lacobone lascia l'incarico aTrento e ricorda gli anni in città
«Trentini laboriosi. Qui ho imparato cosa vuol dire autonomia»
«Bloccati i tentativi dei Casalesi
Un momento
della
partecipata
cena di
commiato
del questore
Giorgio
lacobone iera
alla caserma
Pizzolato
Dall°
gennaio
lascerà
l'incarico
per
godersi
la meritata
pensione
(foto Piero
CAVAGNA)
mo impano con la realtà trentina?
«Devo ammettere che mi sono
trovato fin da subito molto bene. Dopo aver prestato servizio
a Macerata, Palermo, Roma, Taranto e poi nuovamente a Roma, a Pescara e infine ad Ancona, arrivare in questa città ha
rappresentato un grande cambiamento: si trattava del primo
capoluogo del nord in cui operavo con l'incarico dirigente generale. Dal punto di vista umano, non ho nemmeno percepila chiusura dei trentini di cui
Dopo quattro anni spesi nel pre- to
parla tanto: tutti mi sono parvenire e nel contrastare la cri- si
fin dall'immediato riservati
minalità, ma anche a perfezio- si
ma
operosi, altruisti e concrenare le reti di supporto sociale ti. Qui,
ho appreso il reale valoesistenti, il questore Giorgio la- re dell'autonomia».
cobone si appresta a lasciare il Nel corso del suo mandato si è troproprio incarico a Trento: dal vato a gestire problemi nuovi e
1° gennaio andrà in pensione.
mai verificatisi prima
Nella mattinata di ieri ha rice- fenomeni
città.
vuto il saluto della giunta co- in
è vero. Ciò che mi ha premunale e del sindaco Alessan- «Si,
occupato maggiormente sono
dro Andreatta, mentre in sera- stati
tentativi di infiltrazione
ta è stato festeggiato in occa- della ìcriminalità
organizzata,
sione di una cena con tutti i suoi tra cui quelli di una
società lecollaboratori ed i rappresen- gata al clan camorrista
dei Catanti delle istituzioni locali alla salesi. Abbiamo, inoltre,
concaserma Pizzolato di via Ghiaie. trastato con successo grossi
Questore, dal suo insediamento, furti e le rapine, che preoccuavvenuto nell'agosto del 2010, la pavano non poco la cittadinancittà di Trento è cambiata profon- za, e ci siamo fatti carico di sidamente. Lei era stato preceden- tuazioni complesse come queltemente dirìgente di polizia in al- le connesse all'immigrazione e
tre realtà italiane, in particolare allo
spaccio di stupefacenti. A
nel centro-sud. Qual è stato il pri- tal proposito,
ho ancora impres-
»
sa la data del 22 luglio 2012,
quando sono sceso in strada
con \ cottegrù per arginare \ conflitti tra bande di nordafricani
e centroafricani per lo spaccio
in piazza».
La quesitone della sicurezza a
Trento è oggi molto sentita. In
questi quattro anni, vi è stato un
effettivo aumento di criminalità?
«Direi di no: Trento è una città
sicura. Ad ogni modo, la realtà
sociale sta cambiando velocemente e la percezione di insicurezza cresce in relazione all'aumentare delle nuove cittadinanze. Per questa ragione, buona
parte del mio impegno è stata
diretta a favorire le reti sociali».
Cosa la aspetta adesso?
«Per un poco rimarrò aTrento,
poi mi trasferirò a Macerata,
dove vive la mia famiglia e dove spero di potermi dedicare
ad uno dei miei più grandi interessi: il volontariato sociale».
Ieri, intanto, alla festa di congedo al circolo ufficiali della caserma Pizzolato, allietata dai
canti del coro Monte Calisio, sono intervenuti in oltre un centinaio: c'erano tra gli altri Francesco Squarcina, Alessandro
Andreatta, Bruno Dorigatti, Diego Schelfi, Luigi Bressan, Francesco Moser, Elda Verones,
Franco Panìzza e Sergio Divina,
Tiziano Mellarini, Roberto De
Laurentis.
L.B.
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