Ecuador Nome ufficiale: Republica del Ecuador Lingua ufficiale: spagnolo Capitale:Quito Quito (1.800.000 ab.) Popolazione: 13.212.742 Forma di governo: Repubblica presidenziale Valuta: Dollaro statunitense (giallo,blu,rosso) CULTURA Le popolazioni precolombiane dell’Ecuador eccellevano nelle arti della ceramica, della pittura e della scultura e nella lavorazione dell’oro e dell’argento. Gli spagnolo insegnarono agli artisti indigeni a produrre gli oggetti sacri che possono essere ammirati in molte chiese e nei musei. La scuola di Quito del XVII e del XVIII secolo combinò queste due influenze, ma con l’indipendenza fu sostituita dal formalismo, che prediligeva soggetti quali eroi della rivoluzione e i membri dell’alta società. L’architettura religiosa coloniale dell’Ecuador è prevalentemente barocca, sebbene l’architettura residenziale tenda a essere semplice ed elegante, con case bianche dotate di verande e costruite attorno a un cortile cortile centrale. La musica andina tradizionale si distingue per l’uso di strumenti a fiato e a percussione, tra cui flauti di pan in bambù e flauti dritti, sono le componenti principali di questa musica. L’artigianato locale comprende raffinati esempi di cesti, cesti, lavori in cuoio, intagli in legno, tessuti, ceramiche e gioielli. La religione principale è quella cattolica, ma in Ecuador sono diffuse svariate altre chiese cristiane. Vi è comunque la tendenza a fondere la religione cattolica con credenze tradizionali. tradizional Lo spagnolo è la lingua principale, anche se la maggior parte degli indios degli altipiani è bilingue e usa di preferenza il quechua, considerando lo spagnolo come seconda lingua. Svariati piccoli gruppi delle pianure parlano una propria lingua. La cucina ecuadoriana consiste principalmente in zuppe e stufati, frittelle di grano, riso, uova e verdure. Tra le specialità locali vi sono il caldo de pates, una zuppa a base di zampe di bovino, il cuy arrosto. Una bevanda che si prepara e si vende molto nelle strade quando ci sono le fiestas è la canalita o canelazo, un punch fatto con acqua calda, aguardiente (acquavite locale), limone e cannella. STORIA La storia pre-inca dell’Ecuador è persa in un intrico nebuloso di tempo e leggenda e le prime notizie storiche non risalgono che all’XI secolo d. C. è convinzione generale che il continente sudamericano fosse già stato raggiunto da nomadi asiatici intorno al 12.000 a. C. e che a tali popolazioni si fossero successivamente aggiunti colonizzatori polinesiani. Secoli di espansioni tribali, guerre e alleanze diedero origine alla stirpe relativamente stabile dei Duchicela, che governò il paese in modo più o meno pacifico per circa 150 anni fino all’arrivo degli Incas, nel 1450 d. C. Malgrado la fiera resistenza, con l’aiuto di valenti condottieri e di un’abile politica matrimoniale, i conquistatori inca ottennero presto il controllo della regione. Le guerre per l’eredità del nuovo regno inca indebolirono e divisero la regione al momento dell’arrivo degli invasori spagnoli. I primi spagnoli approdarono nell’Ecuador settentrionale nel 1526. Pizarro giunse nel paese nel 1532 diffondendo il terrore tra gli indios con in cavalli, le armature e le armi dei suoi conquistadores. Il capo degli Incas, Atahualpa, fu catturato, tenuto in ostaggio, “processato” e giustiziato e l’impero generale di Atahualpa, RumiNahui, che preferì distruggerla piuttosto che consegnarla intatta agli invasori spagnoli. La città fu rifondata nel dicembre del 1534. Oggi in Ecuador è rimasto solo un sito inca intatto: Ingapirca, a nord di Cuenca. Gli indios non intrapresero mai rivolte degne di nota, sebbene sotto il dominio spagnolo la vita fosse orribile. La Spagna governò la colonia di Lima, in Perù, fino al 1739, quando il vicerè si trasferì in Colombia. L’economia del paese era ampiamente rurale e conservatrice e la regione era disseminata di ampie tenute per l’allevamento di bestiame e la coltivazione di banane (per la quale si ricorreva al lavoro forzato). Allo sviluppo di una classe media creola si accompagnarono svariati tentativi di liberare l’Ecuador dal dominio spagnolo. L’indipendenza fu infine raggiunta da Simon Bolivar nel 1822 e una piena sovranità costituzionale venne ottenuta nel 1830. Da allora la storia interna del paese è stata contrassegnata da fiere rivalità e da occasionali episodi di guerra aperta tra conservatori appoggiati dalla Chiesa, con la base a Quito, e i liberali e i socialisti di Guayaquil. Negli ultimi cento anni gli assassinii e l’instabilità politica sono stati motivo di interventi militari sempre più frequenti e nel XX secolo sono stati più gli anni di regime militare che quelli di governo civile. Nel 1941 lo stato confinante del Perù ha invaso l’Ecuador conquistando gran parte del suo bacino amazzonico. La nuova frontiera tra i due paesi, concordata e stabilita con il trattato di Rio de Janeiro nel 1942, venne finalmente riconosciuta da entrambi gli stati con il trattato del 1998; le controversie sono cessate definitivamente perché sia l’Ecuador sia il Perù vogliono attirare nuovi potenziali investitori. Nonostante le rivalità interne, i contrasti per i confini e il succedersi di sei presidenti in meno di sei anni, la vita in Ecuador è rimasta abbastanza tranquilla fino alla fine del millennio. Nel tentativo di frenare la svalutazione della moneta nazionale, il sucre, che ha perso il 75% del proprio valore in meno di un anno, il presidente Jamil Mahuad rese noto di voler “dollarizzare” l’economia, sostituendo il sucre con il dollaro americano e stabilendo 25.000 sucre per dollaro. Migliaia di contestatori, tra cui molti leader locali, professandosi contrari alla politica economica neoliberale, occuparono gli edifici governativi di Quito, costringendo Mahuad, Gustavo Noboa, assunse la presidenza del paese dopo il colpo di stato del gennaio 2002, dichiarando di voler combattere la corruzione politica. Nuove elezioni svoltesi a fine novembre 2002 hanno decretato la vittoria del colonnello Lucio Gutiérrez, protagonista del colpo di stato che il 21 gennaio 2000 aveva rovesciato Jamil Muhuad. I progressi dell’economia e il calo dell’inflazione producono benefici che sono tuttavia indeboliti dalla corruzione ormai cronica: secondo la Camera di Commercio di Quito il paese perde ogni anno l’11,2% del prodotto interno lordo. Dopo aver tentato nel gennaio del 2000 un colpo di stato, esauritosi in poche ore, l’ex colonnello Lucio Gutierrez ha vinto le presidenziali del novembre 2002, con il 56,14% dei voti battendo Alvaro Noboa, populista di destra e l’uomo più ricco del paese. La Confederazione delle nazionalità indie dell’Ecuador ha espresso ottimismo e speranza non solo per gli indios ma per tutti i diseredati. Il paese, tuttavia, soffre di una pesantissima crisi economica e il Fondo Monetario Internazionale non concederà crediti se non verrà messo freno alla spesa pubblica e alla corruzione. Il 23 marzo 2003, a Milano è stato firmato un accordo che annulla parte del debito dell’Ecuador nei confronti dell’Italia per riavviare il suo percorso di ricchezza. Due anni dopo la nomina del presidente, i risultati delle elezioni nella recente tornata elettorale hanno messo in luce il calo della popolarità di Gutiérrez. Il tentato impeachment da parte dell’opposizione e la perdita di consenso tra il movimento indigeno, un tempo sostenitore del presidente, legittimano seri dubbi sulla possibilità da parte di Gutiérrez di portare a termine il mandato. Nel mese di aprile 2005 il presidente Lucio Gutiérrez è stato destituito e ha chiesto asilo politico al Brasile. In sella al governo dal 20 aprile, Alfredo Palacio ha varato un pacchetto di riforme per ridistribuire i proventi del petrolio in favore della spesa sociale, invece di destinarli alla copertura del debito. Il provvedimento ha riscosso il consenso della piazza. Nel 2007 alla presidenza del paese è stato eletto Rafael Correa. Istituzioni La costituzione fa dell'Ecuador una repubblica presidenziale e prevede un mandato quadriennale per Presidente, vice presidente, e membri del Congresso. Il presidente, eletto direttamente dal popolo, è rieleggibile ma non per due mandati consecutivi; i membri del Congresso possono essere immediatamente rieletti. L'attuale presidente è Rafael Correa. Il potere esecutivo è demandato a 28 ministeri. Le Giunte e i Consigli provinciali sono eletti direttamente. I giudici della Corte Suprema sono nominati a vita dal Congresso. Il suffragio è universale e si diventa elettori a 18 anni. Per i cittadini alfabetizzati tra 18 e 65 anni il voto è obbligatorio, per tutti gli altri è un diritto ma non un dovere. Economia L’economia ha subito in questi ultimi anni una notevole trasformazione, passando da una economia di commercio delle materie prime con un apparato industriale di base (tessile, mineraria, alimentare e metalmeccanica) a una economia moderna e diversificata, grazie alle politiche industriali portate avanti dal Governo di Rafael Correa, comprendendo attivita di altissimo livello tecnologico ed industriale come: l'industria dell'Informatica (l'Ecuador fu il primo produttore di software nell'America latina), Nucleare, farmaceutica (l'Ecuador fabbrica medicinali a basso costo per i paesi del Terzo mondo), e quell'aerospaziale (grazie al basso costo di accesso per le istituzioni accademiche le quali aiutano a condurre la ricerca scientifica nelle scienze spaziali e planetarie), la crescita industriale è stata favorita dalla ripresa del sistema bancario e dalla fiducia del pubblico ed i tassi d’interesse hanno iniziato a decrescere. Anche se con alti e bassi, l’economia è tornata ad una certa normalità ; sono stati favoriti gli investimenti produttivi e le attività economiche e finanziarie sono divenute più trasparenti e più sicure. Coloro che si oppongono alla dollarizzazione rilevano che il processo non ha comunque risolto i problemi strutturali e la povertà che affligge una larga fascia della popolazione, mentre rimangono tuttora irrisolti i problemi della produzione elettrica, la contrazione dell'estrazione petrolifera - per mancanza di nuovi investimenti - la riforma delle dogane e la modernizzazione della sicurezza sociale. L’economia ecuatoriana è fortemente dipendente dall’attività petrolifera (52,4% delle esportazioni totali) e dalle rimesse degli emigrati. Tali risorse non si riflettono, tuttavia, necessariamente nella crescita della produzione, dei posti di lavoro, del commercio estero e degli investimenti. Oltre al petrolio l’Ecuador conta su altre risorse quali banane (70% delle esportazioni agricole), gamberi, fiori, cacao e caffè destinati in larga parte all’esportazione. l’Ecuador ha altissime potenzialità nel campo economico. Il paese è infatti ricco di risorse minerarie, soprattutto di petrolio, il cui sfruttamento è però iniziato “solo” negli anni ’60 e i cui guadagni vanno ad arricchire, in maniera smisurata, poche persone locali e molte compagnie straniere, per cui la maggior parte della popolazione vive in condizioni di disagio e di povertà. Progetti di cooperazione decentrata in Ecuador Progetto: “Miglioramento della qualità produttiva e valorizzazione delle attività nel mercato nazionale dei caseifici rurali cooperativi in Ecuador” Le tematiche legate al miglioramento della qualità produttiva dei caseifici cooperativi, sia a livello di produzione di latte sia a livello di trasformazione in formaggi freschi sono state affrontate in due precedenti progetti, che sono stati realizzati con il sostegno dell’Associazione AVEC PVS e la collaborazione del FUNCONQUERUCOM (Fundacion consorcio de queserias rurales comunitarias del Ecuador) e della Casa dei Popoli che si occupa della sensibilizzazione e del coinvolgimento dei cittadini su percorsi di conoscenza, accoglienza, educazione alla pace e pratiche di non violenza. Attualmente è stato richiesto un terzo intervento relativo a queste tematiche, mirato, però, alla valorizzazione della fase commerciale. Con questo nuovo progetto si vuole, infatti, concludere un ciclo che comprende così tutta la “filiera latte” ed allo stesso tempo formalizza l’esperienza, passata ed attuale, creando un modello didattico riproducibile ed adatto al contesto locale. All’interno del progetto sul “Miglioramento della qualità produttiva e valorizzazione delle attività nel mercato nazionale dei caseifici rurali cooperativi dell’Ecuador” sono state affrontate tematiche legate al miglioramento della qualità produttiva dei caseifici cooperativi, sia a livello di produzione di latte sia a livello di trasformazione in formaggi freschi, ma anche aspetti legati alla commercializzazione dei prodotti mediante il miglioramento quali-quantitativo delle produzioni ed il potenziamento della rete di vendita. Le zone del progetto sono state le due province di Cañar e Tungurahua. Esse sono state selezionate per differenti motivi: la prima perché negli ultimi anni, si sono sviluppate diverse attività per il miglioramento della produzione, trasformazione e commercializzazione dei prodotti lattiero-caseari, ottenendo degli ottimi risultati. Lì si è sviluppato uno dei consorzi lattei che coinvolge piccole aziende locali che operano attraverso buone pratiche artigianali, per offrire ai consumatori un prodotto sano e di qualità. Nella provincia di Tungurahua, si è voluto ripetere il lavoro di educazione degli allevatori, per migliorare gli standard di qualità del latte, e successivamente procedere alla sensibilizzazione degli operatori dei caseifici, per raggiungere più elevati standard di produzione e lavorazione e dei derivati. Le azioni predisposte per raggiungere gli obiettivi prefissati sono state: § § § § § § la predisposizione di un manuale per l’attuazione di un sistema di autocontrollo semplificato, che intende aumentare le capacità degli addetti alla vendita e migliorare gli standard qualitativi dei prodotti. l’attivazione di un punto vendita fisso ed uno mobile, per aiutare la commercializzazione del prodotto finale. un corso di formazione per il marketing e le strategie di commercializzazione, il coinvolgimento di nuovi giovani allevatori, fornendo loro un corso tecnico sulla gestione delle bovine da latte. la preparazione di una pubblicazione tecnica formativa, con le tematiche dell’allevamento e della gestione delle bovine da latte, l’igiene della mungitura e del caseificio e le linee guida per la commercializzazione dei formaggi freschi. attività di educazione allo sviluppo, che sfrutta l’esperienza nel campo della ONG torinese CCM, con seminari di Educazione allo Sviluppo Sostenibile per le scuole medie (inferiori e/o superiori), finalizzato all’accrescimento della consapevolezza dei legami che sussistono tra la gestione sostenibile delle risorse, la sicurezza alimentare e la qualità finale del prodotto. Progetto: “Creazione e sviluppo di vivai familiari di pesci d’acqua dolce nella comunità di Maldonado, Trs Vias, Correntada, Mamey, Puerto Nuevo e Boca del Sucio nella provincia di Esmeraldas in Ecuador.” Nella zona sud della provincia di Esmeraldas, tra la costa e la Riserva Manche-Chindul, vivono le comunità indigene di Maldonado, Trs Vias, Correntada, Mamey, Puerto Nuevo e Boca del Sucio, che tradizionalmente per alimentarsi dipendevano dalla caccia e dalla pesca effettuate nelle foreste e nei fiumi che ora fanno parte della Riserva Mnche-Chindul. L’alimentazione veniva integrata solamente con prodotti derivati da un’agricoltura di sussistenza. Negli ultimi anni, proprio in seguito all’estendersi dell’area della riserva, le risorse alimentari a disposizione di queste comunità si sono notevolmente ridotte, anche perché le attività agricole non sono in grado di compensare le carenze conseguenti alla riduzione di caccia e pesca. La riduzione dell’apporto proteico giornaliero, presente nella razione alimentare disponibile, comporta inoltre una riduzione del tasso di crescita ed un cambiamento delle abitudini alimentari della popolazione locale. Le comunità locali cercano infatti di compensare il mancato apporto proteico, acquistando prodotti alimentari industriali a lunga conservazione, che oltre ad essere scarsamente disponibili, sono troppo costosi per le famiglie di queste comunità. Il progetto prevede il coinvolgimento di 25 famiglie selezionate nelle 6 comunità (per un totale di 100 persone circa), per la creazione di allevamenti in cui i pesci di acqua dolce possano integrare la propria alimentazione e possano essere venduti ad altre famiglie, incrementando il reddito famigliare. I beneficiari indiretti sono tutti gli abitanti, circa mille persone, delle 6 comunità, utilizzando le produzioni e l’esperienza di queste aziende. Il progetto tiene in pari considerazione uomini e donne, sia nella fase di attuazione che nel processo di formazione, prediligendo la partecipazione delle donne ed il loro coinvolgimento nel processo decisionale per la distribuzione del reddito. L’acquacoltura, anche se rappresenta ancora un’attività marginale per gli insediamenti, presenta forti potenzialità di sviluppo, per le condizioni favorevoli legate alle caratteristiche del suolo e del clima. Al fine di non inquinare l’ambiente le aziende agricole famigliari non utilizzano prodotti chimici inquinanti durante le fasi di allevamento e di gestione dell’attività aziendale. Sono utilizzati solo calce, concimi organici ed alimenti naturali che gestiti correttamente e distribuiti in minima parte in tutte le aziende coinvolte, non alterano l’ecosistema. La specie selezionata per questo tipo di allevamento è la tilapia, specie tipica delle acque dolci, è l’ideale per sostenere l’attività di pesca locale. Durata: il progetto è iniziato il 01/11/2008 e si è concluso il 28/10/2009. Obiettivi: 1. formare agricoltori nel settore dell’allevamento famigliare dei pesci d’acqua dolce; 2. installare e rendere funzionanti gli allevamenti famigliari dei pesci d’acqua dolce; 3. consolidare il processo di sensibilizzazione della popolazione locale (intesa come popolazione del Comune di Settimo T.se) ai problemi delle comunità ecuadoriane. Azioni specifiche: 1. corsi di formazione per l’installazione e gestione dell’allevamento dei pesci d’acqua dolce; 2. acquisto di materiale e costruzione degli allevamenti; 3. missione tecnica di un esperto di piscicoltura italiano; 4. miglioramento delle condizioni delle strade locali; 5. predisposizione di eventi di sensibilizzazione nel Comune di Settimo T.se.