Luglio 2008 Anno 3, Numero 1 EDITORIALE Il New England Journal of Medicine resta ancora la sede delle migliori informazioni scientifiche disponibili. Quest’anno, nel numero del 15 maggio è stata pubblicata una delle più complete review sui biomarkers nello scompenso cardiaco, ed il nome dell’autore non ha bisogno di commenti: Eugene Braunwald. La proposta di Braunwald è quella di raggruppare in sei categorie ben definite i principali biomarkers oggi disponibili, più una settima ancora in via di ricerca e sviluppo, che definisce come “nuovi markers”. Le sei categorie riguardano (1) i markers dell’infiammazione, tra cui certamente il più diffuso resta la CRP, (2) quelli dello stress ossidativo, e qui la novità potrebbe essere quella di un uso facile e disponibile dell’acido urico, (3) quelli del rimodellamento, (4) i neuro ormoni, tra i quali sta assumendo rilevanza l’arginina vasopressina, (5) quelli del danno della miocellula, con grande rilevanza alle troponine anche per lo scompenso, ed infine (6) quelli dello stress di tessuto miocardico. Tra questi il NT-pro –BNP è certamente quello che vanta la migliore evidenza. La possibilità di valutare congiuntamente più biomarkers appartenenti a categorie differenti appare in grado di consegnare al clinico dati importantissimi sulla prognosi e sull’indirizzo terapeutico da adottare. Nella categoria dei nuovi markers sembra di notevole interesse, e specificatamente per i pazienti diabetici, il dosaggio dell’adiponectina, che, come è noto, è un fattore strettamente correlato alla sensibilità insulinica ed alla disfunzione del tessuto adiposo. L’invito a tutti è di andare a cercarsi il fascicolo N Engl J Med 2008:358:2148 e leggere il testo completo. Ma le informazioni dal New England non si fermano qui. Sul numero di giugno sono comparsi i risultati di due studi molto rilevanti sia per gli specialisti diabetologi che per i cardiologi, corredati da diversi editoriali di commento, tra i quali mi sembra opportuno segnalarne uno dal titolo fortemente significativo: “Targets glicemici e malattia cardiovascolare”, di William Cefalu (N Engl J Med 2008;358:24-2633). I trials, i cui risultati sono stati presentati ufficialmente al Congresso ADA a S. Francisco ai primi di giugno, sono l’ACCORD (Action to Control Cardiovascular Risk in Diabetes) e l’ADVANCE (Action in Diabetes And Vascular Disease; Preterax and Diamicron Modified Release Controlled Evaluation). Entrambi sono studi volti a valutare se un trattamento intensivo della glicemia con ottenimento di valori di HbA1c inferiori a 6.5% possa essere benefico per gli outcomes cardiovascolari. I risultati sono stati decisamente deludenti, ma le informazioni che ci giungono hanno una enorme rilevanza clinica. L’ACCORD è stato sospeso in anticipo per il riscontro di un incremento della mortalità totale del 22% nella popolazione trattata intensivamente, che aveva raggiunto una HbA1c di 6.4%. Le analisi statistiche dei risultati del trial non sono riuscite a mettere in evidenza una singola causa (ipoglicemie? Particolari farmaci usati?), tuttavia almeno tre elementi di discussione sembrano molto significativi. In primo luogo la velocità e l’entità della riduzione della HbA1c, che è stata molto rapida e molto intensa, con un calo dell’1.4%. Poi il fatto che la popolazione in studio fosse generalmente ad alto rischio. Ma soprattutto il rilievo che l’aumento della mortalità, e comunque dell’outcome composito primario, fosse praticamente tutto a carico della popolazione a maggior rischio, mentre nella parte di soggetti in studio a rischio più basso si è osservata una riduzione degli eventi. L’implicazione clinica appare evidente: una forte personalizzazione della terapia antidiabetica, con obiettivi differenziati: non meno di 7% in soggetti ad alto rischio, verso il 6.5% in quelli a più bassa probabilità di malattia cardiovascolare. L’ADVANCE, tutto sommato, sembra confermare tale indirizzo: anche questo studio non ha osservato una riduzione degli eventi cardiovascolari maggiori nei soggetti a trattamento più intensivo, ma non ha neppure registrato un aumento della mortalità come nell’ACCORD. Tuttavia i valori di HbA1c ottenuti erano un po’ più elevati (6.8%), la riduzione dal baseline meno marcata (0.6%), e meno rapida. L’ADVANCE ha invece definitivamente confermato un netto miglioramento dal punto di vista delle microangiopatie diabetiche, e segnatamente di quella renale, con un conseguente miglioramento anche della prognosi cardiovascolare, ed in particolare proprio per lo scompenso cardiaco. Dai due studi sia i Diabetologi che i Cardiologi traggono un’indicazione precisa: il controllo glicemico nei loro pazienti diabetici è fondamentale, ma va fortemente individualizzato. Il target più perseguibile è un valore uguale o appena inferiore a 7% nei soggetti ad alto rischio ed in particolare in quelli che hanno già avuto un evento, mentre potrà essere anche un po’ inferiore (6.5%) in soggetti ancora esenti da patologie cardiovascolari evidenti. Marco Comaschi Chairman Studio DYDA Vi segnaliamo che copia dei lavori citati potrà essere richiesta al Centro di Coordinamento DYDA e-mail [email protected], Fax 055 572981 Tel 055 588972 Dal Centro di Coordinamento CENTRI CHE HANNO ARRUOLATO DI PIU’ Ospedale Pazienti Az. Ospedaliera S. Maria, Terni 51 Osp. Franchini, Montecchio Emilia 50 Ospedale S. Paolo, Milano 49 Ospedale Maggiore, Chieri 47 Ospedale Civile, Brescia 44 Ospedale Civile, Mirano 44 CARATTERISTICHE BASALI dei 970 pz. Maschi 62% Età media (mean±DS) anni 62 ± 8 15% Età > 70 anni Vi chiediamo ora di concentrare i vostri sforzi sul follow-up dei pazienti! Vi ricordiamo che i pazienti devono essere rivisti in follow-up a 12 e 24 mesi dall’arruolamento. Nel follow-up a 24 mesi, oltre alla visita clinica, dovranno essere effettuati al paziente l’ECO e l’ECG. AVANZAMENTO MATERIALI DELLO STUDIO AL 15/07/08 Attese Ricevute Basali CRF 970 970 ECO 955 949 ECG 952 952 Follow-up 12 mesi CRF 719 562 Follow-up 24 mesi CRF 2 1 ECG 1 0 ECO 1 0 DAL LABORATORIO CENTRALE BIOUMORALE Tutti i campioni bioumorali sono stati ritirati dai Centri. Sono ora conservati presso l'Istituto Mario Negri ed i dosaggi previsti dal protocollo inizieranno a breve. Centro di Coordinamento Centro Studi ANMCO - Firenze Tel 055 588972 - Fax 055 572981 e-mail [email protected]