Bilancio: le immobilizzazioni I conti accesi alle Immobilizzazioni Riferimenti normativi e disposizioni contabili 2424-2424 bis -2426 -2427 c.c. - Rappresentazione, definizione, valutazione e informazioni integrative OIC 16 – Immobilizzazioni materiali OIC 24 – Immobilizzazioni immateriali OIC 20 – Titoli e partecipazioni Le immobilizzazioni sono gli “elementi patrimoniali destinati ad essere utilizzati durevolmente” all’interno dell’azienda (2424 bis c.c.) e “beni di uso durevole, costituenti parte dell’organizzazione permanente delle imprese mercantili e industriali” (OIC 16). I conti accesi alle immobilizzazioni sono conti a funzionamento BIFASE, ovvero funzionanti in entrambe le sezioni del conto (DARE ed AVERE) Il saldo dei conti accesi alle Immobilizzazioni fornisce, dopo l’assestamento, una indicazione del valore CONTABILE della attività cui è acceso e si accoglie nello Stato Patrimoniale Secondo il principio OIC 16 le immobilizzazioni vengono usate “normalmente come strumenti di produzione del reddito della gestione tipica o caratteristica e non sono quindi destinati alla vendita, né alla trasformazione per l’ottenimento dei prodotti dell’impresa” Immobilizzazioni DARE AVERE Gli incrementi I Decrementi delle Attività delle Attività Acquisizione di una immobilizzazione L’acquisizione di una immobilizzazione può avvenire secondo tre modalità, per ciascuna delle quali sarà possibile individuare uno specifico metodo valutativo: ACQUISTO FABBRICAZIONE DONAZIONE/PERMUTA Costo di acquisto = Costo di produzione = Fair value Costo di acquisto + Oneri accessori Costi direttamente imputabili + Altri costi per la quota ragionevolmente Costi notarili Tasse di registrazione Onorari di progettazione Trasporto Installazione Montaggio imputabile + Oneri finanziari che una impresa sostiene specificatamente per avere la piena disponibilità dell’immobilizzazione e fino al momento in cui la stessa diviene disponibile per l’uso (ove ragionevolmente misurabile) = Valore della transazione Prima rilevazione in ipotesi di acquisto Si acquista un Macchinario ad un prezzo di 200.000 euro + Iva (totale 240.000). Si paga inoltre il notaio per 20.000 euro più IVA (totale 24.000). I pagamenti avvengono a 30 giorni. + Attività Finanziaria Credito IVA per 44.000 Costo Spese notarili per 20.000 + Attività Economica Macchinario per 200.000 MISURA Variazione Finanziaria Negativa + debiti per 264.000 Prima rilevazione in ipotesi di acquisto Si osserva un incremento del passivo finanziario (+264.000) in misura lievemente superiore alla sommatoria dell’aumento dell’attivo economico (+200.000) e quello finanziario (+44.000) quindi per la differenza si ha un costo che esprime la riduzione netta del patrimonio. +44 +200 Attività Finanziarie Attività Economiche Passività Finanziarie + 264 Passività Economiche Patrimonio Netto Iniz. Reddito (Ricavi – Costi) - 20 Prima rilevazione in ipotesi di acquisto Analisi Patrimoniale e reddituale Conto economico 200X Stato patrimoniale 200X Banca c/c X Macchinario 200 Spese notarili 20 Impatto negativo sul CE = - 20 Incremento AE = 200 Con la capitalizzazione Conto economico 200X Spese notarili 20 Spese notarili 20 Impatto nullo sul CE = 0 Stato patrimoniale 200X Banca c/c X Macchinario 220 (200 + 20) Incremento AE = 220 Prima rilevazione in ipotesi di donazione Per le immobilizzazioni materiali il riferimento è il principio OIC 16 par. D.II.d, che recita “tramite donazioni) debbono essere iscritte all'attivo patrimoniale al momento in cui il titolo di proprietà delle stesse si trasferisce all'impresa. Se alla data di bilancio il titolo di proprietà non è stato ancora legalmente trasferito all'impresa, le immobilizzazioni ricevute a titolo gratuito vengono iscritte tra i conti d'ordine e illustrate nella Nota integrativa. Le immobilizzazioni materiali ricevute a titolo gratuito debbono essere valutate in base al presumibile valore di mercato attribuibile alle stesse alla data di acquisizione, al netto degli oneri e dei costi - sostenuti e da sostenere - affinché le stesse possano essere durevolmente ed utilmente inserite nel processo produttivo dell'impresa. Il valore netto così determinato viene rilevato come provento straordinario, alla voce E.20 del conto economico; inoltre, se tale valore è rilevante, deve esserne data adeguata illustrazione nella nota integrativa. Le immobilizzazioni materiali ricevute a titolo gratuito vengono ammortizzate con i medesimi criteri statuiti per le immobilizzazioni materiali acquisite a titolo oneroso.” Diverso il trattamento in caso di immateriali. L’OIC 24, par. B, recita infatti che “Per la mancanza di un costo oltre che di altri attendibili elementi valutativi, le immobilizzazioni immateriali ricevute a titolo gratuito non sono iscrivibili nell'attivo patrimoniale.” In una ipotesi di donazione, si ha un incremento di attività e in contropartita un incremento non atteso di Netto, ovvero un ricavo straordinario. Manca il costo e quindi il bene si iscrive al fair value (ad esempio 220.000) + Attività Economica Macchinario per 220.000 Ricavo Ricavi straordinari per 220.000 In Partita Doppia (P.D.) Macchinari A Ricavi Straordinari 220.000 Le rilevazioni successive alla prima iscrizione Vale sempre il costo come criterio di valutazione ? La registrazione è avvenuta nel modo illustrato perché alla nuova immobilizzazione acquisita si è riconosciuto un valore contabile pari al costo sostenuto per l’acquisto, ovvero, ai fini contabili, si è ritenuto che il costo esprime una misura affidabile del valore del macchinario. Ricordando che il fine contabile è la misurazione del valore del Netto (ovvero A-P), l’espressione “ai fini contabili” deve essere intesa come “ai fini della quantificazione del Netto”. Se ai fini della quantificazione del Netto si è assunta una simile ipotesi, tanto deriva da una precedente ipotesi di razionalità del management per cui si presume che se per un bene si paga un certo prezzo, quel prezzo è una misura affidabile del valore di realizzo indiretto del bene stesso. In altri termini, in ipotesi di pagamento in contanti, alla riduzione del Netto per l’uscita di cassa corrisponde un incremento delle attività economiche che si presume di ugual valore. Questa presunzione ammette però prova contraria. Ciò implica che, laddove, per qualche motivo, ci si dovesse rendere conto che il costo pagato non esprime il valore di realizzo indiretto del bene, allora sono possibili due soluzioni: a) Se il valore di realizzo del bene è più alto (ovvero ho comprato bene), allora non succede nulla in quanto l’utile così conseguito in fase di acquisto non è realizzato e non può rilevarsi; b) Se il valore di realizzo del bene è più basso (ovvero ho comprato male), allora il bene non potrebbe iscriversi in bilancio al costo, ma dovrebbe iscriversi a tale valore minore. Con riferimento alla ipotesi b), se ci si dovesse rendere conto che il valore di realizzo indiretto del macchinario acquistato nell’esempio fosse pari a 150.000, questo sarebbe il massimo valore al quale il macchinario potrebbe essere iscritto in bilancio: (vedi slide successiva). Le rilevazioni successive alla prima iscrizione + Attività Finanziaria Credito IVA per 44.000 Costo Spese notarili per 20.000 MISURA Variazione Finanziaria Negativa + debiti per 264.000 + Attività Economica Macchinario per 150.000 Costo Svalutazione per 50.000 N.B.: Di norma, non è al momento dell’acquisto che ci si rende conto che il valore del bene è inferiore al prezzo (Ove così fosse probabilmente l’acquisto non si compierebbe). Le scritture precedenti definiscono quindi una ipotesi di scuola, in quanto di norma una eventuale svalutazione emerge solo al termine dell’anno in fase di assestamento. Le rilevazioni successive alla prima iscrizione Nuova Analisi Patrimoniale +44 +150 Attività Finanziarie Attività Economiche Passività Finanziarie + 264 Passività Economiche Patrimonio Netto Iniz. Reddito (Ricavi – Costi) - 70 Le rilevazioni successive alla prima iscrizione L’ammortamento La riduzione di valore dell’attività economica rispetto a quello al quale è stata originariamente iscritta rappresenta un costo. Le immobilizzazioni sono iscritte originariamente al costo. Per alcune non è logico ipotizzare necessariamente una riduzione di valore nel corso del tempo (terreni, immobilizzazioni finanziarie); altre invece perdono valore in modo sistematico con l’utilizzo o anche con il semplice decorso del tempo. Per evitare di procedere a valutazioni alla fine di ogni anno si sceglie di seguire un processo di ammortamento, ovvero una ipotesi di riduzione sistematica del valore lungo la vita utile del bene. Secondo quanto previsto dal codice civile italiano, l’ammortamento deve essere effettuato sulla base della residua possibilità di utilizzazione del bene. Dal momento che scopo dell’attività di una azienda è la produzione di flussi di cassa, la residua possibilità di utilizzazione va intesa in termini di capacità del bene di produrre tali flussi o comunque di partecipare attivamente al processo di produzione di tali flussi. Sulla base di questa capacità si scelgono vita utile e struttura dell’ammortamento (costante, crescente, decrescente). Le rilevazioni successive alla prima iscrizione L’ammortamento (PUNTO 2 Art. 2426 c.c.) AMMORTAMENTO SISTEMATICO in relazione alla residua possibilità di utilizzazione (se l’utilizzazione è limitata nel tempo) Dal momento che il codice parla di riduzione “sistematica”, e comunque per esigenze di praticità, l’ammortamento è tipicamente assunto in quote costanti, per cui data la vita utile attesa la riduzione è graduale. Ad esempio, costo di 100.000 euro, vita utile 10 anni, ammortamento 10.000 euro l’anno. Se si prevede di cedere il bene alla fine dell’impiego in azienda, il valore da ammortizzare dovrebbe essere il costo del bene ridotto del valore atteso dalla cessione al termine dell’utilizzo (c.d. scrap value). Sotto il profilo contabile, per conservare la notizia del costo storico la quota di valore eliminata con l’ammortamento non si sottrae direttamente al valore contabile del bene, ma si accoglie in un conto di natura rettificativa, detto FONDO AMMORTAMENTO. Tale Fondoha natura assolutamente economica, in quanto altro non accoglie che la riduzione del valore contabile del cespite corrispondente. 12 Le rilevazioni successive alla prima iscrizione Ammortamento - Esempio La vita utile del Macchinario acquistato è pari a 10 anni. Normalmente l’ammortamento del primo anno è effettuato ad aliquota dimezzata, per cui l’ammortamento del primo anno è, nel caso di specie, pari al 5% del valore contabile del macchinario. Ammortamento Macchinario Fondo Ammortamento Macchinario 11.000 11.000 11.000 Fondo Ammortamento Macchinario Macchinario 11.000 220.000 0 0 0 -11.000 -11.000 11.000 Le rilevazioni successive alla prima iscrizione Svalutazione per perdita durevole di valore L’ammortamento rappresenta solo una approssimazione dell’andamento del valore del bene ed è quindi sempre possibile che il valore contabile cui si giunge per suo tramite sia superiore al valore che il bene ha in funzione della sua residua possibilità di utilizzazione, e che, si ricorda, deve essere il riferimento per la definizione del suo valore contabile. In altri termini, il processo di ammortamento contabile si rileva più lento della riduzione del valore che il bene ha per l’azienda. Tanto tipicamente accade quando le condizioni interne o esterne d’azienda in base alla quale si era scelto il metodo di ammortamento e, soprattutto, la vita utile del bene, mutano nel corso del tempo (ad esempio una nuova tecnologia rende superato il macchinario acquistato e riduce il fatturato atteso dalla vendita dei beni prodotti con il suo impiego). Se al termine dell’esercizio il valore contabile assegnato ad una immobilizzazione applicando il prescelto metodo di ammortamento risulta superiore al valore ad esso assegnabile in funzione della sua residua possibilità di utilizzazione, l’azienda dovrà procedere a svalutare conseguentemente la immobilizzazione (ai sensi del 2426 co. 3). Si parla in questo caso di “svalutazione per perdita durevole di valore” (impairment loss) (PUNTO 3 Art. 2426 c.c.) MINOR VALORE: il bene deve essere svalutato (principio generale della rappresentazione veritiera e corretta) Tale minor valore non può essere mantenuto nei successivi bilanci se sono venuti meno i motivi della rettifica effettuata: il bene deve essere rivalutato. Le rilevazioni successive alla prima iscrizione Svalutazione per perdita durevole di valore - Esempio Macchinario acquistato per 100.000 all’inizio del 2011, vita utile 10 anni, primo anno aliquota dimezzata. Valore contabile al 31.12.13 pari a 75.000. Valore recuperabile (Recoverable amount) = 60.000 Al netto IVA 0 0 0 Convenzionalmente si ritiene che il valore assegnabile ad un bene in base alla sua residua possibilità di utilizzazione sia il “maggiore tra il valore d’uso e il fair value meno i costi di dismissione” dove per valore d’uso si intende il valore attuale dei flussi di cassa netta ottenibili dall’uso del bene. La scelta di tale valore che, noto come recoverable amount, riflette una doppia possibilità di utilizzo del bene (impiego o dismissione) nasce dalla ipotesi di razionalità del management per cui si presume che l’azienda deciderà sempre di impiegare o vendere il bene a seconda di quale tra i due usi sia quello più conveniente. -15.000 -15.000 Le rilevazioni successive alla prima iscrizione Ripresa di Valore Nell’ipotesi in cui nell’anno successivo o negli anni successivi venissero meno le cause che hanno indotto alla svalutazione, rendendo non più giustificabile sotto il profilo contabile la valutazione del bene ad un valore ridotto, si provvederà a rivalutare il bene. La rivalutazione può avvenire, in applicazione del criterio del costo, nei limiti del costo storico, ecco perché, in tale fattispecie, spesso si suole parlare di ripresa di valore. Rivalutazione nei limiti del costo vuol dire che si può riprendere non tutto il valore del costo originariamente sostenuto (ad es. 100.000), ma il valore del costo al netto di tutti gli ammortamenti ordinari che il bene avrebbe subito fino alla data della ripresa di valore come se quest’ultimo non fosse mai stato svalutato (es. 100.000 – amm.ti fino alla data della rivalutazione). Si riprenda l’esempio precedente della svalutazione Al 31.12.2014 vengono meno le cause che avevano generato la svalutazione e si provvede a testare nuovamente il valore del Macchinario. Al 31.12.2014 il Macchinario presenta: Valore d’Uso € 64.000 Fair value meno costi di dismissione € 67.000 Recoverable Amount € 67.000 Le rilevazioni successive alla prima iscrizione Ripresa di Valore - Esempio Si determina il Valore netto contabile (VNC) al 31.12.2009, calcolando il nuovo valore di ammortamento dopo la svalutazione. Esso è calcolato come il rapporto tra il valore di libro dopo la svalutazione (60.000) e la vita utile residua (7,5). [60.000/7,5=8.000] Il VNC al 31.12.2009 è 52.000 Ammortamento Macchinari a Fondo Amm.to Macchinari 8.000 Fondo Amm.to Macchinari a Macchinari 8.000 Poiché il recoverable amount è più alto del VNC, vuol dire che si può procedere alla rivalutazione del bene nei limiti del costo Qual è il costo ideale del bene (quello al quale sarebbe stato valutato il Macchinario se non fosse mai stato svalutato)? Esso è dato da costo meno gli ammortamenti ordinari fino alla data della rivalutazione. 100.000 – 5.000 (nel 2011) – 10.000 (nel 2012) – 10.000 (nel 2013) – 10.000 (nel 2014)= 65.000 Sebbene il valore recuperabile sia pari a 67.000, il bene può essere ripreso al più per il suo valore di carico ideale (65.000). Poiché sono venute meno le cause della svalutazione vuol dire deve essere eliminato integralmente il Fondo Svalutazione che era stato costituito per 15.000. La ripresa di valore ammissibile è quella che porta il conto Macchinario da 52.000 a 65.000 (=13.000). Gli altri 2.000 del Fondo Svalutazione vanno ad incrementare il Fondo Ammortamento, perché in seguito alla Svalutazione il Macchinario è stato ammortizzato per un valore più basso (8.000 anziché 10.000), proprio per 2.000 in meno. Le rilevazioni successive alla prima iscrizione - Attività Economica Fondo ammortamento per 2000 + Attività Economica Macchinario per 15.000 Ricavo Ripresa di valore per 15.000 In Partita Doppia Macchinario a Diversi Fondo Ammortamento Macchinari Ripresa di valore 0 0 +15.000 -2.000 0 +13.000 15.000 2.000 13.000 Le rilevazioni successive alla prima iscrizione Dismissione di una Immobilizzazione Se il bene viene dismesso abbiamo una riduzione delle attività non finanziarie senza ricevere nulla in cambio e quindi si ha un costo che misura una riduzione del netto Si immagini di dismettere un macchinario, valore contabile residuo 20.000 Si ricordi che occorre sempre calcolare il rateo di ammortamento. Costo Oneri straordinari per 20.000 - Attività Economica Macchinari per 20.000 In P.D. 0 Sopravvenienze passive a Macchinari 0 20.000 0 - 20.000 - 20.000 Le rilevazioni successive alla prima iscrizione Alienazione o Vendita Quando si provvede ad alienare un’immobilizzazione, si verifica una riduzione delle Attività Economiche a fronte della rilevazione di una variazione delle Attività finanziarie. Si ipotizzi che al 30.6 del terzo anno di vita, un macchinario acquistato per 220.000 e con vita utile pari a dieci anni venga venduto a 150.000. A fronte dell’incremento di valori finanziari per la vendita avremmo la riduzione di valore di una attività economica per un importo pari al suo valore contabile residuo. Se la vendita è avvenuta a 150.000, questo significa che nasce un credito verso terzi per 150.000 più 30.000 di IVA. Prima di compiere l’analisi occorre innanzitutto determinare il valore contabile del bene ceduto al momento della cessione, calcolando l’ammortamento dell’infraperiodo ed adeguare così il fondo ammortamento. Sono passati 6 mesi e quindi è pari al 5%. Ammortamento a Fondo Ammortamento macchinari 11.000 A questo punto il saldo del fondo ammortamento, che come si ricorderà è un fondo con natura rettificativa, è pari ai 33.000 esistenti ad inizio anno più 11.000. Ovvero 44.000. Questo significa che il valore contabile residuo del bene ceduto è pari a 220.000 – 44.000 = 176.000 Le rilevazioni successive alla prima iscrizione Spacchiamo in due l’operazione: La fase IVA + Passività finanziarie Debito IVA per 30.000 + Attività finanziarie Crediti per 30.000 La fase Imponibile Costo Minusvalenza da alienazione per 26.000 + Attività finanziarie Crediti per 150.000 - Attività Economica Macchinari per 176.000 Le rilevazioni successive alla prima iscrizione Alienazione delle Immobilizzazioni - Permuta Nel caso di una permuta occorre separare le due operazioni: Acquisto di una nuova immobilizzazione. Cessione della vecchia. L’1/7 si acquista una nuova immobilizzazione ad un prezzo di 300.000 più IVA. Si paga in contanti per 120.000 ed il residuo mediante cessione di una immobilizzazione il cui valore contabile residuo all’1/7 era 100.000. Il problema è capire a quale prezzo è avvenuta la vendita del bene usato, sapendo che anch’essa è soggetta ad IVA : Si calcola il debito complessivo verso fornitore, pari a 360.000. Si sottrae la quota pagata in contanti per conoscere il debito residuo pagato con la permuta. Ovvero 360.000 – 120.000. Quel debito residuo (240.000) è di importo evidentemente uguale al credito derivante dalla vendita del bene usato, comprensivo cioè dell’IVA Scorporando l’IVA si conosce il prezzo di cessione che rappresenta la quantità di Af che si ottiene in cambio della cessione della propria AE e si determina la plus o la minusvalenza da alienazione. Si compensano debito e credito. Per i riferimenti alle regole contabili sul punto si rinvia al principio OIC 16 par. D II c Le rilevazioni successive alla prima iscrizione Alienazione delle Immobilizzazioni - Permuta Acquisto nuovo macchinario Variazione Finanziaria + Attività finanziarie Negativa: + debiti per 360.000 Crediti IVA per 60.000 DARE + Attività Economica DARE Macchinari per 300.000 Incremento di Passivo finanziario Incremento di Attivo finanziario AVERE Variazione finanziaria positiva più credito Iva per 60.000 finanziarie + Passività Debito per 360.000 NUOVO MACCHINARIO Incremento di Attivo non finanziario +300.000 Cessione Vecchio Macchinario DARE Variazione Finanziaria Negativa: + debiti Iva per 40.000 + Attività finanziarie MACCHINARIO -100.000 Crediti per 240.000 Plusvalenza da Alienazione 100.000 Incremento Di Attivo finanziario Incremento di Passivo finanziario Decremento di Attivo non finanziario RICAVO Variazione Finanziaria Ricavo Positiva: + crediti per 240.000 Plusvalenza per 100.000 AVERE - Attività Economica AVERE Macchinari per 100.000 AVERE + Passività Finanziarie Debiti IVA per 40.000 23 Le rilevazioni successive alla prima iscrizione Manutenzioni ordinarie e straordinarie Se le manutenzioni accrescono la capacità produttiva, la vita utile o la sicurezza del cespite, allora si ritiene che esse ne abbiamo aumentato il valore in una misura che, ragionevolmente, si assume pari al costo sostenuto per la manutenzione stessa. In tali casi, si parla di manutenzioni straordinarie e la riduzione delle attività finanziarie (variazione finanziaria negativa) misura un incremento delle attività economiche di pari importo, per cui il Patrimonio Netto resta invariato. A fronte dell’uscita si ha quindi un incremento del Capitale pari al costo sostenuto e si parla in questi casi di “capitalizzazione” dei costi. E.g. data una manutenzione straordinaria di un macchinario per 100, a fronte della riduzione delle attività finanziarie si ha un incremento delle attività economiche. Questa è la rappresentazione dell’effetto sul patrimonio: -100 0 0 +100 0 0 Le rilevazioni successive alla prima iscrizione Manutenzioni ordinarie e straordinarie Se, invece, la manutenzione è solo volta a mantenere il bene nella normale efficienza, allora il valore di quest’ultimo non si modifica. Si parla di manutenzioni ordinarie e la riduzione della ricchezza finanziaria (variazione finanziaria negativa) misura il valore di un servizio acquisito e completamente consumato e quindi una riduzione del Patrimonio Netto, ovvero un costo di competenza dell’esercizio. E.g. data una manutenzione ordinaria per 100, a fronte della riduzione delle attività finanziarie (si ha un decremento della ricchezza complessiva (costo di competenza). Questa è la rappresentazione dell’effetto sul patrimonio: L’OIC 16, par. D.VI, sul punto recita “Il rinnovo comporta una sostituzione e può avere per oggetto un'immobilizzazione materiale che di per sé costituisca un'unità tecnico-contabile. La sostituzione di una siffatta immobilizzazione comporta la capitalizzazione del costo di acquisizione della nuova unità, mentre il valore netto contabile dell'unità sostituita deve essere stornato addebitando o accreditando l'eventuale minusvalenza o plusvalenza al conto economico. Il rinnovo può, tuttavia, avere per oggetto una parte soltanto di un'immobilizzazione materiale. In questo caso i costi sostenuti, se hanno lo scopo di mantenere l'integrità originaria, costituiscono spese di manutenzione ordinaria, altrimenti rientrano, solo per la parte incrementativa, tra i costi di cui al precedente D.III.” -100 0 0 0 0 -100 Le rilevazioni successive alla prima iscrizione Capitalizzazione in conto e fuori conto La capitalizzazione delle spese dei manutenzione (e più in generale qualsiasi capitalizzazione) può avvenire secondo due modalità: Fuori conto: questa modalità consiste nella accensione di un conto specifico al componente positivo di reddito corrispondente all’incremento delle attività per effetto della capitalizzazione. Tale conto si accredita in contropartita dell’addebitamento del conto acceso alle attività capitalizzate. Il conto acceso all’incremento si epiloga poi con segno positivo al conto economico ed è accolto nel “valore della produzione”, mentre nel “costo della produzione” del conto economico sono epilogati i conti originariamente accesi in fase continuativa per la rilevazione dei costi al momento della loro manifestazione finanziaria. Questa modalità è più coerente con la visione secondo cui la capitalizzazione serve a misurare un incremento della ricchezza non finanziaria non trattato come tale in fase di scritture continuative. In conto: in questo caso, in contrapposizione dell’addebitamento del conto acceso alla immobilizzazione si accredita direttamente il conto che aveva originariamente accolto i costi di cui si è decisa la capitalizzazione. Naturalmente questo accreditamento ha l’effetto di ridurre il saldo del conto acceso ai costi da capitalizzare, di modo che in fase di epilogo, nel dare del conto economico, si accolgano solo i costi non capitalizzati. Le rilevazioni successive alla prima iscrizione Le costruzioni in economia Se è l’azienda a costruire internamente una immobilizzazione, al 31.12 il redattore del bilancio si troverà dinanzi ad una nuova attività che non esisteva all’inizio e ne deve rilevare la emersione. Compito del redattore del bilancio è valutare la variazione di PN attraverso le variazioni di A e di P, e questa è una variazione di A non misurata in fase continuativa. In assenza di altre indicazioni il valore ad essa riconosciuto è il costo sostenuto per la produzione in quanto si presume che questo sia almeno pari al valore di realizzo del bene. Tanto per la già citata ipotesi di razionalità del management. Il costo di produzione è ottenuto considerando costi diretti ed indiretti. Al termine dell’anno si rileva il nuovo immobile, che non esisteva all’inizio, ed in contropartita si ha un incremento del Patrimonio Netto. Immaginando di aver speso complessivamente 1.500 per costruire un nuovo capannone, in fase di assestamento si avrà l’incremento delle AE e di contro l’incremento del Magazzino: 0 0 0 +1.500 0 +1.500 Le rilevazioni successive alla prima iscrizione Le costruzioni in economia - Esempio Nel corso dell’anno si avvia la costruzione di un capannone in economia. Al termine dell’anno si calcola un costo di produzione di 150.000 ottenuto considerando tanto i costi diretti quanto una quota di quelli indiretti. Si ritiene che il valore di realizzo sia superiore al costo di produzione. Nel secondo anno si sostengono altri 60.000 euro ed al 30.6 il lavoro è completato e messo in produzione. 31.12.XXX1 Capannone in Costruzione a Incrementi per impianti costruiti in economia 150.000 Stato Patrimoniale a Capannone in Costruzione 150.000 Incrementi per impianti costruiti in economia a Conto Economico 150.000 All’1.1.XXX2 Capannone in Costruzione a Bilancio di apertura 150.000 Al 30.6.XXX2 Capannone in Costruzione a Incrementi per impianti costruiti in economia Capannone a Capannone in costruzione 60.000 210.000 Le rilevazioni successive alla prima iscrizione Contributi in conto impianti I contributi in conto impianti sono erogati al fine di ridurre i costi di acquisizione di beni ammortizzabili; sono quindi destinati all’acquisto di fattori produttivi c.d. “a lungo ciclo di utilizzo”. I contributi in c/impianti sono rilevati (iscritti), in ossequio al principio di competenza economica e di prudenza, solo nel momento in cui vi è la ragionevole certezza circa la loro erogazione formale (esiste una delibera formale di erogazione dell’ente concedente). OIC 16: non essendoci disposizioni civilistiche sugli stessi, l’unico riferimento sono i principi contabili. L’OIC 16, ai fini della contabilizzazione degli stessi, suggerisce l’applicazione di un metodo reddituale, secondo cui i contributi erogati a fronte dell’acquisizione di un bene ammortizzabile concorrono alla determinazione del reddito dell’esercizio in base alla durata dell’utilizzo economico del bene e, quindi, proporzionalmente all’ammortamento del bene stesso. Le rilevazioni successive alla prima iscrizione Tale metodo può essere applicato attraverso il ricorso a due diverse tecniche di rilevazione contabile: riduzione del costo storico del cespite: il contributo è portato a diretta riduzione del costo dell’immobilizzazione cui si riferisce; così facendo, il contributo non è evidenziato a conto economico, ma concorre alla formazione del reddito d’esercizio attraverso le minori quote di ammortamento; Dal punto di vista economico, quest’ultima (tecnica dei risconti) permette di evidenziare con maggiore chiarezza il valore delle immobilizzazioni e dei relativi ammortamenti da una parte, e il valore del contributo dall’altra, consentendo una più chiara rappresentazione della situazione patrimoniale, economica e finanziaria dell’esercizio e dando una maggiore comprensibilità al bilancio imputazione del contributo a conto economico: il contributo è interamente imputato nell’esercizio di competenza alla voce A5 “Altri ricavi e proventi” del conto economico. La quota di competenza dell’esercizio è calcolata sul costo storico del bene al lordo del contributo e la parte di contributo di competenza degli esercizi successivi viene rinviata utilizzando la tecnica contabile dei risconti passivi. 30 Le rilevazioni successive alla prima iscrizione Contributi in conto impianti – Esempio Si acquistano immobilizzazioni materiali per 200.000 + IVA (vita utile 10 anni). In relazione a questo acquisto, l’Ente pubblico di competenza delibera la corresponsione di un contributo per l’acquisto della specifica immobilizzazione per € 80.000 Se il contributo in c/impianti viene rilevato a diretta riduzione del costo Diversi Immobilizzazione IVA a credito a Debiti diversi 240.000 Banca c/c (l’importo deve essere considerato al netto delle ritenute erariali) a Debiti v/Ente pubblico 80.000 Debiti v/Ente pubblico a Immobilizzazione 80.000 31.12.200X Ammortamento Imm.ne a Fondo Amm.to 12.000 200.000 40.000 Il valore dell’Immobilizzazione si è ridotto a 120.000 (=200.000 costo – 80.000 contributo) Ammortamento 12.000 (=120.000/10 v.u.) Le rilevazioni successive alla prima iscrizione Se il contributo in c/impianti viene rilevato con rilevazione del contributo a conto economico Diversi Immobilizzazione IVA a credito a Debiti diversi 240.000 200.000 40.000 Banca c/c (l’importo deve essere considerato al netto delle ritenute erariali) Contributi in c/impianti (CE, A.5) 80.000 N.B. Il momento della delibera del Contributo potrebbe non corrispondere quello della liquidazione dello stesso, pertanto se ciò dovesse avvenire al momento della delibera l’impresa vanta un credito verso l’ente pubblico che viene stornato (eliminato) al momento della liquidazione 31.12.200X Ammortamento Imm.ne a 31.12.200X Contributi in c/impianti Fondo Amm.to 20.000 Risconti passivi 72.000 La quota ammortamento di 20.000 è data dal rapporto tra 200.000 (Immobilizzazione) e 10 (vita utile) Il risconto passivo di 72.000 è calcolato come differenza tra 80.000 (Contributo totale) e 8.000 (quota di contributo di competenza dell’esercizio pari a 80.000/10 vita utile) L’impatto netto del costo sul conto economico è sempre pari a 12.000 (Costi per 20.000 – Ricavi per 8.000) Acquisizione di un’immobilizzazione tramite LEASING Forme operative di leasing Un contratto di leasing è un'operazione finanziaria con cui un istituto finanziario o un intermediatore (concedente o locatore) concede, contro pagamento di un canone periodico, ad un altro soggetto (utilizzatore, locatario o conduttore) la disponibilità di un bene per un determinato periodo di tempo. Il trattamento contabile in Italia è come quello di un qualsiasi contratto di locazione, per cui: Il locatore iscrive il bene locato nel proprio SP ed ammortamenti e fitti attivi al CE. Il locatario iscrive i canoni di leasing nel proprio CE ed eventualmente il bene nel proprio SP solo a seguito dell’esercizio del diritto di riscatto. I canoni sono imputati per competenza e se esiste un maxicanone iniziale va riscontato. Acquisizione di un’immobilizzazione tramite LEASING Esempio Si acquisisce in leasing un impianto in data 1.7.11. Il contratto ha durata di 4 anni. Nel pagamento è previsto il pagamento di un Maxicanone iniziale 48.000 euro + IVA e 3 canoni quadrimestrali di 40.000 euro + IVA posticipati. Al termine del contratto è stabilito un prezzo di riscatto per 20.000 euro + IVA. La prima cosa da determinare è il costo di competenza dell’anno: Canoni totali Mesi totali Canone medio Costo competenza primo anno Saldo conto “Canoni di leasing” Importo da riscontare = 48.000 + (120.000 x 4) = 528.000 = 12*4 = 48 = 528.000/ 48 = 11.000 = 6 mesi * 11.000 = 66.000 = 48.000 + 40.000 = 88.000 = 88.000 – 66.000 = 22.000 34 Acquisizione di un’immobilizzazione tramite LEASING Canone leasing Maxicanone 48.000 Primo canone Risconti attivi 22.000 40.000 =88.000 Canone di competenza per i 6 mesi 66.000 Stato patrimoniale 200X Conto economico 200X Risconti attivi NO asset Informazione nei conti d’ordine Canoni leasing 66.000 Impatto negativo su CE = 66.000 35 Le immobilizzazioni materiali, immateriali e finanziarie Immobilizzazioni materiali 1. 2. 3. 4. 5. Il contenuto della classe B.II dello stato patrimoniale è formato da: Terreni e fabbricati Impianti e macchinari Attrezzature industriali e commerciali Altri beni Immobilizzazioni in corso ed acconti In particolare: Terreni I terreni hanno una vita utile indefinita e non necessariamente sono soggetti a perdita di valore in funzione del decorrere del tempo. Le immobilizzazioni materiali, immateriali e finanziarie Immobilizzazioni immateriali Oneri pluriennali •Costi di impianto e di ampliamento •Costi di ricerca, di sviluppo e di pubblicità Beni Immateriali propriamente detti •Brevetti •Concessioni •Marchi •Ecc.. Avviamento Le immobilizzazioni materiali, immateriali e finanziarie Immobilizzazioni immateriali – criteri di valutazione e categorie di appartenenza Beni immateriali propriamente detti: diritti di brevetto industriale e diritti di utilizzazione delle opere dell’ingegno; concessioni, licenze, marchi e diritti simili. I costi di impianto ed di ampliamento, i costi di ricerca, di sviluppo e di pubblicità: − possono essere iscritti come immobilizzazioni immateriali nello S.P.: quando hanno una utilità futura; solo con il consenso del collegio sindacale; e devono essere ammortizzate in un periodo non superiore a 5 anni, durante il quale è previsto un limite specifico alla distribuzione di dividendi (possibile solo se residuano riserve disponibili sufficienti a coprire l’ammontare dei costi non ammortizzati). L’avviamento, invece: − può essere iscritto come immobilizzazione immateriale nello S.P.: quando è stato acquisito a titolo oneroso; solo con il consenso del collegio sindacale; e deve essere ammortizzato in un periodo non superiore a 5 anni; è tuttavia consentito ammortizzarlo in un periodo di durata superiore, dandone adeguata motivazione in Nota Integrativa. Le immobilizzazioni materiali, immateriali e finanziarie Immobilizzazioni finanziarie Il contenuto della classe B.III dello stato patrimoniale è: 1. Partecipazioni in: a) imprese controllate b) imprese collegate c) imprese controllanti d) Atre imprese 2. Crediti: a) Verso imprese controllate b) Verso imprese collegate c) Verso controllanti d) Verso altri 3. Altri titoli 4. Azioni proprie, con indicazione anche del valore nominale complessivo 39 Le immobilizzazioni materiali, immateriali e finanziarie Immobilizzazioni finanziarie – Valutazione Metodo del costo Non applicato nel caso di influenza notevole Comporta modifiche solo in seguito a perdite durevoli di valore o aumenti di capitale a pagamento É possibile rivalutare solo per ripristino in seguito ad una precedente svalutazione La perdita durevole è data da situazioni negative interne ed esterne che la rendono strutturale Metodo del patrimonio netto Da applicare nel caso di influenza notevole Il valore si modifica al variare del Patrimonio Netto della partecipata Si svaluterà, quindi, in caso di perdite, anche non durevoli,, e si rivaluterà in caso di utili durevoli Nel passaggio dal metodo del P.N. a quello del costo si considererà quale costo il valore del patrimonio netto come sino a quel momento determinato.. Nel caso opposto si potrà rivalutare determinato il costo della partecipazione Il caso delle perdite durevoli di valore è l’unico in cui si può discostare dal valore di patrimonio netto Al termine del 2002, in sede di assestamento, un macchinario acquistato dalla società Alfa l’1/1/2002 per € 800.000 è stimato – causa una perdita di carattere durevole – pari a € 500.000 (aliquota di ammortamento prevista 20%). Nell’esercizio seguente sopraggiungono nuovi elementi di valutazione e l’immobile è stimato extracontabilmente pari a € 600.000. L’1/7/2004, l’impianto è ceduto al prezzo di € 550.000. (+ IVA). In data 1/7/2002 l’azienda ALFA acquista un impianto per € 200.000 (+ IVA). Il pagamento avviene per € 120.000 cedendo un altro impianto acquistato il 1/1/1998 per € 400.000 (vita utile 5 anni) e per il resto con un assegno bancario. In data 31/12/2002, la Alfa riscontra che un terreno, del valore contabile di € 100.000, presenta un valore di realizzo di € 80.000. In data 31/12/2003 il valore di realizzo del terreno è di € 120.000. In data 31/12/2002, la Alfa riscontra che un macchinario, acquistato in data 1/6/2001 al prezzo di € 300.000 + IVA (vita utile cinque anni), presenta una svalutazione di carattere durevole di € 50.000. In data 31/12/2003 le cause che avevano portato alla precedente svalutazione non sussistono più e in data 1/7/2004 il macchinario viene sostituito con uno nuovo del valore di € 200.000 + IVA. L’acquisto viene regolato per due terzi tramite banca e per la restante parte con la cessione del vecchio macchinario. In data 1/7/200X la Alfa avvia la costruzione di un impianto da utilizzare all’interno del proprio processo produttivo. Al 31/12/200X la Alfa, per tale opera, ha acquistato materie prime per €50.000 ed ha pagato salari e stipendi nella misura di €20.000 mensili. Per la costruzione di tale impianto viene impiegato, inoltre, un macchinario del valore di €500.000 (vita utile 5 anni). L’azienda Alfa ultima la costruzione dell’impianto il 1/7/200X+1, dopo aver consumato ulteriori materie prime per €50.000 e continuando a pagare salari e stipendi nella medesima misura dell’anno precedente, oltre che a utilizzare il macchinario. L’impianto ultimato (vita utile stimata 10 anni) viene immediatamente immesso nel processo produttivo. 42