45 BRESCIAOGGI Venerdì 21 Febbraio 2014 CULTURA&SPETTACOLI Telefono 030.2294.220 Fax 030.2294.229 | E-mail: [email protected] ILLIBRO. Esce da NeriPozzail nuovobestseller di ErikLarson FILOSOFIA. Il saggio diAdriana Cavarero Addioall’«angelo delfocolare» e vediamo chic’è MARCONI INGIALLO «Criticadellarettitudine»: ilsesso eipregiudizisulla femminilità L’inventoredellaradioelascomparsadiCoraCrippen Èiltelegrafosenzafiliafarearrestareicolpevoli Storiaeavventurasimescolanoinunromanzoverità Paola Azzolini Guglielmo Marconi era un genio, ma era antipatico. Un’antipatia, se così vogliamo dire, da genio e cioè un carattere chiuso, concentrato sulle sue idee, sulle sue invenzioni, incapace di avvertire le reazioni di chi lo circondava. Con le donne poi, un vero disastro: possessivo, geloso, ma non riesce a tenersele vicino, a far loro compagnia. Una delle ragioni del fallimento del suo matrimonio, racconta nelle sue memorie la figlia Degna. Detto questo, il ritratto di Marconi, delle sue peripezie per arrivare a far trionfare la sua invenzione, la radio ossia, come si diceva allora, il telefono senza fili, è un ritratto affascinante e avventuroso, che vien fuori con tratti vigorosi nell’ultimo romanzo di Erik Larson Guglielmo Marconi e l’omicidio di Cora Crippen, che esce oggi da Neri Pozza. L’indagine suldelittotrova unalleato nelgenioitaliano chesgomita perfarefortuna Giultimianni dell’eravittoriana conspiritisti «scientifici»,vere scoperte efascinodinovità Larson come sempre nei suoi libri ha scelto il romanzo verità, costruito sui documenti. Anche questa volta non sbaglia il colpo, riuscendo a raccontare una storia su due binari paralleli che poi alla fine, contro tutte le leggi della geometria, si incontrano. Come dice il titolo, una di queste storie vere riguarda un delitto che tenne il mondo con il fiato sospeso fino alla scoperta, quasi incredibile per il modo in cui avvenne, del colpevole. Siamo alla fine dell’epoca vittoriana (la regina Vittoria muore nel 1901) e i fatti che interessano Marconi si svolgono tra lo scorcio dell’Ottocento e l’inizio del nuovo secolo. È un’epoca di grandi scoperte scientifiche, per esempio le onde hertziane che fanno viaggiare la voce nell’etere senza bisogno di cavi, ma è anche l’epoca della universale ubriacatura per lo spiritismo. Anzi, il fatto che le onde hertziane trasmettano messaggi a distanza convince anche gli scienziati che i morti possano farsi sentire dalla distanza infinita dell’altro mondo. Un brivido arcano attraversa tutto il pubblico dei lettori di giornali, popolari e no, che sono colpiti e sconvolti dalla novità dello spiritismo. Ma è anche l’epoca degli orrori, di efferati delitti: nei vicoli di Londra si trovano pezzi di donne fatte fuori da Jack detto appunto Lo Squartatore, un sadico omicida mai identificato. Esiste in Inghilterra una Società per le ricerche psichiche che applica ai fantasmi «rigorosi metodi scientifici». I soci — tra cui molti personaggi illustri, Ruskin, H.G. Wells, Gladstone, Mark Twain, Lewis Carroll, James — si incontrano Andrea Lugoboni Lacopertinadellibro GuglielmoMarconi altelegrafo senzafili sulla suanave Elettra per sedute spiritiche, telepatia, fenomeni paranormali, ma anche conferenze scientifiche, di cui sono protagoniste le onde hertziane che riescono a far accendere un lampo azzurro in un conduttore distante, non collegato da cavi. È il primo bagliore di una scoperta che solo il genio e l’ostinazione di Marconi trasformerà in un evento capace di rivoluzionare la comunicazione mondiale. Diceva Einstein che il genio è una lunga pazienza. Niente di più vero per la vicenda di questa invenzione, la radio, che gradatamente si perfeziona, tra mille insidie, agguati di scienziati e investitori — lo stesso Guglielmo II di Germania — che fiutano l’affare, gente tutta che riprende le intuizioni di Marconi e tenta di arrivare prima al traguardo. Lo scopo e la prova delle possibilità della radio è la comunicazione transoceanica senza cavi. Una gran parte di questo romanzo verità si svolge infatti sulle navi che finalmente nel- la solitudine del mare riescono a ricevere e a trasmettere messaggi. Ma le tempeste, soprattutto nel Nord, alterano o impediscono almeno in parte la ricezione dei segnali e accrescono per un bel po’ di tempo le preoccupazioni di Marconi. Le peripezie, le fatiche, le ansie dell’inventore e dei suoi collaboratori sono continue. I grandi tralicci costruiti sulle isole del Nord e a Cape Cod sono continuamente investiti da grandi tempeste, nevicate, gelate e venti furiosi. Gli alleati scientifici si rivelano come concorrenti e antagonisti. Fa scalpore l’S.O.S del Titanic che riesce a segnalare, prima del naufragio, la situazione di pericolo. Ma la vittoria dell’invenzione di Marconi è legata soprattutto alla soluzione di un giallo vero e proprio, un delitto con una sola traccia all’inizio e sono i pezzi del corpo di una donna, modello Jack Lo Squartatore (che però non c’entra affatto). Da qui il trionfo indiscutibile, accettato universalmen- te, della nuova invenzione, celebrato dalle notizie diffuse su tutti i giornali dell’epoca. Si svolge così l’altra storia di cui Larson tiene il filo, accostandolo accortamente alla vicenda di Marconi, ed è la storia della sparizione di Cora Crippen, moglie di un medico omeopata, apparentemente tranquillo e inoffensivo. Tutti i protagonisti di questa cupa vicenda confermano il detto «l’apparenza inganna»: Cora, bella e seducente, è però una donna vanitosa, disordinata, egoista e insopportabile; Crippen probabilmente è tutt’altro che inoffensivo. Tocca a un ispettore di Scotland Yard svelare il mistero e catturare il colpevole. Ma niente sarebbe stato possibile senza la radio, che permette di identificare i fuggitivi sulla nave transoceanica, con cui vogliono raggiungere il Canada. Non si può dire di più per lasciare al lettore il piacere della scoperta. Solo confermare il detto che la realtà è più romanzesca di qualsiasi romanzo. • MOSTRE. Le operedell’artistagardonese esposte all’Hotel Vittoria eanche inalcune vetrine Lozzia,ecco il «moto d’Arte» Una strada unisce Brescia ed il lago di Garda. Troppo spesso non percorsa, questa via collega il patrimonio culturale dell’intero territorio bresciano ed il progetto «Un moto d’Arte, d’epoca e sport», organizzato dall’associazione Libertà@ progresso, dall’azienda Old4 you e dall’Hotel Vittoria, si prefigge di ricucire lo strappo tra la città ed il gardesano tramite una serie articolata d’iniziative. Da ieri, per le vie del centro e nell’atrio dell’Hotel Vittoria, sono esposte le opere di Augusto Lozzia, artista vissuto a Gardone Riviera che nelle sue numerose opere ha scelto principalmente il paesaggio lacustre come soggetto. “Far rivivere la memoria dei suo componimenti – racconta il nipote del pittore Marco Andreoli Lozzia – è un modo per omaggiare il territorio bresciano che fino alla sua scomparsa nel 1962 è stato il teatro del suo lavoro». Fino al 6 aprile i cittadini potranno ammirare i dipinti di Lozzia nelle vetrine di alcuni negozi aderenti al consorzio Brescia Centro, nell’atrio dell’Hotel Vittoria e, dalle 10 alle 15 di sabato 5 aprile, all’ingresso del Vittoriale degli Italiani a Gardone Riviera, luogo spesso ritratto dall’artista bresciano. Parallelamente all’evento artistico, la via che congiunge Brescia al lago di Garda vedrà protagonisti i motori. Alle 9 del 5 aprile infatti, moto d’epoca partiranno alla volta del gardesano per ricongiungersi alle 15.30 del giorno dopo con gli atleti dell’ActiveSport. Questo gruppo sportivo vede come protagonisti ciclisti in handbike, la bicicletta da corsa per disabili, ed annovera tra le sue fila la vincitrice del Giro d’Italia Romina Modena. L’occasione si lega a doppio filo con il mondo della beneficenza. L’ultimo evento della AutoritrattodiAugusto Lozzia Non c'è nulla di più tenero di una madre china sul suo bambino, immagine della femminilità che unisce dolcezza e cura. Se c'è un obiettivo chiaro nell'ultimo libro di Adriana Cavarero è quello di demolire tale stereotipo della donna, vista come colei che dà la vita, che accudisce i figli, insomma l'angelo del focolare. Inclinazioni. Critica della rettitudine, è questo il titolo del saggio, (Raffaello Cortina editore, 240 pagine, 15 euro) va ben oltre la critica di uno stereotipo e arriva a mettere in discussione un certo modo di pensare l'essere umano. Adriana Cavarero è professoressa di filosofia politica all' Università di Verona ed è una delle esponenti più in vista del pensiero della differenza. Questa corrente filosofica (vicina al femminismo) sostiene che il pensare, come tutte le nostre attività, non sia qualcosa di disincarnato e astratto. Al contrario, esso ha a che fare con la nostra concretezza di esseri umani, con la nostra corporeità e con il nostro essere maschio e femmina. Quest' ultimo è per l'autrice un elemento decisivo per capire un certo modo di concepire l'etica nella nostra storia. L'uomo buono, nella tradizione filosofica europea, è sempre stato concepito come un soggetto autonomo, svincolato e libero da ogni relazione, indipendente. La più grande fobia del pensiero occidentale è sempre stato tutto ciò che sfugge al nostro controllo, e cosa lo è di più delle nostre inclinazioni? Secondo l'autrice è proprio l'istinto, la passione, l'inclinazione sessuale a creare inquietudine, apprensione presso i filosofi che contrappongono al torbido mondo dell'eros la rettitudine dell'uomo probo, che domina sé stesso. Lo sapeva bene Immanuel Kant, filosofo Femminilitàvista daLeonardo che guardava con sospetto a tutto ciò che rende l'essere umano dipendente da altri, compresa la sua condizione di infante inerme affidato alle cure di qualcuno. Lo scapolo di Königsberg ce l'aveva anche con l'inclinazione delle balie e delle madri ad abbracciare i loro neonati quando piangono: non bisogna essere accondiscendenti con i vizi infantili. Perché se al maschio, in virtù della sua razionalità, è concesso di essere retto, la donna tradizionalmente è invece molto vicina all'inclinazione a quella dimensione irrazionale, sfuggente e pericolosa dell'essere umano. È quello che il quadro di Leonardo da Vinci Sant'Anna, la Madonna e il bambino con l'agnello ci fa immaginare: Maria si piega sul bambino, si sporge, si inclina fuori di sé verso il neonato inerme. La complessità del saggio di Adriana Cavarero sta tutta qui: l'immagine della Madonna rappresenta un pregiudizio sulla femminilità da rifiutare, ci fa però pensare a un modo nuovo di intendere l'etica. Un'etica che, sembra di capire, si fonda sul rispetto per l'altro, per chi è diverso da noi, una presenza che sfugge alla nostra retta ragione, e su cui per tanti secoli il pensiero occidentale, convinto di avere la verità in mano, avrebbe esercitato spesso violenza. • MUSEODIOCESANO. Inaugurata lamostra manifestazione consisterà infatti in un’asta che si terrà alle 17.30 di domenica 6 aprile all’Hotel Vittoria. Saranno proposti al pubblico alcuni quadri di Augusto Lozzia e parte del ricavato sarà devoluta all’associazione ActiveSport per l’acquisto di una handbike. «Quest’iniziativa crea una rete di persona volta a creare una sensibilità comune – afferma il sindaco Emilio Del Bono -. Il legame tra lago e città deve essere valorizzato anche dal punto di vista turistico e la cultura è il veicolo naturale per creare le condizioni adatte”. Lo strappo tra lago di Garda e città viene così in parte ricucito con il pennello di Augusto Lozzia, pittore poco conosciuto ma grande voce artistica del territorio bresciano. • S.MART. AnimaliFantastici nelletavole originali Si è inaugurata ieri nella sede del Museo Diocesano di Venezia la mostra partner del Carnevale di Venezia, «Animali Fantastici», a cura di Gianmatteo Caputo, nella quale sono presentate le tavole originali dedicate agli animali e mostri mitologici dell’antichità, realizzate da Lucia Botta, Alessandro Gazzoli e Paolo Linetti per Studio Ebi di Brescia. Le tavole che sono servite come illustrazione per l’omonimo volume edito da Silvana Editoriale, il primo bestiario completo della mitologia greca, romana ed etrusca, sono esposte per la prima volta e documentano il lavoro che si è reso necessario per rendere visivamente le narrazioni degli autori classici. La mostra è stata espressamente richiesta dal Comitato organizzatore del Carnevale e accanto ai disegni presenta anche la scultura di Stefano Bombardieri raffigurante l’Arpia che l’artista bresciano ha plasmato servendosi della tavola di Studio Ebi. Al progetto hanno collaborato anche i bresciani Francesca Morandini, Giuseppe Fusari, Francesca Brizzi e Sara Dalena. •