L’origine della città di Benevento è osco-sannita.
Gli Osci erano una popolazione italica stanziata in una zona corrispondente
più o meno all’attuale Campania meridionale. Verso il V secolo a.C. essi
furono assorbiti da un’altra popolazione italica, i Sanniti, che dagli attuali
territori del basso Abruzzo, Molise, Campania settentrionale e alta Puglia
estesero la loro influenza sul resto della Campania e sull’alta Lucania.
Nel 275 a.C. la città, che all’epoca si chiamava Maleventum, fu teatro della
battaglia definitiva della guerra tra Romani e Tarantini: Pirro, re dell’Epiro
(che corrisponde all’incirca al territorio attualmente occupato dalla Grecia
settentrionale e dall’Albania meridionale), intervenuto in favore dei
Tarantini, fu qui sconfitto dai Romani, i quali, per il felice esito della
battaglia, le cambiarono il nome in Beneventum.
Tra il 114 e il 117 d.C. fu costruito l’Arco di Traiano, così chiamato perché
fu dedicato all’imperatore Traiano, in occasione dell’apertura della Via
Traiana, voluta da lui; questa rappresentava una variante della Via Appia che
accorciava il percorso tra Benevento e Brindisi.
In bianco è raffigurata la Via Appia (che collegava Roma a Brindisi passando
per Benevento), in rosa la Via Traiana (che collegava Benevento a Brindisi
con un percorso più corto rispetto a quello della Via Appia).
Arco di Traiano
Nel 571 Benevento fu invasa dai Longobardi, che ne fecero la capitale di un
loro ducato (per la storia dei Longobardi in Italia, vedi, sempre su questo
sito, la pps Spoleto).
Al periodo longobardo risale il complesso di Santa Sofia, che costituisce
uno dei sette siti facenti parte del sito seriale Longobardi in Italia: i luoghi
del potere, che il 25 giugno 2011 è stato inserito dall’UNESCO nella Lista
dei patrimoni dell’umanità.
Il complesso è formato dalla Chiesa di Santa Sofia, costruita nel 762 ma
ricostruita in forme barocche dopo il disastroso terremoto del 1688, e
dall’annessa abbazia di monache benedettine, di cui fa parte un bellissimo
chiostro. Quest’ultimo fu ampliato nel XII secolo e ha la forma di un
quadrato, simbolo della materia e del finito dell’uomo che aspira al regno
celeste. Il pozzo, posto al centro del quadrato, simboleggia Dio quale fonte
della vita.
Lastra di marmo posta su una parete del campanile della Chiesta di Santa Sofia
Chiesa di Santa Sofia
Lunetta del portale della Chiesa di Santa Sofia
Vi sono raffigurati: al centro, Cristo in trono; a sinistra, la Vergine; a destra, San
Mercurio, dietro al quale, inginocchiato, c’è l’abate Giovanni IV, che nel XII secolo fece
ampliare la chiesa e la fece dotare di un proprio campanile. In seguito al terremoto del
1688 il campanile fu ricostruito spostato dalla chiesa, così come lo vediamo oggi.
Interno della Chiesa di S. Sofia
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Sul chiostro si affacciano quindici raffinate quadrifore e una trifora con archi
di stile orientale-arabo. Le quadrifore e la trifora sono sormontate da archi a
sesto ribassato poggianti su mensole.
Nella foto a sinistra:
Una delle quindici
quadrifore.
La colonnina centrale
di questa quadrifora è
a treccia.
I quattro archetti di ciascuna quadrifora e i tre della trifora sono sorretti da 47 eleganti
colonnine (tre per ogni quadrifora e due per la trifora), sormontate da capitelli scolpiti
tutti diversi l’uno dall’altro. La maggior parte di questi raffigurano scene di caccia e
di lotta tra uomini e animali (reali o fantastici). Un gruppo di cinque capitelli sono
scolpiti con raffigurazioni relative al ciclo dei Mesi. Alcuni capitelli rappresentano
vizi umani, in particolare l’ira e la lussuria. Rari sono i temi biblici; un capitello è
dedicato all’infanzia di Cristo. Un altro capitello è dedicato alla vendemmia.
Il Chiostro della Chiesa di Santa Sofia ospita tre dei quattro dipartimenti in
cui è diviso il Museo del Sannio (costo biglietto intero: 4 euro): Archeologia,
Medievalistica, Arte. Il quarto dipartimento, Storia, è ospitato dalla Rocca
dei Rettori (di cui parleremo in una delle prossime diapositive).
Rilievo funerario
(sec. I d.C.)
Leone funerario
(sec. I d.C.)
Lastra di sarcofago con Achille e Pentesilea (sec. III d.C.)
Orologio a pendolo con carillon (epoca Luigi XVI)
Nicola da Monteforte – Lo scultore ai piedi del crocifisso (sec. (XIV)
Nicola da Monteforte
San Gennaro
(sec. XIV)
Nicola da Monteforte
Madonna con Bambino
(sec. XIV)
Ignoto scultore
Statua tombale di
giovane guerriero
(sec. XIV)
Ignoto
Leggio in legno di noce con
cuoio lavorato e dipinto
(sec. XVIII)
Emanuele Caggiano - Pane e lavoro - marmo
Giuseppe Bonolis
Ritratto di Gentildonna
1840
olio su tela
Paolo de Matteis
La Madonna della Pace
1726
olio su tela
Carlo Maratta
Sacra Famiglia
1659
olio su tela
Antonio Sarnelli – Incoronazione della Vergine – 1771 – olio su tela
Il duomo di Benevento, attualmente in restauro, fu consacrato nel 780.
Nel XII secolo fu ampliato in forme romaniche.
A sinistra: Monumento ai caduti
A destra: Rocca dei Rettori. Fu eretta nel 1321 come sede dei Rettori pontifici. Questi
avevano la funzione di controllare Benevento per conto dello Stato Pontificio, sotto il
cui dominio la città rimase dall’XI secolo al 1860, anno in cui con un plebiscito scelse
l’annessione al Regno d’Italia. Tra il 1586 e il 1865 la Rocca fu adibita a carcere.
Attualmente, come detto, ospita un dipartimento del Museo del Sannio.
Le foto inserite in questa guida sono state scattate nel mese di marzo 2012.
Per la redazione dei testi sono stati consultati i seguenti siti web:
www.comune.benevento.it
www.museodelsannio.com
www.wikipedia.org
www.medioevo.org
Sebastiano Inturri
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Benevento - Sebastiano Inturri