Scienza e sanità H Mario Negri nella stanza dei bottoni della ricerca A PAGINA 13 Seminati Il titolo Un decreto lo riconosce come Istituto di ricovero e cura a carattere scientifico Ricerca scientifica Il «Mario Negri» nella stanza dei bottoni Ora possibili maggiori finanziamenti •6 Un atto di fiducia, uno stimolo e un impegno a fare meglio, dalla parte degli ammalati Silvio Garattini La notizia è di quelle che danno prestigio: dopo mezzo secolo di attività, un decreto ministeriale riconosce il «Mario Negri» come Istituto di ricovero e cura a carattere scientifico (Irccs). Il «Negri», in una nota, spiega che «la farmacologia e la sperimentazione clinica dei trattamenti farmacologici entrano così nell'ambito dei problemi per cui si ritiene utile e necessaria una base scientifica. L'appartenenza al gruppo degli Irccs per- mette una presenza diretta nel Sistema sanitario nazionale». Con questo nuovo titolo, l'istituto potrà ora competere con gli altri Irccs — oltre 40 in tutta Italia, di cui la maggior parte in Lombardia — per partecipare a bandi di ricerca sia italiani sia internazionali, riservati agli enti del Sistema sanitario nazionale. Orgoglioso del risultato, il direttore dell'Istituto di ricerche farmacologiche Silvio Garatti- ni: «Questo riconoscimento dice - è molto importante e rappresenta un atto di fiducia, un grande stimolo e impegno a fare sempre meglio, dalla parte degli ammalati, affinché il Sistema sanitario nazionale, avendo alla base l'evidenza scientifica, sia sempre più efficiente». C'è poi un auspicio: «Ci auguriamo - aggiunge Garattini - che questo riconoscimento comporti anche un rafforzamento delle ricerche del "Mario Negri" relative alla farmacologia e alla sperimentazione clinica sulle malattie neurologiche, rare e ambientali, nelle tre sedi di Milano, Bergamo e Ranica». Il «Mario Negri» ha potuto ottenere questo riconoscimento dopo le modifiche della legge del 2003 istitutiva degli Irccs, in base alla quale non è più ritenuto necessario avere letti da degenza per l'assistenza sanità- ria, ma si considera altrettanto importante l'eccellenza scientifica in campo biomedico per sostenere e migliorare il Sistema sanitario nazionale. L'accreditamento da Irccs fa sperare che l'istituto possa ottenere più risorse per la sua attività. «Purtroppo i fondi per la ricerca in Italia sono pochi, ma ora potremo accedere direttamente a bandi nazionali ed europei - dice Giuseppe Remuzzi, coordinatore delle ricerche nelle due sedi bergamasche del "Mario Negri" -. Prima potevamo solo aggregarci ad altri istituti di ricerca, collaborando con gli Irccs e gli istituti zooprofilattici. In questo modo il "Mario Negri" avrà più autonomia, che potrebbe trasformarsi in maggiore disponibilità di risorse. Nel panorama italiano la nostra produzione scientifica è tra quelle di più alto livello: un risultato di grande rilievo raggiunto anche grazie all'impegno profuso nella struttura di Villa Camozzi, a Ranica, dove si studiano le malattie rare». A questo proposito martedì 26 febbraio, in occasione della sesta Giornata Internazionale delle Malattie Rare (se ne conoscono più di 7 mila), il Centro Aldo e Cele Daccò di Ranica aprirà le sue porte al pubblico. Villa Camozzi Martedì aperto al pubblico il centro di studio di Ranica sulle malattie rare Guidati dai ricercatori, si potranno visitare i laboratori e conoscerne l'attività (alle 15 e alle 16.30, con prenotazione obbligatoria allo 035-42131). In oltre 20 anni di attività, il Centro ha raccolto un patrimonio di informazioni, sul quale ha avviato progetti di ricerca per alcune malattie rare, in particolare quelle che colpiscono il rene. Medici, infermieri, biologi, farmacologi, bioingegneri, tecnici di laboratorio ed esperti in statistica e informatica lavorano insieme con un approccio multidisciplinare. A Ranica, dal 1992 a oggi, sono stati archiviati dati relativi a 11.769 pazienti affetti da oltre 920 diverse malattie rare (che per l'8o% sono di origine genetica), poi raccolti e conservati 2.175 campioni biologici di malati e loro familiari. Silvia Seminati La scheda La sigla L'acronimo Irccs indica sii istituti di ricovero e cura a carattere scientifico. Sono degli ospedali che dimostrano eccellenza sia nell'organizzazione e nella gestione dei servizi sanitari sia nello sviluppo della ricerca biomedica. Il riconoscimento viene dato dopo una valutazione del Ministero della Salute e dà a queste strutture il diritto di ricevere finanziamenti pubblici da destinare, in modo esclusivo, alla ricerca scientifica sulle materie riconosciute. Quaranta strutture In Italia esistono più di 40 Irccs e la maggior parte si trova in Lombardia e nel Lazio. Sono Irccs lombardi l'Istituto Eugenio Medea di Bosisio Parini (Lecco), il Centro San Giovanni di Dio Fatebenefratelli di Brescia e poi, a Pavia, la Fondazione Salvatore Maugeri, la Fondazione Istituto Neurologico Casimiro Mondino e la Fondazione Policlinico San Matteo. Sono Irccs anche l'Istituto Clinico Humanitas di Rozzano (Milano) e il Policlinico di San Donato a San Donato Milanese e molte altre strutture nel capoluogo lombardo, tra cui l'Istituto Europeo di Oncologia e l'Ospedale San Raffaele Futuro Foto d'archivio, una ricercatrice del Negri di Bergamo