BAHRAIN, NEGLI USA UN’AMBASCIATRICE EBREA
Mercoledì 25 Giugno 2008 01:05
di Marco Montemurro
Nel Bahrain, piccolo stato del Golfo Persico, la nomina del nuovo ambasciatore a Washington
non è passata inosservata. Assegnando la carica a Houda Ezra Nonoo, per la prima volta un
paese arabo ha scelto una ebrea come proprio rappresentante e, oltre a ciò, per la prima volta
nel mondo una donna è stata designata come ambasciatrice negli Stati Uniti. Houda Ezra
Nonoo è già nota nella politica del Bahrain poiché dal 2006 è membro della Shura, la Camera
alta composta da 40 persone nominate direttamente dal re, ed è presidente dal 2004
dell’organizzazione nazionale per la tutela dei diritti umani “Bahrain Human Rights Watch”.
L’attenzione della stampa internazionale è stata così attirata verso il Bahrain, paese che,
benché poco noto, ha caratteristiche particolari rispetto al contesto regionale. Il 70% della
popolazione è sciita, mentre la monarchia dalla famiglia Al Khalifa è una dinastia sunnita. Nel
piccolo stato, nel quale risiedono circa 700.000 abitanti, vi sono pertanto contrasti sociali poiché
gli sciiti sono esclusi dagli incarichi di potere. Il paese sul piano internazionale è stato reso
famoso soprattutto per la costruzione del circuito di Formula 1 inaugurato nel 2006 e per i
grandi investimenti finanziari e edilizi avviati per trasformare il regno in un’accogliente centro di
affari commerciali e in una meta turistica. Il Bahrain inoltre dal punto di vista delle strategie
militari è noto per la presenza della V flotta militare degli Stati Uniti, paese fortemente alleato e
interessato a non perdere l’egemonia nella regione.
La nomina di una donna ebrea come ambasciatrice di un paese arabo ha ovviamente
provocato polemiche e commenti. La mossa è stata interpretata sia come un segno di un
maggiore impegno per includere le donne e le minoranze religiose in politica, sia come una
dimostrazione di maggiore democrazia e uguaglianza da parte della monarchia. Il ministro degli
Esteri ha spiegato che "indipendentemente dalla religione, in primo luogo Houda Ezra Nonoo è
di nazionalità bahraini, così come lo è stato suo padre e suo nonno". Una piccola comunità
ebraica infatti risiede in Bahrain, l’unica presente nei regni del Golfo Persico, un gruppo
attualmente però esiguo che conta meno di 50 persone. Famiglie ebraiche di commercianti
arrivarono in Bahrain verso la fine del XIX secolo, in prevalenza provenienti dall’Iraq, e nella
prima metà del ’900 la comunità raggiunse circa 1500 persone alle quali fu permessa la
costruzione della sinagoga, l’unica nella regione, e un cimitero ebraico.
In Bahrain, data la presenza di molti stranieri, vi sono anche chiese cristiane e tempi induisti
ma, nonostante il clima di tolleranza religiosa, la gran parte degli ebrei del Bahrain ha preferito
lasciare il paese. Benché fossero integrati nella società molti decisero di lasciare le case dopo il
1948, anno della nascita dello stato di Israele, diretti verso lo stato ebraico o l’Europa o
l’America, e successivamente altre partenze vi furono dopo il 1967 di conseguenza alla guerra
dei sei giorni.
Il Bahrain con Israele non ha accordi diplomatici e pertanto tutti i cittadini, inclusi i pochi ebrei
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rimasti con passaporto bahraini, non possono recarsi in Israele. Il paese ha solo relazioni
commerciali con lo stato ebraico, avviate nel 2004 a seguito di un accordo bilaterale di libero
commercio stipulato con gli Stati Uniti. L’ambasciatrice Houda Ezra Nonoo non è la prima ebrea
a essere stata nominata dalla monarchia per entrare nella camera alta del Bahrain.
E’ stata preceduta nel 2000 da Abraham David Nonoo, anch’egli membro della nota famiglia
ebraica, la principale delle sette rimaste nel paese. Re Hamad ibn Isa Al Khalifah vuole pertanto
mostrare di accogliere in politica le minoranze religiose e di genere e a tal fine ha incluso nella
camera alta anche una cristiana, Alees Samaan, insieme a altre 10 donne. La scelta dei
componenti della camera alta comunque, essendo espressione della monarchia, non
rispecchiano l’andamento politico del paese. La Camera bassa, eletta direttamente dalla
popolazione, dopo le scorse elezioni del 2006 ha visto il partito sciita Al Wefaq ottenere la
maggioranza, formazione in attrito con la famiglia reale.
In tale contesto frazionato, la scelta di un’ebrea come rappresentante del Bahrain a
Washington ha suscitato controversie. Houda Ezra Nonoo alla stampa ha affermato che si
sente orgogliosa di servire il suo Paese "prima di tutto come una cittadina del Bahrain" e ha
spiegato che non è stata scelta in base alla sua religione. Ha ribadito essere “un grande onore
essere stata nominata come prima donna ambasciatrice negli Stati Uniti” e si è detta “ansiosa di
fronte a questa nuova sfida”.
Nei riguardi della politica interna Houda Ezra Nonoo è la promotrice di una legge che
dovrebbe consentire alle famiglie ebree che abbandonarono il paese prima del 1948 di tornare
in Bahrain e acquisire la piena cittadinanza del paese arabo. Una legge che permette ai
discendenti degli ebrei di tornare nel paese d’origine e acquisire la cittadinanza è presente in
Germania, norma ratificata subito dopo la seconda guerra mondiale per tutelare le vittime della
Shoah. Fino al 1998 la legge fu trascurata poiché poco più di 700 ebrei richiese la cittadinanza
tedesca, opportunità che negli ultimi anni invece viene presa in considerazione in maniera
crescente.
In Germania il numero di persone che posseggono doppio passaporto, tedesco e israeliano, è
salito a oltre 4000 in meno di 10 anni. Forse Houda Ezra Nonoo ha in mente un simile ritorno,
per ricostruire la comunità ebraica che risiedeva nel Bahrain prima della nascita dello stato di
Israele. La proposta però susciterà sicuramente polemiche, anche perché la questione
riaccenderebbe le proteste del partito sciita Al Wefaq che già accusa le autorità governative di
concedere troppo facilmente la cittadinanza bahraini ai musulmani sunniti, piano per poter
ridurre la differenza demografia tra sciiti e sunniti.
Il Bahrain con le recenti scelte inusuali si mostra così un paese interessante nella regione,
dove è presente una diversità di opinioni e vedute. La monarchia è senz’altro consapevole di
aver attirato l’attenzione del mondo arabo con la nomina di un’ebrea ambasciatrice negli Stati
Uniti. Forse la mossa serve per migliorare l’immagine del paese, forse è un passo di apertura
verso le minoranze, o forse il disegno è strategico per le relazioni con Washington. Non è facile
giudicare le recenti decisioni della monarchia Al Khalifah, ma sicuramente tali novità rendono il
Bahrain particolare rispetto allo scenario mediorientale.
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