leverage certificate e investment Certificate L’attenzione di un buon numero di risparmiatori si sta rivolgendo ai certificati a causa della sollecitazione d’acquisto fattasi più frequente negli ultimi mesi. La percezione che il risparmiatore matura è quella di uno strumento complesso che, spesso, si acquista più per una sorta di soggezione culturale che per effetto di un’autentica consapevolezza. La percezione della complessità è corretta mentre censuriamo l’acquisto se basato su elementi diversi dalla conoscenza. Il certificato è un titolo negoziabile che incorpora una strategia di opzioni. E' uno strumento derivato cartolarizzato, generalmente quotato su un segmento di mercato dedicato, che consente di investire su un'attività finanziaria detta sottostante. Esistono due grandi famiglie di Certificati: I leverage certificate Si tratta di certificati a capitale non protetto, che offrono potenzialmente rendimenti più alti a cui si accompagna un profilo di rischio più elevato. Con i Leverage Certificate si acquisisce il diritto di comprare (bull) o di vendere (bear) un valore sottostante a un prezzo di esercizio (strike) e a una data prestabiliti. In caso di acquisto si hanno previsioni rialziste sul sottostante, in caso vendita si nutrono previsioni ribassiste. Si chiamano prodotti a leva perché il capitale che viene impiegato con i LC per prendere posizione sul sottostante è inferiore, cioè una frazione, al controvalore monetario che sarebbe necessario per prendere posizione diretta sul sottostante stesso. La presenza dell’effetto leva consente di moltiplicare la performance del sottostante. La leva però non amplifica solo i guadagni ma anche le eventuali perdite e l’investitore si trova esposto al rischio di estinzione anticipata del certificato e di perdita totale del capitale investito, se il sottostante raggiunge una predeterminata barriera di stop loss. L’effetto leva presenta anche il rovescio della medaglia. Sia i guadagni che le perdite sono riferite al sottostante . Dato che un certificato con leva controlla per intero il sottostante, quando il prezzo del sottostante varia, il valore del certificato varia nella stessa misura. Poiché il prezzo di acquisto del certificato è solo una frazione del valore del sottostante, le variazioni percentuali del certificato sono maggiori rispetto a quelle dell’investimento diretto nel sottostante. In questo modo l’investitore partecipa a possibili guadagni/perdite in percentuale più elevati rispetto alle variazioni del sottostante. Rientrano in questa categoria i Mini Futures Certificates e i Turbo e Short Certificates, Alpha, Leva, Wave Gli investment Certificate Si tratta di strumenti finanziari derivati cartolarizzati che consentono all’investitore di prendere posizione rialzista su qualsiasi mercato finanziario o reale, domestico o internazionale. Hanno una scadenza prestabilita che può estendersi dal breve al medio lungo termine. 1 Essendo strumenti derivati, il valore dei certificati, durante la loro vita, dipende/deriva da vari fattori tra cui si ricordano: la dinamica dei prezzi del sottostante di riferimento, le variazioni del rischio emittente. Tecnicamente si tratta di strumenti finanziari a gestione passiva. Ciò significa che replicano, nella composizione e nei pesi, il sottostante di riferimento. Sono emessi sulla base di un prospetto di quotazione approvato dalla Consob o da altra autorità europea. Dal punto di vista giuridico si tratta di strumenti finanziari cartolarizzati perché sono titoli al portatore negoziabili. Qui risiede la differenza con altri tipi di derivati come le opzioni che invece sono dei contratti. Hanno una scadenza prefissata. In Italia sono negoziati in continua(dalle ore 9:00 alle 17:25, senza asta di apertura e di chiusura) nel mercato regolamentato di Borsa italiana denominato Sedex, dove si negoziano anche i Covered Warrant. In parole povere possono essere acquistati e venduti come una qualsiasi azione. Sono emessi da Intermediari finanziari dotati di particolari requisiti patrimoniali che fungono anche da Market Maker, garantendone la negoziabilità e la liquidità. Ciò significa che il MM, relativamente a ciascun certificato, espone in tempo reale delle proposte bid/ask. L’investitore interessato, tramite il proprio intermediario, potrà concludere un contratto semplicemente inserendo un ordine di acquisto (incrociando l’ask) o di vendita (incrociando il Bid). La differenza bid/ask rappresenta la remunerazione per il MM, oltre alle commissioni di sottoscrizione. La commissione di negoziazione rappresenta invece la remunerazione per l’intermediario o del broker online dell’investitore. Essendo emessi da soggetti privati (principalmente banche) questa tipologia di strumenti finanziari incorpora il rischio di controparte, cioè la possibilità che in caso di default dell’emittente questi non sia in grado di assolvere ai propri impegni. Al fine di monitorare il rischio di credito è necessario conoscere il Rating che viene attribuito all’emittente dalle principali Agenzie di Rating e stare attenti alle revisioni dello stesso (soprattutto ai downgrade). Oltre a ciò è bene controllare l’andamento dei CDS relativi all’emittente, o anche gli spread tra i tassi di interesse offerti dall’emittente sui propri titoli di debito e i corrispondenti tassi free risk dei government bond più affidabili che fungono da benchmark. I punti di forza 1)La diversificazione Attraverso l’acquisto di un certificato l’investitore ha la possibilità di investire a costi contenuti in sottostanti altrimenti non accessibili, come indici, materie prime, panieri di azioni, tassi di interesse e valute. 2 Sul mercato esistono molteplici strutture di Certificati, ciascuno caratterizzato da un determinato profilo di rischio/rendimento che consente all’investitore di soddisfare al meglio le proprie esigenze; 2)Negoziabilità Come detto sopra i Certificati vengono negoziati nel mercato regolamentato di Borsa Italiana denominato Sedex, dove operano i MM che garantiscono la liquidità e la liquidabilità dell’investimento in qualsiasi momento di borsa aperta. Per rendere l’idea, i Certificates possono essere acquistati e venduti come semplici azioni. 3)Capitali ridotti Per investire in questi prodotti sono sufficienti importi contenuti. Generalmente si parte da 100€. È quindi possibile investire su più mercati, preferibilmente non perfettamente correlati tra di loro, con cifre contenute e massimizzare così l’effetto della diversificazione che, come è noto, consiste nella riduzione del rischio totale di portafoglio; 4)Strategie di investimento Con un unico strumento finanziario l’investitore può realizzare strategie di investimento tipiche degli investitori istituzionali. I punti di debolezza 1) A mio modo di vedere il principale punto di debolezza può risiedere nella struttura piuttosto complessa del derivato cartolarizzato, non facilmente “comprensibile” ad un risparmiatore medio; 2) Rischio di controparte 3) Bassa diversificazione del paniere sottostante, sia in termini numerici (inoltre bisognerebbe controllare l’indice di correlazione tra le singole componenti) sia geografici (titoli del solo mercato azionario Italiano, europei etc.) 4) Commissioni di sottoscrizione elevate Tra i Certificates esistono diverse “varianti” (Quanto, Autocallable, Cap), e diverse strutture o tipologie (Equity Protection, Benchmark). Caso concreto Gli express Certificates Si tratta di Certificati di Investimento che rientrano nella tipologia degli Equity Protection con la Variante Autocallable. Si tratta di Strumenti Finanziari a capitale condizionatamente protetto. Ciò significa che alla scadenza, affinché sia garantita l’integrale restituzione del capitale versato è necessario che si verifichino una o più condizioni indicate nel Prospetto. Per capire come funziona questo complesso strumento derivato cartolarizzato bisogna distinguere due fasi: A) Fase di vita del certificato B) Fase di scadenza del Certificato. 3 In entrambi i casi il verificarsi di determinate condizioni prefissate producono il rimborso anticipato, la redditività dell’investimento, la possibilità di perdite in conto capitale. A)Fase di vita dell’Express Certificates Se durante la vita del certificato, in ognuna delle date prefissate di Osservazione (annuali, semestrali) stabilite nel Prospetto, si verificano determinate condizioni (Evento di Scadenza Anticipata) il Certificato viene rimborsato anticipatamente e automaticamente ad un importo prefissato all’emissione. L’importo sarà pari al capitale investito all’emissione aumentato di un premio stabilito per ogni Data di Osservazione. Generalmente il Premio che viene riconosciuto, se si verifica l’Evento di Scadenza Anticipata, è superiore all’inflazione, ai tassi obbligazionari di pari scadenza (a parità di altre condizioni), o ai dividendi distribuiti dal sottostante. In particolare, questi Certificati scadono anticipatamente se la rilevazione del prezzo del sottostante ad una Data di Osservazione è superiore ad un determinato livello (livello Trigger). Il verificarsi o meno di un Evento di Scadenza Anticipata è quindi determinante per l’importo e la modalità di rimborso. In altri termini, se il Valore del Sottostante sale oltre il livello di Trigger scatta automaticamente (quindi non a discrezione dell’emittente) la clausola Autocallable, cioè l’Express scade in anticipo e l’emittente rimborsa ai sottoscrittori il valore nominale del capitale versato maggiorato di un premio prefissato. Se invece alle predette date non si verificano le condizioni affinché scatti la clausola Autocallable, il certificato rimane in vita e l’investitore può (non è detto, dipende dalle condizioni contrattuali) percepisce un flusso di interessi prestabilito, generalmente superiore ai tassi di mercato per strumenti di pari scadenza, a parità di altre condizioni. B)Fase della Scadenza dell’Express Certificates A scadenza ( se quindi non si è mai verificato un evento di scadenza anticipata) si possono avere i seguenti casi: a) si rimborsa il valore nominale del capitale versato più un premio al verificarsi di determinate condizioni; b) se il valore del sottostante è sceso sotto il livello prestabilito (Barriera Down, fissata in sede di emissione ben al di sotto del livello di prezzo del sottostante. E’ una sorta di ammortizzatore contro il rischio di perdite in conto capitale), il rimborso sarà decurtato della performance negativa del sottostante. In tale caso è come se si fosse investito direttamente sul sottostante senza nessuna protezione. Si corre quindi il rischio di una variabilità del rimborso del capitale versato. Tabella Express Autocallable Certificates su Dow Jones Eurostoxx 50 Index Emittente (Issuer) WKN / ISIN DEUTSCHE BANK DB5U7Y / DE000DB5U7Y2 4 Rating Emittente Sottostante Data di emissione (Issue date) Scadenza (Final Valuation Date) Periodo di sottoscrizione in emissione Inizio negoziazioni Mercato di quotazione Orari e modalità di negoziazione Operatore incaricato ad assolvere l’impegno di quotazione Tipo di liquidazione Modalità di esercizio Time Valutation Categoria Prezzo di Emissione Prezzo Nominale Lotto minimo Commissione di sottoscrizione (da detrarre dal valore: n° certificati *100€) Rischio di Cambio (valuta di Liquidazione è l’Euro) Livello Trigger (100%) Livello di Barriera Down 70% di 2.892,44 Moltiplicatore Società di Long Term Rating Moody’s Aa1 S&P A+ Fitch AADow Jones Eurostoxx 50 Index 30 Settembre 2009 30 Settembre 2014 11/08/2009– 25/09/2009 Data report 29/07/2009 2/10/2009 2/10/2009 30/11/2009 Borsa - Comparto SEDEX “Investment Certificates Classe B” Negoziazione continua Deutsche Bank A.G. Member ID Specialist: MM2690 monetaria europeo Prezzo di chiusura Express Capitale Protetto Condizionato 100€ per ogni certificato 100€ per ogni certificato 1 Certificato 5% No 2.892,44 Pt del Sottostante 2.024,71 Pt del Sottostante 0,034573 5 A)”Vita” del Certificato Early Redemption Evento Knock-out (Rimborso Anticipato) Date di rimborso anticipato 30 September 2010 30 September 2011 01 October 2012 30 September 2013 Analisi del Certificato Se durante la vita del Certificato, alle date di rimborso , il livello di chiusura del Sottostante è pari o superiore allo Strike, il certificato sarà rimborsato automaticamente come da schema sottostante. Lo Strike (livello del Trigger) è pari a 2.892,44 Pt indice per tutte le date. Il coupon è pari all’8%. Date Strike 100% 100% 100% 100% Redemption Amount 100 Eur + 8 Eur 100 Eur + 2*8 Eur 100 Eur + 3*8 Eur 100 Eur + 4*8 Eur Alla Scadenza, se il certificato non è stato già rimborsato alle date di Early Redemption, ci sono tre possibilità: (a) Se il livello di chiusura del Sottostante è: - ≥ a 2.892,44 - l'investitore riceverà un pagamento pari a: 100 Euro + 5 * 8 Euro = 140 €, con un ritorno del 40%. (b) Se il livello di chiusura di Sottostante è: B) Scadenza del Certificato 1) < 2.892,44 ma ≥ 2.024,71 - l'investitore riceverà un pagamento pari a 2.024,71 * 0,034573 = 97,822 per ogni Certificato; 2) < 2.024,71 - l'investitore riceverà un pagamento pari a Prezzo di Close del Sottostante * 0,034573 per ogni Certificato; In questi ultimi due casi 1) e 2) l’investitore non otterrà il rimborso integrale del Capitale Versato. 6 Considerazioni Finali L’ Express Autocallable Certificates con sottostante il Dow Jones Eurostoxx 50 Index è un derivato che consente all’investitore di scommettere sulla lateralità o sulla forza dell’uptrend del benchmark europeo, senza compromettere il capitale investito e con ritorni interessanti. Al momento in cui scrivo il sottostante quota 2.931,53 Pkt, quindi ben al di sopra del livello di Trigger. Se tale valore fosse confermato il 30 settembre 2010, il sottoscrittore subirebbe il rimborso anticipato da parte dell’emittente con una cedola dell’8%. Gli scenari negativi, con perdita del capitale versato, si verificano solo a scadenza. Uno degli aspetti sicuramente negativi è la commissione di sottoscrizione del 5%. 7 Quesito n° 2 Tra i certificates, esistono tipologie di prodotto interessanti per la clientela retail, in questa fase di mercato? Bella domanda per rispondere alla quale bisognerebbe avere ….. la sfera di cristallo circa le tendenze future dei mercati finanziari domestici ed internazionali. È noto che attualmente ci troviamo in una fase post crisi in cui l’economia europea ed americana stanno lentamente (meglio la seconda della prima, come sempre accade) risvegliandosi dallo shock che hanno subito. La cura da cavallo che è stata somministrata dai Governi Mondiali e dalle Banche Centrali comincia a sortire degli effetti positivi, anche se si notano a livello macro delle discrasie. I paesi emergenti europei ed asiatici hanno storie differenti. Sul comparto obbligazionario, la discesa dei tassi è stata ampiamente incorporata nelle quotazioni. Un po’ di valore si può riscontrare ancora nei corporate bond di non elevato standing creditizio. I mercati finanziari (in questo caso azionari), come sempre, anticipano i trend dei cicli economici reali. Prova ne sia il robusto uptrend che hanno intrapreso dai minimi toccati a Marzo 2009, attraverso la rottura di importanti trend line ribassiste di lungo periodo. Da questa sintetica analisi si giunge alla risposta della domanda. Se in un orizzonte temporale di medio lungo periodo (5 anni) si pensa che i mercati azionari possano recuperare ancora terreno, dopo una salutare pausa, il prodotto giusto per sfruttare l’ulteriore movimento rialzista può essere identificato per esempio negli Equity Protection Certificates che offrono la protezione del capitale investito, oppure i Benchmark certificate che però non offrono nessuna protezione. Quesito n° 3 Qualcuno osserva che i certificates possono essere interessanti perché consentono, ad esempio, di realizzare delle strategie d'investimento complesse, difficilmente replicabili da altri strumenti (certificates a capitale protetto e outperformance). É così? I Certificati, come altri strumenti finanziari, consentono all’investitore che ha una approfondita cultura finanziaria di implementare strategie di investimento più o meno complesse al fine di ottenere dei ritorni dall’investimento in diversi scenari di mercato. L’incessante processo di ingegneria finanziaria sforna numerosi strumenti/prodotti che a prima vista possono sembrare la panacea per tutti i mali. Il nuovo è bello. 8 L’investitore si vede bombardato da un battage pubblicitario che, come sempre, evidenzia i lati positivi e nasconde le insidie. In realtà, certi strumenti finanziari e le relative strategie che si possono mettere in atto dovrebbero essere utilizzati da soggetti consapevoli sia dei possibili (quindi non certi) guadagni sia dei relativi rischi. I Certificati a Capitale Protetto Si tratta di strumenti finanziari derivati che appartengono alla famiglia degli Investment Certificates. Ne esistono diverse tipologie: -Bonus (capitale protetto) -Equity Protection (con o senza cap Butterfly Relative value Twin Win Double Win La protezione del capitale versato, cioè la restituzione del capitale alla scadenza del certificato, può essere totale o parziale. Lo stesso risultato potrebbe essere ottenuto per esempio con le Obbligazioni strutturate. Per poter affermare che un Certificato sia da preferire ad un Bond strutturato è necessario conoscere nel dettaglio le clausole contrattuali, tra cui un posto di rilievo, alla luce della debacle che hanno dovuto subire i Lehman People, lo occupa l’affidabilità creditizia di chi offre la garanzia della restituzione del capitale investito. I certificati a capitale protetto possono avere come sottostante attività reali o finanziarie, con la possibilità di puntare sul rialzo o sul ribasso del sottostante stesso. Per questo motivo si possono implementare strategie di copertura, più o meno complesse, del portafoglio in carico. Se per esempio ci troviamo di fronte ad un certificato che garantisce la protezione del capitale al 100% ,che ha come underlying un indice di Borsa (o un paniere di indici), l’investitore è messo nella condizione di puntare al rialzo dell’indice senza rischiare il capitale. Si tratta del tipico strumento adatto ad un investitore con aspettative rialziste ma con una bassa propensione al rischio. Ovviamente non è tutto oro quello che luccica. Soltanto una parte del rialzo dell’indice (sottostante), dato dalla differenza tra un Prezzo di riferimento Finale ed uno iniziale, verrà riconosciuto all’investitore. In caso di protezione totale generalmente sono previste clausole Cap, con cui l’emittente pone un tetto massimo al riconoscimento del rialzo a favore dell’investitore; al di sopra di una certa soglia di rialzo del sottostante, nulla è dovuto al compratore. Se invece la previsione del risparmiatore rialzista si dovesse rivelare errata, l’emittente è tenuto al rimborso integrale del capitale. 9 A prima vista sembra l’Eden Finanziario, in realtà l’investitore ha tenuto immobilizzato il suo capitale senza alcuna remunerazione e con la perdita di valore reale dovuta all’inflazione!! Ma di una cosa ci si deve accontentare. Di fronte ad un certificato con le caratteristiche sopra esposte, prima di decidere se investire o meno ci si potrebbe chiedere: in quale contesto di mercato voglio sottoscrivere questo prodotto finanziario? L’economia reale in quale fase del ciclo si trova? I mercati finanziari si trovano sui massimi storici, oppure sono sui bottom? Ultima considerazione che ritengo non trascurabile. Se sottoscrivo il certificato in fase di emissione al valore nominale e le cose non vanno per il verso giusto, in caso di protezione totale non perdo e non guadagno. Se lo acquisto a mercato ad un prezzo sotto la pari, la sola restituzione del valore nominale consente la realizzazione di un gain in conto capitale. Diffiderei dall’acquistarlo a mercato ad un prezzo sopra la pari. I Certificati Outperformance Consentono di amplificare i rendimenti che si possono ottenere in scenari di moderato rialzo dei mercati azionari. Ogni certificates può avere come sottostante singole stocks. Acquistando i Certificates in luogo del titolo sottostante si può moltiplicare il rendimento dell’underlying su cui si vuole puntare, se quest’ultima registra un moderato rialzo. Di contro l’investitore rinuncia a partecipare al rialzo del titolo al di sopra di un livello di Cap fissato all’emissione. In uno scenario di mercato moderatamente rialzista permettono di moltiplicare la performance al rialzo registrata dal sottostante. Non sono strumenti di trading, ma costituiscono un’interessante alternativa all’investimento azionario, da mantenere in portafoglio fino alla scadenza, che generalmente è di 1-2 anni. Non garantiscono la copertura del capitale versato. Sul mercato sono presenti due tipologie di outperformance certificates: 1) Outperformance con Cap: Hanno l’obiettivo di trarre profitto dal rialzo a breve-medio termine del sottostante in un range predefinito, con possibilità di raddoppiare il proprio guadagno. Il rendimento è soggetto a limite. 2) Outperformance senza Cap: Trarre profitto dal rialzo a breve-medio termine del sottostante, con possibilità di amplificare il proprio guadagno. Partecipazione al rialzo del sottostante. Rendimento non soggetto a limite. 10 A ben vedere la fantasia degli emittenti non conosce limiti ed ogni tipologia di prodotto deve essere attentamente analizzata per conoscere i pro e i contro dell’investimento. Quesito n° 4 Rispetto ad un certificate benchmark avente come sottostante un indice azionario, è sempre meglio l'ETF omologo? Analogamente, rispetto ad un certificate con sottostante materie prime, è sempre meglio optare per un ETC? I certificates sono strumenti più pericolosi sul piano del rischio controparte rispetto ad ETF ed ETC? Sia i Benchmark Certificate, sia gli ETF-ETC replicano un'attività finanziaria o reale, il cosiddetto sottostante. I due strumenti presentano differenze sotto diversi aspetti. Il Benchmark Certificate è giuridicamente uno strumento derivato: un'opzione legata all'andamento di un indice sottostante, incorporata in un titolo. L'ETF è un fondo comune d'investimento, o una SICAV, che replica passivamente un parametro di riferimento. Giuridicamente è un OICR. 11 Il Benchmark Certificate offre la possibilità di investire in mercati azionari e settori dell'economia. Sono previsti costi di collocamento, costi di negoziazione nel mercato secondario, spread bidask. Non distribuisce alcun dividendo durante il corso della sua vita in quanto li sconta nel prezzo di acquisto. L'ETF può essere a distribuzione o ad accumulazione dei proventi. Prevede solo costi di gestione costi di negoziazione nel mercato secondario, spread bid-ask. Il Benchmark Certificate ha una scadenza (tranne alcune tipologie)che una volta raggiunta determina l'esercizio automatico da parte dell'emittente ed il pagamento dell'importo di liquidazione. L'ETF non prevede una scadenza. Il Benchmark Certificate è tassato al 12,50% come imposta sostitutiva sulla plusvalenza realizzata. L'ETF è soggetto ad una tassazione differente a seconda della loro natura: a)i fondi cosiddetti "armonizzati", cioè conformi alle direttive europee, sono soggetti ad un'aliquota del 12,50% sul capital gain maturato b) i fondi "non armonizzati" sono tassati con aliquota differente. Il Benchmark Certificate è potenzialmente soggetto al rischio di default dell'emittente. L'ETF ha un patrimonio separato da quello dell'emittente, caratteristica che rappresenta una garanzia in caso di fallimento dell'emittente. Per tale motivo i BC sono più rischiosi degli ETF/ETC. Alla luce di tutte queste differenze non si può dire a priori e i senso assoluto quale strumento è da preferire. Ciò dipende da vari fattori. Caratteristiche Mifid compliant del potenziale investitore (obiettivi, conoscenza ed esperienza in materia finanziaria, situazione finanziaria), caratteristiche contrattuali dei prodotti e relativi costi. Confronto Benchmark-ETF (fonte UniCredit) Tagli Minimi Trattament Performance Commissione Divisa di Commissione Commissione Quotazione dividendi Scadenza rispetto di negoziazione di entrata di gestione ufficiale per gli indic all'indice intermediazione di Prezzo BENCHMARK Limitati Replicazione Euro No Ridotte ETF Limitati Replicazione Euro No Si Borsa Si come No per gli Italiana e stabilito dal Open end CERT-X intermediario Si come stabilito dal intermediario No Incluso ne indici per Total Return Borsa Italiana Distribuiti 12 Quesiti n° 5 e n°7 5)Quali sono i costi che l'investitore deve sostenere? Meglio evitare di sottoscriverli in fase di collocamento? 7)Come regola generale, è bene stare lontani, in ogni caso, dai certificates non quotati? COMPRARE UN CERTIFICATO La prima cosa da fare è Individuare e capire perfettamente la tipologia di certificato che più si addice alle proprie esigenze, solo dopo si deve investire. 13 Bisogna distinguere tra: a) certificati in collocamento e certificati già collocati. b) certificati quotati e non quotati Collocamento sul mercato primario: Riguarda esclusivamente i certificati di investimento, ossia il segmento Investment Certificates. Gli emittenti prevedono un periodo di collocamento ed un prezzo di emissione. Tutti i nuovi certificati sono identificati da un codice, il codice ISIN. La maggior parte degli Istituti bancari richiede l’apertura di un conto titoli per l’acquisto di un certificato in collocamento, bisogna quindi considerare i relativi costi, se non si è già correntisti. In questa fase sono gravati da una commissione di collocamento che in media si attesta sul 3%. Che conseguenza determina questo costo implicito? Al momento della quotazione il certificato prezza al netto di questo balzello! (mispricing). Il mercato, che tanto stupido non è, attribuisce al derivato un fair value pari al prezzo di emissione – la commissione di collocamento. Per questo motivo è sconsigliata l’operazione in collocamento. Successivamente la quotazione segue l’andamento del prezzo del sottostante. Mercato secondario Terminato il periodo di collocamento si avvia il mercato secondario . La maggior parte dei certificati di investimento viene negoziata sul mercato Sedex. In alcuni casi l’emittente può decidere di non quotare il certificato. Sia i certificati di Investimento sia quelli Leverage, hanno un codice ISIN e un codice alfanumerico che ne indica la quotazione, se questa avviene sul mercato Sedex di Borsa Italiana. Le commissioni di negoziazione sono variabili, ma generalmente non superano il 7 per mille del controvalore negoziato. Oltre al Sedex, mercato regolamentato gestito da Borsa Italiana (che prevede obblighi per gli emittenti molto stringenti), alcuni certificati non quotati sono negoziati nei sistemi multilaterali di negoziazione quali Cert-X di TLX (piattaforma europea per il mercato retail, segmento del mercato TLX dedicato ai certificates). Quest’ultimo è un circuito telematico privato in cui le regole sono stabilite dall’istituto proprietario. Certificati Non quotati: Alcuni certificati di investimento, terminato il periodo di collocamento, non vengono quotati sul Sedex, o perché la quotazione non viene richiesta dall’emittente o perché Borsa Italia non la autorizza. Consigliamo di evitare la negoziazione di qualsiasi strumento finanziario non quotato per motivi di trasparenza, spessore e liquidità. Quesito n° 6 1) Sul piano delle liquidità, come si sono comportati durante le fasi peggiori della crisi finanziaria, nel dopo Lehman? 2)Si può dire quali sono, tra i certificates, i prodotti meno liquidi? 14 1)durante le fasi della crisi finanziaria i certificati, che investono in particolari aree quali i paesi emergenti , hanno sperimentato crisi di liquidità. 2)In termini di liquidità ed in base alle statistiche di febbraio 2010 di Borsa Italiana Spa risulta quanto segue Scambi Segmento di mercato Leverages Certificates Investments Certificates Classe A (non prevedono la protezione del capitale investito) Investments Certificates Classe B (prevedono la protezione del capitale investito) Gen/Feb 2010 N° Controv. contratti ML € 21.367,00 79,90 3.236,00 57,80 19.189,00 261,70 15