“L’amore più grande lascia senza parole”.
(Tao Te Ching)
Giornale gratuito autoprodotto senza scopo di lucro.
Etnomondi Maggio 2009, Anno 13, n° 29/ Mondi lontani Ed.
Tutte le foto hanno puro valore documentativo e i relativi Copyrights appartengono alle persone,
Case Editrici ed agenzie che ne detengono i diritti.
Redazione: Wèi lì (Willy) e Sarahna (Mamdouh)
Ringraziamo tutti i nostri amici e lettori
SOMMARIO
EDITORIALE P. 3
SPECIALE CORTOMETRAGGI PARTE II P. 33
NEWS FROM…EL ALAM P. 5
ANIME GIAPPONESI: GUNDAM P. 34
INTERVISTANDO…GIORGIO DALL’ETIOPIA P. 8
NAM JUNE PAIK P. 36
I KOALA P. 9
VOCI DAL NILO P. 37
ULURU P. 9
I CALCIATORI BRASILIANI IN ITALIA P. 40
MOSTRE E RASSEGNE P. 11
LA POESIA HAIKU P. 42
NUOVI FUMETTI MEDIORIENTALI P. 12
LE PORTE DELL’ORIENTE: SINGAPORE P. 43
ISLAM IN AUSTRALIA P. 13
MASCHERE INDIOS P. 45
TRACCE SULLA SABBIA P. 14
VISIONI ESOTICHE P. 45
LE TELENOVELAS BRASILIANE P. 18
DENTRO AL DRAGONE: SAN VALENTINO IN CINA P. 46
NI HAO MA? P. 20
IL RICETTARIO P.47
ANUTA P. 22
FIUMI DI VITA: SELENGA P. 49
RADIO NI HAO P. 23
I MARONITI P. 50
RISTORANTI ETNICI P. 26
DAL SOL LEVANTE: BAMBOLE KOKESHI P. 51
METROPOLI MULTIETNICA P. 30
ETNOSITI P. 52
DARFUR: CRISI O GENOCIDI? P. 32
La copertina “Exotica” è di: Wèi lì
http://etnomondi1.splinder.com
[email protected]
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EDITORIALE
Cari amici, ecco il nuovo numero a due mesi di distanza dal precedente,
questo è un numero molto ricco. Torna dopo molto tempo “Intervistando” è
la volta di Giorgio dall’Etiopia, che vi racconterà molte cose interessanti sul
suo paese. Dall’Etiopia ci spostiamo in Australia con un articolo sui Koala, sulla
formazione rocciosa rossa che cambia colore dal nome Uluru, sui musulmani
australiani. Un tuffo nel caldo Brasile con l’articolo sui calciatori brasiliani in
Italia come Falcao e il più recente Kakà, per poi tornare nel passato con le
telenovelas brasiliane che ci hanno fatto sognare e commuovere negli anni 80
con la Schiava Isaura, Julia di “Dancin’days” e la messicana Mariana di “Anche
i ricchi piangono”, noi ne parliamo solo adesso, in un momento in cui le
telenovelas sono passate di moda. Da argomenti leggeri passiamo a quelli più
seri come il conflitto nel Darfur in Sudan. Quindi dedichiamo più spazio in
questo numero a paesi come il Sudan, l’Etiopa, il Brasile, l’Australia, senza
dimenticare altri come la Cina nell’articolo sui locali cinesi in Italia dal titolo
“Ni hao ma?”, un omaggio all’artista coreano Nam June Paik e a Gundam che
compie 30 anni. E ai fumetti mediorientali ci avete mai pensato? Allora correte
a pag. 12.
Buona lettura
La Redazione
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N O T I Z I E E C U R I O S I T A’ D A L M O N D O
-Impennata dell’alimentare etnico! Cresce del 5,8% a Milano il commercio etnico al dettaglio: i
negozi, le rosticcerie e i ristoranti stranieri piacciono sempre di più all’italiano in tempo di crisi
per i prezzi veloci, i cibi veloci e gli orari flessibili, ma presto ci sarà una riduzione d’orario con
chiusura anticipata: niente più kebab e cibi d’asporto nelle ore piccole per evitare gli schiamazzi
notturni.
-È morta Yma Sumac, la più nota interprete di musica peruviana. Si esibiva con l’orchestra del
marito e con un ensemble di 46 musicisti e danzatori indios.
-Allarme matrimoni etnici! Record in Lombardia con ben 42mila matrimoni: le coppie miste
sono 600mila, 300mila le regolarizzate, ma, purtroppo, nel 75% dei casi falliscono, oltre al
problema dei matrimoni fasulli, utili solo a regolarizzare uno dei due.
-Suq. La parola su-q (plurale aswa-q, in arabo)indica il mercato, luogo deputato allo scambio
delle merci.
- I migliori pasticcieri del mondo sono…i giapponesi! Che hanno vinto proprio in casa, a Tokyo,
l’International Patisserie Grand Prix.
-Zamalek: la mitica squadra di calcio egiziana - rivale eterna dell’Ahly
- ha guai finanziari e rischia di retrocedere per problemi interni dovuti
anche dall’abbandono di calciatori fondamentali come Amr Zaki,
trasferitosi in Inghilterra. Curiosità: l’Ahly è la squadra dei benestanti
e lo Zamalek è per gente più modesta. Nella foto Amr Zaki con la
maglia dello Zamalek.
-La risposta indiana al pluripremiato The Millionaire (vincitore di ben 8 Oscar) s’intitola “Barah
Aanà”, commedia di Raja Menon, con la nostra Violante Placido tra gli interpreti.
-Scoperta in Egitto una piccola piramide! Sarebbe vecchia di 4300 anni e si trova a Saqqara,
l'estesa necropoli e sito funerario dei governanti dell'antica Menfi, forse appartenente alla regina
Sesheshet, madre del re Teti, fondatore della VI dinastia d'Egitto.
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-L’auto più economica del mondo è indiana e si chiama Nano, prodotta dalla Tata Motors; il
prezzo base della piccola vettura è di 100.000 rupie – circa 1.500 euro -.
-Giappone campione del mondo di baseball per la seconda volta consecutiva battendo i rivali
campioni olimpici della Corea del Sud. Il baseball è popolarissimo nel paese.
-Un altro passo storico per la Cina: Xian Zhang, nonostante la giovane età (36) ha già una
grande esperienza ed è stata nominata, a sorpresa, Direttore dell’Orchestra Sinfonica Giuseppe
Verdi dell’Auditorium di Milano.
-Febbre suina dal Messico! Si sta diffondendo nel mondo un preoccupante virus dei maiali
proveniente dal Messico.
-Ancora etnocopertine di cd! Ne parlavamo sul N.scorso, stavolta abbiamo scovato le curiose
copertine di “(Breach)” dei Wallflowers in cui il gruppo è fotografato in un contesto forse
vietnamita
ad
una
fermata d’autobus e
davanti ad un certo Kim
Nguyên Kan Shing
Market (insegna poi
scomparsa nelle edizioni
successive),
gli
sconosciuti Crazy On
The
Weekend
con
“Sunhouse” che omaggia ritraendo semplicemente la facciata dell’omonimo take-away
ristorante cinese, e gli altrettanto sconosciuti Electric Love Muffin di “Rassafranna” con scritte
e copertina simil-thailandesi.
-Dal Messico arriva la gomma da masticare biologica! Sbarcata in Gran Bretagna, non si
appiccica ovunque come le altre e si distrugge nel giro di 6 settimane. È prodotta dal Consorcio
Chiclero, un’associazione di 56 cooperative di coltivatori di gomma
naturale.
-Yoshitsune (義経)è un giovane wrestler giapponese che lotta con
maschera e costume interpretando anche altri personaggi nelle
federazioni indipendenti. Farà strada: leggerissimo e dotato di
un’agilità incredibile, è capace delle mosse più acrobatiche. Prende il
nome da un leggendario samurai realmente esistito, Yoshitsune
Minamoto (1159-1189).
-Il bowling è nato grazie agli antichi Egizi. Sono stati loro i primi ad
inventare il semplice gioco della boccia lanciata contro i birilli tanto
popolare soprattutto negli U.S.A.
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-Lo sapevate che i cinesi ci stanno provando anche in Etiopia (?!) Ebbene sì, improvvisandosi
chef di zighinì nei vari locali del paese povero. Intanto in Australia, un cinese ha rilevato un
take away, e, stupito dagli affari che faceva il vicino kebab musulmano, ha pensato bene di
copiare l’insegna “halàl” non comprendendone il significato ma capendo che era quello che
attirava i clienti, solo che ha proposto oltre che alla normalissima carne, non macellata in modo
islamico, ingenuamente forse, anche la carne di....maiale, un controsenso!
-I korowai sono un popolazione indigena della Nuova Guinea che usa servirsi di numerosi tipi di
frecce per cacciare e pescare, tutte diverse tra di loro, nomi compresi, a differenza delle singole
prede.
-Non se la passa bene la popstar giapponese Tsuyoshi Kusanagi 34enne del gruppo degli Smap,
che si è dovuto scusare pubblicamente dopo l’arresto per molestie ad alcune fans alle 3 del
mattino, nudo e ubriaco in un parco!
-Sms rossi per stare meglio: sono diffusi in Cina come messaggio positivo e promossi anche dal
governo, e si contrappongono a quelli negativi che hanno altri colori.
-Parlavamo di curiose omonimie con la capitale egiziana sul N.8: oggi abbiamo scovato nel
pavese la cittadina di Pieve del Cairo.
-Cinesi agli estremi: torna, amatissima, la strana coppia di cinesi della trasmissione “Lo show dei
record” condotta da Barbara D’Urso: He Ping Ping - l’uomo più basso del mondo, 73cm! - e Bao
Xi Shun -l’uomo più alto del mondo, 2 m. e 36 cm!).
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Intervistando…
Torna su Etnomondi dopo diversi numeri “Intervistando…”, per voi abbiamo intervistato un
amico etiope che non riveleremo il nome per ragioni di privacy, così lo chiameremo Giorgio.
Giorgio come sei arrivato in Italia?
Cosa ami molto del tuo paese?
(G) sono arrivato per mare con un battello. Il
viaggio è stato lungo e faticoso.
(G) il clima, la gente, il mangiare, sono
goloso di zighinì e beviamo molto tè.
Anche molto rischioso.
Cosa non sopporti in questo paese?
(G) certo però non potevo fare diversamente,
al mio paese c’è molta povertà ed è
impossibile vivere in quella situazione.
(G) a parte il caldo umido anche il freddo, noi
non siamo abituati alla vostra temperatura.
Quando fa freddo dormo molto vicino al
calorifero. Da noi piove molto in Luglio e
Agosto.
Cosa ti piace dell’Italia e cosa del tuo paese?
(G) credevo di trovare di più nel vostro paese,
molte aspettative ed altrettante delusioni. Qui
in estate il caldo è più insopportabile, perché
c’è umidità a Milano, nel mio paese invece
anche se fa molto caldo è più respirabile.
Dove sei nato?
(G) Addis Abeba che è la capitale dell’Etiopia
e significa “Fiore nuovo”. Nella mia città
molte sono le lingue. Noi siamo soprattutto
cristiani ma ci sono anche musulmani ed
ebrei.
So che ami molto la musica.
(G) è vero, soprattutto il reggae e il rock. Per
me i più grandi sono Bob Marley e Michael
Jackson. Però ci sono anche artisti africani
molto bravi. L’Africa ha una grandissima
cultura, è un paese stupendo il più bello nel
mondo!
Conosci i concerti benefici come il Live Aid?
(G) si, ma i fondi sono andati altrove, in tasca
di chissà quale politico, non li hanno usati per
migliorare la nostra situazione che è
catastrofica.
Sai qualcosa sulle etnie nel tuo paese?
(G) io sono amhara, di origine camitica a nord
di Addis Abeba, poi ce ne sono molte altre
come: gli agricoltori oromo, i somali, i tigrè
ecc…
Che lingue parlate?
(G) amarico, il somalo, il guragigna ed anche
l’arabo, oltre a molte altre.
Do you speak english?
(G) si, parlo un po’ d’inglese, ma non più di
tanto.
Sei cristiano giusto?
(G) si, nel mio paese ci sono cristiani
ortodossi, protestanti ed un po’ di cattolici.
Comè il vostro rapporto con i musulmani?
(G) buono, ho amici musulmani, loro sono
circa il 32%, noi di più, il 61% circa. Conosco
un po’ di arabo e la storia del Profeta
Muhammad dell’Islam. Le regioni sono
undici, due di queste sono autonome come la
capitale.
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I koala
Questi curiosi animali che sembrano piccoli orsetti vivono in Australia e sono il
simbolo del paese assieme ai canguri. Sono molto dolci e vivono quasi sempre sugli
alberi di eucalipto, scendono di rado e non bevono mai acqua, per dissetarsi
mangiano le foglie. Il koala è un mammifero erbivoro, della famiglia marsupiale –
come il canguro- e misura da 60 a 85 cm di lunghezza, il peso è tra i 5 e 7 kg. Dai
25 ai 30 giorni il piccolo koala rimane nel grembo della madre fino al momento della
nascita. L’accoppiamento dei koala è tra dicembre e marzo, a tre o quattro anni
raggiungono la maturità sessuale. Non hanno la coda e cinque sono le dita dei piedi,
con tanto di unghie affilate. Il koala vive soprattutto di notte ed è un grande
dormiglione nel resto del giorno. Non sapevamo molto di lui, lo ricordavamo nella
serie televisiva per ragazzi “Woobinda” e nell’Anime di Georgie.
Uluru
Altro simbolo dell’Australia è l’Uluru, imponente formazione rocciosa
rossa che cambia di colore a secondo dell’ora e della stagione. Quindi
dal rosso passa all’ocra, all’oro, al bronzo e al viola. L’uluru ha
ispirato molti pittori che ne hanno fatto un’opera d’arte nelle varie
rappresentazioni. In realtà è la natura stessa un’opera d’arte del
Creatore. Ecco alcune descrizioni: altezza 320 m; diametro di circa 8 km.
Scalarla è molto pericoloso, in più è considerata un luogo sacro nella
mitologia degli aborigeni.
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Nella foto sotto i cambiamenti dell’Uluru
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MOSTRE E RASSEGNE
»»Hsiao
Chin, viaggio in-finito Suddivisi in
periodi, in mostra oltre 100 dipinti ad
olio dell’artista cinese in 53 anni di
attività, molti mai esposti prima. Alla
Triennale Bovisa, Milano, dal 17/2 al 5/4.
»»Utagawa
natura
Hiroshige – Il maestro della
Prima mostra italiana dedicata al
grande pittore che predilige la natura e che è capostipite della corrente artistica “ukiyo-e” (“mondo
fluttuante”). Museo Fondazione, Roma, dal 17/3 al 7/6. »Riflessi.
Incontri ad arte tra Oriente e Occidente Una
mostra temporanea di 130 opere basata sulla contaminazione di oggetti di uso quotidiano con culture
lontane. 4 le sezioni: Giapponismo italiano, Arte del Gandhara, Cinamania e Gioco degli scacchi. Museo
Popoli e Culture del PIME, Milano, dal 13/3 al 14/6.
»Rassegne
cinematografiche al cinema Gnomo di
Milano (Via Lanzone, 30/a www.comune.milano.it): molta carne al fuoco in questi mesi:
Anime Giapponesi
(ogni sabato pomeriggio dal 14/3 in poi, rassegna dei creatori dell’omonimo festival – vedi N.12,14,21 - ),
Orientalismi (film inediti per l’Italia dai paesi dell’Estremo Oriente) ogni domenica sera dal 15/3 in poi,
Samurai (dal 15 al 19/4 , abbinata alla mostra di Palazzo Reale – vedi N.scorso) e Brasil–Cinema Contemporaneo
(dal 5 al 10/5). »Indian Highway Speriamo che arrivi anche da noi questa mostra che da Londra si è trasferita
ad Oslo, Norvegia (Astrup Fearnley Museum dal 4/4 al 24/5): le mille diversità di un paese con opere che
vogliono fare cadere i soliti luoghi comuni sul paese. »
São Paulo International Short Film Festival Anche San
Paolo del Brasile ha il suo festival di cortometraggi e video non competitivo dal 20 al 28/8 (la scadenza per
Afrika ! Un musical spettacolare tra ritmi forsennati, suoni, colori,
talenti e tanta etnicità. Mediolanum Forum, Milano, dal 28/4 al 3/5. »Bollywood – The Show È un altro
mandare i propri lavori è il 20/5). »Afrika!
musical, stavolta d’ispirazione indiana, con le coreografie, le colonne sonore e le immagini di 80 anni di
cinema.
Al
Teatro
degli
Arcimboldi
di
Milano,
dal
19
al
24/5.
»The Third Mind: American Artists Contemplate Asia, 1860 to 1989 250 opere in cui l’arte orientale ha ispirato
gli autori statunitensi. Al Guggenheim Museum di New York dal 30/1 al 19/4.
»Monet – Il tempo delle ninfee
In esclusiva, grandi dipinti (1900-1923) del maestro francese, fortemente
influenzati dai disegni giapponesi. La mostra comprende anche una sessantina di stampe di Hiroshige e
Hokusai e foto ottocentesche di giardini giapponesi. Al Palazzo Reale di Milano, dal 29/4 al 27/9.
»Takashi Murakami – Flower Power
è un retrospettiva sull’artista
giapponese con dipinti, filmati, sculture e installazioni simil-manga.
A Bilbao (Spagna), Guggenheim Museum fino al 31/5. Sempre qui
troviamo Cai
Guo-Qiang – Quiero creer, mostra di un artista cinese
che espone le sue grandi installazioni “esplosive”. Dal 17/3 al 6/9.
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»Tomás Maldonado
è un artista, progettista, teorico del disegno industriale argentino del XX secolo. In
mostra alla Triennale di Milano dal 19/2 l 5/4. »Toko
Shinoda Sempre alla Triennale, dal Giappone, la mostra
dedicata a una delle più famose pittrici viventi di sumi-e astratti, una pittura monocromatica ad inchiostro
di china. Dall’11/3 l 5/4.
»Abiti,accessori e immagini femminili nell’Oriente estremo
È una mostra fotografica
con diverse iniziative collegate. Dall’8/3 al 14/6 al Museo Nazionale d’Arte Orientale G. Tucci di Roma.
»Tomoko Nagao - Fuwari
Dal Giappone ecco la nuova scultura gonfiabile manga-pop di questa giovane
artista giapponese che vive a Milano, opera ironica con la componente maschile e femminile, contiene cioè
le parti opposte che nell'insieme si completano. In mostra a Palazzo Reale fino ad aprile e poi in altri luoghi.
www.webalice.it/tomokomi
NUOVI FUMETTI MEDIORIENTALI
Per chi si ostina che i supereroi debbano essere per forza americani, ecco
che i ragazzi musulmani scoprono l’equivalente mediorientale dei
personaggi Marvel.
Il giovane giordano Suleiman Bakhit è il creatore della Aranim Media
Factory: per fare meglio identificare i ragazzi arabi coi fumetti, ha creato
Aranim, un vero successo che ha generato anche una serie tv e un
videogame: un gruppo di bambini che si svegliano nel 2050, in un Medio
Oriente senza petrolio ed adulti è lotta per un mondo migliore con i
superpoteri.
I 99 è una storia di una altrettanti supereroi musulmani che
combattono contro il male, ambientata in Medio Oriente e che sta
conquistando tantissimi bambini e adolescenti, grazie a trame che
rispettano i valori religiosi e che intendono andare contro alle idee di
odio religioso: il 99 è infatti il numero delle qualità di Allah incarnate dagli
eroi. La Endemol, famosa per i suoi format a base di reality show e per il Grande Fratello, interessata a
questi personaggi, ha prodotto una serie di cartoni animati in perfetto stile americano, ma fedele ai valori
morali stabiliti dalle leggi coraniche. Al posto di Spider Man e Batman, qui troviamo personaggi come
Jabbar, in stile Hulk e che proviene dall’Arabia, Darr, una specie di Wonder Woman, e Amira Kahn, inglese
di origine pakistana, dotata di uno straordinario senso dell’orientamento, che ha il suo fumetto parallelo,
Hadya – The Guide. La Middle Eastern Superheroes è invece una collana della casa egiziana AK
Comics che evita riferimenti religiosi, i suoi eroi sono Aya, Zein, Jalila e Rakan. Tanti altri sono
gli eroi che stanno nascendo nei paesi del Medio Oriente.
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ISLAM IN AUSTRALIA
I musulmani in Australia? Certamente, laggiù vive una comunità di musulmani molto
attiva e ben organizzata. I primi musulmani ad arrivare nel paese dei canguri furono
gli afghani nel 1860, che contribuirono molto allo sviluppo del paese. Nel 20esimo
secolo fu la volta degli albanesi, precisamente dal 1920 al 1930: essi costruirono a
Victoria la prima moschea nel 1960, e nel 1963 a Melbourne. Tra il 1967 e il 1971
arrivarono circa 10 mila turchi, molti di questi si stabilirono a Melbourne e Sydney.
Dopo di loro arrivarono dalla Bosnia, dal Libano, Indonesia, Iran, Fiji, Sudan, Egitto,
Palestina, Iraq, Pakistan e India. Ci sono anche Somali, scappati dal loro paese per la
guerra nel 1991. Melbourne è forse la città dell’Australia più multietnica e
Shepparton è quella dove vive una numerosissima comunità turca e albanese. Anche
Victoria non è da meno con una forte presenza di musulmani dal Bangladesh, dal
Pakistan e dall’India. A Perth si trovano molti ristoranti islamici con carne halàl; in
questa città si trova la moschea più vecchia: è detta semplicemente “La moschea di
Perth” ed è in William Street, Northbridge. I libanesi sono la comunità più numerosa,
secondo una statistica sono il 60 % dei musulmani in Australia. Purtroppo anche in
questo paese si segnalano scene di razzismo ed intolleranza verso i musulmani, come
nel 2005, a Sydney, quando australiani ubriachi attaccarono le persone dall’aspetto
mediorientale, ma, a parte questi episodi di violenza l’Australia rimane un paese
multietnico. Il quotidiano “Sydney Morning Herald” ha smascherato di recente la
truffa del romanzo “Honor Lost: l’amore perduto - amore e morte in Giordania” .
Non si tratta di una storia vera come la facevano passare, bensì una storia
completamente inventata da Norma Khuri ai danni dei musulmani. L’autrice non ha
mai vissuto in Giordania, se non per i primi tre anni di vita, e non è nemmeno
musulmana.
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TRACCE SULLA SABBIA
Frammenti di cinematografia etnica
- CHE ORA E’ LAGGIU' ? - (你那邊幾點/Ni neibian jidian/ Qi
dao si bai ji) di Tsai Ming-liang, dramm., Taiwan/Francia, 2001, dur.: Con:
Lee Kang-sheng, Chen Shiang-chyi, Lu Yi-ching. Distr.: Istituto Luce.
Interessante film taiwanese distribuito anche da noi. Mistico e simbolico, ha
pochissimi dialoghi e la lentezza tipica dei film orientali, seppure con un
guizzo finale d’ironia nella vicenda di solitudine dei protagonisti, di cui
seguiamo le vicende a distanza: Hsiao-Kang vende orologi per le strade di
Taipei ed è rimasto nel ricordo ossessivo della cliente Shiang-Chyi, che ha
comprato un suo orologio da polso ed è partita per Parigi. Lui, pensandola,
sposta le lancette di tutti gli orologi sul fuso orario di quella città, intanto lei
si trova, straniata, nella capitale francese.
- LA MONTAGNE DE BAYA - (La montagne de Baya) di Azzedine Meddour, Algeria/Francia, 1997,
dur.:110’.Con: Dyamita Amzal, Abderahman Debiane. Distr.:Imago Films. Film in berbero visto a Venezia ’97 nella
sezione “Mezzogiorno”. Fine ‘800: Baya si distingue nella guerra che travolge l’Algeria e ritrova il legame con la terra.
- THE CHERRY ORCHARD - (櫻の園 / Sakura no sono),di Shun Nakahara, dramm., Giappone, 1990, dur.: 96’.
Con: Hiroko Nakajima, Miho Tsumiki. Nata dal manga di Akimi Yoshida, una storia al femminile che ruota attorno ai
problemi quotidiani di un gruppo di ragazze di un liceo femminile che devono mettere in scena una rappresentazione
teatrale. Il film ha avuto molto successo in patria.
- VITA O MORTE - (Hayat ou maut) di Kamal El Sheikh, dramm., Egitto, 1955, dur.: ?.Con:
Imad Hamdi,Youssef Wahby. Considerato uno dei maggiori film arabi, un “poliziesco sociale” di
suspence che si svolge nell’arco di cinque ore: una corsa contro il tempo per fermare Samira, una
bambina che, inconsapevolmente, sta portando un farmaco sbagliato al padre gravemente ammalato.
Bella l’idea delle due linee parallele del racconto: la presenza costante e inquietante dell’orologio che
scandisce drammaticamente il tempo e che trasmette tensione, e la visione del Cairo, città strana, all’epoca ancora in
evoluzione, che sembra ostacolare e frenare.
- MANGIARE BERE UOMO DONNA - (飲食男女 / Yin shi nan nu)di Ang Lee, comm., Taiwan/U.S.A.,1994,
dur.: 123’. Con: Sihung Lung, Yu-Wen Wang. Distr.: Columbia. Delizioso film in lingua mandarino sul conflitto
generazionale tra un padre chef e le sue tre diversissime figlie, e la difficoltà di comunicare: si riesce solo a tavola. Il
titolo è un proverbio cinese, che spiega le necessità prioritarie della vita. L’antica tradizione culinaria della Cina si
contrappone al mondo moderno delle figlie. Osannato dalla critica, è stato candidato all’Oscar come miglior film
straniero e ha avuto un remake americano, “Tortilla soup”.
- INTO THE MIRROR - (거울 속으로 / Geoul sokeuro ) di Kim Sung-ho, horror, Corea del Sud, 2003, dur.:
113’. Con: Yu Ji-tae,Kim Hye-na,Kim Myung Mine. Distr.: 01.Vincitore del Premio del Pubblico al Festival di Gérardmer,
scritto e diretto dal regista stesso, un discreto horror che ha avuto l’inevitabile remake americano (“Riflessi di paura”).
Un ex poliziotto dal passato tormentato fa il vigilante in un grande magazzino dove ben presto inizieranno degli
omicidi e si scoprirà che il luogo è abitato da tenebrose presenze che escono dagli specchi.
- LA TERRA DEGLI UOMINI ROSSI – BIRDWATCHERS - (La terra degli uomini rossi –
Birdwatchers) di Marco Bechis, dramm., Italia,2008, dur.:108’. Con:Claudio Santamaria e Chiara Caselli. Distr.: 01. Da
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un regista italo-cileno, il racconto dell’inferno quotidiano in cui vivono gli indigeni a margine delle fazendas brasiliane
e il rapporto tra la popolazione dei Guarani-Kaiowà e i fazendeiro.
- SAMBA TRAORE´ - (Samba Traoré) di Idrissa Ouedraogo,dramm.,Burkina Faso/Svi/Fra,1992,dur.:85’. Con:
Bakary Sangaré,Mariam Kaba. Distr.: COE. Il ritorno al villaggio del simpatico Samba Traoré, ragazzone con grandi idee
e molto denaro, ma in realtà i soldi sono il frutto di una rapina che lo mettono nei guai. La narrazione - tipica africana
– è quella per immagini che si richiama alla tradizione orale con la riflessione sull’inevitabile conflitto tra città e
villaggio
- GUBRA - (Gubra) di Yasmin Ahmad, comm., Malesia, 2006, dur.: 109’.Con: Sharifah Amani, Juliana
Ibrahim.Distr.:Nusan Bakti. Da una regista che si è fatta conoscere soprattutto realizzando pubblicità televisive, una
commedia girata in varie lingue (cantonese,malese e inglese, dialetto hokkien e mandarino) su due nuclei famigliari
coi loro problemi e rapporti che scorrono paralleli e si intersecano. A tratti melodrammatico, è il seguito del film
“Sepet” e il titolo significa “preoccupazione”.
- PONYO SULLA SCOGLIERA - (崖の上のポニョ/Gake No Ue No Ponyo) di Hayao Miyazaki,animazione,
Giappone, 2008, dur.: 100’. Distr.: Lucky Red. In uscita a marzo e definita una “Sirenetta d’Oriente”, ecco la rilettura
dell’opera di Hans Christian Andersen con una sensibilità tutta nipponica: il bambino Sosuke aiuta Ponyo, regina dei
pesci rossi, a diventare umana. Fiaba delicata con una sceneggiatura e dei disegni semplici e diretti, senza computer
grafica, ha un messaggio solare ed ecologista che si ricollega ai primi lavori del maestro Leone d’Oro alla carriera e
premio Oscar.
- THROW DOWN - (柔道龍虎榜 / Yau doh lung fu bong) di Johnnie To, comm., Hong Kong/Cina, 2004, dur.: 95’.
Con: Louis Koo, Aaron Kwok, Cherrie Ying. Distr.: China Star Entertainment. Girato in cantonese dal prolifico Johnnie
To, è un curioso omaggio ad Akira Kurosawa e al mondo del judo. Un ex campione ritiratosi misteriosamente dalle
scene incontra una ragazza e un giovane ambizioso che scoprirà quanto è difficile realizzare i propri sogni.
- MUNYURANGABO - (Munyurangabo) di Lee Isaac Chung, dramm., Ruanda/U.S.A., 2007, dur.: 97’. Con: Jeff
Rutagengwa, Eric Ndorunkundiye. Distr.: COE. Opera prima di un regista coreano-americano ambientata in Ruanda e
parlata in kinyarwanda: due ragazzini lasciano Kigali e si avventurano in un viaggio in cerca di vendetta.
- AZUMI - (あずみ/Azumi) di Ryuhei Kitamura, azione, Giappone, 2001, dur.: 124’. Con: Aya Ueto, Shun Oguri,
Hiroki Narimiya. Distr.: Shin Vision. Distribuito da noi solo in dvd anche in cofanetto insieme al seguito, Azumi 2, ecco
un film d’azione e di effetti speciali che non deluderà i fan del genere: scorre molto sangue ma c’è anche molta
autoironia. Come nell’omonimo manga (scritto e disegnato da Yu Koyama), la storia è incentrata sulla vita di Azumi,
una giovane addestrata per diventare un’assassina volta all’eliminazione dei signori della guerra. Interessante la cura
dei costumi e della colonna sonora, tra musica tradizionale e moderna.
- INSIANG - (Insiang) di Lino Brocka, dramm., Filippine, 1976, dur.:95’. Con: Con Hilda Koronel, Mona Lisa, Ruel
Vernal. Distr.: Cinemanila. Ambientato nelle poverissime e degradate baraccopoli periferiche di Manila dal noto
regista Brocka (scomparso nel ’91), un tipico melodramma che ricorda i film di Bollywood e che sottolinea le
condizioni di vita disperate delle persone. Insiang, figlia di una pescivendola, subisce le vessazioni del vigliacco
fidanzato Bebot e della madre con l’amante, per poi ribellarsi. Parlato in tagalog, filippino e inglese.
- ANITA, LA CACCIATRICE DI INSETTI - (Anita, la cazadora de insectos) di Hispano Duron, dramm.,
Honduras, 2001, dur.: 93’. Con: Marcela Flores, Mario Jaén. Distr.: Praxis Vídeo. Da una nazione poco conosciuta
cinematograficamente, un film girato in video che vede l’avventura e il cambiamento del destino di una ragazza
frustrata che fugge di casa. Basato sull’omonimo racconto dello scrittore locale Roberto Castillo.
- JACK AND THE WITCH – (少年ジャックと魔法使い/Shônen Jakku to Mahô-tsukai) di Taiji Yabushita,
animaz.,Giappone, 1967, dur.:80’. Distr.:Toei Doga. Una vera chicca questo raro, vecchio cartone precursore degli
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anime jap, introvabile da noi in dvd (ma lo si può vedere in inglese su You Tube). Le avventure del giovane Jack e di
alcuni animali, che fanno amicizia con la maghetta Allegra e combattono contro la strega Auriana. Affascinante e
retrò!
- THREE TIMES - (最好的時光/Zui hao de shi guang) di Hou Hsiao Hsien, Taiwan/Fra, 2005, dur.: 130’. Con:
Shu Qi, Chang Chen. In mandarino e taiwanese min nan. Un successo anche il penultimo film del più grande
rappresentante della new wave cinematografica taiwanese (vedi N. 17,18,26). In tre episodi, tre stadi dell’amore e
della sua (im)possibilità: la coppia formata da May e Chen vista in tre diverse epoche: 1966, 1911 e 2005. Pochissimi
dialoghi, la lentezza dilatata tipica di questo cinema ma molte idee interessanti, come l’episodio del 1911 muto e con
le didascalie come i film dell’epoca!
- ANGELI PERDUTI - (堕落天使 /Duo luo tian shi / Fallen angels) di Wong Kar-Wai, dramm., Hong Kong,
1995, dur.: 91’. Con: Takeshi Kaneshiro, Karen Mok, Leon Lai. Distr.: BIM. Inizialmente concepito come terzo episodio
di Hong Kong Express (vedi N. 27) col quale presenta diverse analogie, ne è una versione più cupa, malinconica e
surreale, con la solitudine di alcuni personaggi e le loro vite che s’intrecciano nella caotica città: un killer e la sua
procacciatrice e un ragazzo muto e spiantato che cerca di tenere compagnia ad una ragazza disperata
- AUSTRALIA - (Australia) di Baz Luhrmann, avv., Australia/U.S.A., 2008, dur.: 144’. Con: Nicole Kidman,Hugh
Jackman. Distr.: 20th Century Fox. Un kolossal - paragonato a Via col vento – abbastanza ben riuscito ma pomposo,
che vuole fare conoscere questa grande terra con la sua antica cultura a lungo perseguitata dai colonizzatori. Sullo
sfondo della guerra, l’incontro di una ricca ereditiera inglese e di un cowboy contro i prepotenti proprietari terrieri.
- GREY OWL - GUFO GRIGIO - (Grey Owl) di Richard Attenborough, avv.,Canada/GB, 1999, dur.: 117’.
Con: Pierce Brosnan, Jimmy Herman. Distr.: CDI. In Canada è un vero eroe nazionale, oggetto di studi e biografie: uno
scrittore inglese che va a vivere con i Chippewa, una tribù di indiani fingendosi uno di loro e diventando il primo
grande ecologista-ambientalista. Un film biografico definito new age.
- KEIF AL-HAL? - (‫ ال ح ال؟ ك يف‬/ Keif al-Hal?) di Izidore Musallam, comm., Arabia Saudita, 2006, dur.: 95’.
Con: Hisham Abdulrahman, Mais Hamdan. Distr.:Rotana. Collegandoci all’articolo sulla rinascita del cinema in Arabia
Saudita, ecco un film realizzato finalmente con grandi mezzi e girato negli Emirati Arabi Uniti. Il titolo si potrebbe
tradurre in “Come va?” o “Come stai?”, una commedia con tocchi drammatici sulla storia di una famiglia divisa tra il
classico dilemma: moderno o tradizione?
- YOL - (Yol) di Serif Goren e Yilmaz Güney, dramm., Turchia/Fra/Svi, 1982, dur.: 124’. Con: Tarik Akan,
Necmettin Cobanoglu. Distr.:Academy. Vincitore della Palma d’Oro ’82 a Cannes, un film in lingua curda e turca
sulla dura vicenda di cinque detenuti che ottengono una settimana di licenza da passare in famiglia. Uno di loro
muore, raggiunto dalla vendetta del clan familiare, un altro dovrebbe uccidere la moglie adultera in obbedienza alle
tradizioni, mentre il curdo Omer fugge sui monti. Il titolo significa “La strada” o “La via”.
- XXY - (XXY) Lucía Puenzo, dramm., Argentina/Fra/Spa,2007, dur.: 91’. Con: Valeria Bertuccelli, Ricardo Darín.
Distr.: Teodora Film. Tema difficile e insolito (l’ermafroditismo), visto con delicatezza in un film che ha avuto un
discreto successo anche da noi: ambientato in Uruguay, segue la 15enne Alex che vi si trasferisce: il difficile rapporto
col padre, con la gente e con i coetanei.
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IL CINEMA IN ARABIA SAUDITA
Com’è il cinema dell’Arabia Saudita? Inesistente, o quasi, vista la scellerata idea del clero wahabita
di censurare il cinema chiudendo tutte le sale. Ma recentemente sono arrivate buone notizie da
Riad: per concessione avviata in via eccezionale da re Abdallah, le sale cinematografiche hanno
riaperto dopo trent’anni di divieto. Ormai erano tutte chiuse e la popolazione era costretta a
vedere i film via satellite e coi supporti video, perdendo la magia di vedere un film in una sala. Otto
sono le proiezioni al giorno nei cinema di Jadda e Taif, dove gli abitanti, di entrambi i sessi, sono
tornati finalmente ad affollare le sale, infrangendo per la prima volta le ferree leggi dei promotori
del bando che, trent’anni fa, portarono alla chiusura dei cinema col divieto di “riunioni pubbliche”.
Il cinema in questo paese è ancora molto piccolo, sono pochissimi i film realizzati da queste parti, a
parte qualche documentario e poco altro, visto il conservativismo e le restrizioni del paese. Il
primo film realizzato qui è stato recentemente “Keif al-Hal?” (vedi recensione) con la star giordana
Hind Mohammed, qui inusualmente senza velo.
YILMAZ GÜNEY
Regista di origine curda nato nel ’37 e morto nell’ ’84, Güney è uno dei registi
turchi più rappresentativi. Nella sua carriera ha anche interpretato diversi film di
altri ed è stato scenografo e scrittore. Lasciando da parte la sua attività politica e
la sua caotica, intensa e anche violenta vita finita in esilio a Parigi, preferiamo
ricordare i suoi lavori, rivolti all’esistenza dei turchi di classe medio/bassa nei
suoi 24 film relizzati tra il 1966 e il 1983, tra cui “La rivolta” e “Yol” due dei pochi
usciti anche da noi, intrisi di azione e di un realismo secco e asciutto. Fatih Akin, noto regista turcotedesco in corsa per la Palma d'oro, sta girando un film biografico su di lui.
YASUJIRO OZU
Tra i più famosi registi giapponesi troviamo il grande Yasujiro Ozu (小津安二郎, 1903-1963),
autore di una cinquantina di film: ce ne rimangono solo una trentina, gli altri sono andati distrutti
durante i bombardamenti della seconda guerra mondiale. Ammiratore del cinema occidentale, ne
fu ispirato nelle sue prime opere mute, commedie un po’ nonsense, mentre nella seconda parte
della sua carriera diede vita a un realismo minimale e contemplativo, attento all’evoluzione della
tradizione e della cultura della famiglia giapponese. Fu un perfezionista e solo nel 1935 realizzò il
suo primo film sonoro. Rivalutato dopo la sua morte, specialmente dai cinefili occidentali, tra i suoi
film:Viaggio a Tokyo, Tarda Primavera (vedi N.25), Tardo Autunno, Figlio unico, Fratelli e sorelle
della famiglia Toda, Crepuscolo a Tokyo, Il gusto del sakè.
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Le telenovelas brasiliane
Dopo avervi raccontato più volte delle musalsalàt arabe, in
particolar modo egiziane, è la volta delle famosissime negli
anni 80 telenovelas brasiliane. Noi quei tempi li abbiamo
vissuti quindi possiamo raccontarvi le cose come sono
andate. Rete 4 –che apparteneva alla Mondadori- è stata la
prima a trasmetterle nel lontano 1982. Tra i due colossal
americani “Dallas” e “Dynasty” c’erano le più interessanti e
lacrimose telenovelas brasiliane –nate in Brasile negli anni
60- . “La schiava Isaura/ Escreva Isaura” è stata la prima qui
in Italia, prodotta da Rede Globo nel 1976 in Brasile, con una
giovanissima Lucèlia Santos nei panni di Isaura. 130 furono i
paesi a trasmettere i 100 episodi. Seguì un altro
straordinario successo made in Brasil con l’attrice Sonia
Braga “Dancin’ Days” del 1978, in 174 avvincenti episodi che
raccontano la storia della sfortunata Julia che visse 11 anni
in carcere. La storia è scritta da Gilberto Braga. Seguono
“Ciranda de Pedra” sempre con Lucèlia Santos, del 1981 con
155 episodi ambientata negli anni 40. Con “Marina” si va negli
anni 30, di 126 episodi, del 1978 con Suzana Vieria alle prese
con il ricordo e i misteri della prima moglie morta del
marito. Con “Agua Viva” si ritorna ai tempi recenti, del 1980,
molti attori sono gli stessi di “Ciranda de Pedra” e “Dancin’
Days” fra questi Lucèlia Santos. 161 sono gli episodi
trasmessi. Rete A – del gruppo Peruzzo- non è da meno. Nel
1983 trasmette una grandissima telenovela –questa volta dal
Messico- dal titolo “Anche i ricchi piangono” con Veronica
Castro nel ruolo di Mariana. Prodotta nel 1979 da Televisa di
248 episodi. Mariana è povera e priva di istruzione, sposa un
ricco giovane rubacuori e cambia la sua vita. Diventa
istruita, raffinata. Il dramma sta che in un momento di
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disperazione Mariana abbandona il figlio avuto dal marito
che ritroverà circa 20 anni dopo. Dopo l’enorme successo
Rete A trasmette un'altra telenovela con la Castro “Il diritto
di nascere”. Per gli italiani ormai Veronica Castro era
identificata con Mariana, il personaggio di “Anche i ricchi
piangono”, quindi aggiunsero il nome Mariana alla telenovela
“Il diritto di nascere” diventando così “Mariana: il diritto di
nascere” del 1981 con 190 episodi trasmessi. Qui Mariana
rimane incinta prima ancora di sposarsi, altro dramma
strappalacrime. Fiutato l’affare Rete A, nata solo pochi anni
prima, nel 1985 produsse la prima telenovela con Veronica
Castro senza il doppiaggio. L’attrice imparò l’italiano
assieme alla sorella Beatriz –anch’essa attrice nella
telenovela-. Il titolo è “Felicità dove sei?”, recitato con
attori italiani. Risultato originale con qualità discreta,
l’audio non era il massimo. 110 gli episodi, la ricordate? Noi
si. Dopo il Brasile e il Messico, anche il Venezuela ci prova
riscontrando grande successo con Grecia Colmenares nella
telenovela “Topazio” del 1984, di 181 episodi e trasmessa da
Rete 4. Ne seguirono altre fino ad arrivare ai giorni nostri,
pur non avendo l’enorme successo che hanno ottenuto negli
anni 80. Chi le trasmette? Rete 4 naturalmente.
Sotto Sonia Braga e Veronica Castro
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Come con l’articolo “Namastè” del N. 13, teniamo a sottolineare che, con queste
pagine intendiamo scherzare e sdrammatizzare sulle disavventure nei ristoranti
cinesi, che rispettiamo molto e frequentiamo abitualmente, senza per questo voler
offendere qualcuno o fare cattiva pubblicità alla categoria: questo articolo vuole
solo raccontare avvenimenti buffi e divertenti a noi realmente accaduti.
Se la diffusione dei ristoranti indiani è cosa più recente, quella dei ristoranti cinesi nelle
nostre città è ben più radicata e risale a diversi decenni fa. Anche in questo caso, ne
abbiamo provati tanti e in zone diverse d’Italia, abbiamo conosciuto tanti gestori e
imparato a capire questo popolo. Anche il ristorante cinese, sebbene per noi italiani sia
tutto uguale, si differenzia enormemente a seconda delle diverse zone. Per questo vi
rimandiamo al lontano N. 5 (o ristampa 5-8) per saperne di più.
Anche il ristorante cinese, se scelto bene, puo’ essere adatto anche per una serata
romantica e puo’ rivelarsi…afrodisiaco; o soltanto per passare una serata tra amici. Se
c’è stato un incremento notevole dei bar gestiti dai cinesi che ultimamente rilevano
attività italiane di questo tipo, i ristoranti cinesi sembrano un po’ fuori moda e cercano di
rinnovarsi con altre etichette. Ahi ahi ahi, anche nel ristorante cinese abbiamo notato
un’innata predisposizione all’imprevisto e alla risata, ecco qualche disavventura e
impressione, senza fare nomi, anche se alcuni di voi, lo sappiamo, ci andrebbero proprio
per farsi qualche risata. In un affollato e caotico locale abbiamo fatto notare…“Vedo che
c’è molto via-vai….” Per sentirci rispondere: “Cosa via-vai?” “Vuol dire che c’è tanta gente,
tanto lavoro…” “No, non è velo, no tanto lavoloooo!!!” Ma come? Cineserie, cinesate,
comicità involontaria, i cinesi ovunque, anche nei ristoranti italiani, giapponesi,
sudamericani, come abbiamo spiritosamente fatto notare nell’articolo “Cina-mania!” (N.
26) col loro iperlavoro e la loro seria tenacia nell’adattamento. I ristoranti giapponesi e i
sushi bar che sbucano come funghi (a dir poco…), ovviamente con gestione cinese!
Addirittura la moda del “frocinese” come ci dicono da Roma: locali presi d’assalto dalla
comunità gay-lesbica: i cinesi ormai non si scandalizzano più….
-l’incomunicabilità caratteristica principale dei problemi tra cliente e camerieri è stata la
difficoltà di comunicare: sarà capitato anche a voi di chiedere qualcosa ai camerieri spesso giovanissimi, improvvisati o inesperti - e di non essere capiti, specie se la
richiesta è una cosa non scritta sul menù o un’informazione su qualche ingrediente, con
il risultato di vedere camerieri straniti che chiamano altri camerieri che capiscono ancora
meno. Una telefonata a un ristorante – più
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che altro per avere la conferma che fosse aperto quella sera - si è trasformata in un
obbligo di prenotazione (il posto poi è risultato semideserto…) con cognomi stravolti e
impronunciabili per il povero interlocutore, storpiati ripetutamente fino alla
rassegnazione di aver prenotato con chissà quale nome…. Un’ altra telefonata a un
ristorante si è rivelata un’interminabile profusione di scuse perché “il ristorante al lunedì
fa riposo, e a meno che non siete 7-8 persone a prenotare non mi conviene aprire…” con
un invito a tutti costi a presentarsi invece la sera stessa con la promessa di trattamenti
di favore. Solo giurando di andarci presto, in settimana, siamo riusciti a sganciarci
dall’incredibile e gentilissimo gestore!
I camerieri ci hanno a volte messo in imbarazzo: qualcuno è stato fin
troppo cortese e gentile, al limite del servilismo, o troppo timido, oppure
sono stati un po’ sgarbati o troppo solerti, appoggiati al muro a fissarti
pronti a correre per portarti via il piatto vuoto o per cambiarti le posate
(o le bacchette) chiedendo: “Finito??!”: lo fanno, istruiti dal gestore, che
crede di compiacere il cliente, ma così lo innervosisce, sembra di essere
in un catena di montaggio: via uno, avanti un altro…meglio una via di
mezzo, no? Qualche sguardo dolce dalla cameriera carina o qualche sua
battuta ci ha fatto sognare ed arrossire (la cosa è stata anche reciproca).
Qualche parola proferita in cinese ha poi stupito il personale perché è
difficile trovare un italiano che conosca qualcosa del cinese o del paese del Celeste
Impero al di là dei soliti luoghi comuni. Informazioni sull Cina o sulle parole cinesi ci
hanno a volte lasciato sconsolati come quando abbiamo chiesto “Come si dice pagoda?”
per sentirci rispondere “Cosa pagoda? Non capile…”.
-i take away e i locali che mescolano le cucine (tipo la cino-italo-sudamericana) con
prezzi stracciati sono spesso imbarazzanti per molti motivi. In altri locali alla buona, tipo
trattoria, è facile imbattersi in nonni o parenti seduti a fissarti da qualche angolo o
bambini che scorrazzano nel locale. Una volta un anziano ed enorme cinese seduto in un
angolo del locale occupava continuamente il bagno, e veniva pure a picchiare col bastone
sulla porta tossendo spaventosamente quando c’era dentro qualche cliente. Nel gabinetto
c’era anche un inquietante cartello proprio di fronte con scritte cinesi e un occhio
malevolo disegnato sopra come a controllarti, mah!
-i locali di livello più alto o i cosiddetti fusion sono tutt’altro che deserti, spesso pieni e
comunque ricchi di cameriere in abiti tipici che…distraggono dal pranzo! Per non parlare
del conto finale!
-le figuracce degli italiani tipo il cliente che abbiamo sentito dire alla responsabile che
“Cina, Giappone o Corea, tanto è tutto uguale…” o quelli che avanzano tutto perché
prevenuti a un nuovo tipo di cucina. Ricordatevi, quando pagate, che come vuole l’etica
cinese, i soldi non si danno in mano, ma si appoggiano sul banco.
-scritte clamorosamente sbagliate: dal menù agli scontrini, è facilissimo imbattersi in
qualche ingenuo errore: anche qui capita di vedere le L finire al posto delle R!
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-musiche diffuse che spesso non hanno nulla a che fare con l’Oriente ma che, per
fortuna, non abbiamo mai trovato invadenti e ad alto volume, a parte a capodanno
quando, a 15 minuti dalla mezzanotte, si è scatenata una sarabanda da discoteca e una
frenesia dei camerieri che correvano come impazziti per accontentare i clienti offrendo
ogni prelibatezza! Tipico sentire nel ristorante jap canzoni o vedere nei monitor videokaraoke…cinesi.
-piatti troppo unti: abbiamo scoperto che l’eccessivo uso di olio non è
cosa tipica cinese, ma viene fatto per compiacere il cliente italiano che
amerebbe i cibi molto conditi.
-disorganizzazione: in genere il locale coi cinesi non conosce questa
parola, tranne quelli improvvisati: tutto è organizzato nei minimi dettagli e non manca
mai niente per accontentare anche il cliente più esigente.
-nelle varianti: self service mongoli, cibi insapori e immangiabili o troppo unti,
affollamento insopportabile della serie “prendiamo più che si può anche a costo di
avanzare” tra gli sguardi divertiti dei camerieri.
Attendiamo però con pazienza, la prossima volta che entreremo in un simpatico ristorante cinese, che sia
raffinato o in stile più informale, non importa, pronti a provare anche i piatti più strani e quelli che meno hanno
a che fare con l’Oriente, non temiamo imprevisti e ci sentiremmo dire all’entrata, inondati da mille sorrisi e
inchini NI HAO MA’? che significa “come stai?”, noi risponderemo sicuri alla domanda con un “Bene, xiè xiè”
(grazie) dopo aver digerito però. (buon appetito e… buona digestione).
ANUTA
Gli Anuta sono un popolo della Polinesia dell’omonima piccolissima isola vulcanica delle Isole Salomone,
nella provincia di Temotu e sono custodi di una delle più intatte culture polinesiane. Il nome dell’isola
per i locali è te fatu sekeseke “pietre scivolose”; essa ha un diametro di soli 750m, con il punto più alto a
65m sul livello del mare, ha una barriera corallina ed è ricca di giardini curati meticolosamente ognuno
da una famiglia. Lontana 1000 km dalla terra più vicina, non ha approdi ed è abitata da 300 persone
completamente isolate e totalmente autosufficienti. Hanno sempre avuto pochi contatti con l’esterno e
hanno conservato l’antica cultura polinesiana continuando ad usare, ad esempio, le antiche canoe d’alto
mare che nel resto del Pacifico sono scomparse. Vivono nei noporanga (“luoghi di abitazione”), due
villaggi che si chiamano Mua e Muri, ognuno con un capo tradizionale, parlano la lingua omonima della
branchia samoana-polinesiana e fanno parte del ceppo etnico polinesiano.
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RADIO NI HAO
Kalamu – “Calafrica” (Arci Sana Records Cultura / Audioglobe) Tradizioni musicali del
Mediterraneo per questo gruppo folkloristico…calabro-africano che porta in giro il suo spettacolo
con sonorità come la pizzica, la taranta, la tammurriata, ma anche allegri ritmi balcanici e dal
continente nero.
A.A.V.V. – “Caipirinha” (Universal) Si tratta di uno dei 10 volumi della compilation “Pure Brazil”
con 20 brani dance con: Caetano Veloso, Gal Costa, As Meninas, Zeca Pagodinho, ecc con tanto di
fresca copertina col noto cocktail. Anno di pubblicazione: 2004.
Alabina – “L’Essentiel” (Atoll Music France) Vi ricordate degli Alabina, il gruppo con sonorità
arabo-ispaniche (vedi N.9)? Esistono ancora e ci fa sorridere risentirli dopo tanto tempo con
questa raccolta (18 brani) del 2000 coi pezzi storici, più alcuni nuovi. Sono formati dalla cantante
israeliana Ishtar e dal gruppo francese Los Niños de Sara; nei loro pezzi si sentono anche le
influenze ebraiche, mediorientali, francesi, zingare-spagnole, ma anche raï e pop.
CSS – “Donkey” (Sub Pop) Esce l’atteso secondo lavoro dei brasiliani Cansei De Ser Sexy (o CSS vedi N.18 - ) gruppo di San Paolo che unisce influenze electro ed indie rock con altre tipologie di
arte, come design, cinema e moda; cantano in inglese ed in portoghese, sono allegri e un po’ retrò
in questi nuovi 11 pezzi col tipico ritornello ripetitivo, lanciati dal singolo “Rat is dead (Rage)”; il
brano migliore è la trascinante “How I became paranoid”.
Karima – “Amare le differenze” (Sony-BMG) Uscita dalla scuola di “Amici” e reduce dal Festival
di Sanremo, ecco all’esordio l’italo-algerina Karima Ammar, 23enne che si esibisce sempre scalza.
Canta contro ogni forma di razzismo e intolleranza e intona un inno alla convivenza civile.
Takeo Watanabe & Yuji Matsuyama – “The Complete Music Works Of Mobile Suit Gundam –
The Series” (King Record / StarChild) Uscito nel 2003 e reperibile d’importazione, un imperdibile
cofanetto di 3 cd per gli appassionati della serie originale diGundam (vedi Anime Giapponesi su
questo N.). Ci sono tutte le musiche e le sigle, e sul terzo cd ci sono i drama e molti effetti sonori
originali direttamente dal cartone animato! Il titolo in giapponese è “Tv kido senshi Gundam
ongaku shu”.
Vanessa Da Mata – “SIM” (Discograph) Cantautrice brasiliana del
Mato Grosso, famosa per il tormentone “Boa sorte/Good luck” cantata
l’anno scorso in duetto con Ben Harper, e per le sue innumerevoli
collaborazioni (da Caetano Veloso, a Daniela Mercury, Chico Cesar,
ecc), è venuta di recente in Italia a promuovere questo terzo disco
dove troviamo un mix di bossa nova, reggae e pop.
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Combo De La Muerte – “Tropical Steel” (No Shoes Records) Bizzarra già dal titolo la proposta di
questo gruppo italo-tedesco-cubano che si è stabilito a Firenze. Gli 8 membri propongono cover
di gruppi classici dell’hard rock e dell’heavy metal, anche il più estremo, in versioni latin
jazz/fusion che definiscono “voodoo latin jazz”. Il loro primo album è stato preceduto dall’ ep in 45
giri “La Maldiciòn del Combo”. Ben 20 le cover (di Judas Priest, Manowar, Napalm Death, Slayer,
Megadeth, ecc).
Smoke – “Routes” (Way Out/Edel) Ogni tanto torniamo a parlare di reggae: la musica originaria
della Giamaica ci propone stavolta il secondo lavoro di questo gruppo orientato verso venature
soul. I testi sono duri, impegnati e profondi.
Renato Borghetti – “Fandango!” (Felmay) Artista brasiliano, questo musicista di origine italiana
presenta musiche ispirate alla tradizione portena del Brasile del Sud, dell’Argentina e
dell’Uruguay, suonando la sua fisarmonica accompgnato da altri strumenti.
LA 33 – “Baila! (Putumayo Records) La 33 è un’ orchestra di salsa di Bogotà (Colombia) il cui
nome deriva da La Calle 33, luogo dove si trova il loro studio-prove. I testi parlano d’amore e
divertimento, la musica salsera è trascinante in questa compilation del 2006.
Justin Adams & Juldeh Camara – “Soul Science” (Ponderosa/Ird) Interessante questo progetto
di un chitarrista e di un griot del Gambia tra rock e blues. Nel libretto trovate la traduzione dei
testi.
Gamelan of Central Java – “X. Sindhen Trio” e “XI. Music of Remembrance” (Felmay) Solo tre
brani di musica tradizionale di Giava nel primo album, mentre nel secondo le musiche sono
dedicate alla commemorazione dei defunti. Voci femminili di grande impatto e libretti curati.
Sa Dingding – “Alive” (Wrasse/Evolution) Popstar cinese che ha cantato in tibetano per i Giochi
Olimpici, mescola anche qui testi tibetano, mandarino e sanscrito con ritmi tipici cinesi,
elettronica, strumenti antichi e moderni: una nuova realtà.
Yusuf – “Roadsinger” (Island) Ritorna il cantautore (vedi N. 6,12,19) ex Cat Stevens col
messaggio “I musulmani dimenticano che Islam vuol dire pace”: voce sognante e malinconica per
11 canzoni di folk acustico (tra cui “Shamsia” e “The rain”) che lo riavvicinano alla prima parte
della sua carriera. Yusuf tornerà anche ad esibirsi dal vivo ma solo in piccoli club.
Lingling Yu – “Xu Lai” (Felmay) Incanta la musica di una delle più grandi interpreti della
tradizione classica cinese, Lingling Yu, virtuosa della pipa, il liuto cinese a quattro corde la cui
origine risale a oltre duemila anni addietro. Il titolo significa, suggestivamente, “il suono del
silenzio”.
Ryuichi Sakamoto – “Illustrated Musical Encyclopedia” (Yano Publishing/10 Records) Torniamo
ad occuparci di Sakamoto con un album del 1988, come al solito minimalista e profondo, ma
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anche sperimentale, in 8 composizioni e la famosa copertina con l’autore al piano e la sua ombra
sul muro a sagoma di…formica!
China Black – “Born” (Wildcard) Curioso questo duo multietnico di pop-reggae e r&b che nel
1995 ha pubblicato questo unico album . I componenti sono l’anglo-cinese Simon Fung e l’anglogiamaicano Errol Reid, da qui si può comprendere il nome del gruppo.
Shonen Knife – “Super Group” (P-Vine) Parliamo per la prima volta di questo trio femminile di Osaka
(少年ナイフ), qui con una nuova bassista e un nuovo album: gioiose e scatenate anche dal vivo, sono
attive addirittura dal 1981 e non intendono smettere col loro rock e pop-punk ispirato ai Ramones.
Cantano in giapponese e inglese e sono considerate un vero gruppo di culto.
Pilita Corrales – “Musika Pilipina” (Villar Int'l) Risale al 1980 questa
compilation di canzoni d’amore filippine cantate dalla diva locale. “Diyos
lamang ang Nakakaalam” tra i titoli.
Najma Akhtar – “Fariyaad: A Plea To The Creator” (Egea) Al suo settimo
album, mescola l’ipnotico canto indiano ghazal col jazz, il dub e i suoni
mediterranei. Inglese di origine indiana usa la tradizione musicale comune al
mondo indo-pakistano e persiano unita alle ispirazioni più moderne.
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RISTORANTI ETNICI
WOK OF MILAN
Quasi omonimo del romano del numero scorso, un gigantesco ristorante cino-jap
piuttosto ricercato che vanta ben 300 coperti e che è stato ricavato da un ex showroom di abbigliamento. Si
mangia a buffet a volontà come al mongolo, con prezzi fissi a seconda dei giorni. Particolare la performance a
vista dei cuochi ai fornelli alle prese con i wok, tradizionali tegami cinesi in cui vengono saltati cibi vari, con
olio bollente e salsine. Consigliatissimo ma si rischia l’indigestione anche perché i cibi sono ottimi! Si passa
dagli antipasti cinesi, ai piatti alla piastra (teppanyaki), a quelli al wok, e poi anche sushi, dolci e frutta, solo
le bevande sono escluse! Milano, Via Cenisio, 10 (zona Sempione). www.wokofmilan.it
TA-HUA
Capitiamo per caso in questo cinese che ci dicono esistesse già
da 30 anni, ma alcuni metri più avanti. Non teme la concorrenza dei vicini
Leon d’oro e Taiwan, peraltro diversissimi dal Ta-Hua. Ora è rinnovato e
moderno, non è il solito cinese, la gestione è italo-cinese e sbrigativa,
affidata oggi ai figli e parenti dei vecchi proprietari. Dal soffitto pendono
originali tronchi d’albero ma anche lampade che ricordano…i preservativi!
Note dolenti: sempre affollato, è d’obbligo prenotare, visto l’assalto degli
impiegati della zona; clima da ansia con tanto di giovane gestore italiano che
bacchetta il personale cinese: peccato perché abbiamo mangiato piuttosto
bene, si servono menù di piatti unici di cucina hongkonghese. Da riprovare
un altro momento. Milano, Via Fara, 15 (zona Staz.Centrale). www.tahua.it
MOTHER INDIA Indiano non molto caro dove si può mangiare alla carta, ma anche col menù fisso del
pranzo. Si possono provare il cavolfiore con le patate, il chicken e il pesce tandoori (cucinati nel solito forno
di terracotta) accompagnati da birre e vini indiani. Roma, Via dei Serpenti, 148.
WAKABA Ne parlavamo sul numero scorso, scopriamo che il Wakaba è uno di quei locali probabilmente
gestito da giapponesi, anche se il personale – gentilissimo e non invadente - è anche cinese. Interessanti ed
economici piatti unici, oltre i vari sushi, sashimi, ecc. Da evitare la barca, un po’ scarsa visto il prezzo! Per è
ora l’unico con la birra Asahi alla spina! Interessante la grande sala al piano di sotto con esposto un elmo
originale di samurai. Milano, P.zza Emilia, 4 (zona Vittoria/XXII Marzo).
MAR ROSSO
Altro ristorante con omonimi in altre città (vedi N. 14 e 27) è un italo-eritreo che ha
cambiato gestione, completamente ristrutturato e con ampia cucina a vista. Punta ad accaparrarsi nuovi
clienti coi menù economici con vari assaggi, sia a pranzo che a cena. Milano, Via Marco Aurelio, 8 (zona
Pasteur).
KANDA
Dall’esterno, in quella via quasi nascosta, senza nulla di particolare che possa attirare la vostra
attenzione, potreste pensare di non dare nemmeno un centesimo a questo ristorante da fuori un po’ cupo, in
realtà non è così, una volta entrati cambierete subito idea. Sembra di essere in Giappone, forse di più che in
altri ristoranti. Il cibo è molto buono, con alcune varianti. Nel menù completo di sushi addirittura deliziosi
spiedini di pollo, con sesamo e caramello. Le portate di sushi e sashimi vi soddisferanno. Anche il dolce alla
fine vi lascerà una buona impressione. Ambiente carino con personale gentile, né troppo al limite del
servilismo, né solerte in modo eccessivo. Sempre aperto, menù a pranzo, consegna a domicilio e orario
continuato fino alle 20. Milano, Via Santa Tecla, 3 a pochi passi dal Duomo.
SHANGHAI
Ritorniamo dopo oltre dieci anni al piccolo Shanghai - di fianco al Duomo e dietro al Teatro
Lirico (vedi N.5) - e scopriamo che…non è cambiato niente! Notiamo molti clienti giapponesi . Ovviamente
27
un’onesta cucina cinese, da riprovare di tanto in tanto; fanno anche il…panino cinese, lo proveremo! Sempre
aperto. Milano, Via Paolo Da Cannobio, 1.
CUEVA MAYA Visitato parecchio tempo fa, notiamo che resiste e che è sempre affollato, la via dove si
trova ormai è multietnica e modaiola, meglio prenotare! Cucina con discreti piatti dal Messico. La domenica
brunch, chiuso al lunedì. Milano, V.le Monte Nero, 19.
OTRA VEZ Della stessa gestione del precedente
locale, si trova poca distanza nella stessa via e ha lo
stesso difetto: piccolo, affollato e coi tavoli troppo appiccicati. Si gustano buoni piatti come le fajitas fiesta, il
burrito e i churrascos, la cucina è messicana e tex-mex. Chiude al martedì. Milano, V.le Monte Nero, 48
MONGOLIAN BARBECUE
Sempre nella stessa via, omonimo di molti altri, torniamo a questo
mongolo gestito da giovanissimi cinesi, dove si mangia a prezzo fisso a buffet (bevande e dolci esclusi):
sempre affollato, strettissimo, davvero deludente il cibo che non ha praticamente nessun sapore, a parte i cibi
cucinati alla griglia davanti ai vostri occhi, untissimi e ricchi di condimento, peccato davvero. Per non parlare
del sushi…finto con la carota al posto del salmone! Chiude al lunedì. Milano, V.le Monte Nero, 62.
www.mongolianbarbecue.it
MOMIGI
Del Momigi (“foglie rosse”) avevamo già parlato sul N. 23: ora ritorna alla ribalta come
giapponese-cinese con menù illimitato sia a pranzo che a cena a 15 € bevande escluse. Bella idea, se non fosse
che bisogna scegliere i vari piatti con le crocette e la quantità su una schedina tipo Totip con le immagini
piccolissime: diventerà il nuovo trend? Servizio dispersivo e scarso, clientela spesso cinese e internazionale.
Ci hanno portato dei ravioli cinesi disgustosi dall’odore nauseabondo! Milano, Via Scarlatti, 22 (zona
Caiazzo/Centrale).
MAMI CAFE’
Sushi bar che offre cucina giapponese coi classici sushi, sashimi e altre stuzzicanti
proposte, soprattutto di pesce. Non si spende molto. Chiuso la domenica. Milano, Via Eustachi, 47 (zona
Buenos Aires).
ASMARA
Come promesso sul N.21, torniamo al classico con l’Asmara, eritreo. Zighinì, antipasti e dolci
assortiti, ma meglio non appesantirsi troppo. Locale informale e semplice, stile trattoria; c’è una lunga sala
particolare e intima al piano superiore, ma purtroppo la usano solo la sera solo se è pieno o per occasioni
particolari. Milano, Via L.Palazzi, 5 (zona P.ta Venezia)
JAPAN
Non brilla per originalità il nome di questo nuovo e sfizioso “sushi bar ristorante, take away &
delivery”, dall’arredamento minimal e che vi soddisferà con tutte le proposte della cucina giapponese, con
piatti sia caldi che freddi e menù coi nomi delle città del mondo. Adatto per un pasto veloce ma anche per chi
vuole avvicinarsi a una cucina…lontana. Sempre aperto. Verona, Via Fama, 4 (zona C.so Porta Borsari).
ARIGATO’ Nuovo questo sushi restaurant della stessa gestione del Bento House (vedi N.20) che offre la novità di
un inusuale buffet fisso solo a cena: si può mangiare quanto si vuole al prezzo di un’unica portata! Sushi, sashimi,
tempura, teppanyaki e una vasta scelta di dolci. Consegna a domicilio in tutta la città. Il nome significa “grazie” in
giapponese. Milano, V.le Vittorio Veneto, 32 (zona P.ta Venezia/Repubblica) www.sushiarigato.it
TRE PINI 2 Ovvero: il mistero della pizza scomparsa! Enorme e dispersivo questo ristorante-pizzeria italo-cinese
che ha preso il posto di un Pastarito Pizzarito. Grandi saloni adatti a feste, banchetti, matrimoni e ricorrenze varie, ha
molti piatti cinesi e italiani nella media ma niente menù. Specialità pesce e clientela spesso straniera e orientale. Chiude
molto tardi, per nostra fortuna, pecca però per quanto riguarda la pizza: è da quest’estate che manca il pizzaiolo e non
riusciamo mai a provarla. V.le Monza, 100, zona Rovereto.
28
Carrellata di ristoranti sudamericani a Milano: MI BARRUNTO peruviano: polli alla brace,dolci e menù
ultraeconomico a mezzogiorno escluso sab e dom. Chiude al martedì (Via Inganni, 4 zona Lorenteggio), SABOR
LATINO omonimo del N.23, sudamericano (P.zza Insubria, 3), NORKYS sudamericano anche polleria, menù
economicissimi, carni alla brace, Via Padova, 33 e Via dei Transiti, 1, CASA VOSTRA dal nome invitante,
ecuadoregno/peruviano, Via Nicastro, 6, EL CHORRILLANO 1 e 2 peruviano, specialità pesce. Disponibile per eventi,
grande spazio, Via Varanini, 28 ang. Via Ferrante Aporti e Via Mottarone, 5 zona Certosa/Mac Mahon. EL RINCON
BOLIVIANO ovviamente boliviano, Via Termopili, 14, EL TIPICO 1,2 e 3 peruviano/ecuadoregno, Via Giacosa, 4,
Via Ranzoni, 21 e C.so Lodi, 105, PUERTO DE ILO peruviano Via Petrella, 19 zona Caiazzo, ROCOTO peruviano,
Via Sammartini, 23 zona Staz. Centrale, MACHU PICHU peruviano Via Padova, 84, EL JIJUNA peruviano Via
Bolzano, 23.
ORO
Un vero salotto questo ristorante di cucina asiatica . Tra i piatti, i soliti
sushi ma anche altre specialità orientali come il pollo in foglie di banano, gli
spaghetti di riso croccanti, le zuppe e vari menù per il mezzogiorno.Chiude la
domenica. Milano, Via Tortona, 26 (zona P.ta Genova). www.oroasiancuisine.it
TSUKIMI
Nuovo questo ristorante giapponese elegante ma con menù
economici che accontentano il cliente che non vuole spendere troppo e mangiare
bene. Milano, Via D.Moscova, 10 ang. Via Turati.
EL PUEBLO ”Il popolo” è il significato del nome di questo ristorante messicano di gestione italiana, sempre
aperto, dove è meglio prenotare nel fine-settimana, e dove si prova qualcosa di nuovo, è possibile infatti gustare le
cucine…maya e azteca, grazie a preziosi volumi sulle antiche ricette precolombiane! Ci sono due sale, una in stile
tempio maya, l’altra (sotto) in stile caraibico. Consigliato il pranzo in settimana con la formula “mangi due, paghi uno”
Esiste da 10 anni e propone anche una tessera con abbinamento cena+cinema, interessante. Roma, Via G. De Vecchi
Pieralice, 34/36. www.elpueblo.it
RANGOLI
Esiste da diversi anni l’indiano Rangoli: ne abbiamo trovato una traccia sul lontano N. 5 cartaceo:
sempre aperto, non si spende molto e si può puntare su ottimi piatti vegetariani, oltre ai soliti di carne e pesce tandoor.
Propone anche 3 menù: “chef”,”ayurveda” e “mare”. Milano, Via Solferino, 36 (zona Moscova) e Padova, Via Aspetti,
116.
KOTOBUKI
Ex Poporo gestito da un giapponese, classico ambiente dei ristoranti di questo tipo, semplice e
informale. Da fuori non gli si dà molto, passa inosservato, ma propone un’onesta cucina. Chiuso lun. e sabato a pranzo.
Milano, Via Piccinni, 25 (zona Loreto).
KIKI
Altro giapponese reduce del N.14, è il Kiki, che esiste da 5 anni ed è una manna per gli amanti del sushi, visto
che si è allargato e ora ha tre locali, spesso affollati. Locale elegante, un po’ caro ma con una vasta scelta. Torino, Via
della Rocca, 39/g (chiuso lunedì e sabato e domenica a pranzo), Via Cesana, 72 (solo per take away) e Via Villa Della
Regina, 9 (più interessante: oltre al sushi propongono altri “street food” orientali).
GOA II
Andiamo in Germania dove c’è questo indiano tradizionale con una sala per pranzi speciali e un negozio;
molte le specialità vegetariane. Berlino, Gleimstraße 17/18 (zona Prenzlauer Berg) www.goa2-berlin.com
MONSIEUR VUONG
Sempre nella capitale tedesca c’è questo ristorante dal simpatico nome: specialità
vietnamite selezionate, fa anche servizio catering e take away. Berlino, Alte Schönhauser Str. 46 (zona Berlin-Mitte)
www.monsieurvuong.de
SHINTO Per chi è stanco dei soliti giapponesi, ecco l’insolito Shinto, fusion orientale che propone: jap,indonesiano
e cinese e piatti particolari. Gestione…russa al femminile, chef siberiano-lappone dagli occhi a mandorla. Ogni sera
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spettacolo con cuoco “acrobata” alla piastra teppanyaki e schermo con tanto di immagini di anime e film di Kitano. Il
locale è un po’ troppo modaiolo e tutto sembra organizzato alla perfezione, poi c’è la musica chill out e lounge. Tutto
questo si paga piuttosto caro nel conto finale ma è da provare. Roma, Via Ludovisi, 41.
Cinesi a Roma? Eccone ora una carrellata, ne esistono veramente tanti e in tutte le zone, impossibile provarli tutti:
Vecchia Cina (sempre aperto ,Via P. Foà, 2), Wah Pei (chiusura invernale lunedì, Lungomare delle Sirene, 552), Xiang
Shan (Via Bisagno, 18), Vento dell'Est / Dong Fen (Via Trionfale, 14053 - Cassia), Vento d'Oriente (sempre
aperto,Via Casilina, 447), Wong Ho (italo-cinese,Via Cavour, 126), Xing Hua (Piazza Marco V. Agrippa, 21/23), Xian
Du (Via Aurelia, 611) HANG ZHOU C’è un omonimo a Milano (vedi N. 15), questo dicono sia il migliore a Roma,
presente sulla Guida del Gambero Rosso (Via Via S.Martino ai Monti 33/c ang. Merulana) dal menù infinito, ma è
sempre affollatissimo; non chiude mai.
RE SALOMONE Ristorante ebraico/israeliano con ricette yiddish e vari piatti, interessanti gli antipasti simili a
quelli arabi, con tehina, hummus e babaghannush. Attenzione perchè chiude il sabato e il venerdì sera. Milano, Via
Sardegna, 45 (zona De Angeli/V.le Bezzi).
MANDARIN 2
Ristorante cinese storico che si differenzia un po’ dai soliti, a Milano è considerato da molti uno
dei migliori; propone (su prenotazione) piatti un po’ diversi dal solito. I ravioli sono fatti a mano con la farina di grano e
la clientela è affezionata. Chiude al lunedì. Milano, Via B.Garofalo, 22/a (zona Piola/Loreto).
GIN MI
Al Gin Mi, aperto da poco, si può gustare la
nascente (per noi) cucina coreana, qui abbastanza leggera e
molto piccante (su richiesta). Interessanti le portate che
arrivano al tavolo cuocendo direttamente ancora nella pentola.
Si mangiano zuppe, gnocchi, piatti a base di carne di pollo,
manzo o maiale, di pesce, di tofu e di verdura. Un po’ più caro
dei soliti cino-jap a cui siamo abituati, è frequentato da
coreani e chiude la domenica. Milano, Via G.Paisiello, 7 (zona
Piola/Loreto).
SUPERSUSHI
Ennesimo sushi bar che punta al take away e alla consegna a domicilio. Al bancone si può
mangiare velocemente il sushi appena preparato davanti ai propri occhi. Si paga pochissimo e c’è sempre da scegliere
qualche offerta del giorno. Chiude al lunedì; sabato e domenica aperto solo alla sera, peccato. Torino, Via delle Orfane,
28.
HANA Ringraziamo un lettore che ci ha fatto notare che questo storico coreano non è chiuso, lo credevamo inglobato
dal Cooking (vedi N.27), invece è ancora attivissimo, ci scusiamo con loro e, armati anche qui di bacchette (argentate e
un po’ pesanti!) proviamo la carne cucinata direttamente su un fornelletto al tavolo e i vari contorni nelle ciotoline. Da
evitare i cibi troppo piccanti e i piatti un po’ più cari. Il locale è minimal, accogliente e frequentato più da coreani che
da italiani, chiude sabato a pranzo e domenica. Milano, Via Lecco, 15 (zona P.ta Venezia).
HANA BI
Ristorante giapponese omonimo e della stessa gestione di quello del N. 15, sta per aprire in questi giorni
come “sushi cafè & restaurant. Milano, V.le Umbria, 58 (ang.Via Ennio).
THAI ELEPHANT Non economico, come spesso accade coi thailandesi, ma sicuramente da provare: un posto
romantico e adatto a cene a lume di candela. La gestione (italo-thai) è ambiziosa e ci tiene all’originalità del locale, dai
piatti al personale. Un immersione nel paese asiatico: proprio di fianco gestisce anche l’ennesimo…centro massaggi
thai! Piatti romatici e profumati ricchi di frutte e verdure esotiche. Tra le specialità: il gai hor bai tong, dei bocconcini di
pollo avvolti in foglie di banana e il tom yam gung, una zuppa di gamberoni piccante. Milano, P.zza Aspromonte,43
(zona Città Studi).
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NEGOZI: Ima Sumac (Via Padova, 3) prende il nome dalla famosa cantante - vedi News from - questo
negozietto di bigiotteria e prodotti artigianali peruviani. Khan Alimentari (Via Padova, 64) ha prodotti
alimentari sudamericani ma anche da tutto il mondo. El Chasqui (Via Padova, 68) El Tambo (Via Eustachi,
48) e Mercato Latino (Via Imbonati, 6) sono negozi di alimentari dall’America Latina. El Carajito (Via
Fratelli Bandiera, 116, Sesto San Givanni – MI -) è una polleria sudamericana. China Market International
Food (Via Padova, 27), Wan Xiang (C.so P.ta Ticinese, 98), Shun Da (Via Aleardi, 6) e Phamilian (Via
Paracelso, 1) sono negozi di alimentari cinesi. Jaipur è una catena di abbigliamento etnico con tre punti
vendita: a Milano in P.zza VI Febbraio, 26 e V.le Coni Zugna, 56 e a Laigueglia (SV) in Via Dante, 59.
Sakura (V.le Lazio, 6) prende il nome dal fiore di ciliegio, il fiore nazionale giapponese, ed è un negozio di
abbigliamento, arredamento e oggettistica nipponico. Emporio Kipucom (Via Eustachi, 48) è un negozio
sudamericano di oggettistica e regali. Sharito (Via dei Transiti, 4) è un negozio sudamericano specializzato
in torte e decorazioni e servizi annessi. Nilufar (Via della Spiga,32 www.nilufar.com) è un negozio etnico di
mobili, antichità, tappeti (persiani,cinesi,contemporanei,ecc). Aperto da poco, il Miss Saigon (V.le Piave, 7)
è un negozio di artigianato vietnamita. Latitudini Mobili (Via D.Alighieri, 32, Cernusco Sul Naviglio –MI)
importa mobili antichi da Cina, Mongolia e Tibet. Orissa (Via Tortona, 36) è un negozio di mobili stile
coloniale, arredamento, idee regalo, ecc. La merce arriva da India, Indonesia, subcontinente Indiano e sud est
asiatico. Se siete a Bangkok, in Thailandia, fate un salto da Manga (Central World Plaza), che, ovviamente è
una libreria dedicata ai fumetti e all’arte. Se siete a Londra non potete non recarvi a Portobello Road, dove
non manca di certo l’etnico: ogni sabato si rinnova il più grande mercatino delle pulci e di antichità del
mondo; oltre 1000 espositori inglesi e stranieri.
PALESTRE: Ko Sen (C.so Lodi, 74) è un dojo giapponese di arti marziali dove si insegnano: judo, aikido,
ginnastica, tai chi, yoga e qwan ki do. La Palestra Leonardo (Via Battaglia, 6) ha moltissime attività, tra cui
corsi di capoeira, yoga e taekwondo.
SALUTE, RELAX & BENESSERE: Black Queen Salon (Via Panicale, 12/r) è un parrucchiere-centro
estetico nigeriano a Firenze. Xiaoxiao è un ambulatorio di medicina cinese dove si pratica anche il
massaggio tuina pediatrico; per informazioni: www.fistq.org. Xin Yuan (V.le Pisa, 4) è un nuovo
parrucchiere cinese per uomo, donna e bambini. Mido (Via Padova, 79) omonimo del ristorante (vedi N.25)
è un parrucchiere arabo per uomo e donna.
LOCALI && DISCOTECHE:
La Maquina del Sabor (Via Paravia, 59) è una discoteca latinoamericana aperta al sabato e domenica, con
musica dal vivo e ingresso gratuito. Due bar africani: Green Bar (Via Tadino, 13, eritreo) e One Love (Via
L.Palazzi), entrambi aperti tutti i giorni. Puerto Alegre (Via Borsi, 9/2) è un ambizioso locale in stile
azteco/maya e lo stile tipico delle fazendas messicane. Organizzano spettacoli, aperitivi, musica dal vivo e
serate in cui si balla; ristorante con cucina mediterranea, tropical bar e sale caraibica e maya. Mosquito Club
71 (Via Toffetti, 71) è una discoteca sudamericana.
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RIVISTE: Mirada Latina è una rivista per tutte le comunità latine in Italia. Etnie
(http://etnie.org/cdc/ si trova anche su internet in formato pdf), è una rivista fiorentina che
promuove il dialogo tra le culture. Alcune riviste mensili dal mondo: Al Kifah al arabi
(Libano), Proceso (Messico), The weekender (Indonesia), New African (rivista inglese
dedicata la continente nero), Shahrvand e emrouz (Iran), Los Tiempos (Bolivia), China
Newsweek (Cina), Frontline (India), Cambodge Soir Hébdo (Cambogia). Meridiani
tratta anche temi etnici e ha recentemente parlato di Antico Egitto. Ad Hong Kong in edicola troviamo il
South China Morning Post con la sua edizione domenicale Sunday Morning Post, l’Apple Daily (ce n’è
una versione omonima anche per Taiwan) e The Standard: tutti in lingua inglese. Mondomix
(www.mondomix.it) è una rivista gratuita di musica etnica. Disegna Manga & Anime è una nuova collana
della De Agostini in 60 uscite, che insegna le tecniche di disegno per realizzare i personaggi dei fumetti
giapponesi. Da un po’ di tempo è nato Al jarida: il giornale itarabo, realizzato dall'associazione
Medinaterranea con il contributo della Provincia di Milano; un periodico mensile gratuito che cerca sponsor,
per alcuni aspetti simile al nostro “Etnomondi”; è il primo in italiano con traduzione a fronte araba ed è
scritto da italiani e da figli di immigrati egiziani nati nel nostro paese. Il nome del giornale significa “Il
Giornale” per l’appunto, e si legge in orizzontale: “perché due alfabeti che scorrono in direzioni opposte si
incontrano e convivono in un’unica pagina”. Progetto semplice ed interessante. Il sito è ben fatto, si possono
leggere i numeri del periodico in versione pdf, tradurre dall’arabo all’italiano e viceversa: www.aljarida.it
Hera e Cronos (www.acaciaedizioni.com) sono due riviste che si occupano di archeologia, misteri, miti,
civiltà scomparse, ecc, spesso con temi etnici. ASSOCIAZIONI & CENTRI: SPORT: Alcune
associazioni per la comunità cinese presenti nella Chinatown milanese: Associazione di Donne Cinesi in
Milano; Associazione Generale di Donne Cinesi in Lombardia; Associazione Cinesi di Ruian in Nord
d’Italia; Associazione della Comunità Cinese di Wenzhou in Lombardia; Associazione Cinese della
Provincia di Zhejiang in Milano. Consolati: Colombia (Foro Buonaparte, 12), Bolivia (V.le Elvezia,
10/a), Perù (Via Benigno Crespi, 15), Brasile (C.so Europa, 12), Cile (Via San Pietro All’Orto, 11), El
Salvador (Via Carlo Botta, 19), Venezuela (L.go Toscanini, 1), Paraguay (Via V.Monti, 79/3), Haiti (P.zza
Duomo, 19), Panama (Via Bagutta, 3), Messico (Via Cappuccini, 4). Alcune associazioni latinoamericane:
Asociación Amigos de Colombia (Via Montofarno, 14, Monza -MI-), Asociación de Peruanos Residentes
en Bérgamo (Vicolo del Consorzio, 1, Bergamo), Asociación Ecuador Solidario (Via Noverasco, 11,
Opera -MI-), Asociación Cultural Peruana (Via G.Mazzini, 20). Studio 3R (Via Confalonieri,3
www.studio3r.net) è una cooperativa sociale di mediazione linguistica culturale e un circolo culturale.
Organizzano corsi vari e pratiche per stranieri.Col nome quasi uguale a un'altra associazione (vedi N.25)
ecco Zagharid (www.zagharid.it) associazione ARCI con corsi di danza del ventre. Pinoy Club (Via
Marcona, 41 www.pinoyclub.it) è un’associazione no-profit per i filippini nel mondo.
Per imparare le lingue orientali l’Italia offre diversi indirizzi
universitari: Università degli Studi di Napoli L’Orientale (www.iuo.it), Università Ca’Foscari di
Venezia – Lingue, culture e società dell’Asia Orientale (www.unive.it/nqcontent.cfm?a_id=47027),
Università La Sapienza di Roma – Facoltà di Studi Orientali (w3.uniroma1.it/studiorientali/). Venditti
(Via Mestre,12) è una scuola di danza che organizza vari corsi di balli caraibici. Europe CN è un’agenzia
per cinesi che organizza matrimoni e lune di miele con annessi e connessi; varie sedi (Milano,Roma,Padova
e Reggio Emilia: www.europe-cn.com). La Mariposa Tango (tel.338-2877110) è una scuola originale di
tango argentino a Milano con corsi singoli e collettivi. Grupo de Capoeira Angola Mãe (presso Associaz.
Casa Morigi, Via Morigi, 8) organizza lezioni di capoeira brasiliana. Sahaja Yoga (presso Negozio Civico,
L.go Corsia dei Servi, 11) è una serie d’incontri di meditazione (da marzo a maggio). Corsi di yoga anche
all’ Accademia di Kriya Yoga (Via L.B.Alberti, 6 www.kriyayogaccademia.it)
CORSI,RELIGIONE,VIAGGI:
32
Darfur: crisi o genocidio?
Se né parlato molto sulla crisi nel Darfur e molte sono le associazioni
umanitari. Per chi non lo sapesse il Darfur si trova nella parte occidentale del
Sudan, nel deserto del Sahara. Per la crisi ancora in corso nel Darfur hanno
spesso usato la parola “genocidio” –come lo sterminio degli ebrei- dicendo
che si tratta di violenza, guerra nata da un problema etnico o religioso. Né
l’uno né l’altro è il problema e non dovremmo nemmeno usare la parola
“genocidio”, questa è ancora una volta guerra economica in un paese ricco,
di gente povera, impoverita dal solito Occidente che spesso ama mettere le
mani dove non dovrebbe. Troppi sono gli interessi purtroppo in quel paese
degli americani, israeliani, cinesi… Il paese ha molte risorse: petrolio; gas
naturale; cotone; canna da zucchero; banane; patate dolci ecc. Il Sudan è un
paese di prevalenza musulmana, soprattutto al nord, poiché i sudanesi hanno
origini arabe, sono molto simili agli egiziani del sud (Nubia), scuri di
carnagione. Nel sud invece ci sono soprattutto sudanesi cristiani, animisti,
indigeni. La lingua parlata è l’arabo, le lingue sudanesi, il nubiano, il
kunama… Diverse sono le etnie: dolicocefali; shilluk; dinka; nuer; lokuto;
nuba; bongo; bari; lango e molte altre. I conflitti nel Darfur sono numerosi
nella storia come negli anni 80, sempre per il petrolio e in questo decennio.
Fino a quando durerà tutto questo?
33
SPECIALE CORTOMETRAGGI PARTE 2
Ci fa piacere avere ricevuto opinioni positive su questa nuova rubrica che fa da “coda” a “Tracce sulla
sabbia”, sinceramente non ce lo aspettavamo!
Anche in questo numero abbiamo scovato vari
cortometraggi dal mondo e di vari periodi, speriamo che la nostra ricerca vi entusiasmi ancora…
FOOSKA
di
Samy
Elhas,
comm.,
DEMOCRACY ROCKS
Tunisia/Marocco, 2007, durata: 26’. Con: Foued
docum.,
Litaim, Fares Khiari. Distr.: Nouvel Atmosphère
documentario in inglese sui 19 giorni dell’aprile
Prod. Girato in arabo in 35mm: dal banale
2006 che hanno cambiato il Nepal con l’arrivo
ritrovamento di un bigliettino durante un esame
della democrazia.
scritto di pensiero islamico, si scatena quasi un
giallo poliziesco grottesco e divertente.
Nepal/Italia,
di Leonardo Ferri,
2007,
dur.:
46’.
Un
EN EL ESPEJO DEL CIELO di Carlos
Salcés, avv., Messico, 1998, dur.: 10’. Con: Malcom
X-VISION
di Rado Andriamanisa, dramm.,
Vargas. Distr.. Beret Films. Surreale e poetico: un
Madagascar,2007, durata: 9’. Con: Gala,Shox,Rina.
bambino di campagna riesce a catturare il riflesso
Distr.:
di un aereo su una pozza d’acqua in un cassetta di
Centre
Culturel
Albert
Camus-
Antananarivo. Una scena di violenza urbana: in
città un’aggressione e l’inutile intervento di un
giovane si ripete da diversi punti di vista.
legno ma alla fine gli dà la libertà.
ARRANGING
LOVE
di
Sheila
Jayadev,
docum., Australia, 2006, dur.: 28’. Interessante
CAPITAL
Mehedff,
CIRCULANTE
di
comm.,Brasile,2004,dur.:
Ricardo
10’.
documento in inglese sulla realtà dei matrimoni
Con:
combinati, delle regole dell’amore e delle relazioni
Ricardo Blat, Fellipe Marques. Distr.: Ibrit.
tra le seconde generazioni di indiani che vivono in
Divertente e pieno di ritmo, l’avventura di
Australia.
un’auto che in 24 ore passa da una persona
all’altra per essere rivenduta come nuova dal
concessionario allo stesso primitivo proprietario!
GREEN ROSE di JC Hung, dramm., Taiwan,
2002, dur.: 12’.Con: Alex Ko, Trinity Ting. Distr.:
JC Hung. Basato sulla storia vera di un incidente
ROUZBLÉZONNVER
di Wassim Sookia,
Mauritius,2009, dur.:28’.Distr.:COE. Parlato in
dialetto morisyen, un corto che parla degli
del 1981, un corto sui diritti civili dei taiwanesi;
senza dialoghi, solo musica.
abitanti delle isole Mauritius, della loro umanità e
9 Y 20
solidarietà
Messico,
nel
giorno
della
festa
di Roberto Aguilera, dramm.,
2005,dur.:10’.Lavitaapparentemente
significa
insignificante e monotona di un uomo viene
“rosso,blu,giallo e verde”, i colori della bandiera
apprezzata da qualcuno. Un elogio delle piccole
di questa piccola repubblica lontana.
cose.
dell’indipendenza.
WARAMUTSÉHO!
Il
titolo
di
Auguste
Bernard
EL ÚLTIMO VAGÓN
di Osvaldo Daicich,
Kouemo Yanghu, dramm., Camerun/Fra, 2009,
dramm.,Cuba/Argentina,2001,dur.:
durata: 21’. Il rapporto tra due studenti ruandesi
J.A.Rodriguez.La
in Francia cambia di fronte alle immagini
prossimo alla pensione la cui vita cambia grazie
televisive del genocidio nel loro paese.
ad un bambino.
vicenda
di
14’.
un
Con:
ferroviere
34
GUNDAM
Ci troviamo di fronte ad un classico, una serie interminabile, innovativa e quindi
diversa dai soliti robot super eroi che combattono quasi sempre sulla Terra contro i
nemici alieni. La serie di Gundam è più realista, considerata “real-robot” e non
“super-robot” come Mazinga & co. Cominceremo con la prima serie, la saga
capostipite del 1978-79, trasmessa in Italia per la prima volta nel 1980 e alla quale
siamo più legati. Quale migliore occasione il trentennale di Gundam per parlarne? Un
anime più maturo degli altri di Go Nagai, più tecnico, più spaziale. La serie è anche
ambientalista e contro tutte le guerre, particolarmente innovativa proprio perché
realistica, e con ogni schema meccanico che corrisponde ad una logica scientifica ben
precisa, infatti la storia è basata su teorie e ipotesi sulla vita futura dell’umanità,
sviluppate da vari scrittori e scienziati, differenza dei primi robot, che erano dei
guerrieri con fantasiose armi, ispirati agli antichi samurai, senza una particolare cura
per l’aspetto tecnologico. In primo piano la guerra e la solitudine dell’individuo che
si trova a doverla fronteggiare, e la cura per la psicologia dei personaggi. Di Gundam
ci ricordiamo la prima sigla “Eccomi sono Peter Ray comandante del robot” - che in
realtà si chiama Amuro Ray -, delle armi del robot, del nemico numero uno Scia
(Char Aznable), in realtà Casval, fratello di Seira amica del Gundam; ci ricordiamo
della lunga serie dei manga, dei modellini in vendita nei negozi ancora oggi. Il
prologo dell’anime dice: "È già trascorso mezzo secolo da quando, a causa della
sovrappopolazione, parte dell’umanità fu costretta a trasferirsi su gigantesche isole
spaziali che ruotano come tanti satelliti intorno alla terra. Queste isole sono
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diventate ormai la seconda patria per queste popolazioni che vivono, lavorano,
procreano, conducono insomma la stessa vita alla quale erano abituati sulla Madre
Terra”. E questo spiega lo spirito della serie. Il robot della prima serie - più amata e
famosa delle successive - è pilotato da Peter Ray (o Rei), figlio del progettista del
Gundam. Le stazioni-satellite che orbitano intorno alla Terra sono
chiamate “Side” e sono abitate da milioni di persone. La storia della
prima serie è incentrata sulla lotta nello spazio e sulla Terra tra le forze
terrestri con l’astronave chiamata Base Bianca e il robot Gundam
impegnati contro i cattivi del principato ribelle di Zeon (o Jion) e i loro
innovativi robot umanoidi detti Mobile Suit, cui solo il Gundam può
tenere testa. Molti sono i personaggi, inoltre l’anime
è complesso e pieno di colpi di scena, sebbene in
qualche punto possa sembrare un po’ lento, ma è piuttosto adulto
e si caratterizza per l’inusuale umanità del protagonista, un
ragazzo-pilota ancora troppo giovane e pieno di timori e di
inquietudini che lo rendono ribelle e fragile. La palla-robot Haro,
realizzata dallo stesso Peter Rei, rappresenta uno dei lati comici che alleggeriscono la
narrazione. Le varie serie di Gundam, tra televisive, cinematografiche e in video sono
addirittura una trentina (!!!) e seguono delle linee temporali, la prima viene inserita
nel cosiddetto Universal Century. Molti anche i romanzi, i film, i videogiochi, i libri,
ecc. generati dalla serie di Gundam. L’anime è prodotto dalla Nippon Sunrise e si
intitola “Mobile Suit Gundam” in giapponese “Kidō Senshi Gandamu”(
機動戦士ガンダム)che significa “Gundam il Guerriero dall’Armatura Mobile”. Fu
ideato da Yoshiyuki Tomino, creatore di “Zambot 3” e di “Daitarn III”. La prima
serie è di 43 episodi e il primo manga è addirittura del 1994, successivo alla serie
televisiva. Fu trasmessa in Giappone su Nagoya Broadcasting Network tra il 1979 e il
1980, mentre in Italia approdò su Telemontecarlo e sui circuiti locali nel 1980 e, nel
2004 su Italia 1 con un nuovo adattamento più fedele all’originale. Esistono anche 3
lungometraggi riassuntivi, usciti tra il 1981 e il 1982, per ora ancora inediti in Italia.
Alcune curiosità: l’esatta pronuncia per Gundam è “gandam”. Inizialmente in patria
Gundam non ebbe successo, successo che arrivò in seguito alla messa in vendita dei
modellini mecha, diventando poi il cult che conosciamo oggi. Gundam è
praticamente un eroe nazionale in Giappone e si trova ovunque, perfino sui
francobolli, e l’anno scorso è stata addirittura eretta una statua bronzea del Gundam
RX-78-2 di fronte alla stazione ferroviaria di Kamiigusa nel municipio di Suginami, a
Tokyo!
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NAM JUNE PAIK
VIDEOPIONIERE
SPERIMENTALE
Nato nel 1932 a Seoul, in
Corea del Sud,e morto a
Miami nel 2006, Nam-June
Paik(백남준/白南準)
è
considerato il pioniere e
padre fondatore delle arti
elettroniche,
nate
e
cresciute negli anni ’60.
Ha studiato e lavorato a
Tokyo, Düsseldorf e negli
U.S.A.
Nel
1963
ha
partecipato a Exposition
of Music – Electronic television, una mostra considerata oggi la prima
esposizione di video arte, dove si mescolavano musica, elettronica ed
immagine elettronica.
Tra le sue opere più bizzarre e innovative, ricordiamo i primi lavori
minimalisti sulla distorsione televisiva con registrazioni di immagini
elettroniche distorte magneticamente alla tv; le sperimentazioni di
ripresa e la rielaborazione di registrazioni con la telecamera; la
costruzione
del
video-sintetizzatore
con
Shuya
Abe;
le
videoinstallazioni artistiche di forte impatto, spesso formate da
multiple televisioni accese contemporaneamente, la torre con ben 1003
monitor eretta per i Giochi Olimpici di Seoul del 1988; i robot;
l’antica statua di un buddha ripresa da una videocamera che si guarda
nel monitor: incontro ideale tra la religiosità orientale e i media
occidentali; l’installazione con la donna che suona monitor anziché il
violoncello; la grande tartaruga formata da monitor, ecc.
Fu membro del movimento Fluxus e la sua influenza è ancora enorme ai
nostri giorni. Per i suoi lavori filmati usava la pellicola, all’epoca
non esistevano ancora videocamere, telecamere e tutto ciò che abbiamo
oggi. Gli artisti come lui creavano una nuova concezione, una nuova idea
di televisione. Le opere venivano poi proiettate tra amici in casa o in
magazzini in disuso. Videoarte è stato un termine coniato da altri, non
dagli artisti: meglio parlare di arti elettroniche. Nel 1965 convinse
un’azienda futura multinazionale – la Sony - a produrgli il prototipo
della prima videocamera portatile per le sue esigenze artistiche. Solo
in seguito questi apparecchi si diffusero nell’uso quotidiano: tutti
hanno potuto filmare, non solo l’artista. Pensate all’importanza,
portare la tv e il video alla portata di tutti quando non lo erano. Il
suo impatto con l’arte del video e della televisione è stato profondo.
www.paikstudios.com
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VOCI DAL NILO
- i libri consigliati -
L’arte della guerra di Tzu Sun, Mondadori, pagg. 230, € 8,80. Questo libro è un trattato di strategia militare
cinese antichissimo usato ancor oggi nelle scuole di management di tutto il mondo.
Il Ramayana a cura di Krishna Dharma, Om Edizioni, pagg. 258, € 25. Un libro storico sui valori e l'essenza
spirituale dell'antica società indiana, tra misticismo e mitologia.
Uomini in Africa a di P.S. Calza, I.S.M.E., pagg. ?, € ? Risale agli anni ’60 questo libro dell’Istituto
Saveriano Missioni Estere di Parma con la testimonianza di un padre missionario in terra africana.
Il drago nel cuore di Shoko Tendo, Garzanti, pagg. 199, € 17,60. La drammatica autobiografia di una ribelle
e orgogliosa figlia di un boss della yakuza, che, dopo violenze e spietate tradizioni familiari, è riuscita a
rifarsi una vita.
I compagni del Profeta di Abdul Wahìd Hamìd, traduzione di Ali Azzali, Ed. El Hikma, pagg. 208 e 224.
Chi erano i veri musulmani dei tempi di Maometto? Leggete i due volumi: il primo ha la copertina blu, il
secondo rossa. Ricordano un altro libro in circolazione anni fa, Storie dei Sahaba di Muhammad Zakariyya
Kandhalvi, tradotto da Mario Abdullah Cavallaro, anch’esso fondamentale per il musulmano ed oggi
difficilmente reperibile. Questi nuovi due volumi approfondiscono le storie dei Sahaba, facendoci conoscere
anche altri compagni del Profeta Muhammad (Maometto) fino ad ora a noi poco conosciuti. Libri molto
scorrevoli e l’idea di dedicare ogni capitolo ad uno dei compagni del Profeta è ottima.
La perfezione del corpo di Bruce Lee, Mondadori, pagg.207, € 13. Il libro scritto da Bruce Lee in persona
spiega cosa sono le arti marziali secondo lui: l’espressione artistica del corpo umano. Libro interessante con
molte spiegazioni e illustrazioni.
Come disegnare i manga: più di 50 lezioni di Lea Hernandez, Grandi Manuali Newton, pagg.112, € 14. Un
libro utile per chi vuole cimentarsi nel disegnare i manga e per chi è incuriosito e amante di quest’arte
nipponica. Con tanto di lista di espressioni –ce ne sono davvero tante, più di quanto immaginate-. Svela
molte tecniche a noi sconosciute.
Kamasutra di Mallanaga Vatsyayana, Mondadori, pagg. 200, € 6,20. Per la prima volta parliamo del trattato
che è un classico dei classici dell’arte dell’amore. Nella cultura indiana il piacere sessuale è considerato
sacro.
La bambina che non poteva sognare di Bina Shah, Newton Compton, pagg.288, € 12,90. La storia delle
difficoltà e della fuga verso un futuro migliore di una bambina pakistana cristiana di un quartiere povero di
Karachi.
Oltre la muraglia di Rita Fatiguso, Il Sole 24 Ore, pagg. 116, € 14. Quasi omonimo di un libro del N.24, dal
Guangdong allo Jiangsu, un reportage sulle aziende italiane che “sfidano” la Cina.
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Ce n’è per tutti i gusti con: Fiabe africane, Fiabe buddiste, Fiabe tibetane, Fiabe ebraiche, Fiabe dei
Pueblo, Hopi, Navajo, Sioux e Cheyenne tutti di A.A.V.V. per Mondadori con prezzi dai 5 agli 8 €, fanno
parte dell’interessante collana “Fiabe e leggende di tutto il mondo”.
CinemAfrica di A.A.V.V., COE, pagg. 34, € 5. Davvero carino questo libretto che parla brevemente del
cinema africano recente e dei suoi registi, con tanto di coloratissime locandine e brevi schede di film. In
omaggio l’opuscolo francese Idrissa Ouedraogo Réalisateur di Olivier Barlet, Éditions de l’ Œil con le
foto sui set del grande regista del Burkina Faso.
Il Tao della guerra di Ralph D.Sawyer, Mondadori, pagg.270, € 8,80. Il sottotitolo è “La
sapienza cinese e l’arte del comando”, antologia dei testi cinesi sull’arte della guerra con le
tattiche e le strategie vincenti.
Una pace perfetta di Amos Oz, Feltrinelli, pagg. 352, € 17,50. Parliamo per la prima volta
dell’autore ebreo con l’ultimo romanzo, tra conflitti familiari e due diverse generazioni,
quella che aveva sognato una società ideale in Israele e quella che deve ereditare quello che
hanno costruito e affrontare le nuove realtà.
Zulu di Carl Férey, Mondadori, pagg. 347, € 18. Uscito a marzo, un romanzo tra guerra, apartheid, violenza
e orgoglio dell’etnia zulu.
Lo Zen e l’arte della spada di Takuan Sōhō,Mondadori, pagg.128, € 6,20. Scritto da un monaco zen, i
segreti dello “spirito della spada” giapponese, simbolo di potere e purezza, strumento per profondi esercizi
spirituali.
Per gli amanti delle culture dei Nativi Americani, ecco, per Mondadori, le antologie: I figli del Grande
Spirito a cura di G.Strazzeri, pagg. 350, € 7,23, Leggende degli indiani d’America a cura di G.E.
Lankford, pagg. 406, € 7,23, dedicata ai popoli sudorientali, Il respiro del Grande Spirito a cura di
G.Strazzeri, pagg. 336, € 6,71, Miti e leggende degli indiani d’America a cura di R.Erdoes e A.Ortiz, pagg.
700, € 8,40 e Quando il coyote parlava alla luna a cura di G. Strazzeri, pagg.336, € 7,23.
Le religioni del mondo di Christopher Partridge, San Paolo, pagg. 496, € 46. Un
po’ caro ma un vero e proprio “mappamondo delle fedi” questo libro con tutti i
culti e le religioni. Molte le illustrazioni e le schede di approfondimento.
Young samurai - La via del guerriero di Chris Bradford, Mondadori, pagg. 356,
€ 17. Un libro per ragazzi di più di 12 anni, grande successo e prima parte di una
trilogia e presto anche al cinema; si svolge nel 1611, quando Jack, da marinaio, si
trasformerà in samurai predestinato. L’autore –inglese – è cintura nera nell’arte
del combattimento ninja ed esperto in molte discipline marziali, tra cui l’uso della
spada samurai.
Hagakure di Yamamoto Tsunemoto, Mondadori, pagg. 208, € 7,80. Un libro
segreto con gli insegnamenti sul codice d’onore dei guerrieri samurai e la loro antica sapienza.
Rio De Janeiro, la poesia di Ipanema di Bruno Barba, Unicopoli, pagg. 127, € 10. Uscito due anni fa, un
libro dedicato all’incredibile vitalità della città brasiliana, vista da occhi poetici.
La tazza e il bastone di Taïsen Deshimaru, Mondadori, pagg. 128, € 5,20.Sono 111 storie zen narrate dal
maestro fondatore dell’Istituto Culturale Asiatico del Giappone.
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La stanza celeste di Eva Wong, Mondadori, pagg. 192, € 6,80. Sono racconti tradizionali queste fiabe
divertenti e provocatorie dei maestri del Taoismo. Della stessa autrice ed edizioni anche Il grande libro del
tao, pagg. 266, € 6,80, una guida che ci spiega le origini del Taoismo anche con gli aspetti meno conosciuti e
i rapporti con le altre dottrine.
Cinafrica di Michel Beuret, Serge Michel e Paolo Woods, Il Saggiatore, pagg. 240, € 19,50. Reportage nato
dalla mostra omonima di Paolo Woods, che ha seguito i cinesi che lavorano in Africa. Una sorta di Far West
alla cinese in un’ unione di mondi apparentemente inconciliabili, per storia e tradizione, tenuti insieme da
uno scenario di espansione economica che non ha precedenti. Sullo stesso argomento (l’invasione economica
cinese nel continente nero) ecco l’intervista Africa gialla di Angelo Ferrari, Utet, pagg.121, € 13.
Satoshi Kon. Il cinema attraverso lo specchio di Enrico Azzano, Andrea Fontana, Davide Tarò,
Associazione Culturale Il Foglio, pagg. 264, € 15. Saggio che analizza i lavori di uno dei più apprezzati
autori di anime nipponici moderni (“Tokyo godfathers” e “Paprika”, tra gli altri).
Il grande libro dello zen di Wong Kiew Kit, Mondadori, pagg. 378, € 9,40. Un famoso maestro racconta la
più conosciuta disciplina orientale sotto tutti gli aspetti.
Il palazzo delle pulci di Elif Shafak, Rizzoli, pagg. 491, € 19,50. Un godibile romanzo turco ambientato in
un bizzarro e fatiscente palazzo di Istambul popolato di stravaganti personaggi.
Libro dei re (Shah-nameh) di Ferdousi, Semar, pagg. 708, € 40. Il più grande autore persiano (Abu-‘l
Qâsim Mansûr Ferdousî, Tus, Iran, ca. 940 – 1020) noto anche come Ferdowsi, ha composto quest’opera nel
X sec., un poema epico classico che ci porta alle origini della storia dell’Iran.
Dopo il banchetto di Yukio Mishima, Feltrinelli, pagg. 252, € 7,75. Ambientato nel mondo del lusso e della
politica di Tokyo, protagonista la vitale ed ormai anziana Kazu con un nuovo scopo di vita. Dello stesso
autore ed editore parliamo anche de Il padiglione d’oro (pagg.250, € 7,50) capolavoro che avevamo letto
diversi anni fa: tratto da un fatto di cronaca, il gesto simbolico da parte di un monaco buddhista che diede
fuoco a uno dei maggiori monumenti dell'arte giapponese, il padiglione di un celebre santuario di Kyoto, il
Kinkakuji, quattrocentesco tempio zen.
Il grande Bum Bum di Gyong-Sook Goh, Orecchio Acerbo, pagg. 28, € 16,50. Dedicato ai bimbi fino ai 5
anni, un fiabesco albo illustrato, dalla Corea, paese ospite alla Fiera del Libro per Ragazzi di Bologna.
Ho paura torero di Pedro Lemebel, Marcos y Marcos, pagg. 202, € 14. Da un trasgressivo autore cileno, un
romanzo divertente e pittoresco tra fate, travestiti e politica!
Hong Kong – Passaggio a sorpresa nel porto dei profumi di Marzia Orlandi e Maya Di Giulio, FBE,
pagg. 120, € 22. Un testo scorrevole, una bellissima grafica e disegni stupendi per questo originale volume
dedicato alla mitica città portule cinese. Delle stesse edizioni e con lo stesso formato orizzontale, Sette mesi
in Cambogia di A.A.V.V., pagg. 120, € 15, che raccoglie un diario di viaggio avventuroso nel sud est
asiatico e Pechino. Ultimi sguardi sulla città antica di Charles Chauderlot e Shê Lao, pagg. 181, € 23, anche
questo un libro artistico fatto con fumetti, tecnica mista e disegni, dedicato alla capitale cinese.
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I calciatori brasiliani in italia
Il Brasile nel nostro paese è popolare soprattutto per il
calcio brasiliano. E’ la nazione più forte e l’unica ad aver
vinto ben cinque volte la Coppa del mondo! Sono proprio i
calciatori brasiliani il piatto forte nelle squadre di calcio
italiane. Molti di loro usano un nome d’arte e non il nome
completo. Vi ricordate Paulo Roberto Falcao che giocò nella
Roma negli anni 80? Esattamente dal 1980 al 1985 come
centrocampista, ed era nominato dai romani come “L’ottavo
Re”, ha vinto un campionato e 2 coppe Italia. Nel 1983 la Roma
perse la coppa dei campioni perché Falcao in quel momento si
rifiutò di tirare la palla. Ancora oggi la Roma non ha
dimenticato quell’episodio, comunque sia rimane un grande
nella storia del football. Ha segnato in serie A 21 gol! Un
infortunio al ginocchio molto grave nel 1985 lo costrinse a
lasciare tutto e a tornare in Brasile. E chi non si ricorda
negli anni 80 quando i cronisti urlavano “Zico, Zico,
Zico…GOL!”. Arthur Antunes Coimbra detto Zico. Ha giocato
come trequartista nell’Udinese dal 1983 al 1985, segnando con
solo 39 partite ben 22 gol! È considerato il più grande
calciatore solo dopo a Pelè –vedi “Etnomondi” n. 15 del 2006-.
I brasiliani non gli hanno mai perdonato di aver giocato
contro loro con l’Italia segnando 3-2 per la nostra nazionale.
Si è ritirato nel 1994. Altro calciatore che ha dato molto al
nostro paese è Luis Nazario de Lima detto Ronaldo!
Ha
giocato nell’Inter come attaccante dal 1997 al 2002, con la
quale ha vinto la coppa UEFA. Con grande rammarico da parte
degli interisti, Ronaldo lasciò l’Inter per il Real Madrid, per
poi tornare in Italia nel 2007 per il Milan, per la quale giocò
solo per 1 anno. Ha vinto anche il pallone d’oro ed è stato
Fifa world player. Nel 2009 è passato al Corinthians del
Brasile. Joao Batista da Silva, noto solo come Batista giocò
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nella Lazio dal 1983 al 1985 e nell’Avellino nel 1985. La sua
popolarità l’ha conosciuta soprattutto in Brasile, dove oggi
vive facendo il commentatore sportivo. Ronaldo de Assis
Moreira noto come Ronaldinho gioca nel Milan come
trequartista e attaccante dal 2008. Adriano Leite Riberio,
conosciuto semplicemente come Adriano, è un’attaccante. Ha
giocato nell’Inter nel 2001, nella Fiorentina dal 2001 al 2002,
nel Parma dal 2002 al 2004 e tornato nell’Inter nel 2004. Nel
2007 lascia l’Inter per il San Paolo, per poi fare ritorno
all’Inter nel 2008, dove vi ha giocato fino all’1 Aprile di
quest’anno. In otto anni ha vissuto con l’Inter 74 gol. Ricardo
Izecson dos Santos Leite, noto come Kakà, gioca nel Milan dal
2003 vincendo in quell’anno la Supercoppa europea e nel 2007
la seconda. Altri calciatori che hanno militato in Italia? José
Altafini (brasiliano naturalizzato italiano e giocatore del
passato), Cafu, Careca (anni '80 nel Napoli), Toninho Cerezo,
Emerson, Sócrates (anni '80 nella Fiorentina) Dida (attuale
portiere del Milan), Edmundo (detto “O Animal” a causa del
caratteraccio) e un certo...Cinesinho che per tanto tempo
(anni '50-'70) ha giocato e allenato in Italia in diverse
squadre ed era pure famoso .... mai sentito. Per i brasiliani
giocare a football è puro divertimento e lo fanno con grande
amore ed entusiasmo. La maggior parte di loro sono di origini
umili come molti dei campioni citati nell’articolo, la loro
popolarità è una grande fortuna per loro, perché li rende
ricchi. Ciò non toglie nulla alla loro grande preparazione e
la fama di “calciatori più bravi nel mondo” è meritata. Foto
vicino al titolo: Falcao, Zico, Ronaldo, Adriano e Kakà
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LA POESIA HAIKU
Per haiku (俳句) o haikai si intende un breve componimento poetico,
tradizionalmente senza titolo, che nasce dalla contemplazione della natura e
dal mutare delle stagioni.
Esso fa infatti riferimento attraverso il kigo alle quattro stagioni: primavera,
estate, autunno, inverno, nel quale si cristallizzano le emozioni sfumate che
percorrono una stagione.
L’haiku fu creato in Giappone dal grande maestro Matsuo Bashō (1644-1694) nel secolo XVII e
deriva dal tanka (vedi N.12) il componimento poetico di 31 sillabe che risale già al IV secolo.
La vicenda del sommo Bashō è immersa ancora nel mistero e nella sacralità: egli ispirò la sua arte e
la sua forma poetica al buddhismo zen quasi alla ricerca di un’ ispirazione profonda che nasce dal
rivolgersi intimamente con l'animo verso le piccole cose, le cose semplici della natura e il contatto
con il fluire del tempo in dialogo con la solitudine.
L’haiku è una suggestione profonda dai toni semplici con una struttura fissa di 5-7-5 sillabe (o
corta-lunga-corta) all'interno della quale vengono eliminati i fronzoli come le congiunzioni e molti
altri elementi che abbondano invece nella poesia a più strofe. L'haiku è una poesia meditativa di
cose non di idee: sta al lettore percepire e interpretare.
I poeti dell’haiku sono detti haijin e questa forma poetica è molto diffusa in patria: molte persone
comuni scrivono haiku, ed è molto facile trovare libri sul tema, persino qualsiasi quotidiano dedica
uno spazio all’haiku.
Ecco alcuni esempi:
nell’ombra del verde fogliame,
stelle,
pagliuzze d’oro sinistro:
al chiarore di una notte senza luna.
gli occhi di un gatto tutto inchiostro.
(Yosa Buson)
(Kawabata Bōsha)
inverno desolato
“Ho visto il fondale dell’acqua
nel mondo di un solo colore
e rieccomi qua”,
il suono del vento
sembra dire il musetto
(Chiyo-jo)
di un anatroccolo.
dilegua l'eco della campana del tempio;
(Naito Jōsō)
persiste la fragranza delicata dei fiori;
cadono i fiori di ciliegio
ed è sera.
Sugli specchi d’acqua della risaia:
(Matsuo Bashō)
43
L E P O R T E D E L L ’ O R I E N TE :
SINGAPORE la citta' DEL LEONE
Costituita dall’isola omonima e da una sessantina di isole
minori - tra le principali vi sono: Jurong, Pulau Tekong,
Pulau Ubin e Sentosa - la Repubblica di Singapore (in
cinese: 新加坡共和国)è una città-stato indipendente
nell’ambito del Commonwealth. Si trova nel sud-est
asiatico all’estremità meridionale della penisola di Malacca
e una sopraelevata sullo stretto di Johor lunga 1 km
(Causeway) la unisce con Johor Bahru in Malaysia; da poco
ne è stata realizzata un'altra per alleggerire il traffico
La valuta è il dollaro di Singapore (SGD). La popolazione,
prevalentemente buddhista, è costituita per oltre tre quarti
da cinesi, seguono malesi, indiani ed eurasiatici. Si parla il cinese mandarino, il malese, il tamil e l’inglese:
un vero mix etnico! Paese ricchissimo, Singapore basa la sua economia principalmente sul commercio
internazionale e sulle attività finanziarie, in maniera minore sull’industria, soprattutto chimica e di
raffinazione, e, ultimamente, sul settore farmaceutico. Il turismo è molto sviluppato. Il porto di Pasir
Panjiang è secondo solo a quello di Rotterdam per traffico commerciale, grazie allo status di porto franco e
alla posizione strategica sulle rotte che dall’Oceania e dall’Estremo Oriente raggiungono l’Africa e l’Europa.
Qui passa anche il fiume Singapore.
La parte meridionale dell’isola principale è occupata interamente dalla moderna capitale sorta proprio
intorno al porto. Città dalla forma di diamante, dinamica e anche
un po’ inaspettata, con le
strade
trafficate,
incorniciate da grattacieli,
è famosa per i suoi centri
commerciali e le infinite
vie dello shopping, ma
anche per i bellissimi
giardini botanici, i parchi
di mangrovie e le riserve
naturali. Singapore forse non possiede più quel vecchio fascino
coloniale e quell’aria malfamata e piratesca d’altri tempi, ora è una città moderna ma tipicamente asiatica
con tutti i pro e i contro: le antiche tradizioni si mescolano alla modernità occidentale: è una città che guarda
avanti, considerata il simbolo dello sviluppo economico, avveniristica, con lo skyline di grattacieli che
ricorda quello di Manhattan, ma anche le megalopoli cinesi e indiane.
Il centro della città sono il Downtown Core e la Chinatown, ma esiste anche una Little India, il quartiere
indiano, con i suoi colorati festival e processioni. A Little India si possono acquistare i migliori tessuti per
sari, le spezie fresche macinate, o un ritratto del dio hindu che si preferisce. Nei negozietti di Arab Street si
può udire il richiamo del muezzin proveniente dalla vicina Moschea del Sultano.
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Da visitare: il Tempio Thian Hock Keng e il National Orchid Garden, e la giungla del Bukit, dichiarata parco
nazionale.
Molti i ristoranti cinesi e malesi, indiani e paranakan, e le tipiche bancarelle etniche gastronomiche con
spiedini di pesce e frappè di frutti tropicali. A Singapore si mangiano i migliori piatti di varie cucine
asiatiche (cinese, giapponese, coreana, thailandese, indiana, malese indonesiana, vietnamita) e addirittura
europea, russa e messicana, vi basta? Dall’incontro di tutte queste tradizioni sono nati curiosi piatti locali
come i “nonya”, mix di ricette miste cinesi e malesi.
Il nome Singapore deriva dal sanscrito Singapura (letteralmente “città del leone”) e una leggenda malese
vuole che un principe di Sumatra a Temasek si imbatté in un leone - fatto ritenuto di buon auspicio - che lo
spinse a fondare questa città.
Da sempre di grande importanza dal punto di vista commerciale, fu abitata fin dal XIV sec., fu presto
distrutta dai Giavanesi dell’impero del Madjpahit, fu poi conquistata dal Sultanato di Malacca, e poi dai
Portoghesi e dagli Olandesi. Rimase un povero villaggio di pescatori fino al 1819, quando il sultano dello
Johore la vendette a Sir Stamford Raffles, emissario della Compagnia delle Indie Orientali. Passò poi
direttamente alle dipendenze della corona inglese. Vista l’importanza strategica e la presenza di un base
aeronavale inglese, nella seconda guerra mondiale fu occupata brevemente dai Giapponesi e ripresa dagli
Inglesi. Ottenne l’indipendenza nel 1959, ma solo nel 1965 in modo definitivo dalla Malesia. Tra gli stati più
densamente popolati al mondo, deve questo all’immigrazione e al commercio che sono seguiti all’espansione
al rilancio voluti da Sir Stamford Raffles, considerato il fondatore della città moderna. Gli abitanti
complessivi sono oltre 4 milioni, 3.438.600 abitanti nella sola città. La mancanza di risorse naturali è stata
sostituita dal lato finanziario e commerciale.
Il clima dell’isola è caldo- umido tutto l’anno, essendo di poco a nord dell’Equatore.Il tasso di criminalità è
molto basso.
A Singapore si svolgono tante cerimonie allegre e
festose, come la particolare ricorrenza tra agosto e
settembre detta “Festa degli Spiriti Affamati”: in questo
giorno, secondo la credenza popolare cinese, gli spiriti
dei defunti senza progenie o senza appropriata sepoltura,
ritornano in questo mondo, liberi di allietarsi e di
partecipare
agli
svaghi
terreni.
ma devono essere pacificati, nutriti e distratti. Per loro
viene bruciato incenso e denaro di carta (hell money),
vengono preparate ricche tavole imbandite, recitate preghiere e, nelle strade, vengono allestite
rappresentazioni teatrali.
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MASCHERE INDIOS
Nella cultura degli indios troviamo due tipi di maschere: innanzitutto, quelle che impersonificano le forze avverse
della natura, che, in ambiente animistico, prendono la consistenza di spiriti maligni. Le principali sono: la madre
del vento, il jurupari (demonio), il macaco (spirito maligno), che intervengono soprattutto nelle cerimonie e nelle
feste di iniziazione. Poi ci sono quelle che rappresentano il totem del clan di appartenenza: vengono indossate
quando la famiglia è in festa. Durante le danze si usa indossare maschere di paglia, altre suggestive maschere
sono impiegate soprattutto nei riti di passaggio o dagli sciamani nei riti religiosi, poi è in uso in alcune tribù che
l’adolescente debba portare per alcuni giorni un particolare mascherone di paglia, che gli sarà tolto solo quando
entrerà a far parte della comunità degli adulti.

VISIONI ESOTICHE
TV É partita su Rai 4 (digitale terrestre gratuito) il telefilm in 30 puntate La leggenda di Bruce Lee (The
Legend Of Bruce Lee, vedi N.23) prodotta dalla tv di stato cinese CCTV per celebrare il mitico attore/atleta
qui interpretato da”Danny” Chan Kwok-kwan, visto in “Shaolin Soccer” e “Kung Fusion”. Samurai girl
serie d’azione in 6 puntate su Sky Cinema, propone la lotta di una ragazza contro la mafia giapponese.
Bakhita - interpretata dall’esordiente Fatou Kine Boye - è una serie di Rai 1 sulla vita di “Madre Moretta”,
schiava sudanese diventata suora in Veneto e oggi santificata. History Channel propone le serie di
documentari Gli Aztechi: una terribile verità, Gli astri spiegati dai Maya, Egitto: ricerca della civiltà
perduta e Tibet, storia di una tragedia. Il distretto di Tiexi è un recente documentario a puntate (dura 300
minuti) sul gigantesco complesso industriale di Tiexi, con la contemporanea morte del paesaggio e della
natura tutto intorno; è trasmesso in tarda notte da Rai 3. Segnaliamo TFC (The Filipino Channel) canale
satellitare filippino. La tv del villaggio va in onda su You Tube ed è realizzata interamente da ragazze di
Shenzhen. Scimmiottano la tv di stato cinese CCTV con tanto di logo con le C rovesciate e realizzano
artigianalmente il primo esperimento di giornalismo cittadino tutto al femminile nella Repubblica Popolare.
DVD Collegandoci al breve articolo sugli Anuta, se volete saperne di più c’è il dvd L’ultima enclave
polinesiana; delle stesse edizioni (Barca Pulita) Tuvalu: un paradiso che affonda e Gli dei del vulcano,
tutte relative agli abitanti delle isole polinesiane. In circolazione da mesi, ma ne parliamo solo adesso, è il
dvd gratuito Mamdouh: i 20 video/nasheed- video, foto, mp3, imperdibile per gli amanti del genere
nasheed/canti religiosi islamici. 21 sono in realtà i video con il cartone animato per i bimbi “La Sirah del
Profeta”; presto il seguito (Alam Ed.).
GIOCHI Afro Samurai è un gioco per PS3 e XBOX 360 ambientato nel Giappone
moderno con sprazzi legati al feudalesimo e con protagonista un inconsueto ninja di
colore ispirato all’attore Samuel L.Jackson! Ninja Blade ancora azione per
XBOX360 in uscita a giugno: un ninja dei nostri tempi deve farsi largo tra i palazzi
e le strade eliminando mostri e demoni che hanno invaso Tokyo. The Story of
Hero Yoshitsune è un gioco storico di azione per Playstation 2 incentrato sul
famoso samurai giapponese (vedi News from…).
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DENTRO AL DRAGONE
Alla scoperta della Cina
SAN VALENTINO IN CINA
La Cina, a differenza delle nostre usanze, celebra lo Qi Xi o Qiqiao (San Valentino)
il settimo giorno del settimo mese del Calendario Lunare Cinese, che, non
includendo tutti e 365 i giorni, aggiunge dei giorni extra ogni due anni per creare
un mese aggiuntivo. Ogni 38 anni viene così creato un altro settimo mese, il che
significa una doppia festa per un “capriccio” del calendario!
Al fine di mantenere il ricordo culturale nazionale e valorizzare al meglio il ruolo
positivo delle feste tipiche nel paese, viene mantenuta questa tradizione, anche se
i giovani preferiscono festeggiare il San Valentino il 14 febbraio, come noi
occidentali, e la tradizionale forma di preghiera e sacrificio è stata gradualmente
sostituita dal business dei negozi, dei regalini, delle rose, del cioccolato, ma anche
dei tour operator e molto altro. Quindi in Cina abbiamo due San Valentino, uno
più tradizionale, l’altro “importato” dall’estero.
Purtroppo è diventata una moda (e anche qui un business) farsi delle operazioni di chirurgia estetica:
moltissime pazienti hanno voluto una operazione estetica come regalo di San Valentino (doppia)
registrando nel mese di febbraio un aumento del 30% delle operazioni di questo tipo. La chirurgia plastica,
illegale in Cina fino al 1980, ora rappresenta un business multi miliardario anche grazie alla pubblicità e ai
programmi televisivi come “Cenerentola” che in premio offre un’operazione.
Detta anche il “festival delle giovani donne”, il San Valentino cinese è un giorno in cui gli innamorati
pregano affinchè la loro unione duri e i giovani e le giovani single possano incontrare l'anima gemella.
Alla sua origine c’è ovviamente una storia d’amore che risale alla dinastia Han (206 a.C. - 220 d.C.), ma forse
ancora prima: la leggenda vuole che Zhinu, la giovane donna di un imperatore e Niulang, un pastore si siano
innamorati. L'imperatore li separò a per impedire di vivere il loro amore e li esiliò su due stelle diverse. È
soltanto in questo giorno che possono incontrarsi sul ponte Que sul Lago Celeste. Ci sono diverse varianti,
come quella che i protagonisti sono due amanti, un pastore terrestre e una fata, creatura celeste, separati
da un Dio geloso (o dalla cattiva madre Wangmu) che ha creato la Via Lattea per allontanarli. Rimane
invariato il finale: da allora solo una volta all'anno i due amanti possono scavalcare il fascio di stelle per
trascorrere una notte insieme... In questo giorno speciale i cinesi possono approfittare per rivelare il loro
amore alla persona amata.
A livello popolare, la sera del 7 luglio, gli innamorati si danno appuntamento, offrono frutta e bruciano gli
incensi per portare sacrificio alla Via Lattea e alle due stelle, pregando per la realizzazione dei propri
desideri oppure compiono altri piccoli riti.
Come una festa folkloristica dai colori romantici della Cina, la festa del 7 luglio non solo diffonde l’amore
sincero, ma racchiude anche i sentimenti familiari, d'amicizia e per il paese nativo, ed è già stata inserita
nella lista del patrimonio culturale immateriale cinese.
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IL RICETTARIO
MANGO CHUTNEY
[CUCI NA INDIANA]
Ingredienti per 4 persone: 6 manghi verdi, 2 cucchiaini di sale, 2 cucchiaini di peperoncino in polvere,
30cl di aceto di vino bianco, 400gr di zucchero, 100gr di mandorle e uvetta sultanina tritate
grossolanamente. Preparazione di questa salsa: sbucciate i manghi, grattate in una ciotola la loro polpa,
spolverizzate con i 2 cucchiaini di sale e fate riposare per 30 minuti. Mescolate il peperoncino in polvere
con un po’ di aceto in modo da ottenere una pasta e mettete da parte. In una pentola, a fuoco dolce,
dissolvete lo zucchero nell’aceto rimasto e aggiungete la polpa di mango a cui avrete tolto tutto il succo,
schiacciando con il dietro di un cucchiaio. Fate cuocere per 5 minuti circa, aggiungete la pasta al
peperoncino e dopo aver mescolato bene, continuate la cottura per circa 12 minuti. Aggiustate il sale,
aggiungete le mandorle e l’uvetta sultanina e dopo aver dato un’ultima mescolata, fate raffreddare. Il
mango chutney si conserva in frigo in barattoli di vetro per alcune settimane.
KOSHERI
[CUCINA EGIZIANA]
Ingredienti per 4 persone: 200gr di riso, 350gr di lenticchie, 2 cucchiai di olio di oliva, 1 cucchiaino di
aglio sminuzzato, 500gr di passato di pomodoro, 150gr di acqua, qualche cucchiaio di aceto, ½ cipolla
affettata. Preparazione di questo piatto di lenticchie di riso: lessate il riso a parte, fate rinvenire le
lenticchie in acqua tiepida e mettetele in una pentola con abbondante acqua. Portate a ebollizione.
Cuocete a fuoco dolce fino a che tutta l’acqua sia stata assorbita. Aggiungete altra acqua, se le lenticchie
non sono ancora ben cotte. Preparate la salsa, facendo innanzitutto dorare l’aglio nell’olio caldo.
Aggiungete il passato di pomodoro e cuocete per 10/15 minuti. Unite l’acqua e l’aceto e portate a
ebollizione. Togliete subito dal fuoco e salate. Affettate finemente la cipolla e fatela soffriggere
brevemente in poco olio caldo. Servite disponendo nel piatto uno strato di lenticchie, uno di riso, un altro
di lenticchie e uno di riso. Versate a cucchiaiate cipolle e salsa.
TONKATSU
[CUCI NA GIAPPONESE]
Ingredienti per 4 persone: 8 fette di lonza di maiale, 2 uova sbattute, 150gr di pangrattato aromatizzato
con 1 o 2 pizzichi di zenzero in polvere, farina, olio per friggere, salsa di soia giapponese (più delicata e
meno salata della cinese), sale e pepe. Preparazione di questo tipico piatto giapponese solitamente
servito accompagnato da riso bollito o semplicemente dalla salsa Tonkastu, composta da salsa di soia
giapponese, senape, salsa Worchestrer e pomodori: salate e pepate le fettine di maiale, passatele nella
farina, poi nell’uovo e infine nel pangrattato. Lasciate riposare in frigorifero per mezz’ora almeno.
Scaldate abbondante olio per friggere, possibilmente in un wok, poi friggete la carne finché diventerà
dorata.
MOCH IMO
[CUCINA KEN IOTA]
Ingredienti:fagioli, granoturco, patate, spinaci, cipolle. Preparazione: bollite i fagioli e il granoturco, fino
alla cottura. Separatamente, soffriggete la cipolla con olio e unite le altre verdure tagliate. Quando la
verdura sarà cotta, va unita a fagioli e granoturco. Togliete l'acqua in eccesso e schiacciate con un
pestello. Più patate si mettono, più l'impasto risulta morbido. Al posto dei fagioli si possono utilizzare
anche i piselli.
SALI IG
[CUCINA ARABO-SAUDITA]
Ingredienti: 1 agnello a pezzi, 6 tazze di riso (una per persona), 5 litri di latte, 16 cucchiaini di sale,
250gr di burro, 1 cucchiaino di pepe macinato. Preparazione: cospargete la carne con meta' del sale e
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con il pepe. Fondete meta' del burro in una grossa pentola e rosolate la carne da tutti i lati. Versate il
latte fino a coprire quasi del tutto la carne ed eliminate il grasso. Coprite e lasciate cuocere a fuoco lento
finche' la carne e' ben cotta. Togliete 12 tazze del latte di cottura e trasferitele in un’altra pentola dove
aggiungerete il resto del sale, il resto del burro, un po' di pepe e la cannella. Portate ad ebollizione e
versatevi il riso, precedentemente ammollato in acqua calda e risciacquato molto bene. Coprite e cuocete
per 20 minuti. Infine il riso va sistemato in un piatto largo dove vanno sistemati sopra anche i pezzi di
carne; decorate con prezzemolo tritato e con spicchi di limone e bagnate col brodo di cottura.
Budin de berenjenas (sformato di melanzane)
[CUCINA ARGENTINA]
Ingredienti: 1kg di melanzane lunghe, 4 uova, 1 cipolla rossa misura media, 4 fette di pancarrè senza
crosta, ½ tazza di olio extra vergine di oliva, 2 tazze di latte bollente, 200gr di parmigiano, pangrattato,
sale e pepe. Preparazione: pelate le melanzane, tagliatele a pezzetti e fatele cuocere per un quarto d’ora
circa. Scolate le melanzane già cotte e lasciatele riposare. A fuoco lento, preparate un soffritto di cipolla,
aggiungete le melanzane cotte e saltate leggermente rimestando costantemente. Successivamente unite
il pane, il latte, le melanzane con le cipolle precedentemente cotte, le uova sbattute e il formaggio.
Mescolate bene il tutto fino ad ottenere un composto omogeneo che verserete con il pane, il latte, le
melanzane con le cipolle precedentemente cotte, le uova sbattute e il formaggio. Mescolate bene il tutto
fino ad ottenere un composto omogeneo che verserete in una teglia da forno infarinata ed imburrata. Alla
fine spolverate con il pane grattugiato e decorate con qualche noce di burro. Cuocete in forno per circa
un’ ora a 180°. Servite tiepido o freddo.
INSALATA D’ANANAS
[CUCINA ZAIRESE]
Ingredienti: 1 cespo di lattuga, ½ ananas, 2 bicchieri di olio di arachide, 1 cucchiaino di mostarda, 1
cucchiaio di succo di limone, sale e pepe. Preparazione: preparate una maionese frullando insieme il
tuorlo d'uovo, l'olio, il sale, il limone e la mostarda. Lavate la lattuga e sgocciolatela. Sbucciate e tagliate
l'ananas a pezzi. In una insalatiera sistemate le foglie di lattuga con al centro i cubetti d’ ananas.
Ricoprite con maionese e servite fredda.
FAGOTTI NI SPEZIATI
[CUCINA MAROCCH INA]
Ingredienti: 10 fogli di brik, 250gr di carne tritata un po’ grassa, ½cipolla bionda, 3 uova, 1 bouquet di
prezzemolo (facoltativo), 1 cucchiaio di burro, 1 cucchiaino di cannella in polvere, 1 cucchiaino di
zucchero, sale, olio di semi per friggere, zucchero a velo. Preparazione: in una padella fate appassire una
cipolla grattugiata nel burro e fate saltare la carne tritata con: cannella, prezzemolo, sale e zucchero,
finchè gli umori di cottura saranno evaporati, poi versate le uova e girate finchè si saranno rapprese.
Piegate verso l’interno i bordi di un foglio di brik, per ottenere un rettangolo stretto e lungo, sistemate
nella parte inferiore una cucchiaiata del composto e ripiegate in modo da ottenere un fagottino
rettangolare. Ripetete l’operazione fino ad esaurimento dei fogli. Fate scaldare in una padella abbondante
olio di semi, friggetevi i brick finchè avranno un bel colore dorato, fate asciugare dall’olio in eccesso e
spolverate con zucchero a velo e cannella.
MOQUECA DI PESCE
[CUCINA BRASILIANA]
Ingredienti: 800gr di tranci/filetti di pesce, 2 peperoni rossi, 2 cipolle, 2 limoni, 2 pomodori maturi, 2
spicchi di aglio, qulche rametto di coriandolo o di menta, 1 tazza di olio di palma, 10cl di latte di cocco
denso, sale. Preparazione: mondate i peperoni, frullate un peperone e un pomodoro con una cipolla
tagliata a pezzi, l'aglio sbucciato e il coriandolo tritato. Tagliate un peperone, un pomodoro e una cipolla a
rondelle. Versate metà del frullato in una padella antiaderente con bordi alti. Sistematevi sopra i filetti di
pesce e coprite con il resto. Il tutto va lasciato riposare per una mezz'ora. Distribuite nella padella le
verdure a rondelle e metà dell'olio. Salate leggermente, cuocete il tutto a fuoco moderato per 20 minuti
con un coperchio. Trascorso questo tempo, versate nella padella l'olio rimasto, il latte di cocco e il succo
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dei limoni. Proseguite la cottura per altri 5 minuti, scuotendo una o due volte la padella per amalgamare
bene il pesce e le verdure. Servite con del riso basmati lessato o con polenta di mais.
POLLO ALLE MANDORLE
[CUCINA CINEse]
Ingredienti: 2 petti di pollo da 250gr ciascuno, 150gr di mandorle pelate, 1 radice di zenzero, 1 cipolla, 5
cucchiai di olio di semi, 2 cucchiai di salsa di soia, 3 cucchiai di farina, sale.
Preparazione di questo piatto classico cinese: prendete una padella, fatevi riscaldare l’olio di semi, poi
deponete le mandorle, lasciate cuocere fino alla loro tostatura; prendete la carne di pollo e, a parte, su
un tagliere, tagliatela in piccoli pezzi, poi passate la carne preparata a cubetti nella farina e lasciate
riposare; a parte, in un altro recipiente, affettate la cipolla e grattugiate molto finemente lo zenzero.
Scaldate nel wok l’olio di semi, immergetevi le verdure e lasciatele soffriggere a fuoco lento per qualche
minuto, in seguito aggiungete la carne di pollo tagliata a cubetti ed infarinata e lasciate cuocere il tutto
per circa 20 minuti. A cottura quasi ultimata aggiungete le mandorle e la salsa di soia.
FIUMI DI VITA: SELENGA
Il Selenga è un fiume dell’Asia centrale che scorre tra la Mongolia, la Russia e la
Buriazia (Repubblica della Federazione Russa): lungo circa 1400 Km, se lo
consideriamo un unico bacino idrografico insieme i fiumi ad esso collegati (Enisej e
Angara, che scorrono principalmente in Russia) arriva a 5550 Km piazzandosi al
quarto posto tra i fiumi più lunghi del mondo: e pensare che non l’avevamo mai
sentito! Il maggiore fiume della Mongolia, paese arido e povero di corsi d’acqua, è
proprio il Selenga, che, in questa lingua si scrive Сэлэнгэ гол.
Bagna, tra le altre, la città omonima e altre città mongole come Süchbaatar e Chutag;
la sua particolarità e che tra novembre è maggio è ghiacciato. Nasce in Mongolia
dall'unione di tre fiumi: Delgermörön, Ider e Bügsiin Gol, poi scorre verso la
Mongolia del nord, entra in territorio russo e sfocia con un ampio delta nel grande
lago Bajkal - il lago più profondo del pianeta -. Il Selenga è uno dei 336 affluenti del
lago Bajkal ed è navigabile nel suo tratto inferiore.
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I
M A R O N I T I
La Chiesa Maronita fa parte della confessione cattolica che utilizza rito e liturgia di tipo orientale o
siriaco con la cultura e la liturgia della Chiesa di Antiochia, la chiesa siriana nata in seguito al IV
Concilio ecumenico di Calcedonia, dopo l'invasione araba. Una chiesa che ha sempre vissuto nel
mondo arabo e musulmano ed è rimasta sempre fedele alla Chiesa di Roma. Fu istituita nel IV
secolo dall’eremita anacoreta Marun (San Marone) libanese contemporaneo di Sant’Ambrogio,
vissuto probabilmente nella regione siriana di Apamea (oggi At al-Madiq), i cui discepoli ebbero
un’origine monastica, e Maronei furono in seguito chiamati quei cristiani aramei che, sulle sponde
del fiume Oronte costituirono una comunità compatta e omogenea subordinata al patriarca
melchita di Antiochia. A causa degli arabi, dei giacobiti e degli eretici, furono costretti, nel VII sec.,
ad emigrare verso il Libano. Qui ora sono quasi 600.000 i fedeli di questa confessione, il cui
Patriarcato ha sede a Bkerke. Nel Medioevo, guidati dai vescovi e dalla nobiltà, crearono una
società semifeudale. Hanno un Patriarca detto “di Antiochia e di tutto l'Oriente"”, visto sempre, oltre
che come difensore della fede, anche come difensore della giustizia e della libertà del suo popolo.
Egli viene eletto dal Sinodo dei vescovi e soltanto dopo l’elezione fa professione di comunione con
il pontefice di Roma. I Maroniti (‫ )الموارنة‬sono oltre 3 milioni nel mondo, con grosse comunità in
Egitto, Cipro e U.S.A. e con una comunità piuttosto grande a Roma, dove vivono molti libanesi. La
Chiesa è organizzata in 26 diocesi e i sacerdoti non hanno l’obbligo del celibato. La messa dei
Maroniti ha una lunga durata: oltre due ore e parlata in lingua siriano-aramaico, la lingua di Gesù.
L’altare non è rivolto verso l’Assemblea e i sacerdoti celebrano il rito tenendo in mano un
crocifisso, che, per l’occasione, è prezioso, d’oro e argento, come preziose sono le vesti ricamate
e gli addobbi floreali. Suggestivi gli inni cantati e gli “amin” o i “kyrie” ripetuti più volte. Si invoca la
benedizione di Dio sull’offerta dell’incenso in memoria del santo Marun (San Marone), fondatore
della chiesa. Il loro rito è come quello cattolico, però arricchito da un certo fascino spirituale
mediorientale, e qualcosa che ricorda l’Islam: ad esempio il Trisaghion, cantato prima delle letture,
ricorda la ripetizione degli attributi di Dio che si recita nell’Islam: anche qui si dice “Tu sei Santo, o
Dio, Tu sei Santo, o Forte, Tu sei Santo, o Immortale”.
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Bambole Kokeshi
Oggetto artigianale tipico, le kokeshi (こけし)sono bamboline in legno liscio molto semplici e stilizzate,
dipinte a mano originarie del Giappone settentrionale (regione di Tohuku). Di origine incerta, si fa risalire la
loro nascita moderna nel periodo Edo (1600-1868): venivano create durante i rigidi inverni da artigiani
specializzati per essere vendute ai turisti di quelle terre durante la calda stagione estiva; sono un oggetto
molto carino e amato che oggi viene utilizzato come design per vari prodotti. Hanno un uso ornamentale e
rappresentano la bellezza femminile, ma hanno anche un uso come amuleto legato all’infanzia, come
vedremo in seguito. Venivano anche utilizzate dai bagnanti per massaggiare le spalle
mentre godevano dei benefici del calore delle sorgenti, visto che la regione è celebre
per le sue sorgenti calde e per le acque termali dall'effetto ringiovanente. Si dividono in
due tipi principali: “tradizionali” e “creative”: ovviamente queste parole spiegano la
differenza, e sono classificate in 10 categorie in base alla
tecnica di assemblaggio, di taglio e di decorazione. Ci sono
addirittura bambole da considerare decisamente moderne
nonostante siano antiche, come quelle del genere Narugo
Kokeshi, dove il termine narugo si traduce in “bambino che
strilla e che piange”, un tipo di bambola costituito da due
parti, così se si afferra la testa e la si fa ruotare, la giuntura
tra testa e corpo emette un suono simile al pianto di un
bimbo! Non hanno braccia o gambe, sono formate da un
semplice tronco cilindrico decorato con immagini floreali in
rosso, nero e giallo, o con un kimono, sormontato dalla testa tonda con la faccia
dipinta e sono ricoperte di cera per renderle lucide. Il termine kokeshi è
composto da ko (bambino) e keshi (scomparsa): negli anni di carestia le donne non avevano i mezzi per
prendersi cura di tutti i bambini che nascevano e spesso, purtroppo, si ricorreva all’aborto o addirittura
all’infanticidio. Il neonato quindi “scompariva” per permettere agli altri fratellini di sopravvivere, da qui
l’uso votivo delle kokeshi, “bambole della memoria” tenute in casa per placare gli spiriti della morte. Forse
anche per questo alcune bambole sono realizzate felici e sorridenti, altre appaiono serie e misteriose. Il fondo
di queste bambole reca sempre la firma dell’autore. Alle terme di Naruko - dove si trova un museo con più di
7000 bambole - ogni anno, all'inizio di settembre, si organizzano dei raduni: gli artigiani provenienti da ogni
parte del paese partecipano ad un concorso per eleggere la migliore kokeshi; il vincitore viene premiato
addirittura direttamente dal Primo Ministro.
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 Cupido Latino - www.cupidolatino.eu - sito per cuori solitari e amicizie in
ambito latinoamericano con iscrizione gratuita.
 aNobii - www.anobii.com - È nato a Hong Kong grazie al giovane Greg Sung
questo social network, sorta di Facebook per mettersi in contatto con altri amanti
della lettura. Il nome è latino ed indica il tarlo della carta.
 New SongDo City - www.songdo.com - Dalla Corea del Sud, il progetto di una
nuova città completamente digitale ed ecosostenibile
 Mongolia - www.mongolia.it - Un sito in italiano per sapere tutto sulla
Mongolia.
 Visited Asia - www.visitedasia.com - Un sito in inglese per i viaggi nel
continente Asiatico.
 Vittorio Lo Monaco - http://vittoriolomonaco.it/etnico-new.htm# - Qui trovate
dipinti etnici per etnositi o per mostre.
 China Today - www.chinatoday.com - Una marea d’informazioni sulla Cina, in
inglese.
 Wizzit - www.wizzit.co.za - Dal Sudafrica, una banca on line che funziona solo
via cellulare con costi molto bassi,destinata ai poveri.
 Japan Visitor - http://japanvisitor.blogspot.com - Un blog per i viaggi in
Giappone
 Visit Singapore - www.visitsingapore.com - Il sito del turismo verso Singapore,
vengono anche estratti a sorte premi e viggi.
 Tutto
Stranieri
www.tuttostranieri.it
 Portale
dedicato
agli
stranieri
nel
nostro
paese con informazioni, anche per gli italiani, per risolvere le complesse
procedure burocratiche sull'immigrazione in Italia.
 China Culture - www.chinaculture.org/ - In cinese e inglese, un sito sugli usi e
costumi dei cinesi.
 CinemAfrica - www.cinemafrica.org - Un sito italiano per gli appassionati della
cinematografia africana
 Traveling With Me - www.travelingwithme.org - È un portale italiano ricco di
informazioni sui posti da visitare in tutto il mondo. Si parla anche di ricette,
civiltà e personaggi storici.
 Tourism Malaysia - www.tourismmalaysia.gov.my/ - È il sito ufficiale in inglese
del turismo in Malaysia.
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