Cineforum G. Verdi www.cineverdi.it Le due vie del destino (The railway man) CAST TECNICO ARTISTICO Regia Jonathan Teplitzky Sceneggiatura Frank Cottrell Boyce, Andy Paterson Fotografia Garry Phillips Montaggio Martin Connor Musiche David Hirschfelder Scenografie Steven Jones-Evans Costumi Lizzy Gardiner Distribuzione Kock Media Paese Australia 2013 Durata 116’ INTERPRETI E PERSONAGGI Colin Firth Eric Lomax Nicole Kidman Patricia Wallace Stellan Skarsgård Finlay Jeremy Irvine Eric Lomax giovane Hiroyuki Sanada Takashi Nagase È Colin Firth, nei panni di Eric Lomax, l’indiscusso protagonista di Le due vie del destino, il lungometraggio tratto dal romanzo autobiografico e best seller internazionale, The railway man (L’uomo della ferrovia). Un personaggio eccentrico e solitario, quello portato sullo schermo dal sempre bravo Colin Firth. Un uomo tormentato che, nascosto dietro i grandi occhiali e le mille manie, recita a memoria orari e coincidenze ferroviarie, fuggendo la vita nel grigiore della provincia inglese del 1980. Uno sfondo cupo che ben interpreta, grazie anche ad un validissimo lavoro di luci e inquadrature quasi pittoriche, lo stato d’animo di quest’uomo che, a 40° anno 18°° film quarant’anni dal secondo conflitto mondiale, combatte ancora la sua guerra personale, contro i demoni che ne popolano opolano i giorni e le notti. A dargli speranza e rendere per un istante quasi poetico il grigio che lo circonda, arriva Patti, la futura moglie di Lomax, interpretata da Nicole Kidman. A farli incontrare è, guarda caso, un viaggio in treno. Ad unirli, un amore che sarà insieme àncora e pretesto affinché Eric affronti finalmente i suoi incubi e decida quale delle due vie, tra quelle citate nel titolo, intraprendere. Se la vendetta o il perdono. A far da sfondo a questa che è senza dubbio una vicenda u umana, vi è l’evento che forse meno ha di umano a questo mondo: la guerra. La guerra con i suoi orrori e le sue inutili efferatezze. La guerra con i suoi tormenti e le sue vittime. E poco importa, capirà alla fine Lomax, il colore della divisa che indossi. Quali che siano il lato della barricata o la bandiera sotto cui combatti, vittime e carnefici divengono un unico grande capro espiatorio per i malesseri di una umanità, che tale non sa più essere. Comincia così sullo schermo il rincorrersi tra passato e p presente. Flashback lunghi e articolati, nitidi e privi di sfumature, così come è per Lomax il Le due vie del destino passato che irrompe nella quotidianità di una vita senza pace. Di un ricordo che diventa realtà sulla pelle del protagonista, rimbalzato tra i pigri e immobili grigioazzurri dell’Inghilterra del 1980, e i gialli, aggressivi e bollenti di sudore e fatica, nella giungla tailandese del 1942. Il giovane Lomax e i suoi compagni di stanza a Singapore, firmata la resa dal governo britannico, diventano prigionieri dell’esercito giapponese e si trasformano in schiavi. Vittime sacrificali sull’altare del progresso, per la realizzazione della famigerata “ferrovia della morte”, la linea ferroviaria che dovrà collegare Thailandia e Birmania. Nascono lì gli incubi di Eric. Gli stessi che lo perseguiteranno e lo imprigioneranno in quell’angosciante silenzio che la moglie Patti cercherà finalmente di scalfire. "Ci sono cose così dolorose, così umilianti, così vergognose, che penso sia impossibile parlarne. Soprattutto con la persona che ami o che vuoi amare". Queste le parole con cui Finley, commilitone e amico di Lomax, cerca di spiegare a Patti il silenzio del marito. Un silenzio che diventerà azione e finalmente rimozione, solo quando il protagonista riuscirà ad affrontare nuovamente quei luoghi. Solo quando guardando negli occhi il suo aguzzino 11 - 12 - 13 - 14 febbraio 2015 potrà finalmente decidere quale, tra le due vie del destino sia meglio seguire. Girato in gran parte nei luoghi in cui si è svolta la vera storia di Eric Lomax, The railway man, non può non portare alla memoria Il ponte sul fiume Kwai di David Lean, forse il più celebre film di guerra mai girato. Leggermente diversi i toni, forse. Sicuramente differenti ritmi e tecniche di realizzazione. Ma quale che siano le discrepanze, medesima è la tragedia che fa da sfondo a entrambe le pellicole. Le quali, seguendo gli stessi binari insanguinati di quella ferrovia su cui persero la vita esattamente la metà delle migliaia di uomini che la realizzarono, giungono alla fine all’identica conclusione. Che la guerra è crudele, terribile, inutile. Che l’uomo può resistere agli orrori più inimmaginabili. Che “viene un momento in cui l’odio deve finire”. Maria Elena Mancuso [email protected] Cineforum G. Verdi www.cineverdi.it Il regista Jonathan Teplitzky nato nel 1961 a Sydney (Australia) 40° anno 18°° film Le due vie del destino L’attore La locandina Colin Firth nato il 10 settembre 1960 a Grayshott (Regno Unito) Il prossimo film Premi e riconoscimenti di Sylvain Estibal alcuni tra i film più importanti alcuni tra i film più importanti Festival Cinema di San Sebastian - SIGNIS Award a Jonathan Teplitzky - Nomination miglior film (2011) Burning Man (2003) Gettin' Square (2000) Better Than Sex (2010) Il discorso del re (2009) A single man (2001) Conspiracy - Soluzione finale (1996) Il paziente inglese Film Critics Circle of Australia - Premio miglior sceneggiatura - 6 nomination Curiosità da una intervista a N. Kidman Voti film rassegna Per il ruolo di Patricia Wallace fu inizialmente scelta l'attrice Rachel Weisz che però dovette abbandonare forzatamente il progetto per altri impegni; il ruolo è stato poi affidato a Nicole Kidman su richiesta di Colin Firth. D. Questo uesto film affronta temi d'attualità, la sindrome post traumatica d della guerra, la tortura, il waterboarding waterboarding... R. È anche per questo che tenevo molto a recitare in questo film. C'è anche il tema del perdono, così complesso e importante oggi più che mai. Il perdono, non certo le violenza, ci definisce nisce come esseri umani. Di rado si ha l'opportunità di confrontarsi con chi hai odiato e ti ha fatto del male, ti ha rovinato la vita, ed è interessante vedere cosa accade in questa storia, tra queste due persone". • • • • • • • • • • • • • • • • • Il budget del film è stato di circa 26 milioni di dollari, neanche tanto alto considerata la ricostruzione storica degli eventi bellici. Mentre lavorava alla sceneggiatura Frank Cottrell Boyce, co-sceneggiatore del film, andò a Berwick-upon-Tweed nel Northumberland, insieme a Colin Firth per conoscere il vero Eric Lomax, allora 91enne. 11 - 12 - 13 - 14 febbraio 2015 Francia/Germania – drammatico – 98’ Jafaar, un pescatore palestinese, è a dir poco dir poco sconvolto quando trova un panciuto maialino vietnamita aggrovigliato nella sua rete. Deve sbarazzarsi in fretta dell’animale impuro, prima che le autorità lo scoprano, non sarà per niente facile e al povero pescatore ne capiteranno di tutti i colori. La parola al pubblico Inviate i vostri commenti al 348 - 5603580 Storia di una ladra di libri 12 anni schiavo Torneranno i prati Alabama Monroe La nostra terra I nostri ragazzi Il capitale umano La sedia della felicità Il giovane favoloso Class enemy Mister Morgan Grand Budapest Hotel Noi 4 Il venditore di medicine Il passato Locke VIII rassegna FAV corti 4,53 4,41 4,36 4,21 4,21 3,93 3,93 3,90 3,85 3,79 3,64 3,61 3,58 3,53 3,52 3,30 3,12 I NOSTRI RAGAZZI “Empatia pura… vedevo il film e vivevo il dramma dei genitori, la presa di coscienza di una realtà che ti toglie il fiato… coprire i figli sempre e comunque consola gli adulti, forse, ma non fa diventare adulti i nostri ragazzi”. E. IL GIOVANE FAVOLOSO “Leopardi è da sempre il mio poeta preferito, pur amando la sua poesia mi sentivo lontana dal suo essere. Stasera l’ho conosciuto in una nuova veste, quella dell’ironia e della voglia di libertà e mi sono sentita ancora più vicina. Bravissimo Germano, immedesimatosi tanto bene fino a sembrare vero. Grazie a voi che divulgate la poesia, spesso bistrattata” G. … altri messaggi nella prossima recensione