a cura della Dott.ssa Raffaella Cordì
TIPI DI FRUTTI
Dopo che il polline ha fecondato gli
ovuli, questi diventano semi e l'ovario,
talora insieme ad altre parti del fiore, si
modifica più o meno profondamente
trasformandosi in frutto.
Le pareti del frutto, che hanno il compito di
proteggere i semi, costituiscono il pericarpo.
Il
pericarpo,
quindi,
deriva
dalla
trasformazione
dell’ovario
dopo
la
fecondazione ed è costituito da:
epicarpo che deriva dall’epidermide esterna,
mesocarpo che deriva dal mesofillo,
endocarpo che deriva dall’epidermide interna.
La grande diversità di forme, dimensioni, consistenza, modalità di
apertura e anatomia dei frutti ha dato luogo alla descrizione di molti
tipi di frutti.
Di solito, quando si parla di frutto, s'intende appunto l'insieme del seme e
dell'ovario che gli sta attorno (vero frutto). Se il frutto deriva da trasformazioni
non solo dell’ovario, ma anche di strutture quali sepali, brattee, ricettacolo (che
diventa grosso e carnoso), ecc., è detto falso frutto o pseudocarpo (es. mela,
pera, fico).
In altre piante quello che noi chiamiamo frutto è in realtà una infruttescenza, cioè
un insieme di tanti singoli frutti riuniti, oppure frutti aggregati, cioè un insieme
di frutti derivanti da un unico fiore pluricarpellare apocarpico (es. mora di rovo)
Nelle Conifere, invece, non si può formare un vero frutto perché manca l'ovario.
In esse l'involucro che avvolge i semi e che comunemente si chiama pigna o
strobilo (pino, abete) od anche coccola (ginepro) è formato dalle squame che
proteggono gli ovuli, ingrandite e lignificate dopo la fecondazione del fiore.
Tutti i sistemi di classificazione dei frutti pongono parecchie difficoltà.
Il problema principale è costituito dall'enorme e spesso continua variazione nella
struttura dei frutti e dalla notevole evoluzione convergente mostrata dalle strutture
che danno origine al frutto
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Un sistema di classificazione tradizionale dei frutti è quella di Gray (1877).
Questo sistema è basato sulla consistenza del pericarpo, o parete del frutto
(carnoso, secco o duro), sul tipo di deiscenza o indeiscenza (modalità di apertura
del frutto o sua assenza), sulla forma e sulla dimensione del frutto, e sul numero
dei carpelli e degli ovuli.
Quando il pericarpo, a maturità del frutto, diviene succoso, si parla di frutti
carnosi. Quando il pericarpo diviene duro e legnoso si parla di frutti secchi, che
possono essere deiscenti (cioè a maturità si aprono per liberare i semi) o
indeiscenti (cioè a maturità non si aprono spontaneamente per fare uscire i
semi)
Questa classificazione viene presentata per mezzo di una chiave analitica.
Sebbene tale sistema sia dichiaratamente arbitrario, la chiave e le descrizioni sono
utili in ambito didattico e floristico.
FRUTTI CARNOSI
Mesocarpo
Epicarpo
DRUPA: frutto carnoso indeiscente in cui la parte
esterna è più o meno molle (occasionalmente
coriacea o fibrosa) e la parte centrale contiene uno
o più noccioli duri (pireni) che racchiudono i semi.
Epicarpo membranoso, mesocarpo carnoso,
endocarpo legnoso (nocciolo). Esempi: Celtis,
Cocos, Cornus, Ilex, Juglans, Prunus, Rubus,
Sabal.
Endocarpo
Mesocarpo
Epicarpo
Endocarpo
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BACCA: frutto indeiscente carnoso con uno, alcuni o molti
semi. La polpa può essere più o meno omogenea, oppure la
parte più esterna può essere dura, compatta o coriacea.
Epicarpo sovente membranoso, mesocarpo ed endocarpo
carnosi, mono- o pluricarpellare, monospermo (dattero),
plurispermo (pomodoro).
Esempi: Actinidia, Annona, Citrus, Cucurbita, Musa (alcune
specie), Opuntia, Passiflora, Phoenix, Punica, Sideroxylon,
Smilax, Solanum, Tamarindus, Vaccinium, Vitis.
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Epicarpo
Mesocarpo (albedo)
ESPERIDIO: frutto carnoso indeiscente con
epicarpo colorato ghiandolare, mesocarpo bianco
spugnoso
(albedo),
endocarpo
settato
membranoso. Frutto tipico del genere Citrus.
Endocarpo
PEPONIDE: è una bacca particolare
derivante da un ovario infero formato da 35 carpelli; epicarpo e mesocarpo fusi e
carnosi, endocarpo che forma verso
l’interno e tra i semi, un tessuto carnoso
molto sviluppato, deliquescente (cioè di
consistenza acquosa)
Frutto tipico delle Cucurbitaceae (melone,
cocomero, zucche, ecc.).
Mesocarpo
Epicarpo Endocarpo
Epicarpo
Endocarpo
BALAUSTIO: bacca coriacea, sferica,
coronata dai resti del calice in cui il pericarpo
presenta: epicarpo cuoioso, mesocarpo
leggermente carnoso, endocarpo membranaceo
che costituisce dei setti trasversali e logge
sovrapposte. La parte edule è rappresentata dai
tegumenti seminali carnosi. Frutto tipico del
genere Punica (melograno).
Mesocarpo
Semi
Epicarpo
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FRUTTI AGGREGATI
Derivano da gineceo apocarpico. Esempi sono:
POLIDRUPA: frutto aggregato derivante da
gineceo pluricarpellare apocarpico, costituita
dall’aggregazione di piccole drupe. Esempio:
lampone, mora di rovo (Rubus idaeus).
POLIACHENIO: frutti aggregati o multipli;
deriva da gineceo pluricarpellare apocarpico.
Esempio: Ranunculus.
CONOCARPO: Deriva da fiori con molti pistilli.
E’ costituita da tanti piccoli acheni sparsi in una
polpa carnosa che deriva dall'ingrossamento del
talamo fiorale. Esempio: Fragaria vesca.
INFRUTTESCENZE
Le infruttescenze derivano da un'infiorescenza in cui i singoli fiori formano, a
maturità, un frutto unico. Come esempio possiamo ricordare :
SOROSIO: deriva da un' infiorescenza composta da
piccoli acheni racchiusi nei calici dei singoli fiori,
diventati carnosi e simili a piccole drupe
Esempi: ananas, gelso
SICONIO: deriva dall'omonima infiorescenza in
cui tutte le parti dei singoli fiori sono diventate
carnose insieme al grosso ricettacolo che le
racchiude. I veri frutti sono i minuti acheni che
abbondano nella polpa zuccherina. Esempio: fico.
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FALSI FRUTTI
Le parti carnose derivano da parti diverse dell’ovario. Esempi sono:
POMO: è un falso frutto in quanto la parte
carnosa (la polpa) deriva dall'ingrossamento del
ricettacolo e non dell' ovario (mela, pera); il vero
frutto è il torsolo, che deriva dall'ingrossamento di
un ovario infero pluricarpellare. La parte esterna è
molle e la regione centrale contiene strutture
cartilaginee o papiracee che racchiudono il seme.
Esempi: la maggioranza delle Rosaceae,
sottofamiglia Maloideae.
CINORRODIO: numerose nucule pelose, brunegialle, racchiuse nel falso frutto ovale color rosso
vivo,
lucido,
carnoso,
che
deriva
dall'infossamento del ricettacolo a coppa
(cinorrodonte).
FRUTTI SECCHI INDEISCENTI
ACHENIO: frutto secco, minuto, indeiscente, con
parete sottile e strettamente appressata attorno ad
un unico seme; include la cipsela. Deriva da ovario
monocarpellare o bicarpelare. Esempi: Bidens,
Carex, Clematis, Ficus, Fragaria, Helianthus,
Medicago (alcune specie), Ostrya, Polygonium,
Ranunculus, Rosa (acheni racchiusi in un ipanzio
carnoso), Rumex, Sagittaria, Taraxacum, Trifolium
(alcune specie),
SAMARA:
frutto
secco,
indeiscente, dotato di espansioni
alari, contenente un solo seme
(raramente due). Deriva da ovario
bi- tricarpellare. Esempi: Ailanthus,
Betula,
Casuarina,
Fraxinus,
Liriodendron, Ulmus.
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CARIOSSIDE (= chicco): piccolo
frutto secco indeiscente, con una
sottile parete che circonda un singolo
seme al quale è più o meno aderente.
Deriva da ovario pluricarpellare
sincarpico monospermo, pericarpo
concresciuto con il seme. Esempi: la
maggioranza delle Poaceae.
OTRICELLO: piccolo frutto secco indeiscente
con parete sottile (a forma di vescica) che è
staccata dal seme. Esempi: Amaranthus (alcune
specie), Chenopodium, Lemna, Limonium.
NOCE O NUCULA: è una sorta di achenio con
pericarpo coriaceo o legnoso, contenuto in parte
entro un'altra struttura: se è contenuto in una cupola
di brattee lignificate (come nelle querce) il frutto si
chiama ghianda, ma può essere circondato da un
involucro foglioso, come nel nocciolo o da un
guscio, come nel castagno.
Deriva da ovario pluricarpellare sincarpco,
pericarpo legnoso e cuoioso monospermo. Esempi:
Castanea, Corylus, Fagus, Nelumbo, Quercus.
SCHIZOCARPO: frutto secco, raramente carnoso,
derivante da ovario pluricarpellare plurispermo, che si
scinde in porzioni contenenti da uno a pochi semi
(mericarpi). Volendo, i mericarpi possono essere definiti
tipo samara, tipo achenio, tipo drupa, etc. Esempi: Acer,
Apium, Daucus, Erodium, Euphorbia, Heliotropium,
Lamium, Malva, Salvia, Verbena.
I frutti che mostrano nello sviluppo una tardiva fusione
delle loro parti apicali non sono considerati schizocarpi,
es. Asclepias (follicoli), Sterculia (follicoli), Ailanthus
(samare).
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FRUTTI SECCHI DEISCENTI
FOLLICOLO: frutto secco o (raramente) carnoso
derivante da un singolo carpello plurispermo che si
apre lungo una singola sutura longitudinale. Esempi:
Aquilegia, Asclepias, Caltha, Grevillea, Magnolia,
Nerium, Paeonia, Sterculia.
LEGUME: frutto secco, derivante da un singolo
carpello, che si apre lungo ± due suture
longitudinali. Esempi: molte Fabaceae.
LOMENTO: frutto secco, derivante da un
singolo
carpello,
che
si
frammenta
trasversalmente in porzioni monosperme.
Presenta strozzature che lo suddividono in articoli
più o meno numerosi Esempi: Hedysarum,
Sophora.
SILIQUA: frutto derivante da un ovario bicarpellare
sincarpico; si apre lungo le due linee di sutura delle
due foglie carpellari; i semi restano al centro attaccati
ad un setto membranoso detto replo; include la
siliquetta. Esempi: molte Brassicaceae.
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CAPSULA: frutto secco o (raramente)
carnoso derivante da gineceo da bi- a pluricarpellare, che si apre in svariati modi per
rilasciare i semi. Tali frutti possono avere
da uno a molti loculi; se biloculare allora la
divisione non è persistente. Esempi:
Aesculus, Allium, Antirrhinum, Argemone,
Aristolochia, Begonia, Blighia, Campsis,
Clusia,
Echinocystis,
Epidendrum,
Eucalyptus,
Euonymus,
Hibiscus,
Hypericum,
Ipomoea,
Justicia,
Lachnanthes, Lagerstroemia, Lecythis,
Lyonia, Momordica, Oxalis, Papaver,
Portulaca,
Rhododendron,
Swietenia,
Triodanis, Viola.
SEMI
Un seme è un ovulo maturo che contiene un embrione e generalmente i suoi tessuti
nutritivi (endosperma, perisperma).
L'endosperma è di norma un tessuto triploide derivante dall'unione di due cellule del
gametofito femminile (i nuclei polari) con un nucleo spermatico. Può essere omogeneo
(di aspetto uniforme) o ruminato (suddiviso da setti che partendo dal tegumento
seminale si introflettono all'interno). Esso può contenere amido, oli, proteine,
oligosaccaridi e/o emicellulose e può essere da duro a soffice e carnoso.
Il perisperma è un tessuto nutritivo diploide, specializzato, che deriva dal
macrosporangio.
Il seme è circondato da un tegumento seminale, che si sviluppa dai tegumenti
dell'ovulo. Le caratteristiche anatomiche del tegumento seminale possono variare molto.
Il testa si sviluppa dal tegumento esterno dell'ovulo, mentre il tegmen da quello interno.
I prefissi eso-, meso- ed endo- si riferiscono a tessuti che si originano rispettivamente
dall'epidermide esterna, dalla porzione centrale e dall'epidermide interna di ciascuno dei
due tegumenti dell'ovulo.
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Il seme può avere svariate dimensioni e forme e può presentare un'ala o un ciuffo di
peli. Il testa presenta un aspetto esterno variabile a causa della disposizione e delle
escrescenze delle cellule che ne costituiscono la superficie e talvolta può essere
vivacemente colorato e carnoso.
L'embrione maturo risulta costituito da:
una radichetta, che originerà la radice primaria e dalla quale deriva, in genere, il
sistema radicale e dal fusto embrionale. Quest’ultimo porta di norma, una o due
foglioline embrionali (nelle Gimnosperme il numero è variabile) dette cotiledoni, le
foglie della plantula, che possono essere simili alle foglie, carnose oppure modificate
come strutture con funzione nutriente-assorbente, ed una piumetta, che darà origine
al germoglio.
La porzione di fusto embrionale che collega i cotiledoni con la piumetta è detta
epicotile (il primo internodo) mentre con ipocotile, si intende la porzione di fusto
embrionale che collega i cotiledoni con la radichetta.
Alcuni semi presentano un arillo, che può essere duro o soffice, oleoso o carnoso e
spesso brillantemente colorato. L'arillo è generalmente un'escrescenza del funicolo o
del tegumento esterno, sebbene talvolta il termine arillo venga utilizzato solo per le
strutture derivanti dal funicolo, mentre con il termine caruncola si indichino quelle
che derivano dal tegumento esterno. Il seme presenta una cicatrice, detta ilo, nel
punto in cui era attaccato al funicolo.
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TIPI DI FRUTTI - I.T.A. "Umberto I", Andria