27-30_art_Fanfulla:Layout giornale 27-01-2011 13:14 Pagina 27 Riabilitazione Oggi RR RIABILITAZIONE RESPIRATORIA C on il termine di “Disturbi respiratori durante il sonno” (DRS), viene indicato un gruppo di condizioni patologiche frequenti e di grande impatto epidemiologico. Sono quadri clinici autonomi o complicanti, con peggioramento della severità e della prognosi, altre patologie sistemiche come evidenziato nella tabella 1. L’attività respiratoria presenta fisiologiche modificazioni durante il sonno, che nel soggetto normale non determinano effetti negativi. Lo stato di veglia garantisce un continuo stimolo dei centri nervosi, che mantengono la ventilazione in rapporto alle esigenze metaboliche e allo svolgimento delle normali attività di vita; durante il sonno si apprezza una generale caduta del tono della muscolatura scheletrica, con conseguente aumento delle resistenze delle vie aeree e, in soggetti affetti da patologie respiratorie, un peggioramento delle pressioni parziali dei gas ematici, che raggiungono solitamente livelli tanto peggiori quanto più alterati sono i valori emogasanalitici in veglia. La fisiologia della respirazione nel sonno, ha un impatto rilevante nelle patologie respiratorie e frequentemente si associa ad una ridotta qualità del sonno, che può rappresentare un fattore per lo sviluppo di fatica cronica, ridotta qualità della vita e ridotte funzioni neurocognitive. Le patologie respiratorie dunque accentuano i DRS, per cui frequentemente una completa valutazione funzionale del paziente pneumologico, richiede anche di mettere in evidenza il grado di compromissione della funzione respiratoria nel sonno. Se vi sono pazienti che peggiorano il loro quadro funzionale durante il sonno, come ad esempio quelli affetti da broncopneumopatia cronica ostruttiva (BPCO) o da patologie della gabbia toracica, non mancano pazienti che hanno disturbi respiratori solo durante il sonno, come quelli affetti da “sindrome delle apnee ostruttive nel sonno” (OSAS), condizione in grado di determinare tra gli altri, rilevanti sequele cardiovascolari. PATOLOGIE DI GRANDE IMPATTO EPIDEMIOLOGICO Sindrome delle apnee durante il sonno (OSAS) E’ una patologia di frequente riscontro nella popolazione adulta, con una prevalenza in tale popolazione stimata intorno al 7%. La sindrome delle apnee ostruttive nel sonno (OSAS), è un quadro morboso dovuto a ricorrenti episodi di parziale o completo collabimento delle vie aeree superiori, che determinano eventi respiratori quali russamento, limitazione del flusso aereo ed ipopnee od apnee ostruttive (Figura 1). Tali eventi provocano desaturazioni ossiemoglobiniche, frammentazione del sonno ed alterazioni dell’emodinamica cardiovascolare, cui possono far seguito eccessiva sonnolenza diurna, complicanze cardio e cerebrovascolari e insufficienza respiratoria presente anche in veglia. Sul piano clinico si distinguono sintomi notturni e sintomi diurni. Tra i sintomi diurni il principale è la eccessiva sonnolenza (EDS) definita come necessità di dormire, irresistibile, non desiderata, non procrastinabile, inappropriata e persistente nelle ore diurne, con riduzione delle funzioni neurocognitive (1). E’ ampiamente documentato e riconosciuto che l’OSAS è un fattore di Anno XXVIII n. 1 - Gennaio 2011 - pag. 27 Disturbi respiratori durante il sonno: patologie di interesse riabilitativo FRANCESCO FANFULLA - Medico Specialista in Pneumologia Direttore Servizio Autonomo Medicina del Sonno - Fondazione Salvatore Maugeri IRCCS - Istituto Scientifico di Pavia PAOLA FULGONI - Medico Specialista in Pneumologia - Dirigente di I Livello Servizio Autonomo Medicina del Sonno - Fondazione Salvatore Maugeri IRCCS - Istituto Scientifico di Pavia Disturbi respiratori primitivi del sonno Patologie polmonari con alterazioni respiratorie durante il sonno Patologie extra-polmonari con alterazioni respiratorie durante il sonno Sindrome delle apnee ostruttive durante il sonno BPCO Scompenso Cardiaco Cronico Sindrome delle apnee centrali idiopatica Asma bronchiale Malattie neurologiche (Stroke, M. di Parkinson) Sindrome Obesità-ipoventilazione Fibrosi cistica Malattie neuromuscolari Ipoventilazione alveolare idiopatica Patologie diaframmatiche Deformità gabbia toracica Tabella 1 - Patologie più comuni con alterazioni respiratorie durante il sonno. rischio indipendente per eventi cardio o cerebrovascolari (2-6), come anche la causa medica con il maggior rischio relativo per incidenti stradali o sul lavoro (7-10). Per questo l’inquadramento clinico non può prescindere dalla valutazione delle principali comorbidità cardiovascolari e della ridotta capacità di attenzione con aumento dei tempi di reazione. Sindrome obesità-ipoventilazione (OHS) Segni e sintomi, poi riconosciuti come “sindrome da obesità/ipoventilazione” (OHS), sono stati descritti per la prima volta circa 50 anni fa in un paziente severamente obeso, sonnolento, pletorico ed edematoso. I meccanismi patogenetici di questa condizione sono tuttora poco noti, ma l’anomalia principale sembra risiedere in un difetto del controllo ventilatorio che, sostenendo l’ipoventilazione, causa ipercapnia e ipossiemia. Il termine OHS identifica quindi una condizione caratterizzata dalla presenza di obesità (BMI >30 kg/m2), ipoventilazione diurna (PaCO2 >45 mmHg) e un disturbo respiratorio durante il sonno, in assenza di altre malattie polmonari, neuromuscolari o della gabbia toracica che siano in grado di giustificare l’ipercapnia diurna. L’impatto epidemiologico della OHS è rilevante: in un recente lavoro, su un campione di 277 pazienti adulti obesi ospedalizzati, è stato dimostrato che, nel 31% dei casi, l’ipoventilazione complica l’obesità severa e ciò risulta associato con un significativo aumento della mortalità (25% nei OHS rispetto al 13% nei pazienti obesi non ipercapnici) (11-13). La precoce comparsa di insufficienza respiratoria, il precoce ricorso alla ventilazione non invasiva, frequenti ricoveri in terapia intensiva, con successiva difficoltà di svezza- mento dalla ventilazione meccanica, rappresentano altri dati molto importanti per la futura programmazione dell’intervento sanitario. L’attuale trend in Italia dell’obesità in età pediatrica, renderà ancora più drammatico questo scenario. I risultati di un’indagine promossa dal Ministero della Salute, indicano che all’età di 9 anni in città campione di Lombardia, Toscana, Emilia Romagna, Campania, Puglia e Calabria, il 23,9% dei bambini è in sovrappeso ed il 13,6% è obeso. Anche questa indagine conferma la più elevata prevalenza di obesità nelle regioni del sud (16% a Napoli) rispetto al nord (6.9% a Lodi). Broncopneumopatia cronica ostruttiva Lo stato di sonno determina effetti sull’attività respiratoria, rappresentati da cambiamenti del controllo respiratorio, delle resistenze delle vie aeree e della contrattilità muscolare (14). L’ipoventilazione alveolare è la causa più importante delle alterazioni dello scambio gassoso durante il sonno nei pazienti BPCO, in quanto provoca ipercapnia e ipossiemia, soprattutto durante la fase REM del sonno, con possibile sviluppo di ipertensione polmonare e aritmie cardiache. L’ipossiemia notturna è causata da vari fattori, quali ostruzione delle vie aeree, iperinsufflazione parenchimale, diminuita risposta ventilatoria all’ipercapnia e/o all’ipossia, alterazione del rapporto ventilazione/perfusione, diminuito funzionamento della muscolatura respiratoria, uso di farmaci. In questi pazienti gli episodi di desaturazione notturna sono ancora più importanti che nei soggetti normali, a causa dello sfavorevole punto di partenza sulla curva di dissociazione dell’emoglobina già in fase di veglia (15). Gli studi sugli effetti dell’ipossiemia sull’aspettativa di vita nei pazienti BPCO sono contrastanti. Non è ancora determinato con assoluta certezza se l’ipossiemia notturna, soprattutto isolata, riduca l’aspettativa di vita in questi soggetti o alteri la qualità del sonno. A questo proposito, il ricorso all’O2 terapia ha infatti fornito risultati contrastanti per quanto riguarda il miglioramento dell’architettura del sonno (16). L’ostruzione delle vie aeree intratoraciche della BPCO, aumenta il carico lavorativo del diaframma in quanto aumenta la richiesta di attività inspiratoria a causa dell’accresciuto carico resistivo e degli aumentati carichi elastici, contribuendo all’inefficienza e, in alcuni casi, alla fatica dei muscoli respiratori (17). La contrazione del diaframma in corso di BPCO, può essere talmente prolungata da portare a fatica muscolare. La combinazione tra elevato carico resistivo alla respirazione, ridotta forza muscolare, i fisiologici cambiamenti della respirazione durante il sonno, rappresentano i meccanismi principali attraverso i quali un gruppo di pazienti affetti da BPCO di grado avanzato, presentano i caratteristici segni e sintomi dell’ipoventilazione alveolare notturna. L’associazione tra BPCO e apnee ostruttive nel sonno (OSAS), rientra nell’ambito dell’overlap syndrome che è stata descritta a metà degli anni ‘80 da Flenley (18). I pazienti che ne soffrono hanno una PaO2 media notturna più bassa, una più elevata pressione in arteria polmonare ed un maggior rischio di sviluppare cuore polmonare rispetto ai pazienti con semplice OSAS. L’overlap syndrome, secondo alcuni Autori, predispone allo sviluppo di una ipercapnia diurna e ipossiemia di grado superiore rispetto al livello di deterioramento della funzione polmonare (19-20). Figura 1 - Epoca di tracciato poligrafico notturno con evidenza di episodi di apnea ostruttiva. Le tracce mostrano i seguenti segnali (dall’alto in basso): flusso aereo orale con termistore; flusso aereo nasale con cannula; respirogrammi toraco-addominali; saturazione in O2 dell’emoglobina; frequenza cardiaca. Recenti studi hanno dimostrato come i pazienti affetti da Overlap Syndrome presentano un tasso di mortalità nettamente superiore, rispetto ai pazienti affetti solo da BPCO, pur dello stesso livello di gravità. Solo il trattamento con CPAP, correggendo gli eventi ostruttivi durante il sonno, riduce nettamente il rischio di morte riportandoli al livello atteso per la gravità della BPCO (21) Malattie neuromuscolari Le alterazioni respiratorie più frequenti in corso di malattie neuromuscolari (NMD) o neurologiche, sono lo sviluppo di ipoventilazione alveolare e la comparsa di apnee sia ostruttive che centrali (22). Una delle principali cause dei disturbi respiratori nel sonno in questi pazienti, è la variazione di attività dei muscoli scheletrici, oltre che del diaframma, durante la fase REM (23). L’alterazione della funzionalità e la debolezza del diaframma, causano una sua inabilità a supportare la ventilazione durante il sonno REM, con conseguente riduzione della ventilazione alveolare (24). Dal punto di vista clinico i sintomi sistemici più frequenti sono: fatica generalizzata, debolezza muscolare, ingombro secretivo tracheobronchiale, dispnea, ortopnea, cefalea mattutina, ipersonnolenza diurna, disturbi dell’umore e manifestazioni di tipo simil-psicotico. A questi si aggiungono i sintomi che si verificano durante il sonno, come russamento, sonno non ristoratore, incubi, risvegli frequenti, enuresi e sensazione di “fame d’aria”. L’insufficienza respiratoria ha un’insorgenza insidiosa a causa del progressivo deterioramento muscolare, con manifestazione all’inizio esclusivamente notturna e parametri emogasanalitici diurni nella norma. I disturbi respiratori compaiono inizialmente durante il sonno REM. La debolezza muscolare, che peraltro favorisce l’ostruzione delle alte vie aeree a causa dell’interessamento dei muscoli dilatatori delle vie aeree superiori, favorisce la minore reattività dei muscoli della parete toracica a rispondere con l’incremento della ventilazione subito dopo un improvviso risveglio. Inoltre, le alterazioni della gabbia toracica, particolarmente frequenti nelle patologie che colpiscono l’età evolutiva, incidono sulle capacità di recupero della muscolatura stessa, allungando i tempi di recupero dopo un episodio di occlusione delle alte vie aeree. Malattie della gabbia toracica Sono patologie che determinano un’alterazione della componente “esterna” al polmone e agiscono prevalentemente sulla meccanica toracica interessando la colonna (scoliosi, cifosi), le coste (esiti chirurgici, traumi) e meno frequentemente la componente pleurica (toracoplastica, fibrotorace post-tubercolare, etc). Funzionalmente si ha un quadro di tipo restrittivo per la ridotta espansibilità del torace e un lavoro ventilatorio aumentato. Nella cifoscoliosi è presente una contrapposizione funzionale a carico dei due emitoraci, con una riduzione di volume polmonare e dei movimenti respiratori da un lato e una iperespansione con sbandamento controlaterale del mediastino. La conseguenza sarà un’alterazione della ventilazione, dell’emodinamica polmonare e quindi degli scambi gassosi, che clinicamente si manifesteranno con una respirazione rapida e superficiale e fenomeni flogistici bronchiali con difficoltà nella detersione delle vie aeree, con conseguente peggioramento disfunzionale causa di alterazione della ventilazione e della perfusione. Durante il sonno è frequente la comparsa di apnee di tipo centrale a causa della minore mobilità del diaframma, soprattutto durante la fase del sonno REM, e delle alterazioni delle coste che riducono le escursioni respiratorie (25-26). ■ Continua a pag. 28 27-30_art_Fanfulla:Layout giornale 27-01-2011 13:14 Pagina 28 Riabilitazione Oggi Anno XXVIII n. 1 - Gennaio 2011 - pag. 28 ■ Segue da pag. 27 Rinnovata e ampliata non solo nell’immagine societaria Viale G. da Cermenate 64 - 20141 MILANO Tel. 02.45491933 - Fax 02.45491935 e-mail: [email protected] Visita il nostro sito: www.terzassicura.it, potrai registrarti e fare in piena autonomia preventivi personalizzati Le nostre polizze* riservate ai Soci di Riabilitazione Oggi Card Club Responsabilità Civile Professionale Riservata a tutti i profili professionali previsti per il Settore Sanitario. Il costo assicurativo riservato alla Convenzione con il Riabilitazione Oggi Card Club è scontata del 45% rispetto la tariffa base. 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Ad esempio, uno studio prospettico (follow-up di 6 anni) condotto su una coorte di 1022 soggetti, ha dimostrato che i pazienti affetti da OSAS avevano un rischio di morte o di episodio acuto di stroke raddoppiato rispetto ai soggetti non OSAS, anche dopo aggiustamento per gli altri noti fattori di rischio (27). Altri rilievi epidemiologici hanno dimostrato come la prevalenza di disturbi respiratori durante il sonno, sia un evento altamente frequente nei pazienti con attacco acuto di stroke ischemico (tasso di prevalenza che oscilla tra il 44% e il 72%). Simili osservazioni sono state fatte anche nei pazienti con attacchi ischemici transitori, suggerendo che l’OSAS preceda nella maggior parte dei casi l’insorgenza dell’attacco acuto di stroke. Infine, diversi studi prospettici hanno dimostrato come i pazienti colpiti da stroke e contemporaneamente affetti da OSAS, abbiano un rischio elevato di recidiva o di morte. La mortalità nei primi 6 mesi dall’evento acuto di ictus, è elevata nei pazienti con concomitanti disturbi respiratori durante il sonno rispetto a quelli senza questa comorbidità. Il grado di severità dell’ictus, espresso come livello di dipendenza dopo la fase acuta, è maggiore nei pazienti con concomitanti disturbi respiratori durante il sonno. Anche la mortalità a dieci anni dall’evento acuto di stroke, è fortemente influenzata dalla presenza di disturbi respiratori durante il sonno: un paziente colpito da ictus e contemporaneamente affetto da sindrome delle apnee durante il sonno, presenta un rischio di morte più alto (incremento del 76%) rispetto a un paziente senza questa comorbidità (28-33). Il trattamento della sindrome delle apnee ostruttive con CPAP migliora la sopravvivenza e riduce il rischio di nuove recidive (30). Di particolare interesse il dato che il trattamento con CPAP migliora non solo lo scambio dei gas, ma anche i sintomi di depressione ed il trend della pressione arteriosa notturna. La problematica più comune riguarda l’aderenza al trattamento con la CPAP: inferiore al 50% nel breve termine, addirittura inferiore al 15% sul medio termine (3-6 mesi), fortunatamente migliore (fino al 70-80 %) nel lungo periodo e in reparti di riabilitazione (34). Scompenso cardiaco cronico I pazienti affetti da insufficienza cardiaca possono presentare due differenti alterazioni respiratorie duran- te il sonno: apnee ostruttive e, più frequentemente, il caratteristico pattern respiratorio in crescendo decrescendo del volume corrente, definito respiro periodico o respiro di Cheyne Stokes (Figura 2). Tutte queste alterazioni, ma in particolare il respiro periodico, sono fortemente influenzate dall’evoluzione della patologia di base e dalle condizioni di compenso raggiunte. Il quadro clinico fa riferimento a quello dello scompenso cardiaco, mancando segni e sintomi riferibili in prima istanza all’alterazione ventilatoria centrale. Diversi studi hanno ormai documentato che la presenza di respiro di Cheyne-Stokes sostenuto, rappresenta un fattore di rischio indipendente di mortalità, anche dopo correzione per tutti i fattori di rischio noti e l’avvento della terapia con farmaci ad azione beta-bloccante (35-38). La prevalenza delle alterazioni respiratorie durante il sonno in corso di insufficienza cardiaca congestizia, è variabile tra le differenti casistiche pubblicate in letteratura. I dati relativi alle pubblicazioni degli ultimi dieci anni, mostrano una prevalenza media del 62%: nel 71% dei casi si tratta di un quadro di respiro periodico, mentre nel rimanente 29% di un quadro di OSAS. La sintomatologia relativa a questa particolare alterazione respiratoria, è quanto mai sfumata e difficilmente distinguibile dai segni/sintomi dello scompenso cardiaco cronico: insonnia, eccessiva sonnolenza diurna, dispnea notturna episodica o parossistica. Peraltro, il respiro di CheyneStokes può essere osservato anche durante la veglia o l’esercizio fisico. DIAGNOSI DEI DISTURBI RESPIRATORI DURANTE IL SONNO Sindrome delle apnee ostruttive durante il sonno L’innovazione tecnologica ha introdotto progressivamente sistemi di monitoraggio semplificati ed alternativi alla classica polisonnografia di laboratorio. Tali sistemi, utilizzando un numero di sensori più limitato, presentano una versatilità di applicazione utile a far fronte alle numerose richieste diagnostiche. Tuttavia, le metodiche alternative alla polisonnografia di laboratorio sono state testate e validate solo per la diagnosi della Sindrome delle Apnee Ostruttive durante il sonno. Le due società scientifiche italiane di riferimento per i problemi respiratori durante il sonno, l’AIPO (Associazione Italiana Pneumologi Ospedalieri) e l’AIMS (Associazione Italiana Medicina del Sonno), hanno elaborato nel 2001 delle linee guida congiunte, nelle quali viene tracciato un percorso modulato sulla base della ricchezza di sintomi e segni suggestivi per OSAS del singolo paziente (39). Il recente sviluppo tecnologico, consente di proporre il monitoraggio cardiorespiratorio (MCR) come esame di prima istanza nei pazienti con quadro clinico suggestivo per OSAS. La polisonnografia è invece irrinunciabile: 1) per chiarire i casi con un quadro clinico ricco in segni e sin- tomi, in particolare la eccessiva sonnolenza diurna, a fronte di un MCR che documenti un basso numero di apnee e/o ipopnee ostruttive; 2) nei casi risultati dubbi con sistemi diagnostici più semplificati; 3) nel caso di persistenza della sonnolenza diurna nonostante la scomparsa delle apnee e/o ipopnee ostruttive o la significativa riduzione dell’AHI ottenuta con il trattamento prescritto. Un approccio simile è stato accettato anche dall’American Academy of Sleep Medicine (AASM), che nei propri documenti limita l’utilizzo dei sistemi portatili alla sola diagnosi di apnee ostruttive nel sonno (OSAS) non associate ad altre patologie che possano ridurre l’accuratezza diagnostica di un sistema portatile e sotto la supervisione di un medico esperto (40). Il monitoraggio cardio-respiratorio completo, come livello minimo strumentale analizzato sempre da un medico pneumologo esperto in DRS, può rappresentare una alternativa accettabile alla polisonnografia per l’identificazione di un quadro di OSAS nei pazienti affetti da altre patologie polmonari (i.e. BPCO) o extra-polmonari (i.e. insufficienza cardiaca congestizia, malattie endocrinologiche, neuromuscolari) frequentemente associate all’OSAS. Disturbi respiratori nel sonno non OSAS La definizione del momento più opportuno per procedere con le indagini notturne non è semplice: bisogna considerare il tipo di patologia, la sua storia naturale, l’età del paziente, il quadro clinico generale e la presenza di comorbidità. I sintomi possono essere sottostimati o manifestarsi in modo subdolo, per cui è necessario, in occasione di ogni valutazione clinica, ricercare i sintomi associati ad una alterata qualità del sonno e alla presenza di alterazioni respiratorie durante il sonno. Per la ricerca di un’alterazione respiratoria durante il sonno, il monitoraggio cardio-respiratorio permette di valutare in modo attendibile il pattern respiratorio del paziente o quadri che non determinino variazioni significative del trend della SaO2. Qualora i dati ottenuti con questa indagine non giustifichino la presenza di sintomi suggestivi di un’alterazione della qualità del sonno (es.: ipersonnolenza diurna, cefalea mattutina, sensazione al risveglio di non avere riposato bene), o delle alterazioni emogasanalitiche diurne, sarà necessario ricorrere alla polisonnografia completa. L’indagine polisonnografica completa rimane la metodica diagnostica di riferimento, per la sua capacità di indagare complessivamente tutte le alterazioni durante il sonno (struttura del sonno, episodi di apnea-ipopnea, ipoventilazione alveolare), meglio se arricchita da un monitoraggio noninvasivo, continuo e contemporaneo, dell’anidride carbonica. Lo studio notturno della saturimetria, accompagnato da uno studio del monitoraggio cardiorespiratorio, può essere considerato sufficiente la■ Continua a pag. 29 Ria ■S scia com LA T RES Sind dur Il zion il tr tera L rime tazi tual abb alla U il tr del com è co si: ● in ipop ● in ipop ta s diov Dist non N il r mec ne men no p men rato dell L vasi term zion trat rato men alve T LTM di ip o di iper In dub tera zion (i.e neu un zien ca O una anc rece L toria resp dall nell que Con Pato (Ma cifo altre V lato mi mat gue ● P ● P <90 vi. ● L rom una Pato (BPC bron * In assenza di disdetta pervenuta entro i termini previsti da ogni singolo contratto, la scadenza delle polizze sarà prorogata in automatico per la successiva annualità, con impegno di pagamento dei relativi premi a rinnovo. Figura 2 - Epoca di tracciato poligrafico notturno con evidenza di un cluster di respiro di Cheyne-Stokes. Si noti il pattern respiratorio con il caratteristico andamento in crescendo/decrescendo che culmina con una apnea centrale. Le tracce mostrano i seguenti segnali (dall’alto in basso): flusso aereo orale con termistore; flusso aereo nasale con cannula; respirogrammi toraco-addominali; saturazione in O2 dell’emoglobina; frequenza cardiaca. V lato mi mat gue ● P ● P pres (SaO 27-30_art_Fanfulla:Layout giornale ggi Riabilitazione Oggi sonMCR ro di ) nei diacaso diure apgninuta ■ Segue da pag. 28 ccetmy of proei sisi di SAS) e che diasotdico ratonimo a un DRS, ativa per OSAS ogie lmoconiche, e as- più ndabisoogia, pae e la ostidolo, ne di are i quaaltenno. e renitomette patquani si- uesta esentera(es.: matnon terasarà nno- comstica tà di te le ttura pnea, io se nonaneo, imeo del può la- g. 29 pattraca; re- 27-01-2011 13:14 Pagina 29 Anno XXVIII n. 1 - Gennaio 2011 - pag. 29 sciando lo studio polisonnografico completo a situazioni più complesse. 1 ANNU ° NCIO LA TERAPIA DEI DISTURBI RESPIRATORI DURANTE IL SONNO CORSO RESIDENZIALE INTERATTIVO Sindrome delle apnee ostruttive durante il sonno Il trattamento con CPAP, ventilazione a pressione positiva continua, è il trattamento di prima scelta per la terapia dell’OSA (41-43). Le seguenti indicazioni fanno riferimento ai pazienti per i quali la valutazione clinico-funzionale e la eventuale morbilità associata all’OSAS, abbia indirizzato la scelta terapeutica alla prescrizione della PAP. Una volta posta diagnosi di OSAS, il trattamento dipende dalla severità del quadro clinico e dalle eventuali comorbidità. Il trattamento con CPAP è comunque indicato nei seguenti casi: ● in presenza di un indice di apneaipopnea (AHI) > _ ≥15; ● in presenza di un indice di apneaipopnea (AHI) > _ ≥5 e < 15 con associata sintomatologia e/o patologie cardiovascolari. Disturbi respiratori nel sonno non OSAS Nel corso degli ultimi due decenni, il ricorso alla terapia ventilatoria meccanica domiciliare a lungo termine (LTMV), è progressivamente aumentato, così che molti pazienti hanno potuto sperimentare un miglioramento delle proprie condizioni respiratorie, della loro sopravvivenza e della qualità della vita (44-45). La ventilazione meccanica non-invasiva (NIV) a pressione positiva intermittente, è la modalità di ventilazione più diffusa nel mondo per il trattamento dell’insufficienza respiratoria cronica ipercapnica, specialmente in presenza di ipoventilazione alveolare durante il sonno. Tuttavia, il ricorso sistematico alla LTMV nei pazienti con segni e sintomi di ipoventilazione alveolare notturna o di insufficienza respiratoria cronica ipercapnica, è ancora controverso. Infatti, mentre non sussistono più dubbi sulla efficacia di tale strategia terapeutica nei pazienti con alterazioni respiratorie di tipo restrittivo (i.e. cifoscoliosi) o con patologie neuromuscolari (46), la possibilità di un suo sistematico impiego nei pazienti con Broncopneumopatia Cronica Ostruttiva non ha ancora trovato una conferma scientifica definitiva, anche se i risultati dei trial clinici più recenti sono confortanti (45, 47-50). Le indicazioni alla terapia ventilatoria cronica domiciliare per disturbi respiratori durante il sonno diversi dall’OSAS, più largamente utilizzate nella quotidiana attività clinica sono quelle proposte dalla International Consensus Conference del 1999 (51). Patologie Restrittive (Malattie neuromuscolari, cifoscoliosi, esiti di tubercolosi, altre forme cliniche) Vi è indicazione alla terapia ventilatoria notturna in presenza di: sintomi diurni (fatica, dispnea, cefalea mattutina) associati a uno dei seguenti indicatori funzionali: ● PaCO2 diurna ≥45 mmHg. ● Presenza di una SaO2 notturna <90% per almeno 5 minuti consecutivi. ● Limitatamente alle patologie neuromuscolari progressive, presenza di una MIP <60 cmH2O o una FVC <50%. Patologie Ostruttive (BPCO, enfisema polmonare, bronchiectasie, fibrosi cistica) Vi è indicazione alla terapia ventilatoria notturna in presenza di: sintomi diurni (fatica, dispnea, cefalea mattutina) associati a uno dei seguenti indicatori funzionali: ● PaCO2 diurna >55 mmHg. ● PaCO2 compresa tra 50-55 mmHg e presenza di desaturazioni notturne (SaO2 <88% per almeno 5 minuti con- La riabilitazione dell’artrite reumatoide Milano, 28 e 29 maggio 2011 - Sede di via Lattanzio 15 Chiusura TASSATIVA iscrizioni: 23 aprile Figura 3 - Effetto di un protocollo riabilitativo integrato (HC) in telemedicina della durata di 6 mesi sul consumo energetico totale diurno in pazienti obesi affetti da Sindrome delle apnee ostruttive in confronto con pazienti trattati con terapia standard (SC). Il protocollo HC prevedeva la terapia ventilatoria con CPAP, protocollo incrementale di allenamento fisico, monitoraggio continuo in telemedicina dell’attività fisica, controlli ambulatoriali ripetuti. Il protocollo standard prevedeva la terapia ventilatoria con CPAP e la raccomandazione ad eseguire attività fisica regolare. Solo i pazienti arruolati nel programma HC hanno presentato un incremento statisticamente significativo del proprio consumo energetico totale (* p < 0.05). Lo studio di ricerca è stato condotto presso l’Istituto Scientifico di Riabilitazione di Montescano. Crediti ECM nazionali assegnati per Fisioterapisti: 24 DOCENTI Dr. Gerardo Mele, Ft. Tiziana Nava, Ft. Fabrizio Sigismondi PROGRAMMA SABATO 28 MAGGIO secutivi nonostante O2 terapia con flusso /> 2 l/min). Quadri di ipoventilazione alveolare notturna (diversi dalle condizioni patologiche sopra descritte) 1. OSAS non adeguatamente corretta con la CPAP. 2. Quadro di apnee miste nel sonno non adeguatamente corretto con la CPAP. 3. Apnea centrale nel sonno. 4. Altre forme di ipoventilazione alveolare notturna. PROTOCOLLI RIABILITATIVI La complessità e variabilità delle alterazioni respiratorie durante il sonno, la loro natura di patologie croniche, la loro frequente associazione o dipendenza da altre condizioni patologiche croniche, presuppongono per molti pazienti un approccio valutativo e terapeutico di tipo riabilitativo. Il percorso terapeutico è infatti sempre individualizzato, basato sullo specifico quadro patologico e sulle preferenze del paziente. La maggior parte dei pazienti affetti da disturbi respiratori durante il sonno, necessita di una terapia ventilatoria cronica. Il tipo di ventilazione notturna, a pressione positiva continua (CPAP), a doppio livello di pressione (Bi-PAP), a supporto di pressione (PSV), a controllo di pressione (PCV) etc, sarà definita in base alle specifiche alterazioni respiratorie presentate dal paziente. Tale percorso, per la sua naturale complessità e per la sua intrinseca natura riabilitativa, richiede necessariamente il ricovero ospedaliero o uno specifico protocollo ambulatoriale limitato ai pazienti meno severi. Il percorso riabilitativo prevede: 1. completamento delle indagini complementari; 2. adattamento alla terapia ventilatoria non invasiva; 3. scelta dell’interfaccia di ventilazione; 4. impostazione dei parametri di ventilazione (procedure variabili in relazione al tipo di trattamento ventilatorio scelto), generalmente effettuato durante indagine polisonnografica notturna in laboratorio del sonno, e dell’eventuale O2-terapia al lungo-termine (52-55); 5. sedute educazionali sulla natura della patologia (meccanismi fisiopatologici, fattori di rischio, etc.), sulle conseguenze del suo mancato trattamento, sulla natura della terapia scelta, sulla sua gestione domiciliare (compresa la gestione del ventilatore e dei suoi accessori); 6. valutazione di efficacia e tollerabilità alla terapia; 7. interventi specifici individualizzati, in relazione alla patologia di base del paziente (i.e. concomitante BPCO), comorbidità (i.e. obesità), tolleranza all’esercizio fisico (i.e. impostazione specifico intervento di riallenamento all’esercizio fisico da proseguire anche a domicilio) (Figura 3); 8. prescrizione della terapia domiciliare e definizione del piano di follow-up. Altri tipi di opzioni terapeutiche mediche, usualmente limitate ai pazienti con Sindrome delle apnee ostruttive durante il sonno di grado lieve, sono la terapia posizionale, la terapia con protesi endo-orali ed il calo ponderale. Percorso di monitoraggio Tutti i pazienti affetti da disturbi respiratori durante il sonno, devono essere sottoposti a valutazioni periodiche, in particolare quelli inseriti in un programma di terapia ventilatoria domiciliare. Lo schema generale (minimo) del percorso di monitoraggio prevede: 1. In caso di prima prescrizione di terapia ventilatoria, un controllo ambulatoriale (valutazione clinica di efficacia e di aderenza al trattamento notturno con PAP) entro 1-3 mesi dalla fornitura del dispositivo terapeutico. 2. Un’ulteriore valutazione strumentale dovrà essere guidata dalla insorgenza di complicazioni, significative modificazioni ponderali o modificate condizioni cliniche (interventi chirurgici ORL, maxillo-facciali o simili). 3. In caso di paziente già in trattamento domiciliare, una valutazione clinica di efficacia e aderenza al trattamento notturno con PAP almeno una volta ogni 6-12 mesi e una valutazione strumentale ogni 12 mesi. Questo schema minimo è previsto dalle Disposizioni della Regione Lombardia in merito alla terapia ventilatoria domiciliare. 4. Tutte le volte in cui il quadro clinico o strumentale dimostri un insoddisfacente controllo della patologia, sia in termini di eventi respiratori residui che di persistenza di sintomi diurni/notturni, oppure un livello insoddisfacente di aderenza alla terapia ventilatoria, sarà necessario rivalutare completamente lo schema terapeutico. 5. Una visita clinica urgente, ogni qualvolta il paziente riferisce problemi nell’esecuzione della terapia ventilatoria. Lo schema di monitoraggio andrà definito individualmente alla luce dei programmi riabilitativi impostati sul singolo paziente. Il monitoraggio sarà prevalentemente di tipo ambulatoriale/domiciliare; il ricovero sarà limitato ai pazienti con alterazioni severe o complesse, ai pazienti cui si dimostri necessario la ridefinizione dello schema terapeutico domiciliare, o che lamentino difficoltà o impossibilità a proseguirlo correttamente. Relazione presentata dal Dott. Francesco Fanfulla, nel corso del Con■ Continua a pag. 30 ore 8.00 - 9.00 ore 9.00 - 9.40 ore ore ore ore ore ore ore ore ore ore ore Registrazione partecipanti Aspetti clinici dell’artrite reumatoide Gerardo Mele - Reumatologo e Fisiatra Istituto Ortopedico Gaetano Pini - Milano 9.40 - 10.20 Fisiopatolgia delle deformità articolari Gerardo Mele - Reumatologo e Fisiatra 10.20 - 10.45 Discussione interattiva 10.45 - 11.00 Break 11.00 - 12.00 Analisi degli aspetti comportamentali del Paziente con artrite reumatoide in corso di malattia Tiziana Nava - Fisioterapista Referente Nazionale GIS Riabilitazione in Reumatologia - Milano Vicepresidente delle Health Professionals italiane in Reumatologia 12.00 - 13.00 Analisi del dolore nel Paziente affetto da artrite reumatoide Tiziana Nava - Fisioterapista 13.00 - 14.00 Pausa 14.00 - 15.00 Valutazione funzionale del Paziente affetto da artrite reumatoide: la riabilitazione dell’arto inferiore Tiziana Nava - Fisioterapista 15.00 -16.00 Analisi del danno secondario Tiziana Nava - Fisioterapista 16.00 - 16.15 Break 16.15 - 17.15 Linee Guida per un Progetto Riabilitativo: quali tecniche, modalità e tempistiche Tiziana Nava - Fisioterapista 17.15 - 18.15 Discussione interattiva DOMENICA 29 MAGGIO ore 8.45 - 9.45 ore ore ore ore ore ore ore ore ore ore ore ore La riabilitazione della spalla e del gomito nell’artrite reumatoide Fabrizio Sigismondi - Fisioterapista GIS Riabilitazione in Reumatologia Unità Funzionale di Algologia e Reumatologia Università degli Studi di Firenze 9.45 - 10.45 La riabilitazione del polso e della mano nell’artrite reumatoide Fabrizio Sigismondi - Fisioterapista 10.45 - 11.00 Break 11.00 - 11.30 Discussione interattiva 11.30 - 12.30 La riabilitazione e l’utilizzo degli split della mano nel Paziente reumatico Fabrizio Sigismondi - Fisioterapista 12.30 - 13.00 Discussione interattiva 13.00 - 14.00 Pausa 14.00 - 15.00 L’economia articolare nel Paziente con artrite reumatoide Fabrizio Sigismondi - Fisioterapista 15.00 - 16.00 Esercitazioni pratiche Fabrizio Sigismondi - Fisioterapista 16.00 - 16.15 Break 16.15 - 17.15 Esercitazioni pratiche Fabrizio Sigismondi - Fisioterapista 17.15 - 18.15 Costruzione di splint Fabrizio Sigismondi - Fisioterapista 18.15 - 18.45 Somministrazione questionario apprendimento INFORMAZIONI GENERALI ● Destinatari: Fisioterapisti; numero massimo partecipanti 25. E’ richiesta attestazione qualifica professionale (fotocopia Attestato o Diploma di Laurea). ● Quota d’iscrizione: Euro 300,00 + IVA (20%). ● Quota CARD: Euro 280,00 + IVA (20%). Avranno diritto alla quota CARD solo coloro che hanno sottoscritto l’adesione al “Riabilitazione Oggi CARD Club” per il 2011 entro il 15 gennaio. ● Chiusura iscrizioni: TASSATIVAMENTE entro il 23 aprile (vedi box a pag. 2). ● Modalità di iscrizione: le quote (fotocopia ricevute di versamento) dovranno essere inviate, unitamente alla scheda di iscrizione (pubblicata a pag. 37) ed alla documentazione attestante la qualifica professionale, alla sede di Riabilitazione Oggi Corsi e Convegni in via Lattanzio 15, 20137 Milano. La spedizione potrà avvenire anche tramite Fax allo 02.54.11.62.27. ● Modalità di pagamento: tramite versamento sul c.c.p. n. 46039202 intestato a Riabilitazione Oggi Corsi e Convegni - Via Lattanzio 15, 20137 Milano, oppure tramite vaglia postale intestato a Riabilitazione Oggi Corsi e Convegni pagabile c/o Ufficio Postale 61 di Milano. ● Valutazione ECM: al termine del corso verrà proposta, ai partecipanti per i quali è stata decisa l’attribuzione dei crediti ECM, una prova mirata alla valutazione dell’apprendimento dei contenuti. ATTENZIONE: per avere diritto ai crediti attribuiti al corso, è richiesta la frequenza al 100% delle ore stabilite. ● Attestato: verrà rilasciato ai partecipanti al termine del Corso. ● Sistemazione alberghiera: la Segreteria Organizzativa è in grado di segnalare Hotels ed Alberghi di Milano, vicini alla sede del corso, a cui gli iscritti potranno rivolgersi per prenotare il loro soggiorno a prezzi di favore. ● Sede: Milano, via Lattanzio 15. 27-30_art_Fanfulla:Layout giornale 27-01-2011 13:15 Pagina 30 Riabilitazione Oggi Anno XXVIII n. 1 - Gennaio 2011 - pag. 30 ■ Segue da pag. 29 ra Chiusu IVA T TASSAioni iscriz lio 28 lug CORSO RESIDENZIALE INTERATTIVO NUO EDIZIOVA NE Le Ginnastiche Dolci per gli anziani Milano - 17, 18 settembre e 15, 16 ottobre 2011 Sede di via Lattanzio 15 Crediti ECM nazionali assegnati per Fisioterapisti e Terapisti della neuro e psicomotricità dell’età evolutiva: 30 Docente ANNA LOPEZ NUNES - Fisioterapista - Milano Il corso consiste di una parte teorica, che illustra la storia, le basi filosofiche e i principi neurofisiologici comuni a tutte quelle pratiche di educazione e rieducazione del movimento, chiamate genericamente “ginnastiche dolci”. Segue la parte pratica, che la Docente ritiene la più importante per l’apprendimento di queste tecniche: l’allievo deve sperimentare su se stesso, eseguendo gli esercizi proposti, quanto illustrato teoricamente. Gli esercizi sono individuali, in coppia, in piccolo gruppo. Poichè la richiesta riguarda l’applicazione della pratica con gli anziani e i grandi anziani, verranno prese in considerazione le condizioni psicofisiche e le più comuni patologie della terza e quarta età e le condizioni ambientali degli istituti di riabilitazione e di residenza per anziani. Obiettivi del corso ● Informazione teorica ed esperienza pratica relativa ai metodi di “ginnastica dolce” . ● Affinamento della sensibilità tattile e propriocettiva come crescita personale. ● Affinamento delle capacità di con-tatto e di comunicazione non verbale nella re- lazione terapista-paziente e nella conduzione di un gruppo di anziani. Possibilità di utilizzare quanto appreso con gli anziani per prevenire e curare le patologie più comuni a quell’età. ● Possibilità di utilizzare l’approccio nel proprio ambito di lavoro, affiancando e rendendo più efficaci altre metodiche. ● PROGRAMMA I Modulo SABATO 17 SETTEMBRE 8.00-9.00 9.00-10.00 10.00-12.30 12.30-14.00 14.00-15.00 15.00-16.15 16.15-17.00 Registrazione partecipanti Lezione teorica: Le cosiddette “Ginnastiche Dolci”: Definizione. Cenni storici e filosofici comuni alle varie pratiche. Precursori. Pratiche affini. Sviluppi attuali. Fisiologia della globalità: il tessuto connettivo, la circolazione lacunare e canalizzata, il movimento craniale, le funzioni percettive. Lezione pratica: Esercizi individuali e in coppia sul tema della globalità Percezione delle funzioni globali: battito cardico, respiro, movimento craniale. Percezione globale del corpo: la pelle, i muscoli, lo scheletro. Percezione del “sostegno” e della gravità; passaggi di posizione dal suolo alla stazione eretta. Verbalizzazione e discussione. Pausa Lezione teorica: Il lavoro con l’anziano Gli aspetti pratici. Gli aspetti psicologici. Gli aspetti relazionali. Le patologie più comuni. Presentazione dei piccoli attrezzi e ausili che favoriscono la percezione. Palloni, palline da tennis, corde o strisce di stoffa. Lezione pratica: Esercizi con palline da tennis (individuali e in coppia) Lezione pratica: Esercizi con palloni (individuali e in gruppo) Discussione, verbalizzazione sul programma della giornata. DOMENICA 18 SETTEMBRE 9.00-10.00 Lezione teorica: Le cadute, la paura di cadere 10.00-11.30 Lezione pratica: Equilibrio, disequilibrio, movimento (individuale) 11.30-12.30 Lezione pratica: Esercizi di fiducia con corde o stoffe (in coppia e gruppo) 12.30-13.00 Discussione e verbalizzazione. II Modulo SABATO 15 OTTOBRE 9.00-10.00 10.00-12.30 12.30-14.00 14.00-15.00 15.00-16.00 16.00-17.00 Lezione teorica: La globalità del movimento L’asse mediano del corpo. La lateralità. Le relazioni diagonali e la coordinazione crociata. Lezione pratica: Percezione della relazione sacro-occipite e della relazione tra i cingoli (esercizi individuali) Cambi di posizione e imitazione della posizione e del movimento dell’altro (esercizi in coppia) Pausa Discussione sul programma svolto al mattino. Lezione pratica: La deambulazione nello spazio: linee rette e linee curve; spazi ampi e spazi stretti; tipi diversi di terreno; ostacoli; percorsi. (esercizi in gruppo) Verbalizzazione dell’esperienza e precisazioni sulla funzione della vista, dell’attenzione e delle emozioni rispetto alle consegne ricevute per gli esercizi precedenti. DOMENICA 16 OTTOBRE 9.00-10.00 Lezione teorica: Memoria e coordinazione 10.00-11.30 Lezione pratica: Ritmo, musica, memorizzazione di sequenze, danza libera 11.30-13.00 Verbalizzazione, discussione. 13.00-13.30 Somministrazione questionario ECM. INFORMAZIONI GENERALI ● Durata: 2 fine settimana per un totale di 20 ore. ● Date: 17, 18 settembre e 15, 16 ottobre 2011. ● Destinatari: fisioterapisti, massofisioterapisti triennali (NON post ‘96), terapisti della neuro e psicomotricità. E’ richiesta attestazione qualifica professionale (fotocopia attestato o diploma di laurea). Numero massimo partecipanti: 24. ● Quota d’iscrizione: euro 390,00 + IVA (20%). ● Quota CARD: euro 360,00 + IVA (20%). Avranno diritto alla quota CARD, solo coloro che avranno sottoscritto l’adesione al “Riabilitazione Oggi CARD Club” per il 2011, entro il 15 gennaio. ● Chiusura iscrizioni: TASSATIVAMENTE entro il 28 luglio 2011 (vedi box a pag. 2). ● Modalità d’iscrizione: le quote (fotocopia ricevute pagamento) dovranno essere inviate, unitamente alla scheda di iscrizione (pubblicata a pag. 37) ed alla documentazione attestante la qualifica professionale, alla Segreteria di Riabilitazione Oggi Corsi e Convegni in via Lattanzio 15, 20137 Milano. La spedizione potrà avvenire anche tramite fax allo 02.54.11.62.27. ● Modalità di pagamento: tramite versamento sul c.c.p. n. 46039202 intestato a Riabilitazione Oggi Corsi e Convegni - Via Lattanzio 15, 20137 Milano, oppure tramite vaglia postale intestato a Riabilitazione Oggi Corsi e Convegni pagabile c/o Ufficio Postale 90 di Milano. ● Valutazione finale ECM: al termine del Corso verrà proposta, ai partecipanti per i quali è stata decisa l’attribuzione dei crediti ECM, una prova mirata alla valutazione dell’apprendimento dei contenuti. ATTENZIONE: per avere diritto ai crediti attribuiti al corso, è richiesta la frequenza a 19 delle 20 ore stabilite. ● Attestato: verrà rilasciato ai partecipanti un attestato di frequenza al termine del Corso. ● Sistemazione alberghiera: la Segreteria Organizzativa è in grado di segnalare hotel ed alberghi vicini alla sede del Corso a cui gli iscritti potranno rivolgersi per prenotare il loro soggiorno a condizioni di favore. ● Segreteria Organizzativa: Riabilitazione Oggi Corsi e Convegni - Via Lattanzio 15, 20137 - Milano. Tel. 02. 550.12.550 da lunedì a venerdì dalle 9 alle 13. vegno SIRAS (Società Italiana di Riabilitazione di Alta Specializzazione) “Le nuove disabilità: i disturbi respiratori durante il sonno in riabilitazione”, tenutosi a Pavia il 25 Novembre 2010 presso il Centro Congressi IRCCS Fondazione Salvatore Maugeri. BIBLIOGRAFIA 1. American Academy of Sleep medicine. International Classification of Sleep Disorders, 2nd ed. Diagnostic and Coding manual. 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