Si me amas – se mi ami Dal Vangelo Secondo Giovanni 21,15-17 Quand'ebbero mangiato, Gesù disse a Simon Pietro: «Simone di Giovanni, mi vuoi bene tu più di costoro?». Gli rispose: «Certo, Signore, tu lo sai che ti voglio bene». : «Pasci i miei agnelli». Gli disse di nuovo: «Simone di Giovanni, mi vuoi bene?». Gli rispose: «Certo, Signore, tu lo sai che ti voglio bene». Gli disse: «Pasci le mie pecorelle». Gli disse per la terza volta: «Simone di Giovanni, mi vuoi bene?». Pietro rimase addolorato che per la terza volta gli dicesse: Mi vuoi bene?, e gli disse: «Signore, tu sai tutto; tu sai che ti voglio bene». ******************************** “Mi vuoi bene?”, è la domanda che tutti da sempre pongono. Chi non fa questa domanda, magari a mezza voce o addirittura senza parlare, o che non riceve una risposta affermativa, non è veramente uomo, non ha realizzato sulla terra la sua umanità. “mi vuoi bene?”: questa domanda è più antica ancora del cristianesimo. Nel corso di scavi archeologici a Badenweiler, in un bagno romano è stato trovato un piccolo ornamento a forma di chiave con la scritta “ Si me amas” “se mi ami”. Questa chiave, che collega epoche lontanissime col Vangelo e il nostro tempo presente, è antica come il cuore umano, antica come la storia della civiltà, che diviene per noi agibile e comprensibile solo con questa chiave. I miracoli avvengono oggi come un tempo, bisogna soltanto osare di credere e con umile pazienza aprirsi alla sacra forza che risana. Non è un miracolo la forma perfetta di una viola del pensiero, così come la nascita e la crescita di un bambino, lo spirito creativo di un genio e un violino Stradivari che non si può costruire con mezzi tecnici? E non è un miracolo l’occhio dell’uomo, lo specchio delle sue infermità fisiche, della sua anima e dell’universo? Il miracolo più grande però è e resta l’amore che mai si inasprisce, instancabilmente capace di compassione. ( Zenta Maurina Raudive) Elaborazione Benedettine S. Margherita Fabriano