Testimonianze In navigazione con gli eroi della Folgore Pietro Renò - Socio del Gruppo di Torino P er descrivere questo racconto, di vita vissuta sull’Incrociatore Montecuccoli, ho chiesto all’amico fraterno, socio de!l’ANMI di Bologna, Giuseppe Natali (maestro armarolo della torre di prora, mentre il sottoscritto lo era della torre due di poppa) aiuto per alcune lacune dei miei ricordi di quell’importante momento storico. Correva l’anno 1954, verso la fine del mese di ottobre, la nave al comando del capitano di vascello Lorenzini, fece scalo a Napoli per imbarcare i reduci della gloriosa Folgore, che avevano preso parte alla battaglia di EL ALAMEIN, molti di loro mostravano i segni di quella lotta impari, alcuni menomati di arti e altro. Il loro desiderio era rivedere il luogo dello scontro, ma soprattutto andare al cimitero (molto ben curato) per deporre corone e fiori per i loro commilitoni lì sepolti nell’Eterno Riposo. Salpati da Napoli e superato lo stretto di Messina, rotta per Alessandria d’Egitto. Purtroppo nel canale di Sicilia una violenta sciroccata con venti sui 100 Km/ora face sballottare la nave in rollio e beccheggio. Il comandante con avvedutezza dette l’ordine di mettersi alla cappa (prora al vento, eliche al minimo dei giri e ancora galleggiante di poppa). In questo modo il rollio diminuì d’intensità tale da evitare ulteriori danni fisici e materiali ai passeggeri. Giunti ad Alessandria tutti i reduci s’imbarcarono sui pullman accompagnati da una comandata di marinai del picchetto armato per rendere gli onori militari ai caduti. Si visitarono le zone tedesche, inglesi e altre; ma quello che mi è rimasto personalmente impresso e mi commosse, fu che nella zona Italiana svettava la frase: MANCÒ LA FORTUNA NON IL VALORE. Questi uomini fedeli al giuramento hanno combattuto in quella amara terra d’Africa, opponendosi fieramente ad un nemico non solo ben armato, ma anche alimentato da continui rinforzi e rifornimenti; quello che purtroppo per ovvi motivi, mancava ai nostri combattenti. E malgrado l’esito finale, con sommosso orgoglio, mi venne voglia di gridare al vento: ”Signori giù il cappello di fronte a questi gloriosi uomini della Folgore per la loro dedizione all’Amor Patrio”. Alla fine della cerimonia la nave, lasciata Alessandria, fece rotta diretta per Trieste dove gettò l’ancora il 3/11/1954. Tutta la città, finalmente tornata Italiana, era impavesata dall’ltalico Tricolore. Fummo accolti con festoso tripudio di gioia dagli italianissimi Triestini. Il giorno 4 novembre, Festa delle Forze Annate, sul lungomare di Trieste, alla presenza del Presidente della Repubblica e del Primo Ministro Pella, avvenne la parata di tutti i corpi militari. Termino questo mio racconto di indimenticabile vita vissuta sul superbo Incrociatore Raimondo Montecuccoli dall’inconfondibile motto CENTUM OCULI. nnn Trieste 4 novembre 1954 Marinai d’Italia Gennaio/Febbraio 2015 7