità di 45 litri, peso 470 Kg e velocità massima 155-160 Km/h. Queste le caratteristiche principali. Riguardo alla carrozzeria, penso che sia una delle più piacevoli dell’epoca che abbia mai visto. Linea filante e nello stesso tempo molto aggressiva. L’interno è essenziale ma raffinato, per guidatori veri. Insomma un giocattolino, allora chiamato «vetturetta», che fa innamorare chiunque abbia a cuore l’automobilismo nostrano dei bei tempi passati. [testo ed illustrazioni di Oscar Morosini] 1 di 1