7° CORSO PER TECNICI NAZIONALI DELLA FIT CON VALORE
DI ALLENATORE DI QUARTO LIVELLO EUROPEO CONI – FIT
Anno 2010
PROJECT WORK
ANALISI BIOMECCANICA DEL DIRITTO CON PARTICOLARE
RIFERIMENTO AL TRASFERIMENTO DEL PESO DEL CORPO
Autori: Nicola Ceragioli, Alessandro Dini, Luca Segnani
Supervisore: Prof. Gennaro Volturo
Roma, 20 Novembre 2010
1
ABSTRACT
Partendo da un’analisi biomeccanica del diritto moderno il tema centrale e l’obiettivo
specifico che ci siamo prefissi in questo project e’ stato verificare attentamente
l’importanza del trasferimento del peso del corpo nel colpo del diritto in campo
maschile. Considerate le scarse possibilita’ di misurare il peso del corpo con strumenti
appositi (pedana di forza o altro) ci siamo orientati verso la ricerca di una stima del peso
derivante da un’analisi qualitativa tramite video di alcuni giocatori top-level. Il diritto di
questi giocatori e’ stato osservato nelle tre tipiche situazioni di gioco ovvero in recupero
laterale verso destra, nel colpo dall’ interno del campo e nel colpo inside-out , dove per
ciascuno e’ stato descritto in particolare se e’ presente un reale trasferimento del peso,
se e’ assente o se il peso viene trasferito solo in fase aerea.
Dai risultati finali abbiamo notato che, in tutte e tre le situazioni di gioco predomina la
fase aerea (46%, 46%,43%), mentre il reale trasferimento del peso con appoggio solido
al terreno occupa una parte rilevante solo nei diritti eseguiti all’interno del campo
(33%); nei diritti con spostamento laterale invece predomina il mancato trasferimento
del peso del corpo (44%).
Le conclusioni finali ci hanno portato a considerare il trasferimento del peso come un
elemento fortemente legato a diversi fattori: struttura morfologica di ogni giocatore, grip
adottato, posizione del campo dalla quale si effettuano i colpi, altezza della palla e
esigenze tattiche e strategiche di ogni giocatore. Nell’osservazione dei video abbiamo
notato che non necessariamente quindi, in un diritto eseguito con potenza, avviene il
passaggio del peso del corpo.
Sono poi stati effettuati alcuni video su giovani under 12; nella comparazione con gli
atleti top-level il gesto tecnico non sembra essere molto diverso mentre si evidenziano
alcune carenze legate alla mancanza di stabilita’, di equilibrio e di forza giustificate
dall’eta’ e dal relativo grado di sviluppo psico-fisico. Da qui abbiamo provato a
suggerire alcuni soluzioni didattiche con relative esercitazioni che prevedono l’utilizzo
di strumenti che secondo noi potrebbero essere utili ad incrementare nel giovane allievo
l’equilibrio e le tecniche per trasferire, non trasferire o colpire in fase aerea in funzione
della situazione tattica.
2
RINGRAZIAMENTI
Un doveroso ringraziamento e’ diretto al nostro tutor, prof. Gennaro Volturo, per la
grande disponibilita’ e pazienza manifestate durante la stesura di questo project.
Si ringrazia anche tutto il corpo docenti per la grande professionalita’ dimostrata
durante tutto il corso.
Desideriamo esprimere il nostro rammarico per la scomparsa prematura del Dott.
Roberto Lombardi.
Al tempo stesso ci congratuliamo con il Dott. Michelangelo Dell’Edera per il nuovo
incarico ottenuto di direttore dell’istituto superiore a cui auguriamo un buon lavoro per
il futuro.
3
SOMMARIO
ABSTRACT………………………………………………………………………… 2
RINGRAZIAMENTI ……………………………………………………………… 3
SOMMARIO……..…………………………………………………………………
4
INTRODUZIONE ……………..…………………………………………..….…...
6
1. ANALISI E DEFINIZIONE DELLA PROBLEMATICA………................. 8
2. ANALISI BIOMECCANICA DEL DIRITTO………………………………
10
2.1 Grip………………………………………………………………................... 10
2.1.1 Caratteristiche del grip…………………………………………………....... 10
2.1.2 Grip utilizzati................................................................................................. 11
FATTORI CRITICI CORRELATI AL GRIP………………………………….. 12
3. PREPARAZIONE……………………………………………………………... 13
3.1 L’importanza del tempo di preparazione…………………………………….
13
3.2 Elementi che caratterizzano la fase di preparazione…………………………
14
3.3 Aspetti biomeccanici legati alla preparazione………………….……………. 21
4. MOVIMENTO A COLPIRE…………………………………...…………….
24
4.1 Elementi che caratterizzano la fase del movimento a colpire….…………….
24
4.2 Aspetti biomeccanici legati alla fase del movimento a colpire...…………….
29
5. IMPATTO…………………………………………………….……………….
31
5.1 Le componenti di spinta del diritto moderno……………..………………….
31
5.2 Lo swing della racchetta……………………………………………………..
33
5.3 Posizione del corpo al momento dell’impatto……………………………….
35
5.4 Aspetti biomeccanici legati alla fase d’impatto……………………………… 41
6. FINALE DEL COLPO………………………………………………………... 43
7. GLI STEP FONDAMENTALI DURANTE LE PRIME FASI
DEL PERCORSO FORMATIVO……………..…………………………….
45
8. ANALISI DESCRITTIVA DEI GIOCATORI …………………………….
50
9. ANALISI DELLE TRE SITUAZIONI DI GIOCO………………………...
55
10. PRESENTAZIONE DEI RISULTATI……………………………………..
56
11. METODOLOGIA…………………………………………………………….
59
11.1 Mezzi tecnici utilizzati…………………………………………………….
60
11.2 Procedure………………………………………………………………….
60
12. CONCLUSIONI………………………………………………………………
62
4
13. SOLUZIONI DIDATTICHE………………………………………………… 70
13.1 Esercitazioni con pedane propriocettive…………………………………… 72
13.2 Esercitazioni con elastici…………………………………………………... 73
13.3 Esercitazioni con traino……………………………………………………. 75
14. BIBLIOGRAFIA……………………………………………………………... 76
5
INTRODUZIONE
Il tennista moderno si ispira ad un modello di gioco costantemente improntato sulla
ricerca del punto ed è un giocatore sempre aggressivo e pronto a cercare soluzioni
tattiche che gli permettano di togliere spazio e tempo all’avversario. Le proposte
didattiche rivolte ai giovani allievi nelle prime fasi del percorso formativo, come del
resto anche gli allenamenti moderni programmati su juniores ed atleti professionisti,
fondano la loro metodologia sul concetto di “pro-attività”, che può essere sviluppata
già a partire dalle fasi del minitennis. Per comandare le azioni di gioco il colpo al
rimbalzo più determinante in campo maschile si è rilevato negli ultimi anni il diritto:
una sempre più oculata osservazione della tecnica, della biomeccanica e dei mezzi di
allenamento alla forza esplosiva hanno reso questo colpo un vero e proprio “smash”
giocato da qualsiasi zona del campo.
Lo scopo di questo Project Work è quello di osservare una componente importante nel
colpo del dritto eseguito da giocatori di alto livello in campo maschile: il trasferimento
del peso del corpo, che secondo noi, visto il carattere spesso vincente del diritto di oggi,
influisce particolarmente nelle scelte tattiche-strategiche del giocatore.
Fondamentalmente il peso del corpo inteso come “parte integrante” della tecnica è
sempre stato importante : rappresenta infatti uno dei primi step didattici a partire dalle
primissime fasi del percorso formativo a cui ogni insegnante esperto deve far
riferimento. Ricordiamo tutti, da bambini, il nostro maestro ripetere con una certa
insistenza frasi tipiche come: “cerca di passare il peso del corpo in avanti!”, oppure
“scarica in avanti!” frutto allora solo di esperienze dirette dal campo, ma che oggi sono
state supportate scientificamente dallo studio approfondito della biomeccanica.
Attraverso questa scienza, di cui si sta occupando da diversi anni l’illustre Prof. Bruce
Elliot, è stato possibile comprendere come reagisce il corpo di un atleta in relazione
all’attrezzo che deve spostare per colpire più efficacemente possibile una pallina da
tennis: si parla cosi andando più nel dettaglio di principi biomeccanici come movimento
e momentum, balance e stances, inertia e concetti che vedremo successivamente avere a
che fare direttamente con il nostro studio.
È cosi anche per molti altri sports, dove, ai fini del corretto gesto tecnico, è importante
che il trasferimento del peso del corpo sia sfruttato.
Pensiamo ad un calcio di punizione: se il calciatore rimane sbilanciato all’indietro, il
pallone si alza troppo e il tiro non sarà efficace. Oppure pensiamo a quanto sia
6
importante il trasferimento del peso del corpo in un giavellottista o in un lanciatore del
peso; o in quelli sport dove occorre un grandissimo equilibrio, come lo sci, il surf o il
windsurf e dove è fondamentale un trasferimento del corpo da un arto all’altro nel
momento in cui si deve fare una scelta tecnico-tattica tipo una virata.
7
1. ANALISI E DEFINIZIONE DELLA PROBLEMATICA
Nella nostra ricerca vorremmo, partendo da un’attenta analisi biomeccanica del diritto,
in precedenza già affrontata dai tecnici nazionali Canevarolo e Dorigotti, evidenziare
mediante un’analisi qualitativa di diversi video in che modo alcuni giocatori top-level
in campo maschile riescano in tempi rapidissimi e con la massima perfezione a sfruttare
il loro peso del corpo, comparandoli poi con i nostri migliori italiani. Successivamente
prenderemo in esame alcuni juniores under 12 di buon livello presenti nel nostro club
per verificare se, pur con minor forza e incisività, siano in possesso di un modello
funzionale del gesto tecnico e del trasferimento del peso del corpo simile a quello dei
campioni.
La curiosità di scoprire, se mai fosse possibile, se il peso del corpo sia effettivamente
rilevante in ogni situazione di gioco e venga sfruttato dagli atleti con diverse modalità in
base al tipo di grip utilizzato, alla stance adottata, alla struttura fisica di ciascun
giocatore, alla quantità di moto lineare e angolare prodotta e al tipo di scelta tecnicotattica del momento, ci ha spinto verso questa ricerca.
Sorgono spontanee alcune domande legittime che possono avere una risposta soltanto
dopo un meticoloso studio osservativo del dritto di alcuni campioni:
•
è sempre giusto passare il peso del corpo avanti?
•
In che modo si trasferisce il peso quando si cerca il punto?
•
È lo stesso modo di quando si difende?
•
Chi adotta un grip eastern esegue il trasferimento con le stesse modalità di chi
ha una presa western?
•
E chi gioca con una stance aperta rispetto a chi ha una stance neutral?
•
Le differenze con juniores di buon livello sono significative o il giovane tende
già ad avere determinati parametri che risultano coerenti con il modello di
prestazione?
Proveremo a rispondere a tutte queste domande prendendo a campione sei atleti toplevel con caratteristiche tecnico-tattiche differenti, ne analizzeremo per ciascuno le
principali caratteristiche del diritto, comparandoli poi con due atleti italiani, Seppi e
Volandri, e verificando se la funzionalità e l’efficacia del colpo sia più o meno la stessa.
8
Verranno successivamente presi a campione 2 allievi promettenti di sesso maschile
presenti nel nostro club di categoria under 12: in che cosa differisce il loro diritto?
Consapevoli del fatto che le differenze potranno essere in parte giustificate dall’età e dal
relativo grado di sviluppo psico-fisico e agonistico, siamo però fiduciosi che la
comparazione possa mettere in risalto lo stesso modello di prestazione .
Abbiamo notato che in alcuni project relativi alla biomeccanica di vari colpi si utilizza il
protocollo di comparazione “closed skill”, considerato da una parte accettabile per
uniformare il colpo di ogni campione con stesse regole e tempi, ma dall’altra un fattore
limitante perché non fornisce dati assoluti, in quanto il gioco del tennis è da considerarsi
una disciplina “open-skill”. Così, per osservare meglio le differenze che esistono tra
diversi diritti in diverse situazioni di gioco, la nostra raccolta, composta da filmati e
fotogrammi, si basa soprattutto su azioni di gioco reali, su riprese in situazione “openskill” proprio per analizzare le differenze di come un giocatore sia costretto a utilizzare
differenti strategie di trasferimento del peso del corpo.
A conclusione dello studio effettuato vorremmo proporre una serie di esercitazioni
didattiche a nostro avviso interessanti, facilmente applicabili ai ragazzi under 12-14,
augurandoci che tali proposte possano essere utilizzate anche da altri colleghi e dalla
nostra federazione per atleti più competitivi.
9
2. ANALISI BIOMECCANICA DEL DIRITTO
Se il servizio è il colpo più importante nel gioco del tennis, il diritto attualmente si può
considerare come il colpo che ha avuto la maggior evoluzione nel tempo.
Con la modifica delle racchette divenute sempre più leggere, il sweet-spot aumentato e
le corde di nuova generazione che si stanno dimostrando sempre più resistenti e al
tempo stesso potenti, è aumentato notevolmente il controllo della palla a velocità
sempre più elevate; il diritto è un colpo cruciale per giocatori di tutte le età e livelli di
abilità: i neofiti hanno come obiettivo quello di trovare una certa consistenza mentre i
giocatori più abili hanno lo scopo di colpire con più precisione e forza per direzionare la
palla in un punto specifico del campo.
2.1 GRIP
2.1.1 Caratteristiche del grip
Durante il colpo del diritto, se parliamo di impatti che riguardano il sweet-spot, ricerche
hanno evidenziato che la pressione del grip non presenta un problema. La cosa invece è
differente quando si parla di impatti decentrati.
Infatti una recente ricerca di Bruce Elliot ha rilevato che un aumento significativo della
velocità della palla è accompagnato da un aumento di pressione dell’impugnatura in
quei colpi che non prendono la palla bene nel centro della racchetta. La pressione
esercitata sul grip varia attraverso lo swing e diventa più consistente entro 100 ms dal
momento dell’impatto. Anche la pressione esercitata ha una certa correlazione con il
tipo di grip usato: spesso i coach insistono con i loro giocatori a ridurne la pressione
durante la fase di preparazione fino al momento dell’impatto, dove invece diventa
necessario fare più pressione per avere un grip più fermo. Questo cambio di pressione è
comunque inconscio.
10
2.1.2 Grip utilizzati
Giocatori professionisti, esperti e junior agonisti adottano principalmente tre categorie
di grip nel colpo del diritto:
eastern
semi-western
western
Il grip adottato differenzia tantissimo la tecnica di ogni campione:
ad esempio le scelte tecnico-tattiche di Federer sono correlate al suo grip eastern :
Foto Federer 2.1.a
Blake e Tsonga utilizzano un grip semi-western:
Foto Blake 2.1.b
Foto Tsonga 2.1.c
Djokovic, Volandri, Nadal e la maggior parte dei giocatori professionisti adottano un
grip western:
Foto Djokovic 2.1.e
Foto Volandri 2.1.f
Foto Nadal 2.1.g
11
FATTORI CRITICI CORRELATI AL GRIP
Grip Eastern
Grip Semiwestern
Grip Western
Punto Ideale d’impatto: Altezza
si colpisce su un piano
L’impatto sarà su un
L’impatto sarà su un
Si considera il punto ideale che
meno elevato che sarà
piano mediamente
piano molto elevato, più
coincide con il piano tra spalle e
più o meno all’altezza
elevato, più o meno
o meno all’altezza della
del fianco.
tra il fianco e la spalla.
spalla.
il braccio tende ad
il braccio è abbastanza
il braccio è molto
Viene preso come punto di
essere più disteso e ad
vicino al corpo e il
vicino al corpo e il
riferimento
allontanarsi dal corpo.
punto d’impatto è
punto d’impatto è ben
la distanza tra l’impatto e il piede
Il punto d’impatto è in
leggermente più
davanti al piede
linea con il piede
avanti del piede
anteriore. *
anteriore
anteriore.
Viene calcolato considerando la
viene raggiunto un
viene raggiunto un
viene raggiunto un
posizione del tronco al termine della
grado di rotazione del
grado di rotazione del
grado di rotazione del
preparazione (fase attiva) fino al
tronco di circa 90°
tronco di circa 180°
tronco di circa 240°
Viene calcolato misurando l’angolo
viene raggiunto un
viene raggiunto un
viene raggiunto un
che compie la testa della racchetta
angolo di circa 120°
angolo di circa 180°
angolo di circa 240°
Per angolazione si intende come è
faccia della racchetta
faccia della racchetta
faccia della racchetta
rivolto il piatto corde o faccia della
perpendicolare al
obliqua rispetto al
parallela al suolo
racchetta rispetto alla superficie di
suolo
suolo
fianchi
Punto Ideale d’impatto: Distanza
anteriore
Grado di rotazione del tronco
finale della racchetta (fase passiva).
Grado di rotazione interna del
braccio
appena 5 ms prima dell’impatto con la
palla fino al finale del colpo.
Angolazione della racchetta
gioco durante il movimento a colpire.
* Nadal e Verdasco sono tra i pochi giocatori che fanno eccezione a queste
caratteristiche perchè utilizzano entrambi delle prese western ma colpiscono ugualmente
con il braccio disteso:
Foto Nadal 2.1.h
Foto Verdasco 2.1.i
12
3. PREPARAZIONE
3.1 L’importanza del tempo di preparazione
Gli studi ci riferiscono che giocatori di alto livello giocano circa il 70% dei colpi
utilizzando movimenti laterali minori di 3 o 4 metri.
Il numero di colpi giocati sotto pressione è leggermente più alto sui campi in duro (circa
il 45%) dove in genere abbiamo meno di un secondo per preparare il colpo. Su quelli in
terra la percentuale è un po’ più bassa (circa il 35%).
Un’altra statistica molto importante ci dice che il 30% dell’energia che noi possiamo
produrre deriva dalla velocità della palla in arrivo: quindi possiamo dedurre che
l’applicazione della forza è strettamente legata alla superficie. Su una superficie lenta al
momento dell’impatto la palla tende a rallentare, quindi avremo bisogno di più forza. Il
dritto di un tennista costruito su una superficie veloce avrà una tecnica particolare:
necessiterà di meno forza, utilizzando componenti di spinta derivate dalla superficie. Se
volessimo modificare il tennis di un giocatore sarebbe molto più semplice adattarlo dal
lento al veloce che non il contrario.
Per avere un tempo di preparazione perfetto è necessario prima di effettuare un diritto
eseguire uno split-step e una ricerca rapida dei piedi verso la distanza ideale della palla;
le gambe poi formano la base per la successiva rotazione del tronco per raggiungere
un’ottimale velocità della racchetta all’impatto.
L’energia del colpo che parte dalle gambe deve poi essere trasmessa attraverso il tronco,
verso le anche e le spalle, dopodiché la spalla trasferirà durante il colpo energia effettiva
verso il braccio e la racchetta.
13
3.2 Gli elementi che caratterizzano la fase di preparazione sono i seguenti:
Azione dell’arto sinistro (unit-turn)
Azione della “gamba di carico”
Le stances
Rotazione delle anche e spalle(angolo di separazione)
Movimento della testa della racchetta
Altezza raggiunta dalla racchetta
Continuità della testa della racchetta
Azione dell’arto sinistro (unit-turn):
Per unit-turn s’intende l’azione unita tra tronco e braccio-racchetta.
L’azione dell’arto sinistro (per Nadal nelle foto s’intende il destro) risulta
duplice durante la fase di preparazione: nella prima fase di preparazione arretra
permettendo un corretto timing esecutivo e favorendo una maggiore rotazione
del tronco, mentre nella seconda fase si dispone progressivamente in avanti
svolgendo una funzione d’equilibrio. Se la mano sinistra continuasse a
rimanere ancorata al cuore della racchetta troppo a lungo avremmo il peso del
corpo distribuito sulla gamba destra per troppo tempo trovando difficoltà a
trovare un equilibrio ottimale.
1°fase unit-turn
Foto Nadal 3.2.a
2°fase unit-turn
Foto Nadal 3.2.b
14
Azione della “gamba di carico”
L’azione delle gambe è importantissima nel ricercare e determinare la stance
corretta. La “gamba di carico” (destra per i giocatori destri), è la gamba
posteriore che raccoglie tutto il peso del corpo. Raggiunge un angolo piuttosto
marcato di circa 110° ± 10° chiamato angolo propriocettivo di spinta:
Foto Nadal 3.2.c
Le stances:
Il piazzamento dei piedi rispetto all’arrivo della palla al termine della fase di
preparazione determina la stance. Le stances prese in considerazione sono tre:
o square/neutral
o semi-open
o open
È importante sottolineare che per un tennista evoluto non c’è nessuna
differenza di velocità a prescindere dal posizionarsi in neutral o in open stance:
il tennista sceglie in base alla tattica.
15
Square/neutral stance:
Nella square o neutral stance i piedi sono abbastanza in linea con la direzione
del colpo, e
le anche, al termine della fase di preparazione, si trovano
perfettamente allineate dalla parte destra (parte sinistra per il giocatore mancino
nella foto) :
Foto Giannessi 3.2.d
Foto Giannessi 3.2.
Foto Giannessi 3.2.f
La neutral stance è molto vantaggiosa perché permette di avere una doppia
componente di spinta: viene sfruttata appieno la spinta lineare e quella angolare
che si sviluppa pochi millisecondi prima dell’impatto.
Semi-open stance:
La posizione dei piedi si trova tra la neutral e la open stance:
Foto Ferrero 3.2.g
16
Open stance:
La posizione dei piedi è parallela alla base e le anche parallele alla rete:
Foto Berdych 3.2.h
Anche la stance adottata dai giocatori ha una certa correlazione con il grip
utilizzato. In genere ad una square stance corrisponde un grip eastern con un
approccio più lineare per lo sviluppo del colpo, mentre ad un open stance
corrisponde un grip western dove sarà rilevante un’accentuata rotazione del
tronco.
Rotazione delle spalle e delle anche (angolo di separazione)
È particolarmente importante l’angolo di separazione formato tra la rotazione
del tronco (circa 110°) e la rotazione delle anche (circa 90°). Possiamo notare
come l’angolo di rotazione delle spalle è piuttosto marcato e supera di circa 20°
la rotazione delle anche. Ciò favorisce un accumulo di energia elastica che
rappresenta una componente di spinta e un principio importante a livello
biomeccanico.
La formazione di questi angoli di separazione è legata molto alla situazione
tattica di ogni giocatore.
17
Per esempio è facile osservare come Murray rispetto a Nadal o a Ferrer crei
degli angoli di separazione molto più pronunciati:
Foto Murray 3.2.i
Foto Ferrer 3.2.l
Foto Nadal 3.2.m
Movimento della testa della racchetta
È fondamentale che la preparazione sia piuttosto ampia; di solito la
preparazione ideale è circolare con la testa della racchetta che supera l’altezza
delle spalle o semicircolare quando si mantiene in linea con l’altezza della
spalle.
Altezza raggiunta dalla racchetta
Per H.R.P. (Highest Racket Point ) s’intende il punto più alto che raggiunge la
testa della racchetta al termine della prima fase di preparazione. È un punto
piuttosto variabile che cambia al variare della tecnica del tennista.
18
ad esempio l’H.R.P. raggiunto da Gulbis risulta di circa 20 cm più in alto
rispetto a molti altri giocatori:
Foto Gulbis 3.2.n
Mentre l’H.R.P. di Murray, Federer e Seppi risultano essere nella media,
con la testa della racchetta che raggiunge pressappoco l’altezza della testa:
Foto Murray 3.2.o
Foto Federer 3.2.p
Foto Seppi 3.2.q
19
Ferrer invece presenta un H.R.P. molto meno marcato rispetto alla media:
Foto Ferrer 3.2.r
Da osservare è che un movimento troppo ampio in termini di altezza può
ridurre la precisione temporale (timing).
Continuità della testa della racchetta
È fondamentale che il movimento di preparazione sia continuo anche se,
interrompendo per una frazione di secondo il movimento della racchetta nel
punto più alto, non necessariamente si verificherebbe una perdita di energia. Al
contrario, se ci fosse un’interruzione della testa della racchetta durante la
successiva fase di caduta verticale, si noterebbe una effettiva perdita di energia
accumulata.
20
3.3 Aspetti biomeccanici legati alla preparazione
Quattro sono i principi biomeccanici che intervengono durante la fase di preparazione
del diritto:
o
balance
o
opposite force
o
elastic energy
o
increase the distance of the racket.
Balance
Nella fase di preparazione è molto importante analizzare l’equilibrio legato
alle diverse stance.
Nella neutral stance si evidenzia un equilibrio ottimale, dove la linea di
gravità cade perfettamente al centro della base d’appoggio (Canevarolo e
Dorigotti PW 2009):
Foto Federer 3.3 a
21
Nella semi-open stance troviamo un discreto equilibrio, dove la linea di
gravità cade quasi al centro della base d’appoggio:
Foto Seppi 3.3.b
Nella open stance trovare un buon equilibrio è molto più difficile e quindi
consigliato in fasi più avanzate del percorso formativo perché la linea di
gravità cade vicino al piede posteriore:
Foto Gulbis 3.3.c
22
Opposite force:
Rappresenta l’angolo propriocettivo di spinta (circa 110° ± 10°) formato
dalla gamba posteriore (gamba di carico) che raccoglie tutto il peso del
corpo per poi spingere successivamente:
Foto Nadal 3.3.d
Elastic energy:
L’energia elastica viene accumulata grazie all’angolo di separazione (circa
20°) che si forma tra la maggior rotazione delle spalle (110° ± 10°) rispetto
a quella delle anche (90°). Questa differenza di angolo è di circa 20°.
Increase the distance of the racket
Una buona rotazione del tronco unita alla formazione di un soddisfacente
angolo di separazione favorisce un maggiore allontanamento della racchetta
dalla pallina. La distanza del gomito dal corpo testimonia questo fatto.
23
4. MOVIMENTO A COLPIRE:
4.1 Elementi che caratterizzano la fase di movimento a colpire
caduta verticale della testa della racchetta
azione della gamba destra (sinistra per i mancini)
azione del tronco
azione dell’arto sinistro
posizione di leva (leverage position)
azione di trascinamento
trasferimento del peso del corpo
Caduta verticale della testa della racchetta
La testa della racchetta cade verticalmente determinando il punto più distante
dal tronco F.R.P. (Furthest Racket Point). Questa maggiore distanza è
giustificata anche dal fatto che il polso, nella caduta verticale della racchetta
raggiunge una condizione di iperestensione. L’iperestensione del polso è
finalizzata poi a far intervenire il polso come componente di spinta.
Foto Nadal 4.1.a
24
Azione della gamba destra (per giocatori destri)
La gamba destra, o sinistra nel caso di Nadal, prendendo energia dal terreno,
comincia ad estendersi assieme all’anca sfruttando cosi il famoso principio
biomeccanico di azione-reazione:
Foto Nadal 4.1.b
Foto Nadal 4.1.c
Foto Nadal 4.1.d
Azione del tronco
Nel momento in cui l’anca si estende contemporaneamente il tronco ruota:
Foto Nadal 4.1.e
25
Azione arto sinistro (destro per i giocatori mancini)
Durante il movimento a colpire, l’arto sinistro (destro per Nadal) si raccoglie
progressivamente in avanti avvicinandosi al tronco per favorire una maggiore
rotazione.
Garantisce un buon equilibrio e facilita una corretta rotazione del tronco
riducendo il momento d’inerzia:
Foto Nadal 4.1.f
Foto Nadal 4.1.g
Foto Nadal 4.1.h
Posizione di leva (leverage position)
S’intende l’angolo ottimale che il polso e l’avambraccio devono assumere
durante il movimento a colpire. La posizione di leva ottimale è giustificata
dalla determinazione dei due angoli: un angolo ottimale di spinta tra braccio e
avambraccio di circa 100° e un angolo tra avambraccio e polso che serve per
accumulare energia elastica e soprattutto per sfruttare la flessione ulnare del
polso al momento dell’impatto. L’angolo che si forma tra braccio e
avambraccio con il gomito piuttosto inerente al fianco, invece serve per ridurre
il momento d’inerzia cioè ha la funzione di far ruotare più velocemente il
braccio racchetta . Quindi più la leva è corta più è facile far ruotare il braccio
racchetta:
Foto Nadal 4.1.i
26
Azione di trascinamento
Si parla di “azione di trascinamento” quando il tronco ruota e trascina il
braccio. In questa fase del movimento la parte del corpo, che è ancora carica in
termini muscolari, è la parte dei rotatori interni che poi interverranno al
momento dell’impatto per generare energia. Quindi questa rotazione in avanti
del tronco serve per creare energia con il tronco ma anche per accumulare
energia nella parte della spalla che sarà fondamentale per generare la massima
velocità al momento dell’impatto.
Foto Nadal 4.1.l
Foto Nadal 4.1.m
Foto Nadal 4.1.n
Non tutti però fanno così: è possibile produrre energia anche con la tipica
tecnica di abduzione utilizzata da Federer, cioè la tendenza ad allontanare il
braccio dal corpo diminuendo la velocità angolare e aumentando la velocità
lineare:
Foto Federer 4.1.o
27
Trasferimento del peso del corpo nella fase del movimento a colpire
Durante questa fase il trasferimento del peso è rilevante solo se si parla di un
diritto eseguito in neutral stance. Già in fase di accelerazione si comincia a
produrre una certa quantità di momentum lineare ottenuto dalla somma tra il
peso del corpo per la velocità lineare ( per peso del corpo ci riferiamo al tronco,
cioè la parte del corpo che possiede più massa). Questa produzione di energia si
identifica con il passaggio dalla gamba posteriore (destra per i destri) verso la
gamba anteriore che terminerà poi in fase d’impatto con la palla. Quando
invece un diritto viene eseguito in open stance, in fase di accelerazione
la
produzione di momentum lineare è quasi assente e non può essere trasferito il
peso dalla gamba posteriore a quella anteriore altrimenti si verificherebbe una
perdita di equilibrio.
In fase di movimento a colpire, nelle azioni che richiedono pochissimo tempo a
disposizione, alcuni giocatori potrebbero però adottare una strategia di
controllo, escludendo i segmenti corporei piu’ grandi che richiederebbero piu’
tempo a disposizione (come il tronco), e utilizzandone soltanto
pochi
(avambraccio).
Nadal e’ un classico esempio di come si dovrebbe gestire al meglio la strategia
di controllo; riesce a rimanere sulla gamba sinistra (di carico) durante tutto il
movimento a colpire, all’impatto e nel finale, congelando tutti i grandi
segmenti corporei, e solo con l’utilizzo dell’avambraccio produce al tempo
stesso molta spinta verticale e grande profondita’ di palla:
Foto Nadal 4.1.p
28
4.2 Aspetti biomeccanici legati alla fase del movimento a colpire
Cinque sono i principi biomeccanici che intervengono nella fase del movimento a
colpire:
o inertia
o azione/reazione
o momentum
o coordination chain
o number of segments.
Inertia
Si riferisce all’azione del braccio sinistro che, ritraendosi progressivamente
aiuta a ridurre il momento d’inerzia e ad aumentare la rotazione del tronco.
Foto Karlovic 4.2.a
Azione/reazione
Grazie a questo principio le gambe, sfruttando la spinta dal terreno, attivano
la catena cinetica, facendo estendere l’anca e contemporaneamente ruotare
il tronco.
29
Momentum
Quando il tronco comincia a ruotare, produce una certa quantità di moto o
momentum angolare. Esso si sviluppa sulla verticale obliqua che va dal
gluteo destro alla spalla sinistra (per i destrorsi), provocando la distensione
dei rotatori interni della spalla destra e permettendo l’accelerazione del
braccio-racchetta.
Coordination chain
La coordination chain viene “messa in moto” dalla spinta delle gambe che
rappresenta il primo anello della catena cinetica, alla base di ogni
movimento completo.
Number of segments
Si riferisce ad un approccio di tipo multi-segmentato cioè dove
intervengono tutti i segmenti corporei all’azione di spinta.
Foto Nadal 4.2.b
Foto Nadal 4.2.c
Foto Nadal 4.2.d
30
5. IMPATTO
Per quanto riguarda la fase d’impatto abbiamo preso in considerazione i seguenti
elementi:
5.1 Le componenti di spinta diritto moderno:
I. Movimento in avanti del braccio o flessione orizzontale della spalla:
È una componente di spinta rilevante del diritto moderno che contribuisce a produrre
energia nella misura del 25% circa. Consiste in un movimento lineare del braccio che
prosegue rettilineo anzichè ruotare. Durante l’impatto o nel finale, si viene a formare un
angolo di abduzione della spalla (angolo formato tra tronco e braccio) ; maggiore sarà
l’angolo, maggiore sarà l’entità della spinta in avanti. Da un punto di vista tattico il
movimento lineare è consigliabile per togliere tempo all’avversario e di solito si adotta
per giocare angolazioni lungo linea.
II. Rotazione interna del braccio attorno alla spalla:
Il 35% circa dell’energia prodotta è data dalla rotazione interna del braccio attorno alla
spalla: questa percentuale è stata calcolata per i diritti con traiettorie diagonali e insideout.
La rotazione interna si lega alla situazione tattica: a prescindere dal grip utilizzato, è
stato evidenziato come la rotazione interna sia molto presente nei colpi con traiettorie
diagonali e quasi assente nei lungo linea. Mentre nel lungo linea è utilizzata di più la
flessione orizzontale della spalla come componente di spinta perchè è richiesto un
tempo minore per togliere spazio all’avversario, nel diagonale si presta di più ad essere
adottata la rotazione interna avendo un tempo maggiore a disposizione. Il tempo è
maggiore per due motivi: il primo è che per una traiettoria diagonale troviamo presente
la somma delle due componenti di spinta: flessione orizzontale della spalla e rotazione
interna del braccio, il secondo perchè con la rotazione interna si crea più spin e di
conseguenza si allungano i tempi.
31
III . La pronazione dell’avambraccio
È una componente di spinta minima , quasi nulla . È una conseguenza diretta del lavoro
compiuto dalla spalla: qualora vi fosse presente un’ accentuata rotazione interna,
l’avambraccio pronerebbe automaticamente attorno al gomito e sarebbe cosi tagliato
fuori il lavoro della spalla con conseguente perdita d’efficacia del colpo.
IV. Flessione della mano:
È una componente di energia del 15% circa, purchè si tratti di un movimento di
flessione ulnare anzichè di flessione radiale.
Flessione radiale: il polso si muove da dietro verso avanti durante il
movimento a colpire: sarebbe un errore.
Flessione ulnare: il polso si muove dal basso verso l’alto durante il
movimento a colpire; non è un errore ma è una componente di spinta
valida anche per produrre rotazione in topspin.
Per riconoscere una buona rotazione interna è necessario presentare il gomito dopo
l’impatto nella direzione della rete. Una scarsa o assente rotazione interna si può
riconoscere dal gomito che dopo l’impatto è rivolto verso il basso:
Foto Federer 5.1.a
32
5.2 Lo swing della rachetta:
Il tipo di swing viene costantemente adattato dai giocatori che cercano più potenza e
direzione della palla .
Traiettoria della racchetta sul piano trasversale
Nello scegliere il tipo di traiettoria dello swing, il giocatore moderno focalizza la sua
attenzione nell’appiattire l’arco dello swing: cioè cerca di “colpire attraverso la
palla” puntando il gomito dopo l’impatto verso la direzione stessa della palla.
Questa manovra si ottiene estendendo l’azione dell’avambraccio che qualora
raggiunga una buona estensione, tra braccio e tronco si dovrebbe formare un angolo
di abduzione > 90°. Nel caso invece di una scarsa estensione si acquisterà un
vantaggio in termini di spinta verticale e l’angolo di abduzione sarà < 90°:
Foto Nadal 5.2.b
Traiettoria della racchetta sul piano verticale
In genere ogni giocatore colpisce il diritto con una traiettoria dal basso verso l’alto,
facendo il movimento a un angolo più basso ma subito prima dell’impatto cerca di
aumentare la spinta verticale. L’angolo che si viene a formare tra la traiettoria della
testa della racchetta ed il terreno varia al variare della situazione tecnico-tattica:
33
o Nei colpi piatti : in genere si raggiungono circa 20°
o Nei colpi in top-spin in genere si raggiungono circa 40°
o Nei colpi in top-spin lob si possono raggiungere addirittura angoli di 70°
Ad esempio Nadal con il suo swing in top spin crea un angolo di 45° al preimpatto che
poi diventa di 60° durante l’impatto :
Foto Nadal 5.2.c
Foto Nadal 5.2.d
Qualora la traiettoria della testa della racchetta superasse anche i 60°, certamente non
sarebbe più possibile sviluppare movimento lineare ma si parlerebbe soltanto di spinta
verticale con conseguente perdita di pesantezza di palla:
Foto Nadal 5.2.e
34
5.3 Posizione del corpo al momento dell’impatto
È stato stabilito che al momento dell’impatto dobbiamo prendere in considerazione i
seguenti aspetti:
Stabilità della testa
Rotazione del tronco
Angolo del gomito
Altezza al momento dell’impatto
L’angolo della faccia della racchetta
La velocità della racchetta
L’angolo del polso
Trasferimento del peso del corpo nella fase d’impatto
Stabilità della testa:
La testa deve essere perfettamente allineata alla zona d’impatto. Lo
confermano sia Federer che Nadal che durante l’impatto e nel finale del
colpo mantengono la testa ben ferma . Se lo sguardo si modificasse qualche
millisecondo prima dell’impatto si potrebbe verificare una perdita
d’equilibrio e velocità della palla.
Foto Federer e Nadal a confronto 5.3.a
Questo aspetto è particolarmente importante nelle prime fasi del percorso
formativo dove mantenere ferma la testa all’impatto non risulta molto facile
nei bambini poiché la testa pesa più degli arti .
35
Rotazione del tronco:
È importante osservare come il tronco dei campioni al momento
dell’impatto ruoti in anticipo rispetto al braccio-racchetta.
Dall’immagine si può facilmente osservare come nel sequencing di Federer
il tronco ruoti prima del braccio-racchetta:
Foto Federer 5.3.b
Foto Federer 5.3 c
Oltre a questa caratteristica Federer, al momento dell’impatto, presenta le
anche oblique e non parallele rispetto alla rete, sviluppando una minor
rotazione del tronco anche perché esegue il diritto a braccio disteso:
Foto Federer 5.3.d
Foto Federer 5.3.e
36
L’Angolo del gomito:
È l’angolo formato tra braccio e avambraccio ed è variabile al variare del
grip: per un grip eastern l’angolo è decisamente maggiore, e può
raggiungere al massimo circa 130°, per un grip più spostato verso la semiwestern o la western l’angolo minimo sarà più o meno di 100° .
Foto Baghdatis grip eastern 5.3.f
Foto Ferrer grip semiwestern 5.3.g
Foto Gulbis grip full-western 5.3.h
37
Alcuni giocatori fanno eccezione a questi parametri: Nadal , anche se adotta
una presa western esegue il colpo con il braccio disteso e quindi non forma
angolo tra braccio e avambraccio:
Foto Nadal grip western 5.3.i
Federer, con la sua presa eastern , riesce a superare di gran lunga il limite di
130°, perdendo per la maggior parte dei suoi impatti l’angolo tra braccio e
avambraccio:
Foto Federer grip eastern 5.3.l
38
Altezza all’impatto:
Anche quest’aspetto è correlato al tipo di grip utilizzato: secondo un
calcolo di Elliot, solitamente la palla viene colpita 4 cm sotto il fianco se si
tratta di una presa eastern, 6 cm sopra il fianco se si tratta di una presa
semi-western, 10 cm sopra il fianco se la presa è western.
Angolo della faccia della racchetta:
La testa della racchetta, al momento dell’impatto, tende a mantenersi
verticale rispetto al terreno, piuttosto qualche grado inclinata verso il basso
ma mai verso l’alto. Generalmente la racchetta raggiunge un angolo di circa
85-90%. Anche chi esegue un diritto con tanta rotazione in top-spin non
avrà mai un’inclinazione esasperata, lo spin viene generato sempre con la
faccia della racchetta verticale al terreno. Se il giocatore cercasse di creare
spin con il piatto corde rivolto verso il basso, sarebbe costretto a muovere il
polso in avanti facendo un errore (flessione radiale), mentre mantenendo la
testa della racchetta verticale al terreno, il polso svolgerà correttamente la
sua funzione di componente di spinta muovendosi dal basso verso l’alto
per generare spin (flessione ulnare).
velocità della racchetta:
È importante parlare di direzione della velocità della racchetta come
componente di spinta oltre alle già enunciate flessione orizzontale della
spalla, rotazione interna del braccio, pronazione dell’avambraccio e
flessione della mano :
La velocità può essere lineare e associata ad un movimento rettilineo
La velocità può anche essere angolare e associata ad un movimento
curvilineo
Solitamente il movimento curvilineo si sviluppa in corrispondenza del
movimento verticale della testa della racchetta cioè quando la racchetta in
prossimità
dell’impatto
si
muove
dal
basso
verso
l’alto
e
contemporaneamente tende a descrivere una curva.
39
angolo del polso:
È spesso variabile da giocatore a giocatore ma generalmente al momento
dell’impatto è sempre in iperestensione. Qualora un tennista modificasse
l’angolo del suo polso durante l’impatto, perderebbe velocità a meno che
non volesse eseguire un’angolazione stretta.
trasferimento del peso del corpo nella fase d’impatto
Come abbiamo detto riguardo al trasferimento del peso nella fase di
accelerazione, riguardo ai diritti giocati in neutral stance, il passaggio dalla
gamba posteriore verso quella anteriore si concretizza durante la fase
d’impatto, sviluppando una buona quantità di moto lineare in presenza di
maggior equilibrio e forza a disposizione.
Per quanto riguarda i diritti giocati in semi-open e in open stance notiamo
che ogni giocatore sceglie di trasferire o meno il proprio peso del corpo in
funzione della situazione tattica; ciò verrà descritto più dettagliatamente nei
prossimi capitoli, analizzando i nostri giocatori nei momenti più importanti.
In generale nella maggior parte dei casi è osservabile che all’impatto (o
anche un po’ prima dell’impatto) predomina la cosiddetta “fase aerea”
soprattutto se il giocatore in quel momento deve fare una scelta di tipo
offensivo trovandosi con i piedi vicino o addirittura dentro la riga. Per la
verità il giocatore che colpisce in fase aerea deve fare attenzione a rispettare
una tempistica esecutiva perfetta con la rotazione del tronco già effettuata
in precedenza sfruttando almeno un appoggio altrimenti non avrebbe un
fulcro su cui poter ruotare:
Foto Ferrer 5.3.m
Foto Volandri 5.3.n
Foto Murray 5.3.o
40
Altre volte, soprattutto nei recuperi laterali e su scelte finalizzate a giocare
palle con spin accentuato, la maggior parte dei giocatori rimane sulla
“gamba di carico” anche durante l’impatto:
Foto Federer 5.3.p
Foto Gulbis 5.3.q
Foto Murray 5.3.r
5.4 Aspetti biomeccanici legati alla fase d’impatto
Tre sono i principi biomeccanici che intervengono durante la fase d’impatto:
o Inertia
o Heaviness of stroke (pesantezza di palla)
o Arm moviment (movimento dell’arto)
Inertia
Durante il movimento in avanti il braccio sinistro si ritrae progressivamente
e aiuta il tronco a ruotare con fluidità riducendo il momento d’inerzia.
Heaviness of stroke (pesantezza di palla)
Con un giusto mix di spinte tra il piano orizzontale (flessione orizzontale
della spalla) e il piano verticale (rotazione interna del braccio attorno alla
spalla) si ottiene la pesantezza di palla desiderata ( heavyness of stroke )
ovvero “speed & spin”.
41
Arm movement (movimento dell’arto)
È un principio che si riferisce ai segmenti del braccio che colpisce la palla.
Consiste in due fasi:
flessione
La flessione viene effettuata prima dell’impatto e mantenuta durante
l’impatto stesso
estensione
L’estensione avviene subito dopo, per aumentare la spinta orizzontale.
42
6. FINALE DEL COLPO
Abduzione della spalla
Il finale del colpo termina con l’abduzione della spalla ovvero l’angolo che si crea tra il
braccio e il tronco. Per essere corretto ed evidenziare l’entità della spinta deve essere
almeno di 90°:
Foto Volandri 6.a
Alcuni tecnici mettono in risalto i seguenti angoli che si vengono a formare nel finale
del colpo:
a) 90°tra braccio e tronco
b) 90°tra braccio e avambraccio
c) 90°angolo del polso
Foto Federer 6.b
tuttavia l’angolo del polso è estremamente variabile al variare del grip e della
situazione tattica.
43
Trasferimento del peso del corpo nel finale
Come abbiamo detto, nel finale è rilevante il passaggio dalla gamba posteriore verso
quella anteriore solo se prendiamo in considerazione un diritto eseguito in open-stance,
dove nella maggior parte dei casi, la gamba anteriore (sinistra per i destri) è pronta a
farsi carico di tutto il peso del corpo del giocatore che colpendo con estrema dinamicità,
dapprima carica notevolmente il peso sulla gamba posteriore destra (per i destri) sia in
fase di preparazione che durante il movimento a colpire fino a qualche millisecondo
prima dell’impatto (che spesso viene eseguito in fase aerea), per poi atterrare con molta
esplosività sulla gamba anteriore.
Foto Murray 6.c
Foto Murray 6.d
È comunque osservabile che il trasferimento del peso del corpo è legato non solo alla
stance adottata da ogni giocatore ma anche alle proprie scelte tattiche-strategiche.
Rimandiamo una descrizione più dettagliata relativa ad alcuni giocatori top-level a
partire dai prossimi capitoli.
44
7. GLI STEP FONDAMENTALI DURANTE LE PRIME FASI DEL
PERCORSO FORMATIVO
Alcuni coach tra i migliori al mondo hanno stabilito quali devono essere i passaggi più
importanti per sviluppare un buon diritto a partire da una giovane età: sono stati
evidenziati otto step progressivi:
1. Ritmo
2. Combinazione tra produzione lineare e angolare-“colpire attraverso la palla”
3. Equilibrio (balance)
4. Equilibrio (stabilità della testa)
5. Azione delle gambe e delle anche
6. Rotazione del tronco
7. Rotazione interna del braccio intorno alla spalla
8. Flessione del polso
Ritmo
Un discreto movimento del braccio ed una buona preparazione sono la
testimonianza di un buon ritmo esecutivo da considerare ancora più importante
dell’azione delle gambe e del tronco che verranno prese in considerazione
successivamente.
Combinazione tra produzione lineare e angolare: “colpire attraverso la
palla”
Esistono attualmente due differenti approcci per produrre velocità della
racchetta:
il primo è tipico della scuola sudamericana ed enfatizza spinte utilizzando il
tronco e la rotazione interna in modo da creare subito spin. Probabilmente l’
esasperazione dello spin o comunque le contiune spinte dal basso verso l’alto
45
sono la conseguenza del fatto che in sudamerica i giovani giocano subito in
campi con dimensioni standard.
Il secondo approccio invece è di tipo lineare e tipico della scuola americana
legato soprattutto alla superficie veloce.
In Italia viene proposto un approccio lineare sin dalle prime fasi del percorso
formativo dove si applica il minitennis proprio per favorire spinte orizzontali
visto le misure del campo e della rete. Probabilmente in un secondo momento
risulterà più corretta una giusta combinazione tra questi due sistemi.
Equilibrio (balance)
L’equilibrio è un principio biomeccanico che riveste un’importanza centrale
per raggiungere un controllo e una velocità ottimale. La chiave per sviluppare
un equilibrio ottimale è ricercare la posizione del centro di gravità (C.O.G:
centre of gravity) in relazione alla posizione dei piedi. Durante le prime fasi del
percorso formativo, è consigliabile trovare la linea di gravità al centro della
base d’appoggio (neutral stance) con una stance molto ampia per favorire la
stabilità anche dopo l’impatto. La posizione del centro di gravità deve
mantenersi anche abbastanza bassa per essere più bilanciati e sfruttare il
principio biomeccanico di azione/reazione estendendo ginocchia e anche verso
la palla .
Abbiamo già evidenziato come esistono differenze sostanziali per lo sviluppo
della forza e dell’equilibrio legate alle varie stance applicate. Successivamente
alla prima fase del percorso formativo dove si preferisce una neutral stance per
reperire più facilmente forza ed equilibrio, il giovane giocatore, obbligato a
contrastare palle con traiettorie più veloci, dovrà modificare la posizione del
suo centro di gravità cercando di farlo avvicinare più verso il piede che si trova
in direzione della palla piuttosto che al centro della base d’appoggio (open
stance).
46
Equilibrio (stabilità della testa)
Abbiamo già sottolineato l’importanza di tenere ben fissata la testa al momento
dell’impatto e anche nel finale. Molti giocatori top-level presentano questa
caratteristica. Per avere una garanzia di equilibrio ottimale è importante
rispettare il trinomio: testa-visione-equilibrio.
L’equilibrio della testa è associato a delle specifiche componenti visive che
rientrano nel campo della acuità visiva:
Tre sono le caratteristiche di acuità visiva:
•
fissazione: la capacità di osservare con attenzione un oggetto; è la visione
focale che rappresenta una visione limitata con un angolo di visione di soli
2 o 3 gradi.
•
la capacità di pursuit: è la capacità di inseguire e osservare un oggetto in
avvicinamento.
•
movimenti saccadici: permettono ai nostri occhi di spostare l’attenzione da
un punto all’altro.è possibile guardare contemporaneamente
palla,avversario, spazio vuoto.
Per avere una buona visione della palla è opportuno prendere in considerazione i
seguenti passaggi:
a) prendere un punto di riferimento prima che l’altro giocatore colpisca la palla
(fase di riconoscimento dell’oggetto) e studiare la traiettoria della palla.
b) concentrarsi sulla zona d’impatto
c) rispettare il trinomio testa-visione-equilibrio durante l’impatto e nel finale senza
modificare lo sguardo. Qualora lo sguardo non fosse allineato all’impatto si
tenderebbe a modificare il proprio programma motorio e quindi a esprimere scarsa
velocità. In realtà i giocatori tendono a direzionare il loro sguardo leggermente al di
47
sopra della zona d’impatto. È importante distinguere fra la posizione della testa e lo
sguardo che sono due dimensioni diverse: se osserviamo un dritto di Federer per
esempio notiamo che la posizione della testa e del suo sguardo sono perfettamente
allineati ma all’impatto il suo sguardo rimane rivolto dietro pur mantenendo la
stabilità della testa per tutto il movimento seguente:
Foto Federer 7.a
Azione delle gambe e delle anche
Una volta che il giocatore ha sviluppato ritmo, maggior enfasi sarà posta sul
movimento del corpo. L’anca posteriore risulta una base stabile sulla quale
possiamo costruire la rotazione successiva delle spalle e del tronco.
Rotazione del tronco
La rotazione del tronco deve avere la sua importanza una volta che il giovane
ha sviluppato ritmo con il braccio racchetta ed è iniziata la spinta dall’anca
della gamba posteriore. Il tronco ruota nella fase di preparazione dove si crea
un angolo di separazione tra le spalle e le anche. Questo, nel giovane giocatore
non garantisce inizialmente un incremento della velocità ma crea uno swing
della racchetta che poi con il tempo darà la possibilità di sviluppare controllo e
velocità.
48
Rotazione interna del braccio intorno alla spalla
Questa componente di spinta presente nel dritto moderno è una delle
caratteristiche fondamentali nell’apprendimento dei giovani giocatori e verrà
puntualizzato dal maestro non appena si sono sviluppati ritmo, rotazione
dell’anca e del tronco.
Flessione del polso
È correlata al tipo di grip utilizzato. La maggior parte dei coach consigliano di
non utilizzare molto il polso come componente di spinta per non perdere
velocità e profondità. Tuttavia l’intenzionalità di andare in iperestensione con il
polso durante la fase di preparazione è importante per incrementare la distanza
della racchetta. La flessione si verifica come ultimo anello della catena cinetica
quando la velocità dello swing aumenta per contrastare palle molto basse o per
effettuare angolazioni strette.
Questi otto steps sono tutti importantissimi ma il maestro dovrà cercare di lavorare
con una certa progressività, rispettando i primi steps che hanno importanza centrale
e man mano cercare di sviluppare gli altri.
49
8. ANALISI DESCRITTIVA DEI GIOCATORI
Dopo aver analizzato il diritto
dal punto di vista biomeccanico andiamo ora ad
analizzare filmati riguardanti questo colpo eseguito da diversi giocatori top level
stranieri e italiani.
Di ognuno di loro porremmo attenzione su tre diverse azioni di gioco: diritto offensivo
effettuato all’interno del campo, diritto con spostamento a medio-largo raggio (recupero
laterale) e diritto inside-out (diritto eseguito dalla parte sinistra direzionando la palla
verso la zona sinistra del campo avversario).
Nello specifico i giocatori Ferrer, Gulbis e Murray sono assunti a modello studiandone
e descrivendone il colpo e successivamente i loro comportamenti nelle azioni sopra
elencate. Tutti gli altri giocatori top-level stranieri Federer, Nadal, Tsonga, Seppi e
Volandri per gli italiani, saranno comparati ai precedenti nelle tre azioni di gioco
menzionate per capire come essi le risolvano sia tecnicamente che tatticamente.
L’osservazione parte dal basso con la determinazione della stance e prosegue verso
l’alto considerando aspetti peculiari riguardo alla preparazione, movimento a colpire,
impatto, finale del colpo e ovviamente trasferimento del peso del corpo.
Andy Murray
La prima cosa da sottolineare è il grip del giocatore che è una semi-western. Ne
conseguono anche tutti i fattori critici di cui abbiamo già parlato in precedenza come
il punto ideale d’impatto (altezza e distanza), grado di rotazione del tronco, grado di
rotazione interna del braccio e angolazione della racchetta.
Da una prima osservazione si nota come il peso sia distribuito prevalentemente sulla
gamba destra (open stance); nella fase di preparazione il tronco e il braccioracchetta ruotano come un tutt’uno (unit- turn/azione unita) creando angoli di
separazione piuttosto marcati tra spalle e anche; si nota poi come l’arto sinistro sia
arretrato favorendo una maggior rotazione del tronco e come la preparazione della
testa della racchetta sia circolare (oltre la linea delle spalle). In questo caso la
preparazione è molto compatta con la testa della racchetta che arretra muovendosi
verso l’alto e non verso sinistra. Da sottolineare come aspetti biomeccanici quali
balance, opposite force, elastic energy e increase the distance of the racket siano
presenti nella fase di preparazione del diritto. Con l’inizio del movimento in avanti
il tronco comincia l’azione di trascinamento ma l’arto sinistro, sua precipua
50
particolarità, rimane dietro più a lungo. Quindi il movimento del braccio-racchetta
ha inizio quando l’azione del tronco si sta per esaurire. Per favorire una maggiore
velocità di rotazione del tronco, l’arto sinistro si raccoglie progressivamente. Al fine
di compensare una probabile mancanza di forza degli arti superiori, Murray utilizza
un approccio multi-segmentato in modo differente da altri giocatori creando angoli
di separazione più marcati. Il peso del corpo, fino a un’ attimo prima dell’impatto si
trova ancora sulla gamba posteriore, mentre la gamba sinistra è sollevata da terra;
sono presenti le due maggiori componenti di spinta, una buona flessione orizzontale
della spalla e un’ accentuata rotazione interna del braccio attorno alla spalla.
Viene raggiunta nel finale una discreta estensione dell’avambraccio con la
formazione di un angolo di abduzione non inferiore ai 90° rispettando cosi’
l’appiattimento dell’arco dello swing. Murray presenta la caratteristica di colpire
generalmente in fase aerea rispettando perfettamente la tempistica esecutiva: durante
la preparazione e il movimento a colpire trasferisce il peso sulla gamba destra per
poter ruotare meglio il tronco, ma pochi millisecondi prima dell’impatto si solleva
con entrambe le gambe (per impattare su un piano più elevato) dopodichè, soltanto
nel finale avviene il trasferimento del peso sulla gamba sinistra.
Foto Murray 8.a
Foto Murray 8.b
Foto Murray 8.c
Foto Murray 8.d
Foto Murray 8.e
Foto Murray 8.f
51
Ernests Gulbis
Gulbis è un giocatore in possesso di un diritto molto potente, in grado di raccogliere
“winners” da diverse parti del campo. Adotta un evidente grip full-western e come
Murray, giocando quasi sempre in open stance, in fase di preparazione raccoglie
tutto il peso sulla gamba di carico (destra). Sempre in questa fase, oltre alla normale
unit-turn tra tronco e braccio-racchetta, si evidenzia come, tra i principi
biomeccanici tutti ovviamente presenti, risalti quello di opposite-force dove l’angolo
propriocettivo di spinta formato dalla gamba destra risulta molto marcato,
caratteristica tra l’altro osservabile in Gulbis soprattutto nel colpo del servizio. La
preparazione della testa della racchetta è abbondantemente circolare e molto
compatta nell’arretrare verso l’alto dove, al termine della fase di preparazione
raggiunge un h.r.p. piuttosto elevato; con l’inizio del movimento in avanti il tronco
comincia
l’azione
di
trascinamento,
mentre
l’arto
sinistro
si
raccoglie
progressivamente per favorire una maggiore velocità di rotazione del tronco.
Durante la fase di accelerazione, in tutte le situazioni in cui Gulbis colpisce in openstance, abbiamo osservato che il peso del corpo, non sempre si trasferisce in avanti,
rimanendo spesso arretrato , anche se il colpo giocato è offensivo. Questa situazione
potrebbe essere correlata a due fattori: il primo è relativo al caricamento esasperato
della gamba di carico (angolo propriocettivo di spinta) che spesso presenta angoli
troppo acuti per poter risalire in pochissimo tempo verso l’alto; il secondo è legato
alla grande quantità di moto angolare espressa da Gulbis, dove il braccio, essendo
molto flesso, fa si che venga ridotto il momento d’inerzia, aumentando di
conseguenza la velocià angolare. Tuttavia in alcuni diritti eseguiti inside (dal lato
sinistro) Gulbis presenta anche un appoggio dei piedi più verso la semi-open o la
neutral stance, dove allora sviluppa più quantità di moto lineare e più estensione
dell’avambraccio nel finale che testimoniano l’entità della spinta. All’impatto sono
presenti le due componenti di spinta, flessione orizzontale della spalla e rotazione
interna del braccio. Relativamente al trasferimento del peso del corpo, a differenza
di molti altri giocatori del circuito, Gulbis non colpisce molto in fase aerea, rimane
ancorato al terreno con le anche parallele alla rete, e solo alla fine del colpo (nel
finale) trasferisce tutto il peso sulla gamba sinistra.
52
Foto Gulbis 8.g
Foto Gulbis 8.l
Foto Gulbis 8.h
Foto Gulbis 8.m
Foto Gulbis 8.i
Foto Gulbis 8.n
David Ferrer
Anche per Ferrer la prima cosa da notare è l’impugnatura western con la quale il
giocatore si porta dietro tutti i fattori critici correlati ad esso. La preparazione
comincia con il peso raccolto sulla gamba di carico e con la consueta unit-turn tra
tronco e braccio-racchetta.. Abbiamo individuato una preparazione semicircolare; al
termine della fase di preparazione raggiunge un h.r.p. meno elevato rispetto agli altri
due giocatori presi a campione .
Nel momento in cui l’anca si estende, attraverso il principio biomeccanico di
azione-reazione, il tronco comincia a ruotare dando inizio all’azione di
trascinamento mentre l’arto sinistro si raccoglie progressivamente per favorire una
maggiore velocità di rotazione del tronco. Subito dopo inizia la fase del movimento
a colpire nella quale il giocatore ha l’arto sinistro già staccato da terra mentre il
destro, grazie ad un azione molto marcata di spinta, comincia a staccarsi dal suolo
finendo per terminare l’azione dopo l’impatto in fase aerea.
Nell’impatto sono presenti sia la flessione orizzontale della spalla che la rotazione
interna del braccio intorno ad essa. Nella fase finale del movimento si completa il
53
trasferimento del peso del corpo e cioè il naturale passaggio dall’arto destro al
sinistro.
Foto Ferrer 8.o
Foto Ferrer 8.p
Foto Ferrer 8.q
Foto Ferrer 8.r
Foto Ferrer 8.s
Foto Ferrer 8.t
54
9. ANALISI DELLE TRE SITUAZIONI DI GIOCO
Prendiamo ora in considerazione i giocatori Tsonga, Ferrer, Gulbis, Nadal, Federer,
Murray, Seppi e Volandri .
Per tutti questi giocatori abbiamo scelto le tre tipiche situazioni di gioco:
o diritto offensivo effettuato all’interno del campo
o diritto con spostamento a medio-largo raggio (recupero laterale)
o diritto inside-out (diritto eseguito dalla parte sinistra direzionando la palla
verso la zona sinistra del campo avversario)
Considerata la difficolta’ di rilevamento del trasferimento del peso del corpo tramite
eventuale pedana di forza o altri strumenti che potevano misurarne il reale valore,
e’stata data una stima del peso tramite un’analisi “qualitativa” su circa 20 video
analizzati per ogni giocatore su ciascuna delle tre situazioni di gioco.
La stima veniva attribuita secondo tre indicatori ben precisi:
1) con trasferimento
2) senza trasferimento
3) trasferimento in fase aerea
55
10. PRESENTAZIONE DEI RISULTATI
Diritto all’interno del campo
13
11
10
9
9
10
9
8
7
8
7
7
6
6
5
4
4
4
3
4
4
5
4
3
Con trasferimento
Senza trasferimento
Fase aerea
Figura 1: Distribuzione di frequenza del trasferimento del peso per giocatore su 20 azioni
di gioco sul diritto all’interno del campo
Diritto all’interno del campo
33%
46%
21%
Con trasferimento
Senza trasferimento
Fase aerea
Figura 2: Distribuzione di frequenza del trasferimento del peso sull’aggregato del diritto
all’interno del campo
56
Inside-Out
12
10
10
9
10
10
9
8
8
8
7
7
6
4
3
FEDERER
3
3
FERRER
GULBIS
6
6
4
6
4
4
3
MURRAY
Con trasferimento
NADAL
SEPPI
Senza trasferimento
TSONGA
VOLANDRI
Fase aerea
Figura 3: Distribuzione di frequenza del trasferimento del peso per giocatore su 20 azioni
di gioco sul diritto Inside-Out
Inside-Out
20%
46%
34%
Con trasferimento
Senza trasferimento
Fase aerea
Figura 4: Distribuzione di frequenza del trasferimento del peso sull’aggregato del diritto
Inside-Out.
57
Recupero laterale
11
10
10
9
8
9
8
9
9
8
9
9
9
8
7
6
5
3
3
3
3
2
2
0
FEDERER
FERRER
GULBIS
MURRAY
Con trasferimento
NADAL
SEPPI
Senza trasferimento
TSONGA
VOLANDRI
Fase aerea
Figura 5: Distribuzione di frequenza del trasferimento del peso per giocatore su 20 azioni
di gioco sul diritto in recupero laterale.
Recupero laterale
13%
43%
44%
Con trasferimento
Senza trasferimento
Fase aerea
Figura 6: Distribuzione di frequenza del trasferimento del peso sull’aggregato del diritto
in recupero laterale
58
11. METODOLOGIA
Nel project abbiamo analizzato principalmente foto e filmati reperiti direttamente agli
Internazionali di tennis maschili Roma 2010 oltre a vari video di match reperiti su
diversi siti riguardanti i seguenti giocatori:
- Federer
-Tsonga
-Murray
-Nadal
-Gulbis
-Ferrer
A comparazione sono stati analizzati due giocatori italiani:
-Seppi
-Volandri
Di ognuno di loro abbiamo osservato tre diverse azioni di gioco evidenziandone
differenze e somiglianze:
•
diritto offensivo effettuato all’interno del campo
•
diritto con spostamento a medio-largo raggio (recupero laterale)
•
diritto inside out (diritto eseguito dalla parte sinistra direzionando la palla verso
la zona sinistra del campo avversario).
Nello specifico i giocatori Ferrer, Gulbis e Murray sono assunti a modello studiandone
e descrivendone il colpo e successivamente i loro comportamenti nelle azioni sopra
elencate. Tutti gli altri giocatori top-level stranieri da Federer, Nadal, Tsonga, Seppi e
Volandri per gli italiani, saranno comparati ai precedenti nelle tre azioni di gioco
menzionate per capire come essi le risolvano sia tecnicamente che tatticamente.
Per quanto riguarda gli juniores abbiamo ripreso alcuni under 12 ponendo particolare
attenzione sul passaggio del peso del corpo nelle tre
situazioni “openskills” già
affrontate per i top-level e cioè diritto offensivo, diritto con spostamento a medio-largo
59
raggio (recupero laterale) e diritto inside-out dopodichè sono state effettuate riprese
dedicate ad esercitazioni che mettono in risalto lo sviluppo dell’equilibrio (C.O.G.),
delle stances e delle componenti di spinta che secondo noi potrebbero essere utili a
migliorare il trasferimento del peso del corpo del giovane allievo.
11.1 MEZZI TECNICI UTILIZZATI
Tutti i filmati e le foto effettuate agli internazionali 2010 sono state eseguite con una
macchina fotografica casio FH20 Exilim.
La macchina ha 2 caratteristiche molto importanti:
-effettua 40 fotogrammi al secondo
-effettua riprese in slow motion a 210 e 420 fps
Con la macchina sopra menzionata abbiamo effettuato una serie di riprese a giovani di
sesso maschile under 12, presso il tennis club Pisa, durante alcune esercitazioni che
andremo a proporre in chiave didattica per eventuali soluzioni o interventi correttivi.
Inoltre il programma kinovea è stato utile sia per analizzare in modo descrittivo alcune
fasi relative al trasferimento del peso del corpo e selezionarle per costruire fotogrammi
specifici importati direttamente da filmati non così facili da reperire su siti internet.
11.2 PROCEDURE
Per i foto scatti e le riprese video abbiamo utilizzato le seguenti procedure:
Agli Internazionali d’Italia - maschili 2010 da 2 diverse angolazioni :
-
90°, con operatore situato all’altezza della riga di fondo campo
-
180°, con operatore situato davanti al giocatore.
Per i giovani under 12 da 3 diverse angolazioni:
-
45° con operatore situato all’altezza della rete di metà campo
-
90° con operatore situato sulla riga di fondo campo
-
180° con operatore situato davanti al giocatore
60
Per quello che riguarda gli Internazionali le riprese sono state effettuate dalle tribune
intorno al campo centrale e altri campi.
Per gli under le riprese sono state eseguite direttamente sui campi del tennis club Pisa
durante il periodo Gennaio-Giugno 2010.
Alcune esercitazioni vengono svolte con il maestro posizionato nella metà campo
dell’allievo lanciando la palla con le mani; altre con il maestro in una metà campo e
l’allievo dall’altra parte con l’ausilio del cesto.
Altre riprese invece, sempre con operatore posto con le stesse angolazioni di cui sopra,
sono state eseguite sempre in situazioni reali di gioco, durante un match o comunque in
una situazione più vicina possibile al “contesto target”..
A corredo del presente progetto sono sono forniti i seguenti materiali visivi:
o DVD dei filmati di vari match dei giocatori presi in esame
o DVD in slowmotion relativi al settore giovanile
61
12. CONCLUSIONI
Il trasferimento del peso del corpo durante l’esecuzione del colpo del diritto è un
elemento fortemente legato alle varie esigenze tattico-strategiche che un giocatore si
trova ad affrontare durante le diverse fasi di gioco. Nell’osservazione dei video dei
giocatori scelti, abbiamo notato che non sempre, e non da tutte le zone del campo,
avviene il passaggio del peso del corpo.
Comunemente, il trasferimento del peso del corpo sulla palla viene identificato come
un’azione rivolta nella direzione dell’avversario o quantomeno in quella della rete
divisoria, ma spesso il peso del corpo del giocatore può cadere in laterale (es. diritto
inside-out) o addirittura all’indietro.
Un’altra considerazione emersa è quella della stance d’impatto, infatti, nel momento in
cui i diversi giocatori colpiscono la palla dal lato del diritto, possono avere:
• Entrambi i piedi in appoggio
• Un piede in appoggio
• Entrambi i piedi sollevati da terra
Queste diverse posizioni che i giocatori sviluppano nell’esecuzione del colpo, sono
influenzate da vari fattori, come: struttura morfologica, grip adottato, posizione del
campo dal quale si effettuano i colpi, altezza e caratteristica della palla che viene
ricevuta.
In base a quanto emerso dall’osservazione dei giocatori (elementi riportati nel capitolo
delle tre situazioni di gioco), risulta complesso estrapolare e analizzare le caratteristiche
peculiari (antropometriche e biomeccaniche) di ognuno in tutte le possibili situazioni,
stance e grip che si possono verificare.
Abbiamo cercato, invece, di trovare gli elementi comuni a tutti i giocatori e in tutte le
varie fasi di gioco, in modo da verificare se ci fossero degli aspetti che rimangono
costanti e che quindi non siano frutto di caratteristiche particolari, ma fattori
indispensabili per una corretta esecuzione del diritto.
Data la dinamicità del gioco e la ricerca da parte dei giocatori di esprimere potenza sul
62
colpo da eseguire abbiamo rilevato che circa il 45% dei diritti colpiti avviene con il
trasferimento del peso del corpo in fase aerea (ovvero entrambi i piedi staccati dal
terreno). Considerando la difficoltà di effettuare un gesto tecnico in queste condizioni,
due elementi sono apparsi fondamentali per poterlo eseguire in maniera corretta:
Equilibrio
Stabilità della testa e dello sguardo durante la fase d’impatto
EQUILIBRIO
Una delle caratteristiche principali per diventare un buon giocatore di tennis è quella di
essere posizionato correttamente nel momento in cui si colpisce la palla.
La sola capacità di muoversi correttamente (footwork), e arrivare alla giusta distanza
dalla palla, non è sufficiente, ma si rivela indispensabile saper mantenere in posizione di
equilibrio
il
corpo
una
volta
che
il
giocatore
arriva
all’impatto.
Le due tipologie di equilibrio che sono coinvolte nel tennis sono:
• Equilibrio statico
• Equilibrio dinamico
L’equilibrio statico è la capacità di mantenere una posizione bilanciata senza che vi sia
un
movimento
di
ricerca
della
palla,
come
ad
esempio
nel
servizio.
La capacità di mantenere il corpo e la racchetta sotto controllo mentre un giocatore è in
movimento, è quella alla quale ci riferiamo quando si parla di equilibrio dinamico.
L’elemento chiave dell’equilibrio è la posizione del centro di gravità (C.O.G.: la
posizione che rappresenta il centro del peso del corpo) in relazione alla posizione dei
piedi (la base di supporto). Immaginando un giocatore in posizione eretta, con le gambe
leggermente flesse e i piedi posizionati a un’ampiezza di poco superiore a quella delle
spalle, e tracciamo una linea che cade perpendicolarmente a terra, avremmo trovato il
punto di perfetto equilibrio. I giocatori di alto livello hanno la capacità di mantenere il
controllo del corpo nelle diverse azioni che abbiamo visto in precedenza, ovvero:
63
Due piedi appoggiati al terreno:
Foto Federer 12.a
Un piede appoggiato al terreno:
Foto Federer 12.b
64
Entrambi i piedi staccati dal terreno:
Foto Federer 12.c
Spesso, specialmente nel tennis di vertice, i giocatori si trovano ad affrontare situazioni
nelle quali è necessario colpire la palla con il centro di gravità ben lontano dalla metà
della base d’appoggio; per affrontare questi tipi di difficoltà risulta determinante aver
sviluppato in modo spiccato questa capacità coordinativa, che permetterà di uscire da
situazioni complesse, specialmente quelle di recupero.
65
STABILITA’ DELLA TESTA E DELLO SGUARDO DURANTE LA FASE
D’IMPATTO
Il peso medio della testa di un adulto è compreso tra i 5.5 Kg e i 6.8 Kg. Quando la testa
si muove eccessivamente durante l’esecuzione di un gesto tecnico, il rischio è che il
corpo perda equilibrio e coordinazione. Per questo i giocatori devono avere la capacità
di riconoscere e sentire la posizione della testa durante i colpi.
Foto Federer 12.d,12.e (stabilita’ della testa)
Un legame estremamente forte riguarda la posizione della testa e lo sguardo, infatti,
grazie alle informazioni che ci giungono dal nostro sistema vestibolare tramite gli occhi,
possiamo orientare nel modo più corretto possibile il nostro corpo.
Tra le qualità visive più importanti nel tennis possiamo considerare:
• Acuità visiva statica
• Acuità visiva dinamica
66
• Percezione periferica
• Percezione della profondità e delle distanze
• Motilità oculare
• Coordinazione occhio-piede-mano corpo
• Velocità di riconoscimento
• Velocità di messa a fuoco
• Localizzazione spaziale
Acuità visiva statica
L’acuità visiva statica rappresenta la capacità del sistema visivo di discriminare piccoli
dettagli mostrati convenzionalmente a una distanza di oltre 5 metri.
Acuità visiva dinamica
L’acuità visiva dinamica permette di discriminare dettagli relativamente piccoli mentre
l’oggetto osservato e/o l’osservatore sono in movimento.
Percezione periferica
La visione periferica è composta da un insieme di abilità che permettono di percepire
stimoli visivi, anche se molto angolati rispetto all’asse lungo il quale gli occhi stanno
fissando.
67
Percezione della profondità e delle distanze
La percezione della profondità rappresenta l’aspetto qualitativamente più sofisticato
della relazione percettiva tra l’individuo e l’ambiente che lo circonda. È un’abilità
pressoché indispensabile per percepire in modo rapido e preciso la posizione e la
direzione della pallina da colpire, per valutare in quale direzione e con quale spinta
respingerla.
Motilità oculare
La motilità oculare è composta da una serie di abilità visive che permettono agli occhi
di effettuare movimenti ampi, coordinati, precisi e veloci. È indispensabile nel tennis
per modificare prontamente la posizione degli occhi allo scopo di spostare la fissazione
visiva su vari oggetti del campo visivo, osservare gli spostamenti dell’avversario e della
palla in relazione alla rete ed alle linee del campo. Al tempo stesso i movimenti
d’inseguimento sono indispensabili per seguire in modo regolare la traiettoria degli
oggetti in movimento. Le ricerche effettuate hanno dimostrato che se un atleta deve
muovere la testa per sopperire a una scarsa o inefficiente motilità oculare, il rendimento
sportivo è inferiore, e si possono osservare fenomeni di scarso equilibrio e di scarsa
coordinazione.
Coordinazione occhio-piede-mano-corpo
La capacità di coordinare movimenti oculari, movimenti degli arti e movimenti del
corpo misurata in termini sia di precisione sia di velocità.
Visualizzazione
La visualizzazione è un’abilità visiva molto complessa e composta da molti aspetti
percettivi e mentali. La visualizzazione, per esempio, permette di prevedere con un
certo anticipo dove la pallina andrà a cadere, calcolando la sua futura posizione sulla
base delle informazioni visive estratte dalla sua traiettoria.
68
Velocità di riconoscimento
La velocità di riconoscimento misura quante informazioni l’atleta riesce a percepire e
riconoscere nel più breve tempo possibile.
Velocità di messa a fuoco
La capacità di modificare frequentemente e rapidamente la messa a fuoco dei propri
occhi, allo scopo di fissare nitidamente particolari a diverse distanze.
Localizzazione spaziale
La capacità di aver coscienza della propria posizione nello spazio relativamente agli
oggetti.
Esempio eccellente di uno sviluppo
elevato e armonioso della capacità
di equilibrio e stabilità della testa
data da ottime qualità visive, è
senza dubbio Roger Federer. Infatti,
come possiamo osservare da questa
foto, Federer mantiene una postura
in
perfetto
equilibrio
durante
l’esecuzione del colpo (diritto con
entrambi i
piedi
sollevati dal
terreno) con un controllo ottimale
del COR, e riesce a fissare lo
sguardo
nella
zona
d’impatto,
mantenendo la stabilità del capo
anche dopo aver colpito la palla.
Foto Federer 12.f
69
13. SOLUZIONI DIDATTICHE
Prima di andare a proporre soluzioni didattiche, vale la pena di sottolineare alcune
raccomandazioni importantissime rivolte a tutti i giovani in seguito alla lettura di un
articolo della USTA1 (United State Tennis Association), dove si mette in relazione la
meccanica dei colpi e gli infortuni nel tennis:
Il carico ripetitivo dell'anca destra in un giocatore destrorso, può portare a
lesioni dell'articolazione dell' anca stessa così come le strutture di
stabilizzazione e cioe’ la capsula articolare, il labrum, i muscoli e i legamenti
che sostengono questa articolazione. I giocatori che caricano ripetutamente
l’anca possono sviluppare una lesione a queste strutture, soprattutto quando
squilibri della forza e scarsa flessibilità sono presenti in questa regione. La
ricerca ha dimostrato che il gioco ripetitivo del tennis può creare perdita di
movimento all’articolazione dell’anca. I giocatori necessitano di una
eccellente forza e flessibilità delle anche per eseguire questo tiro
correttamente.
Alla luce della maggior frequenza d’infortuni all’anca durante gli ultimi anni (Kuerten,
Nalbandian, Moya) e considerando che questo Project Work ha anche funzioni
didattiche, ci è sembrato opportuno aggiungere questo elemento emerso dalle ultime
ricerche in campo scientifico.
Riferendoci a quanto scritto dal Prof. Todd S. Ellenbecker del comitato scientifico della
USTA nell’ articolo,
riteniamo opportuno sottolineare l’aspetto propedeutico delle
esercitazioni qui proposte, che riguardano una fase di sviluppo molto delicata in un
giovane tennista e che quindi servano a poter gettare le basi per la crescita di quella che
sarà la tecnica definitiva. Quindi, anche se le indicazioni che ci arrivano
dall’osservazione dei tennisti di vertice che vanno nella direzione di un numero elevato
di diritti colpiti in fase aerea, si consiglia un approccio più statico e progressivamente
dinamico, con una stance più neutral che, con un maggior sviluppo delle capacità
coordinative, aumento della forza e della flessibilità, potrà (e dovrà) evolvere verso tutte
quelle stances che faranno parte del bagaglio tecnico del giocatore e gli consentiranno di
affrontare tutte le esigenze tecnico-tattiche che un match di tennis di alto livello
1
High performance coaching- “The relationship between stroke mechanics and injuries in tennis”
Vol 8, N° 2/2006
70
presenta. Su giocatori di elevata qualificazione tecnica e fisica, sono invece consigliate
tutte quelle esercitazioni a carattere dinamico e complesse, che richiamano la specificità
del gesto tecnico richiesto in condizioni di gara, enfatizzando la fase aerea del passaggio
del peso del corpo. Dalle considerazioni tratte fin ora, risulta determinante per uno
sviluppo tecnico-tattico adeguato del colpo del diritto, un allenamento sistematico e
specifico della capacità di equilibrio e stabilità della testa.
Come la maggior parte delle capacità coordinative, l’equilibrio trova la fase di maggior
sviluppo nell’età pre-puberale e precisamente intorno agli 8-10 anni (tabella Martin
1982). Si evince quindi che, nella fase di formazione dei giovani tennisti, sia fortemente
raccomandato allenare l’equilibrio attraverso esercitazioni che stimolino il sistema
vestibolare e propriocettivo, in modo da gettare le basi sulle quali poter lavorare nelle
successive
tappe
di
sviluppo.
In questo progetto, abbiamo preso in considerazione quelle esercitazioni che
maggiormente sono usate da maestri, coach e allenatori per incrementare la capacità di
equilibrio. Questi tipi di esercizi prevedono l’uso di alcuni materiali, tra cui le pedane
propiocettive o elastici di gomma. Nel caso invece di esercitazioni che prevedono un
reale trasferimento del peso in avanti da una base di appoggio solida abbiamo proposto
esercitazioni con il traino.
71
13.1 ESERCITAZIONI CON PEDANE PROPRIOCETTIVE
Nelle esercitazioni con le pedane propriocettive, gli allievi vengono posti in posizione di
equilibrio precario, mentre il maestro invia delle palle dal cesto che dovranno essere
colpite con il diritto, cercando di mantenere il più stabile possibile l’equilibrio durante
tutta l’esecuzione del gesto. L’esercitazione normalmente è fatta in una condizione di
freschezza atletica del giocatore, visto l’elevato impegno neuro-muscolare, e la durata
dell’esercitazione varierà in funzione dell’età e del livello di qualificazione dell’atleta
stesso. Comunque si cercherà sempre di arrivare al punto in cui lo stimolo risulti
allenante, ma che non vi sia un marcato decadimento del gesto tecnico. Per questo tipo
di esercitazioni non esiste un protocollo scientifico che ne consolidi la validità e
l’efficacia. Con questo project work si vuole lasciare aperta una porta alla
sperimentazione di questo tipo di esercizi in modo da verificarne l’effettivo valore
didattico.
Foto junior under 12 esercitazione su pedane propriocettive 13.a
72
13.2 ESERCITAZIONI CON ELASTICO
Viene applicata una cintura alla vita del giocatore alla quale è collegato un elastico del
diametro di circa 3 cm e una lunghezza di 3 mt, la cui estremità può essere agganciata a
un elemento fisso (palo di recinzione del campo), oppure può essere tenuta in mano dal
maestro (o dal preparatore fisico).
Con questo attrezzo si cerca di raggiungere due compromessi:
• Ricerca di una forte base di appoggio
• Miglior controllo del C.O.G. e passaggio del peso del corpo
Due sono le tipologie di esercizi:
Nella prima tipologia di esercizi, il giocatore compie uno spostamento di tre o quattro
passi di ricerca della palla, cerca una solida base di appoggio ed esegue uno swing del
diritto cercando di mantenere l’equilibrio durante tutto il gesto, in particolare nel finale
dove deve cercare di non sbilanciarsi. Lo spostamento viene effettuato, di volta in volta,
nelle varie direzioni del diritto (ricerca laterale, all’interno del campo, all’indietro,
inside-out), e l’elastico eserciterà un’azione di trazione nella direzione opposta allo
spostamento. Il maestro, dall’altra parte della rete, invia a cesto delle palle comode e
cercherà di rendere allenante lo stimolo dell’esercitazione, senza comprometterne la
qualità tecnica.
Nella seconda tipologia di esercizi, sempre con l’elastico che crea una forza opposta alla
direzione di spostamento, il giocatore cercherà di trasferire il peso del proprio corpo
sulla palla durante l’impatto, sforzandosi di mantenere un ottimo equilibrio durante tutta
l’esecuzione del gesto. Anche in questo caso, il maestro invierà le palle dal cesto, ma
dovrà porre maggiore attenzione a evitare lo scadimento tecnico, visto lo sforzo
muscolare maggiore che richiedono questi esercizi. Infatti, si consiglia di eseguire
questi esercizi con atleti che abbiano già sviluppato una certa forza negli arti inferiori, in
modo da poter sostenere la resistenza dell’elastico.
In parte questo problema può essere ovviato se alla cima opposta dell’elastico vi è
un’altra persona (es. un preparatore atletico) che modula di volta in volta, durante
73
l’esercizio l’entità della trazione, in modo da ottimizzare il carico in base alle esigenze
specifiche di ogni atleta. Anche in questo caso, come per gli esercizi con le pedane
propiocettive, non esiste un protocollo scientifico che ne attesti la validità, anche se
sono costantemente adottate anche da atleti di alta qualificazione, per cui ci auguriamo
un futuro project work che possa consolidare o confutare l’uso di questi tipi di esercizi.
Foto Seppi esercitazione con elastico 13.b
74
13.3 ESERCITAZIONI CON IL TRAINO
Nell’esercitazione con il traino, vengono fornite diverse palle dal maestro sul diritto
dell’allievo ad una distanza che obblighi l’allievo a colpire trascinando al momento
dell’impatto e nel finale per qualche decina di centimetri il traino. Con questa manovra
l’allievo e’ stimolato a spingere in avanti con evidente trasferimento del peso del corpo
e nello stesso tempo a giocare colpi da zone differenziate partendo dalla zona lunga del
campo e andando verso la rete. Visto il sovraccarico utilizzato (copertone da circa 4-6
kg) è da considerarsi un esercizio di potenziamento piu’ che un esercizio per il
miglioramento dell’equilibrio come le pedane propriocettive.
Foto junior under 12 esercitazione con il traino 13.c
75
14. BIBLIOGRAFIA
Testi:
- “Biomechanics of advanced tennis” Bruce Elliot, Machar Reid and Miguel
Crespo, ITF Coaching Publication
- “Technique development in tennis stroke production” Bruce Elliot, Machar Reid
and Miguel Crespo, ITF Coaching Publication
- Appunti della Scuola Nazionale Maestri 2009
- Appunti del 7° Corso di Formazione per Tecnici Nazionali della F.I.T. 2010
Articolo:
-
United State Tennis Association, Usta injury.pdf vol 8,N° 2/2006
“The relationship between stroke mechanics and injuries in tennis”
Siti internet consultati:
www.procomparetennis.net
www.tennisicoach.com
76
Scarica

PROJECT WORK - Tennis Club Pisa