Intervista con i Fratelli Manetti per L'arrivo di Wang
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Home > Film > Articoli & Recensioni > Con i Manetti Bros. a Venezia per L'arrivo di Wang
Con i Manetti Bros. a Venezia per L'arrivo di Wang
a cura di Marco Minniti
L'arrivo di Wang
pubblicato il 05 settembre 2011
Film del 2011
Generi: fantascienza
Regia di: Antonio
Manetti, Marco
Manetti
Cast: Ennio
Fantastichini,
Francesca Cuttica,
Juliet Esey Joseph
In occasione della presentazione al Lido del loro ultimo film L'arrivo di Wang, abbiamo incontrato i
simpatici registi romani, per una chiacchierata sul loro film e sul cinema di cui sono esponenti.
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E' facile, dato il tema del loro nuovo film L'arrivo di Wang,
dire che i fratelli Manetti sono degli "alieni" qui al Lido;
eppure questa è anche la definizione più calzante, almeno
per quanto riguarda il panorama italiano, vista la peculiarità
della proposta cinematografica che portano avanti, e
l'importanza di un palcoscenico come quello veneziano per
una pellicola così fuori dagli schemi, anche nell'ambito di
un genere poco frequentato dal cinema italiano come la
science fiction. In occasione della presentazione del film,
abbiamo fatto una chiacchierata con i due simpatici registi, che hanno spaziato dalla genesi della
pellicola alle prospettive del cinema di cui sono esponenti.
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personaggio: Antonio Manetti
personaggio: Marco Manetti
Qual è stata la genesi del film?
Marco Manetti: Il film è nato dalla collaborazione e la società di effetti speciali Palantir, di Simone
Silvestri. L'idea iniziale era quella di un cortometraggio con effetti speciali diversi, insoliti per il
cinema italiano. Noi poi abbiamo pensato che l'idea si sarebbe adattata meglio a un
lungometraggio; comunque è anche una storia che ci siamo sentiti dentro.
Il film è interamente realizzato in digitale?
Antonio Manetti: Sì, al 100%. La stessa creatura è stata frutto di un lavoro di postproduzione,
realizzato interamente con l'animazione 3D. E' stata la prima volta che abbiamo lavorato con
queste tecnologie, abbiamo dovuto imparare anche noi. Il tutto comunque è stato coordinato
proprio da Simone Silvestri.
Lavorerete ancora con questo tipo di effetti speciali,
facendo magari cose più complesse?
Marco Manetti: E' proprio la Palantir che ci sta spingendo
verso questa direzione, verso un utilizzo più complesso di
questa tecnologia, ma per noi gli effetti speciali sono un
elemento in più, non l'anima del film. Però riutilizzarli sì, ci
piacerebbe. Noi in realtà stiamo pensando a un sequel di
questo film, sarebbe bello poter proseguire la storia.
Antonio Manetti: Girare e non vedere il risultato ci ha sempre fatto molta paura, ma la prova del
nove per la riuscita del film è proprio la proiezione. Una volta rivisto il film, l'effetto ci è sembrato
molto riuscito.
Marco Manetti: E comunque, a noi in genere piace più muovere gli attori che la macchina da
presa, anche se, essendo noi anche registi dil videoclip, verrebbe da pensare il contrario. Proprio
per questo, fare un film con un personaggio che in realtà non c'è ci sembrava quasi contro natura.
Perché, secondo voi, un genere come la science fiction non ha mai preso piede in Italia?
Marco Manetti: Qualcosa in passato c'è stato, in Italia: in parte era spazzatura, ma abbiamo visto
anche qualcosa di decente, sia al cinema che in televisione, basti ricordare serie come A come
Andromeda. In realtà non so dire precisamente perché il genere non abbia mai preso piede nel
nostro paese; è un genere apparentemente molto costoso, ma solo sulla carta.
Antonio Manetti: Io un'idea ce l'ho: il cinema di genere italiano ha avuto il suo periodo migliore
negli anni '60 e per gran parte dei '70, per poi iniziare un declino proprio alla fine di quel decennio.
La fantascienza cinematografica è rinata proprio in quel periodo con Guerre Stellari, e l'Italia
spesso andava a rimorchio dei grandi successi statunitensi, con pellicole dal carattere ben più
artigianale. Non è un caso che dagli anni '50 all'inizio degli anni '80 ci sia stato un "buco" nella
produzione di science fiction italiana, con poche eccezioni: abbiamo visto di nuovo qualcosa
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05/09/2011
Intervista con i Fratelli Manetti per L'arrivo di Wang
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proprio in quel periodo (Hercules, Alien 2 sulla terra e simili) prima di una nuova, lunga pausa che
è finita solo con Nirvana di Gabriele Salvatores.
accumulati nei precedenti episodi e rimanda
tutto alla nuova, attesa stagione.
Come vi dividete il lavoro, sul set?
Marco Manetti: Noi abbiamo una mente quasi unica, gli stessi gusti, gli stessi modi di arrivare alle
cose: questo, in fase di scrittura e di preparazione. Sul set, invece, quando il lavoro dev'essere più
rapido, una tale sinergia diventa impossibile, e dobbiamo per forza dividerci i compiti. Io, quindi,
lavoro più con gli attori, Antonio si occupa più della macchina da presa. Se le cose funzionano
bene, comunque, il risultato finale appare in totale sinergia.
Ricomincio da Hyboria Recensione Conan the
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Nel film viene citata spesso Amnesty International.
Secondo voi, nel caso di un reale contatto con una
civiltà extraterrestre, quanti attivisti per i diritti umani
resterebbero tali? La paura per il diverso non finirebbe
per prendere il sopravvento?
Marco Manetti: Io penso che tutti noi, in fondo, abbiamo
un istinto che governa le nostre azioni: L'appartenenza ai
gruppi politici non è altro che una sovrastruttura. Se ci
fosse davvero un'invasione credo che verrebbe fuori l'anima autentica delle persone, e potremmo
avere delle sorprese: magari l'attivista per i diritti umani finirebbe a dire "prendiamoli a bastonate!"
mentre il naziskin sarebbe più aperto al dialogo... è in queste situazioni che viene fuori l'uomo per
com'è realmente.
Potete anticiparci qualcosa su questo ipotetico sequel?
Marco Manetti: Non possiamo dire molto perché vogliamo evitare il più possibile gli spoiler sulla
trama. Possiamo dire però che, se si farà, sarà incentrato sulla resistenza all'invasione, inizierà sul
pianeta di Wang e racconterà perché è stato scelto proprio lui per il primo contatto con i terrestri.
Comunque va sottolineato che si tratta solo di un'ipotesi, non è affatto detto che un sequel di
questo film verrà effettivamente realizzato: a noi piace fare film a basso budget, ma dobbiamo
anche confrontarci con una realtà che è quella del mercato.
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lunedì 05 settembre 2011
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