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LEZIONE DEL 16 MAGGIO 2013
Chi era Grundtvig?
Nikoli Frederik Severin Grundtvig (1783-1872), religioso danese e scrittore,
è riconosciuto come il padre ideologico dell'istruzione popolare nell'età
adulta. Il suo pensiero, la sua 'illuminazione mirò a dare ad ogni
individuo, a prescindere dalla sua età o formazione culturale,
l'opportunità di apprendere lungo tutta la durata della vita. Gli obiettivi
di questo apprendimento sono duplici, da una parte la realizzazione
personale dell'individuo e dall'altra l'assicurare la partecipazione attiva di
ogni cittadino nella vita pubblica.
Come metodo di apprendimento, Grundtvig prediligeva l'uso del dialogo
e della trasmissione verbale della cultura. Egli credeva fermamente che
l'insegnamento dovesse essere fondato sulle esperienze di vita reale e
non su questioni astratte. Queste idee portarono alla fondazione della
Scuola Superiore Nordica Popolare. Questi istituti di educazione "nonformale per adulti sono oggi componenti consolidate del sistema educativo
dei paesi scandinavi e sono altresì diffusi anche in altre nazioni.
1) Introduco l’oggetto: che cosa è ? (tipo,
genere), come è fatta? (materiali, tecniche), da
chi è stata fatta? quando? Perché è lì ? (Storia
della trasmissione)
 2) Analisi del soggetto: dati dell’esperienza
comune, che cosa si vede?, che cosa è
raffigurato? ICONOGRAFIA
 3) Analisi della composizione e delle forme:
come è raffigurato? (discorso più critico)
 4) Analisi storica: per chi è stata fatta?dove? In
quale ottica e a che scopo?
 5) Ricomposizione dei dati: che significato ha?
Che valore ha? (storia della cultura )
ICONOLOGIA

 ICONOGRAFIA:disciplina
che studia le immagini
con particolare attenzione ai diversi modi in cui
i soggetti vengono rappresentati nella storia
delle
arti
figurative.
Complesso
delle
rappresentazioni figurative relative a un
determinato personaggio.
 ICONOLOGIA:
analisi che agisce a un livello più
profondo cioè studia il significato delle
immagini e dei diversi simboli .
 Gaudenzio
Ferrari (Valduggia,1475/80- 1546)
 Giovan Battista della Cerva (Novara?15151580)
 Bernardino Lanino (Mortara, 1512-1583 ca)
 Daniele Crespi (Busto Arsizio, 1600 – 1630)
 Biagio Bellotti (Busto A, 1714-1789)
 Pietro Antonio Magatti (Varese, 1691-1767)
Gaudenzio Ferrari
Polittico dell’Assunta
Santa Maria di Piazza
Busto Arsizio
www.arte.it/artista/gaudenzio-ferrari-200
http://www.treccani.it/enciclopedia/tag/gaudenzio-ferrari
/
Vedi anche file in Pdf di Varese focus sull’attività
varesina del Ferrari.

Ferrari, Gaudenzio. - Pittore (Valduggia 1480 circa - Milano
1546); a Milano fu, secondo G. P. Lomazzo, presso Stefano Scotto;
ma fin dalle tavolette della pinacoteca di Torino (Padre Eterno e
scene della vita dei santi Anna e Gioacchino) il F. appare
dominato dall'arte del Bramantino, che egli traduce in un
linearismo, di gusto ancor gotico, accordato a effetti coloristici e
decorativi (affreschi nella chiesa di S. Maria delle Grazie a
Varallo, 1507-13). In altre opere risentì del Perugino, di Leonardo
(specialmente nella Pietà, ora a Budapest), e del Correggio. Il
suo linearismo, dapprima incisivo, descrive forme più ampie e
bizzarre nella cappella del Crocifisso (Sacro Monte di Varallo,
1523). Negli affreschi in S. Cristoforo a Vercelli (1532-34), suo
capolavoro, il colore appare disteso in larghe superfici
cromatiche, indicando il suo interesse per la pittura veneta. I
suoi ultimi lavori, del periodo milanese, sono più deboli, salvo gli
affreschi già in S. Maria della Pace, ora a Brera.
Giovan Battista Della Cerva , allievo di Gaudenzio Ferrari
http://www.treccani.it/enciclopedia/della-cerva-giovannibattista_(Dizionario-Biografico)
/
Daniele Crespi (Busto Arsizio 1600-1630)
http://www.popsoarte.it/FixedPages/IT/artisti.php/L/IT/ID/12
http://www.baroque.it/arte-barocca/la-pittura-barocca/danielecrespi-pittore-barocco.html
Vedi tra i materiali articolo di Varese Focus in
D.Crespi, Il digiuno di San Carlo
in Santa Maria della Passione a
Milano
Pietà del Crespi al Prado,
Madrid
BERNARDINO LANINO
oLanino, Bernardino. - Pittore (n.
Mortara 1512 circa - m. 1583
circa); discepolo dapprima di
Baldassare dei Cadighi, passò poi
alla bottega di Gaudenzio Ferrari
(1530); nel 1546 era a Milano. La
sua attività si divide in tre periodi:
nel primo (1534-48) l'influsso
gaudenziano è più intenso
(Martirio di s. Caterina, 1546-48,
Milano, S. Nazaro Maggiore); nel
secondo (1548-58) la sua
personalità si delinea meglio, nei
colori freddi, chiari e negli
atteggiamenti graziosi (Battesimo,
1554, Milano, Brera); nell'ultimo
(pala delle Grazie, 1568, Vercelli,
S. Giuliano), la gamma coloristica
si fa più tenue.
CARLO PREDA (Milano 1651-1729)
Il restauro della Pala della Madonna Assunta di Villa Manzoni
I Musei Civici del comune di Lecco e l’International Inner Wheel Club Lecco, in occasione del ventennale di
fondazione dell’International Inner Wheel Club Lecco e nell’ ambito della terza edizione del Premio
Internazionale Letterario di Narrativa Alessandro Manzoni, presentano il restauro della Pala della Madonna
Assunta conservata nella cappella di Villa Manzoni.
L’opera è attribuita al pittore milanese Carlo Preda ( 1651-1729), la cui prima attività rivela un’affinità
stilistica con i maestri genovesi di fine Seicento, che l’artista aveva conosciuto indirettamente dopo i
suoi primi anni di formazione a Milano. Nelle opere successive si riscontra l’adesione al barocchetto
di fine Seicento inizio Settecento, caratterizzato dalle forme gentili dei volti, dalle linee sinuose dei
panneggi e dalle tonalità chiare dei colori.
Il restauro, reso possibile grazie all’intervento dell’ International Inner Wheel Club Lecco, è consistito
prevalentemente in una pulitura della tela, che ha ripristinato i colori originali, dagli incarnati dei volti, ai
panneggi sinuosi del manto della Vergine, alla morbidezza delle nuvole, mettendo in luce i caratteri del
barocchetto cui Preda guardava. Oltre al restauro L’Inner Wheel Club Lecco ha finanziato la nuova
illuminazione della Pala con faretti speciali dotati di lux idonei alla conservazione dell’opera e nel contempo
alla esaltazione del colore e dei toni.
Il restauro rappresenta quindi un evento significativo per la cultura italiana, non solo per la grande qualità
dell’opera, ma anche per l’influenza che esercitò sul più importante romanzo della Letteratura italiana.
Nel 1950 infatti Mina Gregori pubblicò su “ Paragone” un saggio memorabile “ I ricordi figurativi di
Alessandro Manzoni” che ebbe uno straordinario impatto sulla cultura italiana, avviando il recupero
della grande pittura lombarda del Seicento.
L’influenza dei pittori seicenteschi, visti da bambino, sull’opera manzoniana divenne un assioma alla
base di tante importanti mostre, curate dalla Gregori stessa e da Giovanni Testori.
La Pala della Madonna Assunta nella Cappella di Villa Manzoni, è sicuramente il ricordo figurativo più
preciso ed intenso dell’infanzia dello scrittore che per tanti anni la vedeva, ogni giorno, nella sua
casa paterna del Caleotto.
L’Assunta di Villa Manzoni
di Carlo Preda
PIETRO ANTONIO MAGATTI (Varese, 1691-1767)
Pietro Antonio Magatti lavorò per gran parte della sua vita a Varese, sua città d’origine, e in Lombardia.
La sua opera appare fortemente influenzata dai grandi pittori lombardi del Seicento e questo ritratto
rimanda in maniera evidente al Digiuno di San Carlo di Daniele Crespi (1598-1630), nella chiesa di Santa
Maria della Passione a Milano.
Nel quadro del Crespi San Carlo è seduto ad un tavolo in abito cardinalizio e sta leggendo un libro mentre
consuma un pasto costituito esclusivamente da pane e acqua. Di fronte, appoggiato su un altro tavolo, si scorge
un crocifisso. I digiuni e le veglie hanno reso la sua carnagione cerea e malaticcia, ma il viso non esprime tanto
fatica e sofferenza, quanto compostezza e concentrazione. Magatti si ispira alla posa di Daniele Crespi con San
Carlo che appoggia la testa su un fazzoletto bianco: un dettaglio inventato dal Crespi per descrivere
efficacemente la stanchezza fisica contrapposta all’incrollabile volontà del santo.
Magatti rappresenta l’arcivescovo nella stessa posizione, ma da un punto di vista molto più ravvicinato e con un
taglio di luce molto teatrale. Sul tavolo, al posto del libro, c’è un teschio, il classico memento mori. L’abito è
gonfio e vaporoso, e la manica in vista è arricchita da un pizzo elegante. La carnagione ha assunto un tono
verdastro; il viso è scavato, tanto che sembra di intravedere il teschio sotto la pelle; la mano ossuta in primo
piano appare scossa da forte tensione. Della compostezza del San Carlo di Daniele Crespi non c’è più traccia;
nella rappresentazione del Magatti il santo è travolto da violenta emozione mentre contempla il crocifisso fuori
campo.
In sintonia con la sensibilità del nuovo secolo la pennellata più leggera e morbida del Magatti è riuscita a fornire
una versione al contempo più patetica e mondana dell’immagine di San Carlo.
Bramante, San Pietro in Montorio ,1502, Roma
Palazzo Marliani Cicogna
Dal ‘500 alla metà del ‘700
sede delle Civiche Raccolte d’arte e della biblioteca comunale
Cortlile a U
http://www.comune.bustoarsizio.va.it/musei-e-monumenti/palazzo-cicogna
D.Bramante, Uomini illustri, affreschi staccati
Andrea Mantegna, Cristo morto, tempera su tela
Giovanni Bellini, Pietà, olio su tavola
Giovanni Bellini, Madonna col bambino, olio su
tavola trasportato su tela
Donato Bramante,
Cristo alla colonna,
olio e tempera su tavola
Piero della Francesca, Sacra
Conversazione,
Tempera e olio su tavola
Raffaello,
Lo sposalizio della Vergine,
olio su tavola
Caravaggio, Cena in Emmaus, olio su tela
Daniele Crespi, Cenacolo, olio
su tela
Canaletto, Veduta del bacino di San Marco dalla punta della
Dogana, olio su tela
Francesco Hayez, Il bacio,
olio su tela
Pelizza da Volpedo,
Fiumana, olio su tela
Il quarto Stato,
Museo del Novecento
U. Boccioni, Rissa in
Galleria, olio su tela
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lavoro per corso guide maggio 2013 lezione del 16 maggio 2013