Dott.ssa Stefania Soranno
Dirigente Biologo
S.C. di Patologia Clinica
P.O. SS. Annunziata - Taranto
Albumina
1
Albumine
L’elettroforesi delle proteine è un esame di laboratorio basato
sulla separazione delle proteine in presenza di corrente
elettrica ed in funzione della propria carica

Gamma
Beta-2
Beta-1
Alpha-2

Alpha-1
2
“L’elettroforesi delle siero-proteine (S-EF) rappresenta la
tecnica analitica di elezione
per la rivelazione delle CM sieriche e per la loro
quantificazione, essendo in grado di rilevare
l’omogeneità molecolare della proteina.”
Il contributo della diagnostica proteica nella gestione delle gammopatie
monoclonali (Biochimica clinica Vol.38, n°1)
Requisiti di qualità :
Elevata Sensibilità < 1g/L (il limite di rilevabilita’ di una CM è
0.5g/L)
Alta risoluzione:
 Deve essere apprezzabile la tenue banda della pre-albumina
 Si deve apprezzare l’eventuale eterozigosi della alfa1antitripsina
 Nella zona alfa2 si deve poter distinguere la componente
anodica(alfa2macroglob.) da quella catodica
(aptoglobina)
 In zona β-globulinica si deve poter distinguere la transferrina
dal fattore C3 del complemento.
Personale specificamente formato e con esperienza
Il contributo della diagnostica proteica nella gestione delle gammopatie
monoclonali (Biochimica clinica Vol.38, n°1)
 Elettroforesi delle proteine sieriche
 Ricerca, monitoraggio e dosaggio di
componenti
monoclonali
Rilevazione di varianti genetiche delle proteine
Rilevazione di varianti indotte delle proteine
Valutazione di variazioni dell’assetto proteico globale
Elettroforesi delle proteine urinarie
Tipizzazione della localizzazione del danno renale
Separazione
Separazione didi particelle
particelle dotate
dotate di
di cariche,
cariche, attraverso
attraverso un
un
mezzo
mezzo liquido
liquido e/o
e/o solido,
solido, ee sotto
sotto l’impulso
l’impulso didi un
un campo
campo
elettrico.
elettrico.
La mobilità
delle molecole
dipende da:
•Carica delle molecole
•Dimensioni delle molecole ( e in parte
forma),
•Viscosità del mezzo elettroforetico
Le particelle migrano e si separano, fra i pori di un supporto solido
inerte, in base alla diversa mobilità e si raggruppano in zone ristrette in
cui migrano una o più proteine specifiche
ACETATO DI CELLULOSA
AGAROSIO
GEL DI POLIACRILAMMIDE
CAPILLARE RIEMPITO
DI UN TAMPONE
Punto di applicazione
( Albumina, Alfa1, Alfa2, Beta )
Anodo
Campo
elettrico
(Gamma globuline )
EEO
Catodo
Supporto vettore
(gel di agarosio)
Soluzione tampone
(PH 9,2)
ΔV
Rivelazione del segnale dopo colorazione, decolorazione,
asciugatura e lettura densitometrica .
Lettura spettrofotometrica diretta
No colorazione
Completa automazione
Migrazione
Comparison of capillary zone and immunosubtraction with agarose gel and immunofixation electrophoresis for
detecting and identifying monoclonal gammopathies. Litwin CM, Anderson SK, Phillips G, et al. l gammopathies. Am J
Clin Pathol 1999
L’ AGE rileva solo 11 su 14 (79% IgA) picchi monoclonali
identificati con CZE :
617 campioni di siero analizzati con CZE e AGE .Corrispondenza di rilevazione per picchi
monoclonali di tipo IgM, IgG, cloni biclonali e catene leggere libere.
AGAROSIO
CAPILLARE
 : Immunoglobuline
-1 glycoproteina acida
-1 antitripsina
Aptoglobina
Gamma
Beta-2
Transferrina,
Emopessina,
Β lipoproteina
Complemento C3,
Beta-1

Aptoglobina,
α2 macroglobulina,
Α lipoproteina
Alpha-2
2
Alpha-1
1
α1- glicoproteina
acida,
1 antitripsina
Albumine
Albumina
Complemento C3
Transferrina
Emopessina
-2 macroglobulina
AGAROSIO:
Alb
 
CAPILLARE:


Alb
Evidenza
Evidenza di
di varianti
varianti genetiche
genetiche dell’albumina
dell’albumina
 
(alloalbuminemia)
(alloalbuminemia) oo di
di varianti
varianti indotte
indotte (bisalbuminemia)
(bisalbuminemia)
 

Messa in evidenza di varianti genetiche dell’alfa1 antitripsina (alto valore
diagnostico per malattie polmonari ed epatiche associate a deficienza di AAT)
AGAROSIO
CAPILLARE
Alb

  

L’elettroforesi proteica è in grado di escludere il deficit di α-1-antitripsina, ma la sua
conferma necessita della misura immunochimica della proteina.
AGAROSIO:
CAPILLARE
HPT
AAT+
AAG

globuline
C3
Alb




Alb
 
 
L’elettroforesi proteica evidenzia alcune proteine di fase acuta.
Può essere accompagnato da una variazione policlonale o oligoclonale della
zona gamma

AGAROSIO:
CAPILLARE

globuline
Alb
 

C3

Alb
 
 

Il ponte beta gamma è causato da un marcato aumento policlonale delle IgA
che migrano in questa regione, concomitante ad un aumento delle IgM e IgG,
che si riscontra nella cirrosi epatica.
AGAROSIO
CAPILLARE
L’elettroforesi
L’elettroforesi sieroproteica
sieroproteica èè in
in grado
grado di
di evidenziare
evidenziare deficit
deficit oo aumenti
aumenti
policlonali
policlonali di
di immunoglobuline
immunoglobuline IgG
IgG (in
(in misura
misura minore
minore IgA
IgA ee IgM)
IgM)
AGAROSIO
CAPILLARE
Frequente
Frequente in
in infezioni
infezioni virali,
virali, malattie
malattie autoimmuni,
autoimmuni, trattamento
trattamento immunosoppressore
immunosoppressore
Profilo oligoclonale IgG kappa e
lambda
• In capillare, la C.M. si presenta
come un picco a base stretta
• Su gel d’agarosio la C.M. si
presenta come una banda
stretta
(Il
contributo
della
diagnostica proteica nella
gestione delle gammapatie
monoclonali
(Biochimica
clinica Vol.38, n°1)
La produzione di una singola componente monoclonale (CM) è una
caratteristica specifica delle gammopatie monoclonali.
Indicazioni per il corretto impiego delle indagini biochimiche nelle gammopatie monoclonali
Alberto Dolci, Ilenia Infusino, Roberta Mozzi, Mauro Panteghini
• Visipaque®, Omnipaque®, Xénétix® inducono
un picco verso la fine della frazione Alfa2
• L’Héxabrix® provoca un doppio picco in Alfa 2
• Lo Ioméron® induce un picco in zona Beta1
Il
Il Sulfaméthoxazole
Sulfaméthoxazole può
può indurre
indurre un
un picco
picco in
in zona
zona pre-albumina
pre-albumina
Clinical Chemistry 49, No 2, 2003
Effect of Sulfamethoxazole on Clinical Capllary Zone
Electrophoresis of Serum Proteins
Xavier Bossuyt, Jan Verhaegen, Godelieve Mariën and Norbert
Blanckaert
Beta lipoproteine
AGAROSIO
CAPILLARE
CRIOGLOBULIN
A
M-PROTEINE
TRANSFERINA
Ig M kappa fortemente
polimerizzata a
temperatura ambiente
Stessa
componente,
processata in
tecnica capillare
Crioglobuline
Crioglobuline
Anche una C .M. di piccole dimensioni (es.IgA/lambda),
che spesso richiede l’immunofissazione del siero per la
sua identificazione, può associarsi ad una sindrome
complessa ,come quella definita dall’acronimo
POEMS
polyneuropathy,organomegaly,
endocrinopaty,M protein,skin
changes
Scopo del documento è fornire indicazioni sul corretto percorso da
adottare in laboratorio al momento del primo riscontro di una
CM e durante il successivo monitoraggio assicurando al contempo
l’esecuzione di tutte le indagini necessarie alla gestione ottimale del
paziente con GM.
Questo documento esamina i test di laboratorio che possono/devono
esser eseguiti per la gestione delle gammopatie monoclonali in differenti
contesti clinici (screening, monitoraggio e valutazione risposta alla
terapia)
CM VISIBILE ALLA SPE
IL LABORATORIO PUÒ
PROCEDERE
AUTONOMAMENTE
Eseguire
Quantificazione CM
Eseguire Immunotipizzazione sierica e
urinaria
IL LABORATORIO
NON PUÒ
PROCEDERE
AUTONOMAMENTE
CM
CM VISIBILE
VISIBILE ALLA
ALLA SPE
SPE
IL LABORATORIO NON PUÒ
PROCEDERE AUTONOMAMENTE
le
le modalità
modalità di
di refertazione
refertazione della
della S-EF
S-EF devono
devono essere
essere tali
tali
da
da trasmettere
trasmettere al
al clinico
clinico le
le informazioni
informazioni necessarie
necessarie in
in
forma
forma chiara
chiara ed
ed esaustiva”.
esaustiva”.
 La quantificazione delle CM deve essere effettuata
 Quando dall'ispezione visiva non si rilevino anomalie
alla prima
e sistematicamente
riferibili
a rilevazione
CM, i tracciati
devono esseredurante
sempreil
accompagnati
un commento
specifico
che indichi
monitoraggio, da
deve
essere sempre
espressa
in
con chiarezza che la SPE non evidenzia CM (con il
concentrazione
metodo
utilizzato)calcolata come percentuale delle
proteine totali misurate e deve essere accompagnata
 Si deve invece indicare la presenza (se è stata
dalla tipizzazione alla
primao larilevazione
e ogni
immunologicamente
tipizzata)
sospetta presenza
di
CM (qualora
non sia stata
ancora
qualvolta
dalla valutazione
ispettiva
del eseguita
tracciato la
si
tipizzazione), evitando descrizioni poco comprensibili
cambiamenti
rispetto
al
osospettino
equivoche possibili
della morfologia
del tracciato
(picco
omogeneo,
ecc.)
precedente asimmetria,
profilo di immunofissazione.
Indagine sulle modalità di refertazione dell'elettroforesi sieroproteica
Anna Caldini1, Maria Stella Graziani2, Doc. SIBIOC 2009
La quantificazione della C.M. è un indice della massa
tumorale in tutte le malattie secernenti
Il modo più corretto di misurare la CM sierica è per
proporzione diretta con la concentrazione delle proteine
totali sieriche dopo delimitazione del picco
monoclonale nel tracciato elettroforetico.
• La misura immunochimica della C.M. è
inaccurata
Qualora però la CM non è quantificabile dal
tracciato S-EF, perché poco rappresentata o
non ben separata da altre proteine sieriche,
come quelle in zona beta, può essere utilizzata
la misura immunochimica. Il singolo paziente
deve essere monitorato per quanto possibile
sempre con lo stesso metodo.
Diagnostica
differenziale
Stratificazione
del rischio
Valutazione della
risposta alla
terapia
PERCORSO DI
LABORATORIO
Una volta accertata la presenza di una CM occorre inquadrare correttamente il tipo
di discrasia plasmacellulare:
Mieloma multiplo
 marcatori citogenetici
 classe della catena pesante della
Ig coinvolta( IgA>IgG)
 Albumina sierica
 LDH
 β2 microglobulina
MGUS
misura della CM
Tipizzazione della CM
S-FLC
Conclusioni

Anche
Anche “piccole
“piccole CM
CM “vanno
“vanno segnalate
segnalate perche
perche possono
possono
essere
essere
causa
causa di
di malattie
malattie gravi
gravi

IlIl laboratorio
laboratorio al
al primo
primo riscontro
riscontro di
di una
una CM
CM puo
puo
procedere
procedere con
con esami
esami aa cascata
cascata per
per l’inquadramento
l’inquadramento del
del
paziente
paziente oo segnalarli
segnalarli nel
nel referto
referto al
al clinico
clinico

Si
Si rende
rende necessaria,
necessaria, quindi,
quindi, una
una stretta
stretta interazione
interazione tra
tra
Laboratorista
Laboratorista ee Clinico
Clinico al
al fine
fine di
di condividere
condividere pannelli
pannelli
definiti
definiti di
di esami
esami da
da eseguire
eseguire nei
nei diversi
diversi contesti
contesti
(( diagnostica
diagnostica differenziale,
differenziale, stratificazione
stratificazione del
del rischio,
rischio,
ecc..),
ecc..), con
con l’obiettivo
l’obiettivo di
di evitare
evitare la
la duplicazione
duplicazione di
di esami
esami
ridondanti,
ridondanti, assicurando
assicurando al
al contempo
contempo la
la gestione
gestione ottimale
ottimale
del
del paziente
paziente con
con GM.
GM.
per
L‘
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L`elettroforesi: panorama delle tecniche (S. Soranno)