Incentivare COVER DOSSIER IN-HOUSE STARS DESTINAZIONI NEWS In un mercato in cui è sempre più difficile emergere e distinguersi per un prodotto veramente creativo bisogna imparare a dimostrare il “customer value”. Le incentive house, cioè, devono riuscire a dimostrare ai proprio clienti i benefici reali e tangibili legati ai servizi Mice che vengno offeti Le mucche sacre ei mercati competitivi odierni – sere via via sempre più simili che tra l’altro si fanno sempre più n l’unica soluzione è differenziarsi attravercompetitivi ogni so la percezione del brand, ofgiorno che passa – frire valori emotivi oppure penPensare “out of the box” la saggezza ci dice che: sare “out of the box” e cambiarichiede creatività n “the customer is king”; il re quindi le regole del settore. e immaginazione, audacia cliente è il re e – si sa – ha Questa però e solo pura e e volontà di innovazione, sempre ragione semplice teoria. Nella pratica il ricerche di mercato n per competere con succescliente è sempre il re (per defie voglia di cambiare so si deve offrire qualcosa nizione), ma sempre più clienle regole del gioco di unico, ma metterlo in prati accumulano pessime espetica è sempre più difficile rienze di customer service. ,dato che prodotti e servizi tendono a esIl cliente tende a preferire un brand che gli N DI ANTONIO ACUNZO 26 Se da un lato la “Customer Value Proposition” è diventata uno dei termini più diffusi, tradurne nella pratica il reale valore è sempre più arduo, sia per l’incentive house, sia per l’azienda cliente fanno gli hamburger soddisfi le esigenze di base del prodotto o servizio richiesto, cercando non prodotti e servizi “unici”, bensì “semplicemente migliori”. E il valore del brand, unitamente ai valori emotivi, acquista un significato maggiore, distintivo, se il brand stesso è già in grado di erogare un prodotto o servizio giudicato eccellente dal cliente. Infine pensare “out of the box” richiede non solo creatività e immaginazione, bensì audacia, volontà di innovazione, ricerche di mercato, individuazione di nuovi prodotti e servizi, se non addirittura cambiare drasticamente le regole del gioco. migliori CVP: come si dimostra? Il problema da evidenziare e risolvere è quindi quello di dimostrare e documentare il reale “customer value” del prodotto offerto. Tradotto nel quotidiano mondo dei servizi Mice, questo significa per le incentive house, per le Dmc, per le socie- tà che disegnano eventi, e via dicendo, offrire benefici reali e tangibili che siano veramente distintivi del proprio modo di disegnare, proporre, presentare e gestire gli eventi Mice. Non semplicemente limitandosi alle generiche affermazioni del tipo: «Siamo un’agen- Tentazioni pericolose Dopo questa premessa, è di fondamentale importanza aggiungere che sotto la pressione del contenere i costi, a tutti i costi, il cliente può essere tentato di guardare soltanto al prezzo del prodotto o del servizio, senza prendere in considerazione e valutare altre valenze. E se da un lato la “Customer Value Proposition” (o più semplicemente CVP) è diventata ultimamente uno dei termini più diffusi e utilizzati nei differenti mercati, tradurre nella pratica il reale valore di questa “Customer Value Proposition” è sempre più arduo, sia per il fornitore – che deve dimostrare la reale valenza del “customer value” del proprio prodotto o servizio e non semplicemente asserire, come fanno molti, l’esistenza di tale elemento di differenziazione – sia da parte del cliente – che, nell’ottica della riduzione dei costi, non sempre può permettersi il lusso di “credere” semplicemente alle affermazioni del proprio fornitore. 27 CUSTOMER VALUE PROPOSITION Cosa presenta: Risponde alla domanda del cliente: Richiede: Punto di debolezza: BENEFICI GENERICI DVP DISTINCTIVE VALUE ELEMENTI DISTINTIVI PROPOSITION Elenco di tutti i benefici “generici” Differenziazione rispetto alla “next best alternative” Uno o due punti di differenziazione distintiva, di unicita’, che offrono il maggiore valore al cliente Perche’la ns azienda dovrebbe acquistare la vs offerta? Qual e’ il “vero” vantaggio reale? Perche’la ns azienda dovrebbe acquistare la vs offerta, rispetto a un competitor? Qual e’il “valore aggiunto” per la ns azienda? Conoscenza di cosa offre il mercato Conoscenza di cosa offre il mercato e di cosa offre il competitor diretto Documentare il “Customer Value” dimostrando il “ROI” e la superiorita’ della propria performance Benefits identici a quelli offerti dai competitors Presunzione del valore della propria offerta rispetto alla percezione del cliente Richiede una attenta “customer value research” zia creativa», «Il cliente è al centro delle noné cosa fanno o offrono i diretti competitor. È stre attenzioni», che assomigliano più a slo un approccio molto semplice in cui si pregan pubblicitari atti ad attirare l’attenzione e sentano benefici che nella realtà non offrono a volersi posizionare come fornitore differenun pratico valore al cliente. te, e quindi migliore e più affidabile. Si esaltano gli eventuali benefit della Ormai non c’è una sola agenpropria offerta, offrendo rizia che non affermi di essere sposte generaliste al perOrmai non c’è una sola unica, differente, migliore, più ché un cliente dovrebbe agenzia che non affermi creativa, al punto tale che scegliere questa soluzione. di essere unica, migliore, questo linguaggio si è talUna delle prime debolezze di più creativa. Questo mente diffuso e massificato questo approccio è data dal linguaggio si è talmente da non essere più attendibile fatto che molti di questi benediffuso e massificato da e credibile sulla base del fit sono identici a quelli offerti non essere più attendibile semplice messaggio promo. dalla concorrenza, azzeranQuindi come si può tradurre do di fatto l’eventuale e prenella pratica, e sostenere la propria capacità sunta esistenza di punti di differenza. di creare una reale e dimostrabile “Customer Infatti, sia il management del fornitore sia il Value Proposition”? management del cliente devono assolutamente identificare quelli che possono essere A scuola di marketing gli elementi di “parità” e quelli di “distinzione”. Vediamo cosa prevede la teoria del markeMettiamoci nei panni del cliente e vediamo ting delle business school e quali sono le quale potrebbe essere il suo parametro di possibili applicazioni e interpretazioni in amscelta di fronte a dieci differenti preventivi sibito di servizi Mice. mili dal punto di vista dell’offerta (stesso alUn professore di marketing della Kellogg bergo, stessa data, stessi pasti, stesse attiviSchool of Management della Northwestern tà, e via dicendo)? University di Evanston, nell’Illinois, ha codifiSicuramente il prezzo! cato la “Customer Value Proposition” in tre Ed ecco quindi il cliente ricontattare le dieci differenti categorie, come risultato di una riagenzie per chiedere il prezzo finale migliore cerca durata due anni sull’interpretazione e assegnare l’evento all’agenzia che ha condel termine “value proposition” da parte di cesso il prezzo più basso e le condizioni di decine di fornitori europei e statunitensi. pagamento più elastiche. In realtà non esiste alcun beneficio, tutti n Prima categoria hanno proposto le stesse identiche cose, Benefici generici giustificandole casomai con le solite afferConsiste in un elenco di tutti i benefici che il mazioni, tipo «L’economia è ferma», «Confornitore presume possano essere lo stimolo ta di più l’ufficio acquisti che l’ufficio markeper attirare un cliente. Parliamo di benefici a ting», «Difficile usare la fantasia se non c’è 360 gradi quindi, dove non si considera né la budget», «Non si fanno più i viaggi di una conoscenza diretta del cliente o dei clienti, volta», e via dicendo. 28 LE AZIONI PER INCREMENTARE LA SODDISFAZIONE SVILUPPARE SOLUZIONI PERSONALIZZATE ANTICIPARE E RISOLVERE I PROBLEMI BENEFICI – PROBLEMI SODDISFAZIONE = PREZZO ELIMINARE TUTTO CIÒ CHE È INUTILE La chiave vincente sta n Seconda categoria Elenco di tutti gli elementi distintivi Questa categoria riconosce espressamente che il cliente ha una o più alternative e quindi tende a privilegiare tutti quegli elementi distintivi della propria offerta rispetto a quanto proposto da un competitor. Il focus è quindi sulla differenziazione della propria offerta rispetto alla “next best alternative”, alla miglior alternativa per il cliente. Questa prevede necessariamente o la conoscenza dell’offerta del concorrente oppure, in assenza di questa (cosa molto probabile), una richiesta precisa e dettagliata dei bisogni e delle esigenze del cliente, al fine di costruire un progetto su misura e quindi difficilmente duplicabile. È quindi fondamentale comprendere quali siano le priorità e le preferenze del cliente, per evitare di perdersi in dettagli, anche altamente caratterizzanti, esclusivi e stimolanti ma non considerati come tali o validi dal cliente, per cui privi di valore nonostante la volontà manifesta del fornitore di ricercatezza o di originalità. Il lato debole di questa categoria è quindi la presunzione del valore della propria offerta, valore che può sì essere elevato e distintivo ma non necessariamente valutato come tale dal cliente che ha una sua visione ben precisa di quello che cerca. n Terza categoria DVP = Distinctive Value Propostion (Unicità delle caratteristiche distintive) Questa è la chiave vincente! Ed è la scelta privilegiata da parte del management del cliente, che non ha tempo di 30 comparare decine di offerte e predilige lavorare con un fornitore che capisce perfettamente le esigenze della sua azienda, e del suo settore, ed è in grado di rispondere con una potente e accattivante “customer value proposition”. È importante, in questa categoria, evidenziare i caratteri di unicità e di superiorità di quei pochi elementi che risultano più strategici o tattici per il cliente, documentandone il valore dell’offerta in maniera da far comprendere al cliente di aver perfettamente inteso le sue priorità di business. Quali le differenze rispetto alla seconda categoria? Focalizzare l’unicità delle caratteristiche distintive: molte opzioni differenzianti non sono sempre sinonimo di soluzione migliore. Basta evidenziare uno e due elementi altamente caratterizzanti dell’offerta e la cui applicazione possa creare la differenza, sinonimo di maggiore o più elevato valore sia per il cliente sia per il suo target di riferimento. In questo caso, a sostegno della Distinctive Value Propostion, il fornitore potrà procedere con quattro step: 1. Sostanziare il valore reale della propria proposta, traducendo il vantaggio in una equazione di valore dove le due variabili sono la propria proposta e quella del concorrente (il termine tecnico è “value word equation”). In pratica il risultato di questa equazione può essere numerico, cioè economico, dimostrando un vantaggio sul prezzo finale di vendita oppure sulla eventuale flessibilità delle condizioni di pagamento. Oppure può essere un valore superiore nell’“Unicità delle caratteristiche distintive”: il cliente non ha tempo di comparare decine di offerte e predilige lavorare con chi capisce per fettamente le esigenze della sua azienda nella comparazione della logistica: per esempio l’utilizzo di un vettore aereo qualitativamente superiore in confronto a una compagnia aerea differente, proposta dal concorrente; oppure un hotel cinque stelle lusso di stile in confronto a un hotel cinque stelle lusso moderno; oppure l’utilizzo di un resort invece che di un villaggio turistico; o ancora una destinazione classica contro una località desueta, e via dicendo. Oppure può essere un valore superiore nella comparazione dei contenuti; per esempio agenda del day-by-day, scelta e originalità delle attività, programma di teambuilding, molteplicità delle attività in funzione di singoli interessi (dive, bike, trek, shopping, spa, cooking class...) e via dicendo. 2. Dimostrare in anticipo l’esistenza di reali elementi di differenziazione utiliz- COME SI COMPORTANO I “BUYER” E COME COMPETONO LE AZIENDE Percezioni del Cliente Comportamento del Cliente Percezione del bisogno Benefits richiesti Category knowledge e Brand equity Acquisto del “brand” Momento dell’acquisto Disponibilità Benefits desiderati Soddisfazione Utilizzo del “brand” Prezzo Benefits sperimentati PREZZO PROMOZIONE Fonte: “Simply Better: winning and keeping customers by delivering what matters most” di P.Barwise e S.Meehan – Harvard Business School Press 2004 zando case history di eventi precedenti a sostegno dell’utilizzo e dell’applicazione degli elementi di differenziazione qualitativi che hanno soddisfatto, e superato, le aspettative del cliente. 3. Documentare il Customer Value, dimostrando il Roi (Return-On-Investment, vedi articolo di gennaio 2006) dell’operazione, per la cui applicazione e dimostrazione si rende necessaria una forte intesa e collaborazione tra fornitore e cliente. 4. Dimostrare la superiorità della propria performance, e per fare ciò basta dimostrare il “carattere distintivo” (il DVP) della propria offerta, la sua “misurabilità”, sottolineando tutti i punti tangibili di differenza che possono portare a un qualche risparmio monetario, e la “capacità di replicare nel tempo le stesse caratteristiche”, riapplicando gli stessi criteri ad altri eventi in altre regioni del globo e non solo quindi a una singola, unica, operazione. PRODOTTO SERVIZIO Senza entrare in analisi religiose di questa re, difficile da documentare. frase, e senza offesa alcuna per gli eventuaQuindi la frase serve solo a creare la diffeli lettori di religione induista, questa battuta renza ma non ad avvalorare la tesi perché, ben si applica al nostro discordi fatto, anche una mucca non so sulla “Customer Value Prosacra può contribuire per un La capacità di creare position”. ottimo hamburger. un’offerta basata Come? Qual è il messaggio di Vi chiederete il perché questo sull’unicità CVP insito nella frase? esempio, vero? delle caratteristiche Che le mucche sacre fanno gli Ebbene, questa citazione indistintive consente hamburger migliori! troduce la prefazione di un di essere percepiti E come si fa a dimostrare che best seller, su questo argocome partner strategici le mucche sacre sono migliomento, pubblicato dalla Harri delle mucche normali, o vard Business School Press: non sacre? “Simply Better: winning and keeping custoDifficile da sostanziare, difficile da dimostramers by delivering what matters most”. La capacità di creare una offerta DVP consente al fornitore di essere percepito dal cliente come un partner in grado di fornire un significativo contributo alle proprie performance e alle proprie strategie di business. C’è mucca e mucca E concludiamo con una delle frasi celebri di Mark Twain: “Sacred cows make the best hamburger” (Le mucche sacre fanno gli hamburger migliori). 31