“L’amore più grande lascia senza parole”. (Tao Te Ching) Giornale gratuito autoprodotto senza scopo di lucro. Etnomondi Maggio 2009, Anno 13, n° 29/ Mondi lontani Ed. Tutte le foto hanno puro valore documentativo e i relativi Copyrights appartengono alle persone, Case Editrici ed agenzie che ne detengono i diritti. Redazione: Wèi lì (Willy) e Sarahna (Mamdouh) Ringraziamo tutti i nostri amici e lettori SOMMARIO EDITORIALE P. 3 SPECIALE CORTOMETRAGGI PARTE II P. 33 NEWS FROM…EL ALAM P. 5 ANIME GIAPPONESI: GUNDAM P. 34 INTERVISTANDO…GIORGIO DALL’ETIOPIA P. 8 NAM JUNE PAIK P. 36 I KOALA P. 9 VOCI DAL NILO P. 37 ULURU P. 9 I CALCIATORI BRASILIANI IN ITALIA P. 40 MOSTRE E RASSEGNE P. 11 LA POESIA HAIKU P. 42 NUOVI FUMETTI MEDIORIENTALI P. 12 LE PORTE DELL’ORIENTE: SINGAPORE P. 43 ISLAM IN AUSTRALIA P. 13 MASCHERE INDIOS P. 45 TRACCE SULLA SABBIA P. 14 VISIONI ESOTICHE P. 45 LE TELENOVELAS BRASILIANE P. 18 DENTRO AL DRAGONE: SAN VALENTINO IN CINA P. 46 NI HAO MA? P. 20 IL RICETTARIO P.47 ANUTA P. 22 FIUMI DI VITA: SELENGA P. 49 RADIO NI HAO P. 23 I MARONITI P. 50 RISTORANTI ETNICI P. 26 DAL SOL LEVANTE: BAMBOLE KOKESHI P. 51 METROPOLI MULTIETNICA P. 30 ETNOSITI P. 52 DARFUR: CRISI O GENOCIDI? P. 32 La copertina “Exotica” è di: Wèi lì http://etnomondi1.splinder.com [email protected] 3 EDITORIALE Cari amici, ecco il nuovo numero a due mesi di distanza dal precedente, questo è un numero molto ricco. Torna dopo molto tempo “Intervistando” è la volta di Giorgio dall’Etiopia, che vi racconterà molte cose interessanti sul suo paese. Dall’Etiopia ci spostiamo in Australia con un articolo sui Koala, sulla formazione rocciosa rossa che cambia colore dal nome Uluru, sui musulmani australiani. Un tuffo nel caldo Brasile con l’articolo sui calciatori brasiliani in Italia come Falcao e il più recente Kakà, per poi tornare nel passato con le telenovelas brasiliane che ci hanno fatto sognare e commuovere negli anni 80 con la Schiava Isaura, Julia di “Dancin’days” e la messicana Mariana di “Anche i ricchi piangono”, noi ne parliamo solo adesso, in un momento in cui le telenovelas sono passate di moda. Da argomenti leggeri passiamo a quelli più seri come il conflitto nel Darfur in Sudan. Quindi dedichiamo più spazio in questo numero a paesi come il Sudan, l’Etiopa, il Brasile, l’Australia, senza dimenticare altri come la Cina nell’articolo sui locali cinesi in Italia dal titolo “Ni hao ma?”, un omaggio all’artista coreano Nam June Paik e a Gundam che compie 30 anni. E ai fumetti mediorientali ci avete mai pensato? Allora correte a pag. 12. Buona lettura La Redazione 5 N O T I Z I E E C U R I O S I T A’ D A L M O N D O -Impennata dell’alimentare etnico! Cresce del 5,8% a Milano il commercio etnico al dettaglio: i negozi, le rosticcerie e i ristoranti stranieri piacciono sempre di più all’italiano in tempo di crisi per i prezzi veloci, i cibi veloci e gli orari flessibili, ma presto ci sarà una riduzione d’orario con chiusura anticipata: niente più kebab e cibi d’asporto nelle ore piccole per evitare gli schiamazzi notturni. -È morta Yma Sumac, la più nota interprete di musica peruviana. Si esibiva con l’orchestra del marito e con un ensemble di 46 musicisti e danzatori indios. -Allarme matrimoni etnici! Record in Lombardia con ben 42mila matrimoni: le coppie miste sono 600mila, 300mila le regolarizzate, ma, purtroppo, nel 75% dei casi falliscono, oltre al problema dei matrimoni fasulli, utili solo a regolarizzare uno dei due. -Suq. La parola su-q (plurale aswa-q, in arabo)indica il mercato, luogo deputato allo scambio delle merci. - I migliori pasticcieri del mondo sono…i giapponesi! Che hanno vinto proprio in casa, a Tokyo, l’International Patisserie Grand Prix. -Zamalek: la mitica squadra di calcio egiziana - rivale eterna dell’Ahly - ha guai finanziari e rischia di retrocedere per problemi interni dovuti anche dall’abbandono di calciatori fondamentali come Amr Zaki, trasferitosi in Inghilterra. Curiosità: l’Ahly è la squadra dei benestanti e lo Zamalek è per gente più modesta. Nella foto Amr Zaki con la maglia dello Zamalek. -La risposta indiana al pluripremiato The Millionaire (vincitore di ben 8 Oscar) s’intitola “Barah Aanà”, commedia di Raja Menon, con la nostra Violante Placido tra gli interpreti. -Scoperta in Egitto una piccola piramide! Sarebbe vecchia di 4300 anni e si trova a Saqqara, l'estesa necropoli e sito funerario dei governanti dell'antica Menfi, forse appartenente alla regina Sesheshet, madre del re Teti, fondatore della VI dinastia d'Egitto. 6 -L’auto più economica del mondo è indiana e si chiama Nano, prodotta dalla Tata Motors; il prezzo base della piccola vettura è di 100.000 rupie – circa 1.500 euro -. -Giappone campione del mondo di baseball per la seconda volta consecutiva battendo i rivali campioni olimpici della Corea del Sud. Il baseball è popolarissimo nel paese. -Un altro passo storico per la Cina: Xian Zhang, nonostante la giovane età (36) ha già una grande esperienza ed è stata nominata, a sorpresa, Direttore dell’Orchestra Sinfonica Giuseppe Verdi dell’Auditorium di Milano. -Febbre suina dal Messico! Si sta diffondendo nel mondo un preoccupante virus dei maiali proveniente dal Messico. -Ancora etnocopertine di cd! Ne parlavamo sul N.scorso, stavolta abbiamo scovato le curiose copertine di “(Breach)” dei Wallflowers in cui il gruppo è fotografato in un contesto forse vietnamita ad una fermata d’autobus e davanti ad un certo Kim Nguyên Kan Shing Market (insegna poi scomparsa nelle edizioni successive), gli sconosciuti Crazy On The Weekend con “Sunhouse” che omaggia ritraendo semplicemente la facciata dell’omonimo take-away ristorante cinese, e gli altrettanto sconosciuti Electric Love Muffin di “Rassafranna” con scritte e copertina simil-thailandesi. -Dal Messico arriva la gomma da masticare biologica! Sbarcata in Gran Bretagna, non si appiccica ovunque come le altre e si distrugge nel giro di 6 settimane. È prodotta dal Consorcio Chiclero, un’associazione di 56 cooperative di coltivatori di gomma naturale. -Yoshitsune (義経)è un giovane wrestler giapponese che lotta con maschera e costume interpretando anche altri personaggi nelle federazioni indipendenti. Farà strada: leggerissimo e dotato di un’agilità incredibile, è capace delle mosse più acrobatiche. Prende il nome da un leggendario samurai realmente esistito, Yoshitsune Minamoto (1159-1189). -Il bowling è nato grazie agli antichi Egizi. Sono stati loro i primi ad inventare il semplice gioco della boccia lanciata contro i birilli tanto popolare soprattutto negli U.S.A. 7 -Lo sapevate che i cinesi ci stanno provando anche in Etiopia (?!) Ebbene sì, improvvisandosi chef di zighinì nei vari locali del paese povero. Intanto in Australia, un cinese ha rilevato un take away, e, stupito dagli affari che faceva il vicino kebab musulmano, ha pensato bene di copiare l’insegna “halàl” non comprendendone il significato ma capendo che era quello che attirava i clienti, solo che ha proposto oltre che alla normalissima carne, non macellata in modo islamico, ingenuamente forse, anche la carne di....maiale, un controsenso! -I korowai sono un popolazione indigena della Nuova Guinea che usa servirsi di numerosi tipi di frecce per cacciare e pescare, tutte diverse tra di loro, nomi compresi, a differenza delle singole prede. -Non se la passa bene la popstar giapponese Tsuyoshi Kusanagi 34enne del gruppo degli Smap, che si è dovuto scusare pubblicamente dopo l’arresto per molestie ad alcune fans alle 3 del mattino, nudo e ubriaco in un parco! -Sms rossi per stare meglio: sono diffusi in Cina come messaggio positivo e promossi anche dal governo, e si contrappongono a quelli negativi che hanno altri colori. -Parlavamo di curiose omonimie con la capitale egiziana sul N.8: oggi abbiamo scovato nel pavese la cittadina di Pieve del Cairo. -Cinesi agli estremi: torna, amatissima, la strana coppia di cinesi della trasmissione “Lo show dei record” condotta da Barbara D’Urso: He Ping Ping - l’uomo più basso del mondo, 73cm! - e Bao Xi Shun -l’uomo più alto del mondo, 2 m. e 36 cm!). 8 Intervistando… Torna su Etnomondi dopo diversi numeri “Intervistando…”, per voi abbiamo intervistato un amico etiope che non riveleremo il nome per ragioni di privacy, così lo chiameremo Giorgio. Giorgio come sei arrivato in Italia? Cosa ami molto del tuo paese? (G) sono arrivato per mare con un battello. Il viaggio è stato lungo e faticoso. (G) il clima, la gente, il mangiare, sono goloso di zighinì e beviamo molto tè. Anche molto rischioso. Cosa non sopporti in questo paese? (G) certo però non potevo fare diversamente, al mio paese c’è molta povertà ed è impossibile vivere in quella situazione. (G) a parte il caldo umido anche il freddo, noi non siamo abituati alla vostra temperatura. Quando fa freddo dormo molto vicino al calorifero. Da noi piove molto in Luglio e Agosto. Cosa ti piace dell’Italia e cosa del tuo paese? (G) credevo di trovare di più nel vostro paese, molte aspettative ed altrettante delusioni. Qui in estate il caldo è più insopportabile, perché c’è umidità a Milano, nel mio paese invece anche se fa molto caldo è più respirabile. Dove sei nato? (G) Addis Abeba che è la capitale dell’Etiopia e significa “Fiore nuovo”. Nella mia città molte sono le lingue. Noi siamo soprattutto cristiani ma ci sono anche musulmani ed ebrei. So che ami molto la musica. (G) è vero, soprattutto il reggae e il rock. Per me i più grandi sono Bob Marley e Michael Jackson. Però ci sono anche artisti africani molto bravi. L’Africa ha una grandissima cultura, è un paese stupendo il più bello nel mondo! Conosci i concerti benefici come il Live Aid? (G) si, ma i fondi sono andati altrove, in tasca di chissà quale politico, non li hanno usati per migliorare la nostra situazione che è catastrofica. Sai qualcosa sulle etnie nel tuo paese? (G) io sono amhara, di origine camitica a nord di Addis Abeba, poi ce ne sono molte altre come: gli agricoltori oromo, i somali, i tigrè ecc… Che lingue parlate? (G) amarico, il somalo, il guragigna ed anche l’arabo, oltre a molte altre. Do you speak english? (G) si, parlo un po’ d’inglese, ma non più di tanto. Sei cristiano giusto? (G) si, nel mio paese ci sono cristiani ortodossi, protestanti ed un po’ di cattolici. Comè il vostro rapporto con i musulmani? (G) buono, ho amici musulmani, loro sono circa il 32%, noi di più, il 61% circa. Conosco un po’ di arabo e la storia del Profeta Muhammad dell’Islam. Le regioni sono undici, due di queste sono autonome come la capitale. 9 I koala Questi curiosi animali che sembrano piccoli orsetti vivono in Australia e sono il simbolo del paese assieme ai canguri. Sono molto dolci e vivono quasi sempre sugli alberi di eucalipto, scendono di rado e non bevono mai acqua, per dissetarsi mangiano le foglie. Il koala è un mammifero erbivoro, della famiglia marsupiale – come il canguro- e misura da 60 a 85 cm di lunghezza, il peso è tra i 5 e 7 kg. Dai 25 ai 30 giorni il piccolo koala rimane nel grembo della madre fino al momento della nascita. L’accoppiamento dei koala è tra dicembre e marzo, a tre o quattro anni raggiungono la maturità sessuale. Non hanno la coda e cinque sono le dita dei piedi, con tanto di unghie affilate. Il koala vive soprattutto di notte ed è un grande dormiglione nel resto del giorno. Non sapevamo molto di lui, lo ricordavamo nella serie televisiva per ragazzi “Woobinda” e nell’Anime di Georgie. Uluru Altro simbolo dell’Australia è l’Uluru, imponente formazione rocciosa rossa che cambia di colore a secondo dell’ora e della stagione. Quindi dal rosso passa all’ocra, all’oro, al bronzo e al viola. L’uluru ha ispirato molti pittori che ne hanno fatto un’opera d’arte nelle varie rappresentazioni. In realtà è la natura stessa un’opera d’arte del Creatore. Ecco alcune descrizioni: altezza 320 m; diametro di circa 8 km. Scalarla è molto pericoloso, in più è considerata un luogo sacro nella mitologia degli aborigeni. 10 Nella foto sotto i cambiamenti dell’Uluru 11 MOSTRE E RASSEGNE »»Hsiao Chin, viaggio in-finito Suddivisi in periodi, in mostra oltre 100 dipinti ad olio dell’artista cinese in 53 anni di attività, molti mai esposti prima. Alla Triennale Bovisa, Milano, dal 17/2 al 5/4. »»Utagawa natura Hiroshige – Il maestro della Prima mostra italiana dedicata al grande pittore che predilige la natura e che è capostipite della corrente artistica “ukiyo-e” (“mondo fluttuante”). Museo Fondazione, Roma, dal 17/3 al 7/6. »Riflessi. Incontri ad arte tra Oriente e Occidente Una mostra temporanea di 130 opere basata sulla contaminazione di oggetti di uso quotidiano con culture lontane. 4 le sezioni: Giapponismo italiano, Arte del Gandhara, Cinamania e Gioco degli scacchi. Museo Popoli e Culture del PIME, Milano, dal 13/3 al 14/6. »Rassegne cinematografiche al cinema Gnomo di Milano (Via Lanzone, 30/a www.comune.milano.it): molta carne al fuoco in questi mesi: Anime Giapponesi (ogni sabato pomeriggio dal 14/3 in poi, rassegna dei creatori dell’omonimo festival – vedi N.12,14,21 - ), Orientalismi (film inediti per l’Italia dai paesi dell’Estremo Oriente) ogni domenica sera dal 15/3 in poi, Samurai (dal 15 al 19/4 , abbinata alla mostra di Palazzo Reale – vedi N.scorso) e Brasil–Cinema Contemporaneo (dal 5 al 10/5). »Indian Highway Speriamo che arrivi anche da noi questa mostra che da Londra si è trasferita ad Oslo, Norvegia (Astrup Fearnley Museum dal 4/4 al 24/5): le mille diversità di un paese con opere che vogliono fare cadere i soliti luoghi comuni sul paese. » São Paulo International Short Film Festival Anche San Paolo del Brasile ha il suo festival di cortometraggi e video non competitivo dal 20 al 28/8 (la scadenza per Afrika ! Un musical spettacolare tra ritmi forsennati, suoni, colori, talenti e tanta etnicità. Mediolanum Forum, Milano, dal 28/4 al 3/5. »Bollywood – The Show È un altro mandare i propri lavori è il 20/5). »Afrika! musical, stavolta d’ispirazione indiana, con le coreografie, le colonne sonore e le immagini di 80 anni di cinema. Al Teatro degli Arcimboldi di Milano, dal 19 al 24/5. »The Third Mind: American Artists Contemplate Asia, 1860 to 1989 250 opere in cui l’arte orientale ha ispirato gli autori statunitensi. Al Guggenheim Museum di New York dal 30/1 al 19/4. »Monet – Il tempo delle ninfee In esclusiva, grandi dipinti (1900-1923) del maestro francese, fortemente influenzati dai disegni giapponesi. La mostra comprende anche una sessantina di stampe di Hiroshige e Hokusai e foto ottocentesche di giardini giapponesi. Al Palazzo Reale di Milano, dal 29/4 al 27/9. »Takashi Murakami – Flower Power è un retrospettiva sull’artista giapponese con dipinti, filmati, sculture e installazioni simil-manga. A Bilbao (Spagna), Guggenheim Museum fino al 31/5. Sempre qui troviamo Cai Guo-Qiang – Quiero creer, mostra di un artista cinese che espone le sue grandi installazioni “esplosive”. Dal 17/3 al 6/9. 12 »Tomás Maldonado è un artista, progettista, teorico del disegno industriale argentino del XX secolo. In mostra alla Triennale di Milano dal 19/2 l 5/4. »Toko Shinoda Sempre alla Triennale, dal Giappone, la mostra dedicata a una delle più famose pittrici viventi di sumi-e astratti, una pittura monocromatica ad inchiostro di china. Dall’11/3 l 5/4. »Abiti,accessori e immagini femminili nell’Oriente estremo È una mostra fotografica con diverse iniziative collegate. Dall’8/3 al 14/6 al Museo Nazionale d’Arte Orientale G. Tucci di Roma. »Tomoko Nagao - Fuwari Dal Giappone ecco la nuova scultura gonfiabile manga-pop di questa giovane artista giapponese che vive a Milano, opera ironica con la componente maschile e femminile, contiene cioè le parti opposte che nell'insieme si completano. In mostra a Palazzo Reale fino ad aprile e poi in altri luoghi. www.webalice.it/tomokomi NUOVI FUMETTI MEDIORIENTALI Per chi si ostina che i supereroi debbano essere per forza americani, ecco che i ragazzi musulmani scoprono l’equivalente mediorientale dei personaggi Marvel. Il giovane giordano Suleiman Bakhit è il creatore della Aranim Media Factory: per fare meglio identificare i ragazzi arabi coi fumetti, ha creato Aranim, un vero successo che ha generato anche una serie tv e un videogame: un gruppo di bambini che si svegliano nel 2050, in un Medio Oriente senza petrolio ed adulti è lotta per un mondo migliore con i superpoteri. I 99 è una storia di una altrettanti supereroi musulmani che combattono contro il male, ambientata in Medio Oriente e che sta conquistando tantissimi bambini e adolescenti, grazie a trame che rispettano i valori religiosi e che intendono andare contro alle idee di odio religioso: il 99 è infatti il numero delle qualità di Allah incarnate dagli eroi. La Endemol, famosa per i suoi format a base di reality show e per il Grande Fratello, interessata a questi personaggi, ha prodotto una serie di cartoni animati in perfetto stile americano, ma fedele ai valori morali stabiliti dalle leggi coraniche. Al posto di Spider Man e Batman, qui troviamo personaggi come Jabbar, in stile Hulk e che proviene dall’Arabia, Darr, una specie di Wonder Woman, e Amira Kahn, inglese di origine pakistana, dotata di uno straordinario senso dell’orientamento, che ha il suo fumetto parallelo, Hadya – The Guide. La Middle Eastern Superheroes è invece una collana della casa egiziana AK Comics che evita riferimenti religiosi, i suoi eroi sono Aya, Zein, Jalila e Rakan. Tanti altri sono gli eroi che stanno nascendo nei paesi del Medio Oriente. 13 ISLAM IN AUSTRALIA I musulmani in Australia? Certamente, laggiù vive una comunità di musulmani molto attiva e ben organizzata. I primi musulmani ad arrivare nel paese dei canguri furono gli afghani nel 1860, che contribuirono molto allo sviluppo del paese. Nel 20esimo secolo fu la volta degli albanesi, precisamente dal 1920 al 1930: essi costruirono a Victoria la prima moschea nel 1960, e nel 1963 a Melbourne. Tra il 1967 e il 1971 arrivarono circa 10 mila turchi, molti di questi si stabilirono a Melbourne e Sydney. Dopo di loro arrivarono dalla Bosnia, dal Libano, Indonesia, Iran, Fiji, Sudan, Egitto, Palestina, Iraq, Pakistan e India. Ci sono anche Somali, scappati dal loro paese per la guerra nel 1991. Melbourne è forse la città dell’Australia più multietnica e Shepparton è quella dove vive una numerosissima comunità turca e albanese. Anche Victoria non è da meno con una forte presenza di musulmani dal Bangladesh, dal Pakistan e dall’India. A Perth si trovano molti ristoranti islamici con carne halàl; in questa città si trova la moschea più vecchia: è detta semplicemente “La moschea di Perth” ed è in William Street, Northbridge. I libanesi sono la comunità più numerosa, secondo una statistica sono il 60 % dei musulmani in Australia. Purtroppo anche in questo paese si segnalano scene di razzismo ed intolleranza verso i musulmani, come nel 2005, a Sydney, quando australiani ubriachi attaccarono le persone dall’aspetto mediorientale, ma, a parte questi episodi di violenza l’Australia rimane un paese multietnico. Il quotidiano “Sydney Morning Herald” ha smascherato di recente la truffa del romanzo “Honor Lost: l’amore perduto - amore e morte in Giordania” . Non si tratta di una storia vera come la facevano passare, bensì una storia completamente inventata da Norma Khuri ai danni dei musulmani. L’autrice non ha mai vissuto in Giordania, se non per i primi tre anni di vita, e non è nemmeno musulmana. 14 TRACCE SULLA SABBIA Frammenti di cinematografia etnica - CHE ORA E’ LAGGIU' ? - (你那邊幾點/Ni neibian jidian/ Qi dao si bai ji) di Tsai Ming-liang, dramm., Taiwan/Francia, 2001, dur.: Con: Lee Kang-sheng, Chen Shiang-chyi, Lu Yi-ching. Distr.: Istituto Luce. Interessante film taiwanese distribuito anche da noi. Mistico e simbolico, ha pochissimi dialoghi e la lentezza tipica dei film orientali, seppure con un guizzo finale d’ironia nella vicenda di solitudine dei protagonisti, di cui seguiamo le vicende a distanza: Hsiao-Kang vende orologi per le strade di Taipei ed è rimasto nel ricordo ossessivo della cliente Shiang-Chyi, che ha comprato un suo orologio da polso ed è partita per Parigi. Lui, pensandola, sposta le lancette di tutti gli orologi sul fuso orario di quella città, intanto lei si trova, straniata, nella capitale francese. - LA MONTAGNE DE BAYA - (La montagne de Baya) di Azzedine Meddour, Algeria/Francia, 1997, dur.:110’.Con: Dyamita Amzal, Abderahman Debiane. Distr.:Imago Films. Film in berbero visto a Venezia ’97 nella sezione “Mezzogiorno”. Fine ‘800: Baya si distingue nella guerra che travolge l’Algeria e ritrova il legame con la terra. - THE CHERRY ORCHARD - (櫻の園 / Sakura no sono),di Shun Nakahara, dramm., Giappone, 1990, dur.: 96’. Con: Hiroko Nakajima, Miho Tsumiki. Nata dal manga di Akimi Yoshida, una storia al femminile che ruota attorno ai problemi quotidiani di un gruppo di ragazze di un liceo femminile che devono mettere in scena una rappresentazione teatrale. Il film ha avuto molto successo in patria. - VITA O MORTE - (Hayat ou maut) di Kamal El Sheikh, dramm., Egitto, 1955, dur.: ?.Con: Imad Hamdi,Youssef Wahby. Considerato uno dei maggiori film arabi, un “poliziesco sociale” di suspence che si svolge nell’arco di cinque ore: una corsa contro il tempo per fermare Samira, una bambina che, inconsapevolmente, sta portando un farmaco sbagliato al padre gravemente ammalato. Bella l’idea delle due linee parallele del racconto: la presenza costante e inquietante dell’orologio che scandisce drammaticamente il tempo e che trasmette tensione, e la visione del Cairo, città strana, all’epoca ancora in evoluzione, che sembra ostacolare e frenare. - MANGIARE BERE UOMO DONNA - (飲食男女 / Yin shi nan nu)di Ang Lee, comm., Taiwan/U.S.A.,1994, dur.: 123’. Con: Sihung Lung, Yu-Wen Wang. Distr.: Columbia. Delizioso film in lingua mandarino sul conflitto generazionale tra un padre chef e le sue tre diversissime figlie, e la difficoltà di comunicare: si riesce solo a tavola. Il titolo è un proverbio cinese, che spiega le necessità prioritarie della vita. L’antica tradizione culinaria della Cina si contrappone al mondo moderno delle figlie. Osannato dalla critica, è stato candidato all’Oscar come miglior film straniero e ha avuto un remake americano, “Tortilla soup”. - INTO THE MIRROR - (거울 속으로 / Geoul sokeuro ) di Kim Sung-ho, horror, Corea del Sud, 2003, dur.: 113’. Con: Yu Ji-tae,Kim Hye-na,Kim Myung Mine. Distr.: 01.Vincitore del Premio del Pubblico al Festival di Gérardmer, scritto e diretto dal regista stesso, un discreto horror che ha avuto l’inevitabile remake americano (“Riflessi di paura”). Un ex poliziotto dal passato tormentato fa il vigilante in un grande magazzino dove ben presto inizieranno degli omicidi e si scoprirà che il luogo è abitato da tenebrose presenze che escono dagli specchi. - LA TERRA DEGLI UOMINI ROSSI – BIRDWATCHERS - (La terra degli uomini rossi – Birdwatchers) di Marco Bechis, dramm., Italia,2008, dur.:108’. Con:Claudio Santamaria e Chiara Caselli. Distr.: 01. Da 15 un regista italo-cileno, il racconto dell’inferno quotidiano in cui vivono gli indigeni a margine delle fazendas brasiliane e il rapporto tra la popolazione dei Guarani-Kaiowà e i fazendeiro. - SAMBA TRAORE´ - (Samba Traoré) di Idrissa Ouedraogo,dramm.,Burkina Faso/Svi/Fra,1992,dur.:85’. Con: Bakary Sangaré,Mariam Kaba. Distr.: COE. Il ritorno al villaggio del simpatico Samba Traoré, ragazzone con grandi idee e molto denaro, ma in realtà i soldi sono il frutto di una rapina che lo mettono nei guai. La narrazione - tipica africana – è quella per immagini che si richiama alla tradizione orale con la riflessione sull’inevitabile conflitto tra città e villaggio - GUBRA - (Gubra) di Yasmin Ahmad, comm., Malesia, 2006, dur.: 109’.Con: Sharifah Amani, Juliana Ibrahim.Distr.:Nusan Bakti. Da una regista che si è fatta conoscere soprattutto realizzando pubblicità televisive, una commedia girata in varie lingue (cantonese,malese e inglese, dialetto hokkien e mandarino) su due nuclei famigliari coi loro problemi e rapporti che scorrono paralleli e si intersecano. A tratti melodrammatico, è il seguito del film “Sepet” e il titolo significa “preoccupazione”. - PONYO SULLA SCOGLIERA - (崖の上のポニョ/Gake No Ue No Ponyo) di Hayao Miyazaki,animazione, Giappone, 2008, dur.: 100’. Distr.: Lucky Red. In uscita a marzo e definita una “Sirenetta d’Oriente”, ecco la rilettura dell’opera di Hans Christian Andersen con una sensibilità tutta nipponica: il bambino Sosuke aiuta Ponyo, regina dei pesci rossi, a diventare umana. Fiaba delicata con una sceneggiatura e dei disegni semplici e diretti, senza computer grafica, ha un messaggio solare ed ecologista che si ricollega ai primi lavori del maestro Leone d’Oro alla carriera e premio Oscar. - THROW DOWN - (柔道龍虎榜 / Yau doh lung fu bong) di Johnnie To, comm., Hong Kong/Cina, 2004, dur.: 95’. Con: Louis Koo, Aaron Kwok, Cherrie Ying. Distr.: China Star Entertainment. Girato in cantonese dal prolifico Johnnie To, è un curioso omaggio ad Akira Kurosawa e al mondo del judo. Un ex campione ritiratosi misteriosamente dalle scene incontra una ragazza e un giovane ambizioso che scoprirà quanto è difficile realizzare i propri sogni. - MUNYURANGABO - (Munyurangabo) di Lee Isaac Chung, dramm., Ruanda/U.S.A., 2007, dur.: 97’. Con: Jeff Rutagengwa, Eric Ndorunkundiye. Distr.: COE. Opera prima di un regista coreano-americano ambientata in Ruanda e parlata in kinyarwanda: due ragazzini lasciano Kigali e si avventurano in un viaggio in cerca di vendetta. - AZUMI - (あずみ/Azumi) di Ryuhei Kitamura, azione, Giappone, 2001, dur.: 124’. Con: Aya Ueto, Shun Oguri, Hiroki Narimiya. Distr.: Shin Vision. Distribuito da noi solo in dvd anche in cofanetto insieme al seguito, Azumi 2, ecco un film d’azione e di effetti speciali che non deluderà i fan del genere: scorre molto sangue ma c’è anche molta autoironia. Come nell’omonimo manga (scritto e disegnato da Yu Koyama), la storia è incentrata sulla vita di Azumi, una giovane addestrata per diventare un’assassina volta all’eliminazione dei signori della guerra. Interessante la cura dei costumi e della colonna sonora, tra musica tradizionale e moderna. - INSIANG - (Insiang) di Lino Brocka, dramm., Filippine, 1976, dur.:95’. Con: Con Hilda Koronel, Mona Lisa, Ruel Vernal. Distr.: Cinemanila. Ambientato nelle poverissime e degradate baraccopoli periferiche di Manila dal noto regista Brocka (scomparso nel ’91), un tipico melodramma che ricorda i film di Bollywood e che sottolinea le condizioni di vita disperate delle persone. Insiang, figlia di una pescivendola, subisce le vessazioni del vigliacco fidanzato Bebot e della madre con l’amante, per poi ribellarsi. Parlato in tagalog, filippino e inglese. - ANITA, LA CACCIATRICE DI INSETTI - (Anita, la cazadora de insectos) di Hispano Duron, dramm., Honduras, 2001, dur.: 93’. Con: Marcela Flores, Mario Jaén. Distr.: Praxis Vídeo. Da una nazione poco conosciuta cinematograficamente, un film girato in video che vede l’avventura e il cambiamento del destino di una ragazza frustrata che fugge di casa. Basato sull’omonimo racconto dello scrittore locale Roberto Castillo. - JACK AND THE WITCH – (少年ジャックと魔法使い/Shônen Jakku to Mahô-tsukai) di Taiji Yabushita, animaz.,Giappone, 1967, dur.:80’. Distr.:Toei Doga. Una vera chicca questo raro, vecchio cartone precursore degli 16 anime jap, introvabile da noi in dvd (ma lo si può vedere in inglese su You Tube). Le avventure del giovane Jack e di alcuni animali, che fanno amicizia con la maghetta Allegra e combattono contro la strega Auriana. Affascinante e retrò! - THREE TIMES - (最好的時光/Zui hao de shi guang) di Hou Hsiao Hsien, Taiwan/Fra, 2005, dur.: 130’. Con: Shu Qi, Chang Chen. In mandarino e taiwanese min nan. Un successo anche il penultimo film del più grande rappresentante della new wave cinematografica taiwanese (vedi N. 17,18,26). In tre episodi, tre stadi dell’amore e della sua (im)possibilità: la coppia formata da May e Chen vista in tre diverse epoche: 1966, 1911 e 2005. Pochissimi dialoghi, la lentezza dilatata tipica di questo cinema ma molte idee interessanti, come l’episodio del 1911 muto e con le didascalie come i film dell’epoca! - ANGELI PERDUTI - (堕落天使 /Duo luo tian shi / Fallen angels) di Wong Kar-Wai, dramm., Hong Kong, 1995, dur.: 91’. Con: Takeshi Kaneshiro, Karen Mok, Leon Lai. Distr.: BIM. Inizialmente concepito come terzo episodio di Hong Kong Express (vedi N. 27) col quale presenta diverse analogie, ne è una versione più cupa, malinconica e surreale, con la solitudine di alcuni personaggi e le loro vite che s’intrecciano nella caotica città: un killer e la sua procacciatrice e un ragazzo muto e spiantato che cerca di tenere compagnia ad una ragazza disperata - AUSTRALIA - (Australia) di Baz Luhrmann, avv., Australia/U.S.A., 2008, dur.: 144’. Con: Nicole Kidman,Hugh Jackman. Distr.: 20th Century Fox. Un kolossal - paragonato a Via col vento – abbastanza ben riuscito ma pomposo, che vuole fare conoscere questa grande terra con la sua antica cultura a lungo perseguitata dai colonizzatori. Sullo sfondo della guerra, l’incontro di una ricca ereditiera inglese e di un cowboy contro i prepotenti proprietari terrieri. - GREY OWL - GUFO GRIGIO - (Grey Owl) di Richard Attenborough, avv.,Canada/GB, 1999, dur.: 117’. Con: Pierce Brosnan, Jimmy Herman. Distr.: CDI. In Canada è un vero eroe nazionale, oggetto di studi e biografie: uno scrittore inglese che va a vivere con i Chippewa, una tribù di indiani fingendosi uno di loro e diventando il primo grande ecologista-ambientalista. Un film biografico definito new age. - KEIF AL-HAL? - ( ال ح ال؟ ك يف/ Keif al-Hal?) di Izidore Musallam, comm., Arabia Saudita, 2006, dur.: 95’. Con: Hisham Abdulrahman, Mais Hamdan. Distr.:Rotana. Collegandoci all’articolo sulla rinascita del cinema in Arabia Saudita, ecco un film realizzato finalmente con grandi mezzi e girato negli Emirati Arabi Uniti. Il titolo si potrebbe tradurre in “Come va?” o “Come stai?”, una commedia con tocchi drammatici sulla storia di una famiglia divisa tra il classico dilemma: moderno o tradizione? - YOL - (Yol) di Serif Goren e Yilmaz Güney, dramm., Turchia/Fra/Svi, 1982, dur.: 124’. Con: Tarik Akan, Necmettin Cobanoglu. Distr.:Academy. Vincitore della Palma d’Oro ’82 a Cannes, un film in lingua curda e turca sulla dura vicenda di cinque detenuti che ottengono una settimana di licenza da passare in famiglia. Uno di loro muore, raggiunto dalla vendetta del clan familiare, un altro dovrebbe uccidere la moglie adultera in obbedienza alle tradizioni, mentre il curdo Omer fugge sui monti. Il titolo significa “La strada” o “La via”. - XXY - (XXY) Lucía Puenzo, dramm., Argentina/Fra/Spa,2007, dur.: 91’. Con: Valeria Bertuccelli, Ricardo Darín. Distr.: Teodora Film. Tema difficile e insolito (l’ermafroditismo), visto con delicatezza in un film che ha avuto un discreto successo anche da noi: ambientato in Uruguay, segue la 15enne Alex che vi si trasferisce: il difficile rapporto col padre, con la gente e con i coetanei. 17 IL CINEMA IN ARABIA SAUDITA Com’è il cinema dell’Arabia Saudita? Inesistente, o quasi, vista la scellerata idea del clero wahabita di censurare il cinema chiudendo tutte le sale. Ma recentemente sono arrivate buone notizie da Riad: per concessione avviata in via eccezionale da re Abdallah, le sale cinematografiche hanno riaperto dopo trent’anni di divieto. Ormai erano tutte chiuse e la popolazione era costretta a vedere i film via satellite e coi supporti video, perdendo la magia di vedere un film in una sala. Otto sono le proiezioni al giorno nei cinema di Jadda e Taif, dove gli abitanti, di entrambi i sessi, sono tornati finalmente ad affollare le sale, infrangendo per la prima volta le ferree leggi dei promotori del bando che, trent’anni fa, portarono alla chiusura dei cinema col divieto di “riunioni pubbliche”. Il cinema in questo paese è ancora molto piccolo, sono pochissimi i film realizzati da queste parti, a parte qualche documentario e poco altro, visto il conservativismo e le restrizioni del paese. Il primo film realizzato qui è stato recentemente “Keif al-Hal?” (vedi recensione) con la star giordana Hind Mohammed, qui inusualmente senza velo. YILMAZ GÜNEY Regista di origine curda nato nel ’37 e morto nell’ ’84, Güney è uno dei registi turchi più rappresentativi. Nella sua carriera ha anche interpretato diversi film di altri ed è stato scenografo e scrittore. Lasciando da parte la sua attività politica e la sua caotica, intensa e anche violenta vita finita in esilio a Parigi, preferiamo ricordare i suoi lavori, rivolti all’esistenza dei turchi di classe medio/bassa nei suoi 24 film relizzati tra il 1966 e il 1983, tra cui “La rivolta” e “Yol” due dei pochi usciti anche da noi, intrisi di azione e di un realismo secco e asciutto. Fatih Akin, noto regista turcotedesco in corsa per la Palma d'oro, sta girando un film biografico su di lui. YASUJIRO OZU Tra i più famosi registi giapponesi troviamo il grande Yasujiro Ozu (小津安二郎, 1903-1963), autore di una cinquantina di film: ce ne rimangono solo una trentina, gli altri sono andati distrutti durante i bombardamenti della seconda guerra mondiale. Ammiratore del cinema occidentale, ne fu ispirato nelle sue prime opere mute, commedie un po’ nonsense, mentre nella seconda parte della sua carriera diede vita a un realismo minimale e contemplativo, attento all’evoluzione della tradizione e della cultura della famiglia giapponese. Fu un perfezionista e solo nel 1935 realizzò il suo primo film sonoro. Rivalutato dopo la sua morte, specialmente dai cinefili occidentali, tra i suoi film:Viaggio a Tokyo, Tarda Primavera (vedi N.25), Tardo Autunno, Figlio unico, Fratelli e sorelle della famiglia Toda, Crepuscolo a Tokyo, Il gusto del sakè. 18 Le telenovelas brasiliane Dopo avervi raccontato più volte delle musalsalàt arabe, in particolar modo egiziane, è la volta delle famosissime negli anni 80 telenovelas brasiliane. Noi quei tempi li abbiamo vissuti quindi possiamo raccontarvi le cose come sono andate. Rete 4 –che apparteneva alla Mondadori- è stata la prima a trasmetterle nel lontano 1982. Tra i due colossal americani “Dallas” e “Dynasty” c’erano le più interessanti e lacrimose telenovelas brasiliane –nate in Brasile negli anni 60- . “La schiava Isaura/ Escreva Isaura” è stata la prima qui in Italia, prodotta da Rede Globo nel 1976 in Brasile, con una giovanissima Lucèlia Santos nei panni di Isaura. 130 furono i paesi a trasmettere i 100 episodi. Seguì un altro straordinario successo made in Brasil con l’attrice Sonia Braga “Dancin’ Days” del 1978, in 174 avvincenti episodi che raccontano la storia della sfortunata Julia che visse 11 anni in carcere. La storia è scritta da Gilberto Braga. Seguono “Ciranda de Pedra” sempre con Lucèlia Santos, del 1981 con 155 episodi ambientata negli anni 40. Con “Marina” si va negli anni 30, di 126 episodi, del 1978 con Suzana Vieria alle prese con il ricordo e i misteri della prima moglie morta del marito. Con “Agua Viva” si ritorna ai tempi recenti, del 1980, molti attori sono gli stessi di “Ciranda de Pedra” e “Dancin’ Days” fra questi Lucèlia Santos. 161 sono gli episodi trasmessi. Rete A – del gruppo Peruzzo- non è da meno. Nel 1983 trasmette una grandissima telenovela –questa volta dal Messico- dal titolo “Anche i ricchi piangono” con Veronica Castro nel ruolo di Mariana. Prodotta nel 1979 da Televisa di 248 episodi. Mariana è povera e priva di istruzione, sposa un ricco giovane rubacuori e cambia la sua vita. Diventa istruita, raffinata. Il dramma sta che in un momento di 19 disperazione Mariana abbandona il figlio avuto dal marito che ritroverà circa 20 anni dopo. Dopo l’enorme successo Rete A trasmette un'altra telenovela con la Castro “Il diritto di nascere”. Per gli italiani ormai Veronica Castro era identificata con Mariana, il personaggio di “Anche i ricchi piangono”, quindi aggiunsero il nome Mariana alla telenovela “Il diritto di nascere” diventando così “Mariana: il diritto di nascere” del 1981 con 190 episodi trasmessi. Qui Mariana rimane incinta prima ancora di sposarsi, altro dramma strappalacrime. Fiutato l’affare Rete A, nata solo pochi anni prima, nel 1985 produsse la prima telenovela con Veronica Castro senza il doppiaggio. L’attrice imparò l’italiano assieme alla sorella Beatriz –anch’essa attrice nella telenovela-. Il titolo è “Felicità dove sei?”, recitato con attori italiani. Risultato originale con qualità discreta, l’audio non era il massimo. 110 gli episodi, la ricordate? Noi si. Dopo il Brasile e il Messico, anche il Venezuela ci prova riscontrando grande successo con Grecia Colmenares nella telenovela “Topazio” del 1984, di 181 episodi e trasmessa da Rete 4. Ne seguirono altre fino ad arrivare ai giorni nostri, pur non avendo l’enorme successo che hanno ottenuto negli anni 80. Chi le trasmette? Rete 4 naturalmente. Sotto Sonia Braga e Veronica Castro 20 Come con l’articolo “Namastè” del N. 13, teniamo a sottolineare che, con queste pagine intendiamo scherzare e sdrammatizzare sulle disavventure nei ristoranti cinesi, che rispettiamo molto e frequentiamo abitualmente, senza per questo voler offendere qualcuno o fare cattiva pubblicità alla categoria: questo articolo vuole solo raccontare avvenimenti buffi e divertenti a noi realmente accaduti. Se la diffusione dei ristoranti indiani è cosa più recente, quella dei ristoranti cinesi nelle nostre città è ben più radicata e risale a diversi decenni fa. Anche in questo caso, ne abbiamo provati tanti e in zone diverse d’Italia, abbiamo conosciuto tanti gestori e imparato a capire questo popolo. Anche il ristorante cinese, sebbene per noi italiani sia tutto uguale, si differenzia enormemente a seconda delle diverse zone. Per questo vi rimandiamo al lontano N. 5 (o ristampa 5-8) per saperne di più. Anche il ristorante cinese, se scelto bene, puo’ essere adatto anche per una serata romantica e puo’ rivelarsi…afrodisiaco; o soltanto per passare una serata tra amici. Se c’è stato un incremento notevole dei bar gestiti dai cinesi che ultimamente rilevano attività italiane di questo tipo, i ristoranti cinesi sembrano un po’ fuori moda e cercano di rinnovarsi con altre etichette. Ahi ahi ahi, anche nel ristorante cinese abbiamo notato un’innata predisposizione all’imprevisto e alla risata, ecco qualche disavventura e impressione, senza fare nomi, anche se alcuni di voi, lo sappiamo, ci andrebbero proprio per farsi qualche risata. In un affollato e caotico locale abbiamo fatto notare…“Vedo che c’è molto via-vai….” Per sentirci rispondere: “Cosa via-vai?” “Vuol dire che c’è tanta gente, tanto lavoro…” “No, non è velo, no tanto lavoloooo!!!” Ma come? Cineserie, cinesate, comicità involontaria, i cinesi ovunque, anche nei ristoranti italiani, giapponesi, sudamericani, come abbiamo spiritosamente fatto notare nell’articolo “Cina-mania!” (N. 26) col loro iperlavoro e la loro seria tenacia nell’adattamento. I ristoranti giapponesi e i sushi bar che sbucano come funghi (a dir poco…), ovviamente con gestione cinese! Addirittura la moda del “frocinese” come ci dicono da Roma: locali presi d’assalto dalla comunità gay-lesbica: i cinesi ormai non si scandalizzano più…. -l’incomunicabilità caratteristica principale dei problemi tra cliente e camerieri è stata la difficoltà di comunicare: sarà capitato anche a voi di chiedere qualcosa ai camerieri spesso giovanissimi, improvvisati o inesperti - e di non essere capiti, specie se la richiesta è una cosa non scritta sul menù o un’informazione su qualche ingrediente, con il risultato di vedere camerieri straniti che chiamano altri camerieri che capiscono ancora meno. Una telefonata a un ristorante – più 21 che altro per avere la conferma che fosse aperto quella sera - si è trasformata in un obbligo di prenotazione (il posto poi è risultato semideserto…) con cognomi stravolti e impronunciabili per il povero interlocutore, storpiati ripetutamente fino alla rassegnazione di aver prenotato con chissà quale nome…. Un’ altra telefonata a un ristorante si è rivelata un’interminabile profusione di scuse perché “il ristorante al lunedì fa riposo, e a meno che non siete 7-8 persone a prenotare non mi conviene aprire…” con un invito a tutti costi a presentarsi invece la sera stessa con la promessa di trattamenti di favore. Solo giurando di andarci presto, in settimana, siamo riusciti a sganciarci dall’incredibile e gentilissimo gestore! I camerieri ci hanno a volte messo in imbarazzo: qualcuno è stato fin troppo cortese e gentile, al limite del servilismo, o troppo timido, oppure sono stati un po’ sgarbati o troppo solerti, appoggiati al muro a fissarti pronti a correre per portarti via il piatto vuoto o per cambiarti le posate (o le bacchette) chiedendo: “Finito??!”: lo fanno, istruiti dal gestore, che crede di compiacere il cliente, ma così lo innervosisce, sembra di essere in un catena di montaggio: via uno, avanti un altro…meglio una via di mezzo, no? Qualche sguardo dolce dalla cameriera carina o qualche sua battuta ci ha fatto sognare ed arrossire (la cosa è stata anche reciproca). Qualche parola proferita in cinese ha poi stupito il personale perché è difficile trovare un italiano che conosca qualcosa del cinese o del paese del Celeste Impero al di là dei soliti luoghi comuni. Informazioni sull Cina o sulle parole cinesi ci hanno a volte lasciato sconsolati come quando abbiamo chiesto “Come si dice pagoda?” per sentirci rispondere “Cosa pagoda? Non capile…”. -i take away e i locali che mescolano le cucine (tipo la cino-italo-sudamericana) con prezzi stracciati sono spesso imbarazzanti per molti motivi. In altri locali alla buona, tipo trattoria, è facile imbattersi in nonni o parenti seduti a fissarti da qualche angolo o bambini che scorrazzano nel locale. Una volta un anziano ed enorme cinese seduto in un angolo del locale occupava continuamente il bagno, e veniva pure a picchiare col bastone sulla porta tossendo spaventosamente quando c’era dentro qualche cliente. Nel gabinetto c’era anche un inquietante cartello proprio di fronte con scritte cinesi e un occhio malevolo disegnato sopra come a controllarti, mah! -i locali di livello più alto o i cosiddetti fusion sono tutt’altro che deserti, spesso pieni e comunque ricchi di cameriere in abiti tipici che…distraggono dal pranzo! Per non parlare del conto finale! -le figuracce degli italiani tipo il cliente che abbiamo sentito dire alla responsabile che “Cina, Giappone o Corea, tanto è tutto uguale…” o quelli che avanzano tutto perché prevenuti a un nuovo tipo di cucina. Ricordatevi, quando pagate, che come vuole l’etica cinese, i soldi non si danno in mano, ma si appoggiano sul banco. -scritte clamorosamente sbagliate: dal menù agli scontrini, è facilissimo imbattersi in qualche ingenuo errore: anche qui capita di vedere le L finire al posto delle R! 22 -musiche diffuse che spesso non hanno nulla a che fare con l’Oriente ma che, per fortuna, non abbiamo mai trovato invadenti e ad alto volume, a parte a capodanno quando, a 15 minuti dalla mezzanotte, si è scatenata una sarabanda da discoteca e una frenesia dei camerieri che correvano come impazziti per accontentare i clienti offrendo ogni prelibatezza! Tipico sentire nel ristorante jap canzoni o vedere nei monitor videokaraoke…cinesi. -piatti troppo unti: abbiamo scoperto che l’eccessivo uso di olio non è cosa tipica cinese, ma viene fatto per compiacere il cliente italiano che amerebbe i cibi molto conditi. -disorganizzazione: in genere il locale coi cinesi non conosce questa parola, tranne quelli improvvisati: tutto è organizzato nei minimi dettagli e non manca mai niente per accontentare anche il cliente più esigente. -nelle varianti: self service mongoli, cibi insapori e immangiabili o troppo unti, affollamento insopportabile della serie “prendiamo più che si può anche a costo di avanzare” tra gli sguardi divertiti dei camerieri. Attendiamo però con pazienza, la prossima volta che entreremo in un simpatico ristorante cinese, che sia raffinato o in stile più informale, non importa, pronti a provare anche i piatti più strani e quelli che meno hanno a che fare con l’Oriente, non temiamo imprevisti e ci sentiremmo dire all’entrata, inondati da mille sorrisi e inchini NI HAO MA’? che significa “come stai?”, noi risponderemo sicuri alla domanda con un “Bene, xiè xiè” (grazie) dopo aver digerito però. (buon appetito e… buona digestione). ANUTA Gli Anuta sono un popolo della Polinesia dell’omonima piccolissima isola vulcanica delle Isole Salomone, nella provincia di Temotu e sono custodi di una delle più intatte culture polinesiane. Il nome dell’isola per i locali è te fatu sekeseke “pietre scivolose”; essa ha un diametro di soli 750m, con il punto più alto a 65m sul livello del mare, ha una barriera corallina ed è ricca di giardini curati meticolosamente ognuno da una famiglia. Lontana 1000 km dalla terra più vicina, non ha approdi ed è abitata da 300 persone completamente isolate e totalmente autosufficienti. Hanno sempre avuto pochi contatti con l’esterno e hanno conservato l’antica cultura polinesiana continuando ad usare, ad esempio, le antiche canoe d’alto mare che nel resto del Pacifico sono scomparse. Vivono nei noporanga (“luoghi di abitazione”), due villaggi che si chiamano Mua e Muri, ognuno con un capo tradizionale, parlano la lingua omonima della branchia samoana-polinesiana e fanno parte del ceppo etnico polinesiano. 23 RADIO NI HAO Kalamu – “Calafrica” (Arci Sana Records Cultura / Audioglobe) Tradizioni musicali del Mediterraneo per questo gruppo folkloristico…calabro-africano che porta in giro il suo spettacolo con sonorità come la pizzica, la taranta, la tammurriata, ma anche allegri ritmi balcanici e dal continente nero. A.A.V.V. – “Caipirinha” (Universal) Si tratta di uno dei 10 volumi della compilation “Pure Brazil” con 20 brani dance con: Caetano Veloso, Gal Costa, As Meninas, Zeca Pagodinho, ecc con tanto di fresca copertina col noto cocktail. Anno di pubblicazione: 2004. Alabina – “L’Essentiel” (Atoll Music France) Vi ricordate degli Alabina, il gruppo con sonorità arabo-ispaniche (vedi N.9)? Esistono ancora e ci fa sorridere risentirli dopo tanto tempo con questa raccolta (18 brani) del 2000 coi pezzi storici, più alcuni nuovi. Sono formati dalla cantante israeliana Ishtar e dal gruppo francese Los Niños de Sara; nei loro pezzi si sentono anche le influenze ebraiche, mediorientali, francesi, zingare-spagnole, ma anche raï e pop. CSS – “Donkey” (Sub Pop) Esce l’atteso secondo lavoro dei brasiliani Cansei De Ser Sexy (o CSS vedi N.18 - ) gruppo di San Paolo che unisce influenze electro ed indie rock con altre tipologie di arte, come design, cinema e moda; cantano in inglese ed in portoghese, sono allegri e un po’ retrò in questi nuovi 11 pezzi col tipico ritornello ripetitivo, lanciati dal singolo “Rat is dead (Rage)”; il brano migliore è la trascinante “How I became paranoid”. Karima – “Amare le differenze” (Sony-BMG) Uscita dalla scuola di “Amici” e reduce dal Festival di Sanremo, ecco all’esordio l’italo-algerina Karima Ammar, 23enne che si esibisce sempre scalza. Canta contro ogni forma di razzismo e intolleranza e intona un inno alla convivenza civile. Takeo Watanabe & Yuji Matsuyama – “The Complete Music Works Of Mobile Suit Gundam – The Series” (King Record / StarChild) Uscito nel 2003 e reperibile d’importazione, un imperdibile cofanetto di 3 cd per gli appassionati della serie originale diGundam (vedi Anime Giapponesi su questo N.). Ci sono tutte le musiche e le sigle, e sul terzo cd ci sono i drama e molti effetti sonori originali direttamente dal cartone animato! Il titolo in giapponese è “Tv kido senshi Gundam ongaku shu”. Vanessa Da Mata – “SIM” (Discograph) Cantautrice brasiliana del Mato Grosso, famosa per il tormentone “Boa sorte/Good luck” cantata l’anno scorso in duetto con Ben Harper, e per le sue innumerevoli collaborazioni (da Caetano Veloso, a Daniela Mercury, Chico Cesar, ecc), è venuta di recente in Italia a promuovere questo terzo disco dove troviamo un mix di bossa nova, reggae e pop. 24 Combo De La Muerte – “Tropical Steel” (No Shoes Records) Bizzarra già dal titolo la proposta di questo gruppo italo-tedesco-cubano che si è stabilito a Firenze. Gli 8 membri propongono cover di gruppi classici dell’hard rock e dell’heavy metal, anche il più estremo, in versioni latin jazz/fusion che definiscono “voodoo latin jazz”. Il loro primo album è stato preceduto dall’ ep in 45 giri “La Maldiciòn del Combo”. Ben 20 le cover (di Judas Priest, Manowar, Napalm Death, Slayer, Megadeth, ecc). Smoke – “Routes” (Way Out/Edel) Ogni tanto torniamo a parlare di reggae: la musica originaria della Giamaica ci propone stavolta il secondo lavoro di questo gruppo orientato verso venature soul. I testi sono duri, impegnati e profondi. Renato Borghetti – “Fandango!” (Felmay) Artista brasiliano, questo musicista di origine italiana presenta musiche ispirate alla tradizione portena del Brasile del Sud, dell’Argentina e dell’Uruguay, suonando la sua fisarmonica accompgnato da altri strumenti. LA 33 – “Baila! (Putumayo Records) La 33 è un’ orchestra di salsa di Bogotà (Colombia) il cui nome deriva da La Calle 33, luogo dove si trova il loro studio-prove. I testi parlano d’amore e divertimento, la musica salsera è trascinante in questa compilation del 2006. Justin Adams & Juldeh Camara – “Soul Science” (Ponderosa/Ird) Interessante questo progetto di un chitarrista e di un griot del Gambia tra rock e blues. Nel libretto trovate la traduzione dei testi. Gamelan of Central Java – “X. Sindhen Trio” e “XI. Music of Remembrance” (Felmay) Solo tre brani di musica tradizionale di Giava nel primo album, mentre nel secondo le musiche sono dedicate alla commemorazione dei defunti. Voci femminili di grande impatto e libretti curati. Sa Dingding – “Alive” (Wrasse/Evolution) Popstar cinese che ha cantato in tibetano per i Giochi Olimpici, mescola anche qui testi tibetano, mandarino e sanscrito con ritmi tipici cinesi, elettronica, strumenti antichi e moderni: una nuova realtà. Yusuf – “Roadsinger” (Island) Ritorna il cantautore (vedi N. 6,12,19) ex Cat Stevens col messaggio “I musulmani dimenticano che Islam vuol dire pace”: voce sognante e malinconica per 11 canzoni di folk acustico (tra cui “Shamsia” e “The rain”) che lo riavvicinano alla prima parte della sua carriera. Yusuf tornerà anche ad esibirsi dal vivo ma solo in piccoli club. Lingling Yu – “Xu Lai” (Felmay) Incanta la musica di una delle più grandi interpreti della tradizione classica cinese, Lingling Yu, virtuosa della pipa, il liuto cinese a quattro corde la cui origine risale a oltre duemila anni addietro. Il titolo significa, suggestivamente, “il suono del silenzio”. Ryuichi Sakamoto – “Illustrated Musical Encyclopedia” (Yano Publishing/10 Records) Torniamo ad occuparci di Sakamoto con un album del 1988, come al solito minimalista e profondo, ma 25 anche sperimentale, in 8 composizioni e la famosa copertina con l’autore al piano e la sua ombra sul muro a sagoma di…formica! China Black – “Born” (Wildcard) Curioso questo duo multietnico di pop-reggae e r&b che nel 1995 ha pubblicato questo unico album . I componenti sono l’anglo-cinese Simon Fung e l’anglogiamaicano Errol Reid, da qui si può comprendere il nome del gruppo. Shonen Knife – “Super Group” (P-Vine) Parliamo per la prima volta di questo trio femminile di Osaka (少年ナイフ), qui con una nuova bassista e un nuovo album: gioiose e scatenate anche dal vivo, sono attive addirittura dal 1981 e non intendono smettere col loro rock e pop-punk ispirato ai Ramones. Cantano in giapponese e inglese e sono considerate un vero gruppo di culto. Pilita Corrales – “Musika Pilipina” (Villar Int'l) Risale al 1980 questa compilation di canzoni d’amore filippine cantate dalla diva locale. “Diyos lamang ang Nakakaalam” tra i titoli. Najma Akhtar – “Fariyaad: A Plea To The Creator” (Egea) Al suo settimo album, mescola l’ipnotico canto indiano ghazal col jazz, il dub e i suoni mediterranei. Inglese di origine indiana usa la tradizione musicale comune al mondo indo-pakistano e persiano unita alle ispirazioni più moderne. 26 RISTORANTI ETNICI WOK OF MILAN Quasi omonimo del romano del numero scorso, un gigantesco ristorante cino-jap piuttosto ricercato che vanta ben 300 coperti e che è stato ricavato da un ex showroom di abbigliamento. Si mangia a buffet a volontà come al mongolo, con prezzi fissi a seconda dei giorni. Particolare la performance a vista dei cuochi ai fornelli alle prese con i wok, tradizionali tegami cinesi in cui vengono saltati cibi vari, con olio bollente e salsine. Consigliatissimo ma si rischia l’indigestione anche perché i cibi sono ottimi! Si passa dagli antipasti cinesi, ai piatti alla piastra (teppanyaki), a quelli al wok, e poi anche sushi, dolci e frutta, solo le bevande sono escluse! Milano, Via Cenisio, 10 (zona Sempione). www.wokofmilan.it TA-HUA Capitiamo per caso in questo cinese che ci dicono esistesse già da 30 anni, ma alcuni metri più avanti. Non teme la concorrenza dei vicini Leon d’oro e Taiwan, peraltro diversissimi dal Ta-Hua. Ora è rinnovato e moderno, non è il solito cinese, la gestione è italo-cinese e sbrigativa, affidata oggi ai figli e parenti dei vecchi proprietari. Dal soffitto pendono originali tronchi d’albero ma anche lampade che ricordano…i preservativi! Note dolenti: sempre affollato, è d’obbligo prenotare, visto l’assalto degli impiegati della zona; clima da ansia con tanto di giovane gestore italiano che bacchetta il personale cinese: peccato perché abbiamo mangiato piuttosto bene, si servono menù di piatti unici di cucina hongkonghese. Da riprovare un altro momento. Milano, Via Fara, 15 (zona Staz.Centrale). www.tahua.it MOTHER INDIA Indiano non molto caro dove si può mangiare alla carta, ma anche col menù fisso del pranzo. Si possono provare il cavolfiore con le patate, il chicken e il pesce tandoori (cucinati nel solito forno di terracotta) accompagnati da birre e vini indiani. Roma, Via dei Serpenti, 148. WAKABA Ne parlavamo sul numero scorso, scopriamo che il Wakaba è uno di quei locali probabilmente gestito da giapponesi, anche se il personale – gentilissimo e non invadente - è anche cinese. Interessanti ed economici piatti unici, oltre i vari sushi, sashimi, ecc. Da evitare la barca, un po’ scarsa visto il prezzo! Per è ora l’unico con la birra Asahi alla spina! Interessante la grande sala al piano di sotto con esposto un elmo originale di samurai. Milano, P.zza Emilia, 4 (zona Vittoria/XXII Marzo). MAR ROSSO Altro ristorante con omonimi in altre città (vedi N. 14 e 27) è un italo-eritreo che ha cambiato gestione, completamente ristrutturato e con ampia cucina a vista. Punta ad accaparrarsi nuovi clienti coi menù economici con vari assaggi, sia a pranzo che a cena. Milano, Via Marco Aurelio, 8 (zona Pasteur). KANDA Dall’esterno, in quella via quasi nascosta, senza nulla di particolare che possa attirare la vostra attenzione, potreste pensare di non dare nemmeno un centesimo a questo ristorante da fuori un po’ cupo, in realtà non è così, una volta entrati cambierete subito idea. Sembra di essere in Giappone, forse di più che in altri ristoranti. Il cibo è molto buono, con alcune varianti. Nel menù completo di sushi addirittura deliziosi spiedini di pollo, con sesamo e caramello. Le portate di sushi e sashimi vi soddisferanno. Anche il dolce alla fine vi lascerà una buona impressione. Ambiente carino con personale gentile, né troppo al limite del servilismo, né solerte in modo eccessivo. Sempre aperto, menù a pranzo, consegna a domicilio e orario continuato fino alle 20. Milano, Via Santa Tecla, 3 a pochi passi dal Duomo. SHANGHAI Ritorniamo dopo oltre dieci anni al piccolo Shanghai - di fianco al Duomo e dietro al Teatro Lirico (vedi N.5) - e scopriamo che…non è cambiato niente! Notiamo molti clienti giapponesi . Ovviamente 27 un’onesta cucina cinese, da riprovare di tanto in tanto; fanno anche il…panino cinese, lo proveremo! Sempre aperto. Milano, Via Paolo Da Cannobio, 1. CUEVA MAYA Visitato parecchio tempo fa, notiamo che resiste e che è sempre affollato, la via dove si trova ormai è multietnica e modaiola, meglio prenotare! Cucina con discreti piatti dal Messico. La domenica brunch, chiuso al lunedì. Milano, V.le Monte Nero, 19. OTRA VEZ Della stessa gestione del precedente locale, si trova poca distanza nella stessa via e ha lo stesso difetto: piccolo, affollato e coi tavoli troppo appiccicati. Si gustano buoni piatti come le fajitas fiesta, il burrito e i churrascos, la cucina è messicana e tex-mex. Chiude al martedì. Milano, V.le Monte Nero, 48 MONGOLIAN BARBECUE Sempre nella stessa via, omonimo di molti altri, torniamo a questo mongolo gestito da giovanissimi cinesi, dove si mangia a prezzo fisso a buffet (bevande e dolci esclusi): sempre affollato, strettissimo, davvero deludente il cibo che non ha praticamente nessun sapore, a parte i cibi cucinati alla griglia davanti ai vostri occhi, untissimi e ricchi di condimento, peccato davvero. Per non parlare del sushi…finto con la carota al posto del salmone! Chiude al lunedì. Milano, V.le Monte Nero, 62. www.mongolianbarbecue.it MOMIGI Del Momigi (“foglie rosse”) avevamo già parlato sul N. 23: ora ritorna alla ribalta come giapponese-cinese con menù illimitato sia a pranzo che a cena a 15 € bevande escluse. Bella idea, se non fosse che bisogna scegliere i vari piatti con le crocette e la quantità su una schedina tipo Totip con le immagini piccolissime: diventerà il nuovo trend? Servizio dispersivo e scarso, clientela spesso cinese e internazionale. Ci hanno portato dei ravioli cinesi disgustosi dall’odore nauseabondo! Milano, Via Scarlatti, 22 (zona Caiazzo/Centrale). MAMI CAFE’ Sushi bar che offre cucina giapponese coi classici sushi, sashimi e altre stuzzicanti proposte, soprattutto di pesce. Non si spende molto. Chiuso la domenica. Milano, Via Eustachi, 47 (zona Buenos Aires). ASMARA Come promesso sul N.21, torniamo al classico con l’Asmara, eritreo. Zighinì, antipasti e dolci assortiti, ma meglio non appesantirsi troppo. Locale informale e semplice, stile trattoria; c’è una lunga sala particolare e intima al piano superiore, ma purtroppo la usano solo la sera solo se è pieno o per occasioni particolari. Milano, Via L.Palazzi, 5 (zona P.ta Venezia) JAPAN Non brilla per originalità il nome di questo nuovo e sfizioso “sushi bar ristorante, take away & delivery”, dall’arredamento minimal e che vi soddisferà con tutte le proposte della cucina giapponese, con piatti sia caldi che freddi e menù coi nomi delle città del mondo. Adatto per un pasto veloce ma anche per chi vuole avvicinarsi a una cucina…lontana. Sempre aperto. Verona, Via Fama, 4 (zona C.so Porta Borsari). ARIGATO’ Nuovo questo sushi restaurant della stessa gestione del Bento House (vedi N.20) che offre la novità di un inusuale buffet fisso solo a cena: si può mangiare quanto si vuole al prezzo di un’unica portata! Sushi, sashimi, tempura, teppanyaki e una vasta scelta di dolci. Consegna a domicilio in tutta la città. Il nome significa “grazie” in giapponese. Milano, V.le Vittorio Veneto, 32 (zona P.ta Venezia/Repubblica) www.sushiarigato.it TRE PINI 2 Ovvero: il mistero della pizza scomparsa! Enorme e dispersivo questo ristorante-pizzeria italo-cinese che ha preso il posto di un Pastarito Pizzarito. Grandi saloni adatti a feste, banchetti, matrimoni e ricorrenze varie, ha molti piatti cinesi e italiani nella media ma niente menù. Specialità pesce e clientela spesso straniera e orientale. Chiude molto tardi, per nostra fortuna, pecca però per quanto riguarda la pizza: è da quest’estate che manca il pizzaiolo e non riusciamo mai a provarla. V.le Monza, 100, zona Rovereto. 28 Carrellata di ristoranti sudamericani a Milano: MI BARRUNTO peruviano: polli alla brace,dolci e menù ultraeconomico a mezzogiorno escluso sab e dom. Chiude al martedì (Via Inganni, 4 zona Lorenteggio), SABOR LATINO omonimo del N.23, sudamericano (P.zza Insubria, 3), NORKYS sudamericano anche polleria, menù economicissimi, carni alla brace, Via Padova, 33 e Via dei Transiti, 1, CASA VOSTRA dal nome invitante, ecuadoregno/peruviano, Via Nicastro, 6, EL CHORRILLANO 1 e 2 peruviano, specialità pesce. Disponibile per eventi, grande spazio, Via Varanini, 28 ang. Via Ferrante Aporti e Via Mottarone, 5 zona Certosa/Mac Mahon. EL RINCON BOLIVIANO ovviamente boliviano, Via Termopili, 14, EL TIPICO 1,2 e 3 peruviano/ecuadoregno, Via Giacosa, 4, Via Ranzoni, 21 e C.so Lodi, 105, PUERTO DE ILO peruviano Via Petrella, 19 zona Caiazzo, ROCOTO peruviano, Via Sammartini, 23 zona Staz. Centrale, MACHU PICHU peruviano Via Padova, 84, EL JIJUNA peruviano Via Bolzano, 23. ORO Un vero salotto questo ristorante di cucina asiatica . Tra i piatti, i soliti sushi ma anche altre specialità orientali come il pollo in foglie di banano, gli spaghetti di riso croccanti, le zuppe e vari menù per il mezzogiorno.Chiude la domenica. Milano, Via Tortona, 26 (zona P.ta Genova). www.oroasiancuisine.it TSUKIMI Nuovo questo ristorante giapponese elegante ma con menù economici che accontentano il cliente che non vuole spendere troppo e mangiare bene. Milano, Via D.Moscova, 10 ang. Via Turati. EL PUEBLO ”Il popolo” è il significato del nome di questo ristorante messicano di gestione italiana, sempre aperto, dove è meglio prenotare nel fine-settimana, e dove si prova qualcosa di nuovo, è possibile infatti gustare le cucine…maya e azteca, grazie a preziosi volumi sulle antiche ricette precolombiane! Ci sono due sale, una in stile tempio maya, l’altra (sotto) in stile caraibico. Consigliato il pranzo in settimana con la formula “mangi due, paghi uno” Esiste da 10 anni e propone anche una tessera con abbinamento cena+cinema, interessante. Roma, Via G. De Vecchi Pieralice, 34/36. www.elpueblo.it RANGOLI Esiste da diversi anni l’indiano Rangoli: ne abbiamo trovato una traccia sul lontano N. 5 cartaceo: sempre aperto, non si spende molto e si può puntare su ottimi piatti vegetariani, oltre ai soliti di carne e pesce tandoor. Propone anche 3 menù: “chef”,”ayurveda” e “mare”. Milano, Via Solferino, 36 (zona Moscova) e Padova, Via Aspetti, 116. KOTOBUKI Ex Poporo gestito da un giapponese, classico ambiente dei ristoranti di questo tipo, semplice e informale. Da fuori non gli si dà molto, passa inosservato, ma propone un’onesta cucina. Chiuso lun. e sabato a pranzo. Milano, Via Piccinni, 25 (zona Loreto). KIKI Altro giapponese reduce del N.14, è il Kiki, che esiste da 5 anni ed è una manna per gli amanti del sushi, visto che si è allargato e ora ha tre locali, spesso affollati. Locale elegante, un po’ caro ma con una vasta scelta. Torino, Via della Rocca, 39/g (chiuso lunedì e sabato e domenica a pranzo), Via Cesana, 72 (solo per take away) e Via Villa Della Regina, 9 (più interessante: oltre al sushi propongono altri “street food” orientali). GOA II Andiamo in Germania dove c’è questo indiano tradizionale con una sala per pranzi speciali e un negozio; molte le specialità vegetariane. Berlino, Gleimstraße 17/18 (zona Prenzlauer Berg) www.goa2-berlin.com MONSIEUR VUONG Sempre nella capitale tedesca c’è questo ristorante dal simpatico nome: specialità vietnamite selezionate, fa anche servizio catering e take away. Berlino, Alte Schönhauser Str. 46 (zona Berlin-Mitte) www.monsieurvuong.de SHINTO Per chi è stanco dei soliti giapponesi, ecco l’insolito Shinto, fusion orientale che propone: jap,indonesiano e cinese e piatti particolari. Gestione…russa al femminile, chef siberiano-lappone dagli occhi a mandorla. Ogni sera 29 spettacolo con cuoco “acrobata” alla piastra teppanyaki e schermo con tanto di immagini di anime e film di Kitano. Il locale è un po’ troppo modaiolo e tutto sembra organizzato alla perfezione, poi c’è la musica chill out e lounge. Tutto questo si paga piuttosto caro nel conto finale ma è da provare. Roma, Via Ludovisi, 41. Cinesi a Roma? Eccone ora una carrellata, ne esistono veramente tanti e in tutte le zone, impossibile provarli tutti: Vecchia Cina (sempre aperto ,Via P. Foà, 2), Wah Pei (chiusura invernale lunedì, Lungomare delle Sirene, 552), Xiang Shan (Via Bisagno, 18), Vento dell'Est / Dong Fen (Via Trionfale, 14053 - Cassia), Vento d'Oriente (sempre aperto,Via Casilina, 447), Wong Ho (italo-cinese,Via Cavour, 126), Xing Hua (Piazza Marco V. Agrippa, 21/23), Xian Du (Via Aurelia, 611) HANG ZHOU C’è un omonimo a Milano (vedi N. 15), questo dicono sia il migliore a Roma, presente sulla Guida del Gambero Rosso (Via Via S.Martino ai Monti 33/c ang. Merulana) dal menù infinito, ma è sempre affollatissimo; non chiude mai. RE SALOMONE Ristorante ebraico/israeliano con ricette yiddish e vari piatti, interessanti gli antipasti simili a quelli arabi, con tehina, hummus e babaghannush. Attenzione perchè chiude il sabato e il venerdì sera. Milano, Via Sardegna, 45 (zona De Angeli/V.le Bezzi). MANDARIN 2 Ristorante cinese storico che si differenzia un po’ dai soliti, a Milano è considerato da molti uno dei migliori; propone (su prenotazione) piatti un po’ diversi dal solito. I ravioli sono fatti a mano con la farina di grano e la clientela è affezionata. Chiude al lunedì. Milano, Via B.Garofalo, 22/a (zona Piola/Loreto). GIN MI Al Gin Mi, aperto da poco, si può gustare la nascente (per noi) cucina coreana, qui abbastanza leggera e molto piccante (su richiesta). Interessanti le portate che arrivano al tavolo cuocendo direttamente ancora nella pentola. Si mangiano zuppe, gnocchi, piatti a base di carne di pollo, manzo o maiale, di pesce, di tofu e di verdura. Un po’ più caro dei soliti cino-jap a cui siamo abituati, è frequentato da coreani e chiude la domenica. Milano, Via G.Paisiello, 7 (zona Piola/Loreto). SUPERSUSHI Ennesimo sushi bar che punta al take away e alla consegna a domicilio. Al bancone si può mangiare velocemente il sushi appena preparato davanti ai propri occhi. Si paga pochissimo e c’è sempre da scegliere qualche offerta del giorno. Chiude al lunedì; sabato e domenica aperto solo alla sera, peccato. Torino, Via delle Orfane, 28. HANA Ringraziamo un lettore che ci ha fatto notare che questo storico coreano non è chiuso, lo credevamo inglobato dal Cooking (vedi N.27), invece è ancora attivissimo, ci scusiamo con loro e, armati anche qui di bacchette (argentate e un po’ pesanti!) proviamo la carne cucinata direttamente su un fornelletto al tavolo e i vari contorni nelle ciotoline. Da evitare i cibi troppo piccanti e i piatti un po’ più cari. Il locale è minimal, accogliente e frequentato più da coreani che da italiani, chiude sabato a pranzo e domenica. Milano, Via Lecco, 15 (zona P.ta Venezia). HANA BI Ristorante giapponese omonimo e della stessa gestione di quello del N. 15, sta per aprire in questi giorni come “sushi cafè & restaurant. Milano, V.le Umbria, 58 (ang.Via Ennio). THAI ELEPHANT Non economico, come spesso accade coi thailandesi, ma sicuramente da provare: un posto romantico e adatto a cene a lume di candela. La gestione (italo-thai) è ambiziosa e ci tiene all’originalità del locale, dai piatti al personale. Un immersione nel paese asiatico: proprio di fianco gestisce anche l’ennesimo…centro massaggi thai! Piatti romatici e profumati ricchi di frutte e verdure esotiche. Tra le specialità: il gai hor bai tong, dei bocconcini di pollo avvolti in foglie di banana e il tom yam gung, una zuppa di gamberoni piccante. Milano, P.zza Aspromonte,43 (zona Città Studi). 30 NEGOZI: Ima Sumac (Via Padova, 3) prende il nome dalla famosa cantante - vedi News from - questo negozietto di bigiotteria e prodotti artigianali peruviani. Khan Alimentari (Via Padova, 64) ha prodotti alimentari sudamericani ma anche da tutto il mondo. El Chasqui (Via Padova, 68) El Tambo (Via Eustachi, 48) e Mercato Latino (Via Imbonati, 6) sono negozi di alimentari dall’America Latina. El Carajito (Via Fratelli Bandiera, 116, Sesto San Givanni – MI -) è una polleria sudamericana. China Market International Food (Via Padova, 27), Wan Xiang (C.so P.ta Ticinese, 98), Shun Da (Via Aleardi, 6) e Phamilian (Via Paracelso, 1) sono negozi di alimentari cinesi. Jaipur è una catena di abbigliamento etnico con tre punti vendita: a Milano in P.zza VI Febbraio, 26 e V.le Coni Zugna, 56 e a Laigueglia (SV) in Via Dante, 59. Sakura (V.le Lazio, 6) prende il nome dal fiore di ciliegio, il fiore nazionale giapponese, ed è un negozio di abbigliamento, arredamento e oggettistica nipponico. Emporio Kipucom (Via Eustachi, 48) è un negozio sudamericano di oggettistica e regali. Sharito (Via dei Transiti, 4) è un negozio sudamericano specializzato in torte e decorazioni e servizi annessi. Nilufar (Via della Spiga,32 www.nilufar.com) è un negozio etnico di mobili, antichità, tappeti (persiani,cinesi,contemporanei,ecc). Aperto da poco, il Miss Saigon (V.le Piave, 7) è un negozio di artigianato vietnamita. Latitudini Mobili (Via D.Alighieri, 32, Cernusco Sul Naviglio –MI) importa mobili antichi da Cina, Mongolia e Tibet. Orissa (Via Tortona, 36) è un negozio di mobili stile coloniale, arredamento, idee regalo, ecc. La merce arriva da India, Indonesia, subcontinente Indiano e sud est asiatico. Se siete a Bangkok, in Thailandia, fate un salto da Manga (Central World Plaza), che, ovviamente è una libreria dedicata ai fumetti e all’arte. Se siete a Londra non potete non recarvi a Portobello Road, dove non manca di certo l’etnico: ogni sabato si rinnova il più grande mercatino delle pulci e di antichità del mondo; oltre 1000 espositori inglesi e stranieri. PALESTRE: Ko Sen (C.so Lodi, 74) è un dojo giapponese di arti marziali dove si insegnano: judo, aikido, ginnastica, tai chi, yoga e qwan ki do. La Palestra Leonardo (Via Battaglia, 6) ha moltissime attività, tra cui corsi di capoeira, yoga e taekwondo. SALUTE, RELAX & BENESSERE: Black Queen Salon (Via Panicale, 12/r) è un parrucchiere-centro estetico nigeriano a Firenze. Xiaoxiao è un ambulatorio di medicina cinese dove si pratica anche il massaggio tuina pediatrico; per informazioni: www.fistq.org. Xin Yuan (V.le Pisa, 4) è un nuovo parrucchiere cinese per uomo, donna e bambini. Mido (Via Padova, 79) omonimo del ristorante (vedi N.25) è un parrucchiere arabo per uomo e donna. LOCALI && DISCOTECHE: La Maquina del Sabor (Via Paravia, 59) è una discoteca latinoamericana aperta al sabato e domenica, con musica dal vivo e ingresso gratuito. Due bar africani: Green Bar (Via Tadino, 13, eritreo) e One Love (Via L.Palazzi), entrambi aperti tutti i giorni. Puerto Alegre (Via Borsi, 9/2) è un ambizioso locale in stile azteco/maya e lo stile tipico delle fazendas messicane. Organizzano spettacoli, aperitivi, musica dal vivo e serate in cui si balla; ristorante con cucina mediterranea, tropical bar e sale caraibica e maya. Mosquito Club 71 (Via Toffetti, 71) è una discoteca sudamericana. 31 RIVISTE: Mirada Latina è una rivista per tutte le comunità latine in Italia. Etnie (http://etnie.org/cdc/ si trova anche su internet in formato pdf), è una rivista fiorentina che promuove il dialogo tra le culture. Alcune riviste mensili dal mondo: Al Kifah al arabi (Libano), Proceso (Messico), The weekender (Indonesia), New African (rivista inglese dedicata la continente nero), Shahrvand e emrouz (Iran), Los Tiempos (Bolivia), China Newsweek (Cina), Frontline (India), Cambodge Soir Hébdo (Cambogia). Meridiani tratta anche temi etnici e ha recentemente parlato di Antico Egitto. Ad Hong Kong in edicola troviamo il South China Morning Post con la sua edizione domenicale Sunday Morning Post, l’Apple Daily (ce n’è una versione omonima anche per Taiwan) e The Standard: tutti in lingua inglese. Mondomix (www.mondomix.it) è una rivista gratuita di musica etnica. Disegna Manga & Anime è una nuova collana della De Agostini in 60 uscite, che insegna le tecniche di disegno per realizzare i personaggi dei fumetti giapponesi. Da un po’ di tempo è nato Al jarida: il giornale itarabo, realizzato dall'associazione Medinaterranea con il contributo della Provincia di Milano; un periodico mensile gratuito che cerca sponsor, per alcuni aspetti simile al nostro “Etnomondi”; è il primo in italiano con traduzione a fronte araba ed è scritto da italiani e da figli di immigrati egiziani nati nel nostro paese. Il nome del giornale significa “Il Giornale” per l’appunto, e si legge in orizzontale: “perché due alfabeti che scorrono in direzioni opposte si incontrano e convivono in un’unica pagina”. Progetto semplice ed interessante. Il sito è ben fatto, si possono leggere i numeri del periodico in versione pdf, tradurre dall’arabo all’italiano e viceversa: www.aljarida.it Hera e Cronos (www.acaciaedizioni.com) sono due riviste che si occupano di archeologia, misteri, miti, civiltà scomparse, ecc, spesso con temi etnici. ASSOCIAZIONI & CENTRI: SPORT: Alcune associazioni per la comunità cinese presenti nella Chinatown milanese: Associazione di Donne Cinesi in Milano; Associazione Generale di Donne Cinesi in Lombardia; Associazione Cinesi di Ruian in Nord d’Italia; Associazione della Comunità Cinese di Wenzhou in Lombardia; Associazione Cinese della Provincia di Zhejiang in Milano. Consolati: Colombia (Foro Buonaparte, 12), Bolivia (V.le Elvezia, 10/a), Perù (Via Benigno Crespi, 15), Brasile (C.so Europa, 12), Cile (Via San Pietro All’Orto, 11), El Salvador (Via Carlo Botta, 19), Venezuela (L.go Toscanini, 1), Paraguay (Via V.Monti, 79/3), Haiti (P.zza Duomo, 19), Panama (Via Bagutta, 3), Messico (Via Cappuccini, 4). Alcune associazioni latinoamericane: Asociación Amigos de Colombia (Via Montofarno, 14, Monza -MI-), Asociación de Peruanos Residentes en Bérgamo (Vicolo del Consorzio, 1, Bergamo), Asociación Ecuador Solidario (Via Noverasco, 11, Opera -MI-), Asociación Cultural Peruana (Via G.Mazzini, 20). Studio 3R (Via Confalonieri,3 www.studio3r.net) è una cooperativa sociale di mediazione linguistica culturale e un circolo culturale. Organizzano corsi vari e pratiche per stranieri.Col nome quasi uguale a un'altra associazione (vedi N.25) ecco Zagharid (www.zagharid.it) associazione ARCI con corsi di danza del ventre. Pinoy Club (Via Marcona, 41 www.pinoyclub.it) è un’associazione no-profit per i filippini nel mondo. Per imparare le lingue orientali l’Italia offre diversi indirizzi universitari: Università degli Studi di Napoli L’Orientale (www.iuo.it), Università Ca’Foscari di Venezia – Lingue, culture e società dell’Asia Orientale (www.unive.it/nqcontent.cfm?a_id=47027), Università La Sapienza di Roma – Facoltà di Studi Orientali (w3.uniroma1.it/studiorientali/). Venditti (Via Mestre,12) è una scuola di danza che organizza vari corsi di balli caraibici. Europe CN è un’agenzia per cinesi che organizza matrimoni e lune di miele con annessi e connessi; varie sedi (Milano,Roma,Padova e Reggio Emilia: www.europe-cn.com). La Mariposa Tango (tel.338-2877110) è una scuola originale di tango argentino a Milano con corsi singoli e collettivi. Grupo de Capoeira Angola Mãe (presso Associaz. Casa Morigi, Via Morigi, 8) organizza lezioni di capoeira brasiliana. Sahaja Yoga (presso Negozio Civico, L.go Corsia dei Servi, 11) è una serie d’incontri di meditazione (da marzo a maggio). Corsi di yoga anche all’ Accademia di Kriya Yoga (Via L.B.Alberti, 6 www.kriyayogaccademia.it) CORSI,RELIGIONE,VIAGGI: 32 Darfur: crisi o genocidio? Se né parlato molto sulla crisi nel Darfur e molte sono le associazioni umanitari. Per chi non lo sapesse il Darfur si trova nella parte occidentale del Sudan, nel deserto del Sahara. Per la crisi ancora in corso nel Darfur hanno spesso usato la parola “genocidio” –come lo sterminio degli ebrei- dicendo che si tratta di violenza, guerra nata da un problema etnico o religioso. Né l’uno né l’altro è il problema e non dovremmo nemmeno usare la parola “genocidio”, questa è ancora una volta guerra economica in un paese ricco, di gente povera, impoverita dal solito Occidente che spesso ama mettere le mani dove non dovrebbe. Troppi sono gli interessi purtroppo in quel paese degli americani, israeliani, cinesi… Il paese ha molte risorse: petrolio; gas naturale; cotone; canna da zucchero; banane; patate dolci ecc. Il Sudan è un paese di prevalenza musulmana, soprattutto al nord, poiché i sudanesi hanno origini arabe, sono molto simili agli egiziani del sud (Nubia), scuri di carnagione. Nel sud invece ci sono soprattutto sudanesi cristiani, animisti, indigeni. La lingua parlata è l’arabo, le lingue sudanesi, il nubiano, il kunama… Diverse sono le etnie: dolicocefali; shilluk; dinka; nuer; lokuto; nuba; bongo; bari; lango e molte altre. I conflitti nel Darfur sono numerosi nella storia come negli anni 80, sempre per il petrolio e in questo decennio. Fino a quando durerà tutto questo? 33 SPECIALE CORTOMETRAGGI PARTE 2 Ci fa piacere avere ricevuto opinioni positive su questa nuova rubrica che fa da “coda” a “Tracce sulla sabbia”, sinceramente non ce lo aspettavamo! Anche in questo numero abbiamo scovato vari cortometraggi dal mondo e di vari periodi, speriamo che la nostra ricerca vi entusiasmi ancora… FOOSKA di Samy Elhas, comm., DEMOCRACY ROCKS Tunisia/Marocco, 2007, durata: 26’. Con: Foued docum., Litaim, Fares Khiari. Distr.: Nouvel Atmosphère documentario in inglese sui 19 giorni dell’aprile Prod. Girato in arabo in 35mm: dal banale 2006 che hanno cambiato il Nepal con l’arrivo ritrovamento di un bigliettino durante un esame della democrazia. scritto di pensiero islamico, si scatena quasi un giallo poliziesco grottesco e divertente. Nepal/Italia, di Leonardo Ferri, 2007, dur.: 46’. Un EN EL ESPEJO DEL CIELO di Carlos Salcés, avv., Messico, 1998, dur.: 10’. Con: Malcom X-VISION di Rado Andriamanisa, dramm., Vargas. Distr.. Beret Films. Surreale e poetico: un Madagascar,2007, durata: 9’. Con: Gala,Shox,Rina. bambino di campagna riesce a catturare il riflesso Distr.: di un aereo su una pozza d’acqua in un cassetta di Centre Culturel Albert Camus- Antananarivo. Una scena di violenza urbana: in città un’aggressione e l’inutile intervento di un giovane si ripete da diversi punti di vista. legno ma alla fine gli dà la libertà. ARRANGING LOVE di Sheila Jayadev, docum., Australia, 2006, dur.: 28’. Interessante CAPITAL Mehedff, CIRCULANTE di comm.,Brasile,2004,dur.: Ricardo 10’. documento in inglese sulla realtà dei matrimoni Con: combinati, delle regole dell’amore e delle relazioni Ricardo Blat, Fellipe Marques. Distr.: Ibrit. tra le seconde generazioni di indiani che vivono in Divertente e pieno di ritmo, l’avventura di Australia. un’auto che in 24 ore passa da una persona all’altra per essere rivenduta come nuova dal concessionario allo stesso primitivo proprietario! GREEN ROSE di JC Hung, dramm., Taiwan, 2002, dur.: 12’.Con: Alex Ko, Trinity Ting. Distr.: JC Hung. Basato sulla storia vera di un incidente ROUZBLÉZONNVER di Wassim Sookia, Mauritius,2009, dur.:28’.Distr.:COE. Parlato in dialetto morisyen, un corto che parla degli del 1981, un corto sui diritti civili dei taiwanesi; senza dialoghi, solo musica. abitanti delle isole Mauritius, della loro umanità e 9 Y 20 solidarietà Messico, nel giorno della festa di Roberto Aguilera, dramm., 2005,dur.:10’.Lavitaapparentemente significa insignificante e monotona di un uomo viene “rosso,blu,giallo e verde”, i colori della bandiera apprezzata da qualcuno. Un elogio delle piccole di questa piccola repubblica lontana. cose. dell’indipendenza. WARAMUTSÉHO! Il titolo di Auguste Bernard EL ÚLTIMO VAGÓN di Osvaldo Daicich, Kouemo Yanghu, dramm., Camerun/Fra, 2009, dramm.,Cuba/Argentina,2001,dur.: durata: 21’. Il rapporto tra due studenti ruandesi J.A.Rodriguez.La in Francia cambia di fronte alle immagini prossimo alla pensione la cui vita cambia grazie televisive del genocidio nel loro paese. ad un bambino. vicenda di 14’. un Con: ferroviere 34 GUNDAM Ci troviamo di fronte ad un classico, una serie interminabile, innovativa e quindi diversa dai soliti robot super eroi che combattono quasi sempre sulla Terra contro i nemici alieni. La serie di Gundam è più realista, considerata “real-robot” e non “super-robot” come Mazinga & co. Cominceremo con la prima serie, la saga capostipite del 1978-79, trasmessa in Italia per la prima volta nel 1980 e alla quale siamo più legati. Quale migliore occasione il trentennale di Gundam per parlarne? Un anime più maturo degli altri di Go Nagai, più tecnico, più spaziale. La serie è anche ambientalista e contro tutte le guerre, particolarmente innovativa proprio perché realistica, e con ogni schema meccanico che corrisponde ad una logica scientifica ben precisa, infatti la storia è basata su teorie e ipotesi sulla vita futura dell’umanità, sviluppate da vari scrittori e scienziati, differenza dei primi robot, che erano dei guerrieri con fantasiose armi, ispirati agli antichi samurai, senza una particolare cura per l’aspetto tecnologico. In primo piano la guerra e la solitudine dell’individuo che si trova a doverla fronteggiare, e la cura per la psicologia dei personaggi. Di Gundam ci ricordiamo la prima sigla “Eccomi sono Peter Ray comandante del robot” - che in realtà si chiama Amuro Ray -, delle armi del robot, del nemico numero uno Scia (Char Aznable), in realtà Casval, fratello di Seira amica del Gundam; ci ricordiamo della lunga serie dei manga, dei modellini in vendita nei negozi ancora oggi. Il prologo dell’anime dice: "È già trascorso mezzo secolo da quando, a causa della sovrappopolazione, parte dell’umanità fu costretta a trasferirsi su gigantesche isole spaziali che ruotano come tanti satelliti intorno alla terra. Queste isole sono 35 diventate ormai la seconda patria per queste popolazioni che vivono, lavorano, procreano, conducono insomma la stessa vita alla quale erano abituati sulla Madre Terra”. E questo spiega lo spirito della serie. Il robot della prima serie - più amata e famosa delle successive - è pilotato da Peter Ray (o Rei), figlio del progettista del Gundam. Le stazioni-satellite che orbitano intorno alla Terra sono chiamate “Side” e sono abitate da milioni di persone. La storia della prima serie è incentrata sulla lotta nello spazio e sulla Terra tra le forze terrestri con l’astronave chiamata Base Bianca e il robot Gundam impegnati contro i cattivi del principato ribelle di Zeon (o Jion) e i loro innovativi robot umanoidi detti Mobile Suit, cui solo il Gundam può tenere testa. Molti sono i personaggi, inoltre l’anime è complesso e pieno di colpi di scena, sebbene in qualche punto possa sembrare un po’ lento, ma è piuttosto adulto e si caratterizza per l’inusuale umanità del protagonista, un ragazzo-pilota ancora troppo giovane e pieno di timori e di inquietudini che lo rendono ribelle e fragile. La palla-robot Haro, realizzata dallo stesso Peter Rei, rappresenta uno dei lati comici che alleggeriscono la narrazione. Le varie serie di Gundam, tra televisive, cinematografiche e in video sono addirittura una trentina (!!!) e seguono delle linee temporali, la prima viene inserita nel cosiddetto Universal Century. Molti anche i romanzi, i film, i videogiochi, i libri, ecc. generati dalla serie di Gundam. L’anime è prodotto dalla Nippon Sunrise e si intitola “Mobile Suit Gundam” in giapponese “Kidō Senshi Gandamu”( 機動戦士ガンダム)che significa “Gundam il Guerriero dall’Armatura Mobile”. Fu ideato da Yoshiyuki Tomino, creatore di “Zambot 3” e di “Daitarn III”. La prima serie è di 43 episodi e il primo manga è addirittura del 1994, successivo alla serie televisiva. Fu trasmessa in Giappone su Nagoya Broadcasting Network tra il 1979 e il 1980, mentre in Italia approdò su Telemontecarlo e sui circuiti locali nel 1980 e, nel 2004 su Italia 1 con un nuovo adattamento più fedele all’originale. Esistono anche 3 lungometraggi riassuntivi, usciti tra il 1981 e il 1982, per ora ancora inediti in Italia. Alcune curiosità: l’esatta pronuncia per Gundam è “gandam”. Inizialmente in patria Gundam non ebbe successo, successo che arrivò in seguito alla messa in vendita dei modellini mecha, diventando poi il cult che conosciamo oggi. Gundam è praticamente un eroe nazionale in Giappone e si trova ovunque, perfino sui francobolli, e l’anno scorso è stata addirittura eretta una statua bronzea del Gundam RX-78-2 di fronte alla stazione ferroviaria di Kamiigusa nel municipio di Suginami, a Tokyo! 36 NAM JUNE PAIK VIDEOPIONIERE SPERIMENTALE Nato nel 1932 a Seoul, in Corea del Sud,e morto a Miami nel 2006, Nam-June Paik(백남준/白南準) è considerato il pioniere e padre fondatore delle arti elettroniche, nate e cresciute negli anni ’60. Ha studiato e lavorato a Tokyo, Düsseldorf e negli U.S.A. Nel 1963 ha partecipato a Exposition of Music – Electronic television, una mostra considerata oggi la prima esposizione di video arte, dove si mescolavano musica, elettronica ed immagine elettronica. Tra le sue opere più bizzarre e innovative, ricordiamo i primi lavori minimalisti sulla distorsione televisiva con registrazioni di immagini elettroniche distorte magneticamente alla tv; le sperimentazioni di ripresa e la rielaborazione di registrazioni con la telecamera; la costruzione del video-sintetizzatore con Shuya Abe; le videoinstallazioni artistiche di forte impatto, spesso formate da multiple televisioni accese contemporaneamente, la torre con ben 1003 monitor eretta per i Giochi Olimpici di Seoul del 1988; i robot; l’antica statua di un buddha ripresa da una videocamera che si guarda nel monitor: incontro ideale tra la religiosità orientale e i media occidentali; l’installazione con la donna che suona monitor anziché il violoncello; la grande tartaruga formata da monitor, ecc. Fu membro del movimento Fluxus e la sua influenza è ancora enorme ai nostri giorni. Per i suoi lavori filmati usava la pellicola, all’epoca non esistevano ancora videocamere, telecamere e tutto ciò che abbiamo oggi. Gli artisti come lui creavano una nuova concezione, una nuova idea di televisione. Le opere venivano poi proiettate tra amici in casa o in magazzini in disuso. Videoarte è stato un termine coniato da altri, non dagli artisti: meglio parlare di arti elettroniche. Nel 1965 convinse un’azienda futura multinazionale – la Sony - a produrgli il prototipo della prima videocamera portatile per le sue esigenze artistiche. Solo in seguito questi apparecchi si diffusero nell’uso quotidiano: tutti hanno potuto filmare, non solo l’artista. Pensate all’importanza, portare la tv e il video alla portata di tutti quando non lo erano. Il suo impatto con l’arte del video e della televisione è stato profondo. www.paikstudios.com 37 VOCI DAL NILO - i libri consigliati - L’arte della guerra di Tzu Sun, Mondadori, pagg. 230, € 8,80. Questo libro è un trattato di strategia militare cinese antichissimo usato ancor oggi nelle scuole di management di tutto il mondo. Il Ramayana a cura di Krishna Dharma, Om Edizioni, pagg. 258, € 25. Un libro storico sui valori e l'essenza spirituale dell'antica società indiana, tra misticismo e mitologia. Uomini in Africa a di P.S. Calza, I.S.M.E., pagg. ?, € ? Risale agli anni ’60 questo libro dell’Istituto Saveriano Missioni Estere di Parma con la testimonianza di un padre missionario in terra africana. Il drago nel cuore di Shoko Tendo, Garzanti, pagg. 199, € 17,60. La drammatica autobiografia di una ribelle e orgogliosa figlia di un boss della yakuza, che, dopo violenze e spietate tradizioni familiari, è riuscita a rifarsi una vita. I compagni del Profeta di Abdul Wahìd Hamìd, traduzione di Ali Azzali, Ed. El Hikma, pagg. 208 e 224. Chi erano i veri musulmani dei tempi di Maometto? Leggete i due volumi: il primo ha la copertina blu, il secondo rossa. Ricordano un altro libro in circolazione anni fa, Storie dei Sahaba di Muhammad Zakariyya Kandhalvi, tradotto da Mario Abdullah Cavallaro, anch’esso fondamentale per il musulmano ed oggi difficilmente reperibile. Questi nuovi due volumi approfondiscono le storie dei Sahaba, facendoci conoscere anche altri compagni del Profeta Muhammad (Maometto) fino ad ora a noi poco conosciuti. Libri molto scorrevoli e l’idea di dedicare ogni capitolo ad uno dei compagni del Profeta è ottima. La perfezione del corpo di Bruce Lee, Mondadori, pagg.207, € 13. Il libro scritto da Bruce Lee in persona spiega cosa sono le arti marziali secondo lui: l’espressione artistica del corpo umano. Libro interessante con molte spiegazioni e illustrazioni. Come disegnare i manga: più di 50 lezioni di Lea Hernandez, Grandi Manuali Newton, pagg.112, € 14. Un libro utile per chi vuole cimentarsi nel disegnare i manga e per chi è incuriosito e amante di quest’arte nipponica. Con tanto di lista di espressioni –ce ne sono davvero tante, più di quanto immaginate-. Svela molte tecniche a noi sconosciute. Kamasutra di Mallanaga Vatsyayana, Mondadori, pagg. 200, € 6,20. Per la prima volta parliamo del trattato che è un classico dei classici dell’arte dell’amore. Nella cultura indiana il piacere sessuale è considerato sacro. La bambina che non poteva sognare di Bina Shah, Newton Compton, pagg.288, € 12,90. La storia delle difficoltà e della fuga verso un futuro migliore di una bambina pakistana cristiana di un quartiere povero di Karachi. Oltre la muraglia di Rita Fatiguso, Il Sole 24 Ore, pagg. 116, € 14. Quasi omonimo di un libro del N.24, dal Guangdong allo Jiangsu, un reportage sulle aziende italiane che “sfidano” la Cina. 38 Ce n’è per tutti i gusti con: Fiabe africane, Fiabe buddiste, Fiabe tibetane, Fiabe ebraiche, Fiabe dei Pueblo, Hopi, Navajo, Sioux e Cheyenne tutti di A.A.V.V. per Mondadori con prezzi dai 5 agli 8 €, fanno parte dell’interessante collana “Fiabe e leggende di tutto il mondo”. CinemAfrica di A.A.V.V., COE, pagg. 34, € 5. Davvero carino questo libretto che parla brevemente del cinema africano recente e dei suoi registi, con tanto di coloratissime locandine e brevi schede di film. In omaggio l’opuscolo francese Idrissa Ouedraogo Réalisateur di Olivier Barlet, Éditions de l’ Œil con le foto sui set del grande regista del Burkina Faso. Il Tao della guerra di Ralph D.Sawyer, Mondadori, pagg.270, € 8,80. Il sottotitolo è “La sapienza cinese e l’arte del comando”, antologia dei testi cinesi sull’arte della guerra con le tattiche e le strategie vincenti. Una pace perfetta di Amos Oz, Feltrinelli, pagg. 352, € 17,50. Parliamo per la prima volta dell’autore ebreo con l’ultimo romanzo, tra conflitti familiari e due diverse generazioni, quella che aveva sognato una società ideale in Israele e quella che deve ereditare quello che hanno costruito e affrontare le nuove realtà. Zulu di Carl Férey, Mondadori, pagg. 347, € 18. Uscito a marzo, un romanzo tra guerra, apartheid, violenza e orgoglio dell’etnia zulu. Lo Zen e l’arte della spada di Takuan Sōhō,Mondadori, pagg.128, € 6,20. Scritto da un monaco zen, i segreti dello “spirito della spada” giapponese, simbolo di potere e purezza, strumento per profondi esercizi spirituali. Per gli amanti delle culture dei Nativi Americani, ecco, per Mondadori, le antologie: I figli del Grande Spirito a cura di G.Strazzeri, pagg. 350, € 7,23, Leggende degli indiani d’America a cura di G.E. Lankford, pagg. 406, € 7,23, dedicata ai popoli sudorientali, Il respiro del Grande Spirito a cura di G.Strazzeri, pagg. 336, € 6,71, Miti e leggende degli indiani d’America a cura di R.Erdoes e A.Ortiz, pagg. 700, € 8,40 e Quando il coyote parlava alla luna a cura di G. Strazzeri, pagg.336, € 7,23. Le religioni del mondo di Christopher Partridge, San Paolo, pagg. 496, € 46. Un po’ caro ma un vero e proprio “mappamondo delle fedi” questo libro con tutti i culti e le religioni. Molte le illustrazioni e le schede di approfondimento. Young samurai - La via del guerriero di Chris Bradford, Mondadori, pagg. 356, € 17. Un libro per ragazzi di più di 12 anni, grande successo e prima parte di una trilogia e presto anche al cinema; si svolge nel 1611, quando Jack, da marinaio, si trasformerà in samurai predestinato. L’autore –inglese – è cintura nera nell’arte del combattimento ninja ed esperto in molte discipline marziali, tra cui l’uso della spada samurai. Hagakure di Yamamoto Tsunemoto, Mondadori, pagg. 208, € 7,80. Un libro segreto con gli insegnamenti sul codice d’onore dei guerrieri samurai e la loro antica sapienza. Rio De Janeiro, la poesia di Ipanema di Bruno Barba, Unicopoli, pagg. 127, € 10. Uscito due anni fa, un libro dedicato all’incredibile vitalità della città brasiliana, vista da occhi poetici. La tazza e il bastone di Taïsen Deshimaru, Mondadori, pagg. 128, € 5,20.Sono 111 storie zen narrate dal maestro fondatore dell’Istituto Culturale Asiatico del Giappone. 39 La stanza celeste di Eva Wong, Mondadori, pagg. 192, € 6,80. Sono racconti tradizionali queste fiabe divertenti e provocatorie dei maestri del Taoismo. Della stessa autrice ed edizioni anche Il grande libro del tao, pagg. 266, € 6,80, una guida che ci spiega le origini del Taoismo anche con gli aspetti meno conosciuti e i rapporti con le altre dottrine. Cinafrica di Michel Beuret, Serge Michel e Paolo Woods, Il Saggiatore, pagg. 240, € 19,50. Reportage nato dalla mostra omonima di Paolo Woods, che ha seguito i cinesi che lavorano in Africa. Una sorta di Far West alla cinese in un’ unione di mondi apparentemente inconciliabili, per storia e tradizione, tenuti insieme da uno scenario di espansione economica che non ha precedenti. Sullo stesso argomento (l’invasione economica cinese nel continente nero) ecco l’intervista Africa gialla di Angelo Ferrari, Utet, pagg.121, € 13. Satoshi Kon. Il cinema attraverso lo specchio di Enrico Azzano, Andrea Fontana, Davide Tarò, Associazione Culturale Il Foglio, pagg. 264, € 15. Saggio che analizza i lavori di uno dei più apprezzati autori di anime nipponici moderni (“Tokyo godfathers” e “Paprika”, tra gli altri). Il grande libro dello zen di Wong Kiew Kit, Mondadori, pagg. 378, € 9,40. Un famoso maestro racconta la più conosciuta disciplina orientale sotto tutti gli aspetti. Il palazzo delle pulci di Elif Shafak, Rizzoli, pagg. 491, € 19,50. Un godibile romanzo turco ambientato in un bizzarro e fatiscente palazzo di Istambul popolato di stravaganti personaggi. Libro dei re (Shah-nameh) di Ferdousi, Semar, pagg. 708, € 40. Il più grande autore persiano (Abu-‘l Qâsim Mansûr Ferdousî, Tus, Iran, ca. 940 – 1020) noto anche come Ferdowsi, ha composto quest’opera nel X sec., un poema epico classico che ci porta alle origini della storia dell’Iran. Dopo il banchetto di Yukio Mishima, Feltrinelli, pagg. 252, € 7,75. Ambientato nel mondo del lusso e della politica di Tokyo, protagonista la vitale ed ormai anziana Kazu con un nuovo scopo di vita. Dello stesso autore ed editore parliamo anche de Il padiglione d’oro (pagg.250, € 7,50) capolavoro che avevamo letto diversi anni fa: tratto da un fatto di cronaca, il gesto simbolico da parte di un monaco buddhista che diede fuoco a uno dei maggiori monumenti dell'arte giapponese, il padiglione di un celebre santuario di Kyoto, il Kinkakuji, quattrocentesco tempio zen. Il grande Bum Bum di Gyong-Sook Goh, Orecchio Acerbo, pagg. 28, € 16,50. Dedicato ai bimbi fino ai 5 anni, un fiabesco albo illustrato, dalla Corea, paese ospite alla Fiera del Libro per Ragazzi di Bologna. Ho paura torero di Pedro Lemebel, Marcos y Marcos, pagg. 202, € 14. Da un trasgressivo autore cileno, un romanzo divertente e pittoresco tra fate, travestiti e politica! Hong Kong – Passaggio a sorpresa nel porto dei profumi di Marzia Orlandi e Maya Di Giulio, FBE, pagg. 120, € 22. Un testo scorrevole, una bellissima grafica e disegni stupendi per questo originale volume dedicato alla mitica città portule cinese. Delle stesse edizioni e con lo stesso formato orizzontale, Sette mesi in Cambogia di A.A.V.V., pagg. 120, € 15, che raccoglie un diario di viaggio avventuroso nel sud est asiatico e Pechino. Ultimi sguardi sulla città antica di Charles Chauderlot e Shê Lao, pagg. 181, € 23, anche questo un libro artistico fatto con fumetti, tecnica mista e disegni, dedicato alla capitale cinese. 40 I calciatori brasiliani in italia Il Brasile nel nostro paese è popolare soprattutto per il calcio brasiliano. E’ la nazione più forte e l’unica ad aver vinto ben cinque volte la Coppa del mondo! Sono proprio i calciatori brasiliani il piatto forte nelle squadre di calcio italiane. Molti di loro usano un nome d’arte e non il nome completo. Vi ricordate Paulo Roberto Falcao che giocò nella Roma negli anni 80? Esattamente dal 1980 al 1985 come centrocampista, ed era nominato dai romani come “L’ottavo Re”, ha vinto un campionato e 2 coppe Italia. Nel 1983 la Roma perse la coppa dei campioni perché Falcao in quel momento si rifiutò di tirare la palla. Ancora oggi la Roma non ha dimenticato quell’episodio, comunque sia rimane un grande nella storia del football. Ha segnato in serie A 21 gol! Un infortunio al ginocchio molto grave nel 1985 lo costrinse a lasciare tutto e a tornare in Brasile. E chi non si ricorda negli anni 80 quando i cronisti urlavano “Zico, Zico, Zico…GOL!”. Arthur Antunes Coimbra detto Zico. Ha giocato come trequartista nell’Udinese dal 1983 al 1985, segnando con solo 39 partite ben 22 gol! È considerato il più grande calciatore solo dopo a Pelè –vedi “Etnomondi” n. 15 del 2006-. I brasiliani non gli hanno mai perdonato di aver giocato contro loro con l’Italia segnando 3-2 per la nostra nazionale. Si è ritirato nel 1994. Altro calciatore che ha dato molto al nostro paese è Luis Nazario de Lima detto Ronaldo! Ha giocato nell’Inter come attaccante dal 1997 al 2002, con la quale ha vinto la coppa UEFA. Con grande rammarico da parte degli interisti, Ronaldo lasciò l’Inter per il Real Madrid, per poi tornare in Italia nel 2007 per il Milan, per la quale giocò solo per 1 anno. Ha vinto anche il pallone d’oro ed è stato Fifa world player. Nel 2009 è passato al Corinthians del Brasile. Joao Batista da Silva, noto solo come Batista giocò 41 nella Lazio dal 1983 al 1985 e nell’Avellino nel 1985. La sua popolarità l’ha conosciuta soprattutto in Brasile, dove oggi vive facendo il commentatore sportivo. Ronaldo de Assis Moreira noto come Ronaldinho gioca nel Milan come trequartista e attaccante dal 2008. Adriano Leite Riberio, conosciuto semplicemente come Adriano, è un’attaccante. Ha giocato nell’Inter nel 2001, nella Fiorentina dal 2001 al 2002, nel Parma dal 2002 al 2004 e tornato nell’Inter nel 2004. Nel 2007 lascia l’Inter per il San Paolo, per poi fare ritorno all’Inter nel 2008, dove vi ha giocato fino all’1 Aprile di quest’anno. In otto anni ha vissuto con l’Inter 74 gol. Ricardo Izecson dos Santos Leite, noto come Kakà, gioca nel Milan dal 2003 vincendo in quell’anno la Supercoppa europea e nel 2007 la seconda. Altri calciatori che hanno militato in Italia? José Altafini (brasiliano naturalizzato italiano e giocatore del passato), Cafu, Careca (anni '80 nel Napoli), Toninho Cerezo, Emerson, Sócrates (anni '80 nella Fiorentina) Dida (attuale portiere del Milan), Edmundo (detto “O Animal” a causa del caratteraccio) e un certo...Cinesinho che per tanto tempo (anni '50-'70) ha giocato e allenato in Italia in diverse squadre ed era pure famoso .... mai sentito. Per i brasiliani giocare a football è puro divertimento e lo fanno con grande amore ed entusiasmo. La maggior parte di loro sono di origini umili come molti dei campioni citati nell’articolo, la loro popolarità è una grande fortuna per loro, perché li rende ricchi. Ciò non toglie nulla alla loro grande preparazione e la fama di “calciatori più bravi nel mondo” è meritata. Foto vicino al titolo: Falcao, Zico, Ronaldo, Adriano e Kakà 42 LA POESIA HAIKU Per haiku (俳句) o haikai si intende un breve componimento poetico, tradizionalmente senza titolo, che nasce dalla contemplazione della natura e dal mutare delle stagioni. Esso fa infatti riferimento attraverso il kigo alle quattro stagioni: primavera, estate, autunno, inverno, nel quale si cristallizzano le emozioni sfumate che percorrono una stagione. L’haiku fu creato in Giappone dal grande maestro Matsuo Bashō (1644-1694) nel secolo XVII e deriva dal tanka (vedi N.12) il componimento poetico di 31 sillabe che risale già al IV secolo. La vicenda del sommo Bashō è immersa ancora nel mistero e nella sacralità: egli ispirò la sua arte e la sua forma poetica al buddhismo zen quasi alla ricerca di un’ ispirazione profonda che nasce dal rivolgersi intimamente con l'animo verso le piccole cose, le cose semplici della natura e il contatto con il fluire del tempo in dialogo con la solitudine. L’haiku è una suggestione profonda dai toni semplici con una struttura fissa di 5-7-5 sillabe (o corta-lunga-corta) all'interno della quale vengono eliminati i fronzoli come le congiunzioni e molti altri elementi che abbondano invece nella poesia a più strofe. L'haiku è una poesia meditativa di cose non di idee: sta al lettore percepire e interpretare. I poeti dell’haiku sono detti haijin e questa forma poetica è molto diffusa in patria: molte persone comuni scrivono haiku, ed è molto facile trovare libri sul tema, persino qualsiasi quotidiano dedica uno spazio all’haiku. Ecco alcuni esempi: nell’ombra del verde fogliame, stelle, pagliuzze d’oro sinistro: al chiarore di una notte senza luna. gli occhi di un gatto tutto inchiostro. (Yosa Buson) (Kawabata Bōsha) inverno desolato “Ho visto il fondale dell’acqua nel mondo di un solo colore e rieccomi qua”, il suono del vento sembra dire il musetto (Chiyo-jo) di un anatroccolo. dilegua l'eco della campana del tempio; (Naito Jōsō) persiste la fragranza delicata dei fiori; cadono i fiori di ciliegio ed è sera. Sugli specchi d’acqua della risaia: (Matsuo Bashō) 43 L E P O R T E D E L L ’ O R I E N TE : SINGAPORE la citta' DEL LEONE Costituita dall’isola omonima e da una sessantina di isole minori - tra le principali vi sono: Jurong, Pulau Tekong, Pulau Ubin e Sentosa - la Repubblica di Singapore (in cinese: 新加坡共和国)è una città-stato indipendente nell’ambito del Commonwealth. Si trova nel sud-est asiatico all’estremità meridionale della penisola di Malacca e una sopraelevata sullo stretto di Johor lunga 1 km (Causeway) la unisce con Johor Bahru in Malaysia; da poco ne è stata realizzata un'altra per alleggerire il traffico La valuta è il dollaro di Singapore (SGD). La popolazione, prevalentemente buddhista, è costituita per oltre tre quarti da cinesi, seguono malesi, indiani ed eurasiatici. Si parla il cinese mandarino, il malese, il tamil e l’inglese: un vero mix etnico! Paese ricchissimo, Singapore basa la sua economia principalmente sul commercio internazionale e sulle attività finanziarie, in maniera minore sull’industria, soprattutto chimica e di raffinazione, e, ultimamente, sul settore farmaceutico. Il turismo è molto sviluppato. Il porto di Pasir Panjiang è secondo solo a quello di Rotterdam per traffico commerciale, grazie allo status di porto franco e alla posizione strategica sulle rotte che dall’Oceania e dall’Estremo Oriente raggiungono l’Africa e l’Europa. Qui passa anche il fiume Singapore. La parte meridionale dell’isola principale è occupata interamente dalla moderna capitale sorta proprio intorno al porto. Città dalla forma di diamante, dinamica e anche un po’ inaspettata, con le strade trafficate, incorniciate da grattacieli, è famosa per i suoi centri commerciali e le infinite vie dello shopping, ma anche per i bellissimi giardini botanici, i parchi di mangrovie e le riserve naturali. Singapore forse non possiede più quel vecchio fascino coloniale e quell’aria malfamata e piratesca d’altri tempi, ora è una città moderna ma tipicamente asiatica con tutti i pro e i contro: le antiche tradizioni si mescolano alla modernità occidentale: è una città che guarda avanti, considerata il simbolo dello sviluppo economico, avveniristica, con lo skyline di grattacieli che ricorda quello di Manhattan, ma anche le megalopoli cinesi e indiane. Il centro della città sono il Downtown Core e la Chinatown, ma esiste anche una Little India, il quartiere indiano, con i suoi colorati festival e processioni. A Little India si possono acquistare i migliori tessuti per sari, le spezie fresche macinate, o un ritratto del dio hindu che si preferisce. Nei negozietti di Arab Street si può udire il richiamo del muezzin proveniente dalla vicina Moschea del Sultano. 44 Da visitare: il Tempio Thian Hock Keng e il National Orchid Garden, e la giungla del Bukit, dichiarata parco nazionale. Molti i ristoranti cinesi e malesi, indiani e paranakan, e le tipiche bancarelle etniche gastronomiche con spiedini di pesce e frappè di frutti tropicali. A Singapore si mangiano i migliori piatti di varie cucine asiatiche (cinese, giapponese, coreana, thailandese, indiana, malese indonesiana, vietnamita) e addirittura europea, russa e messicana, vi basta? Dall’incontro di tutte queste tradizioni sono nati curiosi piatti locali come i “nonya”, mix di ricette miste cinesi e malesi. Il nome Singapore deriva dal sanscrito Singapura (letteralmente “città del leone”) e una leggenda malese vuole che un principe di Sumatra a Temasek si imbatté in un leone - fatto ritenuto di buon auspicio - che lo spinse a fondare questa città. Da sempre di grande importanza dal punto di vista commerciale, fu abitata fin dal XIV sec., fu presto distrutta dai Giavanesi dell’impero del Madjpahit, fu poi conquistata dal Sultanato di Malacca, e poi dai Portoghesi e dagli Olandesi. Rimase un povero villaggio di pescatori fino al 1819, quando il sultano dello Johore la vendette a Sir Stamford Raffles, emissario della Compagnia delle Indie Orientali. Passò poi direttamente alle dipendenze della corona inglese. Vista l’importanza strategica e la presenza di un base aeronavale inglese, nella seconda guerra mondiale fu occupata brevemente dai Giapponesi e ripresa dagli Inglesi. Ottenne l’indipendenza nel 1959, ma solo nel 1965 in modo definitivo dalla Malesia. Tra gli stati più densamente popolati al mondo, deve questo all’immigrazione e al commercio che sono seguiti all’espansione al rilancio voluti da Sir Stamford Raffles, considerato il fondatore della città moderna. Gli abitanti complessivi sono oltre 4 milioni, 3.438.600 abitanti nella sola città. La mancanza di risorse naturali è stata sostituita dal lato finanziario e commerciale. Il clima dell’isola è caldo- umido tutto l’anno, essendo di poco a nord dell’Equatore.Il tasso di criminalità è molto basso. A Singapore si svolgono tante cerimonie allegre e festose, come la particolare ricorrenza tra agosto e settembre detta “Festa degli Spiriti Affamati”: in questo giorno, secondo la credenza popolare cinese, gli spiriti dei defunti senza progenie o senza appropriata sepoltura, ritornano in questo mondo, liberi di allietarsi e di partecipare agli svaghi terreni. ma devono essere pacificati, nutriti e distratti. Per loro viene bruciato incenso e denaro di carta (hell money), vengono preparate ricche tavole imbandite, recitate preghiere e, nelle strade, vengono allestite rappresentazioni teatrali. 45 MASCHERE INDIOS Nella cultura degli indios troviamo due tipi di maschere: innanzitutto, quelle che impersonificano le forze avverse della natura, che, in ambiente animistico, prendono la consistenza di spiriti maligni. Le principali sono: la madre del vento, il jurupari (demonio), il macaco (spirito maligno), che intervengono soprattutto nelle cerimonie e nelle feste di iniziazione. Poi ci sono quelle che rappresentano il totem del clan di appartenenza: vengono indossate quando la famiglia è in festa. Durante le danze si usa indossare maschere di paglia, altre suggestive maschere sono impiegate soprattutto nei riti di passaggio o dagli sciamani nei riti religiosi, poi è in uso in alcune tribù che l’adolescente debba portare per alcuni giorni un particolare mascherone di paglia, che gli sarà tolto solo quando entrerà a far parte della comunità degli adulti. VISIONI ESOTICHE TV É partita su Rai 4 (digitale terrestre gratuito) il telefilm in 30 puntate La leggenda di Bruce Lee (The Legend Of Bruce Lee, vedi N.23) prodotta dalla tv di stato cinese CCTV per celebrare il mitico attore/atleta qui interpretato da”Danny” Chan Kwok-kwan, visto in “Shaolin Soccer” e “Kung Fusion”. Samurai girl serie d’azione in 6 puntate su Sky Cinema, propone la lotta di una ragazza contro la mafia giapponese. Bakhita - interpretata dall’esordiente Fatou Kine Boye - è una serie di Rai 1 sulla vita di “Madre Moretta”, schiava sudanese diventata suora in Veneto e oggi santificata. History Channel propone le serie di documentari Gli Aztechi: una terribile verità, Gli astri spiegati dai Maya, Egitto: ricerca della civiltà perduta e Tibet, storia di una tragedia. Il distretto di Tiexi è un recente documentario a puntate (dura 300 minuti) sul gigantesco complesso industriale di Tiexi, con la contemporanea morte del paesaggio e della natura tutto intorno; è trasmesso in tarda notte da Rai 3. Segnaliamo TFC (The Filipino Channel) canale satellitare filippino. La tv del villaggio va in onda su You Tube ed è realizzata interamente da ragazze di Shenzhen. Scimmiottano la tv di stato cinese CCTV con tanto di logo con le C rovesciate e realizzano artigianalmente il primo esperimento di giornalismo cittadino tutto al femminile nella Repubblica Popolare. DVD Collegandoci al breve articolo sugli Anuta, se volete saperne di più c’è il dvd L’ultima enclave polinesiana; delle stesse edizioni (Barca Pulita) Tuvalu: un paradiso che affonda e Gli dei del vulcano, tutte relative agli abitanti delle isole polinesiane. In circolazione da mesi, ma ne parliamo solo adesso, è il dvd gratuito Mamdouh: i 20 video/nasheed- video, foto, mp3, imperdibile per gli amanti del genere nasheed/canti religiosi islamici. 21 sono in realtà i video con il cartone animato per i bimbi “La Sirah del Profeta”; presto il seguito (Alam Ed.). GIOCHI Afro Samurai è un gioco per PS3 e XBOX 360 ambientato nel Giappone moderno con sprazzi legati al feudalesimo e con protagonista un inconsueto ninja di colore ispirato all’attore Samuel L.Jackson! Ninja Blade ancora azione per XBOX360 in uscita a giugno: un ninja dei nostri tempi deve farsi largo tra i palazzi e le strade eliminando mostri e demoni che hanno invaso Tokyo. The Story of Hero Yoshitsune è un gioco storico di azione per Playstation 2 incentrato sul famoso samurai giapponese (vedi News from…). 46 DENTRO AL DRAGONE Alla scoperta della Cina SAN VALENTINO IN CINA La Cina, a differenza delle nostre usanze, celebra lo Qi Xi o Qiqiao (San Valentino) il settimo giorno del settimo mese del Calendario Lunare Cinese, che, non includendo tutti e 365 i giorni, aggiunge dei giorni extra ogni due anni per creare un mese aggiuntivo. Ogni 38 anni viene così creato un altro settimo mese, il che significa una doppia festa per un “capriccio” del calendario! Al fine di mantenere il ricordo culturale nazionale e valorizzare al meglio il ruolo positivo delle feste tipiche nel paese, viene mantenuta questa tradizione, anche se i giovani preferiscono festeggiare il San Valentino il 14 febbraio, come noi occidentali, e la tradizionale forma di preghiera e sacrificio è stata gradualmente sostituita dal business dei negozi, dei regalini, delle rose, del cioccolato, ma anche dei tour operator e molto altro. Quindi in Cina abbiamo due San Valentino, uno più tradizionale, l’altro “importato” dall’estero. Purtroppo è diventata una moda (e anche qui un business) farsi delle operazioni di chirurgia estetica: moltissime pazienti hanno voluto una operazione estetica come regalo di San Valentino (doppia) registrando nel mese di febbraio un aumento del 30% delle operazioni di questo tipo. La chirurgia plastica, illegale in Cina fino al 1980, ora rappresenta un business multi miliardario anche grazie alla pubblicità e ai programmi televisivi come “Cenerentola” che in premio offre un’operazione. Detta anche il “festival delle giovani donne”, il San Valentino cinese è un giorno in cui gli innamorati pregano affinchè la loro unione duri e i giovani e le giovani single possano incontrare l'anima gemella. Alla sua origine c’è ovviamente una storia d’amore che risale alla dinastia Han (206 a.C. - 220 d.C.), ma forse ancora prima: la leggenda vuole che Zhinu, la giovane donna di un imperatore e Niulang, un pastore si siano innamorati. L'imperatore li separò a per impedire di vivere il loro amore e li esiliò su due stelle diverse. È soltanto in questo giorno che possono incontrarsi sul ponte Que sul Lago Celeste. Ci sono diverse varianti, come quella che i protagonisti sono due amanti, un pastore terrestre e una fata, creatura celeste, separati da un Dio geloso (o dalla cattiva madre Wangmu) che ha creato la Via Lattea per allontanarli. Rimane invariato il finale: da allora solo una volta all'anno i due amanti possono scavalcare il fascio di stelle per trascorrere una notte insieme... In questo giorno speciale i cinesi possono approfittare per rivelare il loro amore alla persona amata. A livello popolare, la sera del 7 luglio, gli innamorati si danno appuntamento, offrono frutta e bruciano gli incensi per portare sacrificio alla Via Lattea e alle due stelle, pregando per la realizzazione dei propri desideri oppure compiono altri piccoli riti. Come una festa folkloristica dai colori romantici della Cina, la festa del 7 luglio non solo diffonde l’amore sincero, ma racchiude anche i sentimenti familiari, d'amicizia e per il paese nativo, ed è già stata inserita nella lista del patrimonio culturale immateriale cinese. 47 IL RICETTARIO MANGO CHUTNEY [CUCI NA INDIANA] Ingredienti per 4 persone: 6 manghi verdi, 2 cucchiaini di sale, 2 cucchiaini di peperoncino in polvere, 30cl di aceto di vino bianco, 400gr di zucchero, 100gr di mandorle e uvetta sultanina tritate grossolanamente. Preparazione di questa salsa: sbucciate i manghi, grattate in una ciotola la loro polpa, spolverizzate con i 2 cucchiaini di sale e fate riposare per 30 minuti. Mescolate il peperoncino in polvere con un po’ di aceto in modo da ottenere una pasta e mettete da parte. In una pentola, a fuoco dolce, dissolvete lo zucchero nell’aceto rimasto e aggiungete la polpa di mango a cui avrete tolto tutto il succo, schiacciando con il dietro di un cucchiaio. Fate cuocere per 5 minuti circa, aggiungete la pasta al peperoncino e dopo aver mescolato bene, continuate la cottura per circa 12 minuti. Aggiustate il sale, aggiungete le mandorle e l’uvetta sultanina e dopo aver dato un’ultima mescolata, fate raffreddare. Il mango chutney si conserva in frigo in barattoli di vetro per alcune settimane. KOSHERI [CUCINA EGIZIANA] Ingredienti per 4 persone: 200gr di riso, 350gr di lenticchie, 2 cucchiai di olio di oliva, 1 cucchiaino di aglio sminuzzato, 500gr di passato di pomodoro, 150gr di acqua, qualche cucchiaio di aceto, ½ cipolla affettata. Preparazione di questo piatto di lenticchie di riso: lessate il riso a parte, fate rinvenire le lenticchie in acqua tiepida e mettetele in una pentola con abbondante acqua. Portate a ebollizione. Cuocete a fuoco dolce fino a che tutta l’acqua sia stata assorbita. Aggiungete altra acqua, se le lenticchie non sono ancora ben cotte. Preparate la salsa, facendo innanzitutto dorare l’aglio nell’olio caldo. Aggiungete il passato di pomodoro e cuocete per 10/15 minuti. Unite l’acqua e l’aceto e portate a ebollizione. Togliete subito dal fuoco e salate. Affettate finemente la cipolla e fatela soffriggere brevemente in poco olio caldo. Servite disponendo nel piatto uno strato di lenticchie, uno di riso, un altro di lenticchie e uno di riso. Versate a cucchiaiate cipolle e salsa. TONKATSU [CUCI NA GIAPPONESE] Ingredienti per 4 persone: 8 fette di lonza di maiale, 2 uova sbattute, 150gr di pangrattato aromatizzato con 1 o 2 pizzichi di zenzero in polvere, farina, olio per friggere, salsa di soia giapponese (più delicata e meno salata della cinese), sale e pepe. Preparazione di questo tipico piatto giapponese solitamente servito accompagnato da riso bollito o semplicemente dalla salsa Tonkastu, composta da salsa di soia giapponese, senape, salsa Worchestrer e pomodori: salate e pepate le fettine di maiale, passatele nella farina, poi nell’uovo e infine nel pangrattato. Lasciate riposare in frigorifero per mezz’ora almeno. Scaldate abbondante olio per friggere, possibilmente in un wok, poi friggete la carne finché diventerà dorata. MOCH IMO [CUCINA KEN IOTA] Ingredienti:fagioli, granoturco, patate, spinaci, cipolle. Preparazione: bollite i fagioli e il granoturco, fino alla cottura. Separatamente, soffriggete la cipolla con olio e unite le altre verdure tagliate. Quando la verdura sarà cotta, va unita a fagioli e granoturco. Togliete l'acqua in eccesso e schiacciate con un pestello. Più patate si mettono, più l'impasto risulta morbido. Al posto dei fagioli si possono utilizzare anche i piselli. SALI IG [CUCINA ARABO-SAUDITA] Ingredienti: 1 agnello a pezzi, 6 tazze di riso (una per persona), 5 litri di latte, 16 cucchiaini di sale, 250gr di burro, 1 cucchiaino di pepe macinato. Preparazione: cospargete la carne con meta' del sale e 48 con il pepe. Fondete meta' del burro in una grossa pentola e rosolate la carne da tutti i lati. Versate il latte fino a coprire quasi del tutto la carne ed eliminate il grasso. Coprite e lasciate cuocere a fuoco lento finche' la carne e' ben cotta. Togliete 12 tazze del latte di cottura e trasferitele in un’altra pentola dove aggiungerete il resto del sale, il resto del burro, un po' di pepe e la cannella. Portate ad ebollizione e versatevi il riso, precedentemente ammollato in acqua calda e risciacquato molto bene. Coprite e cuocete per 20 minuti. Infine il riso va sistemato in un piatto largo dove vanno sistemati sopra anche i pezzi di carne; decorate con prezzemolo tritato e con spicchi di limone e bagnate col brodo di cottura. Budin de berenjenas (sformato di melanzane) [CUCINA ARGENTINA] Ingredienti: 1kg di melanzane lunghe, 4 uova, 1 cipolla rossa misura media, 4 fette di pancarrè senza crosta, ½ tazza di olio extra vergine di oliva, 2 tazze di latte bollente, 200gr di parmigiano, pangrattato, sale e pepe. Preparazione: pelate le melanzane, tagliatele a pezzetti e fatele cuocere per un quarto d’ora circa. Scolate le melanzane già cotte e lasciatele riposare. A fuoco lento, preparate un soffritto di cipolla, aggiungete le melanzane cotte e saltate leggermente rimestando costantemente. Successivamente unite il pane, il latte, le melanzane con le cipolle precedentemente cotte, le uova sbattute e il formaggio. Mescolate bene il tutto fino ad ottenere un composto omogeneo che verserete con il pane, il latte, le melanzane con le cipolle precedentemente cotte, le uova sbattute e il formaggio. Mescolate bene il tutto fino ad ottenere un composto omogeneo che verserete in una teglia da forno infarinata ed imburrata. Alla fine spolverate con il pane grattugiato e decorate con qualche noce di burro. Cuocete in forno per circa un’ ora a 180°. Servite tiepido o freddo. INSALATA D’ANANAS [CUCINA ZAIRESE] Ingredienti: 1 cespo di lattuga, ½ ananas, 2 bicchieri di olio di arachide, 1 cucchiaino di mostarda, 1 cucchiaio di succo di limone, sale e pepe. Preparazione: preparate una maionese frullando insieme il tuorlo d'uovo, l'olio, il sale, il limone e la mostarda. Lavate la lattuga e sgocciolatela. Sbucciate e tagliate l'ananas a pezzi. In una insalatiera sistemate le foglie di lattuga con al centro i cubetti d’ ananas. Ricoprite con maionese e servite fredda. FAGOTTI NI SPEZIATI [CUCINA MAROCCH INA] Ingredienti: 10 fogli di brik, 250gr di carne tritata un po’ grassa, ½cipolla bionda, 3 uova, 1 bouquet di prezzemolo (facoltativo), 1 cucchiaio di burro, 1 cucchiaino di cannella in polvere, 1 cucchiaino di zucchero, sale, olio di semi per friggere, zucchero a velo. Preparazione: in una padella fate appassire una cipolla grattugiata nel burro e fate saltare la carne tritata con: cannella, prezzemolo, sale e zucchero, finchè gli umori di cottura saranno evaporati, poi versate le uova e girate finchè si saranno rapprese. Piegate verso l’interno i bordi di un foglio di brik, per ottenere un rettangolo stretto e lungo, sistemate nella parte inferiore una cucchiaiata del composto e ripiegate in modo da ottenere un fagottino rettangolare. Ripetete l’operazione fino ad esaurimento dei fogli. Fate scaldare in una padella abbondante olio di semi, friggetevi i brick finchè avranno un bel colore dorato, fate asciugare dall’olio in eccesso e spolverate con zucchero a velo e cannella. MOQUECA DI PESCE [CUCINA BRASILIANA] Ingredienti: 800gr di tranci/filetti di pesce, 2 peperoni rossi, 2 cipolle, 2 limoni, 2 pomodori maturi, 2 spicchi di aglio, qulche rametto di coriandolo o di menta, 1 tazza di olio di palma, 10cl di latte di cocco denso, sale. Preparazione: mondate i peperoni, frullate un peperone e un pomodoro con una cipolla tagliata a pezzi, l'aglio sbucciato e il coriandolo tritato. Tagliate un peperone, un pomodoro e una cipolla a rondelle. Versate metà del frullato in una padella antiaderente con bordi alti. Sistematevi sopra i filetti di pesce e coprite con il resto. Il tutto va lasciato riposare per una mezz'ora. Distribuite nella padella le verdure a rondelle e metà dell'olio. Salate leggermente, cuocete il tutto a fuoco moderato per 20 minuti con un coperchio. Trascorso questo tempo, versate nella padella l'olio rimasto, il latte di cocco e il succo 49 dei limoni. Proseguite la cottura per altri 5 minuti, scuotendo una o due volte la padella per amalgamare bene il pesce e le verdure. Servite con del riso basmati lessato o con polenta di mais. POLLO ALLE MANDORLE [CUCINA CINEse] Ingredienti: 2 petti di pollo da 250gr ciascuno, 150gr di mandorle pelate, 1 radice di zenzero, 1 cipolla, 5 cucchiai di olio di semi, 2 cucchiai di salsa di soia, 3 cucchiai di farina, sale. Preparazione di questo piatto classico cinese: prendete una padella, fatevi riscaldare l’olio di semi, poi deponete le mandorle, lasciate cuocere fino alla loro tostatura; prendete la carne di pollo e, a parte, su un tagliere, tagliatela in piccoli pezzi, poi passate la carne preparata a cubetti nella farina e lasciate riposare; a parte, in un altro recipiente, affettate la cipolla e grattugiate molto finemente lo zenzero. Scaldate nel wok l’olio di semi, immergetevi le verdure e lasciatele soffriggere a fuoco lento per qualche minuto, in seguito aggiungete la carne di pollo tagliata a cubetti ed infarinata e lasciate cuocere il tutto per circa 20 minuti. A cottura quasi ultimata aggiungete le mandorle e la salsa di soia. FIUMI DI VITA: SELENGA Il Selenga è un fiume dell’Asia centrale che scorre tra la Mongolia, la Russia e la Buriazia (Repubblica della Federazione Russa): lungo circa 1400 Km, se lo consideriamo un unico bacino idrografico insieme i fiumi ad esso collegati (Enisej e Angara, che scorrono principalmente in Russia) arriva a 5550 Km piazzandosi al quarto posto tra i fiumi più lunghi del mondo: e pensare che non l’avevamo mai sentito! Il maggiore fiume della Mongolia, paese arido e povero di corsi d’acqua, è proprio il Selenga, che, in questa lingua si scrive Сэлэнгэ гол. Bagna, tra le altre, la città omonima e altre città mongole come Süchbaatar e Chutag; la sua particolarità e che tra novembre è maggio è ghiacciato. Nasce in Mongolia dall'unione di tre fiumi: Delgermörön, Ider e Bügsiin Gol, poi scorre verso la Mongolia del nord, entra in territorio russo e sfocia con un ampio delta nel grande lago Bajkal - il lago più profondo del pianeta -. Il Selenga è uno dei 336 affluenti del lago Bajkal ed è navigabile nel suo tratto inferiore. 50 I M A R O N I T I La Chiesa Maronita fa parte della confessione cattolica che utilizza rito e liturgia di tipo orientale o siriaco con la cultura e la liturgia della Chiesa di Antiochia, la chiesa siriana nata in seguito al IV Concilio ecumenico di Calcedonia, dopo l'invasione araba. Una chiesa che ha sempre vissuto nel mondo arabo e musulmano ed è rimasta sempre fedele alla Chiesa di Roma. Fu istituita nel IV secolo dall’eremita anacoreta Marun (San Marone) libanese contemporaneo di Sant’Ambrogio, vissuto probabilmente nella regione siriana di Apamea (oggi At al-Madiq), i cui discepoli ebbero un’origine monastica, e Maronei furono in seguito chiamati quei cristiani aramei che, sulle sponde del fiume Oronte costituirono una comunità compatta e omogenea subordinata al patriarca melchita di Antiochia. A causa degli arabi, dei giacobiti e degli eretici, furono costretti, nel VII sec., ad emigrare verso il Libano. Qui ora sono quasi 600.000 i fedeli di questa confessione, il cui Patriarcato ha sede a Bkerke. Nel Medioevo, guidati dai vescovi e dalla nobiltà, crearono una società semifeudale. Hanno un Patriarca detto “di Antiochia e di tutto l'Oriente"”, visto sempre, oltre che come difensore della fede, anche come difensore della giustizia e della libertà del suo popolo. Egli viene eletto dal Sinodo dei vescovi e soltanto dopo l’elezione fa professione di comunione con il pontefice di Roma. I Maroniti ( )الموارنةsono oltre 3 milioni nel mondo, con grosse comunità in Egitto, Cipro e U.S.A. e con una comunità piuttosto grande a Roma, dove vivono molti libanesi. La Chiesa è organizzata in 26 diocesi e i sacerdoti non hanno l’obbligo del celibato. La messa dei Maroniti ha una lunga durata: oltre due ore e parlata in lingua siriano-aramaico, la lingua di Gesù. L’altare non è rivolto verso l’Assemblea e i sacerdoti celebrano il rito tenendo in mano un crocifisso, che, per l’occasione, è prezioso, d’oro e argento, come preziose sono le vesti ricamate e gli addobbi floreali. Suggestivi gli inni cantati e gli “amin” o i “kyrie” ripetuti più volte. Si invoca la benedizione di Dio sull’offerta dell’incenso in memoria del santo Marun (San Marone), fondatore della chiesa. Il loro rito è come quello cattolico, però arricchito da un certo fascino spirituale mediorientale, e qualcosa che ricorda l’Islam: ad esempio il Trisaghion, cantato prima delle letture, ricorda la ripetizione degli attributi di Dio che si recita nell’Islam: anche qui si dice “Tu sei Santo, o Dio, Tu sei Santo, o Forte, Tu sei Santo, o Immortale”. 51 Bambole Kokeshi Oggetto artigianale tipico, le kokeshi (こけし)sono bamboline in legno liscio molto semplici e stilizzate, dipinte a mano originarie del Giappone settentrionale (regione di Tohuku). Di origine incerta, si fa risalire la loro nascita moderna nel periodo Edo (1600-1868): venivano create durante i rigidi inverni da artigiani specializzati per essere vendute ai turisti di quelle terre durante la calda stagione estiva; sono un oggetto molto carino e amato che oggi viene utilizzato come design per vari prodotti. Hanno un uso ornamentale e rappresentano la bellezza femminile, ma hanno anche un uso come amuleto legato all’infanzia, come vedremo in seguito. Venivano anche utilizzate dai bagnanti per massaggiare le spalle mentre godevano dei benefici del calore delle sorgenti, visto che la regione è celebre per le sue sorgenti calde e per le acque termali dall'effetto ringiovanente. Si dividono in due tipi principali: “tradizionali” e “creative”: ovviamente queste parole spiegano la differenza, e sono classificate in 10 categorie in base alla tecnica di assemblaggio, di taglio e di decorazione. Ci sono addirittura bambole da considerare decisamente moderne nonostante siano antiche, come quelle del genere Narugo Kokeshi, dove il termine narugo si traduce in “bambino che strilla e che piange”, un tipo di bambola costituito da due parti, così se si afferra la testa e la si fa ruotare, la giuntura tra testa e corpo emette un suono simile al pianto di un bimbo! Non hanno braccia o gambe, sono formate da un semplice tronco cilindrico decorato con immagini floreali in rosso, nero e giallo, o con un kimono, sormontato dalla testa tonda con la faccia dipinta e sono ricoperte di cera per renderle lucide. Il termine kokeshi è composto da ko (bambino) e keshi (scomparsa): negli anni di carestia le donne non avevano i mezzi per prendersi cura di tutti i bambini che nascevano e spesso, purtroppo, si ricorreva all’aborto o addirittura all’infanticidio. Il neonato quindi “scompariva” per permettere agli altri fratellini di sopravvivere, da qui l’uso votivo delle kokeshi, “bambole della memoria” tenute in casa per placare gli spiriti della morte. Forse anche per questo alcune bambole sono realizzate felici e sorridenti, altre appaiono serie e misteriose. Il fondo di queste bambole reca sempre la firma dell’autore. Alle terme di Naruko - dove si trova un museo con più di 7000 bambole - ogni anno, all'inizio di settembre, si organizzano dei raduni: gli artigiani provenienti da ogni parte del paese partecipano ad un concorso per eleggere la migliore kokeshi; il vincitore viene premiato addirittura direttamente dal Primo Ministro. 52 Cupido Latino - www.cupidolatino.eu - sito per cuori solitari e amicizie in ambito latinoamericano con iscrizione gratuita. aNobii - www.anobii.com - È nato a Hong Kong grazie al giovane Greg Sung questo social network, sorta di Facebook per mettersi in contatto con altri amanti della lettura. Il nome è latino ed indica il tarlo della carta. New SongDo City - www.songdo.com - Dalla Corea del Sud, il progetto di una nuova città completamente digitale ed ecosostenibile Mongolia - www.mongolia.it - Un sito in italiano per sapere tutto sulla Mongolia. Visited Asia - www.visitedasia.com - Un sito in inglese per i viaggi nel continente Asiatico. Vittorio Lo Monaco - http://vittoriolomonaco.it/etnico-new.htm# - Qui trovate dipinti etnici per etnositi o per mostre. China Today - www.chinatoday.com - Una marea d’informazioni sulla Cina, in inglese. Wizzit - www.wizzit.co.za - Dal Sudafrica, una banca on line che funziona solo via cellulare con costi molto bassi,destinata ai poveri. Japan Visitor - http://japanvisitor.blogspot.com - Un blog per i viaggi in Giappone Visit Singapore - www.visitsingapore.com - Il sito del turismo verso Singapore, vengono anche estratti a sorte premi e viggi. Tutto Stranieri www.tuttostranieri.it Portale dedicato agli stranieri nel nostro paese con informazioni, anche per gli italiani, per risolvere le complesse procedure burocratiche sull'immigrazione in Italia. China Culture - www.chinaculture.org/ - In cinese e inglese, un sito sugli usi e costumi dei cinesi. CinemAfrica - www.cinemafrica.org - Un sito italiano per gli appassionati della cinematografia africana Traveling With Me - www.travelingwithme.org - È un portale italiano ricco di informazioni sui posti da visitare in tutto il mondo. Si parla anche di ricette, civiltà e personaggi storici. Tourism Malaysia - www.tourismmalaysia.gov.my/ - È il sito ufficiale in inglese del turismo in Malaysia.