DEFIBRILLATORE SEMIAUTOMATICO (DAE) Legislazione e diffusione in Italia. Autore: Ivan Cabrini, Infermiere presso l’Unità Operativa Pronto Soccorso. Ospedale “San Biagio” di Clusone (BG), Azienda Ospedaliera “Bolognini” di Seriate (BG). SOMMARIO 1-INTRODUZIONE: 1.1- Gli albori della defibrillazione 1.2- Dagli animali all’uomo 2-I DEFIBRILLATORI SEMIAUTOMATICI 2.1- La nascita del PAD (Pubblic Access to Defibrillation) 2.2- Il PAD in Italia 3- L’EVOLUZIONE LEGISLATIVA ITALIANA 4- CONCLUSIONI 5- BIBLIOGRAFIA/WEBLIOGRAFIA 1 1.1 INTRODUZIONE Gli albori della defibrillazione: Chissà cosa avrà pensato il medico e veterinario danese Peter Christian Abildgaard, quando alla fine del 1700 riuscì a fermare e far ripartire il cuore di una gallina, con una scarica di elettricità. Il pensiero potrebbe correre ironicamente ad un grande classico della letteratura mondiale, quale il “Frankestein” di Mary Shelley (in realtà riferito alla figura dell’alchimista Konrad Dippel). Anche in questo caso, infatti, si teorizzava di richiamare un individuo dalla morte attraverso l’uso di una fonte di energia esterna al corpo. Solo che la teoria aveva ora uno sbocco nella pratica sperimentale. PAROLE CHIAVE IN PAROLE POVERE Immagine tratta da: http://www.crcstudio.arts.ualberta.ca/ Arresto cardio-circolatorio” (ACC): è la condizione in cui il cuore non è in grado di svolgere la sua funzione di pompa idraulica. È una delle principali cause di morte nei paesi industrializzati ed è sostenuto soprattutto da aritmie cardiache, spesso in corso di ischemie delle arterie coronarie. Può essere o meno preceduto da segni e sintomi (“attacco cardiaco”). Quando insorge brusco ed inatteso si parla di “morte cardiaca improvvisa”. Morte Improvvisa Cardiaca (MIC): s’intende la morte naturale dovuta a cause cardiache entro un’ora dall’inizio dei sintomi acuti in soggetti con o senza preesistenti patologie cardiache, in cui il momento e le circostanze delle morte sono inaspettate. Può cogliere quindi anche persone in apparente stato di buona salute. Morte clinica: molti sono gli sforzi per definirla; volendo coglierne l’aspetto che più ci interessa, è da considerarsi l’assenza, in un individuo, delle funzioni vitali principali (coscienza, respiro e circolo sanguigno). È un processo che nei suoi primi minuti si può far regredire, intervenendo dall’esterno con la rianimazione cardiopolmonare e la defibrillazione precoce. Quando questo processo non viene interrotto, interviene la morte biologica (la degenerazione irreversibile delle cellule). Le prime cellule a morire, dopo pochi minuti, sono quelle cerebrali. La scoperta di Abilgaard fu alla base di una grande rivoluzione nella medicina: l’utilizzo della corrente elettrica per la cura della fibrillazione ventricolare (FV). Nel 1849 gli scienziati Ludwig e Hoffa studiarono il fenomeno chiamato fibrillazione ventricolare. John A. Mac William, uno studente di Ludwig, ne diede la definizione che è ancora attuale. “La fibrillazione del ventricolo è una condizione cardiaca che è descritta come contrazioni caotiche, senza coordinazione dei muscoli del ventricolo, che dà luogo ad arresto di cuore. Se i muscoli si contraggono disegualmente, la circolazione di sangue si ferma ed ha luogo la morte”. Il “caos” elettrico alla base della Fibrillazione Ventricolare (FV) 1.2 Dagli animali all’uomo: Nel 1900 altri scienziati, come Prevost, Battelli, Wiggers e Wegria, studiarono sperimentalmente su animali l’impiego di varie forme di corrente elettrica. Lo scopo era quello di far ripartire la funzione di pompa di un cuore precedentemente fermato, sempre per mezzo dell’elettricità. Una volta identificata la potenzialità della scoperta, si trattava di trasferirne i benefici effetti sul cuore umano. Tra gli anni 40 e 50 del secolo scorso, venne preparato il primo defibrillatore con piastre ad applicazione interna (Dr. Beck e suoi collaboratori), seguito dal prototipo munito di piastre da applicare esternamente al torace (Dr. Zoll). Di miglioria in miglioria, si giunse alla prima esperienza di impiego del defibrillatore in ambito extraospedaliero. Nel 1966, in Belfast, venne allestita la prima unità di defibrillazione su ambulanza. Gli ingombri ed i pesi delle apparecchiature, non li rendevano certo di facile spostamento. Tratto da: http://www.case.edu/ Le ricerche degli anni a venire, confermarono che la maggior parte degli arresti in campo extraospedaliero sono sostenute da FV. Oggi sappiamo che i ritmi di presentazione dell’arresto cardiocircolatorio sono nell’ordine dell’ 85% (FV Fibrillazione Ventricolare e TV Tachicardia Ventricolare senza polso, entrambi ritmi defibrillabili). Ma fu anche evidente che la possibilità d’intervenire con successo con il defibrillatore, si riduceva rapidamente col passare del tempo. Da qui la necessità di agire tempestivamente, per garantire una più alta percentuale di sopravvivenza e minori sequele neurologiche. Questo lo si poteva ottenere solo favorendo la diffusione della defibrillazione sui mezzi di soccorso, rendendola dunque “precoce”. Percentuale di sopravvivenza in funzione del tempo d'intervento 100% 90% 80% 70% 60% Percentuale 50% di sopravvivenza 40% 30% 20% 10% 0% 1' 2' 3' 4' 5' 6' 7' Minuti dall'inizio dell'ACC (Arresto Cardio Circolatorio) 8' 9' 10' PAROLE CHIAVE IN PAROLE POVERE I ritmi defibrillabili sono la fibrillazione ventricolare e la tachicardia ventricolare senza polso. TACHICARDIA VENTRICOLARE (TV): Immaginate i ventricoli che si contraggono. Immaginate ora che per qualche motivo inizino a contrarsi sempre più velocemente. Ad un certo punto la frequenza si fa così elevata che le camere inferiori non hanno più il tempo di riempirsi. Ecco che si realizza la tachicardia ventricolare senza polso (TV), poiché il cuore, pur battendo, non riesce a svolgere la sua funzione di pompa, per cui il sangue non circola, non si avvertono i polsi centrali, la persona perde conoscenza e si realizza lo stato di “Arresto Cardio Circolatorio” (ACC). La TV rappresenta di solito una condizione patologica grave per 2 motivi: 1 Si manifesta frequentemente quando c'è un danno ventricolare grave 2 Spesso dà l'avvio alla fibrillazione ventricolare. L'intossicazione da digitale provoca talvolta TV. FIBRILLAZIONE VENTRICOLARE (FV): Immaginate che io e voi dobbiamo portare un pianoforte fuori da una stanza. Se ci muoveremo in maniera coordinata avremo successo, ma se ognuno tira e spinge senza movimento comune, il piano rimarrà nella stanza. Sostituite il sangue al pianoforte, i ventricoli alla camera e le fibre muscolari cardiache a noi. Se interviene la FV all’interno del cuore c’è una situazione di caos elettrico (e quindi contrattile) che causa l’arresto della “pompa” cardiaca, ovvero della spremitura del sangue verso la circolazione (e quindi verso cervello e coronarie). È la più grave di tutte le aritmie cardiache: se non viene trattata in tempo, è quasi inevitabilmente letale. La FV è dovuta ad impulsi cardiaci che, scatenatisi all'interno della massa muscolare ventricolare, eccitano prima una porzione del muscolo ventricolare, e poi un'altra, poi un'altra ancora, e poi ritornano su se stessi, rieccitando la stessa muscolatura del ventricolo in modo ripetuto ed incessantemente. Quando questo accade un gran numero di piccole zone del muscolo ventricolare entreranno nello stesso tempo in contrazione, mentre altre se ne rilasceranno e quindi non si avrà mai una contrazione coordinata che coinvolga tutta in una volta la muscolatura ventricolare, per cui non si avrà azione di pompa. Entro 4-5 secondi dall'inizio della fibrillazione si ha ischemia cerebrale e perdita conseguente della coscienza. A determinare la FV è frequentemente una ischemia del muscolo cardiaco, del suo sistema di conduzione, o di entrambi. Tra le cause esterne: uno shock elettrico del cuore. Per paradosso una delle cause, può diventare (con le dovute forme e livelli di energia) anche rimedio. La defibrillazione è uno shock elettrico che neutralizza questi stimoli caotici, azzerando i potenziali elettrici, nella speranza insorga un ritmo efficace a livello emodinamico. È come se nella stanza del pianoforte entrasse qualcuno dai modi risoluti che, intimato l’alt, ci facesse riprendere lo sforzo all’unisono. 2 2.1 I DEFIBRILLATORI SEMIAUTOMATICI La nascita del PAD (Pubblic Access to Defibrillation) . I primi tentativi di defibrillazione “alla cieca” eseguiti da personale non medico delle ambulanze, risalgono agli anni ’70. Gli antesignani furono gli USA (nell'Oregon, 1969).Fortunatamente negli anni ’80 si svilupparono i primi DAE (Defibrillatori semi Automatici Esterni), che essendo in grado di effettuare una diagnosi automatica del ritmo cardiaco, ne consentivano l’uso anche all’operatore non medico. Durante gli anni ’80, negli Stati Uniti, si svilupparono apparecchi sempre a più alta sensibilità e specificità. Nel contempo si andavano definendo anche gli strumenti legislativi che permettevano l’impiego dei DAE agli EMTs, ma anche ai Vigili del fuoco (in quanto riconosciuti “first responder”). Nei successivi anni ’90 la defibrillazione precoce venne impiegata sui mezzi del soccorso del nord Europa e i principi della “catena della sopravvivenza” si diffusero a macchia d’olio, stante anche i brillanti risultati sul campo. Iniziò nel contempo una discussione sulla possibilità di diffondere e rendere disponibili i DAE anche a persone non professioniste o coinvolte direttamente nel soccorso. Nel 1995 l’American Heart Association fece una dichiarazione sul “Pubblic Access to Defibrillation - PAD”, in cui si raccomandava la massima diffusione ed addestramento all’uso dei DAE nei luoghi a massimo afflusso di gente (ipermercati, aeroporti, treni, ecc). PAROLE CHIAVE IN PAROLE POVERE DEFIBRILLATORE semi-AUTOMATICO ESTERNO(DAE): è un defibrillatore che collegato ad una vittima di arresto cardio-circolatorio (ACC) mediante elettrodi adesivi, è in grado di riconoscere automaticamente se c’è presenza di ritmo defibrillabile con elevata sensibilità e specificità. L’apparecchio guida (con messaggi verbali) l’operatore nelle varie fasi della rianimazione di base e se il ritmo cardiaco è defibrillabile si carica da solo a livelli di energia preimpostati, lasciando che la fase di erogazione dello shock sia in mano all’operatore stesso. Questi può impartire mediante un pulsante la scarica elettrica, ma solo se il DAE lo consente (l’operatore non può forzare lo shock). “BASIC LIFE SUPPORT AND DEFIBRILLATION” (BLSD): ovvero il supporto di base alle funzioni vitali e la defibrillazione in modalità semi-automatica. Sono abilità che si acquisiscono mediante eventi formativi di breve durata (in genere una giornata), imperniati su procedure standardizzate (vedere le linee guida ILCOR 2005). Fondamentale, nella fase di training, far acquisire le sequenze BLS corrette e la gestione rigorosa della fase di sicurezza durante l’utilizzo del DAE, sintetizzata nella filastrocca “io sono via, voi siete via, tutti sono via”. La maggior parte degli incidenti, infatti, è legata all’utilizzo di alte dosi di energia in assenza di misure di sicurezza. L’ansia e l’inesperienza dell’operatore sono i nemici principali da combattere con una corretta formazione. Per mantenere queste abilità nel tempo è necessario effettuare “Retraining” (corsi di consolidamento) con buona frequenza. LA CATENA DELLA SOPRAVVIVENZA (O DEL SOCCORSO): è un termine metaforico (creato dall'AHA American Heart Association), per esprimere in modo facilmente comprensibile l’approccio all'arresto cardiaco, evidenziando che la sopravvivenza della vittima dipende dalla realizzazione della corretta sequenza di una serie di interventi. La catena del soccorso è costituita da quattro fasi interdipendenti tra di loro: la mancata o errata attuazione di una delle fasi, porta alla drastica riduzione della possibilità di sopravvivenza o aumenta la possibilità di danni irreversibili (in particolar modo reliquati neurologici). La catena della sopravvivenza AHA Allarme precoce - rapida attivazione del sistema di emergenza 118. Inizio precoce delle manovre di sostegno alle funzioni vitali principali: BLS (Basic Life Support). Utilizzo precoce del Defibrillatore semi-Automatico Esterno (DAE). Procedure del soccorso medico avanzato: ALS (Advanced Life Support). Nella sua concezione più moderna, secondo le linee guida ILCOR 2005, la migliore efficacia è raggiunta se RCP e defibrillazione vengono praticati precocemente assieme (= BLSD Basic Life Support and Defibrillation). Affinchè si possa attuare questo è necessario disporre di una fitta rete di defibrillatori e di un alto numero di persone, anche non professioniste della sanità, in grado di usarli. È il principio del PAD (Pubblic Access to Defibrillation) . 2.2 Il PAD in Italia: In Italia nel 1996 venne istituita la Comissione Defibrillazione Precoce da parte di Italian Resuscitation Council (IRC), che si avvalse di esperienze pilota attivate nel nord Italia, in cui si utilizzavano DAE sui mezzi di soccorso e in aree non “critiche” ospedaliere. Nel 1999 a Piacenza, vennero per la prima volta coinvolti operatori non sanitari (VVFF) nell’utilizzo del DAE. Nel giro di pochi anni si diffusero o videro per la prima volta la luce molte associazioni cosiddette “Del cuore”. Nel 1999 nasce CONACUORE (Coordinamento Nazionale Associazioni del Cuore), con l’intento di perseguire la lotta alla Morte Cardiaca Improvvisa (MCI). Questa situazione troverà sponda tra i “Parlamentari del cuore”, gruppo trasversale di parlamentari della camera e del senato, nato nel 2001 (e composto oggi da circa 200 elementi di ogni colore politico) che agisce tramite proposte di legge o sostenendo iniziative volte a sensibilizzare i propri colleghi e la popolazione intera. Era il preludio alla legge 120 del 3 aprile 2001. 3 L’EVOLUZIONE LEGISLATIVA ITALIANA In realtà i primi a bruciare le tappe normative furono i “Capocabina” degli aerei. Un decreto ad hoc permise loro già dal 2000 di eseguire la defibrillazione in modalità semiautomatica sugli aerei di linea. Il tutto dopo aver seguito corsi specifici, che certificassero le abilità acquisite. MINISTERO DELLA SANITA'- DECRETO 21 settembre 2000 Gazzetta Ufficiale Serie Generale n. 234 del 06/10/2000. Uso di defibrillatori semiautomatici a bordo degli aerei e corsi di formazione per capo cabina. IL MINISTRO DELLA SANITA' di concerto con IL MINISTRO DEI TRASPORTI E DELLA NAVIGAZIONE ……………………………………omissis……………………..…………. Decreta: Art. 1. 1. I capi cabina, in possesso di certificato "Basic life support - Defibrillation" (BLS-D), sono autorizzati ad utilizzare, anche nel caso in cui non sia presente un medico a bordo, defibrillatori semiautomatici sugli aerei di linea. 2. L'utilizzazione del defibrillatore semiautomatico, in caso di assenza di medico a bordo, deve avvenire sotto la responsabilita' del cardiologo del centro medico specializzato, operante 24 ore su 24, istituito o convenzionato dalle societa' di navigazione aerea interessate, cui spetta, altresi', la valutazione critica sui singoli interventi effettuati e sui comportamenti e sulle capacita' del capo cabina. Art. 2. 1. Il certificato BLS-D viene conseguito con la partecipazione ad appositi corsi teorico-pratici con esami finali tenuti, sulla base delle raccomandazioni delle principali societa' scientifiche del settore, da un'organizzazione composta da medici particolarmente esperti nel campo dell'emergenza sanitaria e delle problematiche connesse all'uso del defibrillatore a bordo di aerei, di cui uno con funzione di responsabile. Art. 3. 1. Il corso BLS-D per capi cabina, di cui all'allegato programma che forma parte integrante del presente decreto, ha durata di 8 ore ed e' finalizzato all'acquisizione di conoscenze e capacita' sia in "Basic life support" (BLS) sia nella "Defibrillazione precoce" (DP). 2. La certificazione rilasciata al termine del corso ha validita' di un anno ed e' rinnovabile, di anno in anno, a seguito della verifica finale del corso teorico-pratico di aggiornamento, della durata di 4 ore, tenuto da un medico particolarmente esperto nel campo dell'emergenza sanitaria e delle problematiche connesse all'uso del defibrillatore a bordo di aerei, sulla base dell'allegato programma che forma parte integrante del presente decreto. In caso di verifica con esito negativo, il capo cabina dovra' seguire un nuovo corso iniziale BLS-D. ……………………………………omissis………….……………………. È un decreto sorprendente per chiarezza ed esaustività, pur essendo rivolta a “laici” (= non professionisti) del soccorso. Con delle premesse tali non ci si sarebbe aspettati il “tormentato” (eufemismo) percorso legislativo successivo. LEGGE 3 aprile 2001, n.120 Gazzetta Ufficiale n. 88 del 14-04-2001 Utilizzo dei defibrillatori semiautomatici in ambiente extraospedaliero Art. 1. 1. È consentito l’uso del defibrillatore semiautomatico in sede extraospedaliera anche al personale sanitario non medico, nonchè al personale non sanitario che abbia ricevuto una formazione specifica nelle attività di rianimazione cardio-polmonare. 2. Le regioni e le province autonome disciplinano il rilascio da parte delle aziende sanitarie locali e delle aziende ospedaliere dell’autorizzazione all’utilizzo extraospedaliero dei defibrillatori da parte del personale di cui al comma 1, nell’ambito del sistema di emergenza 118 competente per territorio o, laddove non ancora attivato, sotto la responsabilità dell’azienda unità sanitaria locale o dell’azienda ospedaliera di competenza, sulla base dei criteri indicati dalle linee guida adottate dal Ministro della sanità, con proprio decreto, entro novanta giorni dalla data di entrata in vigore della presente legge. La Legge 3 aprile 2001, n.120 (Gazzetta Ufficiale n. 88 del 14-04-2001) è nata incompleta. Licenziata in fretta e furia, durante il periodo di fine legislazione, sintetizza alcune proposte di legge di ben altra consistenza: n. 4833 (Monteleone), 4855 (Bonatesta) e n. 4873 (Gambini). Nel testo il legislatore non ha citato l’ambito intraospedaliero, creando imbarazzi interpretativi. L’infermiere ed anche il “laico” (es. volontario del soccorso) certificato BLSD potevano dunque intervenire col DAE sotto la responsabilità e nell’ambito della rete SSUEm “118”, ma l’infermiere in corsia cosa rischiava, visto che la legislazione allora esistente non lo specificava? Come si doveva interpretare l’art. 10 del DPR 27 marzo 1992 che recitava: “l’infermiere può essere autorizzato a praticare iniezioni endovenose e fleboclisi, nonchè a svolgere le altre attività e manovre atte a salvaguardare le funzioni vitali previste dai protocolli decisi dal medico responsabile dei servizi”? Quante aziende e SSUEm “118” avevano predisposto protocolli specifici che “delegassero” quello che era considerato da troppi un esclusivo “atto medico”? Poteva venire superato il concetto di “atto medico delegato”, prevedendo il BLSD come elemento corriculare obbligatorio per un professionista sanitario non più sottoposto all’ausiliarietà? Gli infermieri italiani, in preda oltretutto alle tribolazioni interpretative postmansionariali, non potevano certo avere le idee chiare in merito! Difatti le richieste di informazioni sui siti infermieristici, si susseguivano di continuo. La legge 120 prevedeva inoltre l'emanazione da parte del Ministero della Salute di normativa relativa alle modalità di addestramento, certificazione e controllo delle persone alle quali affidare il defibrillatore; purtroppo tale normativa non è stata emanata ed il Ministero ha delegato le Regioni a dotarsi di propria regolamentazione, frammentandone la gestione applicativa. Legge 15 marzo 2004, n. 69 "Modifica all’articolo 1 della legge 3 aprile 2001, n. 120, in materia di utilizzo dei defibrillatori semiautomatici" pubblicata nella Gazzetta Ufficiale n. 66 del 19 marzo 2004 Art. 1. 1. Il comma 1 dell’articolo 1 della legge 3 aprile 2001, n. 120, è sostituito dal seguente: «1. È consentito l’uso del defibrillatore semiautomatico in sede intra ed extraospedaliera anche al personale sanitario non medico, nonchè al personale non sanitario che abbia ricevuto una formazione specifica nelle attività di rianimazione cardio -polmonare». La Legge 15 marzo 2004, n. 69 "Modifica all’articolo 1 della legge 3 aprile 2001, n. 120, in materia di utilizzo dei defibrillatori semiautomatici" pubblicata nella Gazzetta Ufficiale n. 66 del 19 marzo 2004, pone fine ad ogni dubbio aggiungendo la parola omessa. Di fatto, se è consentito l’uso del defibrillatore semiautomatico “anche” al personale non sanitario, pare ovvio che il professionista abbia i principi della rianimazione cardio-polmonare (RCP) solidamente nel proprio bagaglio di base (come specificato nei programmi dei corsi universitari in Infermieristica). Ma in Italia i corsi aziendali BLSD ed i relativi “retraining” sono stati attivati a macchia di leopardo, inoltre chi può garantire la bontà di tali corsi ed il livello dei “provider” e dei suoi docenti? DECRETO-LEGGE 30 dicembre 2005, n.273 Definizione e proroga dei termini, nonché conseguenti disposizioni urgenti. Pubblicato su: Gazzetta Ufficiale N. 303 del 30 Dicembre 2005 Articolo 39-vicies quater. (Formazione di personale sanitario). 1. All'articolo 1 della legge 3 aprile 2001, n. 120, è aggiunto, in fine, il seguente comma: "2-bis. La formazione dei soggetti di cui al comma 1 può essere svolta anche dalle organizzazioni medicoscientifiche senza scopo di lucro nonché dagli enti operanti nel settore dell'emergenza sanitaria che abbiano un rilievo nazionale e che dispongano di una rete di formazione". Una delle questioni scottanti che è rimasta sul tavolo è dunque da ricondurre alla formazione. Di fatto la legge del 2001 ha avuto come effetto la ricaduta sulle ASL e soprattutto al SSUEm “118” delle responsabilità connesse all’addestramento (e “retraining”) di professionisti e laici, nonché della mappatura dei DAE e dell’autorizzazione all’uso. Il sistema d’emergenza nazionale, pur coadiuvato dal mondo delle associazioni e del volontariato, si è trovato con le scarse piante organiche ed in alcuni casi anche con problemi strutturali, a fronteggiare un notevole surplus di lavoro. Questo ha creato, da un lato la sicurezza di avere una “regia”, dall’altro un ingolfamento che ha rallentato il processo in atto. Inoltre sono sorti alcuni paradossi: se io sono autorizzato all’uso del DAE da corso BLSD svolto nella provincia “A”, per usarlo sul territorio provinciale “B” ho bisogno di essere ri-autorizzato. Il decreto-legge “Milleproroghe” del 2005 chiarisce che anche le organizzazioni e gli enti di rilievo nel settore dell’emergenza possono occuparsi di formazione BLSD. Ma l’autorizzazione all’uso scatta automatica? Il testo non lo indica e pertanto si sente l’esigenza di nuovi strumenti, per esempio una linea guida valida su tutto il territorio nazionale. Mancano inoltre da risolvere ancora alcune questioni rilevanti: quanto fitta deve essere la “rete” territoriale dei DAE? Alcune proposte di legge giacevano da tempo sul tavolo del legislatore ed attendevano (con grande ritardo rispetto alle altre nazioni industrializzate) di giungere a destinazione. Una di queste ha superato di recente il primo scoglio. Notizia del 19/04/2007 - “Sanità: ok Camera a uso defibrillatori fuori da ospedale”, Adnkronos Salute In questo articolo si annuncia il via libera della Camera dei Deputati all'impiego dei defibrillatori semiautomatici in luoghi considerati “strategici” fuori dagli ospedali. Il progetto di legge è ora all'esame del Senato. Domenico Di Virgilio, il promotore della legge spiega in una nota: "L'approvazione del provvedimento da me promosso e di cui sono stato anche relatore teso a rendere obbligatoria la presenza di un defibrillatore semiautomatico o automatico in ambiente extraospedaliero, in una vasta e capillare rete sul territorio nazionale, come ad esempio su tutti i mezzi di soccorso e nei luoghi ove si svolga attività sportiva anche dilettantistica, riveste una notevole importanza. Grazie ad esso molte persone, soprattutto giovani, colpite da un arresto cardiaco improvviso potranno essere soccorse tempestivamente e salvate. L'impatto sociale e sanitario della norma approvata dalla Camera - prosegue Di Virgilio - è testimoniato soprattutto dal fatto che ogni anno circa 60.000 persone muoiono di un arresto cardiaco che potrebbe essere risolto positivamente intervenendo entro 10 minuti, avvalendosi di questo strumento di facile utilizzo e poco costoso. I defibrillatori sono inoltre forniti di una segnaletica che di volta in volta guida l'operatore. Rappresentano quindi uno strumento tecnologicamente avanzato in caso di primo intervento". Tratto da: AdnKronos Salute COSA PREVEDE LA PROPOSTA DI VIRGILIO ART. 1. 1. All’articolo I della legge 3 aprile 2001, n. 120, e successive modificazioni, è aggiunto, in fine, il seguente comma: «2-ter. A decorrere dal l gennaio 2007, nelle seguenti strutture fisse e mobili è fatto obbligo di detenere un defibrillatore semiautomatico extraospedaliero e di dotarsi del personale addestrato a usarlo e adeguatamente formato: a) aeroporti internazionali; b) stazioni ferroviarie; c) treni; d) autostazioni dei pullman per il servizio pubblico; e) porti; f) navi; g) case di detenzione; h) stadi; i) teatri; l) cinema; m) scuole; n) centri commerciali e supermercati; o) industrie con più di cento dipendenti; p) strutture sedi di grandi avvenimenti socio-culturali con affluenza dì almeno cinquecento partecipanti, durante lo svolgimento dell’evento; q) parchi di divertimento con superficie maggiore o uguale a 1.000 metri quadrati; r) strutture nelle quali si pratica attività sportiva agonistica e non agonistica, anche a livello dilettantistico; s) mezzi adibiti al soccorso, anche in mare, della Polizia di Stato, dell’Arma dei carabinieri, della polizia municipale, del Corpo della guardia di finanza, del Corpo dei vigili del fuoco, del Corpo forestale dello Stato, del Dipartimento della protezione civile, del Corpo capitanerie di porto, nonché mezzi aerei adibiti al soccorso e al trasporto degli infermi». ART. 2. 1. Le spese per l’acquisto di defibrillatori semiautomatici extraospedalieri da parte dei privati sono detraibili dall’imposta sul reddito delle persone fisiche e dall’imposta sul reddito delle società. ART. 3. 1. All’onere derivante dall’attuazione della presente legge, valutato in 2 milioni di euro annui a decorrere dall’anno 2007, si provvede, per gli anni 2007 e 2008, mediante corrispondente riduzione delle proiezioni per i medesimi anni dello stanziamento iscritto, ai fini del bilancio triennale 2006-2008, nell’ambito dell’unità previsionale di base di parte corrente «Fondo speciale» dello stato di previsione del Ministero dell’economia e delle finanze per l’anno 2006, allo scopo parzialmente utilizzando l’accantonamento relativo al Ministero della salute. 2. Il Ministro dell’economia e delle finanze provvede al monitoraggio degli oneri derivanti dall’attuazione della presente legge anche ai fini dell’applicazione dell’articolo 11-ter, comma 7, della legge 5 agosto 1978, n. 468, e successive modificazioni. 3. Il Ministro dell’economia e delle finanze è autorizzato ad apportare, con propri decreti, le occorrenti variazioni di bilancio. Tratto dalla sezione “Informacuore” del sito di CONACUORE. Atto Senato n. 1517 del 15 gennaio 2008: Nuove norme in materia di utilizzo dei defibrillatori semiautomatici e automatici in ambiente extraospedaliero approvato con il nuovo titolo "Nuove norme in materia di utilizzo dei defibrillatori semiautomatici e automatici esterni sul territorio" Tratto da: atti del senato, senato.it Cadendo anticipatamente la XV legislatura, anche l’iter del DDL 1517 ha subito un ulteriore stop. Difatti essendo stato approvato con modifiche, il testo ha bisogno di un nuovo passaggio alla Camera dei Deputati. Le modifiche al testo sono consultabili grazie alla sezione documentale del sito del senato: DDL 1517, 15/01/2008. La Legge è ritornata alla Camera dei Deputati per la sua definitiva approvazione, sarà poi il governo, entro sei mesi dall'entrata in vigore della legge, a definire la priorità nella distribuzione e collocazione dei DAE. La politica ha i suoi tempi, purtroppo la “morte improvvisa” tempo non ne concede altrettanto. 4 CONCLUSIONI A causa dei ritardi legislativi ed organizzativi accumulati, l’Italia rischia di perdere terreno nel campo del PALS (pubblico accesso alla defibrillazione precoce), mancando la possibilità di aumentare la percentuale e la qualità di sopravvivenza in corso di ACC. La società però sembra in grado di correre più forte del legislatore e della burocrazia, mettendo in campo forze proprie. Grazie alle campagne pubblicitarie ed all’interessamento di vari soggetti pubblici e privati, sono già realtà i defibrillatori in numerosi stadi, aeroporti, grandi magazzini, fabbriche ed in luoghi di grande aggregazione dove, in caso di emergenza, possono essere usati anche da “laici” istruiti a proprie spese o in collaborazione con gli organismi preposti. Molte sono le associazioni “del cuore” nate negli ultimi anni, a testimoniare la marea montante di interesse attorno alla lotta alla Morte Cardiaca Improvvisa (MCI). Ottime alcune idee che stanno avanzando. A tal proposito voglio citare una frase tratta da InFormaCuore n° 18 (organo informativo di CONACUORE), a firma del presidente Gianni Spinella: “La vera priorità è la formazione dei cittadini all’emergenza: in particolare sarebbe quanto mai opportuno addestrare i futuri cittadini, cioè i ragazzi delle Scuole (specialmente gli studenti dell’ultimo biennio delle Superiori). Ma anche gli studenti di Medicina e di Scienze infermieristiche trarrebbero grande giovamento se la pratica del soccorso diventasse curricolare nelle nostre Università”. Sempre rimanendo nel campo dei buoni propositi: il 26/07/2007 l'assemblea legislativa della Regione Emilia Romagna ha approvato un pdl per promuovere l'utilizzo dei DAE nei luoghi particolarmente frequentati: scuole, palestre, stadi, centri anziani, centri commerciali, e nelle zone montane e rurali dove l'arrivo delle ambulanze in tempi rapidi è più difficile. Il 23/05/2008 la Provincia Autonoma di Trento, con delibera regionale, recepisce i concetti fondanti del DDL 1517 e li mette in pratica sul territorio trentino. La “macchina” è dunque in movimento e la rete internet è tra i motori più importanti che può contribuire a far recuperare il terreno perso, sensibilizzando i cittadini e permettendo un rapido e costante flusso d’informazioni. Ivan Cabrini Data di prima redazione: 27/07/2007 pubblicato su infermierionline.net Aggiornato il 13/09/2008 5 BIBLIOGRAFIA/WEBLIOGRAFIA Linee guida ILCOR 2005 AHA American Heart Association ERC European Resuscitation Council CONACUORE “Diritto dell’emergenza sanitaria” di Giuseppe Battarino, Giuffrè editore, edizione 2006. “Aspetti giuridici della professione infermieristica. Elementi di legislazione sanitaria” di Luca Benci, editore Mc Graw-Hill, quarta edizione del giugno 2005. MINISTERO DELLA SANITA'- DECRETO 21 settembre 2000 Gazzetta Ufficiale Serie Generale n. 234 del 06/10/2000 Uso di defibrillatori semiautomatici a bordo degli aerei e corsi di formazione per capo cabina. LEGGE 3 aprile 2001, n.120 Gazzetta Ufficiale n. 88 del 14-04-2001 Utilizzo dei defibrillatori semiautomatici in ambiente extraospedaliero Legge 15 marzo 2004, n. 69 "Modifica all’articolo 1 della legge 3 aprile 2001, n. 120, in materia di utilizzo dei defibrillatori semiautomatici" pubblicata nella Gazzetta Ufficiale n. 66 del 19 marzo 2004. DECRETO-LEGGE 30 dicembre 2005, n.273 Definizione e proroga dei termini, nonché conseguenti disposizioni urgenti. Pubblicato su: Gazzetta Ufficiale N. 303 del 30 Dicembre 2005 Articolo 39-vicies quater. (Formazione di personale sanitario). Igor R. Efimov, Washington University, “History of fibrillation and defibrillation”.