7 Meccanica del terreno 7.1 Caratteristiche dei terreni 1 7.1.1 Il terreno: generalità e indagini Indagini del sottosuolo Il prelievo dei campioni Campionature superficiali In alcuni casi possono essere previste delle campionature del terreno in superficie oppure a limitate profondità, asportando prima lo strato di terreno vegetale. Se il terreno è coerente, con l’uso di normali attrezzature, vengono estratti dei cubi di terra con lato minimo di circa 20 ÷ 25 cm e viene utilizzata per le prove la loro parte interna dove la terra non ha subito modifiche o alterazioni. Quando invece il terreno è incoerente, viene utilizzato un apparecchio formato da un cilindro in ferro con il bordo inferiore tagliente, inserito in una guida cilindrica metallica, che viene infisso a mano nel terreno fino al suo totale riempimento, quindi il provino viene tagliato alla base e il cilindro viene chiuso agli estremi con due coperchietti [fig.a]. attrezzatura della campionatura in superficie, evitando che le terre dei vari strati si possano mescolare. Perforazioni meccaniche. Consentono di prelevare campioni intatti di terreno che permettono di individuare bene le sue caratteristiche. Vengono impiegate le sonde che possono essere a percussione, a rotazione e a roto-percussione; le prime sono adatte per terreni incoerenti, mentre le altre vengono impiegate su terreni resistenti. Queste apparecchiature vengono azionate da un motore e possono essere montate su una semplice intelaiatura, detta capra, o su carrelli a ruote o a cingoli dotati di motore diesel, che consentono rapidi spostamenti della macchina; lo stesso motore aziona l’apparecchiatura di perforazione. La sonda a percussione è dotata di un utensile a scalpello capace di tagliare il terreno ed è collegata a un cavo di acciaio; viene fatta cadere ripetutamente da una determinata altezza attraverso una struttura guida esterna e si realizza un foro nel terreno fino alla profondità voluta. Quando le terre sono incoerenti, per cui le pareti del foro possono franare, contemporaneamente alla sonda vengono fatti avanzare dei tubi in lamiera avvitati fra loro, entro i quali scorre la sonda, che sostengono la parete. Anziché i tubi è possibile impiegare i fanghi bentonitici che realizzano una spinta idrostatica contro il terreno e, quando sono a riposo, ne aumentano contemporaneamente la resistenza meccanica. Alle varie profondità stabilite si effettua il prelievo del campione di terreno mediante dei campionatori di vario tipo. Il campionatore più semplice è quello di Casagrande, costituito da un tubo cilindrico con bordo inferiore tagliente che superiormente viene avvitato a una serie di aste metalliche [fig. b]. Il campionatore viene calato nel foro e fatto affondare nel terreno. Tramite un cavetto di acciaio, manovrabile in superficie, viene tagliato il campione di terra e quindi si estrae l’apparecchio. Fig. a Campionature in profondità Possono essere eseguite mediante pozzi, perforazioni e trivellazioni. Pozzi. È un sistema di perforazione manuale utilizzato da tempi antichissimi e oggi quasi abbandonato; richiede molto tempo e non permette di arrivare a notevoli profondità. Con il sistema dei pozzi si ottengono però buoni risultati, poiché si può osservare facilmente la stratigrafia del terreno e prelevare i campioni sulle pareti e sul fondo con la stessa semplice Fig. b © SEI - 2012 7 Meccanica del terreno 7.1 Caratteristiche dei terreni 2 7.1.1 Il terreno: generalità e indagini Con la sonda a percussione è possibile raggiungere i 40 ÷ 50 m di profondità. Il campione di terra può essere facilmente recuperato disponendo all’interno del campionatore un secondo cilindro tagliato a metà lungo una generatrice, perfettamente aderente al primo e a esso fissato mediante un bullone [fig. c] per cui può essere sfilato con facilità e costituisce l’involucro per la conservazione del campione. Fig. c La sonda a rotazione viene impiegata quando si hanno terreni molto resistenti nei quali le sonde precedenti sono inefficaci. Permette di eseguire una perforazione senza interruzioni prelevando campioni cilindrici, detti carote, della lunghezza di 2,00 ÷ 3,00 m che consentono di ottenere una serie stratigrafica continua. Il moto rotatorio viene impresso ad aste avvitate in serie man mano che aumenta la profondità della perforazione, all’estremità inferiore delle quali sono montati degli scalpelli o corone di perforazione. Per l’estrazione del provino di terra vengono utilizzati dei campionatori (o carotieri) con diametri di 7 ÷ 15 cm [fig. d]. Con le sonde a rotazione si possono raggiungere le profondità di 50 ÷ 150 m. Le moderne attrezzature di perforazione possono operare con un sistema misto a percussione e a rotazione in funzione delle caratteristiche degli strati di terreno da attraversare; in genere la prima parte della perforazione viene eseguita a percussione e successivamente si passa alla rotazione. Con le trivellazioni per l’esecuzione del foro vengono utilizzate le trivelle a spirale con vite senza fine che hanno lo svantaggio di mescolare notevolmente il terreno rendendolo inconsistente anche se in realtà non lo è, per cui i campioni prelevati non servono molto ai fini di un esame preciso del terreno, ma forniscono solo un’idea sommaria delle sue caratteristiche, utili per individuare i punti dove effettuare i prelievi con altri sistemi. Con le trivellazioni è possibile raggiungere profondità di circa 40 m. Fig. d Indagini geofisiche del sottosuolo Quando si deve operare in zone di terreno molto vaste vengono di norma effettuate le indagini geofisiche, basate su principi fisici, che consentono di analizzare il terreno a profondità maggiori rispetto alle perforazioni, sono di rapida esecuzione ed economiche, però, per effettuare studi geotecnici, è necessario avere una conoscenza del sottosuolo. Esistono vari metodi, ma i più usati sono quelli gravimetrico, elettrico e sismico. Metodo gravimetrico Permette di studiare la distribuzione della densità del sottosuolo utilizzando la misura dei campi di gravità naturali, per cui se il terreno è omogeneo il campo gravitazionale è costante, mentre se il terreno è eterogeneo il campo gravitazionale è variabile; è quindi possibile, noto il peso volumico dei terreni nelle varie zone, determinare con buona approssimazione la forma e la posizione delle zone stesse. L’apparecchio fornisce risultati attendibili ripetendo la prova più volte nello stesso punto ed è adatto per terreni pianeggianti. © SEI - 2012 7 Meccanica del terreno 7.1 Caratteristiche dei terreni 3 7.1.1 Il terreno: generalità e indagini Metodo elettrico La diversità fra i vari strati di terreno determina una differente resistività elettrica, ossia i terreni oppongono una differente resistenza al passaggio della corrente elettrica. Note l’intensità di corrente J [fig. e] e la differenza di potenziale fra i due elettrodi M1 ed M2, è possibile calcolare la resistività elettrica del terreno; se questo è omogeneo la resistività ottenuta dal calcolo è effettiva, mentre se il terreno è eterogeneo si ottiene una resistività apparente che è la media di quelle effettive esistenti in un prisma di terra proporzionale alla distanza E1 E2 fra gli elettrodi di corrente. Fig. e Metodo sismico Si basa sulla misurazione tramite sismografi delle onde sismiche prodotte artificialmente nel terreno in vari modi, generalmente con esplosivi, oppure con vibratori che generano vibrazioni pulsanti. Questo metodo, a differenza degli altri esaminati, ha una corrispondenza diretta con le caratteristiche meccaniche del terreno e non è influenzato da campi gravitazionali, elettrici e magnetici naturali. L’apparecchiatura consiste in un sismometro del tipo elettromagnetico e in un amplificatore elettronico che invia i segnali a un registratore con carta fotografica o magnetica. Volendo determinare l’altezza h di uno strato superficiale di terreno [fig. f] si produce nel punto P un’esplosione e le onde longitudinali che si generano vengono trasmesse al terreno e captate dal sismometro (S), sono amplificate e quindi registrate, riportando anche il tempo impiegato che varia al variare della distanza d. Fig. f Fra le onde prodotte interessano l’onda diretta a, l’onda riflessa b e l’onda rifratta c che attraversano lo strato di terreno sottostante a quello considerato. Riportando su un sistema di assi le distanze in ascisse e i tempi in ordinate si ottengono i diagrammi delle velocità delle varie onde [fig. g]. In base all’andamento dei diagrammi si può determinare l’altezza h dello strato in quanto l’ascissa del punto di intersezione D delle rette relative alle onde dirette e rifratte indica la distanza percorsa dalle due onde nello stesso tempo e fornisce indicazioni circa la natura dei terreni che hanno velocità di propagazione differenti in relazione alla natura del terreno. Fig. g © SEI - 2012