UNIVERSITÀ DI LUBIANA
FACOLTÀ DI SCIENZE POLITICHE
Maruša Tomšič
Mentore: doc.dr.Marjan Hočevar
Co-mentore: mag. Matjaž Uršič
Tradotto in italiano da mag. Nina Gorenc
L'INFLUENZA DELLA SUB-URBANIZZAZIONE SULLO
SVUOTAMENTO DEI CENTRI URBANI – ESEMPIO DI
LUBIANA
TESI DI LAUREA
LUBIANA, 2004
INDICE
1
INTRODUZIONE................................................................................................3
1.1 PRESENTAZIONE DEL PROBLEMA DELLO SVUOTAMENTO DI
CENTRO URBANO.....................................................................................6
1.2 BASE TEORICA...........................................................................................7
1.3 STRUTTURA, SCOPO ED OBIETTIVI DELLA TESI DI LAUREA........8
2 PROCESSO DI SUBURBANIZZAZIONE.........................................................9
2.1
2.2
2.3
2.4
CITTÀ FORDISTA E POST-FORDISTA....................................................9
DEFINIZIONE DI SUBURBANIZZAZIONE...........................................13
BASE DEL PROCESSO DI SUBURBANIZZAZIONE........................... 14
FATTORI »PUSH - PULL« (TIRA – MOLLA) DELLA
SUBURBANIZZAZIONE...........................................................................16
2.5 FASI DI SUBURBANIZZAZIONE............................................................17
2.6 CONFRONTO CITTÀ – CAMPAGNA......................................................25
2.7 CONFRONTO CITTÀ – PERIFERIA.........................................................29
3 IL CAMBIARE DEL CENTRO CITTÀ A CAUSA DELLA
SUBURBANIZZAZIONE...................................................................................32
3.1 DEFINIZIONE DEL TERMINE CENTRO CITTÀ....................................34
3.2 CONSEGUENZE ECONOMICHE, SOCIALI E CULTURALI DELLA
SUBURBANIZZAZIONE............................................................................38
4 PROCESSI DI SUBURBANIZZAZIONE A LUBIANA...................................46
4.1 BREVE RIASSUNTO DI SVILUPPO URBANO DELLA CITTÀ DOPO IL
1945...............................................................................................................46
4.2 SVUOTAMENTO FUNZIONALE DEL CENTRO CITTÀ.......................50
4.3 FENOMENO DI CENTRI COMMERCIALI..............................................55
5 CONCLUSIONE..................................................................................................62
6
BIBLIOGRAFIA..................................................................................................66
7
APPENDICI.........................................................................................................72
2
1 INTRODUZIONE
L'era moderna è caratterizzata dalla rapida espansione e
sviluppo delle città come comunità sociali ed economiche,
anche se le origini delle città risalgono già nel periodo avanti
Cristo.
La città non è più soltanto il luogo di lavoro e abitazione
dell’uomo moderno, ma diventa il centro della vita
economica, politica e culturale, che »porta nella sua orbita le
parti più remote del mondo, i poteri diversi, e unisce le
persone ed attività in un unico universo«. (Wirth, 1963:158).
Più che qualsiasi altro luogo, la città rispecchia i grandi
cambiamenti provocati dalla rivoluzione industriale, la
cosiddetta frattura sociale.
I cambiamenti ovvero l'adattamento riguarda sia la struttura
fisica della città sia quella sociale. Gli adattamenti fisici si
manifestavano nella costruzione di nuovi edifici industriali e
collegamenti stradali che fecero l'esistenza di questo motore
di capitalismo possibile. I cambiamenti nella struttura sociale
erano la conseguenza di ceto lavoratore sempre più
numeroso che cercava abitazione nelle città. L'attrazione del
guadagno e vita migliore erano le cause principali per
l'afflusso dei lavoratori nei centri urbani. Il detto« la vita
urbana ci rende liberi« era la massima della gente
progressiva. La città rappresentava l'opposto della campagna,
dell’arretratezza. Il misto di razze e culture davano alle città
il fascino mondano.
Presto capitalismo mostrò i denti alla manodopera industriale
e simpatizzò con i proprietari dei mezzi di produzione che
fece
guadagnare
bene.
La
conseguenza
di
questa
3
distribuzione diseguale fu la polarizzazione della società in
due parti – in quelli che »hanno« e quelli che »non hanno«,
problema con il quale si occupavano in maniera dettagliata
Marx ed Engels.
Nella seguente fase di cambiamento della città, nuovamente
la produzione di beni causa l'espansione di conglomerazioni
urbani e la loro occupazione della campagna. La causa
principale era che la città non poteva offrire più spazio libero
per il previsto sviluppo industriale di settori diversi.
Il secondo problema era la polluzione dell'ambiente, i parchi
sono stati soppiantati da diversi depositi di materiale per l'uso
della produzione, gli scarichi dalle fabbriche inquinavano i
fiumi. La gente respirava l'aria contaminata ed era costretta a
stringersi nelle abitazioni troppo strette. Le città erano
sempre più isolate e distrutte, la gente vi soffriva e non si
trovava più ad agio. Le città diventarono posti senza identità
che non funzionavano più come unità. Cosi iniziò
disintegrazione, una delle conseguenze di frammentazione di
forme urbane, di privatizzazione ed individualizzazione che
rovinavano la cultura urbana.
Sub-urbanizzazione ed il crearsi delle zone residenziali nelle
periferie sono le conseguenze logiche di congestione
industriale nelle città.
L'espansione dello sviluppo rapido di periferia successe nell'era
di prosperità economica, quando cominciò a svilupparsi la
società consumistica. La gente cominciò a scappare dalle città
piene di criminale, le zone degradate, polluzione e caos,
perché voleva ristabilire contatti veri con la natura, costruire
case con giardini intorno ove far giocare i propri figli.
4
Piano cominciò a formarsi il cerchio residenziale intorno alle
città. Nello stesso tempo traslocarono anche le attività
terziarie che fornivano la popolazione e cercavano di
soddisfare i suoi bisogni nel settore dell'educazione, della
sanità, del tempo libero e culturale. Di conseguenza il centro
città perse alcune funzioni precedenti che a passo a passo
presero i nuovi centri.
La crisi urbanistica dei centri città svuotati si fece sempre
più profonda perché le carte vincenti ed i vantaggi, che i
centri città potessero offrire sparirono del tutto.
Le città rilevarono sempre di più le funzioni »strumentali«,
ignorando invece quelle »riflessive«. Nell'era della società
globale bisogna in ogni modo trovare le caratteristiche
tipiche che distinguono una città specifica dalle altre città
globali, purché l'uso ottimale di queste caratteristiche
individuali diventi il vantaggio strategico per la città.
La soluzione potrebbe arrivare con l'economia nuova basata sul settore di servizi, che
ha già fatto o facesse ancora da alcune città i nodi focali del mondo globale. Questo
nuovo modo di lavorare richiede e nello stesso tempo fa possibile lo stile di vita
diverso, non standardizzato. Le città investono nello sviluppo d’attività del tempo
libero più diversificate e interessanti possibili, perché sono proprio queste che fanno
decidere un impiegato molto profilato con stile di vita e di lavoro specifico, pro o
contro l'abitare in città. La revitalizzazione delle città incoraggia e promette il ritorno
della vita urbana.1
1
I disegni sulle pagine 3, 4, 5, appartengono agli autori: Tim Brinton, Dean Rohrer, Jim Meehan, Matt
Wuerker in Steve Ansul.
5
1.1 PRESENTAZIONE DEL PROBLEMA DELLO SVUOTAMENTO DI CENTRO
URBANO
Con il passare degli anni cambiò anche la definizione del centro urbano. A causa della
sua espansione verso l'esterno sia delle attività sia degli abitanti, la città ottenne più
centri dello stesso valore o importanza e di conseguenza il centro primario, originale
perse alcune funzioni che occupava prima. Il centro città cosi non rappresenta più
l'obbligo, ma soltanto una delle possibilità, la scelta, sia per gli imprenditori,
commercianti, abitanti, sia per i consumatori. Quando il centro non ha più il vantaggio
competitivo che li garantisce la posizione di primato, lo svuotamento non è che la
conseguenza logica ed aspettata. Il pensare di alcuni che la posizione centrale nella
città basta per promozione di successo di centro città, oggigiorno non tiene più. Rari
od occasionali »utenti« del centro città pensano nella maniera razionale e cosi
scelgono la zona migliore, più bella, meno costosa e più confortevole.
La conseguenza di un lungo periodo di suburbanizzazione fisica e culturale e debole
diversità funzionale era la perdita di ruolo vitale del centro città. (Hall in Hočevar,
2002)
Riguardo allo sviluppo generale, Lubiana stenta a seguire le altre città d’Europa
Occidentale, ma il lento, progressivo declino del centro città già da tempo presenta un
problema anche da noi. Il centro città sta perdendo la posizione dominante nella
gerarchia di zone municipali a causa di una distribuzione delle funzioni tra altre zone,
accompagnata dalla tendenza di eliminare completamente la gerarchia tra le zone
municipali. In questo senso sbiadiscono anche le differenze tra la città e la periferia.
Le conseguenze di tutto ciò sono locali e strade vuote, l’essere urbano come modo di
vita è in via d’estinzione. Il trambusto per le strade di città comincia a scomparire,
quando si stacca di lavorare e la gente si reca a casa, e quando chiudono gli ultimi
negozi le strade si fanno deserte. Il modo di socializzare fuori e scomparso quasi del
tutto, e d’inverno per le strade del centro città non regna che la solitudine.
La situazione cambia d’estate, soprattutto a causa del bel tempo e vacanze estive. A
risentire di più tali circostanze sono i commercianti e gestori di trattorie, costretti a
6
pagare affitti salati con guadagno magro portato a casa da pochi clienti.
L’amministrazione municipale, gli affittuari ed i visitatori si trovano in circolo
improduttivo già da diversi decenni.
1.2 BASE TEORICA
Cercherò di sviluppare le definizioni di concetti e relazioni tra l’entità rurale e quella
urbana
in base al pensiero classico dal secolo scorso – gli scienziati che si
occupavano di sociologia della città, come Simmel, Tönnies e Durkheim. Per
descrivere il modo di vita urbano ho deciso di riassumere le idee di Gans, Wirth e
Mumford.
Il processo di suburbanizzazione di massa è un fenomeno recente, quindi del
ventesimo secolo, perciò cercherò anche le spiegazioni e base teorica di questi
concetti nei lavori di autori contemporanei i quali nell’osservare criticamente questo
fenomeno non usano soltanto metodi descrittivi, come usavano fare i primi studiosi
della suburbanizzazione.
Sociologi urbani come Soja, Urry e Flanagan usano approccio critico nel trattare il
tema della città e dintorni e la loro previsione del futuro delle città è pessimistica. Per
definire i fattori che influiscono sullo sviluppo delle aree suburbanizzate mi sono
basata sui lavori di studiosi europei ed americani meno noti, che avevano trattato
questo argomento già in passato.
Malgrado la vastità del fenomeno e la sua importanza per la tendenza dello sviluppo
spaziale, posso constatare che il problema della suburbanizzazione non occupa un
posto molto importante nei lavori di studiosi Sloveni. L’analisi più profonda,
sistematica e complessa di questo fenomeno come visto in Slovenia alla fine degli
anni novanta del secolo scorso dal punto di vista geografico è presentata da Marjan
Ravbar nella sua tesi di dottorato di ricerca.
A causa di molti cambiamenti urbani avveratisi negli ultimi anni, ho cercato di usare
anche gli articoli tratti dalle riviste specializzate, scritti da vari studiosi di sociologia,
economia ed urbanistica.
7
La parte teoretica come anche i capitoli nei quali cerco di illuminare il problema del
centro città basano soprattutto sui lavori di alcuni sociologi urbani sloveni, come
Marjan Hočevar, Zdravko Mlinar, Drago Kos, Pavle Gantar e Rudi Jakhl. Negli anni
ottanta del secolo precedente Barbara Verlič percepisce il problema del centro città e
prepara un rapporto sul tema “Revitalizzazione di antichi nuclei urbani delle città
slovene”, dove sottolinea il processo di cambiamento funzionale del centro città ed il
suo svuotamento. Il testo e una raccolta di orientamenti teoretici per lo studio
approfondito di un possibile restauro del nucleo urbano.
Nella sua tesi di Masters Degree (titolo accademico di secondo livello) intitolata “Il
cambiamento degli spazi di consumo urbani” Matjaž Uršič prende come punto di
partenza le differenze tra spazi di consumo in periferia ed in centro città. Il suo lavoro
presenta una vasta descrizione dello stato di spazi di consumo culturale a Lubiana. La
fonte importante dei dati è la ricerca fatta dall’Istituto per analisi economiche della
Repubblica di Slovenia intitolata “Commercio - Dirigere lo sviluppo del commercio
al minuto nella località di Municipio di Lubiana” che si occupa dello stato di attività
commerciale ed abitudini di acquisto degli consumatori a Lubiana (la ricerca
distingue tra il centro città e centri commerciali della provincia).
1.3 STRUTTURA, SCOPO ED OBIETTIVI DELLA TESI DI LAUREA
La presente tesi di laurea si compone di quattro capitoli:
Il primo capitolo è dedicato al fenomeno della suburbanizzazione, le sue origini e
cause. L’analisi continua con il paragone tra la città e la provincia per quanto riguarda
il concepire della società tradizionale e moderna basata sulle opinioni e punti di vista
di diversi teoretici classici. Per finire il primo capitolo cerco di trarre paragone tra la
città e la periferia, secondo quanto hanno stabilito a questo proposito diversi studiosi.
Nel secondo capitolo, mi occupo di conseguenze della suburbanizzazione per la città.
Una distinzione speciale viene fatta tra le conseguenze economiche, sociali e culturali,
al interno delle quali tratto i problemi della città causati dall’ apparire delle zone
suburbanizzate.
8
Terzo capitolo è concentrato sulla città di Lubiana. Qui presento la suburbanizzazione
residenziale e stabilisco fino a che punto lo svuotamento del nucleo urbano si è già
sviluppato. Parallelamente studio il fenomeno di centri commerciali in periferia di
Lubiana.
Nell’ultimo capitolo riassumo le constatazioni fatte nella tesi, analizzo i problemi e
suggerisco le possibili soluzioni.
Lo scopo di presente tesi di laurea è quello di scoprire le caratteristiche suburbane a
Lubiana e di stabilire lo stato del centro città. Per prima cerco di analizzare il
problema riguardo alla re-struturazzione del centro città, e nello stesso momento
stabilire il ruolo e l’importanza della periferia. L’obiettivo principale della tesi resta la
valutazione critica delle soluzioni proposte e formazione di proposte nuove per un
eventuale dibattito pubblico.
Nello scrivere la tesi, mi sono servita di risorse secondarie. Il tema per lo studio del
discorso teoretico di autori diversi ho preso dalla letteratura sociologica di base,
mentre per le spiegazioni del processo di suburbanizzazione viene usato come risorsa
principale internet. Per lo studio di relazioni città - campagna basato sul caso di
Lubiana mi sono servita della letteratura su pianificazione del territorio a Lubiana, di
articoli tratti da giornali vari e di dati quantitativi dalle ricerche precedenti.
2 PROCESSO DI SUBURBANIZZAZIONE
2.1 CITTÀ FORDISTA E POST FORDISTA
L’influenza del modo di produrre sulla formazione di un territorio è notevole, perchè
il territorio è in funzione di produzione. Lo sviluppo di una volta prevalenti rami
d’industria secondaria, come ad esempio quella alimentare, automobilistica ecc. detta
soprattutto la costruzione di grandi complessi per la produzione e collegamenti di
trasporto. In questo caso la città si adatta alla produzione di beni fisici. Con la
manifestazione di nuova economia e di sviluppo del settore terziario di servizi che
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presto diventano la forza motrice dell’economia nazionale, acquistano importanza i
vantaggi strategici della città, come ad esempio ricca offerta culturale, possibilità di
praticare sport all’aperto, le attività di svago ecc., che attraggono la mano d’opera
specializzata, garante del buon andamento degli affari. In questo caso sono le persone
quel fattore al quale si deve adattare la città.
Di seguito spiego come la produzione fordista fa cambiare la città e le caratteristiche
di città post fordista.
Città fordista
Fordismo significa il modo di produzione come concepito e introdotto da Henry Ford
nel 1914. Si tratta principalmente di allora rivoluzionaria produzione automobilistica
usando tappeto trasportatore e lavoro standardizzato. Ford divise la produzione in vari
stadi, standardizzò e semplificò al massimo i compiti e di conseguenza permise un
controllo efficace di lavoratori e del processo lavorativo il che fece risparmiare tempo,
energia e soldi e nello stesso tempo massimizzò la vendita delle automobili. La
novità principale era l’introduzione di diversificazione tra il lavoro fisico e mentale; la
manodopera specializzata non era più necessaria, il che contribuì alla riduzione del
costo di produrre, gli incarichi erano talmente semplici, che i lavoratori non avevano
difficoltà ad imparare. La logica della produzione fordista si basò anche sulla
presupposizione di lavoratori soddisfatti. La retribuzione per il lavoro prestato era
relativamente alta il che motivò i lavoratori, cosi come anche la quantità di tempo
libero, inteso per consumo. In questo modo i produttori di beni di consumo di massa
trovavano un adeguato potere d’acquisto.
Il meccanismo di consumo di massa produsse le quantità enormi di prodotti
standardizzati che diedero un’incitazione allo sviluppo di mercati – prima di quel
domestico, americano, e di seguito anche del mercato mondiale. Il periodo di
prosperità dopo la guerra caratterizzato da piena occupazione, alto livello di
investimenti di capitale e profitto fece alzare il tenore di vita. Arrivo della produzione
e del consumo di massa cambiò profondamente anche lo stile di vita di persone.
10
Economia capitalistica industriale modificò completamente l’aspetto delle città. Tutto
era subordinato e dipendente dalla produzione, e di conseguenza sparirono tanti
edifici vecchi che ostacolavano l’espansione delle attività di produzione, come ad
esempio gli asili nido, centri sportivi ecc. Al loro posto erano costruiti edifici meno
costosi, prefabbricati e soprattutto utili per la produzione. L’importanza era posta
sulla funzionalità e non sul valore estetico. Il risultato principale di questa costruzione
standardizzata era l’onnipresente monotonia. Nello stesso tempo si formarono anche
vari collegamenti di trasporto all’interno di centro città, un fattore negativo per il
livello d’inquinamento ed ingorghi stradali. L’ambiente naturale era sempre più
distrutto ed i parchi soppiantati da diversi depositi di materiale per l'uso nella
produzione. (Hočevar, 2000, Lenarčič, 2004)
Le condizioni di vita diventarono insopportabili ed il problema residenziale trovò due
soluzioni. La prima era piùttosto logica e spontanea e si manifestò come
suburbanizzazione – il formarsi delle zone residenziali nella periferia delle città,
mentre la seconda soluzione prese forma di due progetti nostalgici – la città giardino
d’Ebenezer Howard e la città di sole di Corbusier. Alla base del piano d’E. Howard
c'è l'idea che bisogna salvare la città dalla congestione e la campagna dall'abbandono:
la città-giardino da lui immaginata avrebbe unito i vantaggi della vita urbana ai
piaceri della campagna. Il progetto di Corbusier prevede la città tecnologicamente
perfetta, composta di parchi, grattacieli e sottomessa a traffico automobilistico.
All’inizio l’espansione del capitale proveniente dall’industria fordista rallenta
l’aflusso dell’utile; la conseguenza della diminuita produzione tipicamente fordista.
Le cause per il crollo di fordismo erano numerose, come ad esempio l’estraniazione di
lavoratori e mancanza d’interesse per la produzione di massa. I consumatori non ne
potevano più di prodotti standardizzati di bassa qualità e cominciavano a mostrare
interesse per prodotti più costosi, unici e di qualità migliore. (Lenarčič, 2004)
Città post - fordista
Produzione post fordista rappresenta esattamente l’opposto di modo fordista.
Produzione si basa sulle tecnologie nuove, come ad esempio biotecnologia, tecnologia
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informatica ecc, ed è focalizzata anche sulla creatività ed innovazione nella
produzione stessa. Si tratta soprattutto di servizi non materiali che richiedono anche
sviluppo d’altri settori di produzione. Il terziario, basato sui servizi d’informatica,
diventa la risorsa principale per la crescita dell’economia. A causa del modo di
produrre comincia a diminuire la richiesta per la manodopera e di conseguenza la
dimensione delle aziende. Le fabbriche chiudono o si trasferiscono, le città sono
deindustrializzate. Generalmente si può affermare che la produzione post fordista
viene localizzata in città diverse da quelle fordista, perché le aziende usano
l’attrazione di località dei posti di lavoro come stimolo principale per la manodopera
specializzata.
Un’altra caratteristica di post fordismo è la flessibilità del mercato di manodopera, di
prodotti e modelli di produzione. Si sente un forte rifiuto per uniformità di qualsiasi
tipo, che era la caratteristica principale del fordismo. Un’altra novità è la
diversificazione della popolazione in base al modo di consumismo, e non più in base
al reddito, appartenenza etnica o classe come soleva nel passato fordista. La
produzione stessa è molto flessibile e può reagire velocemente ai cambiamenti, perchè
le condizioni nel consumo sono molto instabili.
Località diventa sempre più importante a causa dell’economia nuova, e le metropoli
devono investire soprattutto nell’ambiente, se vogliono rimanere competitive ed
economicamente potenti. L’ambiente si presenta come risorsa di competitività
economica. La nuova manodopera specializzata richiede l’ambiente urbano di alta
qualità, la vicinanza della natura, le istituzioni educative, possibilità per esprimere il
proprio modo di vita ed ambiente varieggiato. Attività all’aperto, una ricca vita
culturale e le possibilità di divertimento serale sono messe in evidenza. La precedenza
è data ai posti di qualità estetica e non più soltanto funzionale, e si tratta di una specie
di fusione degli standard globali con la tradizione ed estetica locale. Centri
commerciali presentano l’esempio tipico, perchè uniscono il shopping e consumo
generale con divertimento in ambiente piacevole. Ambienti di questo tipo attraggono i
lavoratori impiegati nelle attività dell’economia. (Hočevar, 2000, Lenarčič 2004).
Marinotti (1994) definisce gli “uomini d’affari delle metropoli”, che sono il
“prodotto” dell’industria di servizi. Questi “businessmen” vivono tra l’una città e
12
l’altra perchè questo richiede la natura stessa del loro lavoro. Una parte del tempo
dedicato agli affari è passata in città, mentre l’altra parte del tempo passata anch’essa
nella città serve per lo svago e cose varie. Le città globali si devono quindi adattare a
questa forma di economia con il costruire degli alberghi, centri di congresso, ristoranti
e istituzioni culturali – in questo modo riescono ad attirare gli attori importanti
dell’economia mondiale.
Nell’era di economia nuova il centro città dovrebbe riuscire a far aumentare il suo
valore – bisogna però trovare il modo efficace di unire i tre elementi di creatività:
esperti, varietà socio-culturale ed azione reciproca. (Jacobs in Lenarčič, 2004)
2.2 DEFINIZIONE DI SUBURBANIZZAZIONE
Urbanisti definiscono suburbanizzazione come “processo di trasferimento della
popolazione urbana dalle città in periferia” (Dizionario terminologico di urbanismo,
1975)
“Suburbanizzazione è il processo che cambia l’aspetto e la struttura della periferia di
grandi città e specifica la fase nuova nello sviluppo di aree urbane. Essa rappresenta la
crescita demografica e spaziale di centri d’abitazione in periferia, che è la
conseguenza dell’afflusso di popolazione dalle città ed il loro vasto retroterra di
gravitazione.” (Germ, 1999) Si tratta di una definizione geografica che rende evidente
la ristrutturazione spaziale ed i movimenti demografici.
Nell’ambito dell’UE “suburbanizzazione rappresenta le migrazioni dal centro città in
periferia e spesso riguarda la crescita di servizi collegati con le attività di lavoro e la
riduzione di popolazione in centro città.” (Dizionario di Commissione Europea)
“Suburbanizzazione è il trasferimento di popolazione e posti di lavoro da grandi centri
città in zone circondanti; di conseguenza le città vivono nell’abbraccio di periferia che
va oltre i limiti urbani. Suburbanizzazione riflette il processo di deconcentrazione
della popolazione e decentramento dell’amministrazione e porta al formarsi di piccole
ed indipendenti unità politiche nel cuore di vaste aree metropolitane.” (Dizionario
13
terminologico di urbanismo, 1975, in Ravbar, 1990). L’ultima definizione include
tutti gli aspetti sociali, compreso i cambiamenti urbani, l’aspetto amministrativo ed il
decentramento occupazionale.
Come visto dal testo precedente la definizione di suburbanizzazione non è una sola,
ma ce ne sono tante, quanti sono gli aspetti per lo studio di questo fenomeno.
I sociologi si occupano di suburbanizzazione soprattutto dal punto di vista di
appropriazione dalla parte di città delle zone di campagna e l’introduzione del modo
di vita urbano nelle zone precedentemente rurali. Sociologi fanno notare anche la
mancanza di controllo che ha per conseguenza tanti effetti negativi. Il termine
americano per suburbanizzazione è “sprawl”, che significa crescita, proliferazione ed
ha la connotazione negativa; infatti, questo fenomeno rappresenta l’opposto di città
compatta , caratterizzata da alta densità, sviluppo centralizzato e funzioni
diversificate. (Chin, 2002).Gli abitanti di spazio suburbano rappresentano la nuova
forma culturale caratterizzata maggiormente dal consumismo. Questo modo di vita
richiede una diversa organizzazione del tempo e dello spazio, sia da parte di individui
sia di famiglie. (Martinotti, 1998)
Una possibile soluzione si nasconde nel cosiddetto programma “smart growth”, cioè
di crescita sensibile ovvero controllata, che comprende i miglioramenti in vari settori
come ad esempio una migliore costruzione di varia infrastruttura, protezione di aree
rurali e rivitalizzazione di nuclei urbani.
2.3 BASE DEL PROCCESSO DI SUBURBANIZZAZIONE
I fattori principali che portarono all’inizio di questo processo, erano lo sviluppo
sociale, economico e tecnologico, ma alla base di questi fattori era senza dubbio la
società globalizzata. Le innovazioni in campo di tecnologia di comunicazione,
sviluppo di nuove tecnologie, semplificazione di processi di lavoro, globalizzazione di
economia, la creazione di nuovi posti di lavoro, l’importanza di educazione ecc.
esprimono lo sviluppo generale della società. Il livello di sviluppo della società
occidentale coincide con il livello di suburbanizzazione e, come verrà rilevato di
14
seguito nella tesina presente, alcune città devono già confrontare la nuova fase di
urbanizzazione ovvero riurbanizzazione.
Progresso tecnologico fa abbassare il prezzo di produzione, cosi’ la macchina diventa
il mezzo di trasporto disponibile a tanti. Secondo Urry questo è il fattore principale
che permette la suburbanizzazione, però le conseguenze di uso delle macchine da tanti
e la crescente dipendenza dall’automobile risulterà devastante. I sobborghi americani
ed australiani sono il riflesso di società alla quale “auto-mobilità” permette di
commutare in base giornaliera. (Urry, 2000)
Le ricerche europee di suburbanizzazione hanno evidenziato il dimezzarsi del costo di
benzina negli ultimi quaranta anni, il che ha causato un notevole incremento del
traffico automobilistico. (Wegener, 1999) In relazione alla divulgazione della
macchina bisogna menzionare anche un’accelerata costruzione di strade ed
infrastruttura generale, per la quale vengono stanziati fondi speciali. (Mills, 1999,
McKenzie 1963, Kuswa, 2002)
Il seguente fattore di rilievo è edilizio – il modo di costruire case usando tecnologia e
materiali nuovi con rispetto per il design moderno. Materiali usati costano meno e
durano di più, il terreno non ha più bisogno di preparazione preliminare, e la casa di
questo tipo è chiamata “la casa dal catalogo” o “la casa postale” – senz’altro la
conferma di buon prezzo accessibile a tanti e conseguentemente anche di gran
richiesta. (Progetto SHA, 1999, Flanagan, 1998:202-207)
L’indice d’edilizia residenziale accelerata in sobborghi è il numero di case costruite,
in proporzione al numero di aziende edilizie che aumenta notevolmente proprio in
questo periodo. Prima del 1945 in America secondo Jackson l’azienda edile privata
costruì approssimativamente cinque case, mentre nel 1959 l’azienda edile di media
grandezza costrui ben venti case l’anno. (Jackson, 1985) Quartieri residenziali erano
maggiormente uniformi, con case di stile semplice.
Nell’ambito di questi fattori inizia il processo di graduale abbandono dei centri città.
Questi sono i requisiti indispensabili che permettono suburbanizzazione di massa. Lo
stimolo necessario che convince gli abitanti di trasferirsi dalla città in periferia, viene
15
dal modello culturale e politico di governo, che da una parte incentiva la popolazione
e dall’altra questo stimolo viene dato dalla città stessa che spinge gli abitanti fuori. Il
perchè d’abbandono del centro città è spiegato meglio nelle pagine che seguono.
2.4 FATTORI »PUSH - PULL« (TIRA – MOLLA) DELLA
SUBURBANIZZAZIONE
Sono i valori culturali quelli che specificano gli obiettivi di membri della società. In
questo riguardo, americani seguono il modello d’insediamento più coerentemente
rispetto agli europei. Gli autori che descrivono la suburbanizzazione in America,
parlano spesso di cosiddetto “american dream” o sogno americano, con il quale
intendono evidenziare le preferenze e ideali nazionali riguardo al posto dove abitare,
in altre parole l’insediamento.
Possedere la propria macchina, casa, ambiente di lavoro piacevole e educare i figli in
un quartiere pacifico e sicuro sono gli elementi di questo ideale. Il sobborgo, la
periferia di città grande offre esattamente questo. I lotti, pezzi di terreno erbosi,
offrono abbastanza spazio per case con posti parcheggio e giardino. Edifici di lavoro e
di attività economica sono di costruzione bassa, circondati dal verde e centri
commerciali
non
distano
più
di
dieci
minuti
dalle
case
residenziali.
L’amministrazione locale tiene l’ambiente pulito ed ordinato e pensa a buon
andamento di servizi pubblici. (Felkner, Von Hoffman, 2002)
In favore delle migrazioni funzionano anche le politiche di governo a livello
nazionale, statale e locale. I provvedimenti di regolamento riguardo edilizia,
condizioni favorevoli di credito, investimenti in sviluppo di periferia, svalutazione di
moneta, costruzione di autostrade, politica liberale per l’utilizzo di terreni, provvisioni
e stipulazioni legali supplementari ed altro, sono le azioni che permettevano e in
alcuni casi sostenevano lo sviluppo di periferia. Handy aggiunge che il governo non si
16
è interessato molto di regolamento della periferia, ma si è dedicato prevalentemente
all’accelerazione di crescita dei sobborghi.(Handy, 1996)2
La prosperità del dopoguerra incideva sull’aumento di membri appartenenti al ceto
medio. La produzione di beni e di servizi si basava soprattutto sulla manodopera di
colletti bianchi, che rappresentava la classe media di popolazione riguardo ai salari.
La prosperità del dopoguerra era anche la causa dell’incremento di natalità (la
generazione “baby boom”), e la gente cercava nuove soluzioni d’abitazione. (Progetto
SHA, Harris, 1999)
L’insieme di fattori che dissuadono le persone dall’abitare in città, è il progressivo
degrado delle condizioni ambientali e residenziali nelle città. Il defluire della
popolazione dalle città può essere collegato con l’incremento di criminalità, scarsa
qualità di educazione e crollo dell’infrastruttura urbana.
La popolazione che resta in città dopo il trasloco dell’alta classe sociale, è povera,
maleducata e di conseguenza disoccupata. I più educati e persone con reddito più alto
lasciano la città per trasferirsi in periferia, con la speranza di trovare l’ambiente meno
caotico e inquinato.
2.5 FASI DI SUBURBANIZZAZIONE
Il processo di suburbanizzazione è di carattere graduale, con gli albori alla fine del
diciannovesimo secolo negli Stati Uniti. In ogni modo l’espansione dei sobborghi fino
agli anni quaranta del ventesimo secolo era molto lenta. Il periodo dopo 1940 è
caratterizzato dalla crescente suburbanizzazione e dall’apparire di numerose zone
residenziali in periferia.
Le città europee avevano una ventina d’anni di ritardo rispetto a quelle americane. La
suburbanizzazione di massa ha inizio negli anni sessanta del secolo scorso.3 Le cause
2
Zdravko Mlinar si occupava del tema simile in Slovenia, veda: Mlinar,Z. (1983): Humanizacija
mesta. Maribor. Založba obzorja. (L’umanizzazione della città)
3
I processi di questo tipo si svolgevano pressappoco simultaneamente anche in Slovenia.
17
per questa differenza temporale derivano soprattutto dai poteri di mercato e politiche
di governo, ma anche dalla posizione geografica e fattori demografici diversi.(EESI,
2000) Bontje e Burdack citano come causa anche diversi valori culturali legati alla
città, le differenze nel progettazione e contrasti nelle forme di regolamento politico.
(Bontje, Burdack, 2001)
La seguente svolta, che fa rallentare o fermare la crescita di periferia, sono gli anni
ottanta o novanta del ventesimo secolo. Le zone abitate intorno alle città hanno
mostrato effetti negativi e questo spinge la popolazione nel riscoprire la vita urbana.
Segue, infatti, il periodo di re-urbanizzazione.
Decentramento del centro città si svolge in varie fasi. Nella prima fase si tratta di
deflusso della popolazione a causa di fattori spiegati in precedenza, e di conseguenza
il popolamento della periferia. Gli abitanti di quartieri residenziali periferici
sviluppano lo stile di vita diverso da quello urbano ma anche da quello provinciale.
Insieme con la popolazione si trasferisce in periferia anche il settore commerciale e di
servizi, in altre parole tutto collegato con bisogni di quartieri residenziali. Questo è la
seconda fase di suburbanizzazione. L’attività di commercio prende forma di grandi
centri commerciali situati al margine di sobborghi che non forniscono soltanto la
popolazione locale ma anche i consumatori dal centro urbano e vicinanze. Avendo la
possibilità di parcheggio e la gamma di prodotti più vasta anche i consumatori dalle
zone assai lontane scelgono di fare acquisti in centri commerciali – shopping malls.
Altre attività sviluppatesi nelle zone suburbane sono educazione, settore bancario,
servizi vari… (Mills, 1999)
Il prossimo passo nello sviluppo di periferia è il trasloco di quelle attività che non
riuscivano a coprire le spese dell’affitto salato in centro città, o delle attività per le
quali la posizione centrale non presenta vantaggio comparativo e non incide sul loro
reddito ed esistenza. Mills sostiene l’ipotesi che la suburbanizzazione residenziale e
quella occupazionale non influiscono in maniera reciproca l’una sull’altra. Le aziende
si trasferiscono in periferia in base alla loro valutazione riguardo al numero sufficiente
di consumatori e lavoratori e viceversa: i lavoratori si trasferiscono in periferia per
abitare vicino al loro posto di lavoro. (Mills, 1999)
18
Il settore terziario si appropria il ruolo di primato nell’impiegare la popolazione e
dipende soprattutto dal potere d’acquisto di popolazione e non dalla vicinanza di
risorse d’energia o di materie prime, come soleva nel settore secondario in passato.
Per questa ragione le attività del terziario traslocano in periferia insieme con gli
abitanti. (Ravbar, 1992:55).
Nelle pagine seguenti sono presentati gli elementi di suburbanizzazione; vale a dire la
popolazione, accesso a collegamenti di trasporto e percorribilità stradale, utilizzo di
terreni, infrastruttura e servizi pubblici. Si vedrà anche come sono cambiati questi
elementi all’interno del processo di suburbanizzazione e quale livello di governo si
deve assumere la responsabilità per i cambiamenti avvenuti. Il processo di
suburbanizzazione si divide in sette fasi.
19
Tabella 2.1: Elementi di suburbanizzazione ed il loro cambiamento nel tempo.
ELEMENTI DI SUBURBANIZZAZIONE
Livello decisionale: stato/regione -- distretto – governo locale-- combinazione– non c’e processo decisorio
FASE
PRIMA
ACCESSO
COLLEGAMENTI PERCORRIBILITÀ
POPOLAZIONE DI TRASPORTO
STRADALE
Centri piccoli con Rete fondamentale
densità bassa ed di strade regionali
uniforme.
che collegano
periferia e città.
SECONDA Crescita di
popolazione
moderata.
Appaiono conflitti
tra popolazione
primaria, indigena
ed i nuovi arrivati.
Costruzione di
raccordi autostradali
e regionali nel
raggio di 16 km.
Percorribilità fluida.
UTILIZZO
TERRENI
DESTINAZIONE
INFRASERVIZI
AREA
STRUTTURA PUBBLICI
Fondamentalmente Area fabbricabile Non ci sono le
agricolo.
con case monocondotte e rete
familiari costruite idrica.
su grandi lotti
vicino la strada
principale. Il resto
di terreni è
coltivabile,
coperto con boschi
o terreno agricolo
non coltivato.
Flusso libero di
Costruzione di
traffico, in ore di
case famigliari sui
punta si formano
terreni più adatti.
rallentamenti in
incroci. Allestimento
di semafori per
regolamento del
traffico.
In primo luogo
residenziale con
terreno vicino la
strada principale.
Cambiamento di
destinazione
vicino incroci per
attività di
commercio. Area
Serbatoi idrici e
pozzi neri si
decompongono.
Viene fatto il
progetto per
rete idrica e le
condotte dove
necessita.
Bambini vanno
a scuola
lontano.
Sicurezza
limitata, servizi
di sicurezza in
base volontaria.
Aumenta
numero di
scolari, anche
se le scuole
continuano ad
operare fuori
del luogo
d’abitazione.
Servizi di
20
intorno alle zone
di traffico più
denso cambia
destinazione in
industriale o/e
commerciale.
TERZA
Crescita di
popolazione
accelerata.
Diminuisce il
numero di
fattorie.
Si progetta
allargamento di
strade principali in
incroci per diminuire
rallentamenti ed
ingorghi e permettere
entrate dalle strade
periferiche in quelle
principali.
Continua
costruzione di case
in zone libere. Sui
terreni vicini alle
strade principali si
sviluppa attività
commerciale per
soddisfare i
bisogni di
popolazione
locale.
Studio di terreni
con l’intenzione di
costruire zone
industriali o centri
commerciali.
sicurezza
ancona
volontari.
Qualità d’acqua
in zone con
pozzi neri
diminuisce per
un eventuale
scarico fecale
in acque
scorrevoli. Rete
idrica e
condotte
sistemati in
grande parte di
zona e di
conseguenza il
municipio
indebitato.
Sono preparate
le proposte per
costruzione di
nuove scuole
insieme con
progetti di
finanziamento.
Sicurezza
ancora gestita
volontariamente
e da parte di
pochi impiegati
a tempo pieno.
21
QUARTA Il numero di
abitanti aumenta
notevolmente.
Scarso numero di
fattorie.
Terreni agricoli
non coltivati
aspettano
cambiamento di
destinazione.
QUINTA
La crescita di
popolazione
aumenta in
questa zona.
Rallentamenti ed
ingorghi nelle
uscite
autostradali e la
costruzione di
nuove uscite.
Flusso del traffico
migliorato, incroci
più scorrevoli.
Allestimento di
semafori in
incroci di strade
principali e
raccoglitrici.
Persiste il
problema di
accessibilità alle
strade principali.
Inizia sviluppo
di aree di
seconda classe (
terreni ripidi,
poveri, zone
allagate)
Terreni
fabbricabili
monofamiliari
cambiano in quelli
specifici
suburbani. Il resto
è ristrutturato per
potervi costruire
edifici
commerciali o
industriali intesi a
fornire i quartieri
residenziali nelle
vicinanze.
Manutenzione
del impianto
idrico e delle
condotte incide
sulle finanze
municipali. I
proprietari del
terreno
cominciano a
pagare le tasse
per questi
servizi.
In zone abitate
densamente
vengono costruite
le scuole, la
richiesta per
trasporto
scolastico
organizzato
diminuisce.
Servizio di
sicurezza impiega
i dipendenti a
tempo pieno.
Vengono
aggiunte le
corsie a strade
principali. Per
strade di
collegamento
con quelle locali
e secondarie si
prevedono
miglioramenti.
Trasporto di
persone anziane
e invalide
funziona bene.
A causa
dell’incremento di
attività economica
alle strade maestre
vengono aggiunte
nuove strade
secondarie, il
traffico è
rallentato.
Aumenta il
numero di
semafori. Ingorghi
in ore di punta
sono sempre più
lunghi.
Continua la
costruzione di
quartieri
residenziali, ma
non è più
ottimale.
Appare la
necessità per
rinnovamento
di vecchie zone
commerciali.
Nuovi centri
commerciali e
zone industriali
sono costruiti
Cambia
intenzionalità di
multipli lotti per
necessità
commerciale ed
industriale. È
permessa la
costruzione di
alberghi e uffici.
Impianto idrico e
delle condotte si
espande. Alcuni
proprietari di
lotti sono in
dubbio sulla
necessità
d’impianto
idrico, condotte
ecc. a causa di
costo del
rifornimento
assai elevato.
Ci sono sempre
più bambini
iscritti nelle
scuole. Bisogna
aumentare le
tasse per
scolarizzazione o
cercare altre
risorse
finanziarie.
Il numero
d’impiegati in
settore di
sicurezza
aumenta. Posti di
22
vicino ai punti
di trasporto più
frequentati.
SESTA
La crescita di
popolazione in
zone
suburbanizzate
rimane inattiva.
La popolazione
SETTIMA diminuisce. Le
famiglie
traslocano.
lavoro sono sparsi
per le comunità.
Costruzione o
riparazione di
strade non è
possibile per la
mancanza di
fondi. È stabilito
il sistema di
trasporto
pubblico per
raggiungere il
centro d’affari e
zone con traffico
intenso e di
conseguenza
diminuiscono gli
ingorghi stradali.
È organizzato
trasporto per
anziani e
invalidi.
Ingorghi stradali
negli incroci e
strade maestre
avvengono anche
fuori le ore di
punta. La ragione
di questo è la
concentrazione
d’uffici ed attività
commerciali.
Si cerca la
soluzione con
l’auto di mezzi
segnaletici.
Il livello
d’utilizzo del
terreno è di
85%. Soltanto i
terreni meno
adatti sono
lasciati
inutilizzati.
Appare il dubbio
di cambiare
l’intenzionalità’
anche a zone
residenziali per
favorire
commercio e
attività industriale.
Mercato apre la
porta ai mercanti
all’ingrosso. Si
svolge la
revitalizzazione di
vecchie aree
commerciali.
La maggior parte
di comunità è
attrezzata con
infrastruttura.
Tasse per
scolarizzazione
fanno parte di
tassazione
regolare, ma le
conseguenze sono
di successo
variabile.
Il livello di
servizi di
sicurezza in
periferia è uguale
a quello in città.
Sono proposti
nuovi segmenti
stradali per
ridurre ingorghi
e migliorare la
percorribilità.
Incroci e strade
maestre sono
bloccati dal
traffico anche
fuori le ore di
punta.
Vecchie aree
commerciali,
residenziali e
industriali
cominciano a
perdere valore e
Attività
commerciale trova
nuovo slancio, si
studiano possibili
cambiamenti di
destinazione
Necessitano la
manutenzione e
cambiamenti per
soddisfare i
standard EPA
(standard di
Tasse per
scolarizzazione
rientrano ancora
tra tasse regolari.
Aumenta la
richiesta per
23
Strade più
vecchie
richiedono
riparazione
completa e
sistema di
traffico pubblico
migliora e viene
usato da sempre
maggior numero
di persone.
sono trascurate terreno per il
o abbandonate a nuovo sviluppo.
causa di debiti e
obiezione
ecologica.
Agenzia di
protezione
ambientale –
Environmental
Protection
Agency)
servizi di
sicurezza e
all’interno di
questi, per servizi
speciali come
conseguenza di
crescente povertà
e criminalità.
Fonte: Comitato per progettazione del distretto di Cuyahoga (1998): Fasi di suburbanizzazione, accessibile:
http://planning.co.cuyahoga.oh.us/i71/histortb.htm
24
Quartieri circondanti le città sono cresciuti principalmente in maniera spontanea, ma
ci sono pure i casi di quartieri progettati, come ad esempio Shaker Hights a Clevelend
e Levittown a New York (Columbia Enciclopedia, 2001) I primi abitanti di sobborghi
erano i membri di elite sociale, seguiti abbastanza presto dalla classe di lavoratori che
abitavano gli edifici di costruzione monotone, situati all’interno della fascia di
popolamento suburbano. Lo spazio tra queste due fasce era occupato dal ceto medio.
Le caratteristiche principali erano l’omogeneità culturale (compresa quella religiosa,
educativa, razziale e di stato sociale e coniugale) e sviluppata cultura consumistica
(Soja, 2000:240). Jackson (1985) cita l’esempio di Levittown dove per ben vent’anni
esisteva una forte resistenza all’entrata della razza nera. In una ricerca di struttura
razziale in quartieri americani Harris (1999) evidenzia il ruolo di politica non
discriminante degli anni sessanta per il graduale inserimento di popolazione multi
razziale in quartieri, che sono in ogni modo rimasti prevalentemente bianchi.
2.6 CONFRONTO CITTÀ – CAMPAGNA
“La città rappresenta il centro d’insediamento di notevole estensione demografica e
nucleo di relazioni e comunicazioni organizzate. Come tale svolge varie e complesse
funzioni create dagli abitanti che vivono dal lavoro non-agricolo.” (Fondi, 1985) Con
progresso tecnologico e sviluppo di comunicazione la città diventa elemento
dominante di nostra civiltà. Il dominio della città sulla campagna è il risultato o la
conseguenza della concentrazione d’attività e opportunità industriali, finanziarie,
commerciali e amministrative, che la città offre. Il fattore che accomuna le città è
l’incidere sulle vite di loro abitanti tramite varie istituzioni e mezzi di comunicazione
e trasporto. Per Wirth la città e campagna rappresentano due poli collegati intorno ai
quali si schierano tutte le forme d’insediamento umano. (Wirth, 1963)
La definizione di campagna di solito contiene la negazione dell’urbano, anche se il
villaggio rappresenta la forma d’insediamento più antica: si tratta di zona remota dalla
città ed aree industriali che viene usata prevalentemente per coltivazione agricola o
rappresenta la natura incontaminata e pura. Gli abitanti di campagna mantengono
contatto e si adattano alla natura per sopravvivere. La società rurale è caratterizzata
dall’eterogeneità’ di suoi membri e un semplice stile di vita. Gli abitanti si conoscono
e sono strettamente collegati, il che risulta dal fatto di ridotto numero d’abitanti in
villaggi piccoli. Unioni coniugali si formano solitamente all’interno del villaggio o tra
villaggi confinanti, in ogni caso nella zona conosciuta. A causa d’isolamento della
società dagli influssi provenienti dal fuori anche lo sviluppo procede lentamente.
Louis Wirth descrive l’urbano, quindi appartenente alla città, in base allo stile di vita
di campagna, rurale, che in sua opinione indubbiamente contiene le qualità maggiori.
Tre presupposte di metropoli – grandezza, densità ed eterogeneità – rispecchiano lo
stile di vita urbano e sono il fattore distintivo tra città e campagna. (Wirth, 1963)
La selezione d’alcune teorie d’autori classici che si occupavano di relazione urbana
rurale dimostra le caratteristiche e differenze principali tra città e campagna. Possiamo
classificare le differenze secondo i seguenti criteri sociologici:
a) Ordine sociale
Durkheim distingue tra rurale ed urbano in base al concetto di solidarietà organica
meccanica. Ambedue tipi d’ordine sociale sono naturali. Solidarietà si riferisce a
legami sociali basati su sembianze che dipendono dalle convinzioni, abitudini,
rituali, routine e simboli comuni. Il comportamento d’individui è uguale e perciò
anche la loro unione procede quasi automaticamente. Coesione sociale
autosufficiente è basata sull’uguaglianza e sembianza d’individui nella società.
Queste caratteristiche diventano sempre meno predominanti in proporzione
contraria allo sviluppo della società. La vita rurale definisce l’unità di valori ed
idee che si esprime con la coscienza collettiva. Al contrario la solidarietà organica
caratterizza l’ambiente urbano, dove l’ordine sociale è fondato sulle differenze
all’interno della società, complessa distribuzione di lavoro e dove molte persono
cercano di specializzarsi in professioni diverse. Solidarietà organica nei confronti
con quella meccanica mostra un livello di liberta più alto, insieme con una
maggiore possibilità di scelta nonostante il fatto che la città produce
26
disoccupazione, impersonalità, alienazione, disaccordo e conflitti. In città la
tradizionale integrazione sociale risulta meno solida, però vi si sviluppa una nuova
forma d’unione sociale fondata sull’interdipendenza degli abitanti, che si dimostra
come un fattore liberatorio.
Gli individui svolgono compiti diversi, hanno valori ed interessi diversi così che
l’ordine sociale e la sopravvivenza individuale diventano dipendenti da
collegamenti reciprochi di questi stessi individui con lo scopo di raggiungere gli
obiettivi.
La
vita
urbana
è
caratterizzata
dalla
specializzazione
e
dall’interdipendenza funzionale. (Jones, 1986: 24-59, Flanagan, 1999: 47-49,
Urry, 1995:7)
b) Aspetto psicologico
Tönnies definisce le differenze tra città e campagna (ovvero villaggio come forma
d’abitato) in base alla comunità (gemeinschaft), caratterizzata da forte identità
comune e solidarietà, ed alla società (gesellschaft), tipica per l’ambiente urbano.
In ambienti rurali persone si uniscono con lo scopo di lavorare per il bene comune
e di raggiungere gli obiettivi. Sono legate da vincoli famigliari e di vicinanza; la
vita sociale è caratterizzata dall’appartenenza famigliare ed al villaggio. Gli
abitanti di villaggi sentono l’appartenenza alla comunità a causa di linguaggio
comune e tradizione; tutti i membri di comunità hanno sia amici sia nemici
comuni, il che fa sentire un forte senso di solidarietà (noi, nostro). In città gli
interessi privati e singolari vengono prima di quelli comunali e lo stesso vale per
l’identità individuale. Città è l’aggregato meccanico, definito dalle nozioni di
dissenso, individualismo ed egoismo. Il concetto d’esistenza si trasforma dalla
solidarietà all’individualità’, razionalità ed egocentrismo. L’ambiente urbano è la
formazione artificiale dove nonostante le caratteristiche unificanti, persone vivono
in isolamento, mentre in ambienti rurali le persone vivono in rapporti stretti
nonostante le loro differenze. La conseguenza logica della vita urbana sono quindi
l’isolamento, l’apatia e la solitudine. (Tönnies, 1957, Flanagan, 1999:45-46).
27
c) Aspetto d’interazioni sociali
In suo lavoro “Metropoli e mentalità”, Simmel esprime le sue osservazioni di vita
urbana e rurale dal punto di vista socio-psicologico. La vita urbana si distingue da
quella rurale per il livello di stimolazione della nervatura. In città gli abitanti
devono additarsi ad un costante bombardamento di varie immagini, suoni, odori
ecc., mentre la vita in campagna scorre più lentamente, la percezioni d’immagini è
costante ed uniforme. L’ambiente urbano spinge l’individuo verso il
comportamento razionale ed egoista, così che diventa intromesso e staccato. Il
comportamento dell’individuo in città e le sue relazioni interpersonali sono
caratterizzate da individualismo e formalismo. La città personalizza il principio di
differenziazione sociale e spaziale e di diversificazione culturale. (Simmel, 1900,
Flanagan, 1999:51:53). Al contrario di Durkheim e Tönnies, Simmel non presenta
l’ambiente urbano in maniera negativa. Apatia, insensibilità e restrizione
dell’individuo non sono che la conseguenza logica di impulsi molto ricchi e
varieggiati che gli fanno sviluppare una specie di meccanismo di difesa. La città
permette sviluppo, espressione e soddisfazione di desideri più nascosti, mentre le
ristrette comunità rurali reprimono tutto ciò. (Uršič, 2002:31)
Riassumendo brevemente le differenze tra città e campagna, Simmel, Durkheim e
Tönnies, illuminano soprattutto il problema di vita dell’individuo nella città. Per
Tönnies e Durkheim la città occupa il ruolo prevalentemente negativo, mentre Simmel
vede soprattutto gli aspetti positivi. Tutti e tre, in ogni modo, collegano i problemi
urbani con l’era moderna, mentre il villaggio, ovvero l’ambiente rurale, rappresenta la
vita semplice e primordiale.
Le ricerche seguenti riescono a rilevare che non si trattava né di modelli semplici
urbani né rurali (Urry, 1995:9), e che sempre maggiore complessità di fattori, che
influiscono sul cambiamento delle due entità ostacolano o anzi impediscono il
definire di modello ideale sia di campagna sia urbano. Marx ed Engels credevano che
la città, come forma d’abitato, rifletteva il passaggio dal periodo barbarico alla civiltà.
28
Oggi non possiamo più sostenere la loro idea. Possiamo trovare la prova contraria in
sobborgo, fenomeno urbanistico recente, che rappresenta un misto d’urbano e di
rurale. Un'altra prova è il processo di de-urbanizzazione, per meglio dire l’incremento
della popolazione in zone rurali e conseguente svuotamento di centri urbani.
2.7 CONFRONTO CITTÀ – PERIFERIA
L’insieme di città e periferia formano l’area municipale e sono in rapporto di
dipendenza reciproca, anche se il rapporto stesso è cambiato nel tempo. Fino al IX
Secolo, le periferie non avevano che il ruolo di consumo dei beni prodotti in città,
oltre ad essere il mercato per la città e la sua fonte di materie prime per la produzione.
La città rappresentava il centro di produzione materiale, di scienza, educazione e
cultura, di servizi fornitivi e di commercio. (Ravbar, 1992:34) La relazione città –
periferia aveva una forte prevalenza in favore di città.
Industrializzazione ed urbanizzazione accelerata del IX Secolo fanno mutare questi
rapporti. Tanti cambiamenti sociali e l’espansione della città verso la provincia hanno
causato collegamenti più stretti tra città e periferia. Il flusso bi-direzionale di
migrazioni della manodopera ed il flusso unidirezionale dei beni funzionano in base
giornaliera. La città è la sede di funzioni centrali, amministrazione, economia e sociali
di vasto significato. Oltre al suo ruolo di fornimento ed attività libera, la periferia
svolge anche la funzione residenziale di crescente importanza. Le conseguenze di
rapporti cambiati sono viste anche nella fisionomia della zona urbana e di suoi
dintorni. Gans (1962:184) cita le seguenti differenze tra città e periferia: queste ultime
rappresentano zone residenziali più lontane dal centro amministrativo rispetto ad altre
zone municipali. Sono di costruzione recente e più moderna che la città e sono
destinate piùttosto al traffico automobilistico e spostamenti di massa che a traffico
pedonale. La densità di popolamento in periferia è bassa, perchè si tratta soprattutto di
case monofamiliari, la popolazione è più omogenea e demograficamente diversa da
quella di città. Gli abitanti di periferia sono più giovani, principalmente sposati, di
reddito più alto e si tratta maggiormente d’impiegati.
29
Coeve allo sviluppo di aree suburbane è mutato anche il rapporto città – periferia. La
periferia si assume sempre più funzioni in precedenza svolte dalla città e di
conseguenza diventa il centro residenziale, amministrativo e dall’aspetto di
fornimento, anche autosufficiente. Soja (2000) fa notare che la crescita di sobborghi
detta anche nuove regole per definizione della città. Decentralizzazione è seguita da
poli-centralizzazione. La città perde la funzione del centro simultaneamente alla
creazione di numerosi nuovi centri in periferia, che si assumono la maggioranza di
funzioni precedentemente attribuite alla città. Joel Garreau li definisce “edge city” le città ai margini, perchè si assumono le funzioni tradizionalmente appartenenti alla
città, favorendo le migrazioni di massa dal centro città. La differenza principale sta
nel fatto, che questi centri non sono situati intorno al nucleo antico di città. (Flanagan,
1998: 107-210) Questi centri sono denominati anche “urban village” – villaggi urbani;
sono l’incrocio tra città e campagna, e offrono la possibilità di abitarvi, fare acquisti,
andare a lavoro ecc. senza dover ricorrere all’uso della macchina. (Leinberger,
Lockwood, 1986).
Secondo la statistica, quando il processo di suburbanizzazione raggiunge (di solito) il
punto più alto, la gente smette di traslocare in periferia. La crescita di popolazione si
ferma o addirittura comincia a diminuire. (si veda illustrazione 2.1.) La città
riconquista importanza e la revitalizzazione di centri urbani (il cosiddetto “ rialzare
della qualità di aree urbane trascurate che consiste di ricostruzione, restauro o
rinnovamento”) attira gli abitanti, consumatori e turisti da densamente popolate aree
suburbane.
30
Illustrazione 2.1.: Movimento di popolazione in città, periferia e zone municipali in
diversi stadi di sviluppo urbano
........................ Periferia,
------------------ Città,
____________ Zona municipale
Urbanizzazione / sub-urbanizzazione / desurbanizzazione / re-urbanizzazione
Fonte: Ravbar, M. (1992): Suburbanizacija v Sloveniji – odnosi, strukture in težnje v njenem razvoju,
doktorska disertacija. Ljubljana, Univerza v Ljubljani, Filozofska fakulteta, Oddelek za geografijo.
(Suburbanizzazione in Slovenia – rapporti, strutture e tendenze di sviluppo, tesi per dottorato di ricerca.
Lubiana. Università di Lubiana, Facoltà di lettere e filosofia, Dipartimento di geografia)
L’illustrazione presenta diversi stadi di sviluppo della città, del suo circondario e della
periferia basati sul movimento di popolazione. La zona urbana o municipale, formata
dalla periferia e città, è rappresentata con parabola. Questo significa che nel periodo
dell’urbanizzazione e suburbanizzazione la popolazione cresce intensamente fino ad
un certo punto, dopo il quale inizia il processo di desurbanizzazione che si sviluppa in
re-urbanizzazione. In ultimi due periodi possiamo costatare la diminuzione della
31
popolazione in zone municipali. Popolazione urbana cresce soltanto nel periodo
dell’urbanizzazione, mentre comincia a calare nella fase di suburbanizzazione fino al
punto estremo nella fase di desurbanizzazione che è anche il punto di svolta, dopo il
quale la popolazione riprende a crescere nel periodo di re-urbanizzazione. La parabola
di
periferia
rispecchia
quella
urbana
quasi
completamente.
Nel
periodo
dell’urbanizzazione la parabola si abbassa. Questo significa che la popolazione
trasloca in città, ma nello stesso periodo riprende a crescere nuovamente. Il punto
d’intersezione delle parabole è il periodo di suburbanizzazione, quando la tendenza
cambia – da quel punto di svolta sempre più persone abbandonano la città rispetto al
numero che vi si trasferisce. Nel periodo di desurbanizzazione la parabola si abbassa
di nuovo, gli abitanti abbandonano sobborghi e la periferia per tornare in città. Il
punto d’intersezione si trova nel periodo di re-urbanizzazione, e presenta il nuovo
equilibrio tra la popolazione urbana e quella di periferia. Da questo punto in poi la
popolazione di periferia diminuisce, mentre quella urbana cresce.
3 CAMBIAMENTO DEL CENTRO CITTÀ A CAUSA DELLA
SUBURBANIZZAZIONE
Il processo di suburbanizzazione rappresenta il trasferimento unidirezionale degli
abitanti ed attività commerciali dal centro città in periferia. Le conseguenze di
suburbanizzazione sono riflesse nel centro città come deficit di un certo ceto sociale
della popolazione e delle attività culturali e di fornimento. Capitolo presente inizia
con la presentazione di cambiamenti della popolazione urbana nel tempo, offre
spiegazioni per l’importanza di centro città e nella terza parte studia le conseguenze
economiche, sociali e culturali del processo di suburbanizzazione, che sono spesso
intrecciate tra loro ed a volte anche interdipendenti.
Cambiamento di popolazione urbana
Con il cambiamento delle funzioni di centro città avvenute nel tempo, è cambiata
anche la popolazione di centri urbani. Il sociologo italiano dell’urbanesimo,
32
Martinetti, ha rappresentato la popolazione urbana ed il suo rapporto con la città
usando i cerchi geometrici. Ha descritto quattro forme diverse di città – quella
tradizionale, la prima, seconda e terza generazione di metropoli. (si veda illustrazione
3.1.)
In città tradizionale la manodopera rappresenta nello stesso tempo anche gli abitanti
della città, il che è rappresentato con due cerchi i quali circonferenze sono quasi, ma
non completamente, sovrapposte. Questo è dovuto al fatto che occasionalmente vi
arrivano anche turisti, commercianti, pellegrini…, ma senza lasciare alcuna impronta
sulla struttura sociale ed ecologica della città. Nella fase preliminare di
metropolizzazione, la popolazione comincia a differenziarsi tra abitanti e lavoratori.
Come conseguenza di migrazioni giornaliere i cerchi iniziano ad allontanarsi l’uno
dall’altro. I lavoratori pendolari affrontano ogni giorno il viaggio di andata e ritorno.
Fattori contribuenti allo sviluppo di prima generazione di metropoli continuano a
differenziare la popolazione. In terza fase vi troviamo oltre ad abitanti urbani e
pendolari anche il terzo gruppo di cosiddetti utenti di città. Gli ultimi arrivano in
centro usando mezzi di trasporto pubblico con l’idea di visitare il museo, andare al
cinema, fare shopping ecc. e passano il loro tempo libero maggiormente nelle zone
commerciali e/o culturali. Si tratta soprattutto di giovani che vengono a divertirsi il
weekend, di turisti, di consumatori o di gruppi organizzati come ad esempio tifosi di
calcio, pubblico di concerti, di mostre ecc. La seconda generazione è la cosiddetta
“metropoli matura”. In terza generazione di città globale troviamo un nuovo gruppo di
popolazione, gli attori di economia nuova ovvero gli uomini d’affari delle metropoli.
Nonostante il fatto, che la maggioranza di servizi sia sostenuta dall’avanzata
tecnologia di telecomunicazioni e dalle funzioni per via telematica, alcuni servizi
hanno ancora bisogno del contatto personale. Sono esempi la consulenza, relazioni
pubbliche, pubblicità ecc. Questi uomini d’affari quindi dividono il loro tempo
trascorso in città tra gli affari e svago, quindi utilizzano la città. All’interno del
cerchio degli utenti esiste un altro cerchio per uomini d’affari, che sono
simultaneamente utenti e pendolari.
33
Illustrazione 3.1. Quattro popolazioni urbane.
Città tradizionale / prima generazione (pendolari giornalieri) / seconda generazione di metropoli / terza
generazione di metropoli
VITA
LAVORO
CONSUMO
A..........abitanti
SI
SI/NO
SI
B..........pendolari giornalieri
NO
SI
(SI)
C..........utenti
NO
NO
SI
D..........uomini d'affari delle
NO
SI
SI
metropoli
Fonte: Martinotti, G. (1993):»The new social morphology of cities«, accessibile:
http://www.unesco.org/most/martinot.htm
3.1 DEFINIZIONE DEL TERMINE CENTRO CITTÀ
Il centro città è cambiato. A causa di nuove forme urbane e dell’abitato anche il suo
ruolo cambia. Una volta la definizione derivava dal suo mono-centrismo – nucleo
34
urbano, centro antico, che era nello stesso tempo anche il centro economico, politico e
culturale di città e dintorni. Jakhel definisce il centro urbano con successive parole: “Il
termine (city) ci permette di denominare la zona centrale di una metropoli o zona
municipale nella quale si svolge il processo di trasformazione del centro storico o
della città storica nella forma corrispondente a livello di sviluppo della società
capitalistica.” (Jakhel, 1979:40) In questa definizione Jakhel sottolinea l’importanza
di centro storico della città come il punto di partenza per tutte le trasformazioni
successive. Le caratteristiche principali del city e nel contempo i suoi punti critici
sottoposti a cambiamenti sono riassunti in sei punti principali:
1. Sviluppo superficiale si svolge in direzione di strade principali che portano
fuori del centro, comprese le strade secondarie. Il formarsi di nuovo centro di
traffico – la stazione ferroviaria – rappresenta il fattore centrale per la
trasformazione del centro storico.
2. Struttura edilizia è la testimonianza di com’erano riempiti gli spazi liberi tra
edifici fino ad ottenere la densità tale che ha dato inizio a costruzioni alte.
3. Lo sloggiare degli abitanti, continua ancora oggi. Uno di fattori più incisivi è
la ristrutturazione di ceti sociali.
4. Cambiamento di struttura locativa significa spingere gli abitanti ed attività
accompagnatorie (di fornimento, amministrative ecc.) fuori del centro e
occupare il loro posto con attività d’intermediazione (la caratteristica di città
grandi o metropoli) e settore di servizi (in città piccole). All’interno delle
attività d’intermediazione possiamo trovare le banche, assicurazioni, aziende
pubblicitarie, società fiduciarie, commercianti all’ingrosso ecc.
5. Sviluppo del centro di traffico coincide con lo sviluppo del city. Il traffico
all’interno del city si differenzia in base agli utenti: traffico migratorio, traffico
di fornimento, traffico commerciale e traffico di visitatori. City è una specie
d’incrocio di traffico regionale e inter-regionale. Secondo Stober, questo
rappresenta la presupposta per l’utilizzo intensivo d’ordinamento esistente. Il
problema spunta, quando il traffico raggiunge l’estremo, dato che il
regolamento di comunicazione (stradale, ferroviaria ecc) e lo spazio riservato
richiede tanta progettazione anticipata e quindi non si risolve da oggi a
35
domani. Una parte del city presto diventa caotica a causa di troppe macchine,
e nonostante la rete stradale, la percorribilità ed efficienza diminuiscono.
6. Prezzi di terreni aumentano secondo la posizione più, o meno centrale del
locale. Chiaramente l’affitto dipende anche dalla zona stessa. Il fatto
d’interesse è la scala d’affitto immobiliare riguardo al piano che il locale
occupa. Locali al pianoterra raggiungono i prezzi più alti rispetto a quelli di
piani superiori.
Le prime evidenziazioni di due contraddizioni del centro urbano risalgono al
fordismo; si tratta di centralità e decentralizzazione: la concentrazione di sedi
finanziarie, governative, amministrative e commerciali, contro l’espandersi delle aree
suburbane, che accolgono sempre maggiore numero di popolazione e di conseguenza
anche la crescita del settore artigianale ed infrastruttura per consumo di massa che
sostengono questo stile di vita. La periferia si sviluppa e comincia a formare nuovi
centri in grado di assumere le funzioni del centro città. La gran parte della produzione
e posti di lavoro è concentrata in periferia, mentre il centro urbano diventa sempre più
vuoto ed abbandonato. Lo stesso vale per la popolazione: aree che avevano in passato
la densità più alta sono sempre meno popolate, mentre la periferia arriva alla densità
di Manhattan. Soja stabilisce, che nell’era di post-metropoli non è facile scappare
dallo stile di vita urbano, perchè le condizioni e lo stile di vita urbano diventano
ubiquitari, onnipresenti. (Soja, 2000).
Possiamo quindi constatare che non è facile definire il centro città in base alle sue
funzioni, perchè tante di queste si sono disperse tra i nuovi nuclei creati in periferia. Il
centro città rimane però caratterizzato dalla sua eredità storica e dallo specifico stile di
vita urbano, che non è percepibile in abitati suburbani.Urbanità è quindi la
caratteristica tipica del centro città, come anche la sua qualità distintiva ed il
vantaggio comparativo, rispetto ad altri centri, che si sono formati più tardi.
36
Urbanità del centro città
Gli abitanti e visitatori del centro città vi svolgono tante attività diverse: quelle legate
al lavoro, burocrazia ed amministrazione (andare in banca, al municipio, fare
domanda per passaporto…), ma anche quelle legate al tempo libero. Il centro città è
anche il centro commerciale ed amministrativo, il centro delle attività culturali,
educative, sportive e ricreative. Tutte queste attività rientrano nella vita pubblica della
città. L’ambiente del centro si propone come palcoscenico, dove l’individuo può
veramente sentire il batticuore della città.
Il modo di sentire l’ambiente urbano dipende sempre da esperienze personali
avvenute tramite le interazioni con la città. Già Simmel (1900) nota, che nel centro il
livello di impulsi nervosi è in costante aumento – la città ci bombarda con mille
immagini al secondo. L’individuo s’identifica con la vita urbana e “nella “sua” città
trova il modello del suo comportamento e delle sue attese.”(Bocklemann in Jakhel,
1979) Lo stile di vita urbano stimola l’integrazione sociale, che dipende
dall’identificazione di ogni individuo con l’ambiente. La città si presenta come
ambiente ideale (soprattutto il centro città con alta concentrazione di varie attività e
persone) per venire a contatto con tante persone diverse in una ristretta area urbana.
Possiamo osservare le performance artistiche per strada, prendere un caffé nel bar,
incontrare uomini e donne d’affari che portano a spasso i loro cani… Sono tutti “gli
elementi d’esperienza, che regolano e cambiano il comportamento sociale di ogni
individuo.”(Jakhel, 1979)
Il concetto dell’urbanità può essere inteso come qualità socio-psicologica o socioantropologica, oppure come la qualità di forma fisica dell’ambiente urbano. Si tratta
di “sviluppare il rapporto con la specificità dell’abitare, vivere ed interagire urbano in
condizioni di alta densità popolosa ed una dettagliata distribuzione del lavoro” (Mušič
in Jakhel, 1979:11), il che è la conseguenza di una struttura specifica dell’ambiente
urbano: la diversità del paesaggio, l’intensità delle esperienze visuali e l’accordo
dell’ambiente naturale con quello costruito dall’uomo. I valori ed esperienze urbane
sono meglio rappresentati dalle masse urbane, dove sono mescolati tutti i ceti sociali,
37
gruppi diversi ecc. Facendo parte di questa massa urbana, l’individuo sperimenta la
ricchezza degli eventi ed esperienze offertegli dal ritmo delle strade. (Uršič, 2001)
Lo sparire dell’urbanità’ coincide con la crescita di consumismo, che trasforma il
nucleo urbano esclusivamente in centro di consumo, attirando uno strato specifico
della popolazione. Attività non lucrative si ritirano per far posto al commercio. Di
conseguenza spariscono anche le masse tipicamente urbane, responsabili per il
formicolio per le strade di città in ogni ora del giorno. I bar, caffetterie, teatri, cinema
ed altre attività con la funzione urbano-formativa si ritirano dal centro e sono sostituiti
dalle attività di consumo. “Urbanità non può essere garantita da grandi centri
commerciali di successo, ma soltanto da collegamenti tra spazi di consumo e varie
attività di svago (bar, teatri, ristoranti, cinema ecc.), in grado di attirare il ceto misto di
popolazione e di mantenere il ritmo vivace della vita urbana anche dopo la chiusura di
negozi.”(Uršič, 2001:40)
3.2 CONSEGUENZE ECONOMICHE, SOCIALI E CULTURALI DELLA
SUBURBANIZZAZIONE
Conseguenze economiche
Nel passato il centro città svolgeva il ruolo del centro industriale, imprenditoriale e
commerciale. Il progresso tecnologico ha inciso fortemente su tutte queste attività,
ritiratesi a mano a mano dal centro in periferia. La prima ad andarsene è stata
l’industria, seguita poco dopo dal commercio. I piccoli commercianti ed artigiani
hanno trovato località alternative oppure sono andati in fallimento. L’unica attività a
adattarsi bene alla competizione è stata l’industria alberghiera.
38
a) Il trasloco dell’industria in periferia
Nel ventesimo secolo l’industria non occupa più il ruolo decisivo nella crescita e nello
sviluppo di città. Altre attività e la consapevolezza ecologica con i rispettivi progetti
urbanistici diventano predominanti e spingono l’industria fuori del centro. Le cause
principali per questo trasloco sono come segue:
-
Affitto (per magazzini e cantieri) troppo alto.
-
Inquinamento dell’ambiente (anche con rumore)
-
Scarsa possibilità per l’espansione spaziale dell’attività a causa di tutela
monumentale del centro città o della generale ristrettezza dell’ambiente
-
Infrastruttura non idonea
Sono questi i fattori principali per trasloco o fallimento dell’industria, il fenomeno che
può essere chiamato anche deindustrializzazione. Tanti operai diventano disoccupati,
le chance per trovare un altro lavoro scarseggiano, dato che si tratta di manodopera
non qualificata – la domanda crescente si manifesta per i lavoratori educati e
qualificati. Nelle città nordamericane si trasferiscono soprattutto i lavoratori del Sud,
che cercavano il lavoro disatteso e precario, il che non fa che aumentare la
concentrazione di disoccupati in centri urbani.(Bee, 1994) I teoretici collegano la
disoccupazione con bassa mobilità della manodopera nelle città di regione centrale.
L’espressione “spatial mismatch” (ovvero la diversità o la discrepanza spaziale),
descrive la situazione di tutti i posti lavoro accessibili concentrati in una sola zona (in
questo caso nel centro città). Le cause principali sono la scarsa organizzazione del
trasporto pubblico e la bassa percentuale di mezzi di trasporto privati, entrambi
conseguenze di povertà. Con miglioramento di trasporto pubblico potrebbe migliorare
anche la mobilità della forza lavoro nelle aree con più posti vacanti e quindi più
chance di trovare l’occupazione. (Rhodes, 2000) Il trasferimento dell’industria ha
comportato anche trasferimento del capitale. Le strutture di produzione sono state
abbandonate perchè i cantieri non si prestavano ad altre attività commerciali e gli
affitti erano troppo alti. L’amministrazione municipale investiva nello sviluppo della
periferia e non del centro, perchè la prima era economicamente più interessante
39
(Verlič, 1984), così che gli edifici che una volta ospitavano l’attività di produzione,
oggi non accolgono che i senza tetto.
b) Trasferimento delle attività commerciali in periferia.
Decentralizzazione della popolazione urbana rappresenta un grande shock per
l’attività commerciale. Il centro non forniva soltanto gli abitanti locali, ma anche i
consumatori dalle zone vicinanti ed i lavoratori pendolari. Il centro offriva tutti i tipi
di beni, dagli alimentari, articoli domestici, abbigliamento, utensili per lavori in
giardino e libri. I consumatori non avevano nessuna scelta, dato che la maggioranza di
negozi era situata nel centro città.
I nuovi centri commerciali della periferia all’inizio rappresentavano la competitività a
centri commerciali di città, ma gli ultimi a mano a mano aumentavano il loro distacco
sia organizzativo, sia relativo all’offerta e di conseguenza cominciavano a perdere
clienti.
Il problema che si presenta ha quindi tante sfaccettature. Da una parte non ci sono più
abbastanza consumatori nel centro stesso, giacché i ceti medio ed alto si sono trasferiti
in periferia, lasciando soltanto la classe più povera, responsabile per una piccola parte
di consumo totale. Oltre a questo, in maggior parte i posti lavoro sono dispersi in
periferia, così che anche i pendolari di prima preferiscono fare la spesa nei centri
commerciali più vicini alla loro abitazione. A causa di scarsa offerta, mancanza di
politica dell’agire comune e caotico regolamento del traffico, dal punto di vista
commerciale il centro città non rappresenta più l’alternativa per potenziali
consumatori che vivono al bordo o fuori centro.(Stanley, 2000)
L’altro problema sono affitti salati sia per magazzini sia per uffici. A causa del
numero insufficiente di clienti (turisti, visitatori, abitanti), il fatturato non è
abbastanza alto da coprire l’affitto, che rappresenta sempre più alta quota della spesa
40
totale. I proprietari cercano quindi una posizione più vantaggiosa in periferia, sia dal
punto di vista della clientela, sia dal punto di vista dell’affitto. (ICIC, 1998)
Il circolo vizioso di scarsa offerta e insufficiente numero di consumatori spinge i
piccoli commercianti a chiudere, e quelli più grandi ad andare incontro alla domanda,
cioè in periferia.
Conseguenze sociali
I ceti, medio ed alto abbandonano il centro, e la popolazione rimanente rappresenta la
classe sociale più bassa e più bisognosa, sia dal punto di vista di servizi sociali e
sanità, sia di sicurezza pubblica. Il centro manifesta anche il livello di disoccupazione
più alto, le case sono vecchie con bisogno di rinnovazione, ma non ci sono i soldi.
Tale ambiente è ideale per le attività criminali, come la prostituzione o il traffico di
stupefacenti. Nel passato il centro rappresentava la meta preferita per le attività di
svago, passeggiate, cenette con gli amici ecc., mentre oggi la maggioranza di
popolazione, proprio per le ragioni evidenziate prima, evita il centro del tutto
scegliendo invece i centri commerciali di periferia. La vita sociale nel centro si sta
smorzando.
a) La manifestazione di quartieri poveri
L’abbandono del centro e trasloco in periferia accentuano la polarizzazione sociale tra
la città e le nuove comunità di periferia. La riflessione spaziale di questa polarità
sociale viene chiamata da teorici anche “ divided / dual towns - le città divise o duali”
(Mollenkopf, Castells, 1991; Rapporto di Commissione Europea, 1996), mentre Soja
usa il termine “metropolarities – polarità metropolitana”. (Soja, 2000) La
ristrutturazione economica e sociale accompagna i cambiamenti socio-demografici
della città, e l’insieme di tutti questi fattori accentua ancora di più la disuguaglianza
sociale e razziale. Centro città diventa il regno della cultura di povertà. La
popolazione senza scelta, forzata a rimanere nel centro sotto la pressione delle
circostanze, rappresenta tre gruppi principali: diverse minoranze etniche, disoccupati
41
vecchi, e giovani non sposati. In maggioranza di casi si tratta di persone disoccupate o
con impiego precario. A causa di scarso sistema educativo si manifesta alta quota di
persone che non finiscono scolarizzazione ed hanno di conseguenza poche chance
occupazionali. È frequente che ragazze rimangono incinte prima di compiere diciotto
anni e rimangono a casa senza lavoro, mentre i maschi vivono della delinquenza
minorile. (Northwest Area Foundation, 2003)
Il degrado sociale delle zone urbane interne è collegato con il peggiorare delle
condizioni di vita, come: infrastruttura trasandata ed insufficiente, mancanza di zone
verdi all’interno della città, inquinamento dell’aria e di zone pubbliche, decadenza di
case d’abitazione… In molti casi gli abitanti non sono padroni di casa, ed inoltre ci
sono tanti dipendenti da aiuti sociali. I residenti da soli non sono in grado di finanziare
la rinnovazione, e l’amministrazione municipale non si occupa di questi problemi.
(Grammenos, 2001) Illustrazione 3.2. presenta il “circolo vizioso” della decadenza
graduale dell’ambiente, nel quale sono intrappolati gli abitanti di quartieri poveri
all’interno della città.
Illustrazione 3.2 :Influenza della politica residenziale sul degrado di quartieri abitativi
del centro città
Alta percentualè di
appartamenti sociali
Poco interesse
d'acquisto
Basso valore del
quartiere
residenziale
Basso valore di case
abitate da
proprietari
Abitanti con reddito
basso
Scarse condizioni
del quartiere
residenziale
La maggioranza di
proprietari da i loro
appartamenti in
affitto
Trasloco di
potenziali
acquirenti,
soprattutto di quelli
giovani
42
Fonte: addattato dal (1999) Mumford, Power: The slow death of great cities? Urban abandonment or
urban renaissance, accessibile al sito: http://www.jrf.org.uk/knowledge/findings/housing/519.asp
Si sono già verificate le idee di partecipazione finanziaria alla ristrutturazione del
centro storico anche da parte delle aree prosperose suburbane. (Si vedano ad esempio
Haughwout, Inman, 2002) L’altra possibilità per risolvere i problemi sociali è la
cosiddetta “gentrificazione”, in altre parole il popolare i ceti sociali più alti nelle aree
tradizionalmente povere, per migliorare la struttura sociale di una certa zona. (Smith
in Slater, 2002)
b) Crescita di criminalità
Criminalità urbana è concentrata nell’area relativamente ristretta all’interno della
città. Queste zone sono caratterizzate da profonda povertà, disoccupazione, scarse
condizioni abitative, alta percentuale di ragazze minorenni incinte e droga. Le
conseguenze economiche della criminalità sono distribuite sulla popolazione urbana
più vasta, ma i più colpiti rimangono proprio i poveri.
Ci sono tante teorie che cercano di spiegare le cause per l’aumento di criminalità
nonostante la crescita economica e programmi pubblici in zone povere. Wilson
sostiene l’idea, che la criminalità aumenta a causa di specifici valori culturali ed
abitudini del ceto sociale più basso, residente nel centro città. Questi valori e norme
sono riflessi nella loro vita pubblica, e non hanno molto in comune con gli standard di
società moderna. (Wilson, 1983 in Flanagan, 1999:297-298). I poveri urbani sono
spesso vittime di fatalismo, dato che non trovano nessuna via d’uscita dall’isolamento
sociale. La loro cultura reprime ogni speranza di uscire dalla povertà e dal ceto sociale
più basso.
Secondo i dati statistici esiste anche il legame tra livello di criminalità e
disoccupazione, la quale coincide con alta percentuale di tossicomani. Un altro fattore
di rilievo è la mancanza di possibilità occupazionali, conseguenza di struttura razziale
all’interno del centro città. Per membri, innanzi tutto di altri gruppi razziali, la
43
disoccupazione di solito presenta un problema a lungo termine; sono quindi costretti a
sopravvivere occupandosi di attività illegali. (Flanagan, 1999)
Da quanto scritto sopra è evidente che l’aumento di criminalità nel centro città riflette
un insieme di cause provenienti dalla povertà e dall’apatia del ceto sociale più basso,
residente proprio nel centro storico.
Conseguenze culturali
Mumford (1961) definisce la città come un recipiente che contiene il più grande
numero di persone ed istituzioni di qualsiasi altra comunità. La città rappresenta lo
spazio d’incontro di razze e culture diverse, di vari ceti sociali e di diversi gruppi di
persone. Nonostante tutto questo caos, apparente disordine ed insicurezza, la città
nonostante tutto riesce a comunicare un certo ordine, con il quale gli abitanti possano
identificarsi e nel tempo creare anche un certo senso di appartenenza. Wirth
(1963:161) definisce la città come “relativamente grande, denso e permanente abitato
di socialmente eterogenei individui”. Più grande che è il numero degli abitanti di città,
più sono mutati i rapporti tra persone e gruppi. In grandi città l’individuo appartiene a
vari gruppi, ma la sua dipendenza da ogni singolo gruppo è minore. Questo deriva
dalla molteplicità di interazioni di ogni individuo, il che aumenta la potenziale
differenziazione. Rapporti tra individui e gruppi diventano più impersonali e
superficiali, cosicché i gruppi di appartenenza esercitano meno controllo emotivo e
personale su individuali membri.
La densità non fa che aumentare l’effetto di grandezza, diversificando le persone e
loro attività, causando l’incremento di complessità strutturale della società. Società e
le sue funzioni sono sempre più segregate. Le attività posizionate nel centro città
tendono verso una maggiore differenziazione e specializzazione, che enfatizza ancora
di più l’eterogeneità sociale. La città è abitata da tante persone diverse, e per far
funzionare il sistema che collega tutta questa gente senza valori o schemi etnici
comuni, bisogna introdurre alcuni provvedimenti: denaro, come misura di cose,
44
controllo formale, produzione di beni di massa ed adattamento di servizi culturali,
educativi e ricreativi alla domanda di massa. Tutto questo miscuglio di persone,
servizi ed enti in costante interazione reciproca, crea la cultura urbana.
Le città di oggigiorno sono distrutte ed abbandonate, non ci offrono più nessun senso
di piacere e non ci fanno più sentire a casa. Stanno diventando gli spazi vuoti senza
identità. La città non funziona più come un’unità intera, aprendo la porta al senso di
disintegrazione; la conseguenza di frammentazione urbana, privatizzazione ed
individualizzazione – fattori che decompongono la pubblica cultura urbana. (Robins,
1995:46)
Ovviamente sta per diminuire l’eterogeneità di popolazione ed attività; economia
globale ha attaccato tutti i mercati. L’aumentata accessibilità alla varietà
(conseguenza dello sviluppo di tecnologie della comunicazione e del trasporto)
(Mlinar, 1994),e quindi anche a culture diverse, fa diminuire il valore della città come
spazio culturalmente eterogeneo. Simultaneamente si registra anche la dominanza di
un’unica cultura (dipendente dal suo livello d’aggressività), che si afferma come
cultura globale o universale.
Le corporazioni globali ed aziende in generale hanno “occupato” e privatizzato lo
spazio pubblico, il che rappresenta uno dei problemi principali che aiutano a far
sparire la vita pubblica. (Zukin, 1996). Spazi pubblici svolgono un ruolo importante
nel creare il senso di appartenenza alla comunità, rendendo possibile l’incontro di
persone di età, razza, etnia e stile di vita diversi. (Robins, 1995) Giardini, come spazi
tipicamente pubblici, sono gestiti da aziende che definiscono l’orario di apertura e
selezionano la popolazione con permesso di utilizzo.
45
4 PROCESSI DI SUBURBANIZZAZIONE A LUBIANA
4.1 BREVE RIASSUNTO DI SVILUPPO URBANO DELLA CITTÀ DOPO IL 1945
Lo sviluppo di Lubiana da Seconda Guerra Mondiale fino ad oggi può essere diviso in
tre periodi principali. Il primo inizia con la fine della guerra e finisce all’inizio degli
anni settanta. È caratterizzato dagli sforzi di sopprimere le conseguenze di guerra e di
stabilizzare la situazione economica. Il secondo periodo risale al 1970 e dura
pressappoco 20 anni – si tratta dell’era di industrializzazione e dell’accelerato
sviluppo di economia. Con l’indipendenza della Slovenia del 1991 prendono avvio
tanti cambiamenti societari, soprattutto dell’economia, che si ripercuotono anche nello
sviluppo urbano.
Fino al 1960 Lubiana, cosi come Slovenia in generale, è caratterizzata soprattutto da
un livello assai basso di urbanizzazione. Con l’avvio dell’industrializzazione, questo
fatto cambia, il che è confermato dal dato che nell’arco di dieci anni, la percentuale di
abitanti in città aumenta dal 36,1 (nel 1960) al 44,6 (nel 1971). Nel 1981 il 48,9% di
popolazione abitava in città. Per illustrare meglio la crescita annuale della
popolazione urbana, Ravbar sceglie il dato di crescita annuale di popolazione intera (il
2,15%), che mette al confronto il valore medio di crescita annuale della popolazione
urbana – tutti i dati per 1961 – ovvero il 0,6%. (Ravbar, 1994:100) Nel periodo di
urbanizzazione intensa si registrano anche le migrazioni di popolazione rurale nelle
città più grandi, coeve a questo stanno emergendo anche le città satellite, piccole, che
fanno parte del retroterra urbano di Lubiana, come ad esempio Domžale, Vrhnika,
Litija, Grosuplje ecc. A causa di questo estendersi dello stile di vita urbano, tante zone
principalmente considerate periferiche, cominciano a far parte di amministrazione
municipale. Già a cominciare dal 1953, Trnovo, Bežigrad e Moste, facevano parte
della città. Nel 1981 il bordo della città si sposta oltre Črnuče, Nadgorica, Jarše,
Podutik e Šentvid. Nel 1981 Lubiana contava la popolazione di 253000. Nel prossimo
decennio vengono sotto Lubiana anche Bizovik, Dobrunje, Fužine, Hrastje, Obrije,
Polje, Slape, Sneberje, Sostro, Tacen, Zalog ed altri. Nel censimento del 1991 il loro
insieme contava 267008 abitanti. Prima della guerra, quest’area comprendeva 13km2 ,
46
nel 1970 all’incirca 70 km2 e nel 1991 la superficie si è duplicata e contava all’incirca
140 km2.
Dopo il 1981 la crescita della popolazione comincia a calmarsi ed il numero di
abitanti a Lubiana aumenta a un quarto di velocità degli anni 1971-1981. Tra il 1981 –
1995 la popolazione aumenta per 6766 persone.
4
I flussi migratori cambiano ruota
negli anni ottanta del secolo scorso; comincia affollamento in periferia, mentre la città
stessa perde abitanti. Questo fenomeno si manifesta anche in altre città slovene. Le
cause di questa depopolazione sono le migrazioni urbane di fine settimana, acuisti di
lotti in periferia, mancanza di aree a buon prezzo dove poter costruire case monofamiliari in città, e non idonea costruzione di quartieri residenziali a Lubiana. (Rus,
Stanič, 1994). La media annuale di popolazione che si è stabilita in periferia era di
16300 abitanti, mentre in città soltanto di 9350.Nel periodo dal 1953 al 1991 il centro
città registra la perdita dell’incirca 4000 abitanti. (Ravbar, 1994, Rus, Stanič, 1993,
sito intenet di Municipio di Lubiana, Rebernik, 1999)
La grafica rappresenta lo sviluppo di popolazione a Lubiana per area e per periodo.
Sono rappresentati i periodi tra 1948-1953, 1953-1961; dopo il 1961 sono
rappresentati i periodi in intervallo di dieci anni.
4
Non ci sono dati disponibili per il periodo dopo 1995, perchè con l'istituzione di autoamministrazione
nasce Il Municipio di Lubiana con 8 comuni di periferia
47
Grafica 4.1.: Sviluppo di popolazione a Lubiana dal 1948 al 1991
Fonte: Rebernik, D.(1999): Prebivalstveni razvoj Ljubljane po letu 1945. Geografski
vestnik, 71-1, 1999, str. 41-60. (Sviluppo di popolazione a Lubiana dopo il 1945)
Le parabole che rappresentano il numero degli abitanti nelle zone decentralizzate di
città sono in salita soprattutto dopo il 1961; la crescita più marcata si registra a Moste,
Šiška e Vič-Rudnik, mentre la parabola rappresentante popolazione centrale di
Lubiana entra nella fase discendente già nel 1961.
L’espandersi dell’urbanizzazione in campagna si riflette in formazione di un sistema
unico ed uniforme di quartieri urbani, che hanno come elementi principali la città ed i
suoi dintorni. A causa di tanti processi ed attività contemporanei, legati all’espansione
di periferia, non è facile definire i criteri che differenziano la città dalla periferia, e
questa dal villaggio. Dubbi in riguardo all’idoneità di singoli criteri derivano dal fatto
che suburbanizzazione rappresenta il processo, quindi anche i cambiamenti
avvengono con il passare del tempo, mentre i margini tra l’urbano ed il suburbano non
sono netti. Nel tentativo di delimitare la città dalla periferia si usano vari gruppi di
criteri, e.g. demografici, funzionali, fisionomici ecc. Sociologi seguono questo
fenomeno soprattutto dall’aspetto di stile di vita, cercando di constatare in quale
misura e come si rispecchia questo stile di vita urbano anche in campagna. Scienziati
sostengono che sia proprio questa complessità di fenomeno suburbano a farci usare
48
vari criteri accomunati dal fatto di vedere suburbanizzazione come processo socioeconomico. Criteri geografici sono i seguenti: rapida crescita di popolazione e edifici
residenziali privati, gran mobilità di popolazione ed intense migrazioni giornaliere di
manodopera che derivano dalla distribuzione “nucleare” di posti di lavoro e dalla
trasformazione fisica degli abitati - conseguenza di ristrutturazione della popolazione.
(Ravbar, 1994)
Ravbar (1994) cerca di demarcare la zona suburbana di Lubiana, usando i dati di vari
indici geografici (la somma di densità degli abitanti e posti di lavoro supera 400
abitanti + posti lavoro al km2, accessibilità al centro non maggiore di 30 minuti, la
media crescita annuale di popolazione dal 1971-1991 di almeno 0,6%). Gli abitati
residenziali distano dal centro città non più di 30 minuti ovvero 25 km con mezzi di
trasporto pubblico. In periferia si notano trasferimenti di popolazione dalla città e la
quota di nuovi arrivati supera quella degli abitanti originali. Quartieri residenziali di
periferia sono caratterizzati da costruzioni specifiche. Si tratta di condomini con più
appartamenti e piani. Terreno circondato è meglio utilizzato, e c’è meno spazio libero
tra edifici. (pag.118-119)
Dati più recenti riguardo la densità di popolazione per ettaro nella zona municipale di
Lubiana ed i suoi dintorni risalgono al 1995 (si veda allegato A). Dalla piantina si
possono vedere le zone con densità aumentata che corrispondono all’incirca alla
situazione registrata nel 1994. Dal municipio di Lubiana si estendono le fasce di
popolazione concentrata verso il retroterra; l’espandersi di città ha preso la forma di
polpo. Un eventuale disegno delle strade d’incidenza ci mostrerebbe che il
popolamento più denso si svolge proprio lungo le strade più trafficate che collegano
Lubiana con il suo retroterra. (si veda Ravbar, 1992:233)
49
4.2 SVOUTAMENTO FUNZIONALE DEL CENTRO CITTÀ
Il centro città rappresenta la zona riservata quasi esclusivamente all’amministrazione
di consorzi, dello Stato o del Municipio, a vari uffici, negozi al minuto, alla vita
culturale ed al divertimento.5 (Papelkas in Jakhel, 1979) Lo spazio urbano svolge
quindi sia le funzioni “strumentali”, sia “riflessive”. (Hočevar, 2000:41)
Il ruolo strumentale offre a individuo o gruppo l’adempimento di obiettivi accessibili,
mentre le attività di ogni individuo sono soltanto routine, ovvero persone frequentano
certi posti con scopi specifici e.g.: fare la spesa, andare in banca, fare domanda per
passaporto ecc. Esempi di tali edifici sono le banche, aeroporti, mercati ecc. Il ruolo
riflessivo sta per identificazione dell’individuo con il posto; l’obiettivo di posto
urbano è il trattenimento di persone. Esempi di tali spazi sono giardini pubblici,
gallerie artistiche ecc. (e.g. Castello di Lubiana, Gornji trg, parco Tivoli, Mesta
galerija ecc.) Strumentalizzazione di spazio viene dettata da funzioni municipali,
come ad esempio funzione amministrativa, educativa, direttiva ed economica, mentre
la funzione culturale e di divertimento riguardano principalmente il ruolo riflessivo.
Urbanità di zona municipale (si veda la definizione in capitolo 3.1.1.) è garantita ed
aumentata da tutte le funzioni riguardanti la città, che attraggono persone in spazi
pubblici; si tratta infatti di attività che stimolano la vita pubblica urbana.
L’affermazione “che gli spazi pubblici della città non hanno più il carattere
dell’eterogeneità locale ma quello di spazio urbano sempre più standardizzato,
omogeneo e strumentalizzato”(Hočevar, 2002:133) origina nel fatto che il nucleo
urbano sta perdendo alcune funzioni appartenutegli nel passato per colpa di sviluppo
di aree suburbane. In seguito cercherò di valutare lo stato di alcune attività nel centro
di Lubiana6, che contribuiscono all’arricchimento di “vita urbana” – mantengono
vitalità e sono fattori d’attrazione. Cercherò anche di confermare o respingere
l’ipotesi, che sia proprio il decentramento quel colpevole per lo svuotamento
funzionale del centro città.
5
In alcuni casi Jakhel definisce il centro citta' come »city«. Per ulteriori spiegazioni si veda Jakhel,
Rudi (1979): Iluzija in resničnost urbanih središč. Ljubljana. CZ (Illusione e realta' di centri urbani)
6
Con il termine centro di Lubiana mi riferisco a tutta la superficie di comune Lubiana – centro
(Ljubljana- center)
50
Illustrazione 4.1.: Il centro città di Lubiana
Fonte: (1998) Atlas Ljubljane. Geodetski zavod Slovenije, Ljubljana. Mladinska
knjiga.(Atlante geografico di Lubiana)
“Sebbene Lubiana offre tanti festival, concerti, manifestazioni culturali, bar, club ed
altro, il battito serale - notturno di Lubiana, a parte qualche eccezione di visitatori
provinciali, non si può definire che misero. Le cause variano dalla costruzione di
centri amministrativi – sociali in periferia, diversi atti municipali per la chiusura
serale anticipata, scarsi collegamenti serali con trasporto pubblico e una miriade di bar
locali.”(Klemenčič, 2002) La situazione descritta deriva da più fattori collegati
reciprocamente. Il primo è l’offerta di attività di svago in centro: commerciale ed
artigianale, alberghiera, culturale ed in questo ambito anche manifestazioni culturali.
I dati suggeriscono che l’artigianato a mano a mano sparisce dal centro. Dal 1995 ad
oggi 7 calzolai, più orologiai, sarti, legatori di libri ed orefici non esercitano più il
mestiere, lasciando posto a parrucchieri ed altri servizi per le cure del corpo. (Kmetec,
2002) Attività commerciale è concentrata soprattutto sulla vendita di abbigliamento e
calzatura. Non condivido l’opinione dell’etnologo Damjan Ovsec, che i negozi
vendono soltanto i prodotti tessili a basso prezzo (Čepin, 2001). Escada in
Gosposvetska, Hugo Boss in Slovenska, Max Mara, La coste, Dolce Gabbana, Perla,
51
Koto ecc. in Miklošičeva e Cerreti in via Wolfova sono la conferma di un’altra realtà.
Sosterrei che il centro apre le porte a negozi boutique, che vendono merce firmata ad
alto prezzo, anche se è vero che le vie “mondane” non si formano velocemente. Si
presta come esempio la Via Gosposvetska, dove fino a qualche anno fa esistavano a
porta a porta il negozio dell’Escada ed il negozio della catena “300 tolarjev shop”
(che vende tutti articoli a prezzo di 300 talleri sloveni). Oltre a negozi di prodotti
tessili e di calzature, ci sono anche tante profumerie con cosmetici di alta qualità e
prezzi elevati, e.g. Müller, la catena di profumerie Y. Lancõme e le profumerie private
posizionate maggiormente nel centro storico). La tattica da boutique è adoperata
anche dai negozi di prodotti per la casa, come Status, Kokoška, Fendi, L’Occitane,
Ligne Rosset ecc. La ricerca svolta dall’Istituto per analisi economiche (2001)
conferma la tendenza di consumatori di cercare qualità maggiore e abbigliamento
firmato nel centro di Lubiana. Il formarsi di vere e proprie vie commerciali con delle
boutique che stimolano lo stile di vita alla flaneur si è già avviato, ma lo sviluppo
uniforme avrebbe bisogno di cooperazione tra municipio e commercianti. I magazzini
come Nama, Metalka, Centromerkur e Maximarket che occupavano il ruolo centrale
nel passato, oggi ad eccetto di Maximarket, non mostrano più l’aspetto felice. Metalka
affitta ad altri, uguale Nama, che ha dato in affitto alla Benetton Italiana la metà del
pianoterra, mentre Centromerkur ha bisogno di un totale rinnovamento, sia
nell’offerta sia nell’aspetto. Maximarket si è indirizzato verso i pensionati ed ha
cercato di adattare a loro la sua offerta, non avendo trascurato però i trend moderni e
la qualità. Vale a dire che ci sono stati anche investimenti evidentemente sbagliati in
due case magazzino del centro; Markus ed Interšport, che stanno decadendo da più di
diec’anni nonostante la loro posizione d’elite. Uno dei principali crocevia del centro
di Lubiana ospita ben tre magazzini abbandonati – manifestazione preoccupante
dell’economia nel centro città. Vi sono concentrati tanti negozi d’abbigliamento e
calzature, mentre gli abitanti si lamentano della mancanza di negozi alimentari. Nel
periodo tra il 1996 e 2000, il numero di negozi alimentari si è ridotto da 200 a 42.
(Milostnik, 2002). Mancanza di potenziale commerciale è considerata la causa
principale. Da quello che sembra, il problema della popolazione nel centro non sta per
cambiare; è quindi l’amministrazione locale quella responsabile per un’equa e
sufficiente distribuzione di negozi alimentari in quartieri del centro, offrendo le
52
condizioni per commercio più favorevoli. Il secondo problema è costituito dall’affitto
(troppo) alto, dalle procedure di denazionalizzazione non portate a termine e dalla
mancanza di strategia di sviluppo da parte del Municipio di Lubiana; tutto ciò
ostacola lo sviluppo di negozi nel centro in maniera uniforme, sensata e varia nel
contenuto.
Il settore alberghiero, senza considerare i ristoranti e le trattorie, si trova in situazione
analoga a quella dei negozianti. Qui mi riferisco solatio ai bar, caffetterie, discoteche
e club, mentre i ristoranti e le trattorie stanno ultimamente mettendo in rilievo
soprattutto la qualità e varietà di offerta. Da questo aspetto si può dire che Lubiana sia
abbastanza internazionale, il che si può vedere da una vasta gamma di cucina
internazionale, e.g. messicana, cinese, greca, francese, giapponese ecc. I ristoranti fast
food si spostano fuori dal centro, però il problema rimanente è la politica di guadagno
veloce presente in quasi tutti i bar che si rispecchia anche nella loro offerta.
Dappertutto si sente lo stesso tipo di musica, l’offerta è quasi uguale, come sono
identici anche i prezzi, orari d’apertura ecc. C’è troppa competizione e tanti bar
falliscono ogni giorno. Nel raggio di circa 100 metri a Knafljev prehod, ci sono 8
locali alberghieri diversi, quattro di questi aperti di notte. Per il numero di visitatori
del centro, questo è sicuramente troppo. Il municipio dovrebbe stabilire la densità di
locali per area e specificare anche il tipo di locale, come regolano la situazione in
tante altre città europee. Gli abitanti di Lubiana sono ancora caratterizzati da assai
marcata omogeneità e scarsa differenziazione di stile di vita (Hočevar, 2002), cosi che
anche il bisogno per locali tematici non è abbastanza articolato.
Posso accertare il trasferimento delle attività o istituzioni culturali dal centro. Si
spostano fuori almeno quelle di massa, come cinema. Comparando i dati per
frequentatori di cinema al centro e in periferia (Il complesso cinematografico Kolosej,
aperto nel 2001 a BTC – centro commerciale di Lubiana) Uršič (2002) stabilisce, che
vince senza dubbi la periferia. In ottobre 2001 Kolosej ha registrato 147.846 di
visitatori, mentre tutte le sale del centro insieme soltanto 19.716. Va aggiunto che il
numero di frequentatori in ogni modo non è cambiato in Slovenska kinoteka, che si
dedica a presentare i film diversi, sconosciuti al pubblico generale. La sua clientela è
53
specifica e molto fedele. Altre istituzioni culturali del centro come Opera, Drama,
MGL, Cankarjev dom, Slovenska filharmonija ecc. registrano parecchie oscillazioni
nel numero di visitatori dal 1997 al 2002, mentre musei e gallerie artistiche riportano
addirittura l’aumento. In base a tutto ciò non si può comunque trarre la conclusione di
un mancato interesse da parte del pubblico per l’offerta culturale del centro.
Manifestazioni culturali sono seguite e frequentate da una parte di popolazione, che
non varia molto nel tempo. Oltre a questo sono del parere, che è proprio l’ambiente il
fattore decisivo per la qualità di rappresentazione. Vale a menzionare che ci sono
anche i teatri a BTC, Mengeš e Domžale, frequentati da tante persone e dedicati ad un
pubblico più ampio.
Le manifestazioni di massa potrebbero migliorare la vita sociale nel centro. MOL (il
Municipio di Lubiana) si occupa di varie manifestazioni (si veda Klemenčič, 2002),
che soprattutto d’estate riempiono la città con visitatori, ma non si prende cura di
come fare i visitatori / turisti prolungare la loro permanenza a Lubiana. Ogni dicembre
le festività natalizie e di Capodanno attirano tanta gente, ma ben pochi negozianti
sfruttano la possibilità di prolungare il tempo di chiusura. (Dodig-Sodnik, 2001) Oltre
a questo esiste il problema di conflitto tra manifestazioni e loro organizzatori da una
parte ed abitanti del centro dall’altra. I primi sostengono il bene comune di forme
contemporanee di vita sociale e culturale, mentre gli altri lamentano chiasso e
disordine notturno. (Kmetec, Klipšteter, 2002)
Allo scopo di permettere lo sviluppo dell’attività alberghiera, commerciale e culturale,
bisogna trovare una soluzione anche al problema apparentemente irrilevante, in altre
parole l’accesso al centro di Lubiana. La mancanza di posti parcheggio è soltanto una
delle ragioni per le quali i consumatori scelgono di fare spesa nei centri commerciali
in periferia, piùttosto che nel centro storico (si vedano capitoli seguenti). Anche il
traffico per le vie commerciali disturba parecchio, ma il comune – come attore
principale nel processo di rivitalizzazione del centro urbano – non si è ancora dato da
fare abbastanza. I responsabili condividono l’opinione che sono proprio i centri
commerciali di periferia i principali colpevoli per il declino di consumo nel centro.
(Dodig- Sodnik, 2001) Fin ad ora non hanno quindi fatto altro che dare il veto alla
54
costruzione di centri commerciali in quartieri esterni dal centro. Tra le misure più
importanti va considerata l’inclusione nel progetto Re Urban Mobil nell’ambito
dell’UE, ove partecipano numerose istituzioni con il compito di preparare, secondo la
buona prassi, i metodi per lo sviluppo più efficace del centro città. Si tratta di
collegare il privato con il pubblico, di commerciare il centro storico, di amministrare
meglio immobili e di creare strumenti e misure fiscali. (Kmetec, 2002)
4.3 FENOMENO DI CENTRI COMMERCIALI
L’epoca di centri commerciali risale agli anni ottanta del secolo scorso, con le prime
manifestazioni a Lubiana, nelle vicinanze di Maribor e di Kranj. La fine degli anni
ottanta rappresenta la svolta (frizioni in Jugoslavia che portano al suo decomporsi
finale) che si riflette anche in economia. Sloveni stiamo diventando i veri
consumatori, l’opportunità’ vista e sfruttata da tanti commercianti domestici, e con
l’arrivo di capitale straniero, anche quest’ultimi. L’espandersi di centri commerciali si
manifesta subito dopo il 1993, con il secondo punto saliente dopo il 1996, quando il
numero di nuovi centri aumenta velocemente. (Uršič, 2002)
27 cittadine slovene hanno centri commerciali, alcune più di uno solo, Ljubljana e
Marbor addirittura 16 e 12 rispettivamente. La loro misura è proporzionale alla
grandezza della città e sono quindi diversi per grandezza e numero di locali. Nelle
città piccole svolgono il ruolo di fornimento dell’intera città, mentre in quelle più
grandi forniscono soltanto una parte della zona municipale.
Di solito si trovano in periferia, vicino alle strade principali che portano al centro.
BTC ( blagovno trgovinski center – centro di merci e commercio) non dista che 2 km
dal centro di Lubiana e all’incirca duecento metri dalla tangenziale. Il centro
commerciale può anche essere situato sul bordo del centro città o proprio nel centro,
ma queste posizioni risultano meno frequenti dovuto soprattutto a problemi di terreno.
Esempi di questa posizione sono a Lubiana, Maribor e Velenje. (Drozg, 2001)
La posizione periferica di maggior parte di centri commerciali si può collegare con
vari fattori. Uno di questi è senz’altro la superficie commerciale. Nel centro città i
55
terreni a questo scopo di solito non sono molto grandi, e ci sono mille condizioni a
soddisfare dal punto di vista d’inserimento in ambiente urbano generale e di tutela
monumentale. Un altro problema è l’eventuale espansione o costruzione di edifici
aggiuntivi, discutibile a causa di severo regolamento e mancanza di spazio. Altre
ragioni per questa posizione sono i terreni meno costosi, preparazione ed acquisto di
permessi ed altra documentazione più veloce e quindi periodi meno lunghi di attesa
prima dell’avvio alla costruzione. (Drozg, 2001) I primi centri commerciali sono nati
sia in zone industriali sia da magazzini, ma anche oggigiorno la maggioranza si trova
ancora in zone (nel passato) industriali, dove i cantieri sono stati semplicemente
ristrutturati e adattati. I centri costruiti daccapo sono relativamente pochi.
Nel municipio di Lubiana cinque aree soddisfano criteri per centro commerciale;
BTC, center Rudnik, Vič - Interšpar, Trata – Mercator e Brdo – Lesnina. Anche se lo
sviluppo commerciale in Slovenia non è molto avanzato, vi esiste una crescente
tendenza di vendere le superfici destinate al commercio. Misurato in m2 per abitante,
questo numero nel 1992 era il 0,47, in altre parole il 18% di tutte le aree vendute in
Slovenia derivava da Lubiana. In otto anni questa superficie è aumentata per 121%, e
la quota per abitante era 1,21 m2. Secondo alcune valutazioni la superficie
commerciale a Lubiana nel 2000 comprendeva ben 327.516 m2 (Prostorski plan
MOL, 2001 – progetto spaziale del Municipio di Lubiana, 2001). Un altro dato che
dimostra lo sviluppo commerciale è il numero di impiegati in questa categoria. Nel
1990 gli impiegati erano 39.332, e nel 2000 il numero è salito a 50.428 persone
impiegate in commercio.
Le tabelle seguenti mostrano la crescita di superfici commerciali nei centri
commerciali in Slovenia, nel periodo dal 1988 al 2002, e la crescita di numero di
centri commerciali dal 1991 al 2001. La maggior parte di centri è stata costruita tra il
1997 ed il 2001, mentre la grandezza di superfici destinate a vendita ha cominciato ad
aumentare già nel 1992, e ancora più sostanzialmente nel 1996.
Tabella 4.1.: Crescita di superfici vendita nei centri commerciali
56
Fonte: Drozg, V. (2001): Nakupovalna središča v Sloveniji. Geografski vestnik 73-1, 2001, str. 921.(Centri commerciali in Slovenia)
Tabella 4.2.: Numero di centri commerciali per anno di costruzione
Fonte: Drozg, V. (2001): Nakupovalna središča v Sloveniji . Geografski vestnik 73-1, 2001, str. 9-21.
(Centri commerciali in Slovenia)
57
Possiamo dividere centri commerciali in due categorie. I centri sovra-regionali
coprono il raggio oltre la regione, il che significa, che i consumatori vi si recano
anche da altre regioni o zone distanti fino a 150 km. La loro caratteristica è l’offerta di
attività oltre a quelle legate strettamente al commercio, ovvero attività amministrative,
sportive, ricreative, culturali e di divertimento. A Lubiana ci sono due centri di questa
categoria, il centro BTC al nordest e center Rudnik al sudest.
La seconda categoria comprende i centri regionali: ce ne sono tre a Lubiana; Vič –
Interšpar, Trata – Mercator, Brdo – Lesnina. Come implica gia il nome di categoria, si
tratta di centri che attragono gli abitanti della regione dove sono ubicati e in ogni
modo quelli, che abitano all’interno del raggio di 50 km. Si tratta di centri meno
grandi rispettivamente alla prima categoria , indirizzati soprattutto verso le attività
commerciali e servizi (bar, ristoranti) ed altre attività legate al negozio. L’aumento di
spazi vendita non è consueto, a differenza di centri sovra-regionali, che tendono ad
aumentare le superfici commerciali e ad aggiungere sempre nuove attività. La
struttura di centri regionali è di misure moderate e si adatta con più facilità.
(Prostorski plan MOL, 2001 – progetto spaziale del Municipio di Lubiana)
L’aspetto sociologico di centri commerciali
Perchè considero i centri commerciali un fenomeno? La prima ragione sta nel fatto,
che l’era del consumismo dopo il 1991 accelera lo sviluppo di questa forma di
consumo. In Slovenia si registra il salto di centri commerciali in periodo di sette anni.
Una tale espansione di attività non possiamo constatare per nessun’altra categoria
economica.
La seconda ragione è legata alla strategia dell’invitare i consumatori. Centro
commerciale non è soltanto il sopranome per negozio alimentare o d’abbigliamento,
ma offre una vasta gamma di servizi, che permettono ai consumatori di soddisfare vari
bisogni in un posto solo. Il centro commerciale con sviluppo più accelerato a Lubiana
è BTC, ed il suo presidente amministrativo in un’intervista data alla rivista Glas
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gospodarstva (La voce dell’economia) descrive l’offerta di questo centro in seguente
modo:
“I nostri consumatori sono in passaggio dalla classe sociale
bassa in quella media, o addirittura medio-alta. Al centro della
nostra attenzione sono soprattutto le famiglie, sia quelle
benestanti, sia più povere. Stiamo cercando di offrire una vasta
gamma di attività d’accompagnamento, come quelle sportive,
per i membri famigliari che non se la sentono di fare le compere.
I mariti si possono rilassare in qualche birreria con produzione
propria oppure vanno al mercato. In breve ci sarà anche
l’autolavaggio, cosi potranno dedicare il tempo alla pulitura
della loro macchina, mentre le mogli faranno acquisti. Offriamo
anche servizi postali, bancari e d’assicurazione. La nostra
massima è di offrire tutti i servizi di una città vera e propria.”
(Glas gospodarstva, 1997)
Fino al 1997 BTC era considerato come zona di tanti negozi a buon prezzo.
L’amministrazione ha intrapreso un altro progetto importante decidendo di
organizzare gli edifici in forma di città, creando cosi una vera “città dentro città”.
L’idea era di attirare le persone oltre con i negozi, anche con offerta diversa. Cosi’
hanno preparato l’offerta completa di attività accompagnatorie, con lo scopo di
prolungare la permanenza di consumatori nel centro. Con la rinnovazione e
costruzione di nuove strutture dedicate allo sport (casa dello sport Millenium offre
campi da tennis, squash, palestra e sauna), al divertimento (centro cinematografico
Kolosej, il complesso più grande d’Europa che ospita fino a 3.400 visitatori in 12
sale), ed attività amministrative (grattacielo BTC è la sede di tanti uffici e ditte).
Inoltre hanno aperto anche mercato coperto ed autolavaggio. Fanno parte di questo
complesso anche Casino, caffé - concerto e ristorante, che offrono il programma
serale culturale e di divertimento, dedicato a pubblico meno pretenzioso. (Uršič, 2000,
pagina web di BTC)
59
Architetti di queste aree di consumo hanno intrapreso la strategia di simulazione del
centro città, creando l’ambiente che assomiglia al centro: forma di edifici,
regolamento del traffico in sistema di stradine, offerta (e.g. bar e mercato), alberi
piantati e zone verdi… attirando non soltanto gli abitanti della città, ma anche quelli
dalle vicinanze. La chiave di successo amministrativo sta nel collegare e concentrare
le culture, abitudini e modi di consumo giornalieri in un solo posto – unire ed offrire
quindi piacevole ambiente, divertimento e consumo (Uršič, 2001, Lenarčič, 2004).
Architetti di centri commerciali hanno fatto un passo in più, offrendo vantaggi che
centro città non può, dunque abbastanza parcheggio libero vicino a negozi, tempo
lavorativo prolungato, pubblicità organizzata e comune (periodici pubblicitari che
informano i consumatori delle offerte speciali e novità, pubblicità in TV) e servizi
comuni (e.g. consegna a casa), ed altro.
I dati della ricerca svolta dall’Istituto per analisi economiche nella zona del Municipio
di Lubiana nel 2001 mostrano il rapporto di consumatori per acquisti in centro città ed
in centri commerciali di periferia.
L’obiettivo della ricerca era di scoprire le abitudini collegate con consumo giornaliero
di articoli vari, abbigliamento, calzatura, prodotti per casa e prodotti di lusso. Si è
cercato di stabilire dove i consumatori comprano diversi gruppi di articoli e quanti
soldi spendono per acquisti.
La ricerca era basata sul questionario inteso a persone di età e sesso diverso, divise in
tre gruppi. La zona primaria includeva il Municipio di Lubiana, secondaria quella di
comuni limitrofi che gravitano su Lubiana, e la zona terziaria comprendeva i paesi
delle vicinanze lo stesso legati a Lubiana.
Risultati dimostrano che la maggioranza di consumatori preferisce centri commerciali
di periferia e non il centro città. Di tutti gli intervistati (N=500), il 73,2% ha
specificato almeno un vantaggio del centro, mentre ben 90,4% ha citato almeno un
vantaggio della periferia. L’88,2% ha specificato almeno un svantaggio del centro
rispetto a 56,2% di argomenti contro la periferia. Da questi dati si può dedurre, che vi
60
esiste una maggiore inclinazione per consumo in periferia. Questa sembra avere meno
svantaggi e più vantaggi rispetto al centro città. Questa tesi è confermata anche dal
dato del 1999; il consumo estimato per la periferia di Lubiana era il 44,8% del
consumo totale per la Slovenia, mentre il centro non ha contribuito che la metà, quindi
soltanto il 23,4%. (Commercio – dirigere lo sviluppo di commercio al minuto nella
zona del Municipio di Lubiana, 2001)
Le tabelle in allegato B, C, D ed E specificano in dettaglio sia i vantaggi sia i
svantaggi di fare acquisti in centro città e in centri commerciali di periferia.
Tabella “Vantaggi di consumo in periferia” dimostra come vantaggio principale la
comodità, il 57,6% di intervistati ha scelto l’accesso più facile e parcheggio, il 35,4%
apprezza le dimensioni di grandi centri commerciali. Prezzi più bassi e favorevoli
condizioni di pagamento sono importanti per 14,8% di persone, e 12,4,% di
intervistati ritiene che la prossimità di negozi rappresenta il vantaggio principale. Tra
le risposte rimanenti vale la pena menzionare: non sono affollati, acquisti più rilassati
(4,2%), si impiega meno tempo (1,2%), riparazione dal tempo (1,2%), ideale per
acuisti più grandi (1,2%). (Si veda allegato B)
Nell’elencare gli svantaggi di centri in periferia, la maggioranza di persone incluse nel
sondaggio (22,6%) lamenta la lontananza, l’11% scarsa offerta di articoli,
l’affollamento (9,4%) e consumo impersonale (5,2%). Bassa qualità di articoli è
menzionata da 4,6% di persone ed il 3,4% lamenta la distanza tra vari negozi. Il
problema di parcheggio disturba 2% di intervistati, 1,6% riporta prezzi elevati e 1% di
persone non si sente bene in centri commerciali. (si veda allegato C)
Come vantaggio principale del centro città la maggioranza riporta grande scelta,
offerta migliore e tanti negozi diversi (39,4%). Il 21,4% sostiene l’importanza della
prossimità del centro, e 13,8% di persone pone l’accento sul fascino e sull’attrazione
generale del centro come vantaggi comparativi rispetto a centri commerciali di
periferia. Sondaggio inoltre rileva che acquisti in centro sono più veloci rispetto a
quelli di periferia (5,6%), e che la qualità di articoli offerti e negozi è notevolmente
maggiore (5,4%). Prezzi più bassi sono importanti per 3,2,% di persone, il 2,6%
61
apprezza la possibilità di trasporto pubblico. 2,6% di consumatori sceglie la città
perchè conosce i negozi e rileva l’importanza delle abitudini. Il 2,4% trova che i
negozianti del centro siano più gentili e cordiali, e l’1,2% trova nel centro i negozi che
non ci sono in centri di periferia. La folla minore è importante per 1% di persone
intervistate. (si veda allegato D)
Lo svantaggio più grande del centro città è la mancanza di parcheggi e accesso
ostacolato o limitato (64%). Il 14% lamenta la folla e file, il 5,6% prezzi più alti, e la
stessa percentuale negozi dispersi. Anche il traffico molto denso (5%) e la lontananza
di negozi dal abitato (4,8%). Il 2,4% considera l’offerta minore rispetto a grandi centri
commerciali, le manifestazioni temporali disturbano 1,8% di persone e 1,6% ha già
incontrato le commesse scortesi. Gli intervistati lamentano anche lo spazio ridotto per
l’esposizione (1,4%) e grande perdita del tempo (1,2%). (si veda allegato F)
Il vantaggio comparativo di centri commerciali in periferia è parcheggio. Altre
caratteristiche in favore della periferia sono l’offerta maggiore, prezzi più bassi e
negozi specializzati. Possiamo concludere che la periferia, come zona di consumo e
commercio, è in netto vantaggio sul centro città di Lubiana.
5 CONCLUSIONE
Rispetto a livello di sviluppo, Lubiana rimane un pò indietro dell’Europa occidentale,
ma il declino del centro urbano diventa sempre più anche il nostro problema, presente
già da tempo. Il centro urbano sta perdendo il primato nella gerarchia urbana anche a
causa di funzioni disperse tra altre zone urbane. Inoltre, si può notare anche il trend
del de-gerarchizzare le aree urbane in generale. In questo senso scompaiono le
differenze tra la città e periferia. La perdita di vitalità deriva da suburbanizzazione
fisica e culturale e da scarsa diversità funzionale.
62
Negli anni sessanta del ventesimo secolo Lubiana era sottoposta a forti correnti di
suburbanizzazione, che non sono ancora scomparse. Di conseguenza, la popolazione e
parzialmente anche servizi, hanno abbandonato il centro città. Il dato di conferma è il
trasferimento dal centro di circa 4000 abitanti negli anni quaranta, mentre la
popolazione in zone periferiche, soprattutto a Moste, Šiška e Vič, ha aumentato
notevolmente.
Più tardi, dopo il 1990, è cominciato il trend di centri commerciali in periferia, con la
funzione di fornire la popolazione della città e dintorni. In alcuni casi si trattava anche
di abitanti del retroterra, come nel caso di BTC. Questo distacco è collegato con la
politica rigida di economia pianificata sia in ex Jugoslavia, sia in Slovenia. I centri
commerciali di Lubiana hanno preso per modello quelli americani e di Europa
occidentale, caratterizzati da grande offerta di attività ed eventuale soddisfazione di
più possibili bisogni. Architetti di queste aree di consumo hanno intrapreso la
strategia di simulazione del centro città, creando l’ambiente che assomiglia al centro:
forma di edifici, regolamento del traffico in sistema di stradine, offerta (e.g. bar e
mercato), alberi piantati e zone verdi… attirando non soltanto gli abitanti della città,
ma anche quelli dalle vicinanze. La chiave di successo amministrativo sta nel
collegare e concentrare le culture, abitudini e modi di consumo giornalieri in un solo
posto – unire ed offrire quindi piacevole ambiente, divertimento e consumo. I dati
empirici della ricerca “Dirigere lo sviluppo di commercio al minuto in centro città”
dimostrano, che i consumatori preferiscono i centri commerciali per acquisti di
articoli standardizzati dedicati all’uso giornaliero, mentre invece scelgono la città per
articoli di lusso, che si trovano in vari boutique del centro.
Urbanità della città è garantita ed aumentata da tutte le funzioni relative alla città, che
attragono persone in spazi pubblici; si tratta infatti di attività che stimolano la vita
pubblica urbana. Come esempio possiamo citare tre gruppi principali. Si tratta di
attività commerciale, alberghiera e culturale. L’attività’ alberghiera, ad eccetto i
ristoranti, dimostra la mancanza d’interesse dalla parte di clienti, per qualsiasi varietà
d’offerta, che risulta monotona e non differenziata. L’aspetto più preoccupante è la
63
proporzione tra l’offerta e la domanda – la prima, soprattutto di qualità assai bassa –
supera per molto l’ultima.
Commercio non è molto diverso, orientato soprattutto sulla vendita di abbigliamento e
calzature, mentre esiste una grave sproporzionalità tra le attività d’artigianato. È
aumentato il numero di parrucchieri, mentre gli ombrellai e calzolai quasi non
esistono più nel centro. Secondo me questo fenomeno origina nello stile di vita
diverso rispetto al passato – una volta le scarpe o l’ombrello sono consumati, non li
portiamo più dal calzolaio o ombrellaio, ma li buttiamo semplicemente via e
compriamo nuovi quasi con il costo quasi uguale. Sono ottimista per quanto riguarda
la formazione di vere e proprie vie commerciali, perchè sono proprio i negozi di alta
qualità quelli con permanenza più lunga.
Le attività culturali, ad eccetto il cinema, non evidenziano nessun declino di visitatori.
Questo è certamente la conseguenza di una clientela specifica e fedele in istituzioni
come l’Opera o il teatro Drama, che non cambia molto. Manifestazioni pubbliche
sono abbastanza frequenti e varieggiate, ma purtroppo i negozianti e gli albergatori
spesso non sanno sfruttare queste opportunità con un’offerta adatta e orario di lavoro
prolungato.
L’interesse per centro come posto di abitazione si può notare anche dalla costruzione
di nuovi complessi residenziali a Čopova, Prule e Poljane, oltre alla ristrutturazione di
alcune case sotto la tutela monumentale nel centro storico di Lubiana.
Posso constatare che l’urbanità’ di centro di Lubiana non è in crisi cosi’ profonda
come in alcune altre città. Il fatto, che la colpa principale per il declino di visitatori nel
centro non è soltanto di centri commerciali in periferia, ma che si tratta di un
fenomeno molto più complesso, collegato con l’organizzazione di attività nel centro
stesso e va risolto con la cooperazione tra gli albergatori, negozianti, amministrazione
municipale e cittadini.
64
Il potenziale per lo sviluppo e miglioramento della vita pubblica in città sta nel
differenziare l’offerta esistente, soprattutto riguardante lo stile di vita degli abitanti,
dando preferenza alla qualità e non alla quantità. Nell’organizzare le manifestazioni
pubbliche di scala ristretta (come si può vedere in bar Samara e Pločnik sulla piazza
di Prešeren d’estate) e nel introdurre le attività più moderne (e.g. alberghi boutique),
contemporaneamente con un necessario miglioramento logistico di parcheggi e
trasporto pubblico.
65
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Tutte le pagine web che fanno parte della bibliografia, sono accessibili il giorno
29.2.2004.
71
7 APPENDICI
Appendice A:
Densità di popolazione per ettaro in circondari di censimento nel 1995
Fonte: RUS, A.(1997): Členitev mesta Ljubljana, III. faza. Ljubljana, Inštitut za geografijo.(Lo
smembrare della città di Lubiana, III fase. Lubiana, Istituto per geografia)
72
Appendice B: Vantaggi di fare acquisti in periferia.
Facile accesso ai
negozi, possibilità
di parcheggio
Grandi centri
commerciali
Prezzi bassi e
favorevoli
condizioni di
pagamento
Prossimità di negozi
Non c’è
affollamento, vi si
sente rilassati
Commesse cordiali
Acquisti veloci, si
spende meno tempo
Riparazione dalle
manifestazioni
temporali.
Adatti per acquisti
più grandi
% di persone coinvolte in sondaggio
zona 1
zona 2
totale
(N=299)
(N=137)
(N=500)
55,5
84,4
57,6
Zona 3
(N=64)
49,6
35,4
31,1
42,2
41,6
14,8
15,1
18,8
12,4
12,4
4,2
15,1
3,7
4,7
7,8
10,2
3,6
2,0
1,2
1,7
1,0
0,0
0,0
3,6
2,2
1,2
1,7
0,0
0,7
1,2
1,7
0,0
0,7
Fonte: Usmerjanje razvoja trgovine na drobno v prostoru Mestne občine Ljubljana (2001), Inštitut za
makroekonomske raziskave RS.( Dirigere lo sviluppo di commercio al minuto nella zona del
Municipio di Lubiana, 2001, Istituto per ricerche macro-economiche della Repubblica di Slovenia)
73
Appendice C: Svantaggi della periferia
Grande distanza da
centri commerciali
Scarsa offerta e
scelta
Folla
Consumo
impersonale
Bassa qualità di
prodotti
Negozi distanti l’uno
dall’altro.
Mancanza di posti
parcheggio
Prezzi più alti.
Malessere generale
% di persone coinvolte in sondaggio
zona 1
zona 2
totale
(N=299)
(N=137)
(N=500)
24,4
6,3
22,6
Zona 3
(N=64)
26,3
11,0
11,0
12,5
10,2
9,4
5,2
12,7
3,3
3,1
14,1
5,1
5,1
4,8
5,4
6,3
2,9
3,4
3,0
6,3
2,9
2,0
1,7
3,1
2,2
1,6
1,0
2,0
1,3
0,0
0,0
1,5
0,7
Fonte: Usmerjanje razvoja trgovine na drobno v prostoru Mestne občine Ljubljana (2001), Inštitut za
makroekonomske raziskave RS. .( Dirigere lo sviluppo di commercio al minuto nella zona del
Municipio di Lubiana, 2001, Istituto per ricerche macro-economiche della Repubblica di Slovenia)
74
Appendice D: Vantaggi del centro città
Grande scelta,
offerta, tanti negozi
Prossimità del centro
Fascino ed attrazione
generale del centro
Si spende meno
tempo
Qualità migliore sia
di prodotti sia di
negozi.
Prezzi più bassi
Possibilità di
trasporto pubblico
Abitudine, si
conosce i negozi
Commesse cordiali
Negozi specializzati
che non esistono in
centri commerciali.
Meno gente
% di persone coinvolte in sondaggio
zona 1
zona 2
totale
(N=299)
(N=137)
(N=500)
38,1
37,5
39,4
Zona 3
(N=64)
43,1
21,4
13,8
24,1
15,7
7,8
12,5
21,9
10,2
5,6
7,4
4,7
2,2
5,4
5,4
4,7
5,8
3,2
2,6
4,0
2,3
0,0
4,7
2,9
2,2
2,6
2,0
3,1
3,6
2,4
1,2
2,7
1,7
0,0
0,0
2,9
0,7
1,0
1,7
0,0
0,0
Fonte: Usmerjanje razvoja trgovine na drobno v prostoru Mestne občine Ljubljana (2001), Inštitut za
makroekonomske raziskave RS. .( Dirigere lo sviluppo di commercio al minuto nella zona del
Municipio di Lubiana, 2001, Istituto per ricerche macro-economiche della Repubblica di Slovenia)
75
Scarica

Maruša Tomšič L`INFLUENZA DELLA SUB