UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DELL’ INSUBRIA DIPARTIMENTO DI BIOTECNOLOGIE E SCIENZE DELLA VITA SEZIONE DI MEDICINA E SANITÀ PUBBLICA 1) TENUTA (COMPILAZIONE) DELLA DOCUMENTAZIONE CLINICA …. scrivere su carta …. su supporto digitale …. scrivere sì ma cosa ? verbalizzare, certamente, ma cosa ? …. decidere cosa scrivere e verbalizzare ciò che è importante, ovviamente, ma cosa esattamente e compiutamente, e poi, ora in questo momento ? scrivere la verità (???) …. il tempo …. l’ organizzazione …. c’ è chi aspetta …. la tensione emotiva …. l’ educazione …. la formazione …. si deve far presto, presto, perché tutto questo e ora ? …. scrivere quando, dopo quanto tempo dall’ azione, dall’ osservazione ? Il tempo condiziona la qualità di ciò che si scrive…… “Oggi non è che il ricordo di ieri e domani non è che il sogno di oggi” (G.K. Gibran, 1923) e … ancora la conservazione della capacità di critica, sempre e a dispetto di tutto “Mi trovo in uno stato di esaltazione e di angoscia intellettuali che difficilmente lei può immaginare, non sono padrone di lucidità sufficiente per raccontarle le cose, ma poiché ho il dovere di raccontargliele, cercherò di spiegarmi come posso” (F. Pessoa, 1935) 2) DIVISIONE TECNICA DEL LAVORO “ Essi erano un solo uomo, non trenta. Poiché, come l’ unica nave che li conteneva tutti, sebben fosse fatta di ogni sorta di cose contrastanti .... pure tutte queste interpenetrava in un solo scafo compatto che filava alla sua rotta …. allo stesso modo tutte le individualità dell’ equipaggio, il valore di uno, la paura di un altro, la colpa e la colpabilità, tutte le differenze erano saldate in un’ unità ed erano tutte indirizzate a quel segno fatale” (H. Melville, 1851, trad. c. pavese) 3) ACQUISIZIONE DEL CONSENSO … informa e acquisisce il consenso …. il curante … ? il medico di famiglia che sa magari comunicare ma che non può conoscere le indicazioni e i rischi delle chirurgie specialistiche ? oppure il chirurgo specialista che magari non è capace di comunicare ma conosce perfettamente il rischio operatorio ? …. lo specialista ortopedico che richiede un esame radiologico di cui non può conoscere la rischiosità o lo specialista radiologo che la conosce ma che non può conoscere il malato e che non è nelle condizioni di valutare rischi e benefici del’ esame ? … si può esser sempre obiettivi e spiegare trattamenti alternativi alla cura proposta dei quali non si riconosce l’ effettiva validità o che neppure si conoscono nella loro natura, essenza, finalità, suggerire consulenze di altri medici o ricoveri in altri ambienti di cura di cui magari si riconosce la maggior qualità assistenziale …. Può un malato profano bisognoso di cure urgenti e in preda al dolore e alla disperazione e alle incertezze esser capace di recepire la corretta formazione e libero di autodeterminarsi ? ma soprattutto, quale deve esser l’ intima essenza della comunicazione: le “verità” della scienza o le “certezze” dell’ esperienza ? in base alla “conoscenza” delle prime o alla “consapevolezza” delle seconde il malato deve decidere ?