Diaconi permanenti Essere diacono permanente: una grande grazia di Dio di Dimitri Pastorello M i chiamo Dimitri Pastorello, ho 43 anni e vivo a Santa Maria di Non. Sabato 12 Gennaio, all’O.P.S.A., sono stato ordinato diacono permanente dal vescovo Antonio Mattiazzo. Sono passati alcuni mesi da quel fatidico giorno, ma ancora porto vivo nel cuore un grandissimo senso di gratitudine verso Dio. È lui, infatti, che mi ha condotto a questo traguardo, con la mano sicura di un Padre affettuoso, che non risparmia a volte sentieri impervi e faticosi: proprio in quei tratti moltiplica le sue premure, si fa più vicino, e col suo sorriso aumenta la gioia, l’audacia, dando la consapevolezza che con Lui, nulla è impossibile. Ripenso con tanto affetto all’aiuto e alla vicinanza degli amici e dei parenti, dei parrocchiani, dei confratelli diaconi ed aspiranti e del sostegno di tanti sacerdoti, in primis don Loris Zamarco, don Giuliano Zatti, don Giampaolo Dianin. Penso anche agli utili consigli di don Gianandrea Di Donna e don Ruggero Toldo. Quest’anno la nostra Diocesi festeggia il 25° anniversario dalle prime ordinazioni dei diaconi permanenti. Non fu facile per i primi apripista prestare servizio in una Chiesa che non conosceva ancora il loro ministero. È grazie anche ai loro sforzi se oggi i fedeli cominciano ad accettare i diaconi, uomini sposati, magari con figli, che affiancano i sacerdoti nella proclamazione del Vangelo, nell’amministrazione di alcuni sacra18 menti, nella cura della liturgia e nella promozione della carità cristiana. Io sento il dovere di assolvere con impegno questa missione e custodisco nella memoria l’omelia proferita dal nostro amato Vescovo durante la Celebrazione Eucaristica nella quale sono stato ordinato, soprattutto l’invito a vivere una vita generosa e casta, per essere un richiamo costante al Vangelo e un esempio capace di suscitare nuove vocazioni al diaconato e al presbiterato. Una responsabilità enorme! Io però confido nella guida dello Spirito Santo che mi ha consacrato, nel sostegno che proviene dalla preghiera e dai sacramenti, nell’unione con la comunità cristiana alla quale ho la grazia di appartenere insieme alla famiglia che Dio, nella sua infinita misericordia, mi ha donato.