CHI SIAMO Il Centro Recupero Animali Marini del Parco Nazionale dell’Asinara che collabora col CTS Ambiente, fa parte della Rete Regionale per il recupero e la conservazione della fauna marina in difficoltà ed è impegnato nelle attività di recupero, cura, sensibilizzazione e divulgazione sui pericoli che questi animali affrontano. Il Centro è stato realizzato nell’ambito del Progetto Tartanet, promosso dal CTS Ambiente e finanziato dalla Commissione Europea attraverso il programma LIFE Natura. La zona di competenza è l’area Nord Occidentale della Sardegna estendendosi a est fino all’Isola Rossa (SS) e ad ovest fino a Portoferro (SS). Nel Centro Recupero, operativo tutto l’anno, lavora uno staff specializzato composto da un Responsabile (laurea in Gestione della Fauna), un Direttore sanitario (laurea in Medicina Veterinaria), un Operatore tecnico (laurea in Scienze Naturali) e collaboratori tecnicoscientifici. L’ISTITUZIONE DEL PARCO E DELL’AMP La struttura si trova nella località di Fornelli nel Parco Nazionale dell’Asinara, istituito in conformità con la legge quadro 394 del 1997 con decreto del Presidente della Repubblica su proposta del ministro dell’ambiente d’intesa con la Regione Sardegna. L’Isola dell’Asinara è anche un’ Area Marina Protetta, individuata come sito di particolare interesse naturalistico dalla Legge n.979/82 e dalla Legge quadro sulle aree protette n. 394/91, è stata istituita con Decreto del Ministero dell'Ambiente del 13 agosto 2002. È grazie alla sua storia di isolamento durata oltre un secolo che l’Isola dell’Asinara, la seconda per estensione della Sardegna, ha potuto mantenere pressoché intatto e inalterato il suo patrimonio paesaggistico. L’Asinara ha coste molto frastagliate e, l’ambiente marino è caratterizzato da una grande varietà di habitat e biodiversità. Le scogliere sottomarine e le estese praterie di Posidonia oceanica, sono habitat di centinaia di specie di pesci fra cui cernie brune, dentici, corvine, saraghi, orate, triglie, lucci di mare. Queste acque sono inoltre frequentate da tursiopi e altri cetacei, tra cui balenottere e capodogli. Sito www.cramasinara.org mail [email protected] Via principe di Piemonte, 2 Porto Torres 07046 (SS) Contatto diretto 340 8161772 L’ASINARA NEL SANTUARIO DEI CETACEI Il 25 novembre 1999, viene firmato l’accordo definitivo che sancisce l’istituzione del Santuario. L’area di circa 100.000 Km2 comprende le acque tra Tolone (costa francese), Capo Falcone (Sardegna occidentale), Capo Ferro (Sardegna orientale) e Fosso Chiarone (Toscana). L'accordo verrà ratificato dal Governo Italiano nel 2001 con la L.391. Il tratto di mare interessato dal Santuario è una porzione del Mediterraneo estremamente ricca di vita pelagica, e senz'altro la più importante dell'intero bacino per via delle popolazioni di cetacei che ospita. Dall'estate del 1988 l'Istituto Tethys inizia una serie di ricerche sui cetacei nei mari italiani, e in particolar modo nel bacino Corso-Liguro-Provenzale, da cui appare chiaramente, in termini di frequenza di avvistamento, la netta superiorità di quest'ultima regione sui restanti mari d'Italia. Nel 1992 viene effettuato un censimento sulla superficie del futuro Santuario da parte dell'Istituto Tethys, da Greenpeace e dall'Università di Barcellona, che consente la stima numerica delle stenelle (32.800 esemplari) e delle balenottere comuni (830 esemplari) presenti nella zona nel periodo estivo. CENTRO RECUPERO ANIMALI MARINI Il Centro è sorto in uno dei 3 Centri Visita del Parco: l’ex Corpo di guardia di Fornelli. E’ costituito da una sala divulgativa, un ambulatorio veterinario ed una sala vasche. Nella sala divulgativa sono presenti pannelli didattici e materiale divulgativo per informare e sensibilizzare i visitatori. L’ambulatorio veterinario è costituito da una sala operatoria completa di barra murale per anestesia gassosa, apparecchio radiologico, camera oscura e tutte le attrezzature specialistiche (microscopio, centrifuga microematocrito, autoclave, bilancia, ecc). Nella sala vasche è presente la vasca di degenza, collegata direttamente con il mare: presenta un circuito semi-aperto con filtro a sabbia e uno sterilizzatore a raggi UV. Ha una capienza di 5000 litri, ed i 4 setti movibili permettono l’ospedalizzazione di 5 tartarughe. Sito www.cramasinara.org mail [email protected] Via principe di Piemonte, 2 Porto Torres 07046 (SS) Contatto diretto 340 8161772 ATTIVITA’ E RICERCA L’Associazione CRAMA è impegnata tutto l’anno nelle attività di monitoraggio della fauna marina, eventuale recupero e cura degli animali marini, ricerca scientifica, sensibilizzazione, educazione ambientale e divulgazione sulla biologia e sui pericoli che questi animali affrontano all’interno del bacino del Mediterraneo per un coinvolgimento attivo degli operatori del mare, dei pescatori, dei visitatori, delle scolaresche, dell’opinione pubblica e degli organi della sorveglianza a mare, come Capitanerie di Porto e Corpo Forestale di Vigilanza Ambientale della Sardegna. Sono stati svolti lavori in collaborazione con le Università: Studi di anestesiologia veterinaria in collaborazione con l’Università di Sassari (Facoltà di Veterinaria). Studi sugli epibionti di Caretta caretta, in collaborazione con il Dipartimento di Biologia Animale e dell’Uomo dell’Università di Torino. Studi di genetica con il Dipartimento di Biologia Animale dell’Università di Sassari. Studi di genetica con il Dipartimento di Zoologia e Genetica Evoluzionistica dell’Università di Sassari. LE TARTARUGHE MARINE Il Centro Recupero Animali Marini, nasce come un Centro per il primo soccorso e il recupero delle tartarughe marine. Attualmente esistono 8 specie di tartarughe, 5 di esse sono descritte anche in Mediterraneo (*) anche se 2 sono solo occasionali (!): Sito www.cramasinara.org mail [email protected] Via principe di Piemonte, 2 Porto Torres 07046 (SS) Contatto diretto 340 8161772 Nome Comune *Tartaruga comune *Tartaruga verde Tartaruga verde del pacifico Tartaruga piatta *Tartaruga liuto *!Tartaruga bastarda Tartaruga olivacea *!Tartaruga embricata Nome Scientifico Caretta caretta (Linneo 1758) Chelonia mydas (Linneo, 1758) Chelonia agasizzi (Bocourt, 1868) Natator depressus (Garman, 1880) Dermochelys coriacea (Vandelli, 1761) Lepidochelys empii (Garman, 1880) Lepidochelys ulivacea (Eschscholtz, 1829) Eretmochelys imbricata (Linneo, 1976) La tartaruga comune Caretta caretta è la specie più diffusa in Mediterraneo, raggiunge i 110 cm di lunghezza di carapace per un peso di 180 kg e vive probabilmente oltre i 70 anni. La testa è grande, come il collo, con il rostro molto incurvato, possiede un paio di orifizi (fosse nasali) all’estremità del muso, per non dover estrarre la testa del tutto quando sale in superficie a respirare. Le zampe anteriori (dette natatoie), molto più grandi di quelle posteriori, sono vere e proprie pinne propulsive. Il carapace di forma allungata, è costituito da placche dermiche ossee ricoperte da placche epidermiche cornee giustapposte, che rappresentano un carattere tassonomico. Di colore bruno rossiccio, è formato da 5 scudi centrali e altri 5 costali (su ciascun lato), oltre a 11 o 12 per margine; ha un solo scudo nucale. Spesso sul carapace si attaccano e prosperano alghe e diversi parassiti. Il piastrone è la corazza inferiore, piatto e di colore giallastro. La coda ha un’utilità tassonomica, distingue le varie specie di tartaruga; nel caso di C. caretta esiste un forte dimorfismo sessuale, è lunga e spessa nel maschio adulto, si estende molto oltre il margine posteriore del carapace. Il ciclo vitale di C. caretta vede una prima fase di sviluppo in ambiente oceanico, della durata di alcuni anni, durante la quale le tartarughe sono principalmente epipelagiche, seguita da una seconda fase in ambiente neritico, dove le tartarughe passano ad un’alimentazione di tipo bentonico, che le porterà fino alla maturazione sessuale. Durante il periodo non-riproduttivo gli adulti si concentrano in aree definite di alimentazione e di svernamento, e lungo le rotte di migrazione che legano queste aree. Si concentrano nelle acque poco profonde della piattaforma continentale, ad una profondità inferiore ai 50 Sito www.cramasinara.org mail [email protected] Via principe di Piemonte, 2 Porto Torres 07046 (SS) Contatto diretto 340 8161772 metri, dove si alimentano prevalentemente di invertebrati bentonici quali molluschi e crostacei. Gli adulti di entrambi i sessi si avvicinano alle coste e ai siti di nidificazione per l’accoppiamento. Successivamente le femmine si spostano sulle spiagge per deporre le uova. Le tartarughe marine sono fortemente minacciate di estinzione, ovunque il numero di nidi è in declino e la cattura accidentale di migliaia di animali ogni anno negli attrezzi da pesca rende la situazione in Mediterraneo davvero preoccupante. La tartaruga verde Chelonia mydas si distingue dalla Caretta caretta per il carapace dotato di 4 scudi costali (su ciascun lato), una sola placca prefrontale sulla testa robusta, voluminosa ed arrotondata, la punta del becco corneo non è ricurvo ad uncino e gli scudi del carapace non sono embricati. Il maschio si distingue dalla femmina per la coda più robusta (più larga e lunga) e le unghie degli arti anteriori più lunghe. La colorazione della corazza è bruno-olivastra, con striature e macchie gialle o marmorizzate. I giovani sono più uniformemente bruno-olivastri, con gli arti bordati di giallo. L'adulto è lungo fino a 140 cm. circa, per un peso che può raggiungere i 500 Kg. A differenza della tartaruga comune che è onnivora, la tartaruga verde è erbivora, si nutre prevalentemente di fanerogame marine, ed è per questo che la si rinviene soprattutto in aree ricche di praterie sommerse. La specie è cosmopolita di mari tropicali e subtropicali. Vive in acque pelagiche e costiere, in vicinanza delle barriere coralline e di coste sabbiose, dalla superficie fino a 30-40 metri di profondità. È presente anche nel Mediterraneo, con alcuni siti di nidificazione concentrati soprattutto nella parte Orientale. Negli ultimi anni sono stati rinvenuti, seppur pochissimi esemplari, anche nelle coste italiane, precisamente nel Golfo di Manfredonia e in Sardegna. Quest’ultimo esemplare è attualmente ricoverato nel nostro Centro Recupero sull’Isola dell’Asinara. Sito www.cramasinara.org mail [email protected] Via principe di Piemonte, 2 Porto Torres 07046 (SS) Contatto diretto 340 8161772