Lo spettro autistico in adolescenza:

bisogni specifici e azioni educative mirate
 inserimento in luoghi produttivi
Dr. Angiolo Pierini
Dr.ssa Fabiola Olivito
1
L’ADOLESCENZA

fase dello sviluppo (14-15 a fino ai 18-20 a)
che inizia con la pubertà e
termina con la riorganizzazione
della propria personalità in
seguito alla costruzione
dell’identità (acquisizione della
capacità di organizzare la propria
vita e di relazionarsi in maniera
autonoma con il contesto
sociale).
2


Dalla famiglia al mondo esterno, dalla dipendenza
infantile all’autonomia: è questo il percorso che
l’adolescente dovrà compiere per passare dall’infanzia
allo statuto di adulto.
Si tratta di un vero e proprio tragitto che l’adolescente
deve percorrere per passare dal territorio familiare agli
spazi esterni che diventeranno suoi.
3

L’adolescenza implica cambiamenti
radicali che riguardano:

il corpo (maturazione biologica)

la mente ( sviluppo cognitivo)

i comportamenti (rapporti e
valori sociali)
4
La maturazione biologica (pubertà)
5
Pubertà nella ragazza

Primi segni puberali (10 a1/2 - 11 a):
Aumento di volume del seno e
modificazioni organo genitale
esterno
 Peluria pubica e ascellare
 Aumento di statura


Comparsa mestruazioni (circa 2 a
dopo i primi segni puberali).
6
Pubertà nel ragazzo
Trasformazioni somatiche (12 a ½ - 13 a)







Aumento di volume dei testicoli
Comparsa peli pubici
Modificazione organo genitale esterno
Acne
Aumento di statura
Cambiamento nella qualità della voce
Lo sviluppo prosegue e raggiunge lo stadio adulto verso
i 16-18 anni
7

Squilibrio tra maturità
corporea, in via di veloce
conseguimento e una
sostanziale immaturità
psicologica ad affrontare i
cambiamenti

Difficoltà nel riconoscersi
all’interno di un corpo
“nuovo”
8
Lo sviluppo cognitivo

Sul fronte cognitivo, l’adolescenza
porta all’acquisizione del pensiero
ipotetico-deduttivo (manipolazione
concetti astratti, simbolizzazione,
formulazione ipotesi..)

L’adolescente non necessita
più, come in passato, di
ragionare su oggetti concreti,
tangibili, manipolabili, di fare
esperienza diretta delle
situazioni per comprenderle, ma
può effettuare dei ragionamenti
anche in loro assenza o
utilizzandone rappresentazioni
simboliche.
9

Non si tratta di un’acquisizione subitanea, ma di un lungo processo,
che inizia con l’esordio dell’adolescenza e si protrae lungo tutta la
scuola media inferiore e superiore

Non costituisce una tappa evolutiva discontinua rispetto alle
precedenti: il pensiero ipotetico-deduttivo integra il modo di pensare
precedente e si pone come il coronamento del lungo processo di
sviluppo delle strutture intellettive.

Il suo utilizzo gradatamente si estende alle diverse sfere
dell’individuo e di esso risentono l’attività scolastica, i rapporti con gli
altri, la rappresentazione di sé e del proprio futuro.
10
Autonomia

La possibilità di accedere all’età adulta
implica necessariamente
 processo di “separazione” dai
propri genitori (disinvestimentoemancipazione dai legami
interni)…
 investimento-re-introiezione di
nuove immagini identificatorie.
11
“Di fronte allo scompiglio del proprio mondo
interno, l’adolescente usa gli oggetti esterni
per sostenersi e per far giocare loro il ruolo
di organizzatori del mondo interno”
(P. Jeammet)
importanza della realtà esterna

…. gruppo dei coetanei.
12



E’ venendo a contatto con il
gruppo dei pari, dei coetanei,
che l’adolescente allenta i
vincoli familiari
è il gruppo che consolida
l’identità del giovane
permettendogli di elaborare i
conflitti interni al riparo da una
relazione regressiva con i
genitori che fa sentire
l’adolescente dipendente da
questi, in un momento in cui
lotta per la sua autonomia:
Capire chi è e cosa desidera
realmente per se stesso!
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Principale compito di sviluppo in adolescenza:
costruzione di un’ identita’ adulta

conoscere ed accettare il proprio corpo;

gestire il proprio ruolo maschile o femminile ;

conseguire autonomia dagli adulti ;

costruzione e consolidamento di una relazione affettiva e sessuale
con un’altra persona ;

scelta del percorso scolastico ed in seguito della carriera lavorativa ;

raggiungimento dell’indipendenza economica ;

acquisizione di un comportamento socialmente responsabile.
14
15
ADOLESCENZA
AUTISMO
16
ADOLESCENTE
AUTISTICO
17
Modificazioni fisiche
•
percezione frammentaria della propria
fisicità;
•
problemi di integrazione struttura-funzione
delle diverse parti del corpo
•
•
fenomeni di neglecting
•
•
> difficoltà a dare-trovare significato
alle trasformazioni corporee;
disinteresse, trascuratezza per alcune
parti del corpo;
comprensione deficitaria del proprio sesso
e delle differenze di genere
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Sviluppo cognitivo

mancata capacità di astrazione e
generalizzazione

scarsa flessibilità nell’utilizzo delle
categorie concettuali (pantaloni
non necessariamente una
prerogativa del genere maschile)

Nelle situazioni con massiccio
deficit cognitivo accentuazione
della difficoltà
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Identita’ e Autonomia

Inadeguatezza del sistema di
identificazione personale:
 processi introiettivi fortemente
ostacolati (incapacità di
modellarsi sui pari e sulle attese
degli altri, se non in maniera
adesiva);
 consapevolezza della diversità:
esperienza di frustrazione legata
agli insuccessi nel tradurre
intenzioni in “relazioni”
soddisfacenti senza rendersi
conto delle ragioni (cecità
sociale).
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Isolamento sociale..anche per gli autistici ad alto
funzionamento
• motricità bizzarra: cammino (“omosessuali”),
movimenti tipici mani (sfarfallare),saltelli sul posto nei
momenti di eccitazione, smorfie, assenza di mimica (o
esagerata), sguardi fissi o indiretti
• linguaggio : tono, inflessioni, scelta parole; ecolalia;
comprensione letterale, concreta
» ridere a crepapelle
» avere uno scheletro nell’armadio
» toccare il cielo con un dito
» avere un diavolo per capello
• conversazione “ingenua”, limitata, ripetitiva,con scarso
contenuto emotivo…fino a monologhi interminabili (es:
astronomia, geografia, mezzi di trasporto, araldica)
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In sintesi:
Difficoltà a comprendere
situazioni sociali
 Difficoltà a tenere una
condotta idonea in una
situazione sociale
 Difficoltà a relazionarsi con
il sesso opposto

comportamenti problema
 bizzarrie
 interessi specifici

22

Inoltre l’adolescente autistico
può manifestare:
 epilessia (1/3 casi) (+ a
rischio se RM)
 Dist. psicopatolog assoc
(ossessività, rituali,
ansia,fluttuaz. umore)
David
Occupato presso il servizio
metereologico nazionale
(interesse speciale)
23
LA FAMIGLIA
24

Accentuata percezione delle
“differenze”: mancata evoluzione,
isolamento;
Infantilizzazione;
Negazione;
• Discontinuità: servizi per adulti, fine della
scuola;
• Necessità di elaborare una nuova
immagine sociale del figlio e
maggiore necessità di supporto
• Preoccupazione per il “dopo di noi”
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Evoluzione clinica dell’autismo nell’età adulta

La possibilità di modificare l’evoluzione naturale è in
relazione non tanto con i singoli interventi, quanto con la
costanza, la sistematicità,la durata nel tempo dei
trattamenti e la loro coerenza interna

Anche per gli adulti è importante il clima affettivo di
sostegno e costanza di investimenti
26
Il lavoro con l’adolescente
27
1.
Sviluppare adeguata consapevolezza del proprio corpo
 Spiegare, con il supporto di schemi visivi
adeguati al livello di sviluppo del soggetto,
come si modifica il corpo in puberta’ (sviluppo
staturo-ponderale, comparsa dei peli pubici,
ascellari, sulle gambe, comparsa della barba
nei maschi, sviluppo dei seni nelle femmine,
etc.) fino al raggiungimento dei caratteri
sessuali maturi
2.
Sviluppare corrette routine quotidiane di cura e igiene
personale
1. COME (per es. attraverso schede visive con le
sequenze motorie per rinforzare il
comportamento in autonomia)
2. PERCHÉ e’ importante la cura di Se’ (storia
sociale)
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3.
Insegnare comportamenti sociali (adeguati e sicuri):
discriminare le figure ed i contesti e modulare di
conseguenza il proprio comportamento
4.
Insegnare tempi e modi appropriati per esprimere la
sessualità (masturbazione)

insegnare la corretta privacy (recarsi in bagno,
chiudere la porta e restare da solo, lavare
sempre le mani, non mostrare o toccare le zone
intime in pubblico)… Social Stories (storie
sociali)
29
Problemi da affrontare - 1

difficoltà a motivare
 ritiro autistico
ipercinesie
 crisi di frustrazione con ipertono
 pianto
 grida
 instabilità
 agitazione
 irrequietezza
 irritabilità
 uso ossessivo, indiscriminato e afinalistico degli oggetti

30
Problemi da affrontare - 2

imposizione della propria presenza
 distogliere
compulsivamente l'altro dalla sua
occupazione

attenzione centrata su dettagli
 no
attenzione al significato dell'informazione globale
che viene dal contesto



difficoltà a strutturare autonomie
impossibilità di apprendere autonomamente
dall'esperienza
assenza di mimica, gestualità e sguardo diretto
31
Necessita’ di un programma di sostegno alla
famiglia

Contrastare il carico oggettivo e soggettivo:
 Rispondere
e/o ridefinire le aspettative
 Promuovere o insegnare strategie di coping e
problem solving
 Promuovere
lo sviluppo di percorsi adattivi e di
mediatori psicologici individuali e situazionali per il
ragazzo
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Necessita’ di un programma di sostegno alla
famiglia

Livelli di intervento
 Parent Training
 Gruppi di auto-mutuo
aiuto (AMA)
 Scuola
 Inserimento
lavorativo
Centri diurni
Laboratori protetti
 Associazioni
 Servizio
specialistico
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Alleanza con i genitori
La collaborazione che si crea tra le figure di
riferimento che ruotano intorno alle persone
affette da autismo, è un’alleanza tra esperti:

genitori (storia di vita e scelte future);

clinici (processi della crescita, interventi);

insegnanti/educatori (contesti e strategie di
mediazione);
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Per gli Educatori
Evitare/contrastare/superare:
la delusione (ripensare le aspettative)
 la rinuncia
 la mancanza di novità e di prospettiva (c'è sempre
qualcosa di nuovo)

……attraverso soluzioni didattiche concrete,
modificabili, creative ed interattive.
35
Lavoro di rete:








ASL
Genitori
Scuola
Centro di informazione e di sostegno per l'handicap
Ente Locale per interventi nel sociale
Centro specializzato per la terapia
Associazioni di volontariato sociale
Supporti ulteriori
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L’obiettivo principale di un modello
operativo condiviso è promuovere e
realizzare il più alto grado di
partecipazione alla vita sociale della
persona e della sua famiglia.
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Essere autistici...
Essere autistici...
Quello che è normale per altre persone non è normale per me…
In un certo senso sono mal "equipaggiato per sopravvivere in
questo mondo…
Ma la mia personalità è rimasta intatta
La mia individualità non è danneggiata.
Ritrovo un grande valore e significato nella vita…
Concedetemi la dignità di ritrovare me stesso nei modi che desidero;
riconoscete che siamo diversi l'uno dall'altro,
che il mio modo di essere non è soltanto una versione guasta del
vostro…
Lavorate con me per costruire ponti tra noi.
Jim Sinclair
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Valutazione in adolescenza
Scale che si pongono come strumenti di
valutazione ampiamente utilizzati:
 VABS (Vineland Adaptive Behavior Scales)
 AAPEP (Adolescent and Adult
Psychoeducational Profile)
 TTAP (TEACCH Transition Assessment
Profile)
TTAP – Scala di Osservazione Diretta
Attitudini lavorative: capacità di riordinare in ordine alfabetico parole, di classificare e
riprodurre un modello complesso con istruzioni visive, di assemblare materiali, con poco
aiuto, effettuare misurazioni con il righello o con misurini (es. ricetta di cucina) ecc.
Comportamenti lavorativi:
Lavorare a una linea di montaggio; Applicarsi con continuità al compito
Non lasciarsi distrarre dai rumori; Lavorare senza supervisione
Lavorare in modo produttivo
Tollerare il passaggio da un’attività all’altra; Accettare le correzioni
Tollerare le interruzioni; Tollerare la fatica
Richiedere di informazioni
Funzionamento indipendente:
cura della persona
capacità di fornire informazioni di emergenza su di sé (indirizzo, telefono…)
utilizzo dell’orologio e del denaro, ecc.
Abilità di tempo libero:
partecipazione a giochi di collaborazione, giochi a carte, attività esterne.
interessi prevalenti (ad esempio per gli strumenti informatici)
Consegna messaggi
Comunicazione funzionale: ……….
Comportamento interpersonale:
Comportamenti interattivi positivi verso persone conosciute; persone sconosciute;
Comportamenti negativi ….
Riunioni sociali (si diverte); Reagisce alla presenza di altre persone
Comportamenti appropriati verso altri in pubblico
Cerca la compagnia di persone specifiche; Non disturba gli altri durante le attività
TTAP
e pianificazione della vita adulta



Scala dell’osservazione a casa
Scala dell’osservazione a scuola e al lavoro
Valutazione informale ( continua in corso ……..)
Sulla base della valutazione viene stesa una
programmazione individualizzata, che prevede lo
svolgimento di attività educative finalizzate ad aiutare i
ragazzi nel conseguimento delle abilità ritenute
essenziali per il futuro occupazionale ecc.
In U.S.A. preparazione precedente in classe, poi
previsti dai 16 anni 3 o 4 stage di 6-12 settimane ciascuno
in diversi contesti produttivi per l’orientamentoapprendimento e la generalizzazione.
Lavorare con adolescenti autistici





Comprensione dell’Autismo
Considerazione delle necessità della famiglia
Conoscenza delle competenze che un soggetto
adulto deve possedere (v. TTAP)
Competenze (liv. di funzionamento) dipendenti
dal contesto
CRUCIALI
 Comportamenti sul lavoro (“aperti” e concettuali)
 più importanti delle competenze tecniche (appr. percettivo)
 Correlati a motivazione e successo
 Iniziare a lavoraci precocemente in classe
 Comunicazione e socialità
 Tempo libero e autonomia
COMPORTAMENTO sul LAVORO
􀁸 Saper lavorare in silenzio
􀁸 Saper lavorare in gruppo
􀁸 Mantenere la distanza sociale
􀁸 Interazione con i colleghi, anche durante le pause
􀁸 Riconoscere l’autorità e tenerne conto
􀁸 Evitare comportamenti di sfida durante il lavoro
􀁸 Mancata comprensione delle intenzioni e delle emozioni degli altri
􀁸 Voler rimanere da solo
􀁸 Assenza di contatto oculare durante le conversazioni
􀁸 Cura aspetto
􀁸 Essere in grado di lavorare in sicurezza
􀁸 Buone maniere a tavola durante spuntini
􀁸 Trasporto da e verso il lavoro
􀁸 Attività significative durante le pause
􀁸 Contatti sociali durante le pause
􀁸 Ritmo di lavoro
Le abilità devono essere insegnate una ad una:
questi ragazzi possono imparare con un training
specifico, ciò che gli altri apprendono
spontaneamente.
È importante scegliere attività che siano interessanti ed
accattivanti per loro (motivazione/rinforzo), o che lo
diventino attraverso una paziente azione di proposta
ed adattamento.
L’intervento necessita di una insegnante/educatore in
grado di adattare materiali, tempi e aspettative
in funzione dei segnali espressi dal ragazzo
(approccio sistematico ma flessibile)
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Come intervenire nell’ambiente
I soggetti autistici tendono ad apprendere più
efficacemente in ambienti strutturati.
…la strutturazione permette di raggiungere un senso di
prevedibilità rispetto a ciò che accade (da ordine e
coerenza all’esperienza)
…la strutturazione costituisce una buona base per le
comunicazioni che possono appoggiarsi su elementi
contestuali stabili ed il cui significato è ancorato ad
una esperienza consolidata e condivisa.
La strutturazione dell’ambiente favorisce una modalità
di interazione significativa tra il soggetto e
l’ambiente.
46


La diversa disposizione dello spazio va pensata in
funzione del diverso grado di difficoltà/competenza
del singolo soggetto …strutturare l’ambiente significa
renderlo il più individualizzato possibile…
La strutturazione dello spazio e delle attività ha
primariamente una valenza compensativa rispetto ai
deficit di alcune funzioni mentali, in particolare
attenzione e percezione, ma rappresenta anche la
base per strutturare migliori competenze adattive.
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Intervento sui comportamenti problema
I problemi di comportamento vanno esaminati
riferendosi al contesto naturale in cui si verificano
analizzando la funzione che assolvono nelle
dinamiche interpersonali.
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Il perseguimento degli obiettivi prevede anche
l’uso di supporti che valorizzino conoscenze
implicite e procedurali al fine di consolidarle o
che vengano acquisiti come strumenti
compensativi stabili.
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