Steiner_capezzolo 29-01-2008 10:51 Pagina 27 A. Steiner. Large Animal Review 2008; 14: 27-29 La chirurgia del capezzolo nella vacca da latte 1° Congresso Europeo Sivar 8-9 febbraio 2008 27 eventi sivar ADRIAN STEINER Prof. Dr. Med. Vet, Dipl ECVS, Dipl ECBHM Clinic for Ruminants, Vetsuisse-Faculty of Berna, Switzerland RICHIAMI ANATOMICI Il capezzolo è costituito dalla parete, dall’apice con il canale del capezzolo e dal seno del capezzolo. Quest’ultimo è demarcato dall’anello venoso di Fürstenberg, che lo separa dal seno della ghiandola. La parete del capezzolo è costituita dai diversi strati: in corrispondenza di quello più interno, il seno del capezzolo è rivestito da un epitelio cuboidale su due piani, che è seguito dalla sottilissima sottomucosa, e dallo strato intermedio largo formato principalmente da tessuto connettivo, muscolatura liscia e numerosi vasi sanguigni di grandi dimensioni. All’esterno, il capezzolo è rivestito da un epitelio squamoso stratificato. Il canale del capezzolo (canale striato) è rivestito invece da un epitelio squamoso stratificato e da cheratina. Ha una lunghezza variabile fra 5 e 10 mm. Il suo limite prossimale è rappresentato dalla rosetta di Fürstenberg, al di sotto della quale è localizzato lo sfintere del capezzolo, costituito da fasci di fibre muscolari lisce. ESAME CLINICO Per l’esame del capezzolo si possono utilizzare le seguenti tecniche: ispezione visiva (valutazione delle lacerazioni capezzolari), accurata palpazione (valutazione delle ostruzioni capezzolari), mungitura manuale e meccanica (valutazione dei disordini del flusso del latte), California mastitis test e coltura microbica di un campione di latte prelevato dal quarto colpito (valutazione della mastite), sondaggio del canale e della cisterna del capezzolo (valutazione della presenza di ostruzioni in queste sedi), ecografia ed endoscopia (valutazione delle ostruzioni). CONTENIMENTO ED ANESTESIA Le procedure semplici che non richiedono la sutura si possono eseguire in anestesia locale con la bovina contenuta in piedi. Tuttavia, la posizione per il chirurgo è molto scomoda, ed è probabile la contaminazione fecale della ferita. Per le procedure chirurgiche più invasive è necessario che l’animale sia contenuto su un tavolo operatorio in decubito laterale, con il capezzolo interessato posizionato in alto. La necessità della sedazione dipende dal carattere della bovina. L’anestesia locale del capezzolo è indispensabile per qualsiasi tipo di intervento chirurgico e si esegue mediante iniezione circonferenziale di 20 ml di una soluzione al 2% di lidocaina cloridrato alla base del capezzolo. Le lacerazioni situate più prossimalmente richiedono una infiltrazione locale aggiuntiva. Per prevenire il deflusso del latte durante l’intervento chirurgico e ridurre l’emorragia intraoperatoria, durante gli interventi chirurgici si applica alla base del capezzolo un’apposita pinza metallica. PATOLOGIE Le più frequenti patologie del capezzolo che richiedono l’intervento chirurgico sono rappresentate dalle affezioni caratterizzate dalla riduzione del flusso di latte e dalle lacerazioni capezzolari esposte. I calcoli del latte sono costituiti da calcoli che possono essere sia completamente liberi di fluttuare che adesi alla mucosa attraverso un lembo peduncolato. Queste strutture interferiscono meccanicamente con il flusso del latte, quando vengono spinte in avanti lungo il canale del capezzolo durante la mungitura. Possono essere presenti molteplici calcoli. Quelli di piccole dimensioni vengono solitamente espulsi mediante mungitura manuale forzata. Se un calcolo è adeso alla parete o è troppo grande per poter essere eliminato con la mungitura, è necessario schiacciarlo in sede intracisternale con una pinza, introdotta attraverso il canale del capezzolo. In rari casi, può essere indicata la rimozione mediante la telotomia laterale. Le ostruzioni nell’area della rosetta di Fürstenberg sono fra le cause più frequenti di riduzione del flusso del latte nelle bovine lattifere. Come conseguenza di un trauma acuto, uno o più lembi tissutali originano dalla parte prossimale del canale del capezzolo, mentre l’integrità della cute viene preservata. I lembi cutanei prolassano nel seno del capezzolo in modo simile ad una valvola ed interferiscono in modo intermittente con la mungitura. Il capezzolo colpito non deve essere munto per i 7-10 giorni immediatamente successivi al danno, ma il latte va drenato passivamente a giorni alterni attraverso un catetere da capezzolo a punta smussa. In seguito, si rivaluta il flusso del latte. Se questo presenta ancora una riduzione intermittente, si deve prendere in considerazione il coinvolgimento di un lembo tissutale nell’area della rosetta di Fürstenberg. Il lembo tissutale può venire rimosso mediante escissione alla cieca attraverso il canale del capezzolo o, preferibilmente, sotto controllo visivo durante una teloresectoscopia laterale o telotomia. Durante il periodo postoperatorio, dopo ciascun drenaggio passivo del latte si introduce nel canale del capezzolo un’oliva dilatatrice fondente realizzata in polivinilpirrolidone iodio in cera. Il canale del capezzolo stretto è solitamente una condizione acquisita e rappresenta la conseguenza di un autotraumatismo a livello dell’apice dell’organo. Il cattivo funzionamento dell’apparecchio da mungitura, come l’eccessiva formazione Steiner_capezzolo 28 29-01-2008 10:51 Pagina 28 La chirurgia del capezzolo nella vacca da latte di vuoto, che esita in un trauma cronico, è considerata la seconda causa principale di questa condizione. Il capezzolo colpito non va munto per 7-10 giorni dopo il danno, ma il latte deve essere drenato passivamente a giorni alterni. In seguito, il flusso del latte viene determinato attraverso la mungitura meccanica di routine. Se è ancora ridotto e mediante valutazione ecografica è possibile escludere in modo definitivo il coinvolgimento di un lembo di tessuto nell’area della rosetta di Fürstenberg, si esegue il taglio dello sfintere. A questo scopo, si raccomanda l’impiego di un coltello da capezzolo. Le cure postoperatorie consistono nella mungitura mattutina di routine ed in quella manuale forzata con emissione di parecchi getti di latte ogni 1-2 ore fino alla mungitura pomeridiana. Dopo ciascuna mungitura meccanica di routine, per 5 giorni consecutivi, si introduce nel canale del capezzolo un’oliva dilatatrice fondente realizzata in polivinilpirrolidone iodio in cera, in modo da mantenere pervio il canale stesso fino a che non si sia verificata la guarigione. Le masse intracisternali peduncolate, diagnosticate ecograficamente, vanno preferibilmente rimosse attraverso una telotomia laterale o, se fattibile, in seguito ad una teloresectoscopia. Per la chiusura della ferita telotomica, si rimanda alla Chiusura delle lacerazioni aperte del capezzolo. Le ostruzioni prossimali alla rosetta di Fürstenberg con un’estesa adesione del lembo tissutale alla parete del capezzolo comportano una prognosi sfavorevole per quanto riguarda il ripristino permanente (oltre una lattazione) del normale flusso del latte, perché le recidive sono molto probabili e gli impianti tendono a collassare o a migrare lentamente verso il seno della ghiandola. In questi casi, di conseguenza, l’intervento chirurgico non va tentato. Le lacerazioni aperte del capezzolo sono distinte in parziali ed a tutto spessore; queste ultime determinano l’apertura di lesioni perforanti che penetrano fino ad introdursi nel canale del capezzolo, nel seno del capezzolo o in quello della ghiandola. Se la riparazione primaria è iniziata, la ricostruzione va effettuata in condizioni asettiche. I margini della ferita vengono sottoposti ad un’accurata revisione chirurgica e risciacquati con soluzione fisiologica. Ogni eventuale tessuto necrotico, contaminato o infetto va rimosso (Figura 1). Bisogna stare attenti a preservare la maggiore quantità possibile di tessuto normale, perché a livello del capezzolo la quota di tessuto “extra” disponibile è molto scarsa. Nelle lacerazioni a tutto spessore, è appropriata una chiusura su tre piani che coinvolga la sottomucosa, lo strato intermedio e la cute. La sottomucosa e lo strato intermedio vengono accostati realizzando, su ciascuno dei due piani, una sutura orizzontale da Figura 1 Figura 2 materassaio continua e non perforante, utilizzando materiale riassorbibile sintetico monofilamento 4-0. La cute viene chiusa con una sutura semplice a punti staccati in materiale monofilamento 3-0 o 4-0. Le lacerazioni a spessore parziale vengono suturate in modo simile, tranne che per il fatto che si evita la sutura più interna a livello della sottomucosa. Se è interessato il canale del capezzolo, la ferita viene sottoposta a revisione chirurgica secondo le modalità descritte, per poi applicare diversi punti staccati in corrispondenza dello strato intermedio vicino al canale stesso, nel quale si introduce un catetere da capezzolo permanente per poi stringere ed annodare le suture. La cute viene chiusa con suture semplici a punti staccati. Il catetere da capezzolo viene lasciato in sede per 10 giorni in modo da mantenere la pervietà del canale del capezzolo fino a che non sia avvenuta la guarigione. Se la ricostruzione di una lacerazione capezzolare non è possibile, si può prendere in considerazione come procedura di salvataggio l’amputazione della parte. Si deve cercare di ottenere la guarigione terziaria della ferita, se la chiusura primaria e l’amputazione non costituiscono opzioni valide per la riparazione. È necessario essere consapevoli del fatto che in seguito ad una guarigione secondaria di lacerazioni a tutto spessore è molto probabile che si verifichi la formazione di una fistola del capezzolo. La fistola del capezzolo rappresenta uno sbocco accessorio del capezzolo stesso, in comunicazione sia con il seno del capezzolo che con il relativo canale. Di solito è la conseguenza di una lacerazione del capezzolo a tutto spessore e si riscontra come complicazione di una guarigione secondaria di una ferita oppure di una deiscenza in seguito ad una guarigione primaria. Se si inietta attraverso la fistola del blu di metilene come colorante, se ne riscontra la comparsa nel latte del capezzolo principale. Prima di iniziare la riparazione chirurgica della fistola capezzolare, si deve consentire che avvenga la granulazione della ferita, fino a che la tumefazione e l’infezione non recedono e la fistola non è ben delineata. Si esegue l’escissione di un tratto di parete del capezzolo orientato longitudinalmente, di forma ellittica e a tutto spessore, che abbia al centro il tragitto fistoloso, al fine di esporre la parete del capezzolo non interessata dalla cicatrizzazione. La parete del capezzolo viene chiusa secondo le modalità descritte per la lacerazione a tutto spessore. Le considerazioni generali per il trattamento postoperatorio in seguito ad interventi chirurgici con sutura della parete del capezzolo prevedono il drenaggio passivo del latte a giorni alterni per 10 giorni (nel caso di piccole ferite teloscopiche: tre giorni) e la somministrazione intramammaria preventiva Figura 3 Figura 4 Steiner_capezzolo 29-01-2008 10:51 Pagina 29 A. Steiner. Large Animal Review 2008; 14: 27-29 di antimicrobici ogni 2 drenaggi passivi del latte. La rimozione dei punti di sutura si esegue al giorno 11, e nella stessa data si riprende la mungitura meccanica. 29 zione primaria può avere successo anche fino a 12-18 ore dopo che si è verificata la lacerazione (in altri tessuti, la soglia per la chiusura primaria corrisponde a 6-8 ore). Nei casi in cui la lesione è presente da più tempo, si raccomanda il ricorso alla guarigione terziaria della ferita. PROGNOSI Il contenimento adeguato e l’anestesia sono prerequisiti importanti per gli interventi chirurgici nell’area del capezzolo del bovino. Il successo dipende dalle condizioni asettiche e dalla meticolosa tecnica operatoria. Le lacerazioni aperte del capezzolo devono essere valutate accuratamente al fine di determinare la prognosi per il ripristino del flusso di latte ed il ritorno alla normalità del conteggio delle cellule somatiche. La prognosi dipende da vari criteri come la localizzazione, le dimensioni e la direzione della lacerazione, il grado della perdita tissutale, il coinvolgimento del canale del capezzolo, la presenza di mastite ed edema mammario, l’età della lacerazione e il grado di contaminazione. Poiché la direzione dell’apporto ematico procede dalla base verso l’apice del capezzolo, le lacerazioni longitudinali guariscono meglio di quelle orizzontali. Analogamente, le lacerazioni prossimali guariscono meglio di quelle distali, grazie alla maggior perfusione della base del capezzolo. Le lacerazioni parziali a livello dell’apice del capezzolo con la base del lembo tissutale situata distalmente possono avere una prognosi più sfavorevole di alcune lacerazioni a tutto spessore che determinano la comparsa di lesioni perforanti che si spingono fino nel seno del capezzolo. Il coinvolgimento del canale del capezzolo o del seno della ghiandola aggrava la prognosi, dato che la riparazione anatomica è difficile. Data la perfusione generalmente buona del capezzolo, l’età della lacerazione non è una preoccupazione primaria. Secondo la nostra esperienza, la ripara- Bibliografia Ducharme NG, Arighi M, Horney D, et al: Invasive teat surgery in dairy cattle I. Surgical procedures and classification of lesions. Can Vet J 28:757762, 1987. 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CAB Abstracts, coprendo praticamente tutte le pubblicazioni scientifiche mondiali (riviste e atti congressuali) di medicina veterinaria, permette di fare ricerche bibliografiche complete e mirate. A differenza di PubMed, il data base gratuito finanziato dal Governo Americano che copre prevalentemente la medicina umana, l’accesso a CabAbstract normalmente non è libero ma prevede un abbonamento individuale. Da quest’anno questo servizio straordinario è offerto gratuitamente ai soci delle Società SCIVAC, SIVAR, SIVE, SIVAE, SIVAL, AIVEMP ed ai soci delle Società Specialistiche SCIVAC e SIVE in regola con il pagamento della quota associativa per l’anno in corso. Per accedere al servizio è necessario entrare nella propria pagina di Ego al sito http://ego.evsrl.it tramite le user name e password stampate su tutte le ricevute di iscrizioni associative o versamento di caparre rilasciate da EV. 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