Lezione 10 Dimensioni del genoma e complessità degli organismi • Lynch: The origins of Genome Architecture Capitolo 2 I 3 paradossi del genoma K N C Paradosso del valore K: la complessità non correla con il numero di cromosomi. Homo sapiens Lysandra atlantica Ophioglossum reticulatum 46 250 ~1260 Il valore C (quantità di DNA contenuto nel nucleo di una cellula aploide di un organismo) Paradosso del valore C: la complessità non correla con la grandezza del genoma. 3.4 10 bp Homo sapiens 9 1.5 1010 bp Allium cepa 6.8 1011 bp Amoeba dubia Paradosso del valore N: Il numero di geni e la complessità degli organismi non sono correlati Paradosso del valore N: Il numero di geni e la complessità degli organismi non sono correlati ~21000 geni ~25000 geni ~60000 geni Origine della complessità strutturale e flessibilità nello sviluppo degli eucarioti Se non è una conseguenza dell’aumento del numero di geni, allora deve essere come quei geni si esprimono 1. Essere costituiti da un nuovo tipo cellulare e essere organismi più grandi ha promosso l’evoluzione di nuovi modelli di espressione (spiegazione ADATTATIVA) oppure 2. Nuovi tipi cellulari e maggiori dimensioni hanno avuto come effetto collaterale NON ADATTATIVO un cambiamento nell’architettura del genoma che in un secondo tempo ha posto le basi per nuove funzioni cellulari adattative Tesi di Lynch: Molti aspetti della complessità del genoma degli eucarioti si sono originati grazie a processi non adattativi (mutazione, deriva) molto più efficaci quando le dimensioni effettive popolazionistiche sono minori Il numero di geni e la complessità degli organismi non sono correlati Quanta parte del genoma è costituita da DNA codificante, introni e DNA intergenico in genomi di diversa grandezza Come si legge? Tutti i punti che giacciono su questa linea indicano specie in cui la componente intergenica rappresenta il 10% del genoma totale Modificazioni delle dimensioni del genoma Elementi trasponibili: elevato tasso di trasposizione, 10-5 per elemento per generazione che genera delezioni ed inserzioni Modificazioni delle dimensioni del genoma Piccole in-dels possono essere originate da strand-slippage From Strachan and Read, Human Molecular Genetics 2 Modificazioni delle dimensioni del genoma In-dels possono essere originate anche da duplicazioni di interi geni (segmental duplication) Modificazioni delle dimensioni del genoma Il riparo della rottura di un doppio filamento può portare a ricombinazione o no, ma non cambia la QUANTITA’ di DNA Sung and Klein 7, 739–750 (October 2006) | doi:10.1038/ nrm2008 Modificazioni delle dimensioni del genoma inserzione Se in uno dei due cromosomi c’è un’inserzione il riparo della rottura di un doppio filamento può AUMENTA LA QUANTITA’ di DNA Tendenza all’aumento delle dimensioni del genoma Tutti i meccanismi che abbiamo visto potrebbero generare un aumento delle dimensioni del genoma se non controllati Le delezioni sono sufficienti a controbilanciare le inserzioni? Dimensioni genoma Tasso di delezione? Per alcune specie (es. C. elegans) sembra di no: il tasso netto di guadagno supera quello di perdita in esperimenti controllati per assenza di selezione (queste specie avrebbero comprato un “one way ticket to genome obesity” secondo Bennetzen e Kellogg, 1997) Ci sono differenze interspecifiche: non sembra però troppo realistico spiegare la tendenza a genomi più piccoli come risultato di un tasso maggiore di delezione Costo evolutivo dell’aumento delle dimensioni del genoma Alternativa: l’esplosione del genoma potrebbe essere controllata dalla selezione contro la fissazione delle inserzioni? Perché le inserzioni dovrebbero subire selezione negativa? - Gain of function: comparsa di nuove funzioni deleterie - Trasposoni: aumentano i cambiamenti sfavorevoli - Costo degli introni - Soprattutto: più materiale c’è maggiore è la possibilità che compaia una mutazione sfavorevole Mutazione e deriva genetica definiscono l’efficacia della selezione Le dimensioni della popolazione sono la chiave per l’efficacia della selezione Il tasso di mutazione definisce con che velocità compaiono mutazioni deleterie mentre La dimensione delle popolazioni definisce l’abilità della selezione di levarle di mezzo Piccole dimensioni non permettono di evitare l’accumulo di mutazioni deleterie e rendono difficile promuovere quelle benefiche selezione deriva Mutazione e deriva genetica definiscono l’efficacia della selezione Per qualche motivo in una particolare linea evolutiva la selezione naturale favorisce grandi dimensioni corporee Maggiori dimensioni corporee = Minori dimensioni popolazionistiche Minori Ne = minore efficacia della selezione, maggiore della deriva Mutazione e deriva genetica definiscono l’efficacia della selezione L’efficienza della selezione è ridotta Inserzioni non troppo deleterie si accumulano Crescono le dimensioni del genoma per via della minore capacità di togliere di mezzo il DNA in eccesso Popolazioni grandi = individui piccoli: la selezione funziona meglio contro le inserzioni in eccesso → genomi piccoli La deriva permette un aumento del tasso di mutazione per generazione Relazione tra il tasso di sostituzione per nucleotide per generazione (Y) e dimensione del genoma (X). Punti: stima media per taxon – per la maggioranza dei microbi le osservazioni sono poche, mentre nei taxa multicellulari i data sets sono grandi, anche genomi interi-. RNA viruses alone pooled data from dsDNA viruses, eubacteria, and archaea La deriva permette un aumento del tasso di mutazione per generazione La deriva permette un aumento del tasso di mutazione per generazione Tasso di errore complessivo Per cellula Tasso di errore di incorporazione prima dell’attività proofreading e mismatch repair La deriva permette un aumento del tasso di mutazione per generazione