Ministero dell’ Istruzione, dell’Università e della Ricerca
Istituto Comprensivo Erodoto
87064 Corigliano Calabro (CS)
“LA BUONA SCUOLA”
Questa analisi ragionata, rappresenta il documento elaborato dal collegio dei docenti a
compendio dei momenti di riflessione promossi dalla scuola
L’ISTITUTO COMPRENSIVO ERODOTO di Corigliano Calabro, relativamente al Documento “La
Buona Scuola”, ha promosso diversi momenti di studio, di riflessione e di approfondimento,
all’interno delle diverse articolazioni del collegio dei docenti: staff, gruppi di lavoro, dipartimenti.
Dai diversi incontri sono emerse apprezzabili valutazioni sulle proposte generali del Dossier che
rimette al centro i ragazzi per recuperare il significato dell’esperienza scolastica, modernizza i
curricoli per la società globalizzata, valorizza le
vocazioni culturali, costruisce ambienti di
apprendimento capaci di coinvolgere e motivare gli studenti.
“Dare al Paese una buona scuola significa dotarlo di un meccanismo permanente di innovazione,
sviluppo e qualità della democrazia. Dobbiamo tornare a vivere l’istruzione e la formazione non
come un costo ma come un investimento per il Paese.”
Molte sono le proposte significative : dal sistema di reclutamento per concorso pubblico, alla
creazione dell’organico funzionale, dalla reintroduzione del tempo pieno al sistema di valutazione,
dallo sfoltimento delle pratiche burocratiche al rilancio dell’autonomia.
Tuttavia, il Documento ha suscitato anche alcuni interrogativi relativi a questioni non
sufficientemente definite che richiederebbero interventi di riforme radicali ed incisive.
Sulla questione della riforma dello stato giuridico del docente appare fortemente avvertita
l’esigenza di un diverso inquadramento che possa prevedere tre distinti livelli: un 1° livello per
neoassunti, un 2° livello per quelli già a contratto indeterminato ed un 3° livello da maturare
attraverso il merito (crediti didattici-formativi-professionali) con conseguente eliminazione della
distinzione del monte-ore settimanale e della distinzione retributiva attualmente differenziati per
grado di scuola.
Favorevole il parere sul primo avvio ad uno sviluppo di carriera nel personale docente ma non può
essere solo riconosciuto da generici crediti didattici, formativi e professionali. Dovrebbero essere
introdotti sistemi e strumenti finalizzati a valutare la qualità didattica in aula legata anche al
tempo ed all’impegno del docente oltre che alla ricaduta sul successo scolastico degli alunni; e la
qualità didattica riconosciuta dovrebbe costituire credito privilegiato rispetto ad altri crediti.
Qualche riflessione è emersa anche sul tema della formazione. Quella in servizio dovrebbe
rappresentare uno degli obiettivi del Piano di miglioramento delle Istituzioni scolastiche ed i temi
della formazione dovrebbero scaturire dalle criticità rilevate al loro interno. Ma sulla formazione in
servizio sarebbe necessario investire risorse finanziarie al fine di garantire ai docenti di attrezzarsi
per rispondere al rapido mutamento dei saperi e delle conoscenze, caratteristico della società
contemporanea. Per la formazione iniziale andrebbe prevista un’attività di raccordo organico fra
scuola e università sia per l’acquisizione del titolo abilitante, che per un tirocinio più funzionale
con attività tecnico-didattiche. Le università dovrebbero inserire nel piano degli studi crediti
obbligatori per la pedagogia e la didattica speciali, per tutti coloro che vorranno intraprendere la
carriera docente.
Il Documento introduce nella scuola una nuova figura professionale: il docente mentor; la
procedura di selezione che attribuirà l’incarico sembra essere sufficientemente obiettiva: concorso
per titoli e merito ( scatto di competenza per tre trienni consecutivi), appare invece esagerato
affidare al mentor la valutazione del tirocinio e non si chiarisce esaustivamente di quanti docenti
mentor si potrà dotare ogni singola scuola (indicativamente fino ad un massimo del 10% di tutti i
docenti).
Sulla governance sono emersi diversi dubbi e contributi di riflessione: tra le novità relative
all’organizzazione ed alla gestione, il Documento offre l’avvio ad una riflessione sul profilo
professionale del dirigente scolastico e pur riconoscendo la necessità di una migliore definizione a
partire dal fatto che questi è responsabile di tutto non offre un’opzione chiara in termini di
connotazione professionale e di prerogative istituzionali. Non un accenno al riconoscimento della
dirigenza scolastica nel ruolo unico della dirigenza pubblica che per i compiti prefigurati appare
invece ineludibile.
Strettamente collegato al tema del profilo dirigenziale, nel Documento si ventila la necessità di
intervenire sulla attuale sovrapposizione di competenze con il DSGA, definito “braccio esecutivo”
del dirigente per la parte di gestione contabile, e “sentinella” del fluido funzionamento della
macchina burocratica. La correttezza procedurale e sostanziale tutta in capo al Dirigente scolastico
nella sua qualità di Responsabile Unico del Programma annuale (bilancio), degli strumenti di
controllo di gestione e del Conto consuntivo viene verificata dai Revisori dei conti, escludendo il
Dsga da ogni rilievo valutativo . Dettaglio da tenere in considerazione. Tanto in ragione del fatto
che il DSGA è chiamato a supportare il Dirigente scolastico, il quale è sottoscrittore di tutti gli atti
con cui vengono formalizzati i negozi giuridici; qualora tutto ciò non bastasse, questi è identificato
come stazione unica appaltante.
Per quanto riguarda invece gli assistenti amministrativi, non si può condividere la contrazione del
loro contingente per effetto della dematerializzazione e della informatizzazione. Questo disegno
potrebbe incidere negativamente sulla qualità delle mansioni riconducibili al profilo professionale
e, di conseguenza, sulla qualità del servizio complessivamente inteso.
La “Buona governance” si limita ad ipotizzare i soggetti costitutivi: Consiglio dell’istituzione
scolastica, Dirigente scolastico, Consiglio dei docenti e Nucleo di valutazione. Nulla si aggiunge al
ruolo del Nucleo di valutazione di cui appare incerta la distinzione tra “interno” ed “esterno” e del
tutto indecisa la composizione. Sarebbe auspicabile che nel Consiglio dell’istituzione scolastica si
prefigurasse la presenza di un rappresentante dell’Ente Locale.
Valutazione
Il modello di Servizio Nazionale di Valutazione del Sistema Educativo di Formazione ed Istruzione
proposto Introduce modelli di accountability degli insegnanti: dalla tradizionale ispezione esterna
individuale basata sui processi, all’autovalutazione della scuola, che include la valutazione
standardizzata degli apprendimenti degli alunni, come proposta dall’ INVALSI passando dalla
valutazione individuale interna effettuata dal capo di istituto. Prima di valutare i singoli istituti si
dovrebbe procedere alla definizione degli standard di prestazione e di qualità minimi da
raggiungere, che oggi vengono indicati solo con liste di contenuti (“indicazioni programmatiche”),
nobilitati in conoscenze, abilità e competenze, secondo il mantra europeo, e dovrebbero essere
previste soglie precise per i “profili in uscita” dai vari ordini e gradi di scuola. E’ avvertita l’esigenza
di integrare gli esiti di apprendimento degli allievi relativi a livelli di competenze verificate, da un
lato, con prove normalizzate rispetto a tutti gli insegnamenti realmente erogati nelle diverse classi
e, dall’altro lato, con gli esiti degli apprendimenti verificati dalle prove criteriali relativi ai soli
curricoli nazionali di lingua e matematica preparate dagli esperti Invalsi; la procedura utilizzata
dall’INVALSI non appare attendibile né esaustiva come modello di rilevazione degli esiti e sarebbe
insidiosa perché autorizzerebbe molti docenti ad attività di addestramento degli alunni alle prove
standardizzate a danno del processo di insegnamento/apprendimento.
Affermare che le risorse pubbliche non saranno mai sufficienti per fare fronte alle esigenze delle
scuole, vuol dire che lo Stato alza bandiera bianca, si arrende alla sfida di garantire il diritto
all’istruzione dei cittadini.
Ciò è semplicemente contrario allo spirito della Costituzione (art 117). Essa infatti stabilisce che il
diritto sociale “istruzione” deve essere garantito su tutto il territorio italiano al livello individuato
come essenziale. Deve essere garantito cioè un Livello essenziale di prestazione (LEP) in materia di
istruzione. Non si vede le necessità, al fine di accogliere finanziamenti dai privati, di trasformare le
scuole in Fondazioni o in Enti con autonomia patrimoniale. La scuola non si deve trasformare in
Ente economico, essendo un’altra la sua missione (la didattica , la trasmissione ed elaborazione
della cultura). Già oggi il DM 44/2001 consente alle scuole di ricevere quanti soldi e beni si voglia
loro conferire.
Non è in sé un danno il finanziamento alle scuole anche da parte dei privati ma è un grande e
irreversibile danno attribuire al privato l’agio di essere sostitutivo o complementare al
finanziamento pubblico. Quest’ultimo deve essere di per sé sufficiente a coprire i LEP istruzione
storicamente determinati (storicamente determinati vuol dire che essi vanno di volta in volta
adeguati all’evoluzione economica e civile: dalla lavagna di ardesia alla LIM o al tablet, dal tornio al
laser).
Le molestie burocratiche non sono solo quelle esemplificate nel documento governativo.
E sicuramente non basta fare un falò delle norme più odiose per risolvere il problema delle
molestie burocratiche.
Occorre un costante confronto e ascolto fra scuole e MIUR per evitare che Leggi, Decreti e
Provvedimenti - pensati per le pubbliche amministrazioni - vengano poi riversati sulla scuola
misurando solo a posteriori la totale illogicità della loro applicazione al contesto scolastico. Il
confronto deve essere permanente e costante e deve avvenire anche con i rappresentanti dei
lavoratori.
Condivisibile certamente la formulazione di un Nuovo Testo Unico di normativa scolastica.
LA SINTESI DEI 12 PUNTI DEL DOCUMENTO
1
MAI PIÙ'
PRECARI
NELLA
SCUOLA
Piano straordinario di assunzioni nella scuola che dovrebbe
consentire di:
-ampliare l’offerta formativa e svolgere le tante attività didattiche
complementari alle lezioni in classe;
-abolire le supplenze annuali;
-istituire un contingente stabile di docenti per coprire, tra le altre
esigenze, la maggior parte delle supplenze brevi;
-mettere fine al precariato storico con l’esaurimento delle GAE e
l’assunzione dei vincitori e degli idonei degli ultimi concorsi nell’a.s.
2015/16.
50.000 serviranno a coprire le cattedre su posti vacanti;
18.800 delle classi di concorso di musica, arte ed educazione fisica
serviranno a potenziare questi insegnamenti nel primo e nel secondo
ciclo;
60.000 costituiranno l’organico funzionale nell’infanzia e nella
primaria;
20.000 costituiranno l’organico funzionale nel secondo grado.
2
DAL 2016
SI ENTRA
SOLO PER
CONCORSO
3
BASTA
SUPPLENZE
4
LA SCUOLA
FA CARRIERA:
QUALITÀ,
VALUTAZIONE
E MERITO
Nella primavera del 2015 sarà bandito un nuovo concorso per circa
40.000 docenti che serviranno a coprire il turn-over fino al 2019.
Dopo tale data, si assumerà solo per concorso, aperto ai soli abilitati,
su graduatoria di merito nazionale.
L’abilitazione, uguale per tutti, consisterà in due momenti:
la formazione universitaria, nella quale, nell’ambito della laurea
specialistica, si introdurranno bienni di specializzazione per
l’insegnamento che potranno servire anche a lauree affini;
un semestre di tirocinio a scuola con valutazione finale da parte del
docente mentor e del dirigente scolastico; in caso di esito negativo, si
potrà ripetere il tirocinio una sola volta.
Piano straordinario per assumere quasi 150 mila nuovi docenti a
settembre 2015 e il nuovo concorso per oltre 40 mila posti sul
triennio 2016-2019 permetterebbero congiuntamente di:
-dotare la scuola dei docenti necessari per coprire i posti in organico
di diritto e ampliare l’offerta formativa;-creare le condizioni per
estendere il tempo pieno nella scuola primaria; -mettere fine alle
supplenze.
“Scatti, si cambia: ogni 3 anni 2 docenti su 3 avranno in busta paga 60
euro netti al mese in più grazie ad una carriera che premierà qualità
del lavoro in classe, formazione e contributo al miglioramento della
scuola. Dal 2015 ogni scuola pubblicherà il proprio Rapporto di
Autovalutazione e un progetto di miglioramento.”
-definizione della carriera dei docenti, con riconoscimento di impegno
e meriti
-la creazione di banche ore
riconoscimento di crediti didattici, formativi e
professionali.
CREDITI DIDATTICI qualità dell’insegnamento in classe
e capacità di migliorare il livello di apprendimento
degli studenti. Diffusione delle migliori prassi di
insegnamento e innovazione didattica
CREDITI FORMATIVI riferiti alla formazione in servizio ,
attività di ricerca e
produzione scientifica che
intendono promuovere, acquisiti attraverso percorsi
accreditati, documentati, valutati e certificati.
CREDITI PROFESSIONALI riconosciuti all’interno della
scuola di promozione e sostegno all’organizzazione e al
5
LA SCUOLA SI
AGGIORNA:
FORMAZIONE
INNOVAZIONE
E
miglioramento,
nella sua attività ordinaria
(coordinatori di classe) ed in quella progettuale.
Tutti i crediti didattici, formativi, e professionali faranno parte del
portfolio del docente, che sarà in formato elettronico, certificato e
pubblico.
Il portfolio del docente è vagliato dal Nucleo di Valutazione interno di
ogni scuola, a cui partecipa anche un membro esterno.
Ad ogni docente sarà riconosciuto, come già avviene oggi, uno
stipendio base. Questo stipendio base potrà essere integrato nel
corso degli anni in due modi, complementari e cumulabili:
il primo modo sarà strutturale e stabile, grazie a scatti di retribuzione
periodici (ogni 3 anni) – chiamati “scatti di
competenza” – legati all’impegno e alla qualità del proprio
lavoro;
il secondo modo sarà accessorio e variabile, grazie a una
retribuzione (ogni anno) per lo svolgimento di ore e attività
aggiuntive ovvero progetti legati alle funzioni obiettivo o per
competenze specifiche (BES, Valutazione, POF, Orientamento,
Innovazione Tecnologica).
Periodicamente, ogni 3 anni, due terzi (66%) di tutti i docenti di ogni
scuola (o rete di scuole) avranno diritto ad uno scatto di retribuzione
(circa 60 € netti). Si tratterà del 66% di quei docenti della singola
scuola (o della singola rete di scuole) che avranno maturato più
crediti nel triennio precedente.
Fino al 10% dei docenti migliori di ogni scuola, potranno svolgere il
ruolo di “mentor”
Il docente “mentor” è scelto dal nucleo di valutazione interno, tra i
docenti che per tre anni consecutivi hanno avuto uno scatto di
competenza, rimane in carica per tre anni, può essere riconfermato
ed è retribuito con indennità di posizione.
Il d. mentor segue la valutazione, coordina le attività di formazione
dei docenti, sovrintende alla formazione dei colleghi, accompagna il
percorso dei tirocinanti ed aiuta il preside e la scuola nei compiti di
valorizzazione delle risorse umane nell’ambito della didattica.
“Formazione continua obbligatoria mettendo al centro i docenti che
fanno innovazione attraverso lo scambio fra pari.
Ci si aspetta che i docenti non insegnino solo un sapere codificato,
ma modi di pensare, metodi di lavoro e abilità per la vita e per lo
sviluppo professionale nelle democrazie moderne.
Un gruppo di lavoro dedicato e composto da esperti del settore
lavorerà per un periodo di tre mesi per formulare il quadro italiano di
competenze dei docenti nei diversi stadi della loro carriera.
Si rende realmente obbligatoria la formazione, e si disegna un
sistema di Crediti Formativi (CF) da raggiungere ogni anno per
l’aggiornamento e si lega alle possibilità di carriera e alla possibilità di
conferimento di incarichi aggiuntivi.
Modello di formazione permanente non eminentemente incentrato
sulla formazione teorica, ma su quella esperienziale tra colleghi,
6
SCUOLA DI
VETRO:
DATI E PROFILI
ONLINE
7 SBLOCCA
SCUOLA
proveniente da progetti di Istituto e nel quale assumono un ruolo
centrale le reti di scuole
“Online dal 2015 i dati di ogni scuola (budget, valutazione, progetti
finanziati) e un registro nazionale dei docenti per aiutare i presidi a
migliorare la propria squadra e l’offerta formativa.”
Il Sistema Nazionale di Valutazione (SNV), previsto dal DPR n.
80/2013, sarà reso operativo dal prossimo anno scolastico per tutte
le scuole pubbliche, statali e paritarie.
Strumento di autovalutazione con indicatori su contesto e risorse,
esiti e processi. Ogni scuola avrà un “cruscotto” comune di
riferimento per individuare i punti di forza e di debolezza e sviluppare
un piano triennale di miglioramento.
Il finanziamento per l’offerta formativa (a partire dal MOF,) sarà in
parte legato all’esito del piano di miglioramento scaturito dal
processo di valutazione.
Retribuzione dei dirigenti legata al livello di miglioramento.
Accesso ai dati sulla piattaforma “Scuola in Chiaro 2.0”, in forma
aggregata e per singola scuola;
Registro Nazionale dei docenti che ogni scuola (o rete di scuole)
utilizzerà per individuare i docenti che meglio rispondono al proprio
piano di miglioramento e alle proprie esigenze ma anche per
incoraggiare e facilitare la mobilità dei docenti.
Il dirigente scolastico, consultati gli organi collegiali, potrà chiamare
nella sua scuola i docenti con un curriculum coerente con le attività
con cui realizzare l’autonomia e la flessibilità della scuola.
Ridefinizione del profilo professionale del dirigente scolastico, nuovi
meccanismi di reclutamento a favore della preparazione
professionale, e un sistema per la loro valutazione.
Competenze professionali connesse alla promozione della didattica e
della qualificazione dell’offerta formativa,con selezione tramite il
corso-concorso della Scuola Nazionale dell’Amministrazione.
La figura dell’ispettore (Dirigente Tecnico), rafforzata, prevedendo
che vi si potrà accedere da dirigente scolastico come sviluppo di
carriera.
La governance interna rivisitata: i nuovi organi il consiglio
dell’Istituzione scolastica;
il dirigente scolastico;
il consiglio dei docenti;
il nucleo di valutazione.
“Coinvolgimento di presidi, docenti, amministrativi e studenti per
individuare le 100 procedure burocratiche più gravose per la scuola.
Per abolirle tutte.”
-Serve fare una ricognizione dettagliata delle 100 misure più
fastidiose, vincolanti e inutili che l’amministrazione scolastica ha
adottato nel corso dei decenni, e abrogarle tutte insieme, con un
unico provvedimento “Sblocca Scuola”.
- Il Testo Unico sulla scuola è del 1994 – esattamente venti anni fa. Ed
è ora di produrne uno nuovo, per dotarci di una normativa chiara,
8
LA SCUOLA
DIGITALE
9
CULTURA
IN CORPORE
SANO
10
LE NUOVE
ALFABETIZZAZIONI
11
FONDATA
semplice, univoca – che aiuti tutti, a partire da chi vive la scuola
quotidianamente, a lavorare bene.
“Piani di co-investimento per portare a tutte le scuole la banda larga
veloce e il wifi. Nuovi servizi digitali per la scuola, per aumentarne la
trasparenza e diminuirne i costi.”
BYOD (Bring Your Own Device, “porta il tuo dispositivo”, la didattica
sui dispositivi di proprietà degli studenti, e le istituzioni intervengono
solo per fornirle a chi non se lo può permettere).
DATI APERTI: si tratta di aprire la scuola nel suo potenziale di
patrimonio informativo pubblico, di coinvolgere i ragazzi in quella che
diventerà a regime una Data School nazionale.
Digitalizzazione più capillare per una considerevole riduzione del peso
sugli amministrativi,
ridimensionamento progressivo del loro
numero, e possibile risparmio di risorse che potranno essere
reinvestite nella scuola, proprio – ad esempio – per migliorarne
ulteriormente i servizi.
“Musica e Sport nella scuola primaria e più Storia dell’Arte nelle
secondarie, per scommettere sui punti di forza dell’Italia.”
L’insegnamento pratico della musica nelle scuole primarie attraverso
docenti qualificati, e rafforzato nelle scuole secondarie di primo
grado attraverso la formazione dei docenti di musica già in servizio.
2 ore a settimana di educazione musicale nelle classi IV e V della
scuola primaria coni docenti specializzati e coinvolgendo le
Associazioni e le scuole musicali del territorio;
Storia dell’Arte e Disegno rafforzati, con l’estensione nel biennio dei
licei e degli istituti turistici.
Educazione motoria e sport a scuola, in particolare nella primaria,
con 1 ora a settimana di educazione fisica nelle classi dalla II alla V,
mediante i docenti specializzati delle GAE e la sinergia con il
territorio.
“Rafforzamento del piano formativo per le lingue straniere, a partire
dai 6 anni. Competenze digitali: coding e pensiero computazionale
nella primaria e piano “Digital Makers” nella secondaria. Diffusione
dello studio dei principi dell’Economia in tutte le secondarie.”
Si rafforzare l'insegnamento in lingua straniera con la metodologia
CLIL nella scuola primaria e nella scuola secondaria di primo grado
attraverso un potenziamento del Piano di Formazione dei docenti.
Introduzione del coding (la programmazione) nella scuola italiana. A
partire dalla primaria, si impara a risolvere problemi complessi
applicando la logica del paradigma informatico.
L’economia deve essere una disciplina accessibile agli studenti di
tutte le scuole di secondo grado.
“Alternanza Scuola-Lavoro obbligatoria negli ultimi 3 anni degli
istituti tecnici e professionali per almeno 200 ore l’anno, estensione
dell’impresa didattica, potenziamento delle esperienze di
apprendistato sperimentale.”
Alternanza obbligatoria: negli ultimi tre anni degli Istituti Tecnici e di
SUL
LAVORO
12
LA SCUOLA
TUTTI,
TUTTI
PER
SCUOLA
PER
LA
un anno nei Professionali, prevedendo che il monte ore dei percorsi
sia di almeno 200 ore l’anno.
Impresa didattica: Gli istituti di istruzione superiore, e di istruzione e
formazione professionale possono commercializzare beni o servizi
prodotti o svolgere attività di “impresa Formativa Strumentale”,
Bottega Scuola: Definire i principi per disseminare esperienze di
inserimento degli studenti in contesti imprenditoriali legati
all’artigianato, per coinvolgere più attivamente anche imprese di
minori dimensioni o tramandare i “mestieri d’arte”.
Apprendistato sperimentale: Diffondere attraverso protocolli ad hoc
il programma sperimentale di apprendistato negli ultimi due anni
della scuola superiore, lanciato nel 2014 in attuazione dell’articolo
8bis del d.l. 104/2013.
“Stabilizzare il Fondo per il Miglioramento dell’Offerta
Formativa (MOF), renderne trasparente l’utilizzo e legarlo agli
obiettivi di miglioramento delle scuole. Attrarre risorse private
(singoli cittadini, fondazioni, imprese), attraverso incentivi
fiscali e semplificazioni burocratiche.”
Sommare risorse pubbliche a interventi dei privati:
School Bonus: bonus fiscale per un portafoglio di investimenti
privati (da parte di cittadini, associazioni, fondazioni, imprese)
nella scuola;
School Guarantee, mirato a premiare in maniera più marcata
l’investimento nella scuola che crea occupazione giovanile.
L’impresa che investe risorse su una scuola – ad esempio
finanziando percorsi di alternanza scuola-lavoro, ricostruendo
un laboratorio o garantendone l’utilizzo efficiente – potrà
ricevere incentivi aggiuntivi rispetto allo School Bonus, nel
momento in cui si dimostri il “successo formativo” dei processi
di alternanza e didattica laboratoriale sviluppati nella scuola di
riferimento;
crowdfunding: coinvolge tutti i cittadini e mira ad incentivare
meccanismi di microfinanziamento diffuso a favore della
scuola.
Il Dirigente Scolastico
E. Susanna Capalbo
(firma autografa sostituita a mezzo stampa
ai sensi dell’art.3, comma 2 D.lgs 39/93)
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DOCUMENTO SULLA BUONA SCUOLA