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BRESCIAOGGI
Venerdì 21 Febbraio 2014
CULTURA&SPETTACOLI
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ILLIBRO. Esce da NeriPozzail nuovobestseller di ErikLarson
FILOSOFIA. Il saggio diAdriana Cavarero
Addioall’«angelo
delfocolare»
e vediamo chic’è
MARCONI
INGIALLO
«Criticadellarettitudine»: ilsesso
eipregiudizisulla femminilità
L’inventoredellaradioelascomparsadiCoraCrippen
Èiltelegrafosenzafiliafarearrestareicolpevoli
Storiaeavventurasimescolanoinunromanzoverità
Paola Azzolini
Guglielmo Marconi era un genio, ma era antipatico. Un’antipatia, se così vogliamo dire,
da genio e cioè un carattere
chiuso, concentrato sulle sue
idee, sulle sue invenzioni, incapace di avvertire le reazioni di
chi lo circondava. Con le donne poi, un vero disastro: possessivo, geloso, ma non riesce
a tenersele vicino, a far loro
compagnia. Una delle ragioni
del fallimento del suo matrimonio, racconta nelle sue memorie la figlia Degna.
Detto questo, il ritratto di
Marconi, delle sue peripezie
per arrivare a far trionfare la
sua invenzione, la radio ossia,
come si diceva allora, il telefono senza fili, è un ritratto affascinante e avventuroso, che
vien fuori con tratti vigorosi
nell’ultimo romanzo di Erik
Larson Guglielmo Marconi e
l’omicidio di Cora Crippen,
che esce oggi da Neri Pozza.
L’indagine
suldelittotrova
unalleato
nelgenioitaliano
chesgomita
perfarefortuna
Giultimianni
dell’eravittoriana
conspiritisti
«scientifici»,vere
scoperte
efascinodinovità
Larson come sempre nei suoi
libri ha scelto il romanzo verità, costruito sui documenti.
Anche questa volta non sbaglia il colpo, riuscendo a raccontare una storia su due binari paralleli che poi alla fine,
contro tutte le leggi della geometria, si incontrano.
Come dice il titolo, una di
queste storie vere riguarda un
delitto che tenne il mondo con
il fiato sospeso fino alla scoperta, quasi incredibile per il modo in cui avvenne, del colpevole. Siamo alla fine dell’epoca
vittoriana (la regina Vittoria
muore nel 1901) e i fatti che interessano Marconi si svolgono
tra lo scorcio dell’Ottocento e
l’inizio del nuovo secolo. È
un’epoca di grandi scoperte
scientifiche, per esempio le onde hertziane che fanno viaggiare la voce nell’etere senza bisogno di cavi, ma è anche l’epoca
della universale ubriacatura
per lo spiritismo. Anzi, il fatto
che le onde hertziane trasmettano messaggi a distanza convince anche gli scienziati che i
morti possano farsi sentire dalla distanza infinita dell’altro
mondo.
Un brivido arcano attraversa
tutto il pubblico dei lettori di
giornali, popolari e no, che sono colpiti e sconvolti dalla novità dello spiritismo. Ma è anche l’epoca degli orrori, di efferati delitti: nei vicoli di Londra si trovano pezzi di donne
fatte fuori da Jack detto appunto Lo Squartatore, un sadico omicida mai identificato.
Esiste in Inghilterra una Società per le ricerche psichiche
che applica ai fantasmi «rigorosi metodi scientifici». I soci
— tra cui molti personaggi illustri, Ruskin, H.G. Wells, Gladstone, Mark Twain, Lewis Carroll, James — si incontrano
Andrea Lugoboni
Lacopertinadellibro
GuglielmoMarconi altelegrafo senzafili sulla suanave Elettra
per sedute spiritiche, telepatia, fenomeni paranormali,
ma anche conferenze scientifiche, di cui sono protagoniste
le onde hertziane che riescono
a far accendere un lampo azzurro in un conduttore distante, non collegato da cavi. È il
primo bagliore di una scoperta che solo il genio e l’ostinazione di Marconi trasformerà in
un evento capace di rivoluzionare la comunicazione mondiale.
Diceva Einstein che il genio è
una lunga pazienza. Niente di
più vero per la vicenda di questa invenzione, la radio, che
gradatamente si perfeziona,
tra mille insidie, agguati di
scienziati e investitori — lo
stesso Guglielmo II di Germania — che fiutano l’affare, gente tutta che riprende le intuizioni di Marconi e tenta di arrivare prima al traguardo. Lo
scopo e la prova delle possibilità della radio è la comunicazione transoceanica senza cavi.
Una gran parte di questo romanzo verità si svolge infatti
sulle navi che finalmente nel-
la solitudine del mare riescono a ricevere e a trasmettere
messaggi.
Ma le tempeste, soprattutto
nel Nord, alterano o impediscono almeno in parte la ricezione dei segnali e accrescono
per un bel po’ di tempo le preoccupazioni di Marconi. Le peripezie, le fatiche, le ansie dell’inventore e dei suoi collaboratori sono continue. I grandi
tralicci costruiti sulle isole del
Nord e a Cape Cod sono continuamente investiti da grandi
tempeste, nevicate, gelate e
venti furiosi. Gli alleati scientifici si rivelano come concorrenti e antagonisti. Fa scalpore l’S.O.S del Titanic che riesce
a segnalare, prima del naufragio, la situazione di pericolo.
Ma la vittoria dell’invenzione
di Marconi è legata soprattutto alla soluzione di un giallo vero e proprio, un delitto con
una sola traccia all’inizio e sono i pezzi del corpo di una donna, modello Jack Lo Squartatore (che però non c’entra affatto). Da qui il trionfo indiscutibile, accettato universalmen-
te, della nuova invenzione, celebrato dalle notizie diffuse su
tutti i giornali dell’epoca.
Si svolge così l’altra storia di
cui Larson tiene il filo, accostandolo accortamente alla vicenda di Marconi, ed è la storia della sparizione di Cora
Crippen, moglie di un medico
omeopata, apparentemente
tranquillo e inoffensivo. Tutti i
protagonisti di questa cupa vicenda confermano il detto
«l’apparenza inganna»: Cora,
bella e seducente, è però una
donna vanitosa, disordinata,
egoista e insopportabile; Crippen probabilmente è tutt’altro che inoffensivo. Tocca a un
ispettore di Scotland Yard svelare il mistero e catturare il colpevole. Ma niente sarebbe stato possibile senza la radio, che
permette di identificare i fuggitivi sulla nave transoceanica, con cui vogliono raggiungere il Canada. Non si può dire di
più per lasciare al lettore il piacere della scoperta. Solo confermare il detto che la realtà è
più romanzesca di qualsiasi romanzo. •
MOSTRE. Le operedell’artistagardonese esposte all’Hotel Vittoria eanche inalcune vetrine
Lozzia,ecco il «moto d’Arte»
Una strada unisce Brescia ed
il lago di Garda. Troppo spesso
non percorsa, questa via collega il patrimonio culturale dell’intero territorio bresciano ed
il progetto «Un moto d’Arte,
d’epoca e sport», organizzato
dall’associazione Libertà@
progresso, dall’azienda Old4
you e dall’Hotel Vittoria, si prefigge di ricucire lo strappo tra
la città ed il gardesano tramite
una serie articolata d’iniziative.
Da ieri, per le vie del centro e
nell’atrio dell’Hotel Vittoria,
sono esposte le opere di Augusto Lozzia, artista vissuto a
Gardone Riviera che nelle sue
numerose opere ha scelto principalmente il paesaggio lacustre come soggetto. “Far rivivere la memoria dei suo componimenti – racconta il nipote
del pittore Marco Andreoli
Lozzia – è un modo per omaggiare il territorio bresciano
che fino alla sua scomparsa
nel 1962 è stato il teatro del
suo lavoro». Fino al 6 aprile i
cittadini potranno ammirare i
dipinti di Lozzia nelle vetrine
di alcuni negozi aderenti al
consorzio Brescia Centro, nell’atrio dell’Hotel Vittoria e, dalle 10 alle 15 di sabato 5 aprile,
all’ingresso del Vittoriale degli Italiani a Gardone Riviera,
luogo spesso ritratto dall’artista bresciano. Parallelamente
all’evento artistico, la via che
congiunge Brescia al lago di
Garda vedrà protagonisti i motori. Alle 9 del 5 aprile infatti,
moto d’epoca partiranno alla
volta del gardesano per ricongiungersi alle 15.30 del giorno
dopo con gli atleti dell’ActiveSport. Questo gruppo sportivo
vede come protagonisti ciclisti in handbike, la bicicletta da
corsa per disabili, ed annovera
tra le sue fila la vincitrice del
Giro d’Italia Romina Modena.
L’occasione si lega a doppio
filo con il mondo della beneficenza. L’ultimo evento della
AutoritrattodiAugusto Lozzia
Non c'è nulla di più tenero di
una madre china sul suo bambino, immagine della femminilità che unisce dolcezza e cura. Se c'è un obiettivo chiaro
nell'ultimo libro di Adriana
Cavarero è quello di demolire
tale stereotipo della donna, vista come colei che dà la vita,
che accudisce i figli, insomma
l'angelo del focolare. Inclinazioni. Critica della rettitudine, è questo il titolo del saggio,
(Raffaello Cortina editore,
240 pagine, 15 euro) va ben oltre la critica di uno stereotipo
e arriva a mettere in discussione un certo modo di pensare
l'essere umano.
Adriana Cavarero è professoressa di filosofia politica all'
Università di Verona ed è una
delle esponenti più in vista del
pensiero della differenza. Questa corrente filosofica (vicina
al femminismo) sostiene che
il pensare, come tutte le nostre attività, non sia qualcosa
di disincarnato e astratto. Al
contrario, esso ha a che fare
con la nostra concretezza di esseri umani, con la nostra
corporeità e con il nostro essere maschio e femmina. Quest'
ultimo è per l'autrice un elemento decisivo per capire un
certo modo di concepire l'etica nella nostra storia.
L'uomo buono, nella tradizione filosofica europea, è sempre stato concepito come un
soggetto autonomo, svincolato e libero da ogni relazione, indipendente. La più grande fobia del pensiero occidentale è
sempre stato tutto ciò che sfugge al nostro controllo, e cosa lo
è di più delle nostre inclinazioni? Secondo l'autrice è proprio
l'istinto, la passione, l'inclinazione sessuale a creare inquietudine, apprensione presso i filosofi che contrappongono al
torbido mondo dell'eros la rettitudine dell'uomo probo, che
domina sé stesso. Lo sapeva bene Immanuel Kant, filosofo
Femminilitàvista daLeonardo
che guardava con sospetto a
tutto ciò che rende l'essere
umano dipendente da altri,
compresa la sua condizione di
infante inerme affidato alle cure di qualcuno. Lo scapolo di
Königsberg ce l'aveva anche
con l'inclinazione delle balie e
delle madri ad abbracciare i loro neonati quando piangono:
non bisogna essere accondiscendenti con i vizi infantili.
Perché se al maschio, in virtù
della sua razionalità, è concesso di essere retto, la donna tradizionalmente è invece molto
vicina all'inclinazione a quella
dimensione irrazionale, sfuggente e pericolosa dell'essere
umano. È quello che il quadro
di Leonardo da Vinci Sant'Anna, la Madonna e il bambino
con l'agnello ci fa immaginare: Maria si piega sul bambino, si sporge, si inclina fuori di
sé verso il neonato inerme.
La complessità del saggio di
Adriana Cavarero sta tutta
qui: l'immagine della Madonna rappresenta un pregiudizio sulla femminilità da rifiutare, ci fa però pensare a un modo nuovo di intendere l'etica.
Un'etica che, sembra di capire, si fonda sul rispetto per l'altro, per chi è diverso da noi,
una presenza che sfugge alla
nostra retta ragione, e su cui
per tanti secoli il pensiero occidentale, convinto di avere la
verità in mano, avrebbe esercitato spesso violenza. •
MUSEODIOCESANO. Inaugurata lamostra
manifestazione consisterà infatti in un’asta che si terrà alle
17.30 di domenica 6 aprile all’Hotel Vittoria. Saranno proposti al pubblico alcuni quadri di Augusto Lozzia e parte
del ricavato sarà devoluta all’associazione ActiveSport per
l’acquisto di una handbike.
«Quest’iniziativa crea una rete di persona volta a creare
una sensibilità comune – afferma il sindaco Emilio Del Bono
-. Il legame tra lago e città deve
essere valorizzato anche dal
punto di vista turistico e la cultura è il veicolo naturale per
creare le condizioni adatte”.
Lo strappo tra lago di Garda e
città viene così in parte ricucito con il pennello di Augusto
Lozzia, pittore poco conosciuto ma grande voce artistica del
territorio bresciano. • S.MART.
AnimaliFantastici
nelletavole originali
Si è inaugurata ieri nella sede
del Museo Diocesano di Venezia la mostra partner del Carnevale di Venezia, «Animali
Fantastici», a cura di Gianmatteo Caputo, nella quale sono
presentate le tavole originali
dedicate agli animali e mostri
mitologici dell’antichità, realizzate da Lucia Botta, Alessandro Gazzoli e Paolo Linetti per
Studio Ebi di Brescia.
Le tavole che sono servite come illustrazione per l’omonimo volume edito da Silvana
Editoriale, il primo bestiario
completo della mitologia greca, romana ed etrusca, sono
esposte per la prima volta e documentano il lavoro che si è reso necessario per rendere visivamente le narrazioni degli autori classici. La mostra è stata
espressamente richiesta dal
Comitato organizzatore del
Carnevale e accanto ai disegni
presenta anche la scultura di
Stefano Bombardieri raffigurante l’Arpia che l’artista bresciano ha plasmato servendosi della tavola di Studio Ebi.
Al progetto hanno collaborato anche i bresciani Francesca
Morandini, Giuseppe Fusari,
Francesca Brizzi e Sara Dalena. •
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