Il trattamento locale delle ulcere cutanee a cura di Prof. Alessandro Farris, Dr. Claudio Solinas Il trattamento locale delle ulcere cutanee a cura di Prof. Alessandro Farris, Dr. Claudio Solinas La stampa di questo documento e' consentita solo per ragioni di studio personali. La riproduzione e circolazione di tale materiale sia in formato Pdf che eventualmente stampato sono protette da diritti d'autore, e quindi vietate. Copyright Prex S.p.A. Via A.Fava, 25 - 20125 Milano (MI) - [email protected] - www.prex.it Copyright 2011 Prex S.p.A. - Tutti i diritti riservati Indice dei contenuti capitolo 01 I principi della cicatrizzazione delle lesioni I principi della cicatrizzazione delle lesioni Anatomia della cute Anatomia della cute - Epidemide Anatomia della cute - Derma Anatomia della cute - Ipoderma Funzioni della cute Cicatrizzazione delle lesioni Cicatrizzazione delle lesioni - Fase infiammatoria Cicatrizzazione delle lesioni - Fase proliferativa Cicatrizzazione delle lesioni - Fase di maturazione Cicatrizzazione delle lesioni - Ulcere croniche Tipologia di riparazione delle lesioni Fattori ritardanti la cicatrizzazione capitolo 02 Valutazione delle lesioni Valutazione delle lesioni Classificazione Classificazione per gradi Classificazione per spessore Classificazione per colore Posizione delle lesioni Dimensione delle lesioni Dolore Altri parametri di valutazione capitolo 03 Le medicazioni Le medicazioni Medicazioni tradizionali Medicazioni avanzate Classificazione materiali di medicazione Antisettici Proteolitici Pellicole trasparenti Idrocolloidi Idrogel Schiume di poliuretano Alginati Idrofibra Collagene Medicazioni biointerattive Altri trattamenti capitolo 04 Fasi della medicazione Fasi della medicazione Fasi della medicazione - Detersione Fasi della medicazione - Disinfezione Copyright 2011 Prex S.p.A. - Tutti i diritti riservati 1 1 1 2 2 3 3 4 4 5 5 6 6 7 9 9 9 9 10 11 12 14 16 17 18 18 18 19 20 20 21 21 22 23 24 24 25 25 25 26 28 28 28 29 Debridement capitolo 05 Wound Bed Preparation Wound Bed Preparation capitolo 06 Protocollo di trattamento: lesioni da decubito Protocollo di trattamento: lesioni da decubito Lesioni da decubito di I grado - Clinica Lesioni da decubito di I grado - Eliminazione compressione locale Lesioni da decubito di I grado - Cura e protezione della cute Lesioni da decubito di II grado - Clinica Lesioni da decubito di II grado - Monitoraggio della lesione Lesioni da decubito di II grado - Detersione Lesioni da decubito di II grado - Debridement Lesioni da decubito di II grado - Medicazione Sostituzione della medicazione Lesioni da decubito di III grado - Clinica Lesioni da decubito di III grado - Rimozione tessuto necrotico Lesioni da decubito di III grado - Disinfezione Lesioni da decubito di III grado - Controllo del dolore Lesioni da decubito di III grado - Medicazione Lesioni da decubito di IV grado - Clinica Lesioni da decubito di IV grado - Medicazione capitolo 07 Casi clinici Casi clinici Caso clinico 1 Caso clinico 2 Caso clinico 3 Caso clinico 4 Caso clinico 5 Caso clinico 6 Conclusione del corso Copyright 2011 Prex S.p.A. - Tutti i diritti riservati 30 31 31 32 32 33 33 33 34 34 35 35 35 36 36 36 37 37 37 38 38 40 40 40 41 42 43 44 45 46 capitolo 01 I principi della cicatrizzazione delle lesioni I principi della cicatrizzazione delle lesioni Bibliografia del capitolo - Le ferite e la riparazione tessutale di L. Donati Bi & Gi Editori - La cute e la sua patologia di E. Alessi e R. Caputo - Raffaello Cortina Editore - C.T. Hess. Edizione italiana a cura di A. Bellingeri. 'Assistenza infermieristica: guida clinica alla cura delle lesioni cutanee' Ed. Mass Anatomia della cute La cute e' lorgano piu grande del corpo umano e ne rappresenta allincirca il 10% del peso corporeo. La sua superficie e' compresa fra 1,5 - 2 metri quadri, lo spessore e' variabile da 0,5 mm (palpebre) a 3 6 mm nella regione palmo plantare. Il colore e' variabile in base alla razza, costituzione individuale, eta', sede corporea. Partendo dalla superficie e scendendo in profondita' la cute e' formata da: - un epitelio (cellule epiteliali) chiamato epidermide - un tessuto connettivo (cellule elastiche e di collagene) chiamato derma - un tessuto adiposo che prende il nome di sottocutaneo o ipoderma. Copyright 2011 Prex S.p.A. - Tutti i diritti riservati 1 of 47 Anatomia della cute - Epidemide Lepidermide rappresenta lo strato esterno della cute, e' sottile e avascolare e si rigenera normalmente ogni 4 - 6 settimane. Le sostanze nutritizie giungono dai capillari del derma sottostante. La sua funzione primaria e' quella di conservare lintegrita' cutanea e di fungere da barriera fisica. Lepidermide e' formato da cinque sottostrati : - strato corneo (il piu' esterno) - strato lucido - strato granuloso - strato spinoso - strato germinativo o strato delle cellule basali (il piu' interno). Lo strato germinativo unisce lepidermide allo strato piu' spesso della cute, il derma. Anatomia della cute - Derma Copyright 2011 Prex S.p.A. - Tutti i diritti riservati 2 of 47 Il derma e' lo strato intermedio situato tra lepidermide e lipoderma. La funzione del derma e' quella di fornire alla cute la forza, sangue e ossigeno. Nel derma si trovano vasi sanguigni, follicoli piliferi, ghiandole sebacee, vasi linfatici, ghiandole sudoripare. Il derma e' costituito da fibroblasti, collagene e fibre elastiche. I fibroblasti sono responsabili della formazione del collagene della elastina. Il collagene conferisce forza alla cute mentre lelastina ne conferisce elasticita'. Il derma contribuisce a determinare lo spessore della cute, le conferisce flessibilita', elasticita' e forza tensile e coopera al mantenimento dellomeostasi tessutale. Contiene inoltre recettori per stimoli sensoriali. Il derma e' mantenuto unito al tessuto sottocutaneo ed alle strutture sottostanti (fascia,muscolo,ossa) da spessi fasci di collagene. Anatomia della cute - Ipoderma Lipoderma o sottocutaneo e' lo strato piu' profondo della cute, situato fra il derma e i piani fasciali. Il tessuto sottocutaneo e' composto da tessuto adiposo e connettivo (grossi fasci di fibre connettivali a forma di reticolo nelle cui maglie e' raccolto il tessuto afiposo), da vasi sanguigni (e' riccamente vascolarizzato), da nervi e vasi linfatici. Lo spessore del tessuto sottocutaneo varia da persona a persona, nelle diverse razze, nelle varie parti del corpo e secondo lo stato nutrizionale dellindividuo. Il tessuto adiposo ha funzione di riserva energetica, meccanica e coibente termica. Funzioni della cute La cute ha un ruolo fondamentale nel proteggere lorganismo umano dallambiente esterno. Tanto e' vero che quando ampie aree cutanee vengono danneggiate possono mettere in serio pericolo la vita della persona come si verifica ad esempio per gravi traumi da ustione. Copyright 2011 Prex S.p.A. - Tutti i diritti riservati 3 of 47 Questo ruolo di protezione si esplica attraverso : - protezione meccanica e funzione di barriera - controllo della temperatura - mantenimento dellomeostasi - funzione sensoria - funzione immunologica - funzione di deposito e di sintesi (vitamina D) - funzione escretiva Cicatrizzazione delle lesioni Nel caso lintegrita' cutanea (lesione acuta) venga compromessa con conseguente formazione di una o piu' lesioni, ha inizio un processo naturale di guarigione che si esplica attraverso varie fasi che iniziano subito dopo lemostasi (coagulazione, aggregazione piastrinica). Il sanguinamento della ferita viene controllato dallemostasi ed i batteri presenti sulla lesione vengono neutralizzati ed eliminati dai leucociti. La riparazione tissutale prevede: - fase infiammatoria - fase proliferativa - fase di maturazione Cicatrizzazione delle lesioni - Fase infiammatoria E' caratterizzata dalla presenza di edema, eritema, calore e dolore. Inizia nel momento di insorgenza della ferita e ha una durata di 4 - 6 giorni. Circa 4 giorni dopo linsorgenza della lesione i macrofagi (cellule dotate di capacita' fagocitarie) migrano nellarea lesa, distruggono i batteri presenti, puliscono la ferita dai rifiuti cellulari. I macrofagi Copyright 2011 Prex S.p.A. - Tutti i diritti riservati 4 of 47 si sostituiscono ai leucociti e producono chemio-attraenti e fattori di crescita che richiamano le cellule necessarie per la ricostruzione del tessuto. I macrofagi inoltre contribuiscono alla formazione di aminoacidi e zuccheri necessari per la riparazione della ferita. Cicatrizzazione delle lesioni - Fase proliferativa La fase proliferativa comprende la riepitelizzazione e la formazione di tessuto di granulazione, e permette di ristabilire la continuita' del tessuto leso. Questa fase dura di norma da 4 a 24 giorni. In una lesione aperta si forma un tessuto di colore rosso vivo, lucido chiamato tessuto di granulazione Durante la proliferazione del tessuto di granulazione i margini della lesione si contraggono e le dimensioni della lesione diminuiscono progressivamente. Questa fase si conclude con lepitelizzazione, in cui le cellule migrano dai margini verso il centro sino a chiudere la ferita completamente. Ad epitelizzazione completa compare una cicatrice. Cicatrizzazione delle lesioni - Fase di maturazione Questa fase puo' durare da 21 giorni a 2 anni. Le fibre di collagene si riorganizzano, si rimodellano e maturano sino a raggiungere una notevole forza tensiva. La fase si ritiene conclusa quando il tessuto cicatriziale ha riacquistato circa 80% della sua forza originale. Copyright 2011 Prex S.p.A. - Tutti i diritti riservati 5 of 47 Cicatrizzazione delle lesioni - Ulcere croniche Lordinato evolversi di una ferita verso la completa riparazione tessutale progredisce come abbiamo visto in fasi successive e ordinate. Puo' succedere pero' che alcune lesioni siano caratterizzate da una scarsa tendenza alla guarigione spontanea (ulcere croniche). Nelle ulcere croniche, infatti, le fasi riparatorie della lesione vengono sovvertite o arrestate in una fase intermedia per cui qualsiasi fattore che rallenti o alteri il delicato equilibrio che deve essere manutenuto per consentire la guarigione, rappresenta un ulteriore danno che impedisce lo svolgersi di quelle fasi concatenate lun laltra, essenziali nel processo di riparazione tessutale. Nelle ulcere croniche il processo di guarigione probabilmente si arresta alla fase infiammatoria (esempio ulcere venose), il che implica unalta attivita' proteasica ed una conseguente degradazione dei fattori di crescita e degli altri fattori solitamente attivi nella fase riparativa. In altri casi si arresta alla fase proliferativa (esempio ulcere diabetiche). Caratteristica nella cronicita' delle lesioni e' comunque il prolungamento dello stadio infiammatorio o il difetto di rimodellamento con larresto dalla riepitelizzazione, dovute per lo piu alla presenza di tessuto necrotico. Quindi ci potremmo trovare di fronte a lesioni croniche con zone bloccate in fasi differenti. Si definisce lesione cutanea cronica una lesione che ripara per seconda intenzione e che malgrado una terapia adeguata non presenta segni di miglioramento dopo sei settiman Tipologia di riparazione delle lesioni A seconda del tipo di lesione e del trattamento adottato esistono tre tipi di riparazione delle lesioni: Per prima intenzione Nelle ferite chirurgiche, generalmente lineari con margini netti e senza complicanze, i lembi della ferita vengono riavvicinati con punti di sutura, graphs ecc. Le ferite chirurgiche hanno un livello di rischio di infezione molto basso e guariscono generalmente in un periodo compreso tra 4-5 giorni e due settimane. Copyright 2011 Prex S.p.A. - Tutti i diritti riservati 6 of 47 Per seconda intenzione Le lesioni che guariscono per seconda intenzione vengono lasciate aperte. Dal momento che la ferita non viene suturata, la riparazione si realizza con formazione di tessuto di granulazione che, sviluppandosi dal letto della ferita, riempira' tutta lesione fino a guarigione completa. Questa modalita' si rende necessaria nei casi in cui vi e' molta perdita di tessuto, in ferite con segni di infezione o in presenza di tessuto necrotico . Ne sono un esempio le lesioni da decubito e in genere le lesioni croniche. Per terza intenzione Invece le ferite chirurgiche che vengono lasciate aperte per alcuni giorni, generalmente 4-5 giorni, ad esempio per risolvere e drenare un edema, vengono successivamente chiuse con punti di sutura. Questa modalita' e' la guarigione per terza intenzione o prima intenzione ritardata. Fattori ritardanti la cicatrizzazione Esistono fattori (locali o sistemici) che ritardano o addirittura impediscono la riparazione tessutale: Fattori sistemici: Scarso controllo glicometabolico (pazienti diabetici), vasculopatie, ipoproteinemia, malnutrizione (disvitaminosi e carenze saline), eta' avanzata, uso di farmaci (corticosteroidi o antiblastici). Fattori locali: il ritardo nella riparazione puo' essere condizionato dalla sede dellulcera o alle condizioni dellulcera stessa. Ledema dei tessuti che circondano l'ulcera e' sicuramente il principale fattore da considerare e individuare e rimuovere la causa che ha generato e che mantiene ledema diventa indispensabile per promuovere la guarigione della lesione. Interferiscono negativamente sulla guarigione anche i traumi e la pressione (ulcere da decubito), eccessiva presenza di Essudato, presenza di tessuto necrotico o infezione, Ischemia. Da non dimenticare anche il fattore legato alla temperatura . Un abbassamento della temperatura puo' avvenire per fattori ambientali o ancora, ogni qualvolta viene medicata la lesione o con lutilizzo di detergenti troppo freddi. Copyright 2011 Prex S.p.A. - Tutti i diritti riservati 7 of 47 Copyright 2011 Prex S.p.A. - Tutti i diritti riservati 8 of 47 capitolo 02 Valutazione delle lesioni Valutazione delle lesioni Classificazione La corretta classificazione delle lesioni cutanee e' importante per ladozione di un linguaggio comune tra i vari operatori che valutano le lesioni importante ai fini della raccolta di documentazione e per poter monitorare e valutare gli effetti dei trattamenti locali. Si possono distinguere: - ferite acute da agenti traumatici su tessuti sani - ferite croniche che insorgono su tessuti alterati con deficit metabolici o vascolari - lesioni meccaniche (contusioni, lacerazioni, ferite penetranti, ferite chirurgiche, siti di donazione cutanea) - lesioni chimiche e fisiche (ustioni, elettricita') Classificazione per gradi La classificazione per gradi piu comunemente utilizzata e' quella proposta dal National Pressure Ulcer Advisor Panel (NPUAP), revisionata nel Giugno 2006 (nella versione precedente era in stadi e non in gradi) che fornisce una descrizione anatomica della profondita' della lesione: Copyright 2011 Prex S.p.A. - Tutti i diritti riservati 9 of 47 Grado 1: Eritema della cute intatta non reversibile alla digitopressione. Grado 2: Lesione a spessore parziale che coinvolge lepidermide o il derma . Lulcera e' superficiale e si presenta clinicamente come unAbrasione, una vescica o una lievissima cavita'. Grado 3: Lesione a tutto spessore che implica danno o necrosi del tessuto sottocutaneo che si puo' estendere fino alla fascia sottostante, ma senza attraversarla. Lulcera si presenta clinicamente come una profonda cavita' che puo' sottominare o meno il tessuto adiacente. Grado 4 : Lesione a tutto spessore con distruzione estesa, necrosi tissutale o danni ai muscoli, alle ossa o alle strutture di supporto (tendini, capsula articolare). La presenza di tessuto sottominato e di tratti cavi puo' essere associata a lesioni di grado 4. Un'altro tipo di classificazione e' quella del gruppo di lavoro ACN - FNIB (Belgio) - Stadio 1 : Rossore - Stadio 2 : Flittene - Stadio 3 : Disepitelizzazione - Stadio 4 : Necrosi chiusa - Stadio 5 . Necrosi aperta - Stadio 6 : Granulazione - Stadio 7 : Guarigione Classificazione per spessore Copyright 2011 Prex S.p.A. - Tutti i diritti riservati 10 of 47 Le lesioni che non sono causate dalla pressione (traumatiche, vascolari) vengono definite in base alla loro profondita' e vengono distinte in: - lesioni a spessore parziale (o superficiali come potrebbe essere unabrasione): si estendono in profondita' attraverso il primo strato della cute (dall'epidermide al derma, senza pero' oltrepassarlo). Cicatrizzano con la riepitelizzazione - lesioni a tutto spessore (o profonde come nel caso di gravi ferite traumatiche, lesioni arteriose): si estendono in profondita' attraversando sia lepidermide che il derma e interessando a volte anche il tessuto sottocutaneo, i muscoli e le ossa. Descrivere una lesione in base allo spessore parziale o totale ci permette di identificarne la sua profondita'. Classificazione per colore La classificazione delle lesioni in base al colore rosso, giallo e nero e' stato ideato dalla Wound Care Society in quanto puo' essere utile sia come criterio di valutazione della lesione sia per individuare la medicazione piu' idonea in base alle condizioni della lesione. Questa classificazione e' stata infatti adottata da molte aziende produttrici di medicazioni per indirizzare gli operatori sulla scelta sullutilizzo di una medicazione piuttosto che unaltra. Tipi di lesioni: classificazione utile a livello pratico nel caso si debbano trattare in particolar modo lesioni traumatiche, chirurgiche o di altri tipi di lesioni che comunque cicatrizzano per seconda intenzione. Il colore rosso: Indica la presenza di tessuto di granulazione e quindi di una lesione che propende alla guarigione. Quando una lesione inizia a cicatrizzare si forma sulla sua superficie uno strato piu' o meno spesso di tessuto di granulazione che allinizio assume un colore rosa, rosa pallido che successivamente si trasforma in un colore piu' intenso e di colore rosso vivo. Copyright 2011 Prex S.p.A. - Tutti i diritti riservati 11 of 47 Il colore giallo: indica la presenza di slough o di essudato che andranno rimossi. Lessudato si puo' presentare in varie tonalita' di colore dal giallo biancastro o cremoso, beige o in alcuni casi verdognolo. Il colore nero ci indica chiaramente la presenza di Escara. La presenza del tessuto necrotico rallenta la cicatrizzazione se non viene rimosso e puo' fornire condizioni favorevoli alla proliferazione batterica e quindi ad infezioni. Quando una lesione presenta due o addirittura tutti e tre colori contemporaneamente la lesione va classificata con il colore piu' sfavorevole. In alcuni casi comunque potrebbe essere utile descrivere la lesione attraverso percentuali : esempio lesione a tutto spessore con il 40% di colore giallo, 20% rosso e 40% nero. Posizione delle lesioni La posizione dellulcera ci puo' dare, insieme alleziologia, utili informazioni sulla natura della lesione. Copyright 2011 Prex S.p.A. - Tutti i diritti riservati 12 of 47 - Nelle lesioni da decubito le lesioni compaiono nelle zone anatomiche sottoposte a pressione a seconda del decubito assunto dal paziente: - In posizione supina le lesioni si evidenziano principalmente ai talloni, sacro, gomiti e scapole - In decubito laterale al malleolo, condili, trocantere, costole e orecchio - In decubito prono agli alluci, ginocchia, genitali, seni e acromion - In posizione seduta alle scapole, al sacro, nella zona ischiatica, cavo popliteo e pianta del piede. - Nelle ulcere arteriose le sedi anatomiche piu' frequenti sono tra le dita dei piedi, sulle punte delle falangi, malleoli laterali o nelle zone del piede soggette a traumi o microtraumi o allo sfregamento con calzature inadeguate. - Nelle ulcere diabetiche Copyright 2011 Prex S.p.A. - Tutti i diritti riservati 13 of 47 si trovano sulla pianta del piede, sulla punta del metatarso o sotto i talloni. - Nelle ulcere venose la sede piu' frequente e' la parte mediale inferiore della gamba o zona malleolare . Dimensione delle lesioni Per poter monitorare meglio i cambiamenti della lesione e per poter documentarne la contrazione o lespansione e' necessario rilevarne le dimensioni esatte effettuando la misurazione (in cm) della lunghezza, larghezza e profondita'. La lunghezza e larghezza sono misurabili con un semplice righello o fotografando la lesione con un regolo posizionato vicino alla lesione ed utilizzando dei programmi computerizzati dedicati. In alternativa si puo' ricalcare la lesione su un foglio lucido con un pennarello indelebile ad inizio trattamento e ogni sette-dieci giorni per tutta la durata del trattamento. Proseguendo con le cure e sovrapponendo i fogli lucidi disegnati si potra' osservare il cambiamento delle dimensioni della lesione e quindi se il trattamento intrapreso e' efficace. Copyright 2011 Prex S.p.A. - Tutti i diritti riservati 14 of 47 Per misurare la profondita' si utilizza uno specillo o un cotton fioc e la misura va presa tra la superficie esterna della lesione ed il punto piu' profondo allinterno della cavita'. Utilizzando dei guanti monouso si inserisce in modo delicato lo specillo nella parte piu' profonda della lesione tenendo lo specillo tra il pollice e lindice nel punto corrispondente alla superficie cutanea. Mantenendo la posizione sullo specillo estrarlo con attenzione e prendere la misura con un righello ed annotare la misura. Per lesioni sottominate o tunnellizzate va documentata sia la direzione che la profondita'. Affinche' le misurazioni siano accurate e leggibili anche da altri operatori vanno fissati dei termini di paragone. Generalmente si paragona la lesione ad un orologio dove: - la parte superiore della lesione coincide con le ore dodici rivolte verso il capo del paziente - la parte bassa con le ore sei - le parti laterali della lesione alle ore tre e sei. Copyright 2011 Prex S.p.A. - Tutti i diritti riservati 15 of 47 Per documentare la direzione della fistola (dopo aver indossato dei guanti monouso) introdurre lo specillo nel tunnel osservandone la direzione procedendo in senso orario determinarne la direzione (esempio ore 1, ore 4 , ore 8 ecc.). Per quanto riguarda la lunghezza dellarea sottominata (dopo aver indossato guanti monouso) inserire lo specillo delicatamente tenendo lo specillo tra il pollice e lindice nel punto corrispondente alla superficie cutanea. Estrarre lo specillo e misurare la profondita' con un righello. Dolore Il dolore ricopre un ruolo di primaria importanza nellassistenza medico-infermieristica e deve essere sempre alleviato, per quanto possibile. Questa fase di terapia deve essere attuata con priorita'. Le domande da porre al paziente sono : - Dove ha male? SEDE - Da quando ha male ? DURATA (acuto fino a sei mesi, poi cronico) - QUANDO ha male? - Come' il dolore? TIPO (netto, pungente, urente, pulsante e/o trafittivo, ben localizzato, ecc) - Assume antidolorifici? TERAPIA ANTIDOLORIFICA IN ATTO Se il dolore e' tollerabile, si puo' fare uso saltuario di farmaci; in presenza di dolore continuo ma non invalidante si ricorre al'impiego costante di farmaci (1-2 assunzioni/die); se il dolore diventa invalidante sono necessarie piu' somministrazioni Copyright 2011 Prex S.p.A. - Tutti i diritti riservati 16 of 47 giornaliere di farmaci. - Dopo quanto tempo passa? EFFICACIA DELLA TERAPIA - Quanto e' forte il dolore? INTENSITA' (NRS - Numering Rating Scale - : ai pazienti si chiede di indicare lintensita' del dolore su una su una scala da 0 a 10 dove 0 rappresenta assenza di dolore e 10, invece, il dolore massimo) Altri parametri di valutazione Un altro parametro di valutazione molto importante riguarda la cute perilesionale, cioe' quella porzione di cute che si estende per un centimetro oltre la lesione. Ne va osservato il colore, valutata la temperatura, lintegrita' e se e' presente macerazione e odore. L'essudato va valutato per quantita' (assente, lieve, moderato e abbondante), colore (limpido, sieroso, sieroematico e purulento) e consistenza. Colori come il giallognolo, verdastro o marrone unitamente ad un odore sgradevole e pungente sono associati con molta probabilita' alla presenza di infezione. Quando si valuta una lesione e' molto utile anche valutare la temperatura che, nel caso di cute integra, potrebbe fornire utili indicazioni sul potenziale inizio di lesione da decubito. In una lesione gia' in atto puo' essere indice di uninfezione sottostante. Copyright 2011 Prex S.p.A. - Tutti i diritti riservati 17 of 47 capitolo 03 Le medicazioni Le medicazioni Bibliografia del capitolo Piaghe da decubito di E. Ricci - R. Cassino II Edizione - Ed. Minerva medica Medicazioni tradizionali Rientrano nella categoria le garze (in cotone, TNT, paraffinate, iodate), gli Antisettici, gli agenti essiccanti, le pomate ed unguenti contenenti antibiotici o altre sostanze medicamentose Si basano su questi presupposti: - Assorbimento dei liquidi sino allessiccamento - Emostasi - Antisepsi - Protezione dalle infezioni - Occultamento della ferita Fino a 30/40 anni fa queste medicazioni erano lunica arma a disposizione del medico e dellinfermiere per gestire lulcera e la carica batterica e venivano sostanzialmente usati per tutti i tipi di lesione. Nel 1962 il Dr.George Winter, zoologo (Pubblicazione lavori 1962 su 'Nature'), introduce il concetto di Copyright 2011 Prex S.p.A. - Tutti i diritti riservati 18 of 47 guarigione in ambiente umido . Viene quindi superato il concetto di essiccamento della lesione sostituito da guarigione in ambiente umido. Medicazioni avanzate Per medicazione avanzata si intende un materiale di copertura che abbia caratteristiche di biocompatibilita': processo che si identifica nell'interazione del materiale con un tessuto favorendo una reazione desiderata. L'utilizzo di medicazioni avanzate garantisce il mantenimento del corretto gradiente umido nel letto di lesione favorendo cosi' una riparazione tessutale piu' rapida. Purtroppo non esiste una medicazione standard per tutte le ferite e nemmeno si puo' generalizzare utilizzando la stessa medicazione in tutte le fasi della riparazione tessutale. I presupposti delle medicazioni avanzate sono: - Mantenere un microambiente umido - Rimozione essudati e materiale necrotico - Mantenere una temperatura costante - Permeabilita' allossigeno - Protezione da infezioni esogene - Maneggevoli - Atraumatiche alla rimozione - Basso costo Tre sono i tipi di medicazioni che si differenziano per il loro comportamento nei confronti dellacqua: Copyright 2011 Prex S.p.A. - Tutti i diritti riservati 19 of 47 - rilascianti lacqua (idrogel), - trattenenti lacqua (idrocolloidi) - assorbenti lacqua (alginati, schiume e idrofibre) MEDICAZIONE PRIMARIA Quella che entra in contatto diretto con la superficie della lesione. MEDICAZIONE SECONDARIA Quella che a'ncora la medicazione primaria alla cute. Classificazione materiali di medicazione Di seguito viene riportato un elenco dei principali materiali di medicazione: - Antisettici - Proteolitici - Pellicole trasparenti (film) - Idrocolloidi - Schiume di poliuretano (foam) - Idrogel - Alginati - Idrofibra - Collagene - Medicazioni biointerattive Antisettici - Riducono la carica batterica sulla superficie della ferita mediante azione battericida/batteriostatica - Hanno attivita' istolesiva, ritardano i processi cicatriziali - Uso limitato al periodo strettamente necessario. Luso adeguato e giudizioso degli antisettici minimizza luso degli antibiotici. I principali sono: Derivati dello iodio : sono attivi nei confronti di batteri gram+ e gram- e miceti. Utilizzo di prima scelta Copyright 2011 Prex S.p.A. - Tutti i diritti riservati 20 of 47 nella lesione a rischio nel piede diabetico. Possibili manifestazioni allergiche. Sono citotossici Derivati del cloro : impiegati ad alte diluizioni (1-4%) come detergente. Citotossici . Devono essere rimossi. Perossido di idrogeno: detergente in ferite infette. Emostatico. Antisettico. Citotossico. Inattiva i proteolitici. Alcool : Il suo uso ha solo valore storico . Nessuna azione antisettica. Aumenta lincidenza di lesioni di circa sei volte utilizzandolo per frizioni locali . Argento sulfatiazina : da cambiare ogni 24 ore . Applicare in poca quantita'. Medicazioni avanzate con argento: idrofibra con argento, schiuma di poliuretano con argento, alginato con argento Proteolitici Enzimi deputati alla digestione del tessuto necrotico attraverso la lisi dei ponti di collagene nativo (Collagenasi, proteasi, papaina) La collagenasi in particolare : - selettivo risparmio tessuto sano - tollerata - potenzia collagenasi endogena - favorisce la rimozione della necrosi - promuove riepitelizzazione - ad alte concentrazioni puo' causare eritema dei bordi della ferita - puo' essere associata all'acido jaluronico Pellicole trasparenti Copyright 2011 Prex S.p.A. - Tutti i diritti riservati 21 of 47 I film semipermeabili di poliuretano sono rivestiti da un adesivo acrilico ipoallergenico, permeabili ai vapori, impermeabili allacqua. Mantengono un ambiente umido per la guarigione di ferite superficiali o in riepitelizzazIone, fungono da barriera nei confronti di microrganismi esogeni, possono essere usati come medicazione primaria e per prevenire la formazione di piaghe da decubito. La trasparenza del film permette un migliore posizionamento della medicazione della ferita dallesterno, senza la necessita' di rimuoverla. Vantaggi - Adesiva (non richiede medicazione secondaria) lesione in ogni momento - Conformante ed una valutazione - Possibilita' di ispezionare la Svantaggi - Non sono adatte nel caso di medicazione infette e di lesioni essudanti presenza di cute fragile - Non sono raccomandate in Idrocolloidi Gli idrocolloidi, formulazioni di metilcellulosa, trovano applicazione in tutti i tipi di ulcera (superficiale e profonda) ed anche in presenza di escare secche. Sono disponibili in diversi formati, con bordo adesivo e non, standards o sagomati. Consentono una buona gestione dellessudato e lo sbrigliamento della necrosi. Le medicazioni sono solitamente sottili, conformabili, traspiranti e consentono di creare e mantenere un campo umido assorbendo lessudato in eccesso, trasformandolo in un soffice gel. NON protegge i margini della lesione da una eccessiva idratazione. NON controlla lodore. Puo' colare in eccesso di essudato. Puo' promuovere ipergranulazione. Indicazioni Trattamento delle ferite con una ridotta o modesta produzione di essudato (p.e. siti di prelievo di innesti cutanei, ferite traumatiche, ulcere diabetiche di natura ischemica o poco essudanti, ferite postchirurgiche, ustioni superficiali). Copyright 2011 Prex S.p.A. - Tutti i diritti riservati 22 of 47 Sono medicazioni occludenti o semi occludenti costituite da sostanze quali la gelatina, la pectina e la carbossimetilcellulosa Vantaggi: - Sono impermeabili ai batteri ed ad altre contaminazioni - Favoriscono il debridement autolitico - Possono essere lasciate in sede 3 /5 giorni. Svantaggi: - Durante la loro rimozione possono danneggiare la cute peri-lesionale debole - Causano odore sgradevole. Idrogel Gli idrogel sono polimeri che cedono grande quantita' di H2O con poco potere assorbente. Sono gel amorfi o lamine composti dal 75% al 85% di acqua. Sono in grado di reidratare i tessuti necrotici e di attivare i processi di autolisi Sono costituiti, come gli idrocolloidi, da un copolimero dellamido, da acqua e da propilene glicole. Mantenendo umido il fragile tessuto di granulazione e permettendo la migrazione delle cellule epiteliali e dei fattori di crescita, gli idrogel promuovono una piu' veloce cicatrizzazione. Richiede medicazione secondaria e non applicabili in lesioni cavitarie. Sono indicati per uso esterno e quindi non sono utilizzabili in ferite profonde con fistole, dove la rimozione del gel potrebbe risultare difficoltosa. Indicazioni in lesioni con presenza di necrosi o escara, ustioni minime e tessuto danneggiato da radiazioni. Possono essere usati in ulcere arteriopatiche (secchezza e dolore). Vantaggi - Reidratano il letto della lesione - Sono lenitivi ed alleviano il dolore - Favoriscono il debridement autolitico - Possono veicolare principi attivi, quindi possono essere utilizzati con altri prodotti Copyright 2011 Prex S.p.A. - Tutti i diritti riservati 23 of 47 - Possono essere utilizzati anche in caso di infezioni. Schiume di poliuretano E strutturata in tre strati: - uno esterno impermeabile ai liquidi e che funge da barriera per i microrganismi - uno medio altamente assorbente - uno interno a bassa aderenza . Grazie allalta assorbenza trova corretto impiego nelle ulcere con produzione medio-alta di essudato. La struttura centrale idrocellulare puo' assorbire liquido cinque volte in piu' rispetto agli idrocolloidi ed agli alginati, e trattenere lessudato nella propria struttura microscopica anche sotto carico. Cio' permette agli idropolimeri di poter restare in situ fino a 7 giorni, in relazione alla natura della ferita, alla quantita' di essudato prodotto, alla posizione anatomica, allesposizione agli agenti esterni ed ai traumi e di ricreare sulla stessa un ambiente ideale che ne facilita la cicatrizzazione. L' eccezionalita' di alcuni di questi prodotti non sta 'solo' nelle sue capacita' di assorbire e trattenere gli essudati in eccesso e di donarli allambiente esterno sotto forma di vapor acqueo o di metterli a disposizione della lesione se dovesse andare in contro ad una eccessiva disidratazione. La caratteristica innovativa risiede nel fatto che l' essudato migra verticalmente nel piano della medicazione e non si spande orizzontalmente. Cio' permette di mantenere una umidita' controllata sulla lesione ulcerativa e di lasciare asciutti i margini della stessa ed evitare cosi' fenomeni macerativi spesso causa di complicanze. E sconsigliato luso combinato di agenti ossidanti quali soluzioni di ipoclorito o di perossido di idrogeno, poiche' questi prodotti danneggiano la struttura idrocellulare della medicazione. Quindi quando si usano schiume di idropolimero e' sconsigliato detergere con soluzioni acquose clorate o di acqua ossigenata, neanche molto diluite. Alginati Gli alginati sono derivati dalle alghe marine e contengono lacido alginico. A contatto con la ferita essudante si trasformano in un gel idrofilico attraverso un processo di scambio ionico. Sono medicazioni conformabili, con proprieta' emostatiche, ad alto potere adsorbente (fino a 13/20 volte il loro peso). Sono facili da rimuovere in quanto formano un gel soffice che non aderisce al delicato tessuto di granulazione, e sono asportabili in un unico pezzo o lavabili via con soluzione fisiologica dopo 1-7 giorni, in relazione a natura, stato e collocazione della ferita. La formazione del gel, quale conseguenza dellazione dellessudato con le fibre di alginato, crea un Copyright 2011 Prex S.p.A. - Tutti i diritti riservati 24 of 47 ambiente umido. NON protegge i margini della lesione da una eccessiva idratazione. Puo' rilasciare fibre. NON controlla lodore. NON provvede allomeostasi termica. Richiede un fissaggio. Puo' colare se lessudato e' abbondante. Da NON applicare su lesioni poco essudanti in quanto puo' aderire al fondo dellulcera. Eventualmente dovesse aderire, la detersione con soluzione fisiologica del letto dellulcera provvede a discioglierne i residui. Indicazioni Lesioni con essudato da moderato ad abbondante, lesioni cavitarie, lesioni sottominate, lesioni infette. Idrofibra E una medicazione composta da soffici fibre di carbossimetilcellulosa sodica pura. Assorbono fino a venticinque volte il loro peso, formano un gel soffice che mantiene un ambiente umido,favoriscono il debridement. Sono sconsigliati per le lesioni con essudato lieve o con escara secca Indicazioni Ferite essudanti, ulcere croniche,ulcere del piede diabetico. Collagene E una delle proteine strutturali piu' importanti del tessuto connettivo e rappresenta limpalcatura di sostegno del derma. Svolge un ruolo centrale nei processi riparativi. Estratto dal tendine d'achille equino; sciolto in loco forma uno strato di gel sul fondo dell'ulcera, assorbito mediamente in 7 giorni. E' disponibile in forma di tavolette, spray, gel e polvere Vantaggi: - duplice meccanismo d'azione: biologico attivo e plastico - protegge la lesione mantenendo un ambiente umido. - consente di attivare i processi biologici di riparazione tissutale stimolando la formazione del tessuto di granulazione - possono essere lasciate in sede fino a 7 gg - possono essere associate a principi attivi farmacologici Medicazioni biointerattive Medicazioni avanzate capaci di svolgere unazione interattiva, interagendo con il €œmicroambiente' della ferita. Favoriscono la guarigione: - stimolando le funzioni cellulari (fibroblasti, cellule endoteliali, ecc) - modulando i processi di riparazione (deposizione di collagene, riepitelizzazione, ecc.) Acido jaluronico Copyright 2011 Prex S.p.A. - Tutti i diritti riservati 25 of 47 - ruolo centrale nella dinamica dei processi riparativi dei tessuti (vari studi ultimi 20 anni) - ha la capacita' di modulare le fasi successive che portano alla guarigione - nelle prime fasi del processo di granulazione, si accumula nel coagulo che si forma allinterno della ferita grazie alla sua capacita' di interagire con la fibrina - induce una riepitelizzazione piu' veloce sia in modelli preclinici che in studi clinici sulle ulcere cutanee. Medicazione biocompatibile Cellulosa Ossidata Rigenerata ( ORC) Alle medicazioni occlusive e semiocclusive, si affianca da poco (dal 2001) una medicazione biocompatibile a matrice modulante di proteasi riassorbibile (ORC/collagene) che permette linattivazione irreversibile delleccesso di proteasi e la protezione dei fattori di crescita (associata alla riassorbibilita'). La matrice e' da abbinare a medicazione occlusiva a base di idropolimero (schiuma di poliuretano idropolimerico), per mantenere sotto controllo lambiente umido dellulcera. Tale medicazione biocompatibile e' un prodotto sterile, assorbente, liofilizzato in collagene naturale di derivazione bovina e Cellulosa Ossidata Rigenerata (ORC). Entrambi i componenti sono riassorbibili. Quando viene idratato (a contatto con lessudato o soluzione fisiologica) forma un gel a base di ORC e Collagene. Ha indicazione in tutte le lesioni cutanee croniche prive di residui necrotici e fibrinosi e segni clinici di infezione. La medicazione va applicata prima irrigando lulcera con soluzione fisiologica o ringer lattato,poi conformando la matrice modulante di proteasi e quindi applicando la medicazione occlusiva adesiva a base di idropolimero, 2-3 volte a settimana. Altri trattamenti Tra tutte va menzionata la pressione negativa o Negative Pressure Wound Terapy (NPWT) sistema non Copyright 2011 Prex S.p.A. - Tutti i diritti riservati 26 of 47 invasivo e dinamico che promuove il processo di guarigione delle ferite. Applica una pressione negativa (sub-atmosferica) sul letto della lesione attraverso un tubo di drenaggio che contrae un filler in schiuma di poliuretano o in garza antimicrobica, in modo continuo o intermittente (40-125 mmHg) . Fornisce un ambiente umido e chiuso, riduce ledema,rimuove i fluidi in eccesso,promuove la formazione di tessuto di granulazione e la perfusione. Indicazioni Ferite croniche, acute, traumatiche e deiscenti con importante perdita di sostanza, ulcere diabetiche, ulcere da decubito cavitarie e ulcere venose, ustioni, lembi e innesti . Controindicazioni Ulcere neoplastiche, osteomieliti non trattate, fistole non enteriche e inesplorate, tessuto necrotico con escara, ferite con segni di infezione sistemica, posizionamento su vasi sanguigni ed organi esposti . Copyright 2011 Prex S.p.A. - Tutti i diritti riservati 27 of 47 capitolo 04 Fasi della medicazione Fasi della medicazione Bibliografia del capitolo - EWMA (European Wound Management Association) - Documento di posizionamento 'Gestione delle ferite infette' 2006 - EWMA (European Wound Management Association) - Documento di posizionamento 'Identificazione dei criteri per le ferite infette' 2005 - Principi di Best Practice World Union of Wound Healing Societies 'Le ferite infette nella pratica clinica' - Un consenso internazionale 2008 Fasi della medicazione - Detersione Lobiettivo della detersione di una ferita e' quello di sciogliere e lavare i detriti superficiali prima della medicazione e di ridurre il livello di batteri nel letto della ferita. Copyright 2011 Prex S.p.A. - Tutti i diritti riservati 28 of 47 La detersione dellulcera e' sempre necessaria, ad ogni cambio di medicazione, e puo' essere effettuata irrigando la lesione con abbondante soluzione fisiologica o ringer lattato mediante una siringa sterile, indirizzando il getto in direzione trasversale, onde favorire lasportazione meccanica dei detriti presenti sul letto della ferita, ma delicatamente. Tipi di detergenti e soluzioni che si possono utilizzare : - soluzione salina: isotonica salina sempre appropriata e sicura per detergere una ferita. - soluzione di ringer lattato: grazie alla composizione ricca di sali di potassio e' in grado di aumentare il trofismo cutaneo. - agenti detergenti commerciali: la maggior parte contengono agenti attivi di superficie in quantita' non tossiche per ripulire la superficie delle lesioni dai detriti. La temperatura della soluzione che si intende utilizzare per questa fase deve essere compresa tra 28 30 . Fasi della medicazione - Disinfezione E' l'abbattimento della carica batterica mediante luso di Antisettici Alla penetrazione dei germi in una soluzione di continuo della cute, linfezione e' condizionata dalla virulenza dei germi e dalla loro concentrazione e dalla ricettivita' dellorganismo. Spesso le infezioni dellulcera sono dovute ad agenti transitanti o residenti, parzialmente innocui che in condizioni particolari diventano patogeni dando luogo a fenomeni infettivi. La trasformazione in patogeni dipende si' dalla capacita' di soppravvivernza del germe, ma in buona parte anche dalla capacita' di resistenza dellospite tramite il sistema immunitario. Linfezione e' detta superficiale se non si estende ai muscoli, ai tendini, alle ossa o alle articolazioni; spesso e' dovuta a cocchi aerobi Gram positivi (stafilococchi, streptococchi) Si definisce profonda se si evidenza ascesso, artrite settica, osteomielite o tenosinovite settica. Ci sono diversi quadri clinici: Contaminazione Presenza di batteri che, per condizioni nutritive o fisiche sfavorevoli, non riescono a riprodursi. La presenza dei germi e' temporanea e la guarigione non viene ritardata Colonizzazione I batteri si moltiplicano ma senza provocare danni e reazioni dell'ospite (host reaction). Non determinano infezione della ferita Infezione I germi crescono e si moltiplicano nei tessuti dell'ospite con lesioni cellulari e reazione immunologica dell'ospite (host reaction). La guarigione si interrompe. Colonizzazione critica Copyright 2011 Prex S.p.A. - Tutti i diritti riservati 29 of 47 Deposizione e moltiplicazione di organismi nei tessuti con reazione dellospite (host reaction) associata, limitata alla lesione L'esecuzione di un tampone colturale puo' chiarire la natura dellorganismo, facendo comunque attenzione ai falsi positivi da contaminazione/colonizzazione. Debridement E il processo di rimozione, attraverso vari metodi, di tessuto non vivente (tessuto necrotico). Di seguito vengono riportati i principali metodi di debridement (o sbrigliamento) : - Autolitico : Idrogel , idrocolloidi - Osmotico : Alginato, Idrofibra, ecc. - Meccanico : Wet to dry, pressione negativa, ultrasuoni - Enzimatico : Collagenasi - Chirurgico - Biochirurgico: Larve di Lucilia Sericata La scelta dovrebbe tenere conto di : - Dolore - Selettivita' dazione - Presenza di essudato e/o infezione - Sede (struttura sanitaria o domicilio ) - Operatore - Costo Copyright 2011 Prex S.p.A. - Tutti i diritti riservati 30 of 47 capitolo 05 Wound Bed Preparation Wound Bed Preparation Wound Bed Preparation significa preparazione del letto della lesione. Dopo aver effettuato la valutazione della lesione, grado o stadio e la situazione anatomico-funzionale, si procede attenendosi a quanto prescrive la Wound Bed Preparation che costituisce un modello di approccio alle lesioni cutanee per risoluzione di problemi. La Wound Bed Preparation e' composta di quattro fasi cliniche: 1) La gestione della carica necrotica 2) La gestione della carica batterica 3) Il bilancio dei fluidi 4) La correzione del microambiente La rimozione del tessuto necrotico (mediante debridement chirurgico, enzimatico o autolitico), la gestione dellinfezione, il mantenimento di un microambiente umido (evitando la macerazione) e lo stimolo alla migrazione dei margini epiteliali (per ottenere la completa chiusura dellulcera) sono fasi che devono diventare routine della pratica clinica. Il TIME ha lo scopo di fornire al clinico una guida pratica per ricordare il processo della Wound Bed Preparation. T : tessuto necrotico o devitalizzato I : infezione o infiammazione M: macerazione o secchezza, squilibrio dei fluidi E: epidermide, margini che non progrediscono sul letto della ferita. Bibliografia del capitolo EWMA (European Wound Management Association) - Documento di posizionamento 'Wound bed preparation nella pratica clinica' 2004 Copyright 2011 Prex S.p.A. - Tutti i diritti riservati 31 of 47 capitolo 06 Protocollo di trattamento: lesioni da decubito Protocollo di trattamento: lesioni da decubito Il compito degli operatori sanitari e' quello di mettere in atto una serie di procedure avendo ben chiare le esigenze della ferita e del paziente Per raggiungere lobiettivo di portare a guarigione una lesione bisogna eseguire unaccurata anamnesi per correggere eventuali problemi clinici generali (ad es., correzione di iperglicemia), ricercare la causa che ha generato la comparsa della lesione ed infine valutare attentamente la lesione per intraprendere la medicazione piu' idonea. La scelta della medicazione deve innanzitutto passare attraverso gli obiettivi curativi che si vogliono raggiungere, e poi attraverso la valutazione dei risultati intermedi raggiunti confrontati a quelli previsti . In questo capitolo viene riportato un esempio di protocollo operativo per il trattamento lesioni da decubito con la finalita' di uniformare il metodo di trattamento e le scelte dei prodotti da utilizzare per la medicazione nelle varie fasi. Bibliografia del capitolo Copyright 2011 Prex S.p.A. - Tutti i diritti riservati 32 of 47 - Piaghe da decubito di E. Ricci - R. Cassino II Edizione Ed. Minerva medica - Criteri-guida di Pratica Clinica, n. 15 - Prevenzione e trattamento delle lesioni da decubito - Linee Guida Integrali a cura di A. Calosso e E. Zanetti Ed. A.I.S.Le.C Associazione Infermieristica per lo Studio delle Lesioni Cutanee - 'Le lesioni da decubito' - ASL 2 savonese Osp. S. Paolo di Savona. A cura del Gruppo Permanente sulle lesioni da decubito dell'ASL Savonese. Sett. 2005 Lesioni da decubito di I grado - Clinica Eritema della cute intatta non reversibile alla digitopressione. La discromia cutanea, il colore, ledema, lindurimento possono anche essere utilizzati come parametri di valutazione, in particolare nei soggetti di razza scura. Obiettivo Ripristinare la vascolarizzazione e prevenire lulcerazione cutanea. Lesioni da decubito di I grado - Eliminazione compressione locale - Mobilizzazione con cambi di postura personalizzati alle esigenze del paziente. - Evitare la postura che poggi sulla zona interessata dalla lesione al fine di promuovere la rivascolarizzazione. - Adottare un ausilio che assicuri uno scarico della pressione sulla cute rispetto al piano di appoggio. - Per sollevare il paziente dal piano di appoggio utilizzare sempre il lenzuolo o la traversa sottostante per evitare frizioni o sfregamenti. - Il paziente ruotato sul fianco non deve superare linclinazione di 45 . - In posizione supina porre sempre un cuscino sotto il cavo popliteo del paziente abbastanza alto da assicurare che i talloni siano sollevati sul piano di appoggio. - Utilizzare archetti alzacoperte. Lesioni da decubito di I grado - Cura e protezione della cute Cura della cute Detergere la cute con detergenti non aggressivi per la cute diluiti in acqua tiepida evitando sfregamenti eccessivi. Effettuare la detersione della cute piu' volte al giorno e comunque ogni qualvolta e' necessario. Copyright 2011 Prex S.p.A. - Tutti i diritti riservati 33 of 47 Protezione della cute - Applicare sulla cute creme per il corpo ad azione idratante e nutriente in grado di ripristinare le difese e lidratazione cutanee. La crema va applicata tutte le volte che si procede alla detersione e la sua scelta e' condizionata al tipo di cute del paziente (idratanti o nutrienti, olio di mandorla) In presenza di incontinenza urinaria o fecale proteggere la cute dallaggressione dei liquidi organici mediante applicazione di prodotti barriera come: - creme allossido di zinco - medicazioni idrocolloidali a spessore sottile - medicazioni in film Va ricordato che la rimozione di creme e prodotti a base di ossido di zinco va effettuata con lutilizzo di sostanze oleose in quanto lossido di zinco e' liposolubile. Assolutamente da evitare frizioni che potrebbero ledere i vasi sanguigni gia' compromessi ed in particolare modo frizioni con soluzioni alcoliche ( tipo alcool saponoso, lozioni ecc.) in quanto seccano lo strato corneo rendendo la cute maggiormente vulnerabile alle aggressioni chimiche e meccaniche. Presidi preventivi Utile sulle zone particolarmente soggette a frizioni o sfregamenti (come sacro, talloni, gomiti) applicare dei presidi atti a proteggere la cute come ad esempio: - idrocolloidi a spessore sottile - film membrana Lesioni da decubito di II grado - Clinica Lesione a spessore parziale che coinvolge lepidermide o il derma . Lulcera e' superficiale e si presenta clinicamente come un' Abrasione, una vescica o una lievissima cavita'. Obiettivo: favorire la ricostruzione cutanea Il primo step del protocollo e' sovrapponibile a quello delle lesioni di I grado e consiste nella eliminazione della compressione locale. Lesioni da decubito di II grado - Monitoraggio della lesione Per monitorare la lesione e' possibile utilizzare un film membrana. Ricoprire la lesione con il film membrana e procedere alla rilevazione del perimetro della stessa utilizzando eventualmente una carta millimetrata. Andrebbero effettuate rilevazioni fotografiche allinizio del trattamento e successivamente ogni 5 - 7 giorni o in casi particolari anche con tempi piu ravvicinati con lobiettivo di poter valutare nel tempo Copyright 2011 Prex S.p.A. - Tutti i diritti riservati 34 of 47 levoluzione migliorativa o peggiorativa della lesione. Lesioni da decubito di II grado - Detersione Detergere la lesione utilizzando soluzione fisiologica o Ringer lattato ad una temperatura di circa 30 al fine di mantenere la temperatura costante allinterno dellulcera. Se si utilizza la soluzione a temperature piu basse si arresta il processo riparativo e si puo' stimolare senzazione dolorosa. Per la detersione e lallontanamento di detriti o residui di medicazioni precedenti, utilizzare una siringa da 20 ml collegata ad ago cannula da 18 G che meccanicamente assicura la totale rimozione dei detriti dal fondo dellulcera. Alla fine dellirrigazione tamponare delicatamente (senza strofinare) solo il contorno (cute perilesionale) della lesione da decubito con garza non necessariamente sterile ma pulita. Lesioni da decubito di II grado - Debridement - In presenza di fibrina applicare medicazione con idrogel. Utilizzare lidrogel non interferisce negativamente con la progressione del processo riparativo in atto ma anzi, idratando la lesione, facilita il debridement autolitico favorendo la granulazione della lesione. Utilizzando lidrogel la medicazione va rinnovata e sostituita ogni 2 massimo 3 giorni. La cute perilesionale va protetta con crema barriera. - E' possibile utilizzare pomate con azione proteolitica ed il loro utilizzo deve immediatamente essere sospeso appena compare il tessuto di granulazione. La cute perilesionale va protetta con crema barriera. - Non utilizzare durante lapplicazione di pomate proteolitiche, antisettici in quanto ne neutralizzano lazione. In caso si utilizzino antisettici e' opportuna praticare un accurato lavaggio della lesione con soluzione fisiologica o ringer lattato per rimuovere completamente residui dellantisettico utilizzato. - Lattivita' proteolitica diminuisce progressivamente dopo lapplicazione e molto probabilmente risulta essere totalmente assente dopo 24 ore. E quindi necessario sostituire quotidianamente la medicazione con questo tipo di preparati. - E' possibile utilizzare insieme ai proteolitici medicazioni con idrogel. Nella sostituzione della medicazione e' necessario fare attenzione a non traumatizzare e danneggiare il letto dellulcera per evitare la rottura accidentale di nuovi capillari in formazione Lesioni da decubito di II grado - Medicazione Copyright 2011 Prex S.p.A. - Tutti i diritti riservati 35 of 47 Idrocolloidi Sono indicati per lesioni mediamente essudanti. Il tipo sottile va utilizzato su lesioni superficiali (abrasioni) poco essudanti. La saturazione della medicazione idrocolloidale e quindi la necessita' di una sostituzione si evidenza con la modificazione della colorazione della stessa che da opaca diventa bianca e traslucida; e' necessario cambiare la placca anche quando lessudato fuoriesce dai bordi. Inizialmente rinnovare la medicazione ogni tre giorni . lintervallo di sostituzione tra una medicazione e laltra potra' essere al massimo di sette giorni. Schiume in poliuretano Sono indicate per lesioni particolarmente essudanti . Sostituire ogni due o tre giorni o prima se dalla medicazione fuoriesce materiale scollandosi. Lasciare in sede al massimo per sette giorni. Fibre idroattive Altamente assorbenti, sono indicate per ulcere essudanti. Possono essere utilizzate per ferite con tragitti fistolosi. La falda di fibra idroattiva va coperta con garze non necessariamente sterili ma pulite e fissata con benda o cerotto. La medicazione va sostituita ogni due giorni o quando si trasforma in gel, indice di completa saturazione. Sostituzione della medicazione E' fondamentale segnalare sempre sulla medicazione la data in cui e' stata effettuata. - Per sostituire una placca idrocolloidale autoadesiva: procedere allasportazione staccando un angolo e procedendo sfibrando i lembi con entrambe le mani per non traumatizzare il tessuto neoformato. - Per sostituire una schiuma :prima di asportarla procedere con un abbondante lavaggio con soluzione fisiologica. Lesioni da decubito di III grado - Clinica Lesione a tutto spessore che implica danno o necrosi del tessuto sottocutaneo che puo' estendersi sino alla fascia sottostante muscolare senza oltrepassarla. Si presente come una profonda cavita', associata o meno a tunnellizzazione dei tessuti circostanti. Obiettivo: rimuovere il tessuto necrotico e portare a miglioramento e guarigione la lesione I primi due step del protocollo operativo sono come quello delle lesioni di II grado : eliminazione della compressione locale e detersione Lesioni da decubito di III grado - Rimozione tessuto necrotico Copyright 2011 Prex S.p.A. - Tutti i diritti riservati 36 of 47 Se e' presente unescara occorre preparare la lesione alla rimozione chirurgica con lapplicazione di una medicazione con idrogel o con medicazione proteolitica che, ammorbidendo gli strati superficiali, ne facilitino la asportazione. In presenza di escara secca e' consigliabile praticare delle incisioni con un bisturi per fare penetrare meglio la pomata (enzimi proteolitici) e sbrigliare piu' velocemente la necrosi. L' asportazione chirurgica deve essere effettuata in tempi successivi e da personale medico-chirurgo previa somministrazione di anestetici per via locale o generale in ambiente adeguato (sala operatoria). Per creare maggiore umidita' ed ammorbidire lescara coprire la lesione con un film membrana. In caso di sanguinamento dopo debridement chirurgico anziche' utilizzare garze asciutte da apporre allinterno della lesione, utilizzare come medicazione gli alginati di calcio che hanno un alto potere emostatico e non fanno formare coaguli. Lesioni da decubito di III grado - Disinfezione Nelle lesioni di 3 grado e' utile utilizzare antisettici a base di ipoclorito di sodio allo 0,05% finche' e' presente sulla lesione tessuto necrotico. Successivamente detergere con soluzione fisiologica o ringer. In caso di lesioni con evidenti segni di infezione (presenza di secrezioni purulente, cattivo odore, tumefazione e arrossamento, comparsa di febbre) o in presenza di lesioni che stentano a guarire, puo' essere utile effettuare un tampone colturale. Un esame colturale positivo e segni locali di infezione della lesione rendera' necessaria ladozione di antibiotici per via sistemica che il medico prescrivera' previa lettura e consultazione dellantibiogramma. Lesioni da decubito di III grado - Controllo del dolore Il trattamento dellulcera di terzo grado con medicazioni avanzate puo' determinare una considerevole riduzione della sintomatologia dolorosa, in quanto queste medicazioni proteggono le terminazioni nervose. Se cio' non fosse ancora sufficiente, occorre che il medico prescriva una terapia antalgica idonea. Lesioni da decubito di III grado - Medicazione Applicare idrogel o prodotti proteolitici (ma solo finche' non inizia il processo di granulazione) e Copyright 2011 Prex S.p.A. - Tutti i diritti riservati 37 of 47 ricoprire con medicazione secondaria avanzata a seconda delle condizioni dellulcera: - idrocolloidi in caso di lesioni non particolarmente essudanti (essudazione bassa o media) - schiume in poliuretano sulle lesioni con essudato alto In caso di lesioni con profonde cavita' riempire lo spazio morto con materiali da medicazione come schiume di poliuretano (di tipo cavitario), alginati o idrofibra. Tali prodotti vanno posti allinterno della cavita' senza essere compressi in quanto, possedendo unelevata capacita' di assorbire e trattenere lessudato, aumentano il loro volume con il rischio, se stipati, di comprimere il tessuto sottostante creando sensazioni dolorose e fastidiose al paziente. Possono essere tranquillamente utilizzati anche in presenza di tramiti fistolosi. Inizialmente potrebbe essere necessario un cambio quotidiano o piu' della medicazione fino alla completa scomparsa del tessuto necrotico ed alla diminuizione dellessudato;successivamente lasciare poi la medicazione per tre o quattro giorni. Da prendere in considerazione lutilizzo di sistema a pressione negativa che, benche' costosa, riduce i tempi di guarigione riempiendo molto piu' velocemente la cavita' con tessuto neoformato e preservando il paziente da eventuali infezioni. Successivamente passare alla medicazione come sopra descritto. Tenere in considerazione che in relazione al danno e quindi allampiezza della lesione puo' essere necessario oltre un anno per portare a completa guarigione la lesione. Lesioni da decubito di IV grado - Clinica Ferita a tutto spessore, con distruzione dei tessuti, necrosi, danni a muscoli, ossa o strutture di supporto. Obiettivo: rimozione del tessuto necrotico se presente, controllo delle infezioni Lesioni da decubito di IV grado - Medicazione Gli step del protocollo di trattamento sono sovrapponibili a quelli delle lesioni di terzo grado: eliminazione della compressione locale, detersione, rimozione del tessuto necrotico, disinfezione e medicazione. Copyright 2011 Prex S.p.A. - Tutti i diritti riservati 38 of 47 Nelle lesioni di IV grado (iperessudanti) si puo' utilizzare alginato di sodio o di calcio. Si puo' quindi ricoprire con schiume di poliuretano o con garze non necessariamente sterili. Necessitano inizialmente di cambi di medicazioni piu' frequenti. Evitare l'utilizzo di medicazioni occlusive in quanto aumentano il rischio di infezione. Copyright 2011 Prex S.p.A. - Tutti i diritti riservati 39 of 47 capitolo 07 Casi clinici Casi clinici Caso clinico 1 - Donna di 67 anni, diabetica - Ricoverata in rianimazione per coma chetoacidosico con grave ulcerazione calcaneale destra infetta (enterococco fecalis) e perforante plantare - Radiograficamente area osteolitica del margine posteriore del calcagno - Successivo ricovero in reparto malattie infettive (ciclo di terapia iperbarica per tre settimane) La lesione alla presa in carico (Fig.1) appariva molto estesa (diametro 8 cm.) sottominata con presenza di materiale necrotico colliquato, cute perilesionale notevolmente macerata, iperessudante, vistoso edema del piede e dellarto inferiore destro. Fig. 1 Utilizzando WBP e TIME: 1) rimozione tessuto necrotico: e' stata eseguita inizialmente toilette chirurgica della lesione Copyright 2011 Prex S.p.A. - Tutti i diritti riservati 40 of 47 2) controllo carica batterica : terapia antibiotica per losteomielite 3) controllo essudato (trattamento con pressione negativa) 4) Risolte queste problematiche ed ottenuto un ottimo miglioramento della lesione (Fig. 2) dopo quattro settimane di trattamento con pressione negativa, iniziato trattamento locale con medicazione avanzata in idrofibra con argento sino a completa guarigione. Fig.2 Caso clinico 2 - Paziente di sesso maschile di anni 60, diabetico e con gravi problemi respiratori, obeso - Ampia lesione cavitaria sottominata per toilette chirurgica di ascesso sacrale (lesione di 3 grado) - Lesione con bordi macerati, presenza di slough, iperessudante con bordi di lesione macerati ed infiammati Le due foto successive mostrano la valutazione della lesione prima dell'inizio del trattamento con pressione negativa RiVALUTAZIONE DELLA LESIONE dopo 15 gg di trattamento PRESSIONE NEGATIVA IN FUNZIONE Copyright 2011 Prex S.p.A. - Tutti i diritti riservati 41 of 47 RISULTATO DOPO 18 GIORNI DI TRATTAMENTO Particolare di nuove tessuto neoformato, assenza completa di slough. Lesione detersa, margini e bordi indenni con bordi color rosa che indicano che il processo di guarigione sta procedendo in modo adeguato alle aspettative riduzione dellessudato. Caso clinico ancora in corso di trattamento. Caso clinico 3 - Paziente donna di 75 anni, diabetica e arteriopatica - Presenza di lesione arto inferiore sinistro per occlusione arteria tibiale - Dolore presente - Odore : pungente La lesione e' in allargamento, con necrosi tendinea, cute perilesionale calda e iperemia, iniziale segni di infezione. Copyright 2011 Prex S.p.A. - Tutti i diritti riservati 42 of 47 INIZIO TRATTAMENTO TRATTAMENTO 1) Rivascolarizzazione 2) rimozione tessuto necrotico : iniziale applicazione di medicazione in idrogel per idratare la necrosi 3) successivamente toilette chirurgica per rimuovere completamente la necrosi 4) applicazione di medicazioni in schiuma di poliuretano con argento sino a guarigione FINE TRATTAMENTO Caso clinico 4 - Paziente uomo di 80 anni con ferita post traumatica - Nella lesione: area rossa ed aree gialle e nere - Cute perilesionale ben idratata e di colore roseo. INIZIO TRATTAMENTO Copyright 2011 Prex S.p.A. - Tutti i diritti riservati 43 of 47 TRATTAMENTO 1) rimozione del tessuto giallo e nero con utilizzo di medicazione in idrocolloide da sostituire ogni tre o quattro 2) successivamente medicazione con schiuma di poliuretano da sostituirsi ogni cinque sei giorni sino a completa guarigione. FINE TRATTAMENTO Caso clinico 5 - Paziente di sesso femminile di 25 anni - Lesione al primo dito piede destro dovuta a neuropatia da conflitto con calzature non idonee. INIZIO TRATTAMENTO Copyright 2011 Prex S.p.A. - Tutti i diritti riservati 44 of 47 TRATTAMENTO Nessuna medicazione particolare se non lapplicazione di una banale garza grassa. E' stata rimossa la causa che ha provocato la lesione (scarpe idonee e tutore per ridurre conflitto consigliate e prescritte dal podologo). FINE TRATTAMENTO Caso clinico 6 Vengono riportate dei casi clinici con azioni errate da evitare. 1) Lesioni multiple da decubito di 2 e 3 grado dove e' stato utilizzato medicazione colorante ( eosina o mercuro cromo) presumibilmente per 'asciugare' la lesione (guarigione in ambiente secco) . Come abbiamo visto per portare la lesione a guarigione bisogna mantenere un adeguato ambiente umido. Inoltre il colorante maschera eventuali cambiamenti di colore della cute. Medicazione consigliata: idrocolloide o schiuma in poliuretano in base alla quantita' di essudato Copyright 2011 Prex S.p.A. - Tutti i diritti riservati 45 of 47 presente. 2) Lesione da decubito del tallone di 2 grado. Si puo' notare intorno alla lesione unampia area biancastra che denota unimportante macerazione dei tessuti perilesionali. Le cause sono da imputarsi o ad una medicazione errata (utilizzo di idrogeli) o a tempi errati nel cambio della medicazione ( probabile utilizzo di idrocolloide). Sarebbe stato opportuno proteggere maggiormente la cute perilesionale con creme a base di ossido di zinco o grasse oppure rimuovere precocemente la medicazione oppure utilizzare una medicazione in schiuma di poliuretano. 3) Nella foto sotto riportata non e' visibile la lesione ma si puo' notare come la medicazione sicuramente molto piu grande della lesione abbia danneggiato la cute del paziente. Il problema e' sorto in quanto e' stata utilizzata una medicazione in schiuma molto spessa e senza bordi smussati e arrotondati sotto bendaggio compressivo. Era preferibile utilizzare una medicazione idonea anche in schiuma con i bordi assottigliati o a seconda della quantita' di essudato una medicazione in alginato o in idrofibra. Conclusione del corso Copyright 2011 Prex S.p.A. - Tutti i diritti riservati 46 of 47 Il corso si conclude qui. Ora puoi provare a dare il test ECM utilizzando il pulsante 'Test conclusivo'. 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